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Full text of "Bibliografia pistoiese"

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BIBLIOGRAFIA  ITO! 


COMPILATA     DA 


VITTORIO  CAPPONI 


Poiché  la  cciiulà  del  natio  loco 

Mi  strinse,  ninnai "le  fronde  sparte 

Lnf.  X1\V 


PISTOIA 

TIPOGRAFIA    ROSSETTI    EDITRICE 

1874. 


Proprietà  Letteraria. 


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AL  GAY.  AVV.  GIOVANNI  CAMICI 

CONSIGLIERE  PROVINCIALE 

CHE   L'AVITO   ONORE   SOSTIENE 

CON  RARE  VIRTUDI 

È  ACCRESCE  CON  L' INGEGNO 

QUESTE  POVERE  PAGINE 

CHE  DISCORRONO  LE  PATRIE  GLORIE  LETTERARIE 

A  DIMOSTRANZA  DI  GRATO  ANIMO 

DEDICA   L'AUTORE. 


PREFAZIONE, 


Chi  voglia  con  qualche  attenzione  riandare  le  vicende 
letterarie  del  nostro  paese,  confrontando  il  passato  col  pre- 
sente, non  tarderà  ad  accorgersi  come  oggi  siamo  ben  lon- 
tani da  quel  grado  d'  istruzione  e  di  cultura  a  cui  salì  più 
d1  una  volta  la  nostra  città.  Io  non  vo'  cercare  la  causa  di 
ciò  :  e  se  debbasi  ascrivere  ai  difettosi  ordinamenti  degli 
studi  co'  quali  tanto  si  acquista  in  superficie  quanto  si  va 
perdendo  in  profondità  ;  o  se  ai  nuovi  tempi,  che  aggirando 
le  menti  in  vane  fatuità,  han  fatto  sì  che,  i  giovani  spe- 
cialmente, per  troppo  ragionare  sieno  diventati  quasi  irra- 
gionevoli. Questo  so  per  certo,  che  oggi  tra  noi  nessuno  più 
studia  e  l'ozio  loquace  ha  preso  il  posto  della  sapiente  opero- 
sità (1). 

Né  mi  si  apponga  le  scuole  esser  fiorenti  per  notevole  fre- 
quenza di  alunni  ;  né  la  solita  eletta  schiera  di  professori, 
intesa,  direbbe  un  mio  buon  amico,  a  dissodare  i  campi  santi 
delle  idee  :  è  vero  la  città  nostra,  seguendo  le  sue  nobili  tra- 


(1)  Pistoia  è  stata  sempre  fiorente  in  qualsivoglia  disciplina,  ma  si  è  di- 
stinta soprattutto  nelle  scienze  ecclesiastiche  ;  e  chiunque  scorra  queste  pa- 
gine se  ne  persuaderà  di  leggieri.  Perfino  cinque  Cardinali,  quasi  contempo- 
raneamente, ha  veduto  la  nostra  città  sedere  nel  sacro  collegio,  Agostino  Fab- 
broni,  Antonio  e  Gian  Francesco  Banchieri,  Bandino  Panciatichi,  e  Gio.  Batti- 
sta Tolomei.  Oggi  però  se  vi  è  una  classe  nella  quale  più  faccia  difetto  l'istru- 
zione è  dessa  quella  degli  ecclesiastici  !  Eppure  se  vi  fu  mai  tempo  nel  quale 
i  sacerdoti  dovessero  splendere  sul  candelabro  colla  luce  della  dottrina,  egli 
è  questo  senza  dubbio. 


Vili 

dizioni,  (1)  provvede  quanto  è  necessario  che  non  faccia  di- 
fetto il  pane  della  scienza  :  né  mancano  insegnanti  egregi 
per  dottrina  e  per  amorevole  sollecitudine  verso  i  loro  di- 
scepoli: ma  se  nelle  scuole  si  apprende  qual  è  il  fine  del 
sapere,  e  il  modo  di  conseguirlo,  soltanto  i  libri  potranno 
offrircene  il  mezzo:  ma  le  biblioteche,  perpetuamente  vuote 
di  studiosi,  e  gli  scarsi  frutti  che  della  sua  applicazione 
ci  porge  oggi  la  nostra  gioventù,  rispondono  in  mio  favore 
con  incontestabile  evidenza. 

A  ciò  ripensando,  col  desiderio  di  provvedere  allo  incre- 
mento della  istruzione  paesana,  più  che  per  sodisfare  ad 
una  stenle  curiosità  degli  eruditi,  mi  diedi  (non  sapendo 
far  meglio)  a  compilare  la  Biografia  e  la  Bibliografia  pi- 


(1)  Si  ha  per  sicuri  documenti  che  in  Pistoia  furono  istituite  scuole  fin  dal- 
l' anno  1318.  Nel  1553  insegnava  grammatica  un  Magister  Petrus  ;  nel  1335 
fu  eletto  maestro  Beninlendi  di  Ser  Arrigo  da  Prato  ;  e  in  una  tratta  di  con- 
siglieri del  1574  si  nominano  Ser  Lambertus  Ser  Ambrogi  magister  gramma- 
ticae.  Nel  1448  Battista  Volterreno,  allora  maestro  a  Colle,  chiese  la  scuola 
del  Comune.  Nel  1474  fu  eletto  maestro  di  grammatica,  rettorica  e  poesia 
Filippo  di  Ser  Matteo  da  Imola  colla  condizione  che  doceat  gramaticam,  relho- 
ricam,  et  poesiam  latìnarn  et  componere  epislolas,  .  .  .  Itcm  diebus  feslivis  edam 
solemnibus  leneatur  et  obligatus  sii  facere  legere  imam  lectionem  cum  Artis  No- 
vae,  vel  eliam  Politicae  Aristoielis  :  ma  poco  appresso,  cioè  nel  1476  gli  fu 
sostituito  Antonio  Rossi  di  Firenze  colla  condizione  che  cessasse  di  fare  scuola 
ad  clericos  :  lo  che  è  indizio  che  forse  fin  d'  allora  esisteva  1'  attuale  scuola 
dei  cherici  di  S.  Zeno.  Di  questo  Antonio  Rossi,  leggesi  in  un  libro  di  Ri- 
forma sotto  l'anno  1583.  Rogat  D.  Antonius  de  Rossis  gramaticus  conductus  in 
Pistorio  sibi  mutuari  Mappamundas  duos,  quorum  alter  est  in  Cancellarla,  alter 
in  libraria  Communis  Pistorii  (quella  lasciata  dal  Sozomeno  e  che  si  conservò 
fino  al  1700  circa  nel  palazzo  del  Comune)  et  dicilur  ut  cosmografiam  docerc 
possit  nonnullos  adolescentes  pistorienses  ec.  Nel  1476  fu  istituita  la  Sapienza 
per  legato  dell'  illustre  Card.  Niccolò  Forteguerri,  e  Pistoia  ebbe  fin  d'allora 
assicurato  l'insegnamento  in  tanti  rami  dell'umano  sapere,  che  continuò  senza 
interruzione  fino  ai  nostri  giorni. 


IX 

stoiese.  (1)  Chi  sa,  dicevo  fra  me,  che  qualcuno  nel  leg- 
gere iu  queste  pagine  le  glorie  dei  nostri  maggiori,  non 
si  senta  1'  animo  innalzato  a  più  nobili  intendimenti,  e  non 
entri  nel  desiderio  d'  imitarli  ?  Se  troppo  ho  presunto,  e  se 
le  mie  deboli  forze  saranno  per  venir  meno  all'  impresa, 
spero  mi  si  perdonerà  in  grazia  dell'  intenzione.  Diciamo 
ora  qualche  cosa  di  questa  fatica.  E  questo,  può  dirsi,  un 
lavoro  affatto  nuovo  per  noi.  Nel  secolo  passato,  è  vero,  il 
P.  Francesco  Antonio  Zaccaria,  dotto  gesuita,  nella  sua 
Bibliotheca  Pistoriensis,  che  tanti  interessanti  documenti 
contiene  per  la  nostra  storia,  ci  diede  qualche  notizia  de- 
gli scrittori  pistoiesi,  valendosi  anche  delle  fatiche  del  P. 
Oldoino,  altro  religioso  dello  stesso  instituto.  Ma  egli  non 
fece  che  una  lista  poco  fedele,  e  non  di  tutti  i  nostri  scrit- 
tori, e  troppo  compendiosamente  accenna  le  loro  opere  ;  ol- 
treché non  giunge  che  circa  all'  anno  1750.  Molti  altri 
pistoiesi  dopo  di  lui  si  adoperarono  a  raccogliere  le  opere 
dei  nostri  scrittori,  ma  nessuno  giunse  mai  a  pubblicarne 
una  speciale  illustrazione  (2).  L'  opera  pertanto  da  me  com- 


(1)  Veramente  la  Biografia  doveva  avere  la  precedenza  ;  ma  impedito  per 
dolorose  circostanze  di  dar  l'ultima  mano  al  lavoro  sono  stato  costretto  a  dif- 
ferirne la  pubblicazione  al  prossimo  anno. 

(2)  A'  tempi  del  P.  Zaccaria,  Francesco  Turimi  e  Francesco  Merlini  posse- 
sedevano  belle  collezioni  di  autori  pistoiesi,  specialmente  di  opere  manoscritte 
delle  quali  molto  si  giovò  il  P.  Zaccaria  stesso,  come  appare  dalle  citazioni 
che  spesso  ne  fa.  In  appresso  il  Dottor  Bernardino  Vitoni,  intelligente  ed 
erudito  antiquario  ebbe  anch' egli  una  cospicua  raccolta  di  libri  pistoiesi,  non 
pochi  dei  quali  provenienti  dalla  dispersione  di  quelle  del  Merlini  e  del  Tur- 
lini,  e  molte  notizie  fornì  al  Moreni  per  la  Bibliografia  storica  della  Toscana, 
ed  al  Fabroni  per  la  flisloria  Academiae  Pisanae,  come  rilevasi  dalle  lettere 
d(  questi  ultimi  esistenti  nella  Forteguerriana.  Anche  Antonio  Matani  celebre 
medico,  Francesco  Canini  antiquario,  Francesco  Tolomei  ed  alt  ri  si  studiarono 


X 

pilata,  è  divisa  in  due  parti  ;  la  prima  comprende  tutte  le 
opere  pubblicate  dagli    autori  nati  nella  città  di  Pistoia,  o 
nel  suo  territorio  ;  nella  seconda  si  registrano  tutte  quelle 
opere   che    sebbene  composte  da  scrittori  non  appartenenti- 
a  Pistoia,  pure   riguardano  in  qualche    modo  questa  città, 
e  possono  consultarsi  con  profitto  da  chi  voglia  ricercarne 
tutte  le  fonti  storiche.  Delle  raccolte  fatte  per  nozze,  mo- 
nacazioni, funerali  ed  altre  simili  occasioni  in  generale  non 
ne  ho  fatto    alcun    conto,    come   quelle  che  non  avrebbero 
servito  ad  altro  che  ad  appagare   la   curiosità    di    qualche 
bibliofilo  ;  ed   ho    fatto    eccezione    soltanto  per  quelle  che 
si  raccomandavano    per    qualche  pregio    speciale,  o  per  la 
materia  in  esse  trattata,  o  per  il  pregio  tipografico,  o  per 
il  nome  del  raccoglitore.  Ma  non  si  creda  ch'io  presuma  di 
aver  fatto  un  lavoro  in  tutte  le  sue  parti  completo.  Al  bi- 
bliografo   avviene  come   al  mietitore,  il  quale  per   quanta 
diligenza  usi,  pure  lascia  sempre  qualcosa  a  chi  va  dietro 
spigolando  ;   oltreché   spesso   dalla  fortuna  e  dal  caso,  più 
che  dalla  diligenza  dipende  il  trovare  le  notizie  e  le  ope- 
re.   È  neppure  è  stata   mia   intenzione   di    fare  un  lavoro 
critico  :  dal  dar   giudizi  ho  cercato  di  astenermi,  non  solo 
perchè   ciò    non  è  uffìzio  del  bibliografo,  ma  anche  per  la 
difficoltà  somma  di  dar  sempre  giudizii  buoni  e  retti  ;  ol- 
treché ciò  sarebbe  stata  opera  talmente  grave  da  non  po- 
tersi fare  entro  gli  angusti  limiti  che  mi  ero  prefìsso.  Pure 


di  raccogliere,  quante  poterono,  opere  de'  nostri  autori  :  le  quali  poi  anda- 
rono tutte  disperse,  meno  i  libri  del  Canini,  in  piccol  numero  però,  dei  quali 
egli  fece  generoso  dono,  morendo,  alla  Biblioteca  Forteguerri.  Oggi  l'egregio 
Sig.  Filippo  Rossi-Cassigoli,  dando  nobile  esempio  al  patriziato  del  come  si 
possano  utilmente  impiegare  le  ricchezze,  è  giunto  a  possedere  una  raccolta 
di  scrittori  pistoiesi  al  certo  molto  superiore  a  quelle  fatte  nel  passato,  sia 
per  la  quantità  delle  opere,  come  per  la  ricchezza  degli  esemplari. 


XI 

allorché  per  la  natura  dell'opera,  o  per  altre  cagioni  lo  credei 
necessario,  non  mancai  affatto  di  dar  qualche  giudizio,  o  me- 
glio, perchè  non  paresse  eccessiva  presunzione,  di  riportare  il 
giudizio  che  già  ne  aveva  pronunziato  altri  di  me  più  dotto. 
Qualunque  sia  il  merito  di  questa  mia  fatica,  che  io  dò 
alla  luce  come  saggio  di  opera  più  perfetta,  oso  confi- 
dare che  i  miei  concittadini  vorranno  accoglierla  con  beni- 
gno volto,  se  non  altro  per  il  fine  che  mi  sono  prefìsso  ;  e 
se  cosi  sarà,  come  mi  auguro,  non  dubito  di  potere,  quan- 
dochessia,  migliorare  il  lavoro  in  una  seconda  edizione. 

Pistoia,  8  Dicembre  1874. 

Vittorio   Capponi. 


BIBLIOGRAFIA  PISTOIESE 


PARTE      PRIMA 

SCRITTORI    PISTOIESI 


AbbraceSavacca  lieo. 

Rime. 

Stanno  nella  raccolta  di  rime  «  Poeti  del  primo  secolo  della  Lingua  Italiana, 
senza  nome  di  stampatore,  1816,  in  8.°  Volumi  2.  »  Delle  rime  di  Meo  Abbrac- 
ciavacca  aveva  già  dato  un  saggio  il  Crescimbeni  ne'  suoi  Commentari  (Voi.  2, 
parte  II,  lib.  1)  :  in  appresso  altre  erano  state  pubblicate  dal  Bottari,  colle 
rime  e  lettere  di  Fra  Guittone  (Roma,  De-Rossi,  1745,  in  A.0).  Il  giudizio 
che  chiede  il  Monti  di  questa  edizione  del  1816  è  piuttosto  severo,  poiché 
dice  che  contiene  in  gran  parte  una  miserabile  raccolta  di  rimati  arcaismi 
zeppa  di  bisticci  che  anima  viva  non  saprà  mai  leggere.  (Prop.  Voi  5.  par- 
te II,  e.  176).  Questo  giudizio  se  può  dirsi  giusto  per  molte  delle  rime 
contenute  in  questa  raceolta,  non  può  chiamarsi  egualmente  giusto  per 
quelle  del  nostro  poeta  ;  le  quali  a  dire  del  Crescimbeni,  sebbene  accoz- 
zate di  vocaboli  nostrani  e  provenzali,  sono  assai  buone,  massimamente 
quanto  ai  sentimenti  e  alla  facilità  di  spiegarli.  Delle  rime  di  questo  nostro 
poeta  io  non  ho  veduto  che  due  codici,  uno  nella  Vaticana  segnato  di  nu- 
mero 4625  ;  1'  altro  nella  Laurenziana,  fra  i  codici  del  Bali  Redi,  portante 
il  n.°  9.  Il  Ciampi  nel  Giornale  Enciclopedico  di  Firenze  diede  conto  di  un  al- 
tro manoscritto  posseduto  dal  chiariss.  Sig.  Cesare  Lucchesini,  nel  quale  si 
contengono  alcune  rime,  già  conosciute,  del  nostro  poeta  (V.  Giornale  En- 
ciclop.  tom.  2,  n.°  21,  pag.  252).  Non  è  poi  da  tacersi  come  quattro  delle 
rime  contenute  nella  raccolta  del  1816  non  hanno  nome  d'autore  nel  codi- 
ce Redi  ;  e  la  canzone  che  incomincia  «  Considerando  1'  altera  valenza  »  v'  è 
attribuita  a  Fra  Guittone,  ed  ha  difetto  di  un  verso  intiero.  Di  Meo  Ab- 
bracciavacca  trovansi  rime  anco  nella  Raccolta  di  Rime  toscane,  Palermo, 
Gius.  Assenzio.  1817,  voi.  4  in  i.°  •  nel  Parnaso  Italiano,  Venezia,  Andreo- 
la,  1819,  Voi.  1,  pag.  258,  con  brevi  notizie  dell'  Autore  a  pag.  529  ;  ed 
iti  altre  raccolte  di  minor  conto. 


—  2  — 

—  Lettere. 

Stanno  in  quelle  di  Fra  Guittonc  pubblicate  dal  Bottari,  (Roma,  De  Rossi, 
1745)  pag.  76  e  seguenti.  Sono  in  numero  di  quattro,  due  delle  quali  di- 
rette a  Fra  Guittone,  una  a  Bindo,  1'  ultima  a  Dotto  Reali.  Lo  stile  in  cui 
sono  dettate,  scrive  il  Nannucci  che  le  riproduce  nel  suo  Manuale,  anziché 
facile  e  piano  come  richiede  un  tal  genere  di  scrittura,  è  generalmente  ru- 
vido e  malagevole  ne'  costrutti,  e  accompagnato  talvolta  da  una  certa  oscu- 
rità, della  quale  è  però  da  incolparsi  in  alcuni  luoghi  la  scorrezione  del 
testo,  che  per  la  mancanza  assoluta  di  codici  non  si  è  potuto  emendare. 

Meo  Abbracciavacca  visse  nel  sec.  XIII,  fu  contemporaneo  ed  amico  di 
Fra  Guittone,  ed  è  registrato  anco  dall'  Allacci  nel  suo  Indice,  che  lo  chia- 
ma Braccio  Vacca.  Poche  e  incerte  notizie  si  hanno  di  lui  :  un'  Abbraccia- 
vacca di  Guidotto,  forse  il  padre  del  nostro  Meo,  lo  troviamo  Console  dei 
Mercanti  nel  1357,  Operaio  di  S.  Iacopo  nel  1258,  Anziano  nel  1265  :  un 
altro  Abbracciavacca,  certamente  il  poeta,  è  registrato  tra  gli  operai  di  San 
Iacopo  nel  1311.  (V.  Archivio  Coni,  di  Pistoia,  lib.  di  Contralti  e  Testarti, 
dell'  Op.  di  S.  Iacopo  dal  1186  al  1543  segnato  di  n.°  1  ;  e  Priorista  del 
Franchi  nella  Forteguerriana.) 

Ma  per  quanto  oscuri  possono  essere  i  fasti  familiari  del  nostro  poeta,  gli 
si  deve  però  la  gloria  di  aver  contribuito  non  poco  ad  arricchire  e  miglio- 
rare in  quei  primi  tempi  la  nostra  favella.  Di  lui  può  vedersi  oltre  il  Cre- 
scimbeni  sopra  ricordato,  il  Quadrio,  Della  Storia  e  della  ragione  di  ogni 
poesia  ;  il  Mazzucchelli,  Scrittori  d'  Italia  ;  ed  altri  ;  ma  tutti  ne  parlano 
brevemente. 

Accademia  di  Varia  Emetterà  tara. 

; —  Capitoli  e  Leggi  dell'  Accademia  Pistoiese  di  Varia 
Letteratura.  Pistoia,  1745,  in  4.<> 

Ebbe  il  suo  nascimento  sul  terminare  del  1743  :  pochi  anni  appresso  le 
sue  adunanze  furono  interrotte  per  poco  zelo  de'  fondatori,  e  non  si  ripresero 
che  nel  1764  ;  ma  anche  allora  per  breve  tempo.  Nel  1805  fu  nuovamente 
ristabilita,  e  fu  pubblicata  allora  la 

Costituzione  della  E.  Accademia  Pistoiese  di  Varia  Lette- 
ratura, Pistoia,  presso  Gio.  Bracali  e  F.°  senz'  anno,  (ma 
1804)  in  4.o 

V  è  in  fino  il  Catalogo  degli  i\ccademici,  tanto  di  quelli  appartenenti  al- 
l' antico  istituto,  quanto  al  nuovo.  Più  ampie  notizie  di  quest'  Accademia  si 
possono  leggere  in  un  M.  S.  della  Forteguerriana  col  titolo  :  Storia  del- 
l' Accademia  di  Varia  Letteratura  di  Pistoia,  Cod.  378. 

Accademia  Enciclopedica. 

Relazione  del  principio,  progresso  e  stato  presente  dell'  Ac- 


—  3  — 
cademia  Enciclopedica  eretta  nella  città  di  Pistoia.  Livor- 
no, 1764,  per  Marco  Coltellini,  in  4.<> 

Questa  Relazione  è  corredata  di  diversi  documenti  relativi  alla  costitu- 
zione dell'  Accademia,  dai  quali  si  rileva  pure  il  num.  dei  Soci  che  ne  face- 
vano parte.  L'  Accademia  fu  istituita  nel  1763  per  le  cure  di  Gio.  Dome- 
nico Stellanti  di  Firenze,  che  esercitava  in  quel  tempo  farmacia  nella  nostra 
città.  Per  gli  studi  sperimentali  dei  soci  ebbe  un  laboratorio  chimico-farma- 
cistico  ed  un  orto  botanico,  ambedue  ordinati  e  diretti  dallo  stesso  Stellanti. 

Accademia  ilei  Buon   Gusto. 

e 

Leggi  della  Nuova  Accademia  del  Buon  Gusto  della  città 
di  Pistoia.  In  Venezia,  1770,  per  Antonio  Corona,  in  4 

Sono  scritte  in  versi  martelliani. 
Accademia  d'  Agricoltura. 

Libro  d'  Atti  dell'  Accademia  d'  Agricoltura  di  Pistoia. 

Manoscritto  nella  Bib.  Fortegucrri,  n.  541.  L'Accademia  d'  Agricoltura  fu 
costituita  nel  1788,  ma  ebbe  vita  di  pochi  anni.  Questi  atti  riguardano  gli  an- 
ni 1788,1789  e  1790,  e  vi  si  fa  pure  ricordo  di  molte  dissertazioni  lette  dai 
soci,  sopra  materie  agricole,  e  particolarmente  sopra  la  coltivazione  della  vite  e 
la  vinicultura.  Vedasi  il  cenno  che  ne  diede  1'  Avv.  Prof.  Gherardo  Nerucci 
nel  Bollettino  del  Comizio  Agrario  Pistoiese,  anno  1.°  1867,  n.°  4. 

Oltre  le  Accademie  sopra  ricordate,  molte  altre  ne  esisterono  in  Pistoia 
negli  antichi  tempi  :  quella  degli  Ardenti  eretta  nel  1605  per  cura  di  Ales- 
sandro Mellini  ;  V  altra  degli  Abbozzati  promossa  da  Sebastiano  Forteguerri 
nel  1608  ;  quella  degli  Assicurati  costituita  dal  Cav.  Giovanni  Visconti  ver- 
so il  1663  ;  oltre  quelle  dei  Confusi,  degli  Animosi,  dei  Folli,  degli  Insen- 
sati ec.  in  tempi  più  remoti,  e  delle  quali  a  noi  pervenne  poco  più  che  il 
nome.  Nel  1805  ebbero  tutte  nuova  vita  nella 

Accademia  di  Scienze  e  Lettere. 

Costituzione    dell'  Imp.    e    Reale    Accademia    Pistoiese  di 
Scienze  e  Lettere.  Pistoia,  1803,  in  4.° 

Nel  1809  furono  pubblicati  gli  Articoli  addizionali  alla  Costituzione  dell'  bu- 
yer, e  Reale  Accademia  ec.  Pistoia,  Bracali,  1809,  in  8.°  Ebbe  principio  que- 
st'  Accademia,  com'  abbiam  detto,  nel  1805  :  le  sue  adunanze  furono  inter- 
dette nel  1851  per  cagioni  politiche,  e  ripristinate  poi  nel  1856.  È  una 
gloria  di  quest'  Accademia  la  istituzione  degli  onori  parentali  ai  grandi 
italiani,  da  essa  celebrati  la  prima  volta  nel  1822,  e  che  ebbero  grande 
eco  anche  fuori  di  Toscana. 


_.  4  — 

—  Atti  dell'  Imperiale  e  Reale  Accademia  Pistoiese  di 
Scienze  e  Lettere,  Voi.  Lo  Pistoia,  presso  Gio.  Bracali,  e 
Fratello  1808,  in  4.° 

Pagg.  91-30-i,  non  compreso  il  frontespìzio  più  e.  due  in  fine  non  nume- 
rate, e  due  tavole.  Questo  primo  volume,  il  solo  pubblicato  delle  Memorie 
dei  Soci  ordinari,  è  deditato  al  Cav.  Enrico  Nencini,  allora  Sotto-prefetto 
di  Pistoia.  Contiene  le  seguenti  prose  :  Storia  letteraria  dell'  Accademia,  di 
Pietro  Petrini  ;  —  Inaugurale  alla  compilazione  della  Costituzione,  di  Gio- 
suè Matteini  ;  —  Considerazioni  sulle  Rotte  dei  Fiumi,  e  sui  mezzi  di  pre- 
venirle, di  Ranieri  Cerbi  ;  —  Osservazioni  sugli  Oratori  Greci,  di  Carlo 
Fabroni  ;  Degli  uomini  illustri  di  Pistoia,  Orazione,  di  Francesco  Tolomei  ; 
Dello  stato  attuale  delle  Belle  Arti  in  Toscana,  Lettera  di  Tommaso  Puc- 
cini ;  —  I  latifondi  pregiudicano  alla  popolazione  e  all'agricoltura,  Rifles- 
sioni, di  Vincenzo  Agostini  ;  —  Del  dazio  diretto  sugli  immobili,  Memoria, 
di  Aldobrando  Paolini  ;  —  Descrizione  di  un  nuovo  Igrometro  sonante,  di 
Onofrio  Conversini  ;  —  A  queste  prose  fanno  seguito  le  poesie,  che  noi 
per  brevità  omettiamo  di  accennare,  avendole  del  resto  registrate  a'  suoi 
luoghi  sotto  il  nome  dei  respettivi  autori. 

—  Atti  della  R.  Accademia  Pistoiese  di  Scienze  Lettere  e 
Arti.  Memorie  di  Matematica  e  Fisica  dei  Soci  corrispon- 
denti per  T  anno  1816.  In  Pistoia,  presso  Gherardo  Bra- 
cali, (1806)  in  8.o 

Pagg.  XXIII-163.  Contiene  le  seguenti  Memorie  :  Della  longitudine  e  lati- 
tudine di  Pistoia,  di  Gio.  Inghirami  ;  —  Supplemento  alla  precedente  Me- 
moria :  —  Della  polarità  magnetica  eccitata  co'  raggi  violetti,  Esperienze, 
di  Cosimo  Ridolfì  ;  —  Nuovo  metodo  di  dividere  gli  istrumenti  di  matema- 
tica, di  Guido  Gonnella  ;  —  Sopra  una  maniera  di  morire  elettiva  un  tempo 
presso  i  Romani,  del  Prof.  Gio.  Barzellotti  ;  —  Supplemento  alla  Storia 
Naturale,  di  Gio.  Federigo  Blumenbach  ;  —  Della  estrazione  del  glutine 
dalle  ossa,  di  Gio.  Fabbroni  ;  —  Sulla  purificazione  del  Mercurio,  Memoria, 
di  Giuseppe  Branchi  ;  —  Sulla  canforizzazione  degli  oli  volatili,  di  Cosimo 
Ridolfì  ;  —  Osservazioni  sopra  diverse  piante,  del  Prof.  Gaetano  Savi  ;  — 
Descrizione  di  un  Orangoutang,  del  Dott.  Francesco  Tantini  ;  — 

—  Statuto  della  R  Accademia  di  Sienze,  Lettere  e  Arti, 
Pistoia,  1813.  in  8.° 

Il  Prof.  Pietro  Petrini  fu  uno  degli  Accademici  che  più  cooperò  alla  com- 
pilazione di  questo  Statuto.  Nel  1873  ne  fa  proposta  la  riforma,  onde  ren- 
dere 1'  Accademia  di  più  pratica  utilità,  e  più  conforme  all'  indole  dei 
nostri  tempi  ;  e  fu  nominata  per  tale  oggetto  una  Commissione  ;  ma  non 
so  a  qual  punto  sieno  gli  studi  a  ciò  relativi,  che  io  non  ho  1'  onore  di 
sedere  in  quel!'  illustre  consesso. 


—  5  — 
Agostini  Vincenzo. 

I  latifondi  pregiudicano  alla  popolazione  e  alF  Agricoltura 
Riflessioni. 

Negli  Atti  dell'  Imp-  Accademia  Pistoiese,  voi.  l.°,  Pistoia,  1808,  pag.  188-19-i. 

—  Memoria    sulla    Lettera  di  Giorgio  Viani  intorno    alla 
Zecca  e  alle  Monete  di  Pistoia. 

Trovasi  a  pag.  54.  dell'  opera  dello  stesso  Viani  Della  Zecca  e  delle  Monete 
di  Pistoia,  Pisa,  1815,  seconda  edizione.  È  in  forma  di  lettera,  indirizzata 
al  Sig.  Giulio  Amati,  ed  in  essa  confuta  alcuni  giudizi  del  Viani  intorno 
alla  sempre  controversa  questione  delle  Monete  di  Pistoia. 

—  Memorie  Accademiche. 

Manoscritte.  Una  memoria  sopra  la  buona  maniera  di  piantare  gli  alberi  frut- 
tiferi fu  da  lui  letta  all'  Accademia  di  Agricoltura  nell'  Adunanza  del  6  Lu- 
glio 1788,  come  rilevo  dal  Libro  d'  Atti  dell'  Accademia  medesima,  ora  esi- 
stente nella  Bib.  Forteguerri.  Di  altre  memorie  trovo  fatta  menzione  negli 
Atti  dell'  Imp.  Accademia  Pistoiese  di  Scienze  e  Lettere,  Voi.  1°.  Eccone  i 
titoli  :  Introduzione  alle  Memorie  riguardanti  V  Agricoltura  Pistoiese  ;  — 
Saggio  di  Storia  dell'  Agricoltura  ;  —  Sulla  cultura  del  grano  ;  —  Introdu- 
zione della  Storia  delle  piante  fruttifere  ;  —  Sui  miglioramenti  dell'  agricol- 
tura pistoiese  ;  —  Sul  governo  delle  Api  ;  —  Sull'  ingrasso  dei  terreni.  — 
Furono  lette  dall'autore  negli  anni  1804,  1805,  e  1806,  ed  alcune  si  con- 
servano tuttora  manoscritte  nell'  Archivio  dell'  Accademia  di  Scienze,  Let- 
tere e  Arti. 

Agostini  P.  Luigi. 

Diario  Sacro  Pistoiese.  Pistoia,  Tip.  Gino,  1843c  in  18° 

Pagg.  182,  e  Y  ultima  carta  bianca.  È  dedicato  a  Mons.  Gio.  Balta.  Rossi 
Vescovo  di  Pistoia  e  Prato. 

Allietano  Accademico. 

Nome  fìnto.  Vedi  Villani  Niccolò. 

Alluminati  Domenico. 

II  Trionfo  del  Merito  del  Card.  Giulio  Rospigliosi  rappre- 
sentato in  Parnaso.  In  Pistoia,  presso  Gio.  Antonio  Fortu- 
nati, 1657,  in  4.o 

Raro. 


—  6  — 
Alluminati  Miclielangiolo. 

Carmina. 

Sono  tre  epigrammi,  e  trovansi  a  pag.  Zi  e  35  della  Raccolta  fatta  dal  P. 
Narducci  col  titolo  :  Urbis  Pisloriensis  Monodìae  Funerales,  Florentiae,  1G1£, 
dove  sono  registrate  col  nome  Michaelis  Angeli  Illuminati.  La  famiglia  Al- 
luminati, ora  estinta,  è  delle  antiche  e  nobili  della  città  :  Michclangiolo  fu 
giureconsulto,  e  sostenne  in  patria,  dice  il  Zaccaria,  i  primari  uffici,  e  spesso 
non  senza  lode. 

Alimonie  Niccolo. 

Rime. 

Secondo  il  Crescimbeni,  (Comment.  Voi.  IX)  ed  il  P.  Zaccaria  (Bibliot.  Pist.) 
le  poesie  dell'  Almonta  si  trovano  in  un  codice  della  Biblioteca  Chigiana  in 
Roma.  Il  Prof.  Sebastiano  Ciampi  però  nelle  note  alle  Memorie  di  Niccolò 
Fortegucrri  scrive  che  nonostante  le  diligenze  da  lui  usate,  non  gli  fu  pos- 
sibile rinvenirle.  Forse,  com'  egli  stesso  dubita,  saranno  in  qualche  codice 
miscellaneo,  e  sfuggite  così  alla  diligenza  dei  compilatori  del  catalogo. 

L'  Almonte,  chiamato  anche  Almonta,  visse  sui  primi  del  secolo  XV,  al- 
cuni lo  danno  come  pistoiese,  ma  senza  poterlo  accertare  con  sicuri  docu- 
menti, come  osservò  anche  il  P.  Zaccaria.  Nel  dubbio  ho  preferito  regi- 
strarlo in  questa  bibliografia  colla  speranza  d'  invogliare  qualcuno  a  far  su 
ciò  più  accurate  ricerche. 

Amati  Vincenzo. 

Leges  Municipales  Pistoriensium  quae  vulgo  Statuta  nun- 
cupantur  ec.  Florentiae,  Marescotti,  1546,  in  8.° 

L'Amati,  come  risulta  dalla  dedica,  ne  fu* il  collettore  e  l'estensore.  Ne 
daremo  più  dettagliate  notizie  all'  articolo  Statuti.. 

Amati  Giovanni. 

Rime 

Manose,  nella  Bib.  Forteguerri,  cod.'cart.  in  4.  segnato  218.  Questo  codice 
è  probabilmente  quello  che  il  P.  Zaccaria  scrive  di  aver  veduto  presso 
Tommaso  Turini  :  lo  stesso  Zaccaria  ricorda  anche  un  altro  codice  di  rime 
esistente  a'  suoi  tempi  in  casa  Amati.  Nacque  questo  nostro  rimatore  nel 
1593  da  Pier  Francesco  Amati  e  di  Francesca  Forteguerri,  entrambe  fami- 
glie nobili  pistoiesi. 

Amati  (Scipione. 

Censura  al  Maestro  di  Camera  di  Francesco  Sertini  da  Bi- 
blien  Liegi.  1634,  in  12.° 

È  così  ricordato  dal  P.  Zaccaria, 


Ambrogi  Francescnino. 

Storie  Pistoiesi  dell'  origine  della  parte  Bianca  e  Nera. 

Manoscritto  nella    Bibliot.  Nazionale  di  Firenze  (Magliabechiana)  XXV.  Co- 
dice yco. 

Andrei»!  Francesco* 

Le  Bravure  del  Capitano  Spaventa  divise  in  molti  ragio- 
namenti in  forma  di  Dialogo  di  Francesco  Andreini  da 
Pistoia,  Comico  Geloso  ec.  In  Venetia,  per  il  Somasco, 
1607,  in  4.o 

Sono  ragionamenti  o  trattenimenti  tra  il  Capitano  Spaventa  e  il  suo  dome- 
stico Trappola,  ripieni  d' iperboli,  perchè  così  richiedeva  il  carattere  di 
quel  personaggio  dal  nostro  Andreini  rappresentato,  ma  non  privi  per  altro 
di  buoni  sentimenti  filosofici,  e  d'  un  sentenzioso  morigerato  ed  istruttivo. 

—  Le  stesse,  ivi,  per  il  Somasco,  1609,  in  4.° 

■ —  Le  stesse,  in  questa  terza  impressione  dal  proprio  au- 
tore ricorrette,  ed  aggiuntovi  molti  nuovi  ragionamenti 
dilettevoli,  curiosi  e  non  più  stampati.  In  Venetia,  ap- 
presso Vincenzo  Somasco,  1615,  in  4.° 

—  La  seconda  Parte  delle  Bravure  del  Capitano  Spaven- 
ta. In  Venetia,  1615,  in  4.° 

—  Le  Bravure  del  Capitano  Spaventa  in  questa  quarta 
impressione  dal  proprio  autore  ricorrette,  ed  aggiuntovi 
nel  fine  dieci  nuovi  ragionamenti.  In  Venetia,  1624,  ap- 
presso Vincenzo  Somasco,  in  4.° 

Vi  è  ristampata  con  speciale  frontespizio  e  nuova  numerazione  anche  la 
seconda  parte  delle  Bravure  del  Capitano  Spaventa,  pubblicate  la  prima 
volta  nel  1615. 

—  Le  stesse.  In  Venetia,  per  Michelangiolo  Barboni,  1669, 
in  4.° 

Colla  seconda  parte  delle  Bravure,  come  nella  precedente  edizione.  Que- 
st'  opera  del  nostro  Andreini  fu  anche  tradotta  in  francese  da.  T.  Fontcny 
col  titolo  Les  Bravachierics  du  Capitarne  Spavcntc,  ce.  Paris,  1G08,  in  12.° 

—  Ragionamenti  Fantastici  di  Francesco  Andreini  da  Pi- 


—  8  — 
stoia,    Comico    Geloso  detto  il  Capitano  Spaventa  posti  in 
forma   di  Dialoghi    rappresentativi  ec.  In    Venetia,    1612, 
appresso  Giacomo  Antonio  Somasco,  in  4.° 

Dedicati  a  Giovanni    Querini    nobile    Veneziano    che  fu  amorevole    fautore 
della  famiglia  Andreini. 

—  L'  Alterezza  di  Narciso.  Venetia,  per  il  Somasco,  1G11 
in  12.° 

È  una  favola  boschereccia  rappresentativa  scritta  in  versi. 

—  L'  Ingannata  Proserpina,  Venezia,  Somasco,  1611,  in  12. 

Anche  questa  è  una  composizione  teatrale,  o  meglio  favola  boschereccia 
in  versi. 

—  Il  felicissimo  Arrivo  del  Sereniss.  Don  Vittorio  Princi- 
pe di  Savoia  insieme  col  Sereniss.  Don  Filiberto  suo  fra- 
tello nella  famosa  città  di  Torino,  descritto  in  versi  sdruc- 
cioli da  Francesco  Andreini. 

Manoscritto  nella  Biblioteca  Reale  di  Torino.  Comincia  «  Quel  giorno  cosi 
lieto  e  sì  festevole.  » 

■ —  Frammenti  di  alcune  scritture  d7  Isabella  Andreini  Co- 
mica Gelosa  ec.  In  Venetia,  appresso  Gio.  Batta.  Com- 
bi,  1625,  in  4.° 

Questi  frammenti  furono  raccolti  da  Francesco  Andreini,  che  fu  marito  di 
Isabella.  La  prefazione  portala  data  del  1816,  sebbene  sia  segnato  sul  fron- 
tespizio il  1625,  certo  per  errore. 

Francesco  Andreini  fu  celebre  comico,  e  nacque  in  Pistoia  intorno  al  1548. 
Fece  parte  della  Compagnia  de'  Comici  Gelosi  di  cui  in  appresso  fu  direttore, 
e  vi  rappresentò  dapprima  le  parti  d'  Innamorato,  poi  quelle  del  Capitano 
Spaventa,  carattere  molto  in  voga  in  quel  tempo,  e  col  quale  si  acquistò 
grande  reputazione.  Ebbe  in  moglie  Isabella  Andreini,  comica  al  pari  di  lui, 
ma  che  soprattutto  deve  la  celebrità  sua  alle  sue  opere.  Non  si  conosce 
1'  epoca  precisa  della  di  lui  morte.  Nel  1616  viveva  ancora,  come  può  rile- 
varsi dalla  data  della  premiazione  posta  innanzi  ai  Frammenti,  che  egli  pub- 
blicò, di  sua  moglie  Isabella  ;  ma  si  ritiene  che  morisse  pochi  anni  appres- 
so. Intorno  alla  Vita  e  agli  scritti  di  Francesco  Andreini  vedi  Riccoboni. 
Histoire  du  Theatre  Italien,  Paris  1828.  —  Bartoli,  Notizie  storiche  dei  Co- 
mici Italiani,  Padova  1781.  —  Bruni,  Fatiche  Comiche,  —  Signorelli,  Sto- 
ria critica  dei  Teatri,  Napoli,  1779,  ed  altri. 


—  9  — 
Andreini  Gio.  Battista. 

La  Saggia  Egiziana,  Dialogo  spettante  alla  lode  dell'  Arte 
scenica  di  Gio.  Battista  Andreini  ec.  con  un  trattato  sopra 
la  stessa  arte  cavata  da  S.  Tommaso  e  da  altri  Santi.  In 
Firenze,  per  Volcmar  Timan  Germano.  1604,  in  4.° 

Pagg.  45,  quindi  una  e.  bianca,  e  poi  nuovo  frontespizio  pel  Trattato  sopra 
r  arte  Comica,  che  comprende  pag.  15  col  tergo  dell'ultima  bianca.  Questo 
dialogo  è  dedicato  al  Principe  Don  Antonio  De  Medici  ;  è  in  versi,  ed  in 
esso  1'  autore  fa  grandi  elogi  dell'  arte  Drammatica,  la  quale,  come  sappia- 
mo, era  1'  arte  sua. 

- —  La  Divina  Visione  in  soggetto  del  Beato  Carlo  Borro- 
meo, Cantico  di  Gio.  Battista  Andreini  Comico  Fedele  ec. 
In  Fiorenza,  per  Volcmar  Timan  Germano,  1604,  in  4.° 

È  dedicato  all'  Accademia  degli  Spensierati.  Questo  poemetto  si  compone 
di  6£  ottave,"  ciascuna  delle  quali  occupa  una  pagina,  ed  è  inquadrata  in 
un  fregio  in  legno. 

—  La  Florinda,  tragedia  in  cinque  atti  in  versi.  In  Mi- 
lano, appresso  Girolamo  Bordoni,  1604,  in  4.° 

È  dedicato  a  Don  Pietro  Enquirez  de  Azevedo,  Conte  di  Fiandra,  ed  ha  in- 
nanzi vari  Componimenti  in  lode  dell'  autore,  fatti  da  alcuni  Accademici 
Spensierati  di  Firenze,  i  quali  per  desiderio  dell'  Andreini  medesimo  aveva- 
no ritoccato  in  varie  parti  il  lavoro  di  lui.  Fra  questi  componimenti  vi  ha 
pure  un  sonetto  di  Virginia  Andreini,  moglie  dell'  autore.  La  Scena  della 
tragedia  è  nella  Scozia,  e  la  protagonista  la  regina  Florinda,  moglie  di  un 
re  Ircano.  L'  Andreini  contro  la  verità  storica,  (perchè  in  Scozia  non  fuvvi 
mai  nessuna  regina  di  nome  Florinda)  diede  questo  nome  alla  sua  eroina  e 
alla  sua  opera,  a  cagione  di  Virginia  sua  sposa,  che  portava  il  nome  di 
Florinda  nella  compagnia  di  cui  essi  erano  capi. 

—  Lo  sfortunato  poeta,  Rime  di  Gio.  Batta  Andreini  ec. 
In  Milano,  per  Girolamo  Bordoni,  e  Pietro  Martire  Locar- 
ne 1606,  in  8.o 

Sono  tre  canti  in  ottava  rima  :  ma  questo  non  fu  che  un  saggio,  da  lui  ac- 
cresciuto e  di  nuovo  dato  alla  luce  col  titolo  «  V  Olivastro,  ovvero  il  Poeta 
sfortunato. 

—  La  Maddalena,  Poema  di  Gio.  Batta  Andreini  ec.  In 
Venezia,  1610,  in  16.° 

È  diviso  in  tre  canti,  e  fu  dall'  Allacci  nella  sua  Drammaturgia  posto  tra 
le  cose  rappresentative,  ma  esso  è  un  vero  e  proprio  poema.  La  Maddalena 


—  40  — 
fu  ristampata  in  Firenze    presso  gli  eredi  di  Stefano    Marcscotti   nel  4612, 
in  4.°  ;  —  e  in  Praga,  per  Sigismondo  Leva,  1628,  pure  in  12.° 

—  Lo  Schiavetto,  Commedia,  Milano,  1612,  per  Pandolfo- 
Malatesta,  in  8.° 

La  Commedia  è  in  prosa  :  il  prologo  però  non  è  dell'  Andreini  ma  d'  incerto 
autore.  Fu  riprodotta  in  Venezia  nel  1620,  per  Gio.  Batta  Ciotti,  in  8.° 

■ —  L'  Adamo,  Sacra  Rappresentazione  di  Gio.  Batta  An- 
dreini. Alla  Maestà  Cbrist.  di  Maria  De  Medici,  con  privi- 
legio, ad  istanza  di  Geronimo  Bordoni  libraro  in  Milano. 
1613,  in  4.o 

Car.  14,  non  num.  e  pagg.  177.  Il  ritratto  dell'  autore,  le  figure  ad  ogni 
scena,  e  tutti  gli  altri  rami  che  adornano  questa  bella  edizione,  furono  di- 
segnati dal  celebre  Procaccini,  pittor  bolognese,  ed  incisi  da  Cesare  Bassa- 
ni.  Quest'  opera  è  la  più  celebre  e  la  più  ricercata  del  nostro  autore.  Pre- 
tendesi  che  Milton,  viaggiando  per  l'Italia  la  vedesse  rappresentare,  e 
togliesse  da  quello  spettacolo  1'  idea  del  suo  Paradiso  perduto.  (  V.  Mazzu- 
chelli,  scrittori  d'Italia,  tom.  1.  par.  II.  pag.  708).  Ma  questo,  dice  il  Gin- 
guenè,  è  fare  troppo  onore  a  quell'opera  ;  oltreché,  come  osserva  il  conte 
Carli  (Op.  tom.  17.  pag.  42)  il  Milton,  nato  nei  1608,  non  potè  assistere  a 
quest'  opera,  stampata  nel  16Io,  e  rappresentata  certamente  qualche  anno 
innanzi.  È  certo  però,  scrive  il  Tiraboschi  (Stor.  della  Lett.  Ital.  Tom.  XIII, 
pag.  496)  che  sebbene  V  Adamo  dell'  Andreini  sia  in  confronto  del  Paradiso 
perduto  ciò  che  è  il  poema  di  Ennio  in  confronto  a  quel  di  Virgilio,  non- 
dimeno non  può  negarsi  che  le  idee  gigantesche  delle  quali  1'  autore  in- 
glese ha  abbellito  il  suo  poema,  di  Satana  che  entra  nel  Paradiso  terrestre 
e  arde  d'  invidia  al  vedere  la  felicità  dell'  uomo  ;  del  Congresso  dei  demoni  ; 
della  battaglia  degli  angioli  contro  Lucifero  ;  e  più  altre  somiglianti  imma- 
gini veggonsi  neir  Adamo  adombrate  per  modo,  che  sembra  molto  credibile 
che  anche  il  Milton  dall'immondezze,  se  è  lecito  dire,  dell' Andreini,  rac- 
cogliesse 1'  oro  di  cui  ornò  il  suo  poema.  Nondimeno  la  curiosità  degli  In- 
glesi ha  fatto  passare  nell'  isola  loro  il  maggior  numero  degli  esemplari 
dell'  Adamo,  sicché  son  divenuti  rarissimi  e  carissimi   sul  continente. 

Di  questo  dramma  vedasi  1'  analisi  che  ne  fece  con  esattezza  e  con  inge- 
gno il  Conte  Galcani  Napione  di  Cocconato  nella  sua  opera  «  Dell'  uso  e  dei 
pregi  della  Lingua  Italiana,  tomo  2.°  pag.  274. 

—  Lo  stesso,  Venezia,  1617,  in  4.° 

Edizione  in  tutto  simile  alla  precedente,  e  diversa  solo  nel  frontespizio, 
che  fu  impresso  di  nuovo.  Di  quest'  opera  evvi  pure  una  ristampa  fatta  in 
Perugia  nel  1614,  in  12°  ;  un'  altra  più  recente  fatta  in  Lugano  nel  1854,  ed 
altre.  Trovasi  pure  in  ime  all'  opera  di  Filippo  Scolari  intitolata  —  Saggio 
di  critica  sul  Paradiso  Perduto  poema  di  Milton,  Venezia,  1818,  in  8.° 


-  li  — 

—  La  Maddalena  lasciva  e  penitente,  azione  drammatica  e 
divota.  Mantova,  1617,  in  4.» 

È  dedicata  al  Conte  Paolo  Bolognini  con  lettera  del  17  Agosto  1617.  Questo 
dramma  sia  pel  soggetto,  sia  pei  personaggi  che  v'  intervengono  co- 
me pel  disegno  e  per  la  condotta,  è  forse  più  singolare  dell'  altra  opera 
1'  Adamo.  Fu  riprodotta  in  Milano  nel  1620,  in  8.°,  e  parimente  in  Milano 
per  Gio.  Batta  e  Fratelli  Malatesta.  senz'  anno  (ma  1652)   in  8.° 

—  La  Turca,  Commedia  Boschereccia  e  marittima  ec.  Man- 
tova, nella  Stamperia  Ducale,  1618,  in  8.° 

È  dedicata  dallo  Stampatore  al  Sig.  Fulvio  Gambaloita.  Fu  riprodotta  nel  1620 
in  Venezia,  appresso  Paolo  Guerigli,,  in  8.°  colla  dedica  al  Sig.  Vincenzo 
Grimani  potestà  di  Vicenza  ;  la  dedicatoria  porta,  certo  per  errore,  la  data 
del  1616,  anziché  del  1619. 

—  La  Yenetiana,  Comedia  di  Sier  Cocalin  dei  Cocalini  da 
Torzelo,  Academico  Vizilante  dito  el  Dormioto.  Venetia,  ap- 
presso Alessandro  Polo,  1619,  in  8.° 

È  in  dialetto  veneziano.  L'Allacci  (Drammaturgia,  Roma,  1666)  fu  il  primo 
ad  attribuire  a  Gio.  Batta  Andreini  la  presente  Commedia  impressa  col  nome 
di  Cocalin  dei  Cocalini  :  ma  il  Gamba  (Serie  degli  Scrittori  impressi  in  dia- 
letto veneziano,  pag.  108)  vedendo  che  in  questa  Commedia  il  dialetto  Ve- 
neziano è  sempre  vivo  ed  esatto,  dubita  che  appartenga  piuttosto  a  France- 
sco Andreini.  Il  Cicogna  (Iscriz.  Venete,,  tomo  IV.  pag.  157.)  fa  però  le  mede- 
sime difficoltà  riguardo  a  Francesco,  e  propende  a  crederlo  fattura  di  qualche 
veneziano  o  padovano  scrittore  vernacolo  di  quei  tempi.  Il  Melzi  (Dizion.  di 
Op.  anom.  e  pseud.  )  non  porta  maggior  luce  su  questo  argomento. 

—  11  Lelio  Bandito,  Tragicommedia  Boschereccia,  Milano, 
per  Gio.  Batta.  Bidelli.  1620,  in  8.0 

È  dedicata  al  Sig.  Francesco  Nerli  ambasciatore  in  Milano  per  il  Duca  di 
Mantova.  Il  prologo  non  è  dell'  Andreini,  ma  lavoro  di  Paolo  Fabri.  Fu  ri- 
prodotta in  Venezia  per  il  Combi,  1'  anno  1624,  in  12.° 

—  Li  Duo  Lelii  Simili,  Comedia  ec  Parigi,  1622,  in  8.° 

Carte  5  in  princ.  senza  num.  e  pag.  154.  È  dedicata  al  Duca  di  Nemours, 
La  Commedia  in  prosa  è  una  imitazione  dei  Menechmi  di  Plauto. 

—  La  Centaura,  suggetto  diviso  in  Commedia  Pastorale  e 
Tragedia  di  Gio.  Batta  Andreini,  Alla  Christianiss.  Regina 
Madre  Maria  De  Medici  dedicata.  In  Parigi,  appresso  Ni- 
colas De  la  Vigna,  1622,  in  8.° 

Carte  24  in  principio  senza  num.  pag.  157,  ed  altre  carte  10  in  fine  non 
num.  di  cui  1'  ultima  bianca.  Vi  stanno  innanzi  varie  poesie    latine  e  fran- 


-  12  — 

cesi  in  lode  dell'  autore,  ed  un  lungo  discorso  di  questi  al  lettore,  nel  quale 
dà  ragione  del  suo  lavoro,  che  è  abbastanza  stravagante,  come  l'annunzia 
anche  il  titolo.  Fu  ristampata  in  Venezia,  appresso  Salvatore  Sonzonio, 
nel  1633,  in  8.° 

—  La  Ferinda,  Comedia  ec.  Parigi,  1622,  in  8.0 

È  in  versi  martelliani,  ed  è  dedicata  al  Duca  d'  Alva  Pari  di  Francia.  Nelle 
due  ultime  carte  si  contiene  la  parte  di  Guerindo,  personaggio  della  Commedia, 
tradotta  in  spagnolo  dal  medesimo  Andreini,  pel  caso,  com'egli  dice,  che 
quest'  operetta  meritasse  d'  esser  posta  in  musica. 

—  La  Sultana,  Comedia  ec.  In  Parigi,  appresso  Nicolas 
De  la  Vigna,  1622  in  8.0 

Carte  4.  in  princ.  non  nurn.  pag.  186,  e  e.  7  in  fine  senza  numerazione. 
La  Commedia  è  in  quattro  atti,  in  prosa,  ed  è  dedicata  a  Monsieur  Le 
Grand. 

—  Amor  nello  Specchio,  Comedia  ec.  Parigi;  per  Nicolas 
De  la  Vigna,  1622,  in  12.° 

Carte  A  in  principio  senza  num.  e  pag.  158.  È  dedicata  al  Barone  Bassom- 
pierre. 

—  La  Tecla  Vergine  e  Martire,  Poema  Sacro  ec.  In 
Venetia,  appresso  Paolo  Guerigli,  1623,  in  12.° 

Carte  8  non  num.  e  pag.  248.  È  dedicato  a  Benedetto  Cittadini,  al  quale 
V  autore  avealo  già  offerto  manoscritto,  ed  ha  innanzi  varie  poesie  in  lode 
dell'autore.  Il  poema  è  in  sette  Canti,  con  gli  argomenti  ai  ogni  canto. 
Fu  riprodotto  in  Venezia,  appresso  il  Guerigli,  nel  1628,  colla  forma  di  12.° 

—  La  Dne  Comedie  in  Comedia.  In  Venetia,  presso  Ghe- 
rardo e  Giuseppe  Imberti,  1623,  in  12° 

Dedicata  al  March.  Niccolò  Estense  Tassoni.  L'  Allacci  registrando  questo  la- 
voro nella  sua  Drammaturgìa,  lo  pone  sotto  la  data  del  1625,  ma  egli  è  un 
manifesto  errore,  dovendo  essere  il  1623. 

—  Lo  Specchio,  Composizione  Sacra  e  Poetica  nella  quale 
si  rappresenta  al  vivo  1'  imagine  della  Comedia  quanto 
vaga  o  deforme  sia  allor  che  da  Comici  virtuosi  o 
viziosi  rappresentata  viene  ec.  In  Parigi,  per  Niccolao 
Callemont,  1625,  in  8.° 

Dedicata  al  Duca  di  Nemours.  Scrisse  1'  Andreini  questa  e  le  due  seguenti 
operette  onde  ribattere  le  ingiuste  accuse  date  in  quei  tempi  ai  Comici,  sen- 
za distinguere  i  buoni  dai  cattivi,  né  le  commedie  istruttive  dalle  per- 
niciose ;  e  così  tutto  in  un  fascio  laceravasi  1'  arte  insieme  co'  suoi  seguaci. 


—  (3  — 

—  La  Ferza  contro  le  accuse  date  alla  Comedia  ed  a'  Pro- 
fessori di  lei.  In  Parigi,  per  Nicolao  Callemont,  1625,  in  8.0 

È  dedicata  al  Sig.  Marco  Antonio  Morosini  Ambasciatore  per  la  Repubblica 
di  Venezia  al  Cristianiss.  Luigi  XIII.  Un  terzo  ragionamento  erasi  proposto 
F  autore  di  pubblicare,  e  doveva  essere  intitolato  V  Applauso,  quasi  a  dimo- 
strare come  F  applauso  sia  il  proprio  trionfo  della  Commedia  ;  poi  cambiato 
pensiero  die  fuori  invece  quest'  altra  operetta  : 

—  Teatro  Celeste  nel  quale  si  rappresenta  come  la  divina 
bontà  abbia  chiamato  al  grado  di  beatitudine  e  di  santità 
Comici  penitenti  e  martiri,  con  un  poetico  esordio  a'  sce- 
nici professori  di  far  1'  arte  virtuosamente  ec.  In  Parigi, 
per  Nicolao  Callemont,  1625,  in  4.° 

Questo  lavoro  dell'  Andreini  è  tutto  poetico,  poiché  si  compone  di  altret- 
tanti sonetti  in  lode  di  Comici  santi  e  penitenti.  È  dedicato  al  celebre 
Cardinale  Di  Richelieu. 

—  La  Campanaccia,  Comedia  ec.  In  Venetia,  per  Angiolo 
Salvadori,  1627,  in  12.° 

—  Il  Penitente  alla  Santissima  Vergine  del  Rosario.  In 
Bologna,  per  Clemente  Ferroni.  1631,  in  4.° 

Dedicato  al  Conte  Gio.  Niccolò  Tanara.  É  un  componimento  in  ottava  rima, 
composta  di  105  stanze,  e  dall'  autore  scritto  nelF  occasione  della  pestilenza 
che  nel  1630  afflisse  la  città  di  Bologna,  dov'  egli  si  trovava  allora  colla 
sua  compagnia.  Vi  si  allude  al  gastigo,  e  al  voto  fatto  dalla  città  risanata 
per  grazia  di  Maria  Vergine. 

—  La  Rosella,  Tragicommedia  Boschereccia.  In  Bologna, 
per  Francesco  Ferroni,  1632,  in  8.° 

È  dedicata  al  Senerissimo  Sig.  Duca  di  Modena.  Esaurita  F  edizione  che  era 
stata  fatta  in  più  di  dugento  esemplari,  fu  ristampata  nel  medesimo  anno 
in  Bologna,  per  Clemente  Ferroni,  in  12.° 

—  I  Due  Baci,  Commedia.  In  Bologna,  1634,  per  Giacomo 
Monti  e  Carlo  Zenero,  in  8.° 

Fu  ristampata,  ivi,  nel  1658,  in  12.° 

—  L'  Arno  Festeggiante,  Prosa  Drammatica  a;  Senerissi- 
mi  Sposi  Ferdinando  II,  Granduca  di  Toscana,  e  Vittoria 
Della  Rovere.  In  Firenze,  1636,  in  4.° 

È  un  rarissimo  Opuscolo,  non  ricordato  uè  dal  Mazzuchelli,  né  da  altri  sto- 
rici della  nostra  letteratura. 


-_  U  — 

—  La  Rosa,  Commedia  Boschereccia.  In  Pavia,  per  Gio. 
Andrea  Magni,  1638,  in  1.2.° 

Dedicata  a  Don  Diego  Filipez  Gutzman  Governatore  dello  Stato  di  Milano. 
La  Commedia  è  in  prosa,  ma  in  fine  vi  si  trova  una  graziosa  e  breve  can- 
zonetta, da  cantarsi  da  un  coro  di  amorini  portanti  rose. 

—  Ismenia,  opera  reale  e  pastorale.  In  Bologna,  per  Nic- 
colo Tebaldini,  1639,  in  8.° 

È  in  versi,  ed  è  dedicata  a  Mons.  Gio.  Batta  Gori  Panellini,  Vice  Legato  di 
Bologna. 

■ — ■  L'  Olivastro  ovvero  il  Poeta  Sfortunato,  poema  fantasti- 
co, In  Bologna,  per  Niccolò  Tebaldini,  1642,  in  4.° 

Ha  innanzi  molti  Componimenti  poetici  in  lode  dell'  autore.  Il  poema,  de- 
dicato a  Ferdinando  III  Grand,  di  Toscana,  è  diviso  in  25  canti,  e  contiene 
la  vita  intiera  e  le  avventure  talora  tristi  e  talora  ridicole  di  uno  sven- 
turato poeta  :  lavoro  abbastanza  noioso,  dove  né  le  avventure  tristi  com- 
muovono, né  le  ridicole  fanno  ridere. 

—  Cristo  Sofferente,  Meditazioni  in  versi  sopra  i  punti 
principali  della  Passione  di  Cristo.  In  Firenze,  per  Dome- 
nico Giraffi,  1651,  in  4.° 

Del  nostro  autore  si  hanno  pure  alcuni  prologhi,  che  egli  compose  per  ser- 
vire d'  introduzione  a  diverse  sue  commedie  :  uno  in  lode  del  Cristianissi- 
mo Luigi  XIII.  {Torino,  1625,  in  8.°)  :  1'  altro  intitolalo  L' Inchino,  (Parigi, 
1625,  in  8°),  ambedue  diventati  ora  rarissimi. 

Gio.  Battista  Andreini  figlio  di  Francesco  Andreini  pistoiese  nacque  in 
Firenze  nel  1579,  Passò  i  suoi  anni  giovanili  in  Bologna,  dove  attese  agli 
studi,  ed  in  appresso  entrò  a  far  parte  della  Compagnia  di  Comici  diretta 
da  Flaminio  Scala,  nella  quale  erano  pure  i  di  lui  genitori.  Rappresentò  le 
parti  di  amante  sotto  il  nome  di  Lelio,  e  fu  molto  applaudito  in  Francia 
sotto  Luigi  XIII,  il  quale,  secondo  1'  espressione  del  Riccoboni  nella  sua 
Storia  del  Teatro  Italiano,  lo  favoreggiò  della  sua  stima.  Morì  in  Mantova 
intorno  al  165i. 

Andreini  Pietro  Paolo. 

Scritti  Vari. 

Così  li  ricorda  il  P.  Zaccaria  nella  Bib.  Pistor.  «  Multa  ingenii  sui  monumenta 
reliquit,  praesertim  vero  carmina  aliquot  hetrusca,  et  theologicas  lucubra- 
tiones.  De  re  quoque  historica  scripsit.  » 

Quest'  Andreini  appartenne  all'  Ordine  dei  Frati  Vallombrosani,  e  morì 
nel  Convento  di  queltla  religione  a  Pavia. 


—  45  — 

Angelico  Fr.  da  Pistoia. 

Nome  che  aveva  nell'  ordine  dei  Min.  Osserv.  il  P.  Angelico  Marini.  V. 
Marini  P.  Angelico. 

Allonimo  Pistoiese. 

Sotto  questo  titolo  alcuni  bibliografi  registrano  le  Scorie  Pistoiesi,  stampate 
la  prima  volta  in  Firenze  dai  Giunti  P  anno  1578.  Vedi  a  Scorie  Pistoiesi. 

Aiitonelli  P,  Giovanni. 

Elogio  Funebre  consacrato  alla  Memoria  del  Padre  Stani- 
slao Gatteschi  delle  S.  P.  dal  suo  confratello  Giovanni  An- 
tonella Firenze  1849,  co'  Tipi  Calasanziani,  in  8.0 

Pagg.  24.  Le  pagg.  19,  20  e  24  contengono  alcune  epigrafi  in  lode  del  P. 
Gatteschi  scritte  da  Geremia  Barsottini  dello  stesso  religioso  Istituto. 

—  Sulle  Strade  Ferrate  da  Firenze  al  Lago  Trasimeno  per 
Arezzo  e  da  Siena  al  Lago  Medesimo.  Parere  di  Gio.  An- 
tonella Firenze,  Tip.  Calasanziana,  1851,  in  8.° 

Pag.  b'2.  L'  autore  preferì  la  linea  d'  Arezzo  al  pigliare  da  Siena  per  arri- 
vare al  Lago  medesimo.  Ciò  non  andò  ai  versi  del  Prof.  F.  Corbani  di  Sie- 
na, il  quale  con  ciancie  ingiuriose,  più  che  con  valide  ragioni,  gli  si  scagliò 
contro  col  suo  opuscolo  «  Del  proseguimento  della  Via  Ferrata  centrale  da 
Siena  al  Lago  Trasimeno,  due  parole  in  replica  all'  opuscolo  del  Prof.  Gio. 
Antonelli.  del  Prof.  F.  Corbani^  Siena,  1851.  A  questo  il  nostro  autore  ri- 
spose col  seguente  lavoro  : 

—  Sulle  Strade  Ferrate  Aretina  e  Senese,  Lettera  di  ri- 
sposta di  Gio.  Antonelli  al  P,  F.  Corbani  di  Siena.  Firen- 
ze, 1851,  in  8.° 

Pag.  104.  Con  questo  scritto  risponde  vittoriosamente  al  Prof.  Corbani,  di- 
mostrando ehe  per  Siena  non  militava  se  non  1'  essersi  da  quella  parte 
avviato  un  lavoro  per  cui  si  risparmiava  parte  di  spesa;  ma  che  tale  rispar- 
mio, e  il  peculiare  vantaggio  di  una  città  non  bastavano  a  consigliare  il 
giro  delle  crete  senesi,  quando  la  dirittura  aretina  allacciava  paesi  impor- 
tanti, e  dalla  parte  di  Firenze  e  dalla  parte  di  Roma  ;  che  Siena,  del  resto, 
poteva  con  maggiore  utile  proprio,  sebbene  indiretto,  partecipare  dei  co- 
muni vantaggi,  tendendo  al  tronco  aretino  un  ramo  di  strada  suo  proprio  ; 
e  questo  parere  nell'  esecuzione  fu  poi  quasi  del  tutto  eseguito. 

—  Di  una  Strada  Ferrata  da  Lucca  a  Modena  per  le  Valli 
di  Serchio  e  di  Secchia,  rapporto  ec.  Firenze,  Tip.  Calas- 
anziana, 1851  in  8.° 

Page.  16. 


—  16  — 

—  Di  una  Strada  Ferrata  da  Lucca  a  Reggio  di  Modena 
per  le  Valli  di  Serchio  e  di  Secchia,  rapporto  secondo.  Fi- 
renze, Tip.  Calasanziana,  1852,  in  8.° 

Pagg.  22. 

—  Di  una  Strada  Ferrata  centrale  trasversale  italiana, 
Rapporto  del  Prof.  Gio.  Antonella  S.  Sepolcro,  1853  , 
in  8.° 

Pagg.  16. 

—  Sopra  un  Nuovo  Genere  di  Osservazioni  Meteorologi- 
che, Nota. 

Trovasi  nella  Continuazione  degli  Atti  della  R.  Accademia  E  con.  Agr,  dei 
Georgofili,  Nuova  Serie.  Voi.  1  anno  1833,  pag.  377  e  seg.  e  fu  letto 
all'Accademia  stessa  nell'Adunanza  ordinaria  del  dì  8  Gennaio  1854.  Fu 
poi  ristampato  nella  raccolta  »  Dì  alcuni  studi  speciali  riguardanti  la  Me- 
teorologia, la  Geometria,  le  Geodesia,  e  la  Divina  Commedia  per  Gio.  Anto- 
nelli.  Firenze  Tip.  Calasanziana,  1871,  in  8°  :  ed  in  questa  raccolta  lo 
scritto  medesimo  è  intitolato  »  Di  un  Nuovo  Genere  di  Osservazioni  Mete- 
orologiche, ed  è  preceduto  da  un'  avvertenza,  e  seguito  da  un  Appendice. 

—  Sulla  Vita  e  sulle  Opere  di  Giovanni  Inghirami,  Me- 
morie Storiche  dedicate  a  S.  Eccellenza  il  Conte  Guido 
Alherto  della  Gherardesca  ec.  Firenze,  Tip.  Calas.  1854, 
in  8.0 

Pagg.  238.  Edizione  adorna  del  ritratto  del  P.  Inghirami 

- —  Di  nn  nuovo  modo  di  trattare  il  calcolo  differenziale 
col  principio  infinitesimale,  Memoria  ec.  Firenze  co'  Tipi 
Calas.  1855,  in  8.o 

Pagg.  224. 

—  Rapporto  intorno  ai  Termometrografi  del  Sig  Giustino 
Paggi. 

Sta  nella  Continuazione  degli  Alti  della  R.  Accad,  dei  Georgofili,  Nuova 
Ser.  Voi.  Secondo,  Firenze,  1855,  pag.  509  e  seg.  Fu  letto  nell'  adunanza 
del  5  Aprile  1855,  e  nel  suddetto  Voi.  porta  la  firma  di  Emilio  Bechi  e 
di  Gio,  Antonelli. 


—  M  — 

—  Corso  Elementare  di  Matematiche  Pure  ad  uso  delle 
Scuole  Pie.  Firenze,  co'  Tipi  Calas.  1856-1858,  in  8,  Voi.  2. 

Pagg.  312  e  12  tavole  :  —  592,  e  7  tavple.  Il  primo  volume  contiene  V  aritme- 
tica, V  algebra,  e  la  geometria:  il  secondo  F  algebra  e  la  geometria  supcriore. 
Rilevasi  dal  proemio  posto  innanzi  al  primo  volume,  e  intitolato  «avvertenza» 
che  F  Antonelli  fece  questo  lavoro  in  unione  del  suo  collega  ed  amico  P. 
Eugenio  Barsanti  D.  S.  P. 

—  Delle  vere  condizioni  degli  andamenti  per  via  ferrata 
da  Firenze  a  Ravenna  per  Faenza  e  per  Forlì,  Memoria 
ec.  Firenze,  Febbraio  1861,  Tip.  Calas.  in  8.« 

Pagg.  92  num.  con  una  carta  topogr.  Di  questo  lavoro  fu  fatta  nel  medesi- 
mo anno  una  seconda  edizione,  che  riuscì  in  tutto  simile  alla  presente 
eccettuato  nel  frontespizio  ove  leggesi  «  Maggio  4861  »  a  differenza  della 
prima  che  portava  «  Febbraio  1861.  » 

—  Delle  vere  condizioni  degli  andamenti  per  via  ferrata 
da  Firenze  a  Ravenna  per  Faenza  e  per  Forlì,  Relazione 
ec.  Firenze,  Tip.  Calas.  1861,  in  8." 

Pagg.  48  ed  una  tavola.  L'  opuscolo  è  diretto  alla  Commissione  incaricata  di 
proporre  la  scelta  di  uno  fra  quelli  ed  altri  analoghi  andamenti  di  ferrovie. 

—  Teoria  analitica  elementare  dei  Barometri  areometrici 
a  mercurio. 

Fu  dapprima  pubblicata  nel  Giornale  il  Nuovo  Cimento  di  Pisa,  tom.  16, 
anno  1862.  pag.  264  e  seg.  Il  lavoro  stesso  travasi  pure  in  un  opuscolo 
intitolato  II  Barometro  areometrico  a  bilancia  della  Loggia  deW  Orgagna  in 
Firenze,  relazione  del  P.  Filippo  Cecchi,  e  Teoria  analitica  elementare  dei  Ba- 
rometri areometrici  a  mercurio  per  Gio.  Antonelli.  Firenze  Tip.  Mariani,  1862. 

—  Vita  dell'  ammirabile  Verg.  e  Mart.  S.  Cristina  in 
forma  di  sacra  Novena  per  prepararsi  piamente  alla  festi- 
vità della  Beata  medesima.  Firenze,  Tip.  Calas.  1862  in  8.° 

Paggi  16. 

—  Del  migliore  andamento  per  via  ferrata  da  Firenze  alla 
bassa  Romagna,  e  dei  rapporti  del  medesimo  con  la  più 
breve  ferrovia  trasversale  e  longitudinale  centrale  italia- 
na. Memoria  ec.  Firenze,  Tip.  Calas.  1863,  in  8.° 

Pagg.  66. 

> —  Lettera  agli  onorevoli  rappresentanti  dei  Municipi  e 
delle  Deputazioni  aventi  causa  nel  Padule  di  Fucecchio,  e 
nel  Circondario  d'  imposizione  del  medesimo. 

Capponi,  Bibliogr.  Pisi.  2. 


—  18  — 

Trovasi  a  pag.  109.  e  seg.  della  raccolta  intitolala  «  Repliche  ai  reclami  e 
documenti  sul  progetto  idraulico  ed  economico  per  la  bonificazione  della  palu- 
de di  Fucecchio.  Firenze,  Tip.  Barbèra,  1864.  La  lettera  ha  la  data  de  123 
Agosto  1864. 

—  Rapporto  della  Commissione  sugli  studi  economici  rela- 
tivi al  Bonificamento  del  Padule  di  Fucecchio. 

È  contenuto  nella  suddetta  raccolta  Repliche  ai  reclami  ce.  pag.  117  e  seg. 

—  Un  pensiero  filiale  sulla  Concezione  immacolata  di  Ma- 
ria Vergine  Madre  di  Dio  rispettosamente  offerto  al  Som- 
mo Pontefice  Pio  IX  in  argomento  di  divozione  particolare 
e  di  perfetta  adesione  alla  Santa  Sede  ec,  Firenze,  Tip. 
Calas.  1864,  in  8.0 

Pagg.  U. 

—  Accenni  alle  dottrine  Astronomiche  della  Divina  Com- 
media, Discorso. 

Trovasi  nella  Raccolta  intitolata  «  Dante  e  il  suo  secolo.  Firenze.  1865,  in  i.° 
È  ristampata  anche  nel  seguente  Opuscolo: 

—  Sulle  dottrine  Astronomiche  della  Divina  Commedia. 
Firenze,  Tip.  Calas.  1865,  in  8.Q 

Pagg.  96.  Fu  pubblicato  in  occasione  del  Sesto  Centenario  di  Dante,  con 
lettera  dedicatoria  al  March.  Bardo  Corsi-Snhiati.  Oltre  il  Discorso  sopra 
citato  «Accenni  alle  Dottrine  Astronomiche  ce.  »  contiene  un  ragionamento 
intorno  ai  primi  12  versi  del  Canto  IX  del  Purgatorio,  col  quale  V  autore 
vuol  dimostrare  che  Dante  proponendosi  con  quelle  quattro  terzine  d'  indi- 
care 1'  ora,  nella  quale  fu  preso  dal  sonno  al  termine  della  prima  giornata 
del  Purgatorio,  intese  descrivere  1'  alba  che  precede  il  sorgere  della  luna, 
e  non  1'  aurora  solare. 

—  Poche  parole  intorno  allo  studio  della  Storia  Naturale 
dette  il  26  Novembre  1866  in  occasione  dell'  apertura 
delle  relative  lezioni  ec.  Firenze,  Tip.  Calas.  1866,  in  8.° 

Pagg.  16.  Ha  lettera  dedicatoria  ai  giovani  dell'  istituto  D.  S.  P.  in  data  o 
Dicembre  1866. 

■ —  Illustrazioni  alla  Divina  Commedia. 

Stanno  nella  «  Commedia  di  Dante  Alighieri  con  ragionamenti  e  note  di  IV. 
Tommaseo,  Milano,  Pagnoni,  1865.  Voi.  Z,  in  i.°.  Tali  illustrazioni  hanno  i 
seguenti  titoli  :  —  1.  La  statura  di  Lucifero  e  la  caduta,  Osservazioni.  In- 
ferno. XXXIV,  Col.  515-514.  —  2.  Intorno  all'  anno  del  viaggio  poetico  di 
Dante,  osservazioni  astronomiche.  Inf.  XXXIV.  col  525-538.  —  3.  Osserva- 
zioni sul  verso  e  Al  cerchio  che  più  tardi  in  cielo  è  torto»  Purg.  col  194-195 


—  19  — 

4.  Osservazioni  relative  ai  versi  18,  51,  54,  45,  95  del  Canto  XIV  del  Pur- 
gatorio col.  237-260.  —  8.  Osservazioni  relative  ai  versi  1,  7,  16-21,  69,  75, 
159  del  Canto  XV  del  Purg.  col.  237-260.  —  6.  Osservazioni  alla  terzina 
26  del  Canto  XVIII  del  Purg.  col  511-512.  —  7.  Osservazioni  relative  ai 
versi  4,  7-9,  22-2-4  del  Canto  XXVI  del  Purg.  col.  465-466.  —  8.  Conside- 
razioni relative  al  verso  1  del  Canto  XXVII  del  Purg.  col.  485-484.  —  9.  Os- 
servazioni alla  terzina  55  del  Canto  XXXIII  del  Purg.  col.  605-606.  —  10. 
Annotazioni  astronomiche  relative  ai  versi  1-9,  15-18,  54-55,  del  Canto  II 
del  Purg.  —  16,  25-27,  29-50,  90  del  Canto  III.  —  15-16,  41-42,  56-57,  156-158 
del  Canto  IV.  —  51  del  Canto  VI  —  45-85,  del  Canto  VII  —  1,  86,  89-92, 
152-154,  del  Canto  VIII  —  1-9,  50,  44,  52  del  Canto  IX  —  14-15,  del  Can- 
io X.  —  11.  Dimensioni  della  Montagna  del  Purgatorio  secondo  gli  accenni 
della  Divina  Commedia,  Considerazioni  :  Purg.  col.  625-640  —  12.  Osserva- 
zioni relative  ai  versi  21,  50,  52,  54,  49  del  Canto  II  del  Parad.  col  47-50. 
15.  Osservazioni  retative  alle  terzine  28,  50,  40  del  Canto  IX  del  Paradiso, 
col.  177-180.  —  14.  Osservazioni  relative  alle  terzine  1-7,  10-12,  25  del 
Canto  IX  del  Purg.  col.  199-204.  —  15.  Osservazioni  relative  alle  terzine 
1,  18,  24,  29,  55,  54,  58.  del  Canto  XIV  del  Purg.  col.  275-280.  —  16.  Os- 
servazioni relative  alle  terzine  15,  28  del  Canto  XVI.  col  525-  528.  —  17. 
Osservazioni  relative  alla  terzina  25  del  Canto  XVIII  col.  565-564.  — 
18.  Osservazioni  relative  al  Pianeta  Saturno.  Parad.  col.  421-422.  —  19.  Os- 
servazioni relative  ai  Pianeti  Urano  e  Nettuno,  ed  al  Canto  XX  col.  445- 
448.  —  20.  Osservazioni  relative  alla  terzina  27  del  Canto  XXVII  col.  549- 
550.  —  21.  Osservazioni  relative  al  Canto  XXX,  col.  609-612.  —  22.  Osser- 
vazioni relative  alla  terzina  25  del  Canto  XXXI  col.  651-652. 
Questi  scritti,  eccettuato  quello  segnato  di  n.  5,  si  trovano  anche  nella  ri- 
stampa della  Divina  Commedia  fatta  nel  1869  col  titolo  «  Commedia  di  Dante 
Alighieri  con  ragionamenti  e  note  di  Niccolò  Tommaseo.  Milano  Pagnoni. 
1869,  in  4.  Voi.  5. 

—  Nota  dei  P.  P.  Cecchi  e  Antonelli  D.  S.  P.  in  appen- 
dice alla  teoria  analitica  dei  Barometri  areometrici,  pubbli- 
cata dai  P.  P.  medesimi  V  anno  1862.  Firenze,  Tip.  Ca- 
lasi (1867),  in  8. 

Pagg.  8. 

—  Sui  Barometri  Statici  areometrici  relativamente  agli  ef- 
fetti delle  variazioni  di  temperatura,  studi  analitici  ec.  Fi- 
renze, Tip.  Calasanziana,  1867,  in  8.<> 

Pagg.  48. 

—  Di  due  quesiti  d'  annualità,  nota  algebrica.  Firenze, 
Tip.  Calasanziana,  1867,  in  8.° 

Pagg.  20. 


—  20  — 

—  Sulla  Legge  di  universale  rotazione  per  Luigi  Barbèra, 
Lettera  di  Gio.  Antonelli,  Firenze,  Tip.  Calas.  1867,  in  8.° 

Pagg.  20.  Questa  lettera  è  relativa  all'Opuscolo  «Della  legge  di  universale 
rotazione,  e  della  unità  del  sistema  del  mondo  per  Luigi  Barbèra.  Napo- 
li, 1867,  in" 8.°  » 

—  Sulle  condizioni  del  Lago  di  Orbetello  dall'  anno  1859 
all'  anno  1867,  Memoria.  Firenze,  Tip.  Calas.  1870,  in  8.» 

Pagg.  58. 

—  Il  Lago  di  Orbetello,  Memoria  seconda.  Firenze,  Tip. 
Calasanziana,  1870,  in  8.<> 

Pagg.  132. 

—  Cenni  biografici  di  Irene  Rossi  figlia  di  Maria  del  po- 
polo di  S.  Michele  a  Rovezzano.  Firenze,  Tip.  Galletti, 
Romei  e  comp.  1870,  in  8. 

Pagg.  8.  Il  nome    dell'  Autore  rilevasi  dall'  ultima  pagina  che  porta  in  fine 
le  iniziali  G.  A. 

—  Di  alcuni  studi  speciali  riguardanti  la  Meteorologia,  la 
Geometria,  la  Geodesia  e  la  Divina  Commedia  per  Gio. 
Antonelli,  Firenze,  Tip.  Calasanziana,  1871,  in  8.° 

Pagg.  156.  Vi  si  contengono  questi  scritti  : 

Sopra  un  nuovo  genere  di  osservazioni  meteorologiche,  noia.  Questo  scritto 
era  già  stato  pubblicato,  come  di  sopra  abbiamo  detto,  negli  Atti  dell'  Acca- 
demia dei  Georgolili,  n.  serie,  tom.  1,  a.  1855. 

Saggio  ci'  Ideologia  geometrica.  L'  Antonelli  lesse  questo  suo  scritto  nell'  a- 
dunanza  del  10  Febbraio  1856,  della  R.  Accad.  dei  Georgolili  :  leggesi 
infatti  negli  Atti  dell'  Accademia  medesima  n.  Serie,  Voi.  5,  pag.  XVI  ; 
«  Vien  quindi  dietro  al  prof.  Passerini,  1'  altro  Socio  nostro  ordinario  P.  Gio. 
a  Antonelli  delle  Scuole  Pie,  leggendo  una  breve  nota  sopra  una  sua  nuova 
«  teoria  delle  Parallelle,  la  quale  si  fonda  sopra  V  idea  astratta  di  Direzione, 
«  rappresentata  per  eccellenza  dalla  linea  retta,  e  che  l'autore  considera 
«  come  abbastanza  semplice  ed  intuitiva,  per  servire  di  punto  di  partenza 
«  ad  una  teoria  geometrica.  » 

Sui  lavori  geodesici  neW  Italia  centrale,  Memoria  inedita. 

Anche  questa  memoria  fu  letta  all'  Accademia  dei  Georgofìli  nell'  adunanza 
del  9  Agosto  1868,  ed  è  così  citata  negli  Atti  della  med.  Accad.  n.  Serie, 
voi.  15,  pag.  XCIV. 

«  Il  socio  ordinario  prof.  Gio.  Antonelli  passa  in  rassegna  le  operazioni 
«  geodesiche  condotte  finora  nelle  diverse  parti  d'  Italia,  incominciando  da 
«  quelle  del  P.  Boscovich,  venendo  a  quelle  eseguite  dagli  ingegneri  francesi 
«  nel  1808,  a  quelle  condotte  dal  P.  Inghirami  e  dallo  stato  maggiore  au- 
«  striaco  ;  ravvicinando  in  tal  modo  la  istoria  di  quelle  operazioni,  all'  or- 
ci dinamento  dei  grandi  lavori  per  la  misura  del  meridiano,  ai  quali  son 
«  chiamati   a  prender  parte  i  nostri  astronomi.  » 


—   Ol- 
Di  alcuni  sludi  sulla  Divina   Commedia,  parere  sopra  due  nuove  chiose. 
Diede    occasione  a  questo  scritto  un  opuscolo    intitolato   «  Due  lettere  ni 

«  Chiariss.  prof.  David  Farabulini  intorno  due  versi  della  Divina  Commedia 

«  di  Fortunato  Lanci,  Roma,  4  866,  in  8.° 

Nuove  illustrazioni  sopra  alcuni  luoghi  dei  Paradiso. 
Xuove  illustrazioni  sopra  alcuni  luoghi  del  Purgatorio. 

—  Brevi  conferenze  sulla  Divinità  di  N.  S.  Gesù  Cristo 
dedicate  a  Mons.  Enrico  Bindi  già  Vescovo  di  Pistoia  e 
Prato  nella  occasione  del  suo  trasferimento  alla  sede  arci- 
vescovile di  Siena  ec.  Firenze,  Tip.  Calasanziana,  1871,  in  8° 

Pagg.  72. 

—  Discorso  in  lode  di  S.  Giuseppe  ec.  pubblicato  a  dimostra- 
zione di  gioia  per  V  esaltamento  dell1  Illustriss.  e  Revend. 
Can.  Dott.  Niccolò  Sozzifanti  alla  sede  vescovile  di  Pistoia  e 
Prato.  Firenze,  Tip.  Calasanziana,  1871,  in  8.° 

Pagg.  m  % 
■ —  Poche  parole  in  onore  di  S.  Andrea  Corsini  offerte  pubbli- 
camente ali1  Illustriss.  e  Reverend.    Mons.  Lorenzo   Fresco- 
baldi  nel  giorno  del  suo  solenne  ingresso  alla  cattedra  vesco- 
vile di  Fiesole.  Firenze,  Tip.  Calasanziana,  1871,  in  8.« 

Pagg.  30. 

—  Sull'  Importanza  della  Strada  Ferrata  romagnola,  prefe- 
rita da  Pontassieve  e  Faenza  pel  Mugello  e  Val  di  Lamo- 
ne,  in  rapporto  all'  agevolezza  e  alla  brevità,  tanto  come 
trasversale  da  mare  a  mare,  quanto  come  longitudinale 
dall'  alta  alla  bassa  Italia,  Memoria  letta  alla  R.  Accade- 
mia dei  Georgofìli  il  6  Luglio  1862. 

Manoscritto  inedito  di  pag.  20  nell'  Archivio  della  R.  Accademia  dei  Georgo- 
fìli. Di  questa  memoria  è  fatto  ricordo  anche  nella  Continuazione  degli  Atti 
della  medesima  Accademia  n.  serie,  Firenze,  1862>  ove  al  paragrafo  XLIII, 
si  legge.  «  Il  socio  ordinario  Cav.  prof.  Gio.  Antonelli  legge  una  Memoria 
sulla  importanza  di  una  via  ferrata  da  Firenze  a  Faenza,  in  rapporto  alle 
migliori  comunicazioni  tra  il  Mediterraneo  e  V  Adriatico  e  tra  1'  alta  e  la 
bassa  Italia.  Il  socio  Ing.  Francolini  propone  che  della  memoria  del  P.  An- 
tonelli sia  rimessa  copia  al  Ministero  dei  Lavori  pubblici  e  al  Municipio  di 
Firenze  ec.  » 

Giovanni  Antonelli  nacque  in  Candeglia,  villaggio  presso  Pistoia,  nei  10 
Gennaio  1818.  Fatti  i  primi  studi  in  patria,  a  16  anni  fu  ascritto  tra  i  Che- 
rici  Regolari  nel  Collegio  Caìasanziano  in  Firenze,  dove  ancor    giovanissimo 


—  n  — 

professò  P  insegnamento  delle  matematiche,  e  morto  il  celebre  P.  Ingiurimi, 
quello  dell'  astronomia,  e  diresse  V  osservatorio  Ximeniano. 

Fu  Anche  rettore  del  Collegio  di  S.  Giovanni  di  Firenze,  e  provinciale 
dei  suo  ordine  in  Toscana.  Morì  nel  1872.  Per  la  sua  biografia  vedasi  : 
Tommaseo  N.  Commemorazione  di  Gio.  Antonelli,  Firenze  1872  m  8.°  : 
—  Ricci  Mauro,  Ioannes  Antonelli  a  Mauro  Ricci  narralus,  Florentiae  1872  in 
8.°  :  —  Stiattesi  Andrea,  Intorno  alla  vita  e  agli  scritti  del  P.  Gio.  Antonelli. 
Roma  1873  in  4>.°  :  —  Vinwrcali,  rivista  scientifico-industriale,  Gennaio  1872. 

Antonio  da  Pistoia. 

V.  Cammelli  Antonio 
Arcangeli  Giuseppe. 

La  notte  del  Venerdi  Santo,  Terzine. 

Trovansi  stampate  nella  raccolta  di  versi  pubblicala  per  la  processione  in 
onore  del  Morto  Redentore  che  si  celebrava  una  volta  in  Prato  la  sera  del 
Venerdì  Santo.  Prato,  1828,  in  8.° 

—  La  Ninfa  Sebetide,  Carme. 

Questa  poesia  fu  scritta  per  le  nozze  di  Leopoldo  II  Granduca  di  Toscana, 
con  Maria  Antonietta  di  Napoli,  e  stampata  nella  raccolta  di  versi  e  iscri- 
zioni fatta  per  quella  occasione,  Prato,  Tip.  Giachetti,  1853,  in  8.° 

—  A  Maria  Vergine,  Laude. 

Sta  nella  raccolta  intitolata  «Corona  di  poetici  componimenti  per  la  corona- 
zione di  Maria  SS.  delle  Carceri  dì  Prato,  Firenze,  1856,  in  8.°  »  Fu  posta 
in  musica  e  cantata  nella  processione  solenne  fatta  in  quella  occasione. 

—  Sonetto    in    morte  di  Ferdinando  III  Granduca    di  To- 
scana. 

Sta  insieme  al  Canto  di  Francesco  Pacchiani,  stampato  a  Ginevra  nel  1857  in  4.° 

—  Saggio  di  Versioni  poetiche  dal  greco.  Prato,  Tip.  Al- 
dina, 1838,  in  12.o 

Le  traduzioni  contenute  in  questo  saggio  sono  di  Teocrito,  Idillio  1.  :  di 
Omero,  parte  del  lib.  81  dell'  Iliade  :  di  Pindaro,  Odi  XII  e  XIV  delle 
Olimpiche  :  di  Tirtèo  e  di  Callino,  Inni  Militari  :  di  Ànacreonte,  Odi  La 
Cetra,  il  Ritratto  :  di  Orazio,  Odi  XVIII  del  libro  i.,  e  VI  dell'  Epodo  : 
di  Riga,  Marco  Botzaris. 

GÌ'  Inni  di  guerra  di  Tirtèo  e  di  Callino,  che  1'  Arcangeli  aveva  tradotto 
tra  il  1829  e  il  1850  mentre  studiava  greco  nel  Seminario  di  Pistoia,  furo- 
no anche  riprodotti  nella  Storia  universale  di  Cesare  Canlù  :  nella  Collezione 
di  poeti  greci  procurata  da  Eugenio  Alberi,  Firenze  1841  :  nel  Parnaso  Stra- 
niero, Venezia,  Antonelli,  1842  :  in  Ancona  dalla  Tip.  Sartori  e  Cherubini 
nel  1847:  e  finalmente  a  Prato,  Alberghetti  e  Comp.  nel  1849    con    nuove 


—  23  — 

correzioni,  fattevi  dall'  Autore,  e  con  epigrafe  dedicatoria  a  Giovanni  Ber- 
chet.  Quest'  ultima  viene  ad  essere  la  6.  edizione,  sebbene  porti  scritto  5. 
edizione.  L'  Inno  primo  di  Tirtèo  fu  anche  messo  in  musica  e  litografato 
nel  1847  per  cantarsi  nelle  feste  nazionali  d'  Arezzo. 

—  Della  Vita  e  degli  Studi  del  prof.  Pietro  Camici,  Di- 
scorso. Prato,  1838,  Tip.  Aldina,  in  8.<> 

Questo  discorso  fu  recitato  in  un'Adunanza  dell'Accademia  degli  Ineguali  di 
Prato  la  Sera  del  dì  8  Decembre  1837.  Vi  è  il  ritratto  del  Camici  disegnato 
da  Niccola  Monti   pittore    pistoiese,  ed  una  iscrizione  di  Giuseppe  Silvestri. 

—  Necrologia  del  Dott.  Orazio  Catellacci  prof,  di  Matema- 
tiche neir  I  e  R.  Collegio  Cicognini  di  Prato.  Prato,  Tip. 
Aldina,  1839,  in  8.° 

Con  incrizione  di  Giuseppe  Silvestri. 

Sul  feretro  di  Cristo  Redentore,  Sonetto. 

Nella  raccolta  di  poesie  fatta  per  la  Processione  di  Gesù  morto  eseguita  in 
Prato  ;  Ivi,  Tip.  Aldina,  1840,  in  8.° 

—  Inno  al  Sole. 

Negli  «  Atti  della  Festa  delle  Spighe,  toni.  1,  Pistoia,  Tip.  Cino,  1841,  in  fo- 
gl.  mass. 

■ — ■  Per  le  nozze  di  Girolamo  De-Rossi  Pistoiese,  con  Mad- 
dalena De-Pazzi  Fiorentina,  Ode. 

Nella  raccolta  stampata  in  quell'  occasione,  Firenze.  Le  Monnier  1842  :  ed  è 
sottosciitta  P.  A.  Nelle  Prose  e  Poesie  di  Giuseppe  Arcangeli,  Firenze  1857, 
che  più  sotto  indicheremo,  quest'  ode  è  riprodotta  con  notabili  aggiunte. 

—  Ode  al  Sac.  Angiolo  Tangocci. 

Nella  raccolta  pubblicata  per  P  elezione  a  parroco  di  Fognano  del  P.  An- 
giolo Tangocci,  Pistoia,  Bracali,  1842,  in  8.° 

—  Opere  di  P.  Virgilio  Marone  con  note  italiane  di  Giu- 
seppe Arcangeli.  Prato,  Tip,  Aldina,  1842,  in  12.<>  voi.  2. 

Fa  parte  di  una  Biblioteca  di  Classici  '  Latini  con  commenti  italiani  per  uso 
delle  Scuole,  modesta  ma  considerevole  intrapresa,  intorno  alla  quale  lavora- 
rono oltre  il  nostro  Arcangeli,  il  Bindi,  il  Vannucci  e  il  Tigri.  Oltre  le  co- 
piose note,  1'  autore  vi  premise  un  Discorso  su  Virgilio  e  le  sue  opere,  che 
fu  impresso  anche  separatamente. 

—  La  stessa.  Prato,  Tip.  Aldina,  1845,  in  12.  Voi.  % 

Seconda  edizione  con  correzioni  ed  aggiunte,  le  quali  si  riscontrano  in  mag- 
gior copia  anche  nella  terza  edizione  fatta  nel  1847. 


-24  — 

—  Sonetti  (due)  ad    Ebe  Benini  decenne    nel    suo   giorno 
natalizio. 

Nella  Viola  del  Pensiero,  simpatica  strenna  livornese,  anno  1842.  Nel  Ri- 
cordo di  Ebe  e  Ada  Benini,  Prato  1857,  trovasi  colla  traduzione  francese 
di  Elisa  Van-Tenac,  e  latina  dal  Prof.  Leopoldo  Franchi. 

— •  Sonetto  all'  Ebe  Benini  che  parte  per  Roma. 

Nella  strenna  La  Viola  del  Pensiero,  anno  184-2:  nel  Ricordo  sopra  citato  ha 
di  fronte  la  traduzione  francese  di  Elisa  Van-Tenac. 

• —  In  morte  di  Caterina  Keali-Menabuoni,  Sonetto. 

Trovasi  a  pag.  3  della  raccolta  intitolata  «  In  morte  di  Caterina  Reali-Mena 
buoni,  Prato,  Pontecchi  1843. 

—  Sonetto  in  Morte  di  Luisa  Porciani. 

Nella  raccolta  di  versi  stampata  in  queir  occasione,  Prato,  Pontecchi,  1843. 

—  Notizie  del  P.  Evangelista   Gerbi  di  S.  Marcello  detto 
il  P.  Marcellino. 

Trovasi  nella  «  Rivista  Fiorentina  »  anno  1844,  n.°  8,  e  più  compendiosa- 
mente nelle  note  alla  2.  edizione  del  romanzo  di  F.  D.  Guerrazzi  «  Isa- 
bella Orsini  «  Firenze,  Le  Monnier  pag.  347.  Il  nostro  Arcangioli  fu  il  pri- 
mo a  torre  dall'  oblio  questo  dimenticato  scrittore,  che  fu  predicatore  fa- 
moso, e  spositore  dotto  ed  elegante  della  Sacra  Scrittura. 

—  Lucrezia,    tragedia  di  Ponsard,  tradotta  in  italiano  da 
Giuseppe  Arcangeli.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1844,  in  8.° 

Questa  traduzione  parve  al  Ponsard  così  schiettamente  italiana,  e  così  pie- 
na di  alti  spiriti,  che  ebbe  a  scrivere  al  traduttore  rispondendo  a  certi 
versi  co'  quali  questi  gli  aveva  presentato  il  lavoro  «  Non  mea  pulchrior 
est  Lucretia,  sed  tua,  vates.  » 

• —  Inni  di  Callimaco,  tradotti  da  Giuseppe  Arcangeli.    Fi- 
renze, Tip,  Mariani,  1845,  in  8.° 

Con  lettera  dedicatoria  a  Gio.  Battista  Niccolini.  Gli  Inni,  tradotti  dall'  Ar- 
cangeli   nel  1842,  sono  preceduti  da  un  breve  cenno  su  Callimaco. 

—  La  Pace,  Inno  di  Bacchilide,  tradotto  da  Giuseppe  Ar- 
cangeli.   Prato,  Tip.  Aldina,  1845,  in  8.° 

Fu  pubblicalo  per  le  nozze  Ridolfi-Doria  e  Cironi.  Vi  è  premessa  la  lettera 
dedicatoria  <d  March.  Giuseppe  Ridolfi-Doria,  ed  ha  pure  il  testo  greco  a 
lato  della  traduzione.  Nel  1880  il  celebre  Rossini  volie  metterlo  in  musica; 
ed  allora  1'  Arcangioli  ne  mutò  in  parte  la  traduzione,  come  può  vedersi 
nelle  Prose  e  Rime  che  in  appresso  citeremo.  È  da  avvertire  anco  che  la 
musica  di  quest'  inno  non  fn  mai  pubblicala. 


-  25  - 

—  Notizia  di  Giovanni  Cini.  Lucca,  Giusti,  1845,  in  8.° 

—  M.  Tullio  Cicerone,  Gli  Uffìzi,  V  Amicizia  e  la  Vec- 
chiezza con  note  italiane  di  Giuseppe  Arcangeli.  Prato, 
Tip.  Aldina,  1845,  in  12.° 

Vi  è  premesso  un  discorso  sulla  Filosofìa  di  Cicerone,  del  quale  si  tirarono 
anche  alcuni  esemplari  a  parte. 

Quest'  opera  fa  parte  della  «  Biblioteca  di  Classiei  latini  con  commenti  ita- 
liani per  uso  delle  scuole  »  ideata  dall'  Arcangeli,  come  abbian  detto  di 
sopra  citando  il  Virgilio.  La  seconda  edizione  (Prato,  Tip.  Aldina,  1850), 
è  notabilmente  corretta  ed  accresciuta. 

—  Sonetto  in  Morte  di  Giuseppina  Monetti-Reiskammer. 

Fu  impresso  insieme  alla  Necrologia  della  Reiskammer  scritta  da  Carlo  Mar- 
telli, Firenze,  Le  Monnier,  1846; 

—  Biografia  di  Luigi  Ciampolini.  Firenze,  1847,  in  8.° 

Questo  discorso  fu  letto  dall'  Arcangioli  nella  distribuzione  dei  premi  agli 
scolari  del  Collegio  Cicognini  di  Prato  nel  1846  :  omesse  poi  le  parole  che 
erano  accomodate  all'  occasione,  lo  die  alle  stampe  nella  Rivista  di  Firenze 
anno  1847,  con  copie  a  parte. 

—  Canto  Secolare. 

Sta  a  pag.  16  della  raccolta  col  titolo  «Per  le  feste  dell'anno  centesimo 
dalla  cannonizzazione  di  S.  Caterina  de'  Ricci  »  Prato  1846  in  8.°  Fu  posto 
in  musica  dal  Maestro  Giuseppe  Nuti  di  Prato,  e  cantato  nella  solenne  pro- 
cessione fatta  in  quell'  occasione.  La  traduzione  latina  che  ne  fece  il  chia- 
riss.  Enrico  Rindi  sta  a  fronte  dell'  originale  nella  suddetta  raccolta. 

—  Cicerone,  dell'Oratore,  con  note  italiane  di  Giuseppe 
Arcangeli.  Prato,  1846,  Tip.  Aldina,  in  12.° 

Anche  quest'opera  fa  parte  della  più  volte  ricordata  «Riblioteca  dei  Classi- 
ci latini  ».  Vi  sta  innanzi  un  discorso  sulle  opere  rettoriche  di  Cicerone, 
che  fu  impresso  anche  a  parte. 

—  11  Capitano  Mattana  da  Cutigliano,  Racconto  storico 
del  Secolo  XVI. 

Fu  stampato  nel  Calendario  italiano  del  1847  :  lo  inserì  poi  il  De-Roni  nelle 
sue  Tradizioni  Italiche,  Torino,  Pomba,  e  fu  anche  riprodotto  nel  giornale 
Il   Costituzionale. 

—  Sonetto  per  V  Arnaldo  di  Gio.  Batta.  Niccolino 

Nella  «Rivista»  di  Firenze,  anno  1847,  n.°  47.  Nelle  Prose  e  Poesie  di 
Gius.  Arcangeli  (Firenze  1857),  per  ragioni  facili  a  immaginare,  non  fu 
pubblicato.  Lo  ristampò  poi  con  alquante  varianti  tratte  da  una  copia 
autografa  il  Vannucci  nel  tomo  1.  pag.  2ì>5  della  sua  opera«  Ricordi  della 
Vita,  e  delle  opere  di  fiio.  Ratta  Niccolini.) 


—  26  — 

—  Storia  della  Parola  «  Perenne  »  :  —  Del  vero  senso 
della  Parola  «  Piacere  »  nel  verso  di  Dante  Mi  prese  del 
costui  piacer  si  forte  :  - —  Sopra  la  parola  «  Libertas  » 
nelP  Egloga  prima,  di  Virgilio  Mei.  Et  quae  tanta  futi 
Rornam  Ubi  causa  vivendi  ?  Tit.  Libertas  :  —  Nuova  in- 
terpetrazione  del  verso  di  Dante.  E  sua  nazion  sarà  tra 
feltro  e  feltro.  » 

Nei  «  Ricordi  Filologici  »  anno  1847,  Pistoia,  Tip.  Cino. 

—  Biografia  di  Vincenzo  Pernzzi,  Prato,  Tip.  Alberghetti, 
e  Comp.  1848,  in  8.° 

—  Sonetti  in  morte  di  Giulia  Cecchi-Franceschini. 

Furono  stampati  nella  raccolta  che  si  pubblicò  per  la  morte  di  quella 
gentil  donna,  Prato,  Giachetti,   1848,  in  8.° 

—  Parole  pronunziate  da  Giuseppe  Arcangeli  nella  Cat- 
tedrale di  Prato  ai  funerali  solenni  ivi  celebrati  la  matti- 
na del  3  Giugno  1848  in  onore  dei  prodi  toscani  morti 
sotto  Mantova  nella  gloriosa  giornata  del  13  e  29  mag- 
gio 1848.  Prato,  Tip.  Alberghetti,  1848,  in  8.° 

—  Il  Genio  della  Savoia  alla  Tomba  di  Carlo  Alberto,  So- 
netto. 

Nel  Giornale  «  Lo  Statuto  »  anno  1850.  Era  questo  il  soggetto  di  un  dipinto 
fatto  dal  prof.  Vincenzo  Rasori.  Il  sonetto  fu  anche  volto  latinamente  dal 
chiariss.  prof.  Crisostomo  Ferrucci. 

—  Gesù  Crocifisso,  Sonetto.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1850,  in  fol. 
volante. 

—  Una  donna  isdraelita  nell'  esilio  di  Babilonia,  trad.  dal- 
l' Ebraico  per  Fausto  Lasinio,  e  voltato  in  ital.  da  Giusep- 
pe Arcangeli. 

Nel  Giornale  «Lo  Statuto»  anno  1850,  n.  71. 

—  Cantico  dei  Giudei  per  la  redenzione  nei  giorni  di  Ci- 
ro Re,  versione  dal  Caldaico  di  Fausto  Lasinio,  messo  in 
versi  ital.  da  G.  Arcangeli. 

Nel  giornale    «  Lo  Statuto  »   anno  18fÒO,  n.  71. 


—  27  - 

Argomenti  ed  esempi  per  dimostrare  che  si  deve  porre 

V  apostrofo  sulP  E  quando  sta  per  I  articolo  mascolino  plu- 
rale. Prato,  Tip.  Aldina,  (1850)  in  12.° 

Il  Nannucci,  contro  il  quale  fu  scritto  1'  opuscolo,  rispose  con  quest'  altro 
«  Risposta  del  prof.  Vincenzo  Nannucci  alla  sentenza  della  Crusca  che  E 
quando  sta  per  I  articolo  mascolino  plurale  deve  scriversi  coli'  apostrofo  »  : 
ma  questa  curiosa  guerra  non  fini  qui. 

—  Una  prosa  inedita  di  Matteo  Palmieri,  Prato,  Guasti, 
1850,  in  8.0 

Questa  prosa  ha  il  seguente  titolo  «  Protesto  fatto  per  Matteo  Palmieri  Gon- 
faloniere di  campagna  per  comandamento  dei  Signori  rettori  ed  altri  ufii- 
ciali  che  amministrano  ragione  »  e  fu  pubblicato  da  Giuseppe  Arcangeli  in- 
sieme a  Cesare  Guasti,  P.  Bigazzi,  e  Giuseppe  Tigri  per  le  nozze  di  Ubaldi- 
no  Peruzzi  con  la  signora  Emilia  Toscanelli.  La  lettera  dedicatoria  è  del- 
l' Arcangeli.  Questa  prosa  fu  tolta  dal  Cod.  Riccard.  n.  2322  e  ridotta  a 
miglior  lezione  col  soccorso  di  un  codice  Magliab.  (Class.  IX  n.  54). 

—  Sonetti  per  le  Nozze  Vivarelli-Colonna  e  Mori  Ubaldini. 

In  una  raccolta  stampata  per  quelle  Nozze,  Pistoia,  Tip.  Cino,  1850  :  vanno 
sotto  il  nome  di   Un  accademico  etrusco. 

—  Confessione  divora,  operetta  spirituale  del  buon  secolo 
della  lingua,  per  la  prima  volta  pubblicata  da  G.  Arcan- 
geli. Prato,  Tip.  Aldina,  1851,  in  8.0 

Pag.  25  ediz.  in  carta  velina.  È  dedicata  con  lettera  alla  Sig.  Pollina  De'Mar- 
chesi  Brignole-Salc,  Duchessa  di  Dalberg.  Oltre  1'  avvertimento  che  sta 
in  principio  l'editore  vi  pose  in  fine  un  catalogo  di  voci  e  maniere  notabili. 
Questa  confessione  ovvero  disamina  di  coscienza,  preziosa  scrittura  pel  det- 
tato dell'  aureo  secolo,  e  per  la  cristiana  sapienza  che  vi  risplende,  fu  tratta 
da  un  codice  membranaceo  che  possedeva  un  tal  Luigi  Fratini  di  Firenze  ; 
e  pare  che  rimanesse  sconosciuta  affatto  agli  amatori  dell'  aureo  secolo,  per- 
chè non  si  trova  menzionata  da  alcuno.  Questo  codice  non  porta  nome 
d'  autore,  solo  nell'  ultima  pagina  è  scritto  da  mano  diversa  Dom.  Michael 
scripsit  anno  MCCCXII. 

—  Panopèa  di  Luigi  Crisostomo  Ferrucci  tradotta  nello 
stile  didattico  italiano  per  alcuni  amici  dell'  autore.  Fi- 
renze, starno.  Granducale,  1851,  in  8.° 

Nella  traduzione  di  quest'opera  prese  parte  il  nostro  Arcangeli  insieme  a 
Pellegrino  Farini,  Melchiorre  Missirini,  Costanza  Monti  Perticari,  Eusebio 
Reali  ed  altri. 


—  28  — 

—  Discorsi  critici  di  Pietro  Fanfara  e  Giuseppe  Arcangeli 
sugli  opuscoli  di  Cicerone  volgarizzati  nel  buon  secolo 
della  Lingua  Italiana  (Imola,  1850  in  8.)  Imola,  1851  in  8. 

Pagg.  19.  Lo  scritto  dell'  Arcangeli  era  stato  pubblicato  già  nel  giornale 
«  l'Arte  »  di  Firenze,  anno  4850,  n.  7. 

—  In  morte  di  Caterina  Martini  n.  Contessa  Cremona.  So- 
netto ed  Epigramma. 

Stanno  nella  raccolta  funebre  per  la  morte  della  medesima.  Prato,  Passigli 
e  Comp.  1851,  in  8°  :  V  epigramma  ha  la  trad.  greco-latina. 

—  Sopra  Giovanni  da  Verrazzano,  Discorso. 

Neil'  «  Archivio  Storico  »  App.  tom.  IX  premesso  ad  una  lettera  scritta  da 
quel  celebre  navigatore  a  Francesco  I  Re  di  Francia.  Questo  discorso  fu 
letto  alla  Società  Colombaria  nel  4851. 

—  Per  noz?e,  Terzine. 

Stanno  nella  raccolta  stampata  per  le  nozze  Vernaccini  ;  Firenze,  Tip,  Cala- 
sanziana,  1852. 

—  In  lode  di  bella  donna,  Canzoni  di  Antonio  Pucci,  poeta 
fiorentino  del  Secolo  XIV.  pubb.  da  Giuseppe  Arcangeli. 
Prato,  Alberghetti  e  Comp.  1852,  in  8.° 

Pubblicate  in  occasione  delle  nozze  del  Conte  Pietro  Pierucci.  Una  di  que- 
ste canzoni  era  stata  pubblicata  in  Oxford  nel  1851  dal  Dott.  Enrico  Wel- 
lesley,  con  dedica  al  nostro  Arcangeli. 

I  giornali  ne  dissero  parole  di  molta  lode,  ma  i  più  la  credettero  una  con- 
traffazione del  dotto  inglese  ;  presto  però  si  rinvenne  in  altri  codici,  e  al- 
lora l'Arcangeli  la  diede  nuovamente  in  luce  insieme  ad  altra  dello  stesso  auto- 
re, tolta  dal  Cod.  Magliab.  1145.  Il  Fanfani  esaminando  questa  pubblicazione 
nell'  «  Etruria  »  anno  1852,  fece  specialmente  carico  all'  Arcangeli  di  essersi 
partito  spesso,  nella  seconda  canzone,  dalla  vera  lezione  del  codice,  senza 
assegnarne  alcuna  ragione  ;  e  ne  riporta  molti  passi  a  confronto  di  quelli 
adottati  dall'  Arcangeli. 

—  Necrologia  di  Tommaso  Cini.  Fireaze,  Tip.  sulle  Logge 
del  Grano,   1852,  in  8.<> 

In  fine  sonovi  le  epigrafi  del  medesimo  autore,  che  furono  poste  sulla  porta 
del  Tempio,  ed  al  Catafalco  il  giorno  delle  esequie  fatte  alla  Lima. 

—  A  Napoleone  III  Imperatore  dei  Francesi,  il  2  Dicem- 
bre, Sonetto. 

Questo  sonetto  è  una  imitazione  di  alcuni  versi  latini  di  L.  C.  Ferrucci,  e 
vide  la  luce  con  quelli  in  una  raccolta  poetica  stampala  in  Oxford  col  titolo 
Napoleoni  III  Frane  or.  Jmper.  pio.  felici.  Augusto  ec. 


—  29  — 

Nella  edizione  delle  Prose  e  Poesie  dell'  Arcangeli,  più  volte  ricordata,  la 
lezione  di  questo  sonetto  è  alquanto  diversa,  avendo  i  chiariss.  editori  te- 
nuto conto  delle  correzioni  e  postille  fatte  in  una  copia  dall'  autore. 

—  Cenni  sulla  Vita  e  sugli  Scritti  del  Prof.  Iacopo  Ioz- 
zelli. 

Stanno  innanzi  agli  Scritti  del  Prof.  Jacopo  Iozzelli.  Pistoia,  1853,  in  12°  ; 
ma  ne  furono  tirate  anche  delle  copie  a  parte. 

_  In  morte  di  G.  B.  giovane  astronomo  bolognese. 

Nello  Specimen  lalinae  ìtalique  Poeseos  exaralum  a  Marcello  Fornainio.  Flo- 
rentiae,  Barbèra,  1854,  in  8.° 

—  Sonetti  in  morte  dell'  Ebe  Benini.  Prato,  Tip.  Alber- 
ghetti e  comp.  1855,  in  12.° 

Pagg.  4.  Furono  ristampati  nello  Spettatore  anno  1855,  e  poi  nel  Ricordo 
più  volte  citato. 

«   Ho    composto    tre  sonetti V  Agonia,  la  Morte,  la  Gloria.  Gli 

«  ho  scritti  piangendo,  e  le  anime  che  sentono  gli  leggeranno  piangendo  » 
così  1'  Arcangeli  ne  scriveva  al  Tigri. 

—  Cenno  biografico  di  Bartolomeo  Colti.  —  Id.  di  Agostino 
Piermei  —  Id.  di  Matteo  Soldati. 

Nella  Biografia  degli  Illustri  Italiani  edita  da  Emilio  De-Tipaldo,  Venezia, 
1834-1848,  tomo  4.° 

—  Cenno  biografico  di  Gaetano  Cenni  :  —  Id.  del  Cap 
Domenico  Cini  :  —  Id.  di  Mons.  Michelangelo  Giacomelli. 

Nella  suddetta  Biografia,  tomo  5. 

—  Cenno  biografico  di  Carlo  Antonioli  :  —  Id.  di  Niccolao 
Felice  Buti  :  —  Id.  di  Leandro  Corrieri  :  --  Id.  di  Giovanni 
Fini  :  —  Id.  di  Giuseppe  Maria  Pagnini  :  —  Id.  di  Giu- 
seppe Rossi  :  --  Id.  di  Domenico  Stefani. 

Nella  medesima  Biografìa,  tomo  7. 

—  Prose  e  Poesie  del  Prof.  Giuseppe  Arcangeli  Accade- 
mico della  Crusca.  Firenze,  Barbèra,  Bianchi  e  Compa- 
gni, 1857  voi.  2.  in  12.° 

Pagg.  CIX-44o  ;  e  5S7.  Con  ritratto  dell'autore.  Ed.  fatta  per  cura  di  En- 
rico Bindi  e  Cesare  Guasti,  il  primo  dei  quali  vi  pfemise  un  discorso,  dove 
narra  gli  studi,  il  professorato,  i  viaggi,  le  fatiche  e  vicende  letterarie  del- 
l' Arcangeli.  Oltre  molli  degli  scritti  da  noi  di  sopra  citati,  in  gran  parte 
rivisti  e  corretti,  contiene  questa  edizione  non  pochi  lavori  inediti  tratti 
dai  manoscritti  autografi  che  1'  Arcangeli  aveva  lasciato  all'  Avv.  Giovac- 
chino  Benini  di  Prato,  quasi  estremo  pegno  di  una  lunga  e  provata  amici- 
zia, e  che  ai  chiarissimi  editori  furono  dati  ad  usare  largamente. 


—  30  — 
—  Scritti  Vari  o  inediti. 

L'  Arcangeli  scrisse  in  molti  giornali  politici  e  letterari,  che  troppo  lungo 
sarebbe  tutti  enumerare  :  cominciò  le  sue  prove  di  giornalista  nella  «  Ri- 
vista »  di  Firenze,  scrisse  poi  «  nell'  Alba  »  nella  «  Patria  »  e  in  altri  ;  e 
Ira  i  giornali  letterari,  nei  «  Ricordi  Filologici  »  che  stampava  a  Pistoia  il 
Fanfani. 

Il  Bindi  e  il  Guasti  pubblicando  le  Prose  e  Poesie  fecero  sperare  la  pub- 
blicazione di  un  terzo  volume  contenente  una  scelta  degli  scritti  inedili  ; 
«  Degli  scritti  inediti  daremo  compiuta  notizia  quando  avremo  scelto  da  essi 
«  materia  che  sia  degna  di  un  terzo  volume,  al  quale  sarà  posto  mano 
«  quando  questi  due  avranno  ottenuto  dal  pubblico  quell'  aggradimento  di 
«  cui  non  possiamo  dubitare.  Solamente  qui  noteremo  che  vi  sono  buone 
«  traduzioni  in  prosa  di  molte  cose  latine  e  francesi.  »  Ma  questo  volume 
non  vide  mai  la  luce. 

Giuseppe  Arcangeli  nacque  in  S.  Marcello  nel  1807.  Fu  professore  di  Lin- 
gua Greca  e  di  Belle  Lettere  nel  collegio  Cicognini  di  Prato,  Accademico 
residente  della  Crusca,  e  segretario  perpetuo  all'  Ateneo  Italiano.  Morì  in 
Prato  nel  1855. 

Per  la  sua  biografia  vedansi  i  seguenti  scritti  :  Necrologia,  di  Cesare  Guasti 
nello  «  Spettatore  »  di  Firenze,  Sett.  1855  :  —  Necrologia,  di  Filippo  Ugo- 
lini, «  nell'  Archivio  Storico  »  Nuova  serie,  toni.  2  pag.  245  :  —  Parole  in 
lode  del  Prof.  Giuseppe  Arcangeli  dette  dal  P.  T.  V.  (Prete  Torello  Van- 
gucci).  Pistoia  Tip.  Cino  1855  :  —  Discorso  di  Giuseppe  Tigri,  nell'  opu- 
scolo «  Adunanza  solenne,  tenuta  dall'  Imp,  e  R.  Ateneo  Italiano  per  ono- 
rare la  memoria  di  Giuseppe  Arcangeli  ec.  Firenze  1856  :  —  Discorso  di 
Enrico  Bindi,  premesso  alla  ediz.  delle  Prose  e  Poesie  di  Giuseppe  Arcan- 
geli, Fir.  1857.  tom.  1. 

Arcangeli  P.  Teofilo. 

Elogio  funebre  del  Can.  Cav.  Giuseppe  Silvestri  letto 
in  Pistoia  nella  Chiesa  del  Seminario  il  dì  11  Marzo  1865. 
Pistoia,  1865,  Tip.  Cino,  in  8.o 

Pagg.  47.  È  dedicato  al  Can.  Enrico  Bindi.  In  fine  sonovi  alcune  iscrizioni 
funerarie,  del  P.  Augusto  Vivaldi,  e  quella  sepolcrale,  del  Can.  Giovanni 
Arcangeli. 

Arfaruoli  Pandolfo. 

Historie  delle  cose  più  notabili  seguite  in  Toscana  ed  al- 
tri luoghi,  et  in  particolare  in  Pistoia,  scritte  in  due  tomi 
con  una  descritione  brevissima  delle  sei  età  del  Mondo, 
tutte  cose  curiose  e  degne  di  esser  lette  da  ciascheduno 
e    molte   altre    cose    capricciose    appartenenti  alla  città  di 


—  31   — 

Pistoia,  raccolte  e  messe  insieme  da  P.  Pandolfo  Arfaruoli 
da  Pistoia,  Tomo  1.  :  —  Historie  e  racconti  di  cose  più  no- 
tabili di  Pistoia,  tutte  cose  curiose,  e  degne  d'  esser  lette 
da  ciascheduno,  raccolte  e  messe  insieme  da  P.  Pandolfo 
Arfaruoli  da  Pistoia,  Tomo  2.° 

Manoscritto  cartac.  in  foglio,  autografo,  diviso  in  due  volumi,  esistente  nel- 
1'  Archivio  Capitolare  del  Duomo  di  Pistoia.  È  indirizzato  al  Gonfaloniere  e 
Anziani  della  Città  di  Pistoia.  Vi  è  premesso  un  breve  sommario  delle  sei 
età  del  mondo  ;  comincia  quindi  la  cronaca  dall'anno  70  dell'  era  volgare  e 
giunge  fino  al  1656  ;  segue  un'  aggiunta  fino  al  1643  forse  di  mano  di  Gi- 
rolamo Arfaruoli.  L'  autore  scrive  di  avere  attinto  le  notizie  per  questa 
sua  cronaca  «  dall'  Archivio  pubblico  di  Pistoia,  da  moltissimi  libri  e  regi- 
«  stri  dell'  opera  di  S.  Iacopo,  da  libri  di  case  di  molti  gentiluomini,  che 
«  me  n'  hanno  favorito,  da  storie  stampate,  da  storie  antiche  manoscritte, 
«  da  molti  libri  e  vacchette  antiche  trovate  in  casa  mia  lassate  dai  miei 
«  antenati,  di  casa  il  Sig.  Cav.  Prior  Lorenzo  Forteguerri  mio  zio,  e  da  in- 
«  finiti  luoghi  e  libri  degni  di  fede.  » 

Di  questa  cronaca,  che  del  resto  non  è  scevra  di  errori,  esiste  un  com- 
pendio anche  nella  libreria  del  nostro  Seminario. 

- —  Priorista  per  la  città  di  Pistoia,  raccolto  e  messo  insie- 
me da  P.  Pandolfo  Arfaruoli  da  Pistoia  1'  anno  1635. 

Manoscritto  cartaceo  in  foglio  nell'  Archivio  Capitolare  del  Duomo  di  Pi- 
stoia. Anche  questo  è  antografo,  ed  è  indirizzato  al  Gonfaloniere  e  Anziani 
della  medesima  città.  Ha  in  fine  tre  utilissimi  repertori,  uno  dei  primi 
Gonfalonieri  di  ciascheduna  famiglia,  o  dei  primi  priori  per  quelle  famiglie 
che  non  hanno  peranco  goduto  del  Gonfalonierato  ;  il  secondo  delle  famiglie 
spente  da  quaranti  anni  prima  del  1636  ;  il  terzo  dell'  origine  dei  cognomi 
e  casati  di  molte  famiglie,  e  donde  queste  sono  discese.  Questo  priorista  fu 
poi  continuato  dal  1656  al  1823  da  Benedetto  Ricci  Archivista  del  Comune, 
ed  è  serbato  anch'  esso  manoscritto  nell'  Archivio  capitolare  suddetto. 

Degli  errori  in  cui  è  caduto  1'  Arfaruoli  in  questo  suo  lavoro,  ricopiati 
poi  da  altri  storici,  si  parla  in  un  manoscritto  della  Forteguerriana  col  ti- 
tolo :  Confutazione  contro  il  Priorista  dell'  Arfaruoli  e  il  P.  Michelangiolo 
Salvi  suo  plagiario.  È  bene  notare  che  tali  errori  furono  in  gran  parte  sco- 
perti e  corretti  da  Pier  Lorenzo  Franchi  nel  suo  Priorista  che  si  conserva 
nell'  Archivio  del  nostro  Comune. 

—  Insegne  o  Armi  delle  famiglie  pistoiesi  antiche  e  mo- 
derne,  raccolte  da  P.  Pandolfo  Arfaruoli  da  Pistoia.  1619. 

Manoscritto  cart.  in  fog.  di  e.  622  nel  sopracitato  archivio  capitolare,  colle 
armi,  ma  di  comune  lavoro.  Neil'  avviso  ai  lettori  così  V  autore  parla  del 
suo  lavoro.  «  Ho  ben  trovato  molti  cognomi  o  vero  casati  di  molte  fami- 
glie antiche,  che  hanno  goduto  dei  primi  honori  ed  offizii  della  nostra  città 
«  ma  non  ho  potuto  trovare  1'  armi   loro Mi  è  piaciuto  an- 


—  32  — 
«  cora  nel  fare  questa  fatica  notare  in  quella  cartella  sopra  ciascheduno  scu- 
«  detto  il  primo  di  quella  casata  che  abbia  goduto  il  Gonfalonierato,  e 
«  quelle  famiglie  che  ancora  non  hanno  goduto  tal  grado,  ha  notato  il  pri 
«  mo  risieduto  anziano,  o  vero  delli  Sig.  Priori,  cavali  di  Cancelleria  nostra 
«  con  esatta  diligenza,  con  il  segnare  in  detto  cartello  1'  anno,  il  mese,  et 
«  a  quante  carte  per  poterlo  trovare  più  facilmente  al  mio  priorista.  » 

Anche  questo  'lavoro  ha  un  supplemento  fatto  recentemente,  che  contiene 
e  armi  di  alcune  famiglie  nobili  e  cittadine  fino  al  1847,  comprese  in 
num.  di  52. 

—  Vite  cP  Illustri  pistoiesi. 

Nella  dedica  delle  sue  storie  ricorda  1'  autore  tra  gli  altri  lavori  da  lui 
composti  un  libretto  di  lutti  gli  huomini  illustri  per  virtù,  per  armi,  e 
per  dignità  ec.  ma  ignoro  ove  si  trovi,  sebbene  ne  abbia  fatte  le  più  accu- 
rate ricerche. 

—  La  Congiura  dei  Panciatichi  e  dei  Cancellieri. 

Manoscr.  ora  disperso.  In  una  nota  di  mano  di  Filippo  Arfaruoli  scritta  in 
una  coperta  delle  storie  di  Pandolfo  leggesi  in  proposito  di  questo  scritto  : 
«  Prestato  il  detto  libro  al  già  Decano  Puccini  e  non  più  a  me  reso.  »  Fra 
le  opere  perdute  del  nostro  autore  sono  anche  un  libro  intitolato  Operai 
e  Graduati  di  S.  Iacopo,  ed  un  altro  Albero  delle  Famiglie  di  Pistoia» 

—  Vita  del  B.  Atto  Vescovo  di  Pistoia.  Firenze,  Ceccon- 
celli,  1623,  in  8.0 

Francesco  Forteguerri  è  1'  autore  di  questa  Vita  che  fu  stampata  la  prima 
volta  nel  1608.  L'  Arfaruoli  la  volle  riprodurre,  e  dedicandola  agli  Operai 
di  S.  Iacopo,  cosi  spiega  i  motivi  che  lo  indussero  a  far  questa  ristampa. 
«  Ho  pensiero  di  far  ristampare  la  vita  del  beato  Atto  già  Vescovo  di  Pi- 
«  stoia  scritta  ne'  suoi  più  teneri  anni  dal  Sig.  Francesco  Forteguerri  mio 
«  Cugino  et  all'  hora  mandata  alle  stampe  ;  e  perchè  si  son  distribuite  hor 
«  mai  tutte  le  copie  di  essa  :  Et  bramoso  che  per  1'  avvenire  quei  Signori 
«  Forestieri  che  saranno  fatti  degni  di  vedere  il  glorioso  corpo  di  questo 
«  Santo,  habbino  col  dono  d'  una  storia  della  sua  vita  quella  satisfazione, 
«  che  non  le  se  può  dare  coti  la  voce  in  breve  spazio  di  tempo  » 

Arfaruoli  Filippo. 

Applausi  Epitalamici  nelle  nozze  del  Cav.  Cesare  Mar- 
chetti e  la  Sig.  Isabella  Gualteri  d'  Orvieto,  (Canzone). 
In  Pistoia,  per  Stefano  Gatti,  1699,  in  4. 

Arrighi  Giovanni  di  Piero. 

Rime. 

Manoscritte  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze  (Palai),  in  un  cod.  del 
Sec.  XV  segnato  CCXIX,  appartenuto  già  ad  un  tal  Bernardino    Panichi   di 


—  33  — 

Pistoia,  e  da  questi  scritto  nel  1477,  coni'  è  notato  nel  codice  stesso.  Le 
rime  sono  un  «  Temale  mandato  ad  Andrea  di  Corso  dei  Conti  di  Pistoia  » 
«  Morale  al  detto  Andrea  »  :  «  Morale  fatto  a  contemplatione  di  pte  (prete) 
B.  Panichi  a  Paolo  di  Nello  giovane  prestantissimo  da  Pistoia.  »  Seguono  al- 
tri morali,  due  sonetti  ed  una  ottava  ;  ma  sono  rime  di  poco  pregio. 

Arrighi  Paolo. 

Rime. 

Manoscritte  nella  Bib.  Naz.  di  Firenze  (Magliab.)  Classe  VII,  Cod.  773.  Il 
Prof.  Bindi  pubblicò  un  saggio  di  queste  rime  nei  Ricordi  Filologici,  preceduto 
da  una  breve  notizia  dell'  Autore,  il  quale  visse  nel  sec.  XVI,  e  al  pari  di 
Giovanni  Arrighi  suo  antenato,  rimase  affatto  sconosciuto  a  tutti  gli  storici 
della  nostra  letteratura. 

A  stesi  Alessandro. 

Comento  latino  sopra  la  Divina  Commedia. 

Manoscritto  cart.  in  fol.  un  tempo  presso  il  Sig.  P.  Scappucci,  Priore  di  S. 
Giovanni  Fuorcivitas,  ora  presso  gli  eredi  del  medesimo.  Incomincia  «  Ad 
Pium  Ponlifìcem  per  Alexandrum  pistoriensem  Hastentium,  in  lectione  Dan- 
tis  per  ipsum  habitat,  corani  Sanctilatem  Suam. 

E  in  fine  :  Scriptum  Romae  anno  Din.  MCCCCXLV,  die  XV  Augusti.  Non  è 
un  intiero  commento,  ma  pare  un  lungo  discorso  proemiale  allo  studio  di  Dan- 
te. Lo  spirito  e  lo  intendimento  del  Chiosatore  rilevasi  dal  seguente  passo: 
«  Huiusmodi  operis  onus  aggrediendum  mihi  putavi,  paradisum  videlicet, 
«  uti  nostra  salus  et  perfectio  consistit,  atque  ultima  felicitas  nobis  possi- 
«  dendo  reposita  est,  quem  tractatum  theologicis  ac  atque  perspicacissimis 
«  supra  naturalem  rationem  fundamenti  quibus  chatolica  fides  ac  sacrosan- 
«  età  Romana  Ecclesia  nitidur  a  fìdcle  auctore  editum  habemus.  Cuius  ce- 
«  leberrimi  poematis  diffìcillimam  interpretationem  tuae  sanctimoniae  expo- 
«  nendam  unica  pero  lectione  degnissimum  censui.  Neque  enim  me  piguit, 
«  Summe  Pontifex,  tanti  ac  tam  insignis  operis  difficultatem  aggredì,  etsi 
«  materno  idiomate  atque  humili  stilo  traditum  sit  .  .  .  » 

Questo  nostro  Commentatore  dantesco  rimase  affatto  sconosciuto  fino  ai 
nostri  tempi  :  ne  parlò  per  la  prima  volta  il  Visconte  Colomb  di  Batines  nella 
sua  celebre  Bibliografia  Dantesca  dietro  una  notizia  partecipatagli  da  Enrico 
Bindi. 

Babbini  Elio. 

Alla  memoria  del  Sacerdote  Prof.    Cav.    Pietro    Contrucci. 
Pistoia,  Tip.  Cino,  1859,  in  8.0 

— •  Ai  Morti  per  la  redenzione  d'  Italia,  Discorso.    Pistoia, 
Tip.  Cino,  1860,  in  8.0 

Capponi,  Bibliogr.   Pist.  Z. 


-    34  — 

Pagg.  20.  Questo  discorso  fu  recitato  nell'  Oratorio  di  M.  SS.  Addolorata  la 
sera  del  1.  Novembre  1860,  e  V  autore  lo  dedicò  ai  «  giovani  concittadini 
volontari  e  soldati  negli  eserciti  del  Re  e  di  Garibaldi.  •>  Ha  in  fine  dello 
stesso  autore  varie  epigrafi  che  ornavano  il  tempio  la  sera  in  cui  fu  letto 
il  discorso. 

—  Per  la  prima    venuta  di  Vittorio  Emanuele  in  Pistoia, 
Epigrafi,  Pistoia,  1860,  in  8.0 

—  Il  Principato  Civile  dei  Papi  e  la  Chiesa  Cattolica,  Fi- 
renze, Tip.  nazionale,  1861. 

—  Pistoia  e  la  circoscrizione  territoriale  del  Regno,  Firen- 
ze, Barbera,  1861,  in  12.° 

Fu  pubblicato  questo  scritto  nel  Giornale  «  La  Nazione  »  di  Firenze  anno 
1861,  con  copie  a  parte.  È  riprodotto  anco  in  appendice  all'altro  lavoro  del 
Sig.  Babbini,  che  in  appresso  citeremo  «  Le  città  e  i  comuni  suburbani  ec  » 

—  La  Stella  del  Popolo  giornale  Politico.  Pistoia,  Tip. 
Rossetti,  1-862,  in  foglio  piccolo. 

Questo  fu  il  primo  giornale  politico  che  si  pubblicasse  in  Pistoia  dopo 
la  rivoluzione  del  1859.  Fu  promosso  dal  Sig.  Babbini  e  da  lui  in  gran 
parte  compilato. 

—  Per  la  istituzione  in  Pistoia  di  una  Società  di  Mutuo 
soccorso  tra  gli  Operai,  Programma.  Pistoia,  1861,  in  8.° 

• —  Discorso  inaugurale  per  la  Società  degli  Operai.  Pisto- 
ia. Tip.  Rossetti,  1861,  in  16.° 

—  Estremo  saluto  alle  mortali  spoglie  del  Can.  Luigi  Venzi 
parroco  a  Valdibure  presso  Pistoia.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1863, 
in  8.° 

Pagg.  8.  coli'  epigrafe  sepolcrale  composta  anch'  essa  dallo  stesso  autore. 

—  Il  Testamento  di  Niccolò  Puccini  e  il  Popolo  Pistoiese 
Osservazioni  critiche.  Prato,  Tip.  Giachetto  1863,  in  8.° 

Pagg.  28.  L'  autore  dedica  questo  suo  lavoro  a  Cesare  Sighinolfi  scultore 
della  Statua  colossale  eretta  sulla  Piazza  del  Duomo  al  Card.  Niccolò  Forte- 
guerri  per  disposizione  testamentaria  di  Niccolò  Puccini.  Nella  lettera  dedi- 
catoria ci  dice  qual  intendimento  ebbe  nello  scrivere  :  ho  scritto  soltanto 
nell'  interesse  del  nostro  popolo,  ....  io  ho  scritto  perchè  troppo  bramava 
di  vedere  un  giorno  i  voti  del  grande  nostro  benefattore  sinceramente  e 
lealmente  compiuti.  E  speriamo  che  i  desideri  del  chiariss.  autore  siano 
soddisfatti. 


—  Roma  e  V  Italia  alla  partenza  delle  truppe  francesi.  Fi- 
renze, Tip.  del  Giglio,  1866,  in  8.0 

Pagg.  21. 

—  L'  Italia  nel  1867,  storia  politica  militare.  Firenze,  Tip. 
Bencini,  1867,  in  8.0 

Il  testo  di  quest'  opera  è  lavoro  originale  del  Sig.  Babbini,  e  mi  è  grato 
rivendicarlo  al  suo  vero  autore,  sebbene  per  necessità  economica  fosse  pub- 
blicato col  nome  di  Gustavo  Frigesy,  al  quale  la  lingua  italiana  era  del  tutto 
ignota. 

— -  Il  Corriere  dei  Municipi,  Giornale  istruttivo  dei  prodotti 
dell'  ingegno  e  del  lavoro  in  Italia.  Firenze,  Tip.  del  Gi- 
glio, 1867,  in  fol.  piccolo. 

Questa  pubblicazione  destò  assai  interessamento  per  la  sua  novità,  ed  è  la- 
voro originale  esclusivamente  del  Sig.  Babbini. 

—  Ricordanze  storiche  degli  appennini  pistoiesi  a  Biagio 
Caranti.  Firenze,  Le  Monnier,  1868,  in  8.° 

—  Ad  Ismaii  Pascià  Kedevi  dell'  Egitto  ospite  illustre  di 
Vittorio  Emanuele  II  Re  d'  Italia  ec.  Firenze,  stabilimento 
Pellas,  1869,  in  8.0 

Sono  8.  epigrafi. 

—  Niccolò  Puccini,  Giornale  degli  Interessi  Comunali  di 
Pistoia.  Firenze,  Tip.  Cellini,  1871,  in  8.0 

Fu  pubblicato  e  scritto  per  intiero  dal  Babbini  ;  ma  dopo  sei  numeri  cessò. 
Molti  altri  scritti  politici,  amministrativi  ed  economici  dello  stesso  autore 
si  trovano  nel  giornale  «  Il  Diritto  »  degli  anni  1863  -  18C4-  1865  in  cui  il 
Babbini  ne  fu  redattore  principale  :  nel  «  Nuovo  Diritto  »  di  Firenze  del 
quale  fu  direttore  nel  1866  :  nel  Monitore  dei  Comuni  »  nelF  «  Associazione 
Rivista  Economica  »  i  quali  pure  diresse  negli  anni  1867,  1868,  1869  e  1870. 

■ —  Appunti  politici.  21  Gennaio  1872.  Firenze,  Tip.  Gal- 
letti e  Socci,  1872,  in  8.° 

—  Per  1'  abolizione  del  Dazio  Consumo  in  Italia,  Annota- 
zioni. Firenze,  Stab.  Civelli,  1873,  in  8.<> 

—  Italia  e  Germania,  Epigrafi  ;  in  4.°  grande 

Splendida  edizione  in  carta  distinta,  senza  indicazione  di  luogo  e  di  stam- 
patore, ma  fatta  a  Roma  dalla  tipografia  dei  fratelli  Rechicdei.  Le  epigrafi 
sono  in  numero  di  ventitré,  ed  esprimono  altrettante  analogie  storiche  tra 
1'  Italia  e  la  Germania.  È  libretto  assai  raro  perchè  se  ne  tirarono  sole  SO 
copie,  delle  quali  la  mnggior  parte  furono  spedite  in  Germania. 


—  36  — 

—  L'  Epoca,  Programma  di  un  nuovo  gran  Giornale  ita- 
liano. Roma,  Tip.  Rechiedei,  1873,  in  8.0 

—  Le  città  ed  i  comuni  suburbani,  studio  amministrativo, 
con  un  appendice  sulle  questioni  relative,  fra  il  Comune  e 
Circondario  di  Pistoia.  Pistoia,  Tip.  Rossetti,  1874,  in  8.° 

Pagg.  L1I  -  80  e  due  carte  in  fine  non  numerate.  Questo  studio  ammini- 
strativo che  meritamente  ha  destato  si  vivo  interesse  fra  noi,  tocca  delle 
vere  cagioni  per  cui  oggi  i  comuni  cittadini  si  trovano  in  generale  deca- 
denza ;  ed  è  ammirenale  per  la  copia  della  dottrina  non  meno  che  per  la 
saggezza  delle  vedute.  L'  appendice  contiene  i  seguenti  scritti  :  Pistoia,  e  la 
Circoscrizione  territoriale  del  Regno  (già  pubblicato  nel  Giornale  la  Nazione, 
anno  1861)  :  —  Appunti  sull'  amministrazione  Comunale  di  Pistoia  :  —  I  co- 
muni suburbani  e  il  Dazio  di  Consumo  di  Città  :  —  L'  emigrazione  pistoiese 
e  la  decadenza  paesana  :  —  Le  finanze  del  Comune  e  il  nuovo  prestito  :  — 
Sull'  annessione  delle  cortine  al  comune  di  Pistoia. 

Itali  ioli  Luigi. 

Cantata  in  lode  di  Gaetano  Donizzetti.  Pistoia,  Tip.  Cino, 
1864,  in  I6.0 

Fu  eseguita  nel  Teatro  Cino  la  sera  del  25  Febbraio  1864-,  sopra  musica 
del  maestro  Tito  Piccoli. 

. —  Punizione  e  Perdono,  Commedia  in  due  atti.  Pistoia, 
Tip.  Cino,  1869,  in  12.° 

È  in  versi  martelliani.  Questa  commedia  forma  il  fascicolo  primo  di  una  col- 
lana, che  1'  autore  aveva  in  animo  di  pubblicare  ;  ciò  che  poi   gli  fu  impe 
dito  dalla  morte. 

jBaldesi  l'aia.   Giuseppe. 

Institutiones  Theologico-Morales  ad  usum  publici  Gynnasii 
pistoriensis.  Pisciae,  1778-79  ex  Societate  Tipograf.  Voi.  1 
e  2  :  --  e  Pistoni,  tjpis  Attonis  Bracali,  1779-1780,  voi. 
3.  4.  5.  e  6,  in  8.° 

È  indirizzato  a  Mons.  Giuseppe  Ippoliti  Patrizio  Pistoiese  e  Véscovo  di  Cor- 
tona, e  quindi  di  Pistoia,  al  quale  l'autore  dice  nella  lettera  dedicatoria  di  avere 
sottoposto  questo  suo  lavoro  a  Mons.  Gaetano  Incontri  Arcivescovo  di  Firenze 
e  d'  essere  stato  da  lui  incoraggiato  a  darlo  in  luce. 

Baldi  Lazzaro. 

Breve  compendio  della  vita  e  morte  di  S.  Lazzaro  Monaco 
e  insigne  pittore.  In  Roma,  1681,  in  12.° 


—  37  — 

—  La  stessa.  In  Roma  1715,  nello  stamp.  della  R.  C.  Ap. 
in  12.o 

Pagg.  64.  Seconda  edizione,  procurata  dal  Dott.  Filippo  Luzzi,  che  la  dedi- 
cò al  Card.  Francesco  Barberini.  Lazzaro  Baldi,  pittore  di  qualche  merito, 
nacque  in  Pistoia  nel  1624  :  morì  in  Roma  il  50  Marzo  1703.  Vedansi  Pa- 
scoli, vite  dei  Pittori,  tom.  2,  pagg.  Ib5  :  Tolomei  Guida  di  Pistoia,  ed    altri. 

Baldi  Francesco. 

De  Igne,  Luce  et  Fluido  Electrico,  Propositiones  Phisicae 
quas  publice  defendendas  proponit  Franciscus  Baldi  ec,  Fio- 
rentiae,  ex  novo  typog.  Bouchardiano,  1790,  in  8.0 

Parrebbe  dal  titolo  che  questo  opuscolo  non  contenesse  che  le  proposizioni 
o  i  temi  da  sciogliersi  ;  contiene  invece  una  Dissertazione  su  quella  mate- 
ria, che  va  fino  alla  pag.  71,  dopo  la  quale  trovansi  le  propositiones  dispu- 
tandae  che  occupano  il  rimanente  del  libro  fino  alla  pag.  82  che  è  1'  ultima. 

■ —  Memorie  dell'  Antico  Monastero  di  S.  Francesco  di  Liz- 
zano trasferiti)  nel  soppresso  Convento  di  San  Pier  Mag- 
giore in  Pistoia,  dopo  la  rovina  di  quel  Castello.  Pistoia, 
Manfredini,  1817,  in  8.° 

Baldi  log.  Luigi. 

Sui  Telegrafici  Elettrici,  Memoria.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1851 
in  8.° 
Pagg.  22. 

Baldinotti  Bartolomeo. 

Carmina. 

Sono  manoscritte  nella  Bib.  Nazionale  di  Firenze  ;  ed  hanno  questi  titoli  : 
Carmen  ad  Nicolaum  de  Fabronibus  :  —  Carmen  de  civitate  Pistorii  :  — 
Carmen  ad  Blasium  De  Peris  de  recedendo  ab  amore. 

—  Orationes. 

Manoscritte  nella  suddetta  Biblioteca.  Questo  Baldinotti  fu  dotto  legista,  e 
insegnò  Gius.  Civile  nell'  Università  di  Pisa  dal  1475  al  1477  e  nel  1478  in 
Pistoia,  quando  per  la  pestilenza  fu  trasferita  in  questa  città  V  Accademia 
pisana,  dove  risiedè  fino  al  1479.  (V.  Fabroni,  Historia  Acad.  Pisanae  tom. 
1.  pag.  87). 


—  38   — 

Per  testimonianza  del  P.  Zaccaria  fece  anche  un  Commento  latino  sopra  la 
Divina  Commedia,  un  altro  Commento  sul  Digesto  antico  in  due  volumi  ; 
ed  annotò  le  Satire  di  Persio  ;  i  quali  lavori  rimasti  sempre  inediti,  sono 
ora  dispersi. 

Baldinotti  Brigida. 

Lettere. 

Stanno  nella  raccolta  fatta  dal  Canonico  Biscioni  col  titolo  :  Lettere  di  Santi 
e  Beati  Fiorentini,  Firenze,  Mouche,  1736,  in  4.  Una  lettera  di  questa  Bal- 
dinotti  diretta  alle  Monache  di  Santa  Maria  Nuova  di  Firenze  conservasi  nel 
Cod.  LI  della  Bib.  Naz.  di  Firenze  (Palat),  e  si  trova  pure,  con  diversa  le- 
zione, nel  Codice  della  stessa  Biblioteca  segnato  di  N.°  LXXXI. 

Baldinotti  Girolamo. 

Discorso  che  V  Eloquenza  e  gli  ornamenti  maggiori  della 
lingua  vengano  giudiziosamente  adoperati  nello  stile  epi- 
stolare. 

Trovasi  nelle  Lettere  Miscellanee  di  Bonifazio  Vannozzi,  Tomo  terzo  in  prin- 
cipio. 

—  Lettera  in  risposta  a  Pier  Lorenzo  Forteguerri  sopra 
1'  edizione  del  secondo  tomo  degli  avvertimenti  politici  del 
Vannozzi. 

Sta  nel  tomo  secondo  degli  stessi  Avvertimenti  politici  del  Vannozzi.  La  let- 
tera è  in  data  del  15  Ottobre  1610. 

—  Discorso  sopra  gli  Avvertimenti  di  Mons.  ,  Bonifazio 
Vannozzi. 

Nel  voi.  3  dei  medesimi  Avvertimenti  politici  in  principio.  È  indirizzato  a 
Sebastiano  Forteguerri. 

—  Eime. 

Manoscritte  nella  Biblioteca  Forteguerri  nel  cod.  seg.  103  a  carte  1  e  A. 
Queste  rime  sono  una  Canzone  in  morte  del  Cav.  prior  Montemagni  e  Bati 
Rospigliosi,  ed  un  sonetto  a  Bonifazio  Vannozzi  per  la  raccolta  da  lui  fatta 
in  morte  dei  medesimi.  Lo  stesso  Vannozzi  in  una  lettera  a  Fulvio  Ghir- 
landi ricorda  un'  altra  canzone  del  Baldinotti  scritta  in  morte  del  Cav.  Gio- 
vanni Sozzifanti  «  un  mio  amico  che  non  vorrebbe  passar  per  poeta,  e  pur 
lo  è,  ha  piangendo  cantato  questi  pochi  versi  »  (Leu.  misceli,  tom.  3.  pag.  276) 

—  Relazione  dell'  Immagine  della  Vergine  delle   Porrine. 

Questa  relazione  fu  tratta  nel  1628  da  un  codice  antico  in  pergamena  appar- 
tenente all'  opera  di  S.  Iacopo,  che  si  conserva  nel  nostro  Archivio    Como- 


—  39  — 

naie,  e  dal  Baldinotti  tradotto  in  volgare.  Il  Cav.  Francesco  Toloniel  la  pub- 
blicò poi  in  gran  parte  tra  i  documenti  del  suo  libro  «  Memorie  della  Imma- 
gine di  31.  SS.  delle  Porrine,  Pistoia,  1817.  Narransi  in  essa  diversi  miracoli 
operati  da  questa  immagine  ;  e  nel  racconto  del  prodigio  de  eo  qui  reveln- 
vit  proditorem  Civitatis  Pislorii  si  hanno  alcune  interessanti  notizie  per  la 
storia  della  nostra  città. 

—  La  Damigella  Comica,  Commedia. 

Manoscr.  inedito  ora  disperso.  Fu  recitata  in  Pistoia  nel  pubblico  palazzo 
dei  Priori  il  10  Febbraio  1608.  Ecco  come  ne  parla  il  Vannozzi  in  una  let- 
tera al  Cav.  Girolamo  Lunadoro  :  «  La  Bella,  la  nuova,  1'  ingegnosa  et  arti- 
«  fitiosa  Commedia  del  nostro  gentilissimo  Sig.  Girolamo  Baldinotti,  si  reci- 
«  tò  nel  pubblico  palazzo  della  Signoria  di  Pistoia  a'  10  di  questo,  solen- 
«  nissimamente,  con  apparato  bellissimo  et  con  numerosissima  udienza  di 
«  Dame,  di  Cavalieri  ec.  tirati  dal  grido  dell'  opera  che  superò  1'  espetta- 
«  tione.  V.  S.  sa  quanto  vaglia  1'  ingegno  del  Sig.  Baldinotti.  Egli  sdegnò 
«  esser  mediocre  in  tutte  le  cose  buone.  Spero  che  V.  S.  si  harà  una  co- 
«  pia  :  tra  tanto  legga  il  cartello  de'  signori  Comici  intitolatisi  gli  Rumili 
«  et  il  prologo  della  Commedia  denominata  la  Damigella  Comica.  £  .  .  .  se 
bene  la  commedia  vai  per  se  stessa,  ed  è  C9sa  fuor  dell'  ordinario,  tuttavia 
«  il  valore,  1'  eccellenza,  la  pratica,  lo  studio  de'  signori  recitanti,  con  lava- 
«  ghezza  dei  loro  habiti,  la  sollevò  et  illustrò  grandemente  »  E  qui  ne  da 
la  nota,  dove  leggesi  tra  gli  altri  il  nome  di  Sebastiano  Forteguerri  e  di 
Giovanni  Visconti.  (Lett.  Misceli,  tom.  2  pag.  621). 

—  Vita  del  B.  Andrea  Franchi  dell'  ordine  di  S.  Domeni- 
co Vescovo  di  Pistoia,  e  di  Messer  Bartolomeo  suo  fratello 
proposto  di  Prato  scritta  nel*  1616. 

Manoscr.  ricordato  dal  Moreni  nella  Bibliog.  storica  della  Toscana,  come  esi- 
stente presso  di  lui. 

Saldinoti!  Tommaso. 

Rime. 

Manoscritto  cart.  in  4.  nella  Bibl.  Forteg.  diviso  in  i.  parti,  seg.  di  n.  48. 
Il  codice  è  autografo,  di  bellissima  lettera  e  ben  conservato,  co'  titoli  in  rosso 
che  sono  scritti  tutti  in  lingua  latina.  Contiene  un  gran  numero  di  sonetti, 
qualche  altra  composizione  di  metro  diverso,  e  varie  poesie  latine. 

Un  altro  codice  delle  Rime  italiane  del  Baldinotti  è  nella  Bibliot.  nazio- 
nale di  Firenze  (Palai)  È  in  forma  di  4.,  appartiene  al  secolo  XV,  e  conta 
e.  84.  Comincia  «  Thommae  Baldinotti  hetruscorum  carminum  libellus  ad 
Pamphi'am  pulcherrimam  primus  et  amatorius  incipit  feliciter.  »  Il  codice, 
come  si  rileva  da  questo  titolo,  è  un  canzoniere  per  la  bellissima  Panfila, 
debole  imitazione  petrarchesca  :  sulla  parete  interna  della  prima  guardia  ha 
scritto  d'  altra  mano  «  Domino  suo  Honofrio  Bracciolini©  Baldinoctus  De 
Baldinocìis  ex  affectione    concessit  :  »  ed  ha  in  fine  V  indice    delle  poesie, 


—  40  — 

le  quali  tra  sonetti  e  altre  rime  sono  257,  e  distinte  in  due  libri.  Questi 
eodici  appartennero  a  Fabio  Baldinotti,  il  quale  ne  trasse  una  scelta  di  ri- 
me che  pubblicò  col  titolo  : 

—  Saggio  di  Rime  Toscane  di  Tommaso  Baldinotti  estrat- 
to dai  manoscritti  del  detto  autore  ec.  In  Pisa,  per  Fran- 
cesco Bindi,  1702,  in  8.0 

Pagg.  XIII  —  202,  non  compreso  V  antiporta  e  il  ritratto  in  rame  del  poeta. 
Raccolta  pubblicata,  come  abbiam  detto,  da  Fabio  Baldinotti,  e  da  lui  dedi- 
cata a  Ferdinando  I  Granduca  di  Toscana.  Alla  dedicatoria  fu  seguito  un 
Elegia  del  celebre  Angelo  Poliziano,  ed  un  sonetto  di  Alessandro  Marchetti 
in  lode  dell'  autore.  Delle  rime  del  Baldinotti  vedasi  il  giudizio  che  ne 
diede  l'illustre  Tommaseo  nelP  «Antologia»  tom.  48  all'articolo  «Gita  nel 
pistoiese  »  :  e  di  questa  edizione  un  articolo  critico  nel  Giornale  dei 
letterali  d'  Italia,  tom.  21. 

—  Oratio  ad  Pistorienses. 

Inedita.  È  ricordata  dal  Cinelli  nella  sua  opera  non  compiuta  Toscana  lette- 
rata che  si  conserva  nella  Nazionale  di  Firenze.  Ora  è  perduta,  e  perduti 
sono  del  pan  altri  lavori  del  baldinotti,  che  forse  più  delle  rime  avrebbero 
illustrato  il  suo  nome,  vo'  dire  il  commento  a  Lucano,  a  Tibullo,  a  Virgilio 
e  alle  Tragedie  di  Seneca.  Nacque  il  Baldinotti  nel  1429  da  Baldinotto  Bal- 
dinotti e  di  Violante  Bracali  ambedue  nobili  famiglie  pistoiesi.  Studiò  al- 
l' Università  di  Parigi  ;  donde  tornato  in  Patria,  attese  di  proposito  alla 
poesia,  della  quale  lasciò  come  abbiamo  visto  numerosi  saggi.  Presso  la  vec- 
chiaia si  fece  Sacerdote,  e  fu  curato  d'anime.  Morì  nel  1301.  Fu  in  rela- 
zione con  Lorenzo  il  Magnifico,  con  Antonio  Forteguerri  fratello  di  Scipio- 
ne, e  col  celebre  Angelo  Poliziano,  il  quale  compose  in  sua  lode  quelP  e- 
lcgia  che  è  posta  innanzi  al  suddetto  Saggio. 

Baldinotti  GiuMano. 

Della  stessa  famiglia  che  i  precedenti  Bartolomeo  e  Tommaso.  Ascritto  all'  or- 
dine dei  Gesuiti,  andò  missionario  alle  Indie  nel  1621,  e  morì  in  giovine 
età  nel  1631.  Scrisse  una  relazione  dei  suoi  viaggi,  che  al  tempo  del  P. 
Zaccaria,  dal  quale  è  ricordata,  si  conservava  nella  Libreria  del  Convento 
dei  Gesuiti  in  Roma.  Della  famiglia  Baldinotti  vedi  il  Gamurrini,  Istoria 
genealogica  delle  famiglie  toscane  e  il  Discorso  genealogico  toccante  la  fami- 
glia Baldinotti  scritto  da  Seb.  Benedetto  Bartolozzi,  Firenze  1758,  in  4. 

Banchieri  Vincenzo. 

Rime. 

Manoscr.  nella  Bibliot.  Forteguerri  a  carte  146  del  Codice  seg.  175  col  ti- 
tolo «  Scelta  di  Rime  di  diversi  »  Sono  tre  sonetti  ed  hanno  questi  titoli 
«  A  Pistoia  sua  patria  »  —  per  1'  occasione  della  saetta  data  in  nel  tempio 
della  M.  Del  Humiltà  »  nell'  occasione  della  venuta  degli  Spagnoli  » 


—  41 


Kai-ttiarehl  Luigi. 


Dell'  Origine  e  progressi  delle  Società  Operaie,  Lettura  po- 
polare. Pistoia,  Tip.  Niccolai  e  Quarteroni,  1868,  in  8.° 


Baroni  Achille. 


Rime. 


Due  Epigrammi  latini  ed  una  canzone  italiana,  quest'  ultima  indirizzata  ad 
Averardo  Medici,  stanno  nella  raccolta  fatta  dal  P.  Narducci  pei  funerali 
celebrati  a  Pistoia  nella  morte  di  Don  Francesco  Medici,  col  titolo  Urbis 
Pistoriensis  Monodiae  Funerale»  Florentiae  1614-  in  4.  pag.  56,  S6  e  58.  Un 
anagramma  di  questo  Baroni  si  ha  pure  nella  Croce  [{acquistata  del  Braccio- 
lini Ed.  di  Firenze  1618,  in  principio. 

Bartoli  Guglielmo. 

Istruzione  Pastorale  del  Cittadino  Curato  Gio.  Guglielmo 
Bartoli  al  suo  popolo  dello  Spirito  Santo  in  Pistoia.  In  Pi- 
stoia, 1779,  presso  il  Cittadino  Manfredini,  in  4.° 

Bartolini-Visconti  Alberico. 

La  fama  consolata  per  la  nascita  di  Gio.  Maria  Visconti 
nobil  patrizio  pistoiese,  Genetliaco.  In  Bologna,  per  il  Sar- 
ti, 1687,  in  12.° 

Bartolioi  Cesare. 

Discorso  Inaugurale  alle  lezioni  di  Storia  naturale  letto 
nel  Liceo  Forteguerri  di  Pistoia.  Firenze,  Tip.  Bencini, 
1860,  in  8.o 


;.  20.  È  tiratura  a  parte  dal  Giornale  «Lo  sperimentale»    anno  XII,  to- 
mo V. 

Bartolomei  Luca. 

Cronaca  della  Venuta  dei  Bianchi  e  della  Morìa. 

Manoscritto  cart.  in  k.  nella  Bibliot  .Riccardiana  di  Firenze  2.  II.  n.  5,  e 
nella  Forteguerriana  di  Pistoia  cod.  n.  135.  «  Comincia.  Qui  cominciano  le 
«  Chroniche  et  fatti  notabili  degni  di  memoria  facte  e  composte  et  ordinate 
«  di  sua    propria    mano    scripte  per  lo  egregio  di  molte  scienze  pieno  Ser 


—  42  — 

«  Luca  di  Bartolomeo  Notaio  da  Pistoia  defuncto,  e  riducte,  e  facte  ridur- 
«  re  in  questo  volume  a  memoria  del  decto  Ser  Lueha  per  me  Pavolo  di 
«  Bartolomeo  notaio  da  Pistoia  fratello  di  detto  Ser  Luca,  cominciando  dalla 
«  venuta  dei  Bianchi  e  fìniendo  come  seguita  ec.  » 

La  Cronaca  comincia  dal  1599  anno  dalla  venuta  dei  Bianchi  e  comprende 
lutto  V  anno  1400.  Il  codice  della  Forteguerriana  è  una  copia  fatta  dal  Cav. 
Annibale  Brunozzi  nel  1724  sopra  altra  copia  esistente  allora  nel  Convento 
di  S.  Domenico.  Quest'  ultima  era  stata  trascritta  dall'  autografo  per  opera 
del  P.  Giuseppe  Guidi,  ma  non  vi  si  conservò  l'  ortografìa  dell'  originale  ap- 
partenuto alla  famiglia  pistoiese  Dal-Pino,  e  che  è  quello  esistente  ora  nella 
Biocardiana. 

11  Lami  ne  diede  un  Saggio  nel  catalogo  della  Biblioteca  Riccardiana,  ed 
un  lungo  estratto  nelle  sue  «  Lezioni  Toscane  »  tom.  2.  pag.  638,  lez.  XVIII 
col  titolo  «  Dei  Flagellanti  in  Toscana.  » 

ISartolozzi  Sei*.  ^Benedetto. 

Delle  Lodi  del  Bali  Tommaso  Gaetano  Medici,  Orazione  re- 
citata nella  Veri.  Compagnia  dell1  Arcang.  Raffaello  detta 
della  Scala,  ove  le  solenni  esequie  di  lui  si  celebravano 
la  sera  del  17  Gennaio  1750.  In  Firenze,  per  Casimiro  e 
M.  Pieri,  1750,  in  4.° 

Il  Mazzucchelli  non  registrò  tra  le  opere  del  nostro  autore  questa  orazione. 

* —  Vita  di  Iacopo  Vignali  pittor  fiorentino.  In  Firenze  1753, 
per  gli  Eredi  Paperini,  in  4.° 

Pagg.  XXXI.  È  dedicata  al  Principe  Niccolò  Pallavicini,  ed  ha  anche  in  prin- 
cipio il  ritratto  in  rame  del  pittore  Vignali  :  di  quest'  opera  vedasi  il  «  Ve- 
neto Novellista»  dell'anno  1753,  pag.  91,  il  quale  rimprovera  all'autore 
«  che  le  notizie  da  lui  esposte  si  potevano  meglio  ordinare  e  distendere,  e  ri- 
vestirle con  maggior  eleganza  e  vivacità  di  stile  » 

—  Vita  di  Antonio  Franchi  Lucchese,  Pittor  Fiorentino, 
In  Firenze  1754.  per  Gaetano  Albizzini,  in  4.° 

Pagg.  XXVI.  Con  dedica  al  Senatore  Leonardo  Del  Riccio,  e  col  ritratto  in 
rame  del  Pittore  Franchi.  11  «  Novellista  Veneto  »  criticò  anche  questo  la- 
voro, dicendo  che  1'  autore  vi  continua  ad  usare  le  solite  sue  espressioni  che 
peccano  sempre  d'  anfibologia.  Il  Lami  all' opposto  nelle  «  Novelle  letterarie  » 
di  Firenze,  anno  1754  lo  rammenta   con  parole  di  lode. 

— ■  Discorso  Genealogico  toccante  la  Famiglia  Baldinotti  e 
coerentemente  altre  illustri  famiglie  di  Pistoia  intervegnenti 
alle  prove  cimentate  dall'  Illustriss.  Sig.  Cav.  Girolamo 
Baldinotti  ec.  nella  Sacra  ed  eminentissima  Religione  Ge- 
rosolimitana ec.  In  Firenze,  1758,  nella  stamperia  Albiz- 
zjana,  in  4. 


—  43  — 

BataccliloU  Filippo. 

Dissertatici  Academica  et  forensis  in  Digestorum  titulum 
«  ad  Legem  Rhodiam  de  Iactu  »  Pisis,  Typ.  Io  Dom.  Ca- 
rotti,  1773,  in  4.» 

Pagg.   14.  È  dedicata  ad  Antonio  Marinoni. 
ISclielmoni  Mazzeo  di  Ser  Giovanni. 

Statuti  dell'  Opera  di  S.  Iacopo  di  Pistoia,  Volgarizzati 
T  anno  1313  da  Mazzeo  di  Ser  Giovanni  Bel!ebuoni,  con 
due  inventari  del  1340  e  del  1401,  documenti  utilissimi  per 
la  conoscenza  dnlla  lingua,  dei  costumi  ec.  pubblicati  da 
Sebastiano  Ciampi  ec.  Pisa,  presso  Ranieri  Prosperi,  1814. 
in  4.° 

Questa  traduzione  fatta  nel  buon  secolo,  e  citata  anco  dagli  Accademici  della 
Crusca,  è  da  considerarsi  come  uno  dei  più  antichi  monumenti  scritti  della 
lingua  italiana  :  in  mezzo  ad  alcune  voci  barbare,  se  ne  riscontrano  alcune  a 
torto  dimenticate  dagli  scrittori  dei  secoli  posteriori,  e  di  altre  si  potrebbero 
rnche  abbellire  i  moderni  vocabolari.  Il  chiarissimo  editore  vi  aggiunse  molte 
note,  sia  per  la  spiegazione  di  molte  voci  usate  negli  Statuti,  come  per  il- 
lustrare ciò  che  nei  medesimi  si  riferisce  alla  storia,  alle  belle  arti  ec, 

—  Volgarizzamento  della  Storia  della  Guerra  Troiana  di 
Guido  Giudice  dalle  Colonne  di  Messina. 

Manoscritto  nella  Biblioteca  Riccardiana  di  Firenze.  Il  Bcllebuoni  fece  questo 
volgarizzamento  nel  1533,  e  questa  data  è  notata  nel  Codice  stesso  ;  è  ine- 
dito, ed  è  citato  anche  dalla  Crusca.  Il  lavoro  originale  di  Guido  che  meglio 
sarebbe  chiamarlo  un  Romanzo,  non  è  altro  che  la  Storia  della  Guerra  di 
Troia,  scritta  già  da  Darete  Frigio,  e  stampata  la  prima  volta  a  Colonia  nel 
1474.  Guido  vi  aggiunse  le  sue  visioni  e  formò  del  tutto  un'  opera  in  cat- 
tivo latino.  Nondimeno  dice  Schoell,  questo  Romanzo  fu  tradotto  in  tutte  le 
lingue  europee,  ed  eccitò  un  entusiasmo  generale.  Da  queir  epoca  le  grandi 
case  d'  Europa  non  conobbero  gloria  più  insigne  che  quella  di  discendere 
da  uno  degli  eroi  di  Grecia  ;  ed  i  monaci  formavano  a  gara  genealogie  di 
nomi  greci  e  romani,  che  hanno  alcun  analogia  co'  nomi  de'  principi  sovrani 
del  medio  evo.  Guido  intraprese  quest'  opera  nel  1287  per  richiesta  di  Mat- 
teo de  Porta  Arcivescovo  di  Salerno,  e  fu  stampata  la  prima  volta  nel  1477. 
Oltre  la  traduzione  del  Bcllebuoni,  altre  se  ne  hanno  di  quest'  opera  :  una 
attribuita  a  Filippo  Ceffi  fiorentino  fu  stampata  a  Venezia  nel  1481  per 
Antonio  de  Alessandria  della  Paglia,  ed  è  stampa  assai  rara  :  ve  ne  è  pure 
un'  altra  di    un    anonimo  veneziano,  quest'  ultima  inedita.  Ma  il  più  antico 


—  44  — 

volgarizamento  è  quello  fatto  nel  1522  da  Binduccio  dello  Scelto;  la  sua  tra- 
duzione perù  non  si  deriva  dall'  opera  latina  di  Guido,  ma  da  altro  volgarizza- 
mento già  fatto  con  molte  amplificazioni  in  Francia.  Il  Codice  del  Bellebuoni 
com'  abbiam  detto  ;  è  nella  Riecardiana  di  Firenze,  e  sappiamo  che  appar- 
tenne a  Bernardo  Davanzati  :  un  altro  codice  era  un  tempo  tra  i  mano- 
scritti degli  Accademici  della  Crusca,  che  molto  se  ne  servirono  pel  loro 
vocabolario  ;  ma  ora  è  disperso  :  un  terzo  era  presso  il  Redi,  che  lo  ricorda 
così  nelle  postille  del  suo  vocabolario  :  «  Nelle  postille  marginali  manoscritte 
ho  citato  il  mio  testo  a  penna  di  Guido  Giudice,  che  è  un  testo  antichis- 
simo, e  correttissimo,  scritto  in  carta  pecora  in  foglio,  ottimamente  :  »  ma 
non  saprei  dire  se  questi  codici  ultimamente  citati  contenessero  il  volgariz- 
zamento del  Bellebuoni  o  quello  attribuito  al  Ceffi. 

Belliiicioni  Camilla. 

Rime 

Negli  «Atti  dell'Accademia  Pistoiese  di  Scienze  e  Lettere  »  tom.  1.  pagi- 
ne 251  e  294.  Sono  un  sonetto  sopra  il  peccato  originale,  ed  uno  scherzo 
poetico  a  Tirsi.  Altre  rime  di  questa  donna  si  trovano  manoscritte  nelP  Ar- 
chivio di  detta  Accademia,  ma  sono  di  poco  pregio. 

Bellucci  Tommaso. 

Index    Plantarum    Horti    Pisani  ec.  Florentiae,  ex  Typog, 
sub  Signo  Stellae,  1662,  in  16.° 

Raro.  L'  autore  registrò  in  questo  libro  molte  piante  non  prima  descritte  da 
altri,  ma  così  brevemente,  e  con  nomi  tanto  superficiali,  che  non  poteva 
servire  ad  altro  se  non  che  alle  ostensioni  pubbliche  da  farsi  agli  scolari  ; 
e  questo  fu  anche  il  giudizio  che  ne  diede  Angelo  Fabroni  nella  sua  «  Ili- 
storia  Academiae  Pisanac  »  «  Belluccius  ipse  nonnullarum  (plantarum)  men- 
«  tionem  fecit  cum  a.  1662  Catalogum  contextuisset  emissetque  earum  re- 
«  rum,  quae  Pisanum  hortum  ornabant,  in  quo  illud  reprehendi  posse  vi- 
ce detur,  quod  reiectis  descritionibus,  nimium  brevitati  consuluerit  »  (tom.  3 
pagina  225). 

Il  Bellucci  insegnò  la  Botanica  nella  Università  di  Pisa  dal  1647  al  1672, 
diresse  l'orto  botanico  dal  1641  al  1673,  e  insegnò  anche  1' Anatomia  in- 
torno al  1655  dopo  la  morte  di  Gio.  Francesco  Ridolfi.  Leggo  infatti  in  una 
lettera  di  Filippo  MagalottiViportata  dal  Fabroni  nella  Storia  dell'  Università 
di  Pisa  :  «  Ebbero  principio  fino  da  Lunedi  passato  dopo  desinare,  le  lezioni 
della  notomia  con  frequenza  grande  al  solito,  e  maggiore  talvolta  del  con- 
sueto, per  quanto  mi  dicono,  così  perchè  già  molto  tempo  non  se  n'  erano 
fatte,  come  forse  per  curiosità  ancora  di  sentire  il  nuovo  professore  prò 
interim  il  sig.  Dott.  Bellucci.  Ha  egli  cominciato  con  buon  cuore  dimostran- 
do ancora  di  non  avere  perdonato  a  fatica  per  riuscir  bene  :  se  poi  sia  per 
dare  intiera  soddisfazione  in  materia,  che  se  niun  altra  lo  richiede,  questa 
crederei  io,  che  volesse  uomini  consumatissimi,  non  saprebbe  fin'  ora  la  mia 
debolezza  giudicare.  » 

Intorno  a  Tommaso  Bellucci  vedi  anche  il  Targioni,  Notizie  degli  Ingran- 
dimenti delle  Scienze  Fisiche  in  Toscana. 


Bellucci  Gregorio. 

Universalis  ac  perutilis  argumentandi  Methodus,  Florentiae, 
1563,  in  4.° 

Bellucci  Sigismondo. 

Istoria  della  Madonna  dell'  Umiltà  di  Pistoia. 

Ms.  cart.  in  i.n  nella  Riccardiana  di  Firenze. 
Biagio  Biagi. 

Rime. 

Le  ricorda  il  P.  Zaccaria  nella  sua  Bibliot.  Pistoriens.  «  Berni  stylum  adama- 
«  vit,  quo  etiam  non  pauca  conscripsit  etrusca  carmina»  e  ci  racconta  che 
lasciò  anche  qualche  scritto  sull'  Aritmetica  e  sulla  Botanica.  Questo  Biagi 
nacque  a  Lizzano,  e  fu  monaco  dell'ordine  dei  Vallombrosani.  Morì  nel  1735. 

Biagini  Luigi. 

Lettera  indirizzata  al  Dott.  Pietro  Visconti,  contenente 
alcune  osservazioni  sulla  scoperta.  Ienneraria.  Firenze, 
stamperia  Reale,  1805,  in  8.° 

Pagg.  25. 

—  Omelia  sopra  il  Vangelo  della  XIII.  Domenica  dopo  la  Pen- 
tecoste, in  cui  si  parla  della  utile  scoperta  dell'  innesto  del 
Vaiolo  vaccinato,  recitata  dal  Vescovo  di  Goldstad,  tradotta 
in  italiano  con  aggiunta  di  una  breve  istoria  e  di  osserva- 
zioni sul  vaiolo  vaccino  di  Luigi  Biagini.  In  Pistoia,  per 
i  Manfredini,  1805,  in  8.0 

Pagg.  VII-48  ed  una  in  fine  non  numerata  contenente  1'  errata.  È  dedicala 
a  Mons.  Francesco  Toli  vescovo  di  Pistoia  :  ma  il  Biagini  non  fu  il  tradut- 
tore di  questo  Omelia  che  era  già  stata  volta  in  italiano  e  stampata  a  Mi- 
lano :  egli  non  fece  che  riprodurla,  aggiungendovi  di  suo  una  breve  analisi 
istorica  dell'  origine  e  della  scoperta  del  vaiolo  vaccino,  e  varie  osserva- 
zioni sugli  innesti  da  lui  eseguiti. 

— ■  Rapporto  Storico-Medico  delle  inoculazioni  Ienneriane 
eseguite  in  Pistoia  dal  Dott.  Luigi  Biagini.  Firenze,  1808, 
dalla  stamp.  Imp.  in  8.° 


—  46  — 

Pagg.  148.  Non  è  questa  una  secca  narrazione  di  fatti,  ma  piuttosto  un  trattato 
filosofico  della  scienza,  ordinalo  con  perspicuità,  eseguito  con  precisione, 
dettato  con  stile  fluido  e  nitido,  che  richiama  al  pensiero  gli  scritti  del  Re- 
di ;  emerge  sopra  il  comune  uso  del  tempo  e  degli  scrittori  di  scienze  me- 
diche. Ci  fa  conoscere  poi  quanto  operoso  e  sapiente  progatore  della  bene- 
fica scoperta  di  Ienner  fosse  il  Biagini. 

■ —  Memoria  sulF  indole,  metodo  di  cura  e  preservativi  della 
corrente  malattia  petecchiale  d'  un  clinico  pistoiese  ec. 
Pistoia,  Manfredini,  1817,  in  8.°  . 

È  anonimo.  Fu  dall'  autore  indirizzata  al  Dott.  Luigi  Cecchini  medico  con- 
dotto a  S.  Marcello,  e  da  questi  data  in  luce. 

3S3&gÌEiì  Cas»Io. 

Cenni  intorno  al  Meccanismo  naturale  del  parto,  quando  il 
feto  presenta  all'  orifìzio  dell'  utero  la  faccia.  Prato,  Gia- 
chetto 1832,  in  8.o 

Pagg.  21,  ed  una  carta  in  fine  binnea. 

—  Su  di  un  caso  di  lacerazione  del  Perineo  curata  con  la 
satura  cruenta.  Lettera  al  Dott.  Giovanni  Mazzoni.  Pistoia, 
Manfredini,  1834,  in  8.° 

Pagg.  8  comp.  il  frontespizio. 

—  Epigrafi  Gratulatorie.  Pistoia,  Manfredini,  1834,  in  16.° 

Sono  due  epigi  afi,  seguite  da  altre  del  prof.  Pietro  Contrucci,  e  furono  pub- 
blicate in  occasione  delle  nozze  Rospigliosi-Frediani. 

—  Prolusione  nella  circostanza  del  nuovo  anno  scolastico 
1837  letta  nello  studio  dei  RR.  Spedali  Riuniti  di  Pistoia 
ec.  Firenze,  1838,  in  8.° 

Pagg.  12. 

Epigrafi  per  la  Festa  delle  Spighe.  Pistoia,  Tip.  Bracali, 
1842,  in  8.o 

Pagg.  4.  Stanno  anche  negli  «  Atti  della  Festa  delle  Spighe  »  Anno  2.°  1842. 

■ —  Relazione  degli  Onori  Parentali  a  Michelangelo  Buo- 
narroti celebrati  dall'  Accademia  Pistoiese.  Pistoia,  1838, 
in  8.° 


47 


Biagiiii  Pietro. 

Dell1  ostruzione  del  condotto  nasale.  Memoria.  Pistoia,  Tip. 
Cino,  1838,  in  8.0 

Dedic.  al  Dott.  Francesco  Camici. 

Nuovo  metodo  di  Litotomia  Pubo-Restale,  e  perfeziona- 
mento del  grande  apparecchio  lateralizzato  di  Chaselden, 
Memoria,  Pistoia,  Tip.  Cino,  1839,  in  8.0 

Pagg.  23. 

—  Intorno  alle  condizioni  economico-sanitarie  di  Pistoia 
e  suo  circondario,  e  sulla  necessità,  e  sui  mezzi  più  idonei 
per  migliorarle,  studi  corredati  dei  voti  adesivi  del  profes- 
sor Pietro  Contracci,  Priore  Domizio  Sgrilli,  e  Dott.  Fran- 
cesco Chiappelli.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1854,  in  8.» 

Pagg.  lo. 
Siiteli  ifions.  Enrico. 

Orazione  di  S.  Gio.  Grisostomo  che  mostra  come  niuno 
può  essere  offeso  da  altri  che  da  se  stesso,  /volgarizzamento 
dal  Greco  dell'  Ab.  Enrico  Bindi.  Pistoia,  Tip.  Vescovile, 
1840,  in  8.0 

Elegantissima  traduzione,  degna  dello  stile  del  Grisostomo.  Fu  questo  uno 
dei  primi  lavori,  con  cui  il  Bindi,  oggi  gloria  vivente  di  Pistoia,  fece  co- 
noscere alla  repubblica  letteraria  quello  che  era ,  è  ciò  che  sarebbe 
per  divenire  L'  Arcangeli,  che  fu  suo  amicissimo,  così  gliene  scriveva  : 
«  Non  ho  avuto  tempo  per  riscontrarlo,  almeno  in  qualche  parte  col 
greco,  ma  giudicandolo  pel  lato  della  vaghezza  dello  stile  italiano,  io 
ti  dirò  che  nulla  di  meglio  si  potrebbe  desiderare.  Nella  lettera  dedicatoria 
v'  è  quello  che  tutti  non  sanno  trovare,  benché  in  apparenza  sia  così  fa- 
cile a  vedersi  ;  voglio  dire  quello  che  i  francesi  chiamano  1'  a  propos,  » 
La  lettera  dedicatoria  al  Sacerdote  Domizio  Luigi  Sgrilli  novello  Parroco 
alla  chiesa  prioria  dello  Spirito  Santo  a  nome  dei  maestri  Convittori  del 
Seminario  è  pure  essa  del  Bindi,  come  rilevasi  da  questo  passo  dell'  Ar- 
cangeli. 

—  Lettera  al  Sacerdote  Angiolo  Tangocci  novello  parroco. 

Trovasi    nella    raccolta    di   rime    pubblicata    per    l'  elezione  del  P.  Angiolo 
Tangocci  a  parroco  di  Fognano,  Pistoia  Tip.  Vescovile,  18i2. 


—  I  Commentarti  della  Guerra  Gallica  e  Civile  di  Caio 
Giulio  Cesare,  con  note  italiane  compilate  da  Enrico  Bindi. 
Prato,  Tip.  Aldina,  1844,  in  12.<> 

Fa  parte  della  «  Biblioteca  dei  Classici  Latini  con  commenti  italiani  per  uso 
delle  Scuole  »  ideata  dall'  Arcangeli,  e  intorno  alla  quale  lavorarono  anche  il 
Bindi,  il  Vannueci  e  il  Tigri.  Vi  sta  innanzi  un  discorso,  che  fu  impresso 
anche  a  parte,  col  titolo  «  Della  Vita  e  delle  opere  di  Giulio  Cesare,  discor- 
so premesso  alle  note  italiane  sui  commentari  della  Guerra  Gallica  e  Civile. 
Prato,  Tip.  Aldina,  1844,  in  12. 

—  La  stessa.  Prato,  Tip.  Aldina,  1851,  in  12,° 

Seconda  edizione  che  si  avvantaggia  molto  sulla  prima  peri  non  pochi  mi- 
glioramenti che  il  Bindi  vi  fece,  e  per  la  gelosia  con  la  /iuale  curò  1'  esat- 
tezza e  la  correzione  del  testo. 

—  Riflessioni  sopra  certi  gusti  de'  nostri  tempi. 

Sta  nei  Monumenti  del  Giardino  Puccini,  Pistoia,  Tip.  Gino,  1845,  in  8. 

—  Meditazione  della  povertà  di  Santo  Francesco,  Pistoia, 
Tip.  Cino,  1847,  in  16.° 

Pubblicazione  fatta  in  unione  a  Pietro  Fanfani,  che  vi  fece  le  note  filologi- 
che :  la  prefazione  è  del  Bindi.  Questa  graziosa  scrittura,  citata  anche  da- 
gli Accademici  della  Crusca,  fu  tratta  da  un  codice  della  biblioteca  del 
Convento  di  Giaccherino,  disperso  poi  nell'  ultima  sopprcsione. 

—  Opere  piagate  di  Q.  Orazio  Fiacco,  riscontrate  sui  mi- 
gliori testi,  e  provvedute  di  note  italiane  per  cura  di  En- 
rico Bindi.  Prato,  Tip.  Aldina,  1847,  in  12,  voi.  2. 

Fa  parte  della  «  Biblioteca  di  Classici  latini  »  di  sopra  ricordata.  Il  chiarissimi 
editore  pel  testo,  oltre  le  meglio  riputate  edizioni,  si  giovò  di  nn  Codice 
oraziano  del  Secolo  decimoquarto  che  si  trova  ora  nella  Forteguerriana. 

Le  note  sono  abbondantissime  ;  e  a  fine  poi  di  far  conoscere  a'  giovani 
più  addentro  e  con  men  sopracciglio  1'  indole  d'  Orazio,  «  mi  venne  quei 
«  ghiribizzo,  dice  il  Bindi  nell'  avvertimento,  che  egli  stesso  dovesse  rac- 
«  contare  la  propria  vita  ;  lo  che  non  mi  fu  difficile,  avendo  egli,  come  il 
«  vecchio  Lucilio,  dipinto  se  stesso  nelle  sue  opere,  non  altrimenti  che  in 
«  un  (Juadro.  Ben  s'  intende  però  eh'  io  fui  attento  di  tirargli  su  le  calze 
«  assai  discretamente,  perchè  costui  non  versasse  più  che  non  era  onesto  » 

■ —  La  stessa.  Prato  Tip.  Aldina,  1850-51,  in  12.° 

Seconda  edizione  :  dei  miglioramenti  per  cui  questa  si  distingue  dalla  pre- 
cedente così  ne  parla  il  Bindi  nella  prefazione  :  P  ho  corretta  in  più  luoghi 
nella  elocuzione,  ho  fatto  qualche  giunterella  ;  alcune  interpetrazioni  ho  modifi- 
cate, altre  ho  rifatte  di  nuovo,  ammaestrato  dalle  amichevoli  critiche,  e  da  quel 
più  che  si  va  imparucchiando  a  proporzione  che  la  vita  ci  sfugge.  »  Altre 
edizioni  di  quest'  opera  si  fecero  negli  anni  seguenti  dalla  Tip.  Aldina  , 
1'  ultima  delle  quali,  che  è  la  quinta,  nel  1870. 


—  49  — 

—  In  funere  Io.  B.  Rossi  pistoriensis  et  pratensis  Pontificis 
Ellogium,  inscriptiones  et  tituli. 

Stanno  nell'opuscolo  «  Elogio  di  Mons.  Gio.  Batta  Rossi  »  scritto  dal  Can . 
Giovanni  Breschi,  Pistoia,  Tip.  Bracali  1849.  in  8. 

—  Tre  lettere  di  Lorenzo  il  Magnifico  agli  Operai  di  S. 
Iacopo,  e  allo  Spedalingo  del  Ceppo  di  Pistoia. 

Neil'  «  Archivio  Storico  italiano  »  App.  X,  con  esemplari  a  parte,  prece- 
dute da  un  avvertimento  dell'  editare  Enrico  Bindi,  che  le  corredò  anco  di 
qualche  nota,  La  prima  di  queste  trovasi  autografa  nell'  Archivio  Comunale 
di  Pistoia  :  la  seconda  nell'  Archivio  dello  Spedale  del  Ceppo. 

—  Cinque  lettere  di  San  Basilio  Magno  al  Grande  Atana- 
sio recate  di  greco  in  volgare,  con  alcune  note  del  Can. 
Enrico  Bindi,  Pistoia,  Tip.  Cino,  1850  in  8.° 

Pagg.  23.  L'  Editore  vi  ha  aggiunto  una  Lauda  falla  per  Feo  Belcari,  copiata 
da  un  codice  del  Secolo  decimoquinto,  e  cui  egli  tiene  per  non  più  stam- 
pata. 

—  I  Pistoiesi  alla  difesa  di  Prato  nel  sacco  del  1512.  Let- 
tera al  Compilatore  del  Calendario  Pratese. 

Nel  detto  Calendario  Pratese,  anno  1850.  Il  Bindi  coli'  aiuto  di  una  Storia 
manoscritta  di  un  tal  Sebastiano  Trinci  di  Pistoia,  da  lui  ritrovata  nella  Bib. 
Naz.  di  Firenze  ci  dà  in  questa  sua  lettera  nuovi  e  importanti  ragguagli 
intorno  ai  soccorsi  recati  dai  pistoiesi  alla  città  di  Prato  nel  memorando  sac- 
co dato  dagli  Spagnuoli  a  quella  città  nel  1512. 

—  Notizia  Biografica  di  Mons.  Benedetto  Conversini  pisto- 
iese, vescovo  d'  Iesi.  Prato,  per  Ranieri  Guasti,  1851,  in  8.° 

Pagg.  32.  È  dedicato  a  Mons.  Ferdinando  Baldanzi  pratese  vescovo  di 
Volterra. 

■ —  Di  San.  Gio.  Grisostomo  del  Sacerdozio,  libri  VI  vol- 
garizzati e  con  annotazioni  illustrati  da  Michelangiolo  Gia- 
comelli. Prato,  per  Eanieri  Guasti,  1852,  in  12.° 

Pagg.  LXVI.  240.  Questa  edizione  fu  curata  dal  nostro  Sig.  Bindi,  il  quale 
vi  premise  una  dotta  prefazione,  dove  più  specialmente  discorre  di  quest'  o- 
pera  del  Grisostomo  ;  ed  una  notizia  del  traduttore,  nella  quale  raccoglie 
quanto  più  importa  a  conoscersi  della  vita  e  degli  scritti  di  quel  sommo  gre- 
cista, che  fu  il  Giacomelli,  a  compimento  di  quanto  ne  scrissero  già  il  Ma- 
ìani,  il  Fabroni,  il  Lombardi,  il  Verri,  il  Ciampi,  ed  altri. 

Capponi,   Bibliogr.  Pisi.  &. 


—  50  — 

—  17  Opere  di  Bernardo  Davanzati  ridotte  a  corretta  le- 
zione coli'  aiuto  de  manoscritti  e  delle  migliori  stampe  e 
annotate  per  cura  di  Enrico  Bindi.  Firenze,  Le  Monnier, 
1853,   in  16.°  Voi.  % 

Pregevole  lavoro  nel  quale  il  chiarissimo  editore  esaminando  le  antiche 
stampe  ed  i  ms.  che  tuttora  ci  restano  del  Davanzati,  e  facendo  continui 
raffronti,  ha  potuto  raddrizzare  il  testo  in  malti  luoghi,  dove  gli  edi.tori  lo 
avevano  guastato,  ritornandolo  così  alla  germana  sua  forma.  Al  libro  poi  ha 
mandato  innanzi  un  «  Discorso  della  vita  e  delle  opere  di  Bernardo  Davanzati  », 
pregevole  non  tanto  per  esattezza  storica  quanto  per  garbata  e  pura  favella, 
come  per  semplice  e  piacente  stile.  A  questo  segue  1'  albero  della  famiglia 
Davanzati,  la  Bibliografia  delle  opere  di  Bernardo,  corredata  anco  delle  de- 
dicatorie e  prefazioni  delle  antiche  e  nvgliori  stampe,  per  i  quali  documen- 
ti non  pure  si  chiariscono  punti  bibliografici,  ma  si  apprendono  le  occasioni 
le  cagioni  e  le  ragioni  del  modo  col  quale  precede  il  Davanzati  nelle  sue 
opere  :  viene  appresso  la  stirpe  di  Augusto  e  di  Livia  descritta  parimente 
dal  Davanzati.  In  quanto  alle  cure  spese  dal  chiariss.  editore  intorno 
al  testo,  e  alle  illustrazioni  chi  egli  vi  ha  fatto,  non  saprei  come  meglio 
darne  notizia,  che  riportando  quanto  in  proposito  dice  egli  medesimo  nella 
prefazione.  «  Rispetto  al  volgarizzamento  di  Tacito,  dal  confronto  delle  stam- 
pe originali,  e  d'  una  parte  del  manoscritto  che  serbasi  nella  Magliabechia- 
na,  ho  raccolto  ricca  finesse  di  varianti,  provenute  da  mutazioni  e  pentimenti 
del  traduttore,  e  utilissime  agli  studi  della  lingua  e  dello  stile.  Vero  è  che 
queste  non  vanno  più  la  de'  primi  sei  libri  degli  Annali,  perchè  il  resto  del 
volgarizzamento  è  postumo  e  privo  delle  seconde  cure  ;  nò  si  ha  per  esso 
altra  guida  che  la  brutta  stampa  del  Nesti.  Tuttavia  non  lieve  aiuto  mi  ha 
recato  il  tenermi  sempre  dinanzi  il  testo  latino,  usando  la  stupenda  edizio- 
ne data  ultimamente  in  Zurigo  sui  ms  Laurenziani,  da  Baitter  e  Orelli. 
(Turici,  1846-48.) 

Dirò  anche  una  parola  delle  noterelle  che  mi  è  parso  d'  apporvi,  le  quali, 
sopra  tutto,  mirano  a  far  leggere  questo  volgaiizzamento  senza  doversi 
fermare  a  ogni  tratto  a  cercare  vocabolari  o  altro  ;  spiegando  esse,  senza 
troppi  infrascamenti  filologici,  paiole  e  locuzioni  antiquate  o  fiorentine  ;  av- 
vertendo alcune  inesattezze  del  traduttore  ;  accennando  le  parole  del  testo 
latino,  dove  o  la  curiosità  o  il  bisogno  pareva  richiedere  ;  notando  alcuni 
gravi  errori  delle  altre  stampe  ;  riferendo,  dove  tornasse  più  opportune,  al- 
cune varianti  o  mutazioni  ;  (le  più  le  abbiamo  relegate  in  fondo  al  volume) 
avvertendo  dove  il  traduttore  ha  seguito  lezioni  non  ricevute  da'  migliori 
testi  ;  dichiarando  fina  di  rado)  qualche  erudizione  storica  più  necessaria 
alla  intelligenza  ;  ritraducendo,  o  da  me  o  col  Dati  o  col  Politi  o  col  Valc- 
riani  o  con  un  Ms.  anonimo  del  Sec.  XVI,  qualche  frase  frante  sa,  o  troppo 
bassa  o  troppo  chiusa.  Ne'  primi  sei  libri  le  noterelle  mie  sono  distinte  col- 
1'  asterisco,  per  non  confonderle  colle  postille  del  traduttore. 

Ho  conservato  anche  i  copiosi  Indici  delle  matcricj  si  perchè  di  gran  co- 
modità agli  studiosi,  si  ancora  perchè  scritti  dal  Davanzati    medesimo,    che 


—  51  — 

vi  usò  voci  e  locuzioni  onde  si  può  vantaggiare  non  poco  la  lingua.  Quello 
de'  primi  sei  libri,  da  lui  stampato  nell'  Imperio  di  Tiberio  Cesare,  1'  avrai 
in  fine  di  questo  volume  (il  primo)  :  quello  generale,  conforme  leggesi  nel- 
1'  edizione  del  Nesti,  chiuderà  il  secondo. 

La  stessa  cura  ho  recato  nelle  opere  minori.  Per  lo  Scisma  ho  seguito  l'e^ 
dizione  romana  del  Facciotto,  uscita  vivente  1'  autore,  tenendo  conto  anche 
di  quella  curala  da  Bartolomeo  Gamba,  che  la  condusse  sopra  un  manoscritto 
Marciano,  il  quale  offre  infinite,  e  per  lo  più,  buonissime  varietà,  che  ho 
notate  accuratamente.  Per  la  Coltivazione  Toscana  non  occorreva  cercare 
stampe,  esistendo  il  manoscritto  originale,  che  mi  ha  dato  modo  di  correg- 
gere assai  errori  e  di  notare  alcuni  pentimenti  dell'  autore,  che  tanto  gio- 
vano a  chi  vuole  addentrarsi  ne'  segreti  dell'  arte.  Anche  le  poche  Lettere 
che  ci  restano,  furono  collazionate  sugli  autografi.  Questi  mancano  per  le 
altre  scritture  ;  ma  v'  ha  però  molte  copie  ms.  che,  per  essere  del  tempo, 
non  hanno  piccola  autorità Ci  troverai  pure  qualche  cosa  d'  inedi- 
to, qualche  sonetto,  qualche  frammento,  e  poco  altro.  Più  avrei  dato  se  le 
mie  cure  non  fossero  tornate  vane.  » 

« —  Panegirico  di  San  Vincenzo  De-Paoli,  Firenze,  1855, 
in  8.° 

—  Della  Vita  e  delle  opere  di  Giuseppe  Arcangeli,  Discorso. 

Sta  innanzi  al  Voi.  1  delle  «  Prose  e  Poesie  di  Giuseppe  Arcangeli.  Fi- 
renze, Tip.  Barbera,  1857,  in  12°  »,  ed  in  esso  si  narrano  gli  studi,  il  pro- 
fessorato, i  viaggi,  le  fatiche  e  le  vicende  letterarie  dell'  Arcangeli.  La  sud- 
detta edizione  delle  Prose  e  Poesie  dell'  Arcangeli  si  deve  alle  cure  del 
Sig.  Bindi,  che  ebbe  a  compagno  delle  sue  fatiche  il  chiariss.  Sig.  Cesare  Gua- 
sti pratese. 

—  Della  necessità  di  preparare  gli  studi  colla  buona  edu- 
cazione, discorso  detto  in  Pistoia  nella  solenne  inaugura- 
zione dell'  le  R.  Liceo  Forteguerri  il  12  Gennaio  1857, 
Pistoia,  Tip.  Bracali,  1857,  in  8.o 

Che  eleganza  di  dettato,  e  di  quante  sublimi  massime  è  ripieno  questo  di- 
scorso !  Eppure  oggi  che  tanto  si  discute  sui  metodi  di  educazione,  e  da 
chi  meno  ne  su,  e  con  quel  bel  frutto  che  lutti  possiamo  vedere,  il  discorso 
del  Bindi  non  sarà  forse  neppure  letto  ! 

—  Nella  solenne  processione  di  Gesù  Morto  fatta  in  Pisto- 
ia dalla  Ven.  e  Regia  Arciconfratcrnita  della  Misericordia 
e  della  Morte,  Allocuzione  al  popolo.  Pistoia,  Tip.  Bracali, 
1857,  in  8.o 

■ —  Elogio  funebre  di  Mons.  Leone  Niccolai  Vescovo  di  Pi- 
stoia e  Prato  letto  nella  cattedrale  di  Pistoia  la  mattina  del 
16.  Luglio  1857,  Pistoia,  Tip.  Bracali,  1857,  in  8.° 


—  Lo  Commedie  di  Terenzio  e  alcune  di  Plauto  espurgate 
e  annotate  per  uso  delle  scuole  ec.  Prato,  Tip.  Alberghetti 
e  Comp.  1858,  in  16°  Voi.  2. 

Fa  parte  della  Bibliot.  dei  Classici  latini  più  volte  ricordata.  Il  Bindi  oltre 
all'  aver  premesso  a  questa  edizione  un  trattato  sul  teatro  comico  degli  an- 
tichi, diviso  in  tre  parti,  la  corredò  di  eruditissime  note,  nelle  quali  non  solo 
interpetra  i  più  difficili  luoghi  dei  due  antichi  scrittori,  ma  vi  riporta  an- 
cora molte  locuzioni  italiane  corrispondenti  a  quelle  latine,  avendo  riguardo 
più  all'  utilità  di  comparare  le  latine  colle  toscane  eleganze,  che  alle  diffi- 
coltà della  frase.  Ad  ogni  scena  poi  vi  premette  un  argomento  piuttosto 
largo,  a  meglio  chiarire  V  intreccio  della  favola,  e  a  mettere  in  vista  i  luo- 
ghi più  notevoli.  Pel  testo  di  Terenzio  il  Bindi  seguì  V  edizione  del  Giunti 
di  Firenze  del  1865,  colla  recensione  del  Faernio  ;  valendosi  anche  delle 
correzioni  fatte  postcrioramente  a  Terenzio  da  Bentley  :  per  quello  di  Plauto 
seguì  la  stampa  di  Lipsia  del  1829,  non  senza  consultare  il  Lambino,  il  Gro- 
novio  e  il  Boethe  ;  ma  non  tenendo  conto  degli  accenti  ritmici  trovati  già 
dal  Bentley,  perchè  gli  parvero  di  niuna  o  poca  utilità. 

—  La  stessa,  Prato,  Tip.  Alberghetti  e  Compagni,  1864, 
in  16.°   Volume  2. 

Seconda  edizione,  che  non  è  priva  di  qualche  miglioramento. 

- —  Le  confessioni  di  S.  Aurelio  Agostino,  volgarizzate  dai 
Can.  Enrico  Bindi.  Firenze,  Barbèra,  1864,  in  32. 

—  La  stessa,  seconda  edizione  riveduta,  corretta,  e  aumen- 
tata del  volgarizzamento  della  vita  del  Santo  scritta  da 
Possidio.  Firenze,  Barbera,   1869,  in   16.° 

Ediz.  di  Pag.  LXXVI-407  col  ritratto  del  Santo  in  principio.  Sono  da  ri- 
cordarsi tra  gli  scritti  di  Mons.  Bindi  anco  le  helle  pastorali  che  egli  diresse 
alle  Diogesi  di  Pistoia  e  Prato,  e  di  Siena,  non  poche  delle  quali  mi  dicono 
sieno  state  ristampate  in  un  volume  a  Parma  ;  alcune  elegantissime  prose 
inserite  nella  strenna  «  La  Bosa  d'  ogni  mese  »  stampata  a  Firenze  dal  Cel- 
imi negli  anni  1863  e  1864-  ;  varie  rime,  lavori  giovanili,  pubblicate  in  di- 
verse raccolte  ec.  V  editore  F.  Sansoni  di  Firenze  ha  annunziato  in  questi 
giorni  la  pubblicazione  di  due  volumi  del  Bindi,  contenenti  scritti  di  Let- 
teratura Latina  e  Italiana. 

ESonacclii  Francesco. 

Affettuose    considerazioni    per  la  divozione    fruttuosissima 
della  via    Crucis.  In  Pistoia,  1722,  nella  Stamperia  di  Gio. 
Silvestro  Gatti,  in  18.° 
Pa$2.  or>. 


—  -53  — 

—  La  debolezza  del  lume  naturale  a  conoscere  Dio,  critica  me- 
tafisica ec.  In  Pistoia,  1728,  per  il  Biagioni  e  Franchi,  in  4o 

Pagg.  8U  e  e.  5.  in  principio  ed  una  in  fine  non  numerata. 

—  De  sermonibus  et  Martyrio  S.  Zenonis  Episcopi  Vero- 
nensis  libri  duo  ;  Item.  dissertalo  de  Martyrii  titillo  a 
Sancto  Gregorio  Magno  sancto  Invernali  Ep.  Narniensi 
tributa,  et  in  Eliam  Dupin  de  Ioanne  Ieiunatore  Notatio- 
nes.  Pistoni,  1740,  ex  Tipograph.  Io  Silv.  Gatti,  in  12.° 

Pagg.  18-175  col  ritratto  del  Santo  in  principio.  È  dedicala  al  celebre  Gian 
Iacopo  Scarfantoni  Canonico  e  Proposto  della  cattedrale  di  Pistoia.  Vuol 
dimostrare  il  Bonacehi  nel  primo  libro  che  eccettuali  assai  pochi  già  noli 
agli  eruditi,  tutti  gli  altri  novantatrè  sermoni  sono  opera  di  S.  Zenone  :  e 
ho  detto  vuol  dimostrare,  e  non  dimostra,  perocché  mi  sembrano  assai  me- 
schini gli  argomenti,  co' quali  risponde  ad  uomini  dottissimi  che  la  pensaro- 
no diversamente,  come  il  Tillemont,  uno  dei  migliori  storici  della  chiesa, 
sebbene  evidentemente  giansenista  ;  il  Bellarmino,  il  Labbè,  il  Dupin,  il 
Combelìsio  (e  non  il  Combefìo,  come  il  Bonacehi  lo  chiama),  ed  altri. 

Nel  secondo  libro  il  Bonacehi  seguendo  ciecamente  il  Baronio,  il  quale 
ancora  non  sempre  colse  nel  segno,  cerca  dimostrare  il  martirio  di  S.  Ze- 
none :  ma  non  riesce  invece  a  provare  che  la  sua  poca  dottrina,  e  la  poca 
pratica  che  ha  nelle  materie  ecclesiastiche.  Lascio  di  citare,  che  non  è  mio 
ufficio,  quanto  dicono  in  proposilo  gli  scrittori  surricordati,  e  dirò  solo  che 
nella  edizione  delle  opere  di  S.  Zenone  pubblicata  in  Verona  nel  1759  dai 
fratelli  Ballerini  con  una  erudizione  e  con  una  critica  a  cui  non  è  facile 
replicare,  si  prova  essere  una  favola  che  S.  Zenone  sia  vissuto  sotto  1'  Im- 
pero di  Gallieno,  e  che  sotto  il  medesimo  soffrisse  il  martirio,  come  sostie- 
ne il  Bonacehi,  mentre  fu  solo  confessore,  e  visse  intorno  ai  tempi  di  S. 
Ambrogio  nel  Secolo  IV. 

Fanno  seguito  ai  due  libri  sopra  S.  Zenone  una  dissertazione  sul  titolo 
di  martire  dato  da  S.  Gregorio  Magno  a  San  Giovenale  Vescovo  di  Narni,  ed 
alcune  note  a  Dupin  sopra  ciò  che  nella  sua  Biblioteca  scrive  di  Giovanni 
Digiunatorc  Patriarca  di  Costantinopoli. 

Un'  aspra  critica  fu  fatta  dal  Lami  a  quest'  operetta  nelle  Novelle  Lettera- 
rie dell'  Anno  1745,  alla  quale  il  Bonacehi  tentò  di  rispondere  colla  seguente: 

—  Lettera  di  Francesco  Bonacehi  Sacerdote  Pistoiese  agli 
eruditissimi  Signori  Autori  delle  Novelle  Letterarie  di  Fi- 
renze. In  Pistoia,  1743,  per  Gio.  Silvestro  Gatti,  in  8.0 

Pagg.  52.  A  questa  si  replicò  nelle  suddete  Novelle  dell'  anno  1845,  pag.  711 
con  nuovi  argomenti  ;  e  poiché  il  Bonacehi  nella  sua  risposta  non  aveva  u- 
sata  la  maggior  cortesia,  i  novellisti  lo  pungono  senza  misericordia,  fino  a 
dirgli  che  egli  avrebbe  provato  il  martirio  di  S.  Zenone  quando  i  castagni 
della  montagna  pistoiese    diventeranno     cedri    del    Libano.  È  bene    avvertire 


per  altro  che  lo  stesso  Bonacchi  nella  lettera  che  or  ora  citeremo,  non  soie 
riconobbe  da  se  stesso  molte  inesattezze  nelle  quali  era  caduto,  ma  confes- 
sò ancora  essere  prudente  consiglio  di  non  decidere  nulla  circa  il  martirio 
di  S.  Zenone. 

—  Lettera  di  Adoxo  Asmeni  a  Giandomenico  Stellanti  cir- 
ca la  relazione  del  libro  intitolato  le  Sensazioni  e  la  Im- 
maginazione vindicate,  fatta  dai  Signori  autori  delle  no- 
velle Letterarie  di  Firenze,  con  alcune  riflessioni  d'  incerto 
autore  sopra  le  novelle  Letterarie  degli  8  Novembre  1843 
In  Pistoia,  per  Gio.  Silvestro  Gatti,  1743,  in  4.° 

Sotto  il  nome  di  Adoxo  Asmeni  si  nasconde  il  P.  Francesco  Bonacchi,  il 
quale  volle  con  questa  lettera  rispondere  alle  censure  fatte  a  lui  dai  no- 
vellisti di  Firenze  nell'  occasione  di  esaminare  un  libro  di  un  certo  Stellanti 
intitolato  «  Le  Sensazioni  e  la  Immaginazione  vindicate  all'  anima  umana  » 
Aveva  questo  Stellanti  tenuto  più  volte  delle  dispute  filosofiche  col  nostro 
Bonacchi  specialmente  sulla  filosofia  di  Cartesio,  e  veduto  che  era  difficile 
smuovere  da  certe  sue  opinioni  il  Bonacchi,  (che  secondo  il  Lami  poco  valeva  in 
filosofia),  pensò  di  stamparle  ;  si  appellò  insomma  al  paese,  come  direb- 
bero certi  messeri  del  giorno.  Le  novelle  letterarie  nella  loro  sistematica 
opposizione  a  tutto  ciò  che  sapeva  di  Bonacchi,  diedero  ragione  allo  Stel- 
lanti, e si  tornò  anche  sulla  questione  di  S.  Zenone.  Anche  le  ri- 
flessioni d'  incerto  che  fan  seguito  a  questa  lettera  sono  del  Bonacchi  ;  e  si 
ebbero  risposta  nelle  suddette  novelle  letterarie  del  lo  Decembre    ì7io. 

—  Sancti  Zenonis  Episcopi  Veronensis  Epoclta,  Dissertatio 
critica,  accessit  De  Martyrio  S.  Zenonis  Dissertatio  Sae- 
cunda,  Venetiis,   1751,  typis  Ioannis  Tiberini,  in  12.° 

È  necessaria  continuazione  dell'  altra  operetta  sui  Sermoni  e  sul  martirio 
di  S.  Zenone  di  sopra  ricordata.  Le  detta  edizione  dei  Sermoni  di  questo 
Santo  fatta  dai  fratelli  Ballerini  nel  1729,.  e  che  il  Bonacchi  allora  non  ave- 
va, a  quanto  sembra,  peranche  conosciuto,  gli  diede  occasione  a  trattare 
nuovamente  questa  materia,  che  egli  svolge  con  nuovi  e  più  calzanti  ar- 
gomenti. 

—  Compendiosa  Dissertazione  in  cui  si  tratta  de'  Balli.  In 
Arezzo,  per  il  Bellotti,  1757,  in  4.° 

Boncompagni  Vincenzo. 

Foedus  Dominicum,  Oratio  de  Augustissimo  Altaris  Sacra- 
mento. Pistoni,  1663,  ap.  Petr.  Fortunatum,  in  4.° 

Pagg.  12.  1'  ultima  delle  quali  bianca.  Questa  orazione  fu  recitata  per  u- 
num  ex  clericis  Seminarli  in  tempio  urbis  principe,  e  1'  autore  la  dedicò 
agli  Accademici  Risvegliati  della  nostra  città. 


-  51)  - 
Borelli  Giuseppe. 

Fondazione  e  Progressi  della  Ven.  Abbazia  di  S.  Bartolomeo  dì 
Pistoia,  scritta  di  commissione  del  R.  P.  D.  Giuliano  Bal- 
dinotti  Abate  attuale  della  medesima  Badia.  In  Pistoia^  1754,, 
per  Atto  Bracali,  in  4<° 

Il  Mazzucchelli  «  (Degli  scrittori  d'  Italia)  »  non  fa  menzione  di  questo 
lavoro  del  Borelli  ;  forse  non  lo  curò  essendo  cosa  brevissima. 

—  Vitae  ac  gesta  Episcoporum  Pistoriensium. 

Ms.  cart.  autografo  in  4.°  nella  Biblioteca  del  Seminario  Vescovile  di  Pistoia. 
È  corredato  di  varie  postille  e  note  d'  anonimo,  il  quale  confuta  con  molta  a- 
sprezza  1'  autore  in  varii  punti.  Una  copia  in  gran  parte  autografa,  ma  non 
compiuta  la  possiede  pure  il  chiarissimo  Mons.  Enrico  Bindi.  Nella  Biblio- 
teca Fortcguerri  si  conservano  le  bozze,  in  gran  parte  autografe,  di  que- 
st'  opera,  le  quali  appartennero  al  Canonico  Ferdinando  Panieri,  che  molto 
se  ne  giovò  pe' suoi  lavori  di  Storia  Ecclcsiastiea  pistoiese.  L'  opera  del  Can. 
Rosati  sullo  stesso  soggetto,  che  si  legge  a  stampa,  non  è  che  un  cattivo 
e  vuoto  compendio  di  questa  del  nostro  Borelli. 

—  Compendio  ovvero  Sunto  di  tutti  i  documenti  che  sono 
in  carta  pergamena  dell'  antico  Archivio  dei  Canonici  Re- 
golari Lateranensi  di  S.  Bartolomeo  di  Pistoia. 

Manoscritto  nella  Forteguerriana  di  Pistoia.  Fu  compilato  nel  175o  per  com- 
missione del  P.  Giuliano  Baldinotti,  allora  Abate  di  queir  Abbazia.  È  fatto 
per  ordine  cronologico  dei  documenti  (che  vanno  dal  748,  al  1700)  e  senza  di- 
stinzione di  materia.  Nel  frontespizio  però  vi  è  un  riassunto  per  materie  ; 
dal  quale  si  rileva  che  i  diplomi,  bolle,  testamenti  ce,  esistenti  in  quell'art  • 
chivio  ascendevano  a  1048. 

Bracali  Camenillo. 

Rime. 

Stanno  nella  raccolta  di  rime  «  Il  sesto  Libro  delle  Rime  di  diversi  eccellenti 
Autori  nuovamente  raccolte  et  mandate  in  luce  con  un  discorso  di  Girolamo 
Ruscelli.  In  Vinegia,  per  Gio.  Maria  Bonelli,  1555,  in  8.°  »  Altre  rime  sono 
manoscritte  nella  Biblioteca  Forteguerri  a  carte  142  e  seg*  del  Cod.  178.  Sono 
quattro  sonetti,  di  cui  uno  diretto  al  Card.  Farnese,  ed  una  Canzone  al  Se- 
llato di  Pistoia. 

Bracali  fìiislia. 

Rime. 

Tróvansi  nel  libro  «  Rime  diverse  di  alcune  nobilissime  e  virtuosissime  donne, 
raccolte  per  M.  Lodovico  Domenichi,  »  Lucca  Busgrado,  1S59,  e  Napoli,  per 
il    Bulifon,  1395,  in  8.° 


56  — 


Bracali  ftclvagg'ia. 

Rime. 

Nella  raccolta  sopra  citata  «  Rime  diverse  di  alcune  nobilissime  e  virtuosissime 
donne  »  ec.  Lucca,  Busgrado,  i  5S9,  in  8.° 

Bracali  Sallustio, 

Epigramma  Latino-Greco. 

Nella  raccolta  di  rime  fatta  dal  P.  Narducci  pei  lunerali  di  D.  Francesco 
Medici  «  Urbis  pistoriensis  Monodiae  Funerales.  »  Florentiae,  161£,    pag.  60. 

Bracali  Francesco. 

Sonetto 

Nella  suddetta  raccolta,  a  pag.  òl. 
Bracali  Iacopo. 

Rime 

Ms.  le  ricorda  il  P.  Zaccaria  senza  indicare  ove  si  trovassero  a' suoi  tempi: 
«  hetruscam  poesim  magna  cum  laude  sectatus  est.  » 

Braccìno  di  Ser  Orlando. 

Fu  medico  fisico  e  professore  a  Siena  nel  1509,  come  rilevasi  da  un  docu- 
mento pubblicato  dal  chiariss.  Seb.  Ciampi  nelle  note  alla  vita  di  Cino 
da  Pistoia.  Egli  insieme  con  Ranieri  da  Barga  scrisse  un'  opera  col  ti- 
tolo «  Librum  rationem  super  Chirurgiam  Galeni  »  che  si  conserva  manoscritta 
nella  Bib.  Imp.  di  Parigi. 

Bracciolini  Cosimo. 

Trattato  de1  Miracoli  dell'  Imagine  della  Vergine  Maria 
dell1  Umiltà  di  Pistoia,  del  principio  e  progresso  della  sua 
traslatione.  In  Firenze,  1580,  per  Bartolomeo  Sermantelli, 
in  12.° 

■ —  La  stessa,  nuovamente  data  in  luce  con  aggiunta  delle 
cose  più  notabili  della  Chiesa  ec.  In  Pistoia,  per  Pier  An- 
tonio Fortunati,  (senz'  anno,  ma  1661)  in  12° 

Dopo  1'  avviso  al  lettore  evvi  un  Sonetto  di  Paolo  Ciati  nella  traslazione 
della  predetta  Immagine.  Innanzi  poi  alla  nuova  aggiunta  dei  miracoli 
fatta  in  questa    edizione,  è  riportata  la  data  di  Firenze,  Sermantelli  1580  ; 


—  57  — 

sebbene  questa  edizione,  sia  del  Fortunati,  e  del  1G61.  Questo  trattato  è  in 
forma  di  dialogo,  tra  un  devoto  pellegrino  ed  il  priore  del  tempio  dove 
si  venera  V  immagine  di  Maria  SS.  dell'  Umiltà. 

—  La  stessa,  nuovamente  data  in  luce,  con  aggiunte  in- 
teressanti la  storia  di  quel  Santuario.  Pistoia,  Tip.  Cino, 
1839,  in  12.o 

In  questa  edizione  v'  è  aggiunta  la  descrizione  della  solenne  coronazione 
della  Imagine  fatta  nel  1766  per  mano  di  Mons.  Niccolò  Forteguerri  ;  il  di- 
scorso di  Pietro  Pelrini  già  pubblicato  nelP  «  Antologia  »  di  Firenze,  su 
Ventura  Vitoni  Architetto  del  tempio  di  Maria  Santissima  dell'  Umiltà  ;  e 
V  indicazione  delle  cose  più  notabili  che  in  questo  si  trovano. 

■ —  Vita  del  beato  Atto  Vescovo  di  Pistoia.  In  Firenze, 
1602,  in  4.o 

Il  Dondoli  (Della  Pietà  di  Pistoia)  dice  che  il  Bracciolini  fu  il  primo  che  la 
stampasse  de'  nostri  e  de'  forestieri  anche  per  extensum.  Fu  ristampata  in  Fi- 
renze, per  il  Giunti,  1606  in  4.  Il  Mazzucchelli  nella  sua  opera  degli  scrit- 
tori d'  Italia  non  conosce  né  1'  una  né  1'  altra  edizione,  e  sembra  che  la 
creda  peranco  manoscritta. 

1 —  Istruzione  a'  Sacerdoti  nella  quale  si  dimostra  princi- 
palmente le  qualità  che  debbono  avere  quelle  persone  che 
vogliono  essere  promosse  ali1  ordine  sacerdotale,  e  quale  esser 
debba  la  vita  dei  Sacerdoti  ec.  In  Firenze,  1602,  nella 
Stamperia  di  Michel.  Sermantelli,  in  8.° 
Pagg.  119. 

Bracciolini  Benigno. 

De  Laudibus  Horatii  Morandi  ex  generalis  Ordinis  Valli- 
sumbrosae  ec.  Romae,  Typ.  Francisci  Corbelletti,  1626,  in. 4. 

Di  questo  autore,  che  fu  monaco  vallombrosano  e  oratore  a'  suoi  tempi  ce- 
lebre, vedasi  il  Simi  nel  suo  catalogo  degli  illustri  vallombrosani  ;  Fulgen- 
zio Nardi  nei  Miscellanei,   ed  altri. 

Bracciolini  Francesco. 

—  L'  amoroso  sdegno,  favola  pastorale,  Venezia,  per  Gio. 
Batta  Ciotti,  1597,  in  12.° 

Carte  8  in  principio  non  numerate,  e  64  numer.  Ed.  originale  elegante  e 
poco  comune,  dedicata  dallo  stampatore  al  celebre  Gio.  Batta.  Guarini  con 
Mia  lettera  di  Venezia    del  6  Febbraio    11597.    Questa  pastorale  è  divisa  in 


—  58  — 

cinque  atti,  in  versi,  e  fu  composta  dal  Bracciolini  quando  avea  venti  anni. 
tfarTa  lo  stampatore  nella  prefazione  che  l'autore  non  voleva  farla  stam- 
pare, e  che  un  amico  tolse  per  suo  conto  di  pubblicarla  :  ma  sebbene  lavoro 
giovanile,  è  questa  una  delle  migliori  imitazioni  dell'  Aminta  e  del  Pastor 
Fido. 

—  Lo  stesso.  In  Milano,  per  Melchiorre  ed  Eredi  di  Ago- 
stino Tradate,  senz'  anno,  ma  1597,  in  12.° 

Seconda  edizione,  che  può  riguardarsi  come  migliore  della  precedente,  dap- 
poiché, scrive  il  Tradate  nella  lettera  ai  Leggitori,  essa  favola  fu  dal  suo 
autore  raggiustata  e  corretta. 

—  Lo  stesso.  Venetia,  1598,  in  12.° 

—  Lo  stesso,  In  Venetia,  per  Gio.  Batta  Ciotti,  1602,  in  12.° 

—  Lo  stesso,  con  1'  aggiunta  di  alcune  rime  pastorali  del- 
l' istesso  autore.  In  Milano,  per  Melchiorre  ed  Eredi  di 
Agostino  Tradate,  1611,  in  12.° 

Edizione   pregevole  solo  per  le  rime    pastorali  che  cominciano  a  pag.  159. 

—  Lo  stesso.  In  Napoli,  per  Domenico  di  Ferrante  Mac- 
carano,  1622,  in  12.° 

—  Lo  stesso.  In  Venetia,  per  Pietro  Miloco,  1623,  in  12.° 

—  Lo  stesso.  Milano,  1697,  in  12.° 

Quest'  opera  fu  tradotta  anche  in  francese  col  titolo  «  Le  Dedain  amoreux 
de  Bracciolini  Pastorelle  mise  en  vers  francois  par  Isaac  De  la  Grange.  Pa- 
ris, 1611,  in  8.° 

—  Della  Croce  racquietata  Poema  eroico  di  Francesco  Brac- 
ciolini libri  XV.  Parigi,  per  Renato  Ruelle,  all'  insegna  di 
S.  Nicolao,  1605,  in  8.° 

Pagg.  376,  compreso  il  frontespizio.  Edizione  originale  assai  bella  e  rara. 
Il  poema  è  diviso  in  XV  canti,  a  differenza  delle  edizioni  posteriori  nelle 
quali  fu  accresciuto  di  altri  venti  canti,  e  portato  così  a  trentacinque.  L'ar- 
gomento ne  è  la  vera  Croce  ripresa  dall'  Imperatore  Eraclio  a  Gosroe  Re 
di  Persia,  il  quale  se  n'  era  impadronito  cinque  anni  prima  conquistando 
Gerusalemme.  Gli  ostacoli  sono  suscitati  dai  demoni,  ed  appianati  da  San- 
t'  Elena,  che  dona  ad  Eraclio  uno  scudo  celeste,  dagli  angioli,  dalla  costan- 
za dell'  Esercito  cristiano,  e  dal  coraggio  di  Eraclio.  La  Croce  è  finalmente 
riportata  in  trionfo  a  Gerusalemme.  Questo  Poema  e  il  migliore  di  tutti  i 
poemi  eroicomici  scritti  dal  nostro  autore,  e  da  alcuni  critici  è  posto  im- 
mediatamente dopo  la  Gerusalemme  Liberata  del  Tasso,  sebbene  la  distanza 
tra  essi  sia  grande.  Nella  Forteguerriana  se  ne  conserva  un  esemplare  colle 
correzioni  autografe  del  poeta,  che  servirono    per  la  seconda  edizione. 


—  59  — 

—  La  Croce  racquistata.  libri  XXXV.  Al  Serenissimo  Gran- 
duca di  Toscana  Cosimo  II.  In  Venetia,  1611,  appresso 
Bernardino  Giunti  e  Gio.  Batta  Ciotti  e  Comp.  in  4.° 

Carte  &  senza  numerare,  facciate  0O0,  e  1'  ultima  non  num.  Edizione  anche 
questa  molto  stimata. 

—  La  stessa.  Piacenza,  1613,  in  4.« 

—  La  stessa,  coli'  allegoria  dell1  istesso  autore  e  con  V  an- 
notazioni a  ciascun  libro  del  S.  Gio.  Maria  Gherardi.  Ri- 
stampata et  ricorretta  dallo  stesso  autore  in  quest'  ultima 
edizione.  In  Firenze,  1618,  appresso  i  Giunti,  in  16.° 

Carte  12  in  principio  non  numer.  seguono  facciate  806,  e  e.  i  in  fine  senza 
numerazione.  Edizione  più  compiuta  d'  ogni  altra,  che  fu  ricopiata  su  quella 
Ciotti  del  1611.  In  principio  sonovi  due  epigrafi  di  Gio.  Maria  Gherardi  al- 
l' autore,  ed  un'  anagramma  di  Achille  Baroni. 

—  La  stessa.  Parigi,  1665,  in  12.° 

1 —  L'  Enea,  Squadra  comandata  dal  Sig.  Capitano  e  Cav. 
il  Sig.  Alfonso  Brunozzi  nelle  nozze  del  Seneriss.  Gran 
Principe  di  Toscana  ec.  In  Firenze,  nella  Stamperia  de'Ser- 
mantelli,  1608,  in  4.» 

Pagg.  24  compreso  il  Frontespizio.  È  una  composizione  in  ottava  rima,  di 
36  ottave.  A  questa  fa  seguito  (dalla  pagina  17),  un'  altro  componimento 
collo  stesso  titolo  «  L'  Eriea  ec  »  di  Vincenzo  Gatteschi  pistoiese,  anche  que- 
sto in  ottava  rima,  di  ventun'  ottave. 

L'  Evandro,  Tragedia  ec.  In  Firenze,  1612,  appresso  Gian- 
donato  e  Bernardino  Giunti,  e  Comp.  in  8.° 

Carte  48,  compreso  il  frontespizio.  Questa  è  la  migliore  delle  tragedie  scrit- 
te dal  nostro  autore.  È  dedicata  dall'  autore  medesimo  al  Card.  Barberini 
con  lettera  in  data  di  Firenze  29  Febbraio  1612. 

—  L'  Evandro,  Tragedia  ec.  Seconda  edizione.  In  Firenze, 
1613,  appresso  Giandonato  e  Bernard.  Giunti  e  Comp.  in  8.° 

Carte  48,  compreso  il  frontespizio.  Il  Poggiali  (Serie  de'  Testi  di  Lingua) 
scrive  che  questa  seconda  edizione  è  una  cosa  sola  con  quella  del  1612,  ec- 
cettuato il  primo  quaderno.  Ma  forse  egli  fu  tratto  in  errore  da  qualche 
esemplare  rappezzato,  mentre  queste  due  edizioni,  sebbene  copiate  1'  un 
V  altra  fedelmente,  sono  però,  nell'  edizione,  affatto  diverse. 

Infatti  in  quella  del  1612  i  nomi  dei  personaggi  sono  sempre  colla  prima 
lettera  maiuscola  rotonda,  e  le  altre  minuscole  rotonde  ;  nella  ristampa  del 
1613  le  medesime  lettere  sono  sempre  corsive.  Anche  questa  edizione  ha 
la  lettera  dedicatoria  al  Card.  Barberini  come  la  precedente. 


—  60  — 

—  L'  Harpalice,  Tragedia.  In  Firenze,  1613,  appresso  Gian- 
donato  e  Bernardino  Giunti  e  Corup.  in  8.0 

Pagg.  96  compreso  il  frontespizio  inciso  in  rame  dal  celebre  Callot.  Edizione 
originale,  dedicata  dall'  autore  a  Donato  Dell'  Antella  con  sua  lettera  di  Ro- 
ma de'  22  Marzo  1613.  La  tragedia  è  divisa  in  cinque  atti,  è  in  versi,  ed 
è   la  più  rara  tra  tutte  le  altre  scritte  dal  Bracciolini. 

—  La  stessa.  Firenze,  Giunti,  1617,  in  8.° 

Ristampa  dell'  edizione  precedente. 

—  La  Pentasilea,  Tragedia  ec.  In  Firenze,  1614,  per  Gio. 
Donato  e  Bernardino  Giunti,  in  8.°' 

Carle  AO  numerate,  e  sei  infine  senza  numerazione.  Ed.  originale  dall'  au- 
tore dedicata  a  Mons.  Corsini  cherico  della  Camera  Apostolica  con  lettera 
di  Pistoia  de'  6  Decembre  1613.  Di  questa  tragedia  i  Giunti  fecero  una  ri- 
stampa nel  1615,  in  8.° 

—  Evandro,  Harpalice,  Pentesilea,  Tragedie  ec.  In  Peru- 
gia, per  Angelo  Bartoli,  1640,  in  12«° 

L'  «  Evandro  »  trovasi  anche  in  «  Scelta  di  rare  e  celebri  tragedie,  Vene- 
zia, 1731,  in  8.°  «  ed  in  qualche  altra  raccolta  di  tragedie  fatta  più  recente- 
mente. 

1 —  Lo  Scherno  degli  Dei,  poema  piacevole,  con  la  Fillide 
civettina  e  col  Batino  dello  stesso  autore.  Firenze,  appres- 
so i  Giunti,  1618,  in  4.° 

Carte  otto  in  principio,  seguono  facciate  252  numerate,  una  carta  in  fine 
con  la  licenza  per  la  stampa,  ed  una  bianca.  Ed.  originale  non  comune,  la 
quale  comprende  i  primi  XIV  canti  di  questo  poema  eroicomico  in  ottava 
rima,  e  non  XIII,  come  per  errore  accenna  il  Mazzuchelli. 

11  poema  fu  corretto  da  Pietro  Petracci  e  pubblicato  da  Giammaria  Ghe- 
rardi,  che  lo  dedicò  al  Card.  De  Medici. 

E  preceduto  da  un  dialogo  in  prosa  del  Bracciolini  tra  Talìa  e  Urania  col 
titolo  «Thalia  Musa  Baioua  agli  allegri  e  buon  compagni  lettori.  »  Si  è  fatta 
questione  se  al  nostro  Bracciolini  si  debba  il  primato  dell'  invenzione  di 
questo  genere  di  poesia  eroicomica,  ovvero  al  Tassoni  che  scrisse  la  «  Sec- 
chia Rapita.  »  Veramente  1'  opera  del  Bracciolini  uscì  alle  stampe  quattro 
anni  prima  che  quella  del  Tassoni  ;  ma  ormai  è  dimostrato  che  questi  avea 
già  composto  il  suo  poema  nel  1611,  e  nel  1615  lo  avea  mandato  a  Padova 
acciocché  ivi  fosse  stampato  :  ne  correvano  intorno  fin  d'allora  più  copie 
manoscritte,  e  in  più  città  era  notissimo  e  in  grande  aspettazione,  quando  di 
quello  dei  nostro  Bracciolini  non  se  ne  aveva  sentore  ;  anzi  si  vuole  che  il 
Bracciolini  per  non  vedersi  prevenuto  si  affrettasse  a  vario  fuori  non  ancora 


-  61   - 

compiuto.  Ma  il  Bracciolini  non  volle  soltanto  comparire  anteriore  al  Tasso- 
ni nell'  invenzione  del  poema  eroicomico,  ina  volle  competere  con  lui  anche 
nel  merito  ;  ed  anche  in  questo  non  potè  superarlo.  Un  biografo  ha  detto 
che  vi  è  tanta  distanza  dallo  «  Scherno  degli  Dei  »  alla  «  Secchia  Rapita  » 
quanto  dalla  «  Croce  Racquistala  »  alla  «  Gerusalemme  Liberata  »  ;  il  quale 
paragone  è  giustissimo  e  senza  eccezione,  meno  che  riguardo  alla  lingua.  Il 
Tasso  usando  la  lingua  più  nobile  non  poteva  facilmente  essere  agguagliato 
nemmeno  in  questa  parte  da  chi  non  avesse  ingegno  d'  eguale  nobiltà.  Il 
Tassoni  usando  una  lingua  più  familiare,  potè  facilmente  essere  superato  da 
un  poeta  di  meno  spirito,  ma  a  cui  il  popolo  spiritosissimo  tra  cui  era  nato 
somministrava  tanti  modi  leggiadri,  pieni  egualmente  di  convenienza  e  di 
vivacità. 

Il  poemetto  della  «  Fillide  Civettina  »  che  è  aggiunto  a  questa  edizione, 
è  in  ottava  rima,  e  il  «  Batino  »  in  versi  sciolti.  Quest'  ultimo  dopo  essere 
stato  compreso  in  altre  edizioni  dello  «  Scherno  »  fu  ristampato  nella  rac- 
colta «  Egloghe  quattro  rusticali,  Venezia,  4760,  in  &  »  ;  ed  anco  a  parte  in 
Livorno,  per  il  Masi,  1821,  in  12. 

—  Lo  stesso,  nuovamente  ristampato  e  ricorretto.  Firenze 
Giunti,  1625,  in  4.° 

Carte  8  in  principio,  seguono  face.  256  num.  e  due  senza  numerare  in  fine, 
una  delle  quali  colla  licenza,  ed  altra  bianca.  Ediz.  più  corretta  della  pre- 
cedente, ed  arricchita  di  altre  rime  piacevoli. 

■ —  Lo  stesso,  Roma,  Mascardi,  1626,  in  12.° 

Pagg.  47£,  colle  prime  17  non  numerate.  Ediz.  fatta  sopra  quelle  di  Firenze 
del  1618  e  del  1625  ed  arricchita  della  «  Fillide  »  e  delle  altre  rime  pia- 
cevoli. È  migliore  delle  precedenti,  non  solo  perche  più  corretta,  ma  an- 
che perchè  è  più  completa. 

Fu  procurata  ed  assistita  da  Giulio  Rospigliosi,  che  la  dedicò  a  Don  An- 
tonio Barberini  con  una  lettera  nella  quale  si  studia  di  provare  1'  anterio- 
rità di  questo  poema  su  quello  del  Tassoni. 

—  Lo  stesso.    Venezia,  1627,  appresso  Bernardino  Giunti, 
in  12.o 

Ediz.  in  tutto  simile  alla  precedente  del  1626,  della  quale  è  una  pura  ri- 
stampa. 

—  Lo  stesso.  Venezia,  1669,  in  12.° 

—  Lo  stesso.  Yverdon,  (Firenze)  1772,  in  12.° 

Col  ritratto  dell'  autore,  e  con  quello  di  M.  Teresa  Ciamagnini.  Buona  edi- 
zione fatta  in  Firenze  da  un  anonimo  editore,  ma  che  sappiamo  essere 
Giuseppe  Pelli,  il  quale  si  era  proposto  di  compilare  una  raccolta  di  poemi 
eroicomici  composti  nella  nostra  lingua  ;  ma  oltre  il  presente    non  pubblicò 


—  ■62  — 
se  non  un  altro  volume  contenente  la  Gigantea  e  la  Nanea  ec.    Va  unito  a 
questo    volume,  di  cui    forma  la  seconda  parte,  un  altro    volume  di  poesie 
del  Bracciolini.  Il  poema  è  preceduto  da  alcune    notizie    intorno    alla    vita 
dell'  autore. 

—  Lo  stesso.  Firenze,  1795,  in  12.° 

—  Lo  stesso.  Milano,  Tip.  de1  Classici  Ital.  1804,  in  8.° 

Con  ritratto.  Fa  parte  della  Biblioteca  dei  Classici  Italiani,  e  non  è  che 
una  materiale  ristampa. 

—  Lo  stesso.  Firenze,  Galletti,  1826,  in  12.°   Voi.  2. 

Colla  «  Fillide  »  e  col  «  Batino.  »  Ha  innanzi  la  vita  dell'  autore  scritta  dal 
Mazzuchelli. 

—  Lo  stesso.  Genova,  1836,  in  8.° 

—  L'  Eletione  di  Urbano  Papa  Vili,  di  Francesco  Brac- 
ciolini dell'  Api.  All'  Illu.mo  et  Rev.mo  Sig.  Cardinale  Bar- 
berino, con  gli  argomenti  a  ciascun  canto  di  Giuliano  Brac- 
ciolini. Roma,  1628,  (senza  nome  di  stampatore)  in  4.° 

Carte  quattro  in  principio,  facciate  493,  e  l'ultima  contenente  1'  errata,  senza 
numerazione,  con  bel  frontespizio  in  rame,  nel  quale  si  vede  in  medaglia  il 
ritratto  del  poeta  Bracciolini,  e  sotto  1'  arme  della  casa  Barberini.  11  poema 
è  diviso  in  XXIII  canti,  in  ottava  rima,  ed  ha  alla  fine  un  Discorso  di  Giu- 
lio Rospigliosi,  che  fu  poi  Papa  Clemente  IX,  sopra  di  esso.  È  di  un  faticoso 
lavoro,  ma  riuscì  inferiore  a  quello  della  Croce  Racquistata.  Fu  però  tal- 
mente gradito  a  Papa  Urbano  Vili,  che  concesse  al  Bracciolini  di  aggiun- 
gere al  suo  cognome  quello  «  Dalle  Api  »  ,  e  alla  sua  arme  le  tre  api,  im- 
presa della  famiglia  Barberini,  oltre  ad  altri  molti  utili  e  decorosi  privilegi. 

—  Il  Monserrato,  Dramma.  In  Roma,  appresso  Guglielmo 
Facciotto,  1628,  in  12.° 

Questo  componimento,  diviso  in  cinque  atti  in  versi,  è  assai  raro,  e  non 
trovasi  citato  né  dall'  Haym,  né  da  altri  bibliografi.  La  scena  del  dramma  è 
in  Spagna,  come  lo  dice  anche  il  titolo  :  la  morte  vi  recita  il  prologo,  e 
S.  Giacomo  di  Compostella  vi  rappresenta  una  parte  in  abito  di  pellegrino. 

—  Ero  e  Leandro,  favola  maritima  con  gli  intermedi  appa- 
renti, e  col  Montano  Ecloga.  Roma,  appresso  Guglielmo 
Facciotto,  1630,  in  12.° 

Raro  componimento,  diviso  in  cinque  atti,  in  versi,  che  fu  pubblicato  da 
Ottavio  Ingrillani,  che  lo  dedicò  a  Taddeo  Barberini  Principe  di  Paleslina 
e  Generale  di  S.  Chiesa  con  sua  lettera  di  Roma,  de'  20  Aprile  1850.  Il 
Bracciolini  scrisse  questa  favola  nell'occasione  delle  nozze  di  detto  signore. 


—  63  — 

—  La  Roccella  espugnata,  di  Francesco  Bracciolini  dalle 
Api.  Al  christianiss.  Re  di  Francia  Lodovido  il  Grande, 
con  gli  argomenti  a  ciascun  canto  del  Signor  Desiderio 
Montetnagni.  In  Roma,    per  il  Mascardi,    1630,  in  12.° 

È  in  XV  canti,  in  ottava    rima,  e  non  in  XX  come    scrive  il  Mazzuchelli  ; 
opera  così  imperfetta,  non  perchè  1'  autore  la  lasciasse  incompleta,  ma  per- 
chè non  fu  pubblicata  per  intiero  :  altri    nove  canti  di  questo  poema  sono 
tuttora  manoscritti. 

—  La  Bulgheria  convertita,  poeino  eroicomico,  con  gli  ar- 
gomenti in  ciascun  libro  di  Giuliano  Bracciolini  dell'  Api 
Roma,  appresso  il  Mascardi,  1637,  in  12.° 

Questo  poema  è  diviso  in  XX  libri  o  canti  in  ottava  rima,  con  (gli  argo- 
menti dello  stesso  metro,  e  fu  scritto  dall'  autore  nella  grave  età  di  anni 
70,  come  apparisce  dall'  ultima  stanza  di  esso.  È  dedicata  al  Cardinale  Anto- 
nio Barberini  nipote  del  Pontefice  dello  stesso  nome. 

—  Instruttione  alla  vita  civile  per  i  giovanetti  nobili  del 
Sig.  Francesco  Bracciolini  dell'  Api.  All'  Illustr.  Sig.  Mar- 
chese Luigi  Strozzi.  In  Roma,  per  Lodovico  Grignani,  1637,, 
in  8.o 

Pagg.  48,  di  cui  1'  ultima  bianca.  È  in  versi  sciolti,  e  ne  fu  editore  Nicco- 
lò Strozzi,  del  quale  èia  lettera  dedicatoria. 

—  La  stessa.  Roma,  pel  Grignani,  1657,  in  8.° 

Questa  non  è  altro  che  la  edizione  suddetta,  mutatovi  soltanto  il  fronte- 
spizio ;  il  quale  è  assai  diverso,  cosi  nei  caratteri  come  nel  fregio,  che  nel- 
1'  edizione  del  1C73  è  in  rame  rappresentante  V  arme  Strozzi  sostenuta  da 
due  puttini,  mentre  in  questa  del  1657  è  in  legno  rappresentante  un  fre- 
gio ordinario. 

—  Delle  Poesie  liriche  toscane  di  Francesco  Bracciolini 
dell'  Api,  Parte  prima  (la  sola  pubblicata).  In  Roma,  ap- 
presso Lodovico  Grignani,  1639,  in  12.° 

—  Poesie  di  vario  genere.  Yverdon  (Firenze),  1772,  in  12.° 

Ottima  edizione  fatta  in  Firenze  per  cura  di  Giuseppe  Pelli,  e  divisa  in  due 
parti,  la  prima  della  quali  contiene  il  poema  «  Lo  scherno  degli  Dei  »  la 
seconda  varie  poesie  edite  e  inedite,  e  tra  queste  ultime  alcuni  capitoli, 
ed  i  sonetti  alla  Lena  fornaia. 

— -  Poesie  giocose  di  vario  genere,  Milano,  Tip.  dei  Clas- 
sici, 1804,  in  8.o 


—  64  — 

—  Rime  Rusticali. 

Si  trovano  nel  libro  «  Poesie  rusticali  raccolte  e  illustrale  dai  Doti.  Giulio 
Ferrarlo.  Milano,  4808,  in  8.°.  »  Il  testo  di  questa  edizione  fu  dall'  editore 
collazionato  colle  migliori  stampe,  e  le  annotazioni  furono  rivedute  dal  Cav. 
Luigi  Lamberti  :  se  ne  trovano  magnifici  esemplari  in  carta  velina. 

—  La  Nenciotta  a  Bastianello,  Stanze  rusticali,  pubblicate 
da  Antonio  Prati.  Faenza,  1821,  in  8.° 

—  Vita  di  S.  Diego.  Milano,  1698.  in  4.° 

—  Lettera  di  Maria  Vergine  ai  Messinesi.  Messina,  1726, 
in  8.o 

L'  autore  sopraggiunto  dalla  morte  lasciò  imperfetto  questo  lavoro  che  poi 
fu  condotto  a  termine  da  Benedetto  Salvago,  nato  in  Messina,  ma  oriundo 
di  Genova.  L'  Oldoino  e  il  Marraccio,  citati  dal  Mongitore  nella  sua  «  Bi- 
blioteca Sicula  »  sono  di  tal  parere. 

Il  P.  Zaccaria  però  dubita  che  questo  scritto  appartenga  al  nostro  Brac- 
ciolini. 

—  Opere  inedite. 

Poemi  :  «  Amiens  »  poema  diviso  in  dieci  canti,  in  ottava  rima  :  ha  per  ar- 
gomento la  presa  di  Amiens,  fatta  nel  1597  da  Enrico  IV  re  di  Francia 
agli  Spagnuoli  che  se  ne  erano  impadroniti  a  tradimento  1'  anno  stesso.  È 
inedito,  e  si  conserva  manoscritto  nella  Biblioteca  Forteguerri,  ma  non  è 
però  autografo.  —  «  La  Franceide,  o  i  Gigli  d'  Oro  »  Questo  poema,  diviso 
in  XX  canti,  in  ottava  rima,  ha  per  argomento  la  guerra  fatta  da  Luigi  XIII 
al  Duca  di  Savoia  per  la  rivendicazione  del  Monferrato,  che  finì  poi  colla 
pace  di  Cherasco. 

Si  conserva  anche  questo  nella  Biblioteca  Forteguerri,  ed  è  autografo,  me- 
no le  23  prime  carte  contenenti  i  due  primi  canti  del  Poema,  ed  altre  in 
fine  che  contengono  tutto  il  canto  XX,  che  sono  d'  altra  mano,  ma  con  corre- 
zioni autografe.  Altri  poemi,  rimasti  incompleti,  e  tuttora  inediti  sono  :  «  Il 
Trebelo  »  in  XX  canti  :  «  La  Giuditta  »  in  X  canti  :  «  Endimione  »  in  IV 
canti  :  «  Saffo  »  pure  in  IV  canti  :  «  La  conversione  della  Maddalena  »  in  V. 
canti  :  «  La  Guerra  dei  Giganti  »  in  II  canti  :  «  Santa  Eulaiia  avvocata  dei 
Pistoiesi  »  «  Psiche  »  «  Alderano,  o  1'  origine  della  Casa  Ccva  »  «  La  libera- 
zione di  Pistoia  »  :  quest'  ultimo  doveva  essere  diviso  in  XII  canti,  ma  l'au- 
tore non  ne  lasciò  compiuti  che  due  soli. 

Poemetti  ;  «  Olimpia  »  «  1'  Erminia  »,  «  1'  Angelica  »,  «  1'  Herilia  »,  «  Il  SL 
Giuliano  »,  «  1'  Ozio  sepolto  »,  «  1'  Oreste  »,  «  il  Tito  »,  «  la  Tisbe  »  sono 
poemetti,  o  favole  che  dir  si  vogliano,  tuttora  inedite,  che  si  conservano 
manoscritte  presso  gli  eredi  del  Bracciolini.  L'  «  Olimpia  •>  trovasi  pure  in 
un  Codice  della  Biblioteca  Forteguerri  di  Pistoia,  segnato  di  n.°  89,  dove  è 
notato  che  questa  composizione  fu  recitata  per  intermezzo  di  una  Comme- 
dia nell'  anno  1612. 


—  65  — 

Rime.  «  Sonetti  in  lode  della  Lena  Fornaia  ».  Sono  divisi  in  due  parti,  in 
vita  cioè,  e  in  morte  della  Lena.  Non  tutti  sono  stati  pubblicati,  e  per  questo 
gli  pongo  tra  gli  scritti  ancora  inediti.  Ne  diede  un  saggio  la  prima  volta  il 
Lami  nel  catalogo  della  Riccardiana,  togliendoli  da  un  codice  di  quella  Bi- 
blioteca; in  seguito  videro  la  luce  nel  volume  secondo  della  raccolta  inti- 
tolata. «  Poesie  per  far  ridere  le  brigate,  Gelopoli,  1760-1769.  in  12  »  ;  nella 
edizione  delle  rime  del  nostro  autore,  Yverdon,  1772,  ed  altrove.  Di  questi 
Sonetti  oltre  il  riccardiano  sopra  ricordato,  ne  esistono  tre  codici  anche 
nella  Forteguerriana  (cod.  102,  107,  599.),  ed  uno  lo  possiede  pure  la  Pala- 
tina di  Firenze.  Il  Tommaseo  ne  diede  un  giudizio  poco  favorevole.  (V. 
«  Antolog.  »  Tom.  48.) 

«  Ottave  in  lode  del  Pittore  Lodovico  Cigoli  ».  Sono  ms.  nella  Riccardiana, 
e  ne  pubblicò  già  un  saggio  di  tre  ottave  il  Lami  nel  suo  «  Odeporicon  » 
«  I  Caifassi  ovvero  i  ladroni  assassini.  »  Questo  Componimento,  ricordato 
anche  dal  P.  Zaccaria,  è  nel  codice  della  Forteg.  seg.  102.  Altre  poche  rime 
inedite,  e  fra  queste  un  «  Capitolo  in  biasimo  della  villa  »  ,  sono  in  due 
Cod.  della  Forteg.  seg.  102  e  107. 

Bracciolini  Giuliano. 

Sono     di     questo    autore    gli    argomenti    ai    poemi    di    Francesco    Bracciolini 
«  L'Elezione  di  Papa  Urbano  Vili.  »,  e  la  «  Bulgheria  Convertita  ». 

Bramanti  Anton  Domenico. 

Laudum  Praeconia,  quae  Illustriss.  et  Reverend.  Praesuli 
Maphaeo  Farsetto  patritio  veneto  Ecclesiae  Ravennatis  Ar- 
chiepiscopo ec.  in  primo  eius  adventu,  exhibent  alumni  Ar- 
chiep.  Semin.  Ravennae.  Patavii,  Cominus,  1728,  in  4.° 

Tutti  i  componimenti  di  questa  raccolta  sono  scritti  dal  Bramanti. 

—  Epitalamium  in  nuptiis  nobilis.  March.  Hippoliti  Bene- 
voli et  M.  Annae  Gonzagae.  Senza  nome  di  luogo  e  di 
stamp.,  in  4.° 

È  ricordato  dal  Cinelli  nella  sua  «  Bibliot.  Volante  ».  11  Bramanti  fu  sacer- 
dote, e  professore  di  Belle  Lettere  nel  Seminario  di  Padova. 

Brcschi  Can.  Giovanni. 

Discorso  pel  ringraziamento  dell'anno  1838  recitato  nella 
Cattedrale  di  Pistoia.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1839,  in  8.0 

—  1/  Apolicasse,  volgarizzamento  inedito  del  buon  secolo 
della  lingua,  ora  la  prima  volta  pubblicato  ec.  Pistoia, 
Tip.  Cino,  1842,  in  8.° 

Capponi,  Bibliogr.   Pi$'.  S 


—  66  — 

Questa  bella  versione  dell'Apocalisse,  citala  anche  dalla  Crusca,  fu  ritrovala 
dal  Canon.  Breschi  in  un  codice  cartac.  dell'Archivio  Capitol.  del  Duomo  di 
Pistoia,  e  da  lui  dato  alle  stampe  e  offerto  al  Cardinale  Corsi  Arciv.  di  Pisa. 
Il  dotto  editore  la  crede  scrittura  di  sul  declinare  del  sec  XIV;  e  poiché 
ne!  codice  da  cui  la  trasse  si  conteneva  con  altre  scritture,  lo  Specchio  della 
Croce  del  Cavalca,  sospettò  il  Breschi  che  anche  questo  volgarizzamento  fosse 
parto  dalla  stessa  aurea  penna:  e  «  me  ne  ha  cresciuto  il  dubbio,  c«li  dice 
il  riscontrarla  lavorata  con  intelligenza  e  fedeltà  non  comune  in  quei  giorni- 
ed  ho  creduto  poter  giustificare  quella  severità  di  tradurre,  non  usata  co- 
munemente da  fra  Domenico,  colla  natura  del  libro  tutto  pieno  di  profondi 
misteri,  e  non  sofferente  la  larghezza  che  si  è  permessa  nel  volgarizzamento 
degli  Atti  degli  Apostoli.  Ma lascierò  che  altri  esaminando  attenta- 
mente l'intrinseca  proprietà  dello  stile,  e  lenendo  però  conto  delle  licenze 
che  si  permettevano  gli  amanuensi,  congetturi  il  meglio  che  crede  sull'au- 
tore. » 

Il  testo  latino  dell'Apocalisse  è  tratto  da  un  antichissimo  ras.  esistente  nello 
Archivio  Capitolare,  e  dal  P.  Zaccaria  creduto  anteriore  al  sec.  XI  ;  ed  ha 
alcune  varianti,  ma  insignificanti,  che  si  vedono  riportate  nei  margini  della 
stampa.  Le  postille  poi  collocate  a  lato  della  versione  sono  tanti  felici  modi 
di  tradurre  levati  da  un  altro  volgarizzamento  trecentistico  dell'Apocalisse 
conservato  nella  Magliab.  di  Firenze.  Avvertasi  in  fine  che  il  Breschi  nel 
pnbblicare  questa  versione  non  conservò  la  golia  ortografia  di  quel  tempo, 
e  «  lasciando  quelle  forine  e  quelle  inflessioni  che  ne  costituiscono  per  così 
dire  il  colore  »,  nel  resto  si  adattò  alla  foggia  dello  scrivere  presente. 

—  Prolusione  all'annuo  corso  di  lezioni  di  Dogmatica  1847-48, 
detta  nel  Semin.  Vescov.  di  Pistoia  dal  Professore  Giovanni 
Breschi.  Lucca,  Tip.  Baroni,  1847,  in  8.» 

Pag.   18.  È  estratta  dalla   «  Pragmalogia  Cattolica   ->   anno  1847,  nov.  e  die. 

—  Elogio  funebre  di  Mons.  Gio.  Batta  Rossi  Vesc.  di  Pi- 
stoia e  Prato  nelle  solenni  esequie  celebrate  nella  Catte- 
drale di  Pistoia  il  19  Febbraio  1849.  Pistoia,  Bracali.  1849, 
in  8.0 

In  fine  vi  sono  1'  «  Ellogium,  Inscriptiones  et  Titilli  del  Prof.  Enrico  Bindi, 
che  furono  stampati  anche  a  parte. 

—  Storia  di  S.  Atto  Vesc.  di  Pistoia.  Pistoia,  presso  Ma- 
lachia Toni  1855,  (e  al  tergo  del  frontespizio:  co' tipi  di 
Ranieri  Guasti  in  Prato),  in  8.° 

Bella  edizione,  di  pag.  VIII,  — 288,  adorna  del  ritratto  del  Santo  inciso  in 
rame  a  vignetta,  e  corredata  d'interessanti  documenti  storici,  in  gran  parte 
inediti.   11   nome  dell'autore  rilevasi  dalla  dedica  al  giovane  clero  di  Pistoia. 


—  67  — 

—  San  Baronto,  leggenda  del  Sec.  VII,  edita  a  cura  di 
un  predicatore  cappuccino.  Pistoia,  Tip.  Vescovile  degli 
Eredi  Bracali,  1869,  in  8.0 

Pa<*.  43.  Autore  di  questo  libretto  è  il  can.  Giovanni  Breschi,  come  rilevasi 
dalle  iniziali  G.  B.  poste  in  fine  al  proemio  ;  ma  essendo  egli  infermiccio, 
e  in  età  assai  avanzata,  si  valse  per  la  ricerca  dei  materiali  necessari,  del 
P.  Romolo  da  Pistoia,  e  del  P.  Raffaello  da  Cavinana.  Nissuno  dei  tre  però 
rimase  contento  del  proprio  lavoro;  nel  quale  davvero  è  a  desiderarsi,  se 
non  altro,  maggiore  esattezza  di  date  e  più  ampia  critica.  Il  P.  Raffaello  da  Ca- 
vinana, che  ne  fu  anche  editore,  si  diede  poi  molta  cura,  dopo  la  morte  del 
Breschi,  di  ritirare  quante  più  copie  potè  del  libretto,  onde  unirvi  una  sua 
aggiunta  manoscritta  contenente  altre  notizie,,  da  lui  trovate  in  diversi  scrit 
tori,  e  specialmente  nella  vita  di  S.  Baronto  scritta  compendiosamente  dal 
Dondori  nella  «  Pietà  di  Pistoia.  » 

—  La  Madonna  di  Lorenzo  di  Credi  nel  Duomo  di  Pistoia. 
In  fine:  Pistoia,  Tip.  Rossetti,  1869,  in  8.0 

Pag.  8.  Alcuni  esemplari  vanno  accompagnati  da  una  fotografia  di  questo  bel 
dipinto,  che  si  giudica  il  capolavoro  di  Lorenzo  di  Credi. 

Brani  Domenico. 

Opera  di  M.  Domenico  Bruni  da  Pistoia,  intitolata  Difesa 
delle  donne,  nella  quale  si  contengono  le  difese  loro  dalle 
calunnie  dategli  per  gli  scrittori,  et  insieme  le  lodi  di  quelle. 
In  Firenze,  appresso  i  Giunti,  1552,  in  8.° 

Car.  86,  di  cui  le  prime  quattro  non  numer.  ed  una  in  fine  per  la  soscri- 
zione.  L'autore  ha  preso  l'assunto,  com'egli  si  esprime  nel  proemio,  «  di  vo- 
ler mostrare  a  tutto  il  mondo  che  a  torto  sin  qui  le  donne  sono  state  dagli 
scrittori  biasimate  et  vilipese.  »  Egli  divide  l'opera  in  quattro  libri,  in  cia- 
scuno dei  quali,  per  meglio  rafforzare  gli  argomenti  propostisi  a  diverso  ge- 
nere di  difesa,  ricorda  e  riferisce  memorabili  esempi  muliebri.  In  particolare 
il  secondo  libro,  destinato  a  «  narrare  molti  atti  virtuosi  di  donne,  mostran- 
dole in  ogni  professione,  in  tutto  et  per  tutto  pari  al  sesso  virile  »,  è  pro- 
priamente un  tessuto  di  fatti  interessantissimi  desunti  dalle  storie,  e  di  rac 
conti  combinati  dall' autore,  per  dare  maggior  risalto  alle  sue  proposizioni. 
È  dedicata  dal  Bruni  a  «  Leonora  de'Medici  di  Toledo  dignissima  Duchessa 
di  Firenze.  » 

— ■  La  stessa.  Nuovamente  posta  in  luce.  In  Firenze,  (in 
fine  :  appresso  i  Giunti),  1552,  in  8.° 

Carte  86  numer.  ed  altra  in  fine  per  la  sottoscrizione. 


—  68  — 

—  La  stessa.  Milano,  Degli  Antonii,  1559,  in  8" 

Ristampa  delle  precedenti  edizioni. 

—  Novella  di  Messer  Domenico  Bruni  da  Pistoia.  Venezia 
Antonella  1854,  in  8.o 

Car.  4  senza  num.  Ed.  di  24  esemplari,  dei  quali  22  in  carta  velina,  e  due 
in  pergamena.  Ne  fu  editore  Andrea  Tessier,  che  la  trasse  dalla  suddetta 
opera  «  Difese  delle  donne  »,  da  face.  29  verso,  alla  31  verso  delia  prima 
edizione. 

Si  vuole  che  al  Bruni  appartenga  pure  l'opera  di  Lodovico  Domenichi  inti- 
tolala «  Della  Nobiltà  delle  donne  »,  impressa  in  Venezia  nel  1549,  ed  ivi 
di  nuovo  riprodotta  negli  anni  ISSI,  e  15S4.  Dicono  che  il  Bruni  avendola 
mostrata  al  Domenichi,  questi  con  biasimevole  ruberia  l'abbia  poi  sotto  il  pro- 
proprio nome  pubblicata.  Si  consultino  in  proposito  il  Mazzuchelli,  tom.  2. 
part.  IV,  pag.  2186:  il  Poggiali,  «  Memorie  per  servire  alla  storia  letteraria 
di  Piacenza.  »  tom.  1,  pag.  5SS  :  il  Melzi  «  Diz.  di  opere  Anon.  e  Pscud.  *>, 
ed  altri. 

'ISrunozza  Cornelia. 

Rime. 

Stanno  nel  libro  «Rime  diverse  di  alcune  nobilissime  e  virtuosissime  donne  ec. 
Lucca,  Busgrado,  1SS9,  in  8°  »,  ristampate  poi  in  Napoli,  per  il  Bulifon,  pure 
in  8.°  Di  questa  nostra  poetessa  vedasi  il  Crescimbeni,  tom.  IV,  e  il  Qua- 
drio, tom.  II. 

Branozzi  Iacopo. 

Duello  d'Amore  e  di  Fortuna,  opera  di  Giacomo  Brunozzi, 
canonico  ec.  di  Pistoia.  In  Bologna,  per  Giuseppe  Longhi, 
1673,  in  12.o 

È  una  commedia  in  prosa. 

—  Vita  di  Mons.  Luca  Cellesi  Vesc.  di  Martorano. 

Manoscritta  in  4°  piccolo,  di  carte  232  numer.  \m  tempo  presso  i  Sigg.  Cel- 
leti,  ora  nelìa  Forteguerriana,  cod.  95. 

Bugno   (di)  Meo. 

Oscuro  rimatore  pistoiese  del  Sec.  XIV,  ricordato  dali'Allacci  nel  suo  «  In- 
dice ».  e  quindi  dal  Crescimbeni  e  da  altri  storici   della  nostra  letteratura. 

Buonaccor§i  Bnonaccorso. 

Kime. 

Nella  Forteguerriana,  a  e.  56  e  S7  del  Cod.  segnalo  Ì7xó.  Sono  due  sonetti, 
uno  diretto  al  Ciati,  l'altro  all'Italia, 


—  09  — 
ttuonaecorsi  lliiona  ventura. 

Do  gratia  Dei. 

Secondo  il  P.  Giani  (Annales  Sacri  Ordinis  Sei',  toni.  II,  Lucae,  1721.),  que- 
st'opera si  conservava  ms.  un  tempo  nel  Convento  dei  PP.  Serviti  di  Siena. 

Buonaccorsi  Giovanni 

Lettore  di  diritto  nella  fiorentina  accademia  intorno  al  1500:  lasciò  vari 
scritti  legali,  non  mai  stampati,  e  ora  dispersi. 

Buonagrazia   Fr.  da  Cireglio. 

Relazione  del  Convento  di  Giaccherino. 

Manoscritta  nella  Forteguerriana,  dove  pervenne  dal  Convento  di  Giaccheri- 
no nell'  ultima  soppressione.  Questa  relazione  fu  scritta  negli  anni  1665,  e  64 
per  ordine  del  P.  Giambatista  del  Borgo  alla  Collina  Ministro  provinciale  dei 
Frati  Min.  Oss.  in  Toscana,  Oltre  la  storia  della  fondazione  del  Convento  e 
una  minuta  descrizione  del  medesimo,  contiene  un  inventario  di  tutto  ciò 
che  vi  si  trovava  in  quei  tempi;  una  relazione  dei  frati  «  più  degni  »  pi- 
stoiesi che  vi  hanno  vissuto,  altra  relazione  sulle  feste  fatte  in  Pistoia  nel 
1667  per  l'elezione  al  Pontificato  del  Cardinale  Giulio  Rospigliosi,  Bolle  di 
Papi  relative  al  Convento  ec.  Un  altra  cronaca  ms.  del  Convento,  fatta  dal 
P.  Leonardo  della  Serra,  fu  dispersa  nell'ultima  soppressione. 

Buonfanti  €an.  Roberto. 

Poesie  Postume,  con  cenni  intorno  alla  vita  e  agli  scritti 
del  medesimo  di  C.  Buonfanti.  Livorno,  Tip.  La  Minerva, 
1857,  in  18.o 

Bnongioi anni  Silvestro. 

Ai  generosi  che  di  consiglio  e  di  opere  soccorrevano  il  po- 
vero desolato  dal  morbo  colerico,  Ode.  Pistoia,  Tip.  Cino. 
1855,  in  12.o 

Pag.  Ì.  È  ristampata  anche  nella  seguente  edizione  di  rime  : 

—  Versi.  Pistoia,  Tip.  Niccolai  e  Quarteroni,  1868,  in  32° 

Ed.  anonima,  assai  elegante,  stampata  in  soli  SO  esemplari  progressivamente 
numerati.  Altre  rime  del  Sig.  Buongiovanni,  e  qualche  epigrafe,  si  hanno 
pure  in  varie  raccolte. 

Burattini  Tito  Livio. 

Misura  universale,  overo  trattato  nel  quale  si  dimostra  come 
in  tutti  i  luoghi  del  mondo  si  può  trovare  una  misura,  et 
un  peso  universale  senza  che  habbiano  relazione  con  niun 
altro,  et  ad  ogni  modo  in    tutti  i  luoghi  saranno  li  mede- 


—  70  — 

simi,  e  saranno  inalterabili  et  perpetui  sin  tanto  che  du- 
rerà il  mondo.  La  misura  si  può  trovare  in  un'ora  di  tempo, 
e  questa  ci  mostra  quanto  grave  dev'essere  il  peso.  Dalla 
misura  si  cavano  ancora  le  misure  corporee  da  misurare  le 
cose  aride  e  le  liquide.  In  Vilna,  nella  stamperia  de'Padri 
Francescani,  1675,  in  fol. 

—  La  Bilancia  sincera  di  Tito  Livio  Burattini,  con  la  quale 
per  teorica,  e  pratica  con  l'aiuto  dell'acqua  non  solo  si  co- 
nosce le  frodi  dell'oro,  e  degli  altri  metalli,  ma  ancora  la 
bontà  di  tutte  ìe  gioie,  e  di  tutti  i  liquori. 

Manoscritto  cart.  del  sec.  XVII,  nella  Bib.  Reale  di  Parigi.  È  in  foglio  pic- 
colo, di  pag.  SO,  in  caratteri  corsivi,  di  buona  conservazione;  ed  è  ornato 
di  molte  figure  allusive  agli  argomenti  trattati,  ed  eseguite  a  penna  con 
qualche  diligenza.  Incomincia:  «  Fanno  menzione  le  antiche  quanto  moderne 
historie  della  sottile  invenzione  che  ritrovò  Archimede  nell'acqua  ec.  »  Da 
alcuni  passi  dell'  opera  rilevasi  che  1'  autore  la  scrisse  in  Polonia,  e  che  si 
dichiara  debitore  di  molti  lumi  verso  Stanislao  Pudlocoski  dottor  matematico 
in  Varsavia. 

■ —  Lettere. 

Manoscritte  nella  Bib.  Reale  di  Parigi,  in  un  codice  contenente  una  colle- 
zione di  lettere  di  diversi,  segnato  977.  Hanno  tutte  la  data  di  Tosdova 
presso  Varsavia.  Anche  nell'opera  «  Histoire  des  Sciences  Mathematiqucs  » 
del  Libri  trovasi  stampata  una  lettera  del  Burattini,  diretta  nel  1677  all'a- 
stronomo francese  Boullian,  in  risposta  alla  notizia  che  gli  dava  quest'ultimo 
sulla  scoperta  del  teloscopio  a  riflessione  fatta  dal  Newton.  Questa  lettera 
fu  riprodotta  pure  dal  Ciampi  nella  «  Bibliografia  Critica  delle  corrispon- 
denze dell'Italia  colla  Pollonia  ec.  »  tomo  3°,  pag.  85,  col.  2. 
Il  Burattini  è  originario  della  montagna  pistoiese,  ma  ignoro  a  qual  luoga 
preciso  appartenga    (1).  Egli  fu  architetto    del  Re  di  Polonia  Gio.    Casimiro, 

(l)  Il  Ciampi  fece  qualche  ricerca  sull'origine  di  questo  Burattini,  ed  ecco 
quanto  ne  scrive  nella  sua  «  Bibliografia  della  Polonia  »,  \,  pag,  49.  in  nota. 
«  Volendo  assicurarmi  so  veramente  la  famiglia  Burattini  esistesse  nella  Mon- 
tagna pistoiese,  pregai  un  amico  pistoiese  a  farne  ricerca.  Trovatala,  credet- 
tesi  da  quella  gente  che  tal  domanda  fosse  foriera  d'un'eredità,  onde  si  af- 
frettarono ad  assicurarmi  della  esistenza  degli  eredi;  di  più  mandarono  a 
Firenze  persona  commissionata  di  farmi  testimonianza  della  verità  di  quanto 
per  lettera  mi  fu  comunicato.  Io  risposi  che  si  trattava  di  sapere  se  un  tal 
Burattini  vissuto  160  anni  fa  per  lo  meno  in  Polonia,  fosse  originario  di 
qualche  paese  della  montagna  pistoiese  ;  che  questa  domanda  non  aveva  altra 
causa  fuori  d'una  curiosità  letteraria  ;  a  queste  parole  svanirono  le  da  loro 
concepite  speranze,  e  non  ne  seppi  altro. 


fu  Zecchiere  in  Varsavia,  ed  appallatone  di  una  piccola  moneta  in  Bronzo 
chiamata  Shelonghi  (Szelonghi),  tre  dei  quali  formavano  un  grosso,  gli  uni 
coll'armc  di  Polonia,  altri  con  quella  di  Lituania.  Viaggiò  anche  in  Egitto, 
credo  per  commissione  del  re  di  Polonia,  come  fa  supporre  il  Kircher  nel- 
l'op.  intitolata  «  Thcatrum  Hierogliphicum  »  dove  presentando  i  disegni  dello 
tombe,  o  cripte  soggiunge  :  «  quae  omnia  lustravit  in  Aegipto  Titus  Livius 
Burattini as  Regis  Poloniae  Architectus.  »  Durante  la  sua  professione  di  Zec- 
chiere essendo  stato  accusalo  di  adoperare  un  cattivo  metallo  per  la  compo- 
sizione delle  monete  dette  Szelonghi,  pubblicò  alcuni  scritti  in  propria  di- 
fesa in  lingua  polacca,  a  cui  pose  il  titolo  di   «  Zecca  degli  Szelonghi  ». 

Buti  Tiberio. 

Rime. 

Stanno  nella  raccolta  «  Urbis  pistoriensis  Monodiae  Funerales,  Fior.  4614, 
in  i.°  »  Un  epigramma  «  Ad  hospitem  »  sta  a  pag.  24  ;  un  altro  carme  latino 
.ntitolato  «  Naenia  fìuminis  Arni  in  funere  excell.  Frane.  Medici  »  occupa  le 
pag.  47-43. 

liuti  fticolao  Felice. 

Apollpnii  Pergaci  Conicorum  libri  IV,  una  cum  Lemmati- 
bus  Pappi  Alexandrini  et  commentariis  Eutocii  Àscalonitae, 
quae  c-lim  priraus  vulgavit  omnia  Fridericus  Commandinus 
Urbinas  e  graeco  a  se  conversa,  expurgata  mendis,  et 
commentariis  illustrata,  nuperrime  autem  in  lucem  prodeunt 
ab  aliis  etiam  erratis  longe  plurimis,  quae,  ut  primum  edita 
sunt  identidem  irrepserunt,  vindicata.  Pistoni,  ex  nova  Tip. 
Stephani  Gatti,  1696,  in  fogl. 

Questo  lavoro,  ricordato  con  lode  anche  dal  Fabricio  nella  sua  «  Èibliot. 
Graeca  »,  è  dedicato  a  Gio.  Gastone  de'Medici  con  lettera  in  data  di  Pistoia 
IX  Kalend.  Aug.  1696.  A  questa  seguono  una  breve  notizia  di  Apollonio, 
tolta  da  Pappo,  da  Eutocio,  e  da  Gemino  ;  e  quindi  «  Lemmata  Pappi  Ale- 
xandria. »  1  libri  di  Apollonio  cominciano  a  pag.  8,  e  terminano  a  pag.  260; 
dopo  la  quale,  con  nuovo  frontespizio,  ne  viene  l'opera  «  Sereni  philosophi 
antinsensis  lib.  due  ec.  quorum  unus  de  sectione  cylindri,  alter  de  sectione 
coni.  Pistorii  1696  ».  Anche  questo  lavoro  è  dedicato  allo  stesso  Gio.  Ga- 
stone de'Medici,  ed  ha  speciale  numerazione  da  pag.   1  a  pag.  76. 

—  Epistolae. 

Nella  «  Bibliot.  Pistor.  »  del  P.  Zaccaria,  pag.  174-177.  Sono  due  lettere, 
delle  quali  una  diretta  al  Pontefice  Bened.  XIV,  l'altra  a  Giuseppe  Bianchini 
che  aveva  ricordato  con  lode  il  nostro  Buti  nella  sua  opera  «  Dei  Granduchi 
di  Toscana  ». 

—  Rime. 

Due  Epigrammi  greco-latini  trovansi  nella  raccolta  «  Componimenti  recitati 
nella    solenne  adunanza    celebrata    dall'Accad.  di    Varia    Letteratura  ec.    Pi- 


—  72  — 

stoia,  1746,  in  4°:  »  —  un  altro  epigramma  latino  leggesi  nella  ricordate 
«  Bibliot.  Pistoricns.  »,  diretto  al  Bianchini  per  la  sua  storia  dei  Granduchi 
di  Toscana  :  —  un  terzo  epigramma  contro  un  predicatore  troppo  rettori- 
cheggiante  sulla  fuga  di  S.  Filippo  Neri  da  una  mala  femmina  fu  pubblicato 
da  Mons.  E  Bindi  nelle  note  alle  memorie  di  Mons.  Giacomelli.  —  Altre 
rime  trovansi  in  varie  raccolte. 

—  Scritti  inediti. 

Il  Buti  lasciò  molte  cose  inedite  delle  quali  un  voi.  ms.  di  lettere  e  ora- 
zioni latine,  di  epigrammi  latini  e  greci  e  di  versi  italiani  lo  possiede  il  chia- 
rissimo Mons.  Enrico  Bindi  :  anche  nella  Forteguerriana  si  conserva  una  sua 
orazione  latina  per  l'anniversario  funebre  del  Card.  Forteguerri. 
Niceolao  Felice  Buti  fu  maestro  di  rettorica  nella  Sapienza  di  Pistoia,  e  in 
quell'ufficio  diede  bellissima  direzione  agli  studi  letterari  e  filosofici  della 
sua  patria,  e  molti  de'suoi  alunni  riuscirono  valentissimi.  Godè  anco  della 
benevolenza  per  non  dire  dell'amicizia  del  Pontef.  Bened.  XIV,  come  appa- 
risce da  una  sua  lettera  diretta  a  quel  papa  per  raccomandargli  un  figliuolo 
che  recavasi  a  Roma  a  mettersi  nella  earriera  ecclesiastica.  Fu  di  statura 
piccolissima,  alla  quale  alludendo  il  nostro  Sebastiano  Bartolozzi  suo  sco- 
laro, così  scrisse  sotto  un  ritratto  di  lui  : 

Exigua  quisquis  Buteum  sub  imagine  cernis, 
%      Ne  speme  effigiem,  ne  capiare  ;  cave  : 
Qucm  mole  exiguum  peccans  Natura  creavit, 
Immensum  Pallas  reddidit  ingenio. 

Nato  nel  21  Febb.  1668,  il  Buti  morì  nel  1748.  Di  lui  fecero  onore  voi  men- 
zione il  Lombardi  nella  Storia  della  Lett.  Ital.  Ven.  1855,  voi.  6,  pag.  158  :  — 
il  Mazzuchelli,  degli  scrittori  d'Italia,  voi.  2,  pag.  2470  ;  —  il  Bindi  nelle 
note  alla  notizia  di  M.  Giacomelli  premessa  al  volgarizzamento  del  Sacerdozio 
di  S.  Gio,  Grisostomo  :  —  G.  Arcangeli,  che  ne  scrisse  la  biografia,  inserita 
nella  raccolta  fatta  dal  Tipaldo,  voi.   7.  pag.  68. 

Caldcrirai  Alessandro. 

Notomia  delle  ossa. 

MS.  cartac.  in  fol.  nella  Forteg.  di  Pistoia,  nel  Cod.  150.  Questo  Calderini 
visse  nel  Sec.  XVII.  fu  maestro  di  chirurgia  nello  Spedale  di  Pistoia,  e  in  ap- 
presso in  quello  di  S.  Maria  Nuova  di  Firenze,  e  sebbene  medico  distinto,  il 
suo  nome  è  ancor  ricordato  soltanto  per  l'acqua  caustica  di  sua  invenzio- 
ne. Di  lui  così  scrisse  A.  F.  Ciucci  nel  suo  «  Promptuarium  Chirurgicum  ». 
«  D.  Alexander  Calderini  chirurgus  egregius  nostrae  tempestatis  magister 
«  Florentiae  S.  Mariae  Novae  in  aneurismate  non  magna  ncque  vetusta, 
«  ingenti  cum  utilitate,  purgato  prius  corpore  ,  sanguineque  decenter  eva- 
«  cuato ,  partem  validis  astringentibus,  mane  et  sero  fovebat,  et  desuper 
u  in  cataplasmatibus  formam  alligabat  frustulum  casci  recenti  non  salati, 
«  quo  et  ego    felici  cum  evento  multiores  usus  suoi.  » 


—  73  — 
l'animeàli  Antonio. 

Pbilostrato  e  Panfila  doi  Amanti,  tragedia  di  Antonio  da 
Pistoia.  In  Venetia,  per  Manfredo  Bono  de  Monferrato,  1508, 
in  8.0 

È  in  terza  rima,  ed  è  dedicata  «  A  lo  Illus.  et  Ececllen.  Duca  Hercule  de 
Ferrara  ».  L'argomento  di  questa  tragedia,  mutati  i  nomi  di  Guiscardo  e  Gi- 
smonda  in  quelli,  dì  Filostrato  e  Panfila,  è  tolto  dalla  novella  prima,  gior- 
nata quarta  del  Decamerone. 

—  La  stessa.  In  Venetia.  per  Melchiorre  Sessa,  1516,  in  8,° 

—  La  stessa.  In  Venetia,  per  Zorzi  De  Rusconi  Mila- 
nese, 1518,  in  8.° 

Ha  questo  frontespizio  «  Operetta  nuova  di  due  amanti  Filostrato  e  Panfila 
composta  in  tragedia  da  Antonio  da  Pistoia.  » 

—  La  stessa.  (Senza  indicazione  di  luogo  e  di  stampatore),  in  8.° 

Ha  nel  frontespizio  il  titolo  «  Tragedia  di  Antonio  da  Pistoia  »  senz'altro; 
e  nel  fine  «  istampata  ad  istantia  di  M.  F.  Benvenuto  ».  Tanto  l'edizione 
originale,  quanto  le  diverse  ristampe  di  questa  tragedia  sono  tutte  assai  rare. 

—  Rime. 

Cinque  sonetti  del  Cammelli  stanno  insieme  ad  altre  rime  di  diversi  in  lode 
del  Boiardo  poste  innanzi  all'  «  Orlando  Innamorato  »  .  ed.  di  Venetia,  lb'44, 
in  i.°  Un  altro  saggio  ne  diede  recentemente  l'editore  Romagnoli  di  Bolo- 
gna: ma  un  edizione  completa  di  tutte  le  opere  edite  e  inedite  del  nostro 
Cammelli  vedrà  fra  breve  la  luce  in  Livorno  per  cura  del  Prof.  0.  Targioni 
Tozzetti  co'tipi  di  Francesco  Vigo.  Molte  rime  inedite  si  conservano  anche 
nella  Forteguerriana  tra  quelle  di  Paolo  Panciatichi. 

Intorno  a  questo  scrittore  varie  sono  le  opinioni  degli  storici.  Il  P.  Zaccaria 
lo  crede  figlio  di  quel  Tommaso  Cammelli  che  abbandonata  la  patria  e  sta- 
bilitosi in  Ferrara,  nella  corte  del  Duca  Ercole,  lasciato  il  proprio  cognome,  lo 
prese  dalla  sua  città  natale:  il  Zeno,  nelle  note  al  Fohtanini,  vuole  invece  che 
Antonio  da  Pistoi.*  sia  della  famiglia  Vinci;  la  qual  cosa  non  ammette  però 
il  Zaccaria  che  desidera  prove  più  eonvincenti.  Si  consultino  in  proposito 
il  Crescimbeni,  il  Quadrio,  il  Baruflaldi  «  Poeti  Ferraresi  »,  il  Catalogo  Cap- 
poni, ed    altri. 

Cammelli  Ilare' Antonio. 

Rime. 

Stanno  nel  libro  «  Collcctanee  Grece,  latine  et  volgari  ce.  nella  morte  del- 
l'ardente Seraphino  Aquilano.  Bologna,  Bazaliero,  45(K  ,  in  8.°  » 
Questo  Marc'Antonio  è  figlio  di  Antonio  Cammelli. 
Camici  lènti.   Luigi. 

Memoria  sopra  una  Paracentesi  toracica. 

Pagg.  lh\  È  una  tiratura  a  parte  dal  «  Giornale  dei  Letterati  di  Pisa  »  tom.  I.  art. 
3.°  E  diretta  al  Dott.  Catellacci  insegnante  anatomia  nella  Università  di  Pisa. 


74 


€/aniici  Francesco, 


Dissertalo  Medica  Inàjaguralis  de  arctissimo  Medicinae  et 
Chirnrgiae  nexu.  Ticini  Liguri,  1818,  in  4.° 

Camici  Giovanni. 

li  29  Maggio,  Parole.  Pistoia,  Tip.  Gino,  1861,  in  12.° 

—  Parole  dette  sul    feretro  del  Cav.  Prof.  Leopoldo    Fedi. 

Neil'  opuscolo  «Ricordanza  del  Cav  Prof.  Leopoldo  Fedi,  Pistoia,  1866,  in  8°» 
Altri  scritti  del  Sig.  Camici  trovansi  in  varie  raccolte,  e  fra  gli  altri  una 
bella  prosa  in  quella  stampata  pel  primo  anniversario  dalla  morte  di  Anto- 
nietta Scali,  Pistoia,  Tip.  Bracali,   1872. 

Cancellieri  Costanzo. 

Rime. 

Trovansi  nella  raccolta  «  Collectanee  Grece,  latine  ce.  »  sopra  ricordata.  Co- 
«  stanzo  della  famiglia  Cancellieri  di  Pistoia,  rinomata  per  le  famose  fazioni 
«  dei  Bianchi  e  Neri  esigè  non  poca  estimazione  verso  la  fine  de!  secolo  XV 
«  e  per  avventura  con  maggior  fondamento  di  molti  altri  seguaci  della  nuova 
«  scuola  :  imperocché  alcune  sue  rime  ....  quantunque  lavorate  su  '1 
«  nuovo  tornio,  anno  qualche  miglior  garbo,  e  non  tanta  informità,  e  sci- 
«  pitezza,  che  assorbiscano  affatto  le  bizzarre  invenzioni,  e  gli  spiritosi  con- 
«  cetti,  de'  quali  sono  abbastanza  ornate  »  (Crescimb.  Comment.  voi,  2-  p.  II. 
lib.  VI.) 

Cancellieri  Raffaello. 

—  Raphaelis  Cancellerà  Pistoriensis  civis  patricique  roma- 
ni in  Gy amasio  Pistoriensi  horis  matutinis  Ius  Civile  prò- 
phitentis  De  Iustitia  in  ingressa  studii.  Florentiae,  apud 
Bartolomaeum  Sermantellium,  et  fratres,  1609,  in  4.° 

Pagg.  b6  senza  num.  e  5  in  princ.  bianche.  Questo  Carme  è  dedicato  dal- 
l' autore  al  Card.  Innocenzo  Bubalo  con  sua  lettera  datata  da  Pistoia  ma 
senz'  anno.  A  questa  fanno  seguito  un  avviso  al  lettore  di  G.  B.  Fidelissimi, 
nel  quale  chiama  1'  autore  «  Iuris  prudentissimi  viri,  et  in  pangendis  car- 
minibus  consumatissimi  »  ;  e  questo  suo  lavoro  «  opus  sane  ingeniosufn,  ele- 
gans,  eruditum,  et  omnibus  numeris  maxime  absolutum  »  ;  —  lo  «  Stemma 
Familiae  Cancelleriae,  »  dove  si  ha  un  elenco  dei  più  illustri  uomini  della 
medesima  famiglia  ;  —  vari  anagrammi  in  lode  dell'  autore,  tra  i  quali  di 
Antonio  Vezzi,  Filippo  Scarpelli,  Seb.  Forteguerri,  Niccolò  Villani  ed  altri;  — 
ed  un  nuovo  ^avviso  di  Francesco  Fontana.  Al  Carmen  «  De  Iustitia  •>  che 
occupa  25  carte  fan  seguito  molti  anagrammi,  alcuni  di    argomento  storico, 


—  75  — 

ed  altri  ne'  quali  si  fa  il  ritratto  delle  virtù  o  del  valore  «li  qualche  illustre 
pistoiese  ;  un  altro  Carme  col  titolo  «  De  homirìis  condictionc  »  ;  e  quindi  altri 
anagrammi. 

■ —  Lo  stesso.  Saecunda  Editio.  Venetiis,  1611,  ap.  Bernar- 
dinum  Iunctam,  Io  B.  Ciottnm  et  Socios,  in  4.° 

Pagg.  100,  e  cart.  o  in  fine  senza  numer.  Ha  un'  epigrafe  dedicatoria,  quin- 
di, come  nella  prima  edizione,  la  lettera  dedicatoria  al  Card.  Bubalo,  1'  av- 
viso del  Fidelissimi,  e  le  rime  in  lode  dell'  autore  aumentate  di  altri  epigram- 
mi ed  anagrammi. 

—  Rime. 

Nella  raccolta  «  Urbis  Pistoriens.  Monodiae  Funerales  »,  più  volte  ricordata; 
innanzi  alla  Vita  di  S.  Atto  scritta  da  Francesco  Forteguerri,  Firenze,  1608  ; 
ed  in  qualche  altra  raccolta. 

Cancellieri  Niccolò. 

Relazione  dell'assalto  e  battaglia  improvvisamente  data  alla 
città  di  Pistoia  dall'  esercito  dei  Barberini  il  2  d'  ottobre 
1643,  descritta  da  Niccolò  Cancellieri  ec. 

Ms.  cart.  in  fol.  picc.  nella  Forteg.  di  Pistoia,  e  nella  Riccardiana  di  Firen- 
ze. Oltre  la  lettera  dedicatoria  dell'  autore  al  Senat.  e  Colonnello  Piero  Cap- 
poni Commissario  di  Pistoia,  v'  è  altra  lettera  al  Granduca  di  Toscana  Fer- 
dinando II,  di  Bartolomeo  Piggi,  nella  quale  gli  dice  come  la  sua  assenza 
dalla  città  avendolo  privato  di  partecipare  all'  onore  della  gloria  e  delle 
corone  civiche  delle  quali  è  stimato  degno  chi  ebbe  difeso  dall'  improvviso 
assalto  la  città  ;  pensò  di  raccogliere  questa  relazione  che  andava  per  le 
mani  a  penna,  e  a  lui  dedicarla  ;  quasi  per  togliersi  così  di  dosso  «  il  pru- 
rito di  operare  qualcosa  a  prò  della  patria,  che  nella  penna  e  nelle  mani  gli 
aveano  eccitati  il  suono  delle  trombe  e  il  rumore  dei  tamburi  e  dell'  assalto  » 
Soggiunge  essere  questa  relazione  scritta  «  senza  quelle  passioni  di  odio  e 
d'  invidia,  che  sogliono  macchiare  e  deturpare  le  più  nobili  composizioni  » 
In  fine  alla  relazione  v'  è  un  «  Breve  Trattato  della  divotione  che  porta  la 
città  di  Pistoia  a  S.  Eulalia  V  e  M  •>  e  della  cagione  della  festa  che  in  suo 
onore  ogni  anno  si  celebra  nella  nostra  città. 

Cancellieri  SBaccio. 

Breve  racconto  delle  Azioni  e  felicità  del  Ser.  Grand.  Fer- 
dinando III  de'  Medici. 

Ms.  cart.  in  8.°  nella  Forteguerr.  di  Pistoia,  cod.  151.  È  dedicato  a  Mad. 
Cristiana  di  Lorena  Granduchessa  di  Toscana  con  lettera  di  Firenze,  de'  do- 
dici Gennaio  161-i.  Appartenne  al  Dott.  Bernardino  Vitoni,  che,  mentre  di- 
morava in  Firenze,  vi  aveva  fatte  molte  note  con  animo  di  pubblicarlo,    ciò 


—  m  — 

che  poi  non  fece  disi  ratto  da  altre  cure  ;  ed  è  ricordalo  anche  dal  Tàcgioni 
nel  toni.  V  de'  suoi  Viaggi  per  la  Toscana.  Mi  assicurano  che  anche  il  Pog- 
giali possedeva  un'  esemplare  di  questo  ms  ;  e  forse,  se  così  è,  si  conser- 
verà ora  nella  Palatina  di  Firenze. 

CancclBicri  Glnscppe. 

Origine,  descendenza  et  arbore  dell'  antica  e  nobile  fami- 
glia de'  Franchi  Boccagni  della  città  di  Pistoia,  raccolta 
dalle  scritture  pubbliche  et  autentiche  della  medesima  cit- 
tà ec.  In  Pistoia,  appresso  Pier  Antonio  Fortunati,  1651, 
in  4.° 

Pagg.  22,  e  e.  i  in  fine  non  numer.  delle  quali  V  ultima  bianca.  Ha  lettera 
dedicatoria  al  Cav.  Lorenzo  Franchi,  e  due  grandi  alberi  genealogici. 

Cancellieri  Gio.  Francesco. 

Sommario  di  alcune  pubbliche  e  autentiche  scritture  at- 
tenenti alle  provazioni  fatte  dal  Sig.  Gio.  Francesco  del 
Sig.  Giuseppe  del  già  Sig.  Gio.  Cancellieri  di  Pistoia,  in 
occasione  delle  suppliche  fatte  al  Ser.  Grand,  e  Gran  Mae- 
stro della  Religione  di  S.  Stefano  ec.  per  ricevere  in  essa 
T  abito  di  Cav.  e  Milite  ec.  1'  anno  1684.  In  Firenze,  per 
V.  Vangelisti,  1684,  in  fol. 

Ricordo  questo  libretto  a  cagione  della  importanza  che  hanno  per  la  storia  ge- 
nealogica della  casa  Cancellieri  le  scritture  in  esso  registrate.  Pare  che  a 
questo  Gio.  Francesco  fosse  fatta  ragione,  poiché  trovo  che  nel  168o  era 
jiia  ascritto  all'  ordine  dei  Cavalieri. 

Cappelli  Luigi. 

Pel  ritorno  da  Parigi  della  S.  C.  M.  di  Alessandro  I. 
Imperatore  di  Russia  ec.  Rime.  Vilna,  pel  Zavvaschi,  1814, 
in  4.° 

—  Discorso  sulle  Istituzioni  civili  del  Prof.  Varnekoenig 
di  Liegi,  nel  quale  si  propone  di  sostituirle  per  V  uso  de- 
gli scolari  dell'  Università  di  Vilna  a  quelle  dell'  Heinec- 
cio.  Vilna,  pel  Zavvaschi,  1816,  in  8.° 

—  Il  Petrarca  poeta  e  filosofo  morale,  ragionamento  acca- 
demico recitato  nella  pubblica  seduta  per  la  riapertura  degli 
studi  della  Università  di  Vilna.  Vilna,  pel  Zavvaschi,  1816, 
in  8.  (in  polacco). 


—  77  — 

—  Analisi  della  Storia  del  Gius  Romano.Vilna,  1816,  in  8.» 

—  Manuale  Iuris  Canonici.  Vilna,  1819,  in  8.° 

—  De  F  Enseignement  du  droit  romain  en  general,  et  parti- 
culierement  d'  un  ouvrage  elementaire  sur  ce  meme  droit 
qui  pourrait  convenir  aux  Universitès  de  l'Empire,  Di- 
scours  ec.  Vilna,  1827,  in  8.° 

L'  oggetto  di  questa  prelezione  accademica  fu  quello  di  rispondere  al  cenno 
del  governo  russo  che  aveva  invitato  i  dotti  d'  ogni  paese  a  comporre  un 
libro  elementare  del  diritto  romano  ad  uso  delle  università  dell'  impero,  ed 
ordinato  logicamente  dalla  filosofia  del  secolo  in  un  sistema  di  principii , 
nel  quale  l'armonia  delle  parti  e  l'unità  del  tutto  servissero  alla  connes- 
sione naturale  e  alla  chiarezza  delle  idee  che  sono  gli  essenziali  requisiti 
delle  opere  destinate  allo  insegnamento  preliminare  della  gioventù.  Dei 
quali  due  attributi  non  possono  eertamente  gloriarsi  le  Istituzioni  di  Giu- 
stiniano, che  il  Cappelli  dichiara  essere  «  un  edilizio  gotico  elevato  alla 
scienza  delle  leggi  in  un  secolo  di  decadenza,  in  una  città  accerchiata  dalla 
barbarie,  e  per  ordine  di  un  imperatore  il  quale,  subordinato  all'  assoluti- 
smo della  moglie,  e  ingannato  da  un  ministro  venale,  meritò  dalla  storia  i 
titoli  di  gotico,  e  di  vandalico  piuttosto  in  grazia  delle  sue  collezioni  che 
delle  sue  vittorie  »  . 

Così  il  chiariss.    Aldob.    Paolini  in  un  art.  su  questo  scritto  inserito    ncl- 
V  «  Antologia  »  di  Firenze,  tom,  40. 

—  Rime. 

.Vegli  atti  dell'  Accad.  Pistoiese,  e  in  varia  raccolte. 
Cappelli  Antonio. 

Teoria  della  distribuzione  del  terreno  e  delle  aunve  ren- 
dite ed  occupazioni  nazionali,  ossia  distribuzione  dei  beni 
di  natura  ed  arte. 

Ms.  nell'  Archivio  della  R.  Accademia  di  S.  L.  e  A.  di  Pistoia.  Di  altro  me- 
morie scritte  dal  Cappelli  è  fatto  ricordo  negli  Atti  dell'  Accademia  stessa  ; 
ma  le  ho  cercate  invano  nel  suo  Archivio. 

Cappellini  Tommaso. 

De  obstetriciis  ad  partum  naturalem  conducentibus,  Tenta- 
men  historico-chirurgicuin.  Ticini,  1792,  apud  haer.  P. 
Galeatii.  in  8.° 


Capponi   Vittorio. 

Progetto  di  un  Catalogo  Scientifico  o  per  ordine  di  mate- 
rie da  compilarsi  per  la  R.  Biblioteca  Forteguerri  di  Pistoia. 
Pistoia,  Tip.  Niccolai,  1871,  in  8.° 

Ed.  non  venale  di  150  esemplari.  Sebbene  non  sia  indicato  sul  frontespizio, 
deve  ritenersi  questo  fascicolo  come  la  prima  parte  del  mio  lavoro:  e  come  in 
essa  si  dava  il  prospetto  delle  materie  nelle  quali  doveva  essere  diviso  il 
catalogo  della  Biblioteca  ;  nella  seconda  parte  si  dovevano  illustrare  le  diverse 
classificazioni,  indicando  anche  tutte  le  regole  necessarie  a  porre  in  esecuzione 
il  mio  progetto  :  ma  questa  seconda  parte,  per  cause  che  ormai  è  inutile 
dire,  non  si  pubblicò. 

■ —  Relazione  intorno  ai  progressi  della  Biblioteca  popolare 
nel  Comune  di  Porta  Lucchese.  Pistoia,  Tip.  Bracali,  1872, 
in  8-° 

—  Catalogo  dei  Manoscritti  della  R.  Biblioteca  Forte- 
guerri di  Pistoia. 

Ms.  nella  stessa  Biblioteca.  Non  è  un  secco  inventario  di  codici,  ma  è  ar- 
ricchito di  note  bibliografiche  e  storiche  ad  ogni  articolo.  I  codici  della  For- 
teguerriana,  fra  cui  non  pochi  greci  e  latini,  ammontano  ad  oltre  400. 

—  Bibliografìa   delie   opere    di    Giovanni   Boccaccio. 

MS.  presso  di  me.  Ho  intenzione  d' incominciarne  la  stampa  nel  prossimo 
anno  1875. 

Cari  Gaetano. 

Theses  Philosopbicae.  Florentiae,  Stecchi  e  Pagani.  1771, 
in  4.o 

Pagg.  XLII,  ed  una  tav.  Sono  dedicate  a  Mons.  Alamanni  V.°  di  Pistoia. 

■ —  De  Aeris  Gravitate  eiusque  elaterio,  specimen  physicum, 
cui  adiecta  est  analysis  Macliinae  simplicis  pneimiaticae  in 
planiorem  formam  redactae.  Pistoia,  Tip.  Bracali,  1779,  in  8° 

Pngg.  50,  con  tre  tavole. 

—  Nuovo  Conduttore  spirale  con  la  sua  teoria.  Pistoia, 
Tip.  Bracali,  1783,  in  8.° 


79  - 


Carlini  Raffaello. 

Nelle  nozze  del  Ser.  Principe  Ferdinando  di  Toscana  con 
la  Sereniss.  Principessa  Violante  Beatrice  di  Baviera,  Can- 
zone. In  Lucca,  1689,  per  i  Marescandoli,  in  fol. 

—  Betulia  Liberata,  Poema  Eroico  ec.  Al  sereniss.  e  Rev. 
Principe  Card.  Francesco  Maria  de'Medici.  In  Pistoia,  per 
Stefano  Gatti,  (1694),  in  4.<> 

Pagg.  267  e  carte  i  in  principio  non  num.  contenenti  oltre  l'antiporta  e  il 
frontespizio,  la  lettera  dedicatoria  e  un  avviso  al  lettore.  In  fine  evvi  un'al- 
tra carta  contenente  l'Errata.  Il  poema  è  in  dieci  canti,  e  in  ottava  rima. 
Un  altro  poema  col  medesimo  titolo  si  ha  alle  stampe,  non  ricordo  più  di 
quale  autore  ;  e  il  Carlini  nell'avviso  al  lettore  così  ne  parla,  quasi  a  scu- 
sarsi dell'aver  trattato  lo  stesso  soggetto.  «  Io  giudico  che  tu  possa  aver 
visto  un  poema  dato  alla  pubblica  luce,  e  come  questo  mio  intitolato,  sic- 
ché fommi  lecito  di  significarti  non  essere  ciò  alla  mia  notizia  pervenuto, 
se  non  poco  tempo  fa  per  mezzo  dell'erudissimo  Sig.  Antonio  Mngliabechi,  a 
cui  nulla  si  nasconde  di  moderno  o  degli  antichi  scrittori.  »  Questo  Carlini 
fu  di  Crespole,  antico  castello  delle  montagne  pistoiesi  ;  ma  non  mi  è  stato 
possibile  averne  particolari  notizie,  anche  perchè  è  sconosciuto  ai  nostri  sto- 
rici ;  ma  ch'e'fosse  uomo  di  qualche  merito  può  rilevarsi,  oltreché  dalle  sue 
opere,  anche  dalle  relazioni  che  ebbe  con  vari  uomini  illustri,  tra  i  quali, 
com'abbiam  visto,  fu  anche  il  Magliabechi. 

—  Nella  professione  della  Illus.  et  Eccell.  Sig.  Suor  Cele- 
ste Colonna  noi  Monastero  di  S.  Domenico  e  Sisto,  Can- 
zone dedicata  airillustr.  Signora  Donna  Clelia  Cesarini-Co- 
lonna  Principessa  di  Sonnino  ec.  In  Roma,  nella  Stamp. 
Buagni,  1696,  in  fol. 

Carradori  Fh\  Area»gelo. 

Dizionario  Arabico-Italiano. 

MS.  cart.  in  fol  nella  Forteg.  cod.  342.  Il  Cinelli  diede  questo  dizionario 
come  imperfetto,  e  lo  disse  arabico-latino-ilaliano  ;  ma  veramente  non  ha 
che  la  voce  arabica,  la  medesima  voce  scritta  secondo  la  pronunzia  nostra,  e 
la  corrispondente  italiana.  Questo  lavoro  è  inedito,  e  si  conservò  finora  nella 
Biblioteca  del  Convento  di  Giaccherino,  dove  visse  l'autore  frate  min.  osser- 
vante. 

CarteroB&iac®  ScSpZonc 

Vedi:  Fortcgucni     Scipione. 


—  80  — 

Carteromac©  Niccolò. 

Vedi:  Fortegucrri  Niccolò 

Cartoli  Marcii.  Alessandro. 

Il  Disgusto  col  mondo,  tradotto  dall'idioma  francese  nell'ita- 
liano ec.  In  Lucca,  1718,  per  Dom.  Ciuffetti,  in  4.° 

Pagg.  75,  e  car.  6  in  prin.  non  num.  Questa  trad.  è  dedicata  dall'autore  a 
Mons.  Colombino  Bassi  Vesc.  di  Pistoia. 

Cartoli  Eustachio. 

Sonetti  diversi.  In  Firenze,  1730,  nella  Stamp.  di  Bernardo 
Paperini  e  comp.  in  4. 

Questi  sonetti,  sono  dedicati  a  Bartolomeo  Saiani  Cap.  della  Montagna  Pisto- 
iese. Furono  ristampati  dallo  stesso  Paperini  nel  1752,  in  8.° 

—  Discorso  sopra  le  frequenti  apoplessie  di  Firenze  e  sue 
adiacenze. 

MS.  citato  dal  Matani  nella  sua  opera  «  Delle  Produzioni  naturali  del  ter- 
ritorio pistoiese.  » 

Carradori  Francesco. 

Istruzione  Elementare  per  gli  studiosi  della  Scultura.    Fi- 
renze, 1802,  in  fol.  picc. 

È  dedicata  quest'  opera  a  Lodov.  Re  d'Etruria.  Ha  il  frontespizio  inciso  in 
rame,  e  tredici  tavole  di  corredo,  l'uno  e  le  altre  disegnate  dallo  stesso  Car- 
radori. 

Cellesi  Atto. 

Do  vano  astrologorum  iudicio. 

Trovasi  nel  toni.  II  delle  «  Lettere  Miscellanee  »  di  Bonifazio  Vannozzi, 
pag.  402  e  seg.  Fu  dall'autore  mandata  al  Vannozzi,  il  quale  a  sua  volta  in- 
viandola a  Mons.  Lunadoro  Vescovo  di  Nocera,  chiama  questo  laverò  «  scrit- 
tura dotta  et  pia,  simile  all'autore  pio  et  dotto  anch'esso  »  :  e  di  vero  il 
Vannozzi  ebbe  il  Cellesi  in  molta  stima:  lo  dice  «  intendentissimo  dell'a- 
strologia »,  e  gli  indirizzò,  anche  una  lunga  lettera  sul  comporre  comme- 
die, che  è  quasi  un  trattato  su  tal  materia,  più  che  una  lettera. 

—  Orationes. 

Le  ricorda  il  Vannozzi  nelle  sue  «  Lettere  Miscellanee  »  toni.  Ili,  pag.  452 
e  946:  una  fu  recitata  nella  Sapienza  per  l' inaugurazione  degli  sturi,  l'altra 


—  8*1   r- 
nel  Palazzo  dei  Priori  per  ì'  annua  festività  di  san  Bartolomeo.    Del  Cellesi 
si  ha    a  stampa  anco  una    lettera,    diretta  al  Vannozzi  intorno    alle  Lettere 
miscellanee  di  lui,  e  trovasi  nel  tom.  2  delle  lettere  medesime  pag.  16. 

Cellesi  Fra  Iacopo. 

Vita  del  Servo  di  Dio  P.  Giulio  Mancinelli  della  Comp.  di 
Gesù  ec.  dedicata  alla  Santità  di  N.  S.  Papa  Clem.  IX.  In 
Roma,  per  il  Varese,  1668,  in  4.° 

Car.  9.  in  principio  senza  numerare,  poi  644  pag.  e  car.  26  in  fine  senza 
numer.  con  ritratto  in  rame  del  Padre  Mancinelli. 

— ■  Historia  della  Guerra  di  Fiandra  dall'anno  1593  sin  alla 
tregua  d' anni  dodici  conchiusa  Tanno  1609  composta  da 
Angelo  Gattucci  della  C.  di  G.  volgarizzata  da  Iacopo  Cel- 
lesi ec.  In  Roma,  1673,  alle  spese  d'Ignazio  Lazzari,  in  4.° 
Voi.  2. 

Il  primo  voi.  conta  pag.  564*  e  e.  6  in  principio  senza  numerazione,-  il  se- 
condo pag.  672.  e  car.  4.  in  princ.  non  num.  Il  Cellesi  dedicò  questa  sua 
traduzione  a  Don  Filippo  Spinola-Colonna  duca  di  Sesto,  con  lettera  senza 
data,  la  quale  vedesi  riportata  anche  in  principio  del  volume  secondo  :  il  voi. 
primo  ha  pure  in  principio  la  dedicatoria  della  edizione  originale  del  Gai- 
lucci  «  alla  maestà  di  Carlo  II  re  cattolico  e  potentissimo.  » 

Cellesi  Oliviero. 

Rime. 

Sono  due  epigrammi  latini,  e  trovansi  nella  raccolta  fatta  pei  Funerali  di  Don 
Francesco  De'  Medici.  «  Urhis  pistoriensis  Monodiae  Funerales.  Florentiae, 
1614  ».  pag.   55. 

Cellesi  Al oii s*   Luca. 

Constitutiones  et  Decreta  Synodalia.  Montileoni,  1637,  in  4.° 

Questo  Cellesi  fu  Vescovo  di  Martorano  nell'ex-regno  di  Napoli,  alla  qual 
dignità  fu  elevato  da  Urbano  Vili  nel  1627.  Morì  nel  1661.  Vedine  la  vita 
scritta  dal  Brunozzi,  quella  composta  da  Seb.  Conti,  ed  anche  l'Ughelli  «  Ita- 
lia Sacra  ». 

Cellesi  Sebastiano. 

Delle  varie  forme  di  governo  che  ebbero  le  Repubbliche  di 
Toscana,  e  particolarmente  quella  di  Pistoia,  del  principio 

Capponi,  Bibliogr.  Pisi.  6 


—  82  — 
e  ordine  dei    presenti  magistrati  pistoiesi,  con  molte   altre 
notizie  circa  a'Grandi  o  Magnati  ed  agli  antichi  nobili  del 
Contado. 

MS.  ora  perduto.  Credesi  che  si  smarrisse  nel  1748  quando  convenne  man- 
darlo a  Firenze  per  ottenere  la  facoltà  di  stamparlo,  che  non  fu  mai  con- 
cessa. Io  tengo  presso  di  me  un  piccolo  frammento  a  stampa  di  quest'opera, 
forse  una  bozza  dall'impressione  fatta  come  per  saggio,  con  questa  soscri- 
zione:  In  Pistoia,  1748,  per  Atto.  Bracali,  in  4.° 

Cellesi  Can.  Fabrizio. 

La  Voce  della  Greggia  di  Pistoia  e  Prato  al  suo  pastore 
Mons.  Ricci  ec.  In  Sondrio  (senz'anno),  in  8.° 

È  anonimo,  ma  sappiamo  esser  questo  lavoro  del  Can.  Fabrizio  Cellesi.  La 
data  di  Sondrio  è  falsa. 

—  Allocuzione  al  popolo  pistoiese  recitata  nella  Chiesa  Cat- 
ledrale  di  Pistoia  in  occasione  del  solenne  triduo  celebrato 
in  detta  Chiesa  nei  giorni  11,  12  e  13  Giugno  1790.  Pi- 
stoia, Bracali,  (1790),  in  4.° 

Pagg.  14-,  ed  una  carta  bianca   in  fine. 

—  Rime. 

Trovansi  nelle  seguenti  raccolte  :  Per  la  Monacazione  di  Suor  Carolina  Ialini, 
(Pistoia,  1798.)—  Per  la  Monacaz.  di  Suor  Brigida  Baldinotti  (Ivi,  1801.)  — 
Per  le  Nozze  Rossi-Buonfanti.  (Ivi,  1801.)  —  Per  le  nozze  Nencini-Pandol- 
fini,  (Ivi,  1802.)  —  Per  le  Nozze  Buonfanti-Gatteschi  (Ivi,  1803)  —  Per  la 
Monacaz.  di  Suor  Carlotta  Ippoliti,  (Ivi,  1805),  e  in   varie  altre. 

Cenni  Gaetano. 

Primatus  Hispaniarium  vindicatus,  sive  defensio  Primatus 
Ecclesiae  Toletanae,  hispanice  conscripta  a  Nicasio  Sevil- 
lano,  latine  autem  reddita  a  Caietano  Cenni.  Romae,  Sal- 
moni, 1729,  in  fol. 

— ■  Concilium  Lateranense  Stephani  III  unica  dissertatone 
illustratimi  Caietano  Cenni.  Romae,  1735,  in  4.° 

—  De  Antiquitate  Ecclesiae  Hispanae,  Dissertationes.  Ro- 
mae, Tom.  lo  typis  Ant.  De  Rubeis,  1739:  Tom.  2°  Typis 
Palearini,  1741,  in  4.° 

Il  tomo  primo  ha  questo  titolo  :  «  Codex  veterum  canonum  Ecclesiae  hispa- 
nae ce.  et  de  Antiquitate  Ecclesiae  ce.  Dissertationes  ce,  perche  l'autore  ha 


—  83  — 

premesso  alle  sue  dissertazioni  il  codice  degli  antichi  canoni  di  quella  chiesa, 
tratto  dalle  raccolte  dei  Concili  con  le  decretali  fatte  da  S.  Isidoro.  Il  Co- 
dice va  fino  alla  pag.  CXXVII,  ed  alla  seguente  con  nuova  numerazione  co- 
minciano le  Dissertazioni  che  seguono  poi  nel  volume  secondo,  in  tutte  in 
numero  di  47,  nelle  quali  l'autore  si  propone  di  far  vedere  lo  stato  e  la  di- 
sciplina della  Chiesa  di  Spagna  dal  suo  stabilimento  fino  al  cadere  del  sec.  VIII. 
Si  veda  in  proposito  di  questo  lavoro  l'opuscolo  del  P.  Scarmagli  di  Monte 
Cassino  intitolato  «  Vindiciae  Antiquitatis  Monasticarum  historiae,  Arretj,  1753  » 
scritto  per  confutare  il  Cenni,  il  quale  nel  suo  lavoro  aveva  sostenuto  che 
l'ordine  di  San  Benedetto  non  esisteva  in  Spagna  che  dal  Sec.  IX.  Il  Cenni 
poi  gli  rispose  con  quattro  estesi  articoli  che  stanno  nel  giornale  dei  Let- 
terati d'Italia  anno  4755. 

—  Anastasius  Bibliothecarius,  notis  chronologicis  illustra- 
ti^ a  Caiet.  Cenni.  Tom.  4,  in  fol. 

■ —  Bullarium  Basilicae  Vaticanae,  collectio  in  tres  tomos 
distributa,  et  notis  aucta  et  illustrata.  Romae,  1755,  tom.  3 
io  fogl. 

Qucst'  epcra  comprende  il  Bollano  Romano  da  S.  Leone  fino  a  Benedetto  XIV, 
ed  è  lavoro  pregevolissimo,  non  solo  perchè  tutte  le  materie  sono  state  con 
paziente  accuratezza  riconfrontate,  colle  antiche  pergamene  della  Bibl.  Va- 
ticana, ma  per  le  molte  note  ed  illustrazioni  di  ogni  genere  colle  quali  il 
dotto  autore  ha  saputo  adornarlo.  Non  deve  peraltro  tacersi  come  il  Cenni 
ebbe  a  compagni  in  questa  sua  fatica  Antonio  Martinetti  e  Filippo  Dionisi. 

- —  Dissertazioni  sopra  le  antichità  italiane  già  composte  e 
pubblicate  in  latino  dal  Prop.  L.  A.  Muratori,  e  da  esso 
poscia  compendiate  e  trasportate  nell'italiana  favella,  opera 
postuma  ec  con  note  dell'Ab.  Gaetano  Cenni.  Roma,  1790- 
91-92,  Tomi  3,  in  8> 

Il  Cenni  non  fu  solo  nell'annotare  questo  dotto  lavoro  del  Muratori,  ma  fu 
aiutato  dal  Marcelli  e  dal  P.  Soldani.  Sono  del  Cenni  le  prefazioni,  e  le  note 
contrassegnate  C. 

—  Monumenta  Dotninationis  Pontificiae,  sive  Codex  Caroli- 
nus  juxta  autograpLum  Vindobonense,  Epistolae  Lconis  III 
Carolo  Augusto,  Diplomata  Ludovici,  Otthonis  et  Henrici, 
Chartula  Comitissae  Matbildae,  et  Codex  Rudolphinus  ine- 
ditus  ec,  opera  et  studio  Caietani  Cenni.  Romae,  tipis  Pa- 
parini, 1760-61,  Voi.  2  in  fogl. 

È  dedicata  al  Card.  Passionei.  Fra  questi  monumenti  è  notato  come  il  più 
chiaro  il  «  Codice  Carolino  »  ,  dove  leggonsi  99  epistole,  detto  così  da  Carlo 
Magno,  il  quale  fece  raccogliere  quelle  ledere  nel  791.  Oltre  la  dottissima 


—  8 


prefazione  a  tutta  l'opera,  il  Cenni  ha  premesso  nel  primo  volume  un  di- 
scorso a  ciascuna  delle  lettere  sunnominate,  per  la  piena  intelligenza  del 
testo  ;  ed  il  medesimo  stile  ha  tenuto  nel  secondo  volume,  corredando  di  si- 
miglianti  discorsi  ciascuno  dei  monumenti.  Oltre  di  che  ha  voluto  tutto  ri- 
schiarare con  note  dove  faceva  mestieri,  perchè  nulla  vi  rimanesse  di  dub- 
bio o  d'oscuro. 

,  De  Praestantia  Basilicae  Vaticanae,  in  4.° 

, .  Giornale    dei  Letterati  pubblicato  col   titolo  di  Novelle 

letterarie  oltramontane.  Roma,  Pagliarini,  1742-1760. 

Fu  promosso  dal  Cenni  in  unione  all'illustre  Mons.  Miehelangiolo  Giacomelli, 
che  ne  furono  anche  i  compilatori  insieme  coli'  ab.  Petroni. 

Dissertazioni  sopra  vari  punti  interessanti  la  Storia  ec- 
clesiastica, pontificia,  canonica  e  romana.  Pistoia,  Bracali, 
1773-1779,  Voi,  2  in  4.° 

Queste  dissertazioni  furono  pubblicate  dopo  la  morte  del  Cenni  da  Bartolomeo 
Colti  il  quale  vi  premise  un  discorso  epenografico,  dove  lungamente  discorre 
della  vita  e  delle  opere  del  nostro  autore.  Il  voi.  1°  contiene  le  dissertazioni 
di  storia  ecclesiastica  che  sono  in  numero  di  14:  il  2°  quelle  di  storia  ro- 
mana che  ascendeno  al  numero  di  12.  L'opera  è  dedicata  dal  Colti  a  Mons. 
Giuseppe  Ippoliti  Vescovo  di  Pistoia. 

Il  Cenni    nacque  in  Spignana,    umile  villaggio  della  montagna  pistoiese,   nel 
1898.  Fu  in  Roma  bibliotecario  del  Card.  Belluga,  e  morì  nel  1762. 
Per  la  sua  biografìa  vedasi  il  Discorso  epenografico  sopra  ricordato  del  Colti, 
e   il  cenno  pubblicato    da  Giuseppe  Arcangeli1  nella  collezione  biografica  del 
Tipaldo,  tom.  IV. 

CeafiEiI  ISutfco  IfcliRS&lil©. 

Eime  di  Matteo  Rinaldo  Cenni  prete  dell'Oratorio  ec  :  In 
Pistoia,  presso  Atto  Bracali,  1774,  in  8.° 

Pa»".  XII-188,  colla  dedicatoria  al  Card.  Carlo  Boschi.  Le  poesie  terminano 
alla°pag.  105.  e  quindi  dopo  un'avvertenza  segue  altra  operetta  poetica  di 
Bartolomeo  Colti  intitolata  «  Ricerca  del  vero  bene  »  .  Le  rime  del  Cenni 
consistono  in  tanti  sonetti  sopra  vari  soggetti.  Ecco  il  giudizio  elio  ne  diede 
il  detto  Bartolomeo  Colti  nelle  sue  Osservazioni  Epaino- critiche.  «  L'  autore 
non  fu  poeta  se  non  in  quanto  gli  ci  piegò  la  fantasia  la  lettura  dei  poeti, 
e  soprattutto  dell'Ariosto.  Non  dico  già  che  ne  abbia  fatto  contrarre  a  que- 
sti suoi  sonetti  ombra  o  tintura  d'imitazione,  ma  dico  che  i  colori  pella  poe- 
sia in  generale  vi  sono  macinati  passabilmente.  »  Rinaldo  è  fratello  di  Gae- 
tano Cenni  sopra  ricordato. 

Cliiappelli  Fraiseese®. 

Eicerche  Fisiologiche.  Pistoia,  Tip.  Gino,  1843,  in  8.0 

Dedicata  al   celebre    Dott.   Maurizio  Bufalini. 


—  85  — 

—  Aggiunte  alla  Fisiologia  del  sistema  nervoso  di  G.  Mul- 
ler.  Pistoia,  Tip,  Cirio,  1844,  in  8.0 

—  Trattato  d'Igiene  privata.  Napoli,  T.  Cottrau,  1858,  in 
8.°  grande. 

Pagg.  482,  non  comprese  tre  carie  in  principio  non  numerate,  ed  una  in  fine 
bianca.  Questo  riputatissimo  trattato  d'Igiene  era  slato  pubblicato  la  prima 
volta  nell'appendice  della  «  Gazzetta  Medica  Toscana  »  ;  fu  poi  riprodotto 
nell'appendice  del  «  Ricogìitore  Medico-Chirurgico  »  di  Napoli,  che  compi- 
lava il  Dott.  Pietro  Cavallo,  ma  ne  fu  interrotta  poco  appresso  la  pubblica- 
zione, essendo  venuto  a  cessare  il  detto  periodico. 

Chiavacci  Armando. 

Encore  deux  Tietimes.  Pistoie,  Imprimerle  Cino,  1844,  vo- 
lumi 2,  in  8.0 

—  Nelida,  di  Daniele  Stern,  versione  italiana  di  Armando 
Chiavacci.  Firenze,  Cocchi,  1848,  in  8.° 

CEsiavaeci  Tersisi©. 

Addio  pronunziato  sul  feretro  del  Dott.  Kaffaello  Gonfian- 
tini  di  Pistoia.  Pistoia,  Tip.  Cino  1869,  in  4.° 

—  Parole  dette  sul  feretro  del  Cav.  Ulisse  Cai  uri. 

Stanno  nell'  opuscolo  «  Parole  dette  presso  al  feretro  del  Cav.  Dott.  Ulisse 
Caluri,  Pistoia,  1871,  in  8.°  » 

—  Alla  memoria  della  nobile  Antonietta  Scali  nata  Fre- 
diani,  Pistoia,  Tip.  Cino,  1872,  in  8.0 

Vi  si  contiene  un'  elegia,  un'  epigrafe  ed  un  cenno  necrologico.  Altri  scritti 
del  Sig.  Dott.  Chiavacchi  trovansi  in  varie  raccolte,  tra  i  quali  piaccmi  ri- 
cordare la  bellissima  Canzone  «  Una  Visione  »,  contenuta  nella  raccolta 
stampata  pel  primo  anniversario  dalla  morte  di  Antonietta  Scali.  (Pistoia, 
Tip.  Cino,  1872.) 

Ciampi  Sebastiano, 

Al  Sig.  Francesco  Bienvenù  professore  e  dimostratore  di  fi- 
sica sperimentale,  Canzone  libera.  In  Pistoia,  1795,  per 
Vincenzo  Manfredini,  in  4.° 

Fu  stampata  in  occasione  di  un'  accademia  di  fisica  sperimentale  data  dal 
Bienvenù  in  quel!'  anno  nel  teatro  di  Pistoia. 


—  86  — 

—  Riflessioni  sulla  necessità  di  studiare  gli  antichi  scrit- 
tori e  sulla  vera  maniera  di  far  moderno  V  antico  nel  pren- 
dere dai  loro  scritti  per  il  progresso  della  buona  lettera- 
tura, con  alcune  osservazioni  intorno  al  poema  omerico  in- 
titolato «  Iliade  o  la  morte  d1  Ettore  ec.  »  Venezia,  presso 
Adolfo  Cesare,  1800,  in  8.o 

Pagg.  458.  È  dedicata  al  nobil  sig.  Gio.  Maria  Cottini  agente  in  Venezia  del 
Granduca  di  Toscana  con  lettera  di  Venezia,  de' 20  ottobre  1800.  Con  que 
sto  scritto  il  Ciampi  si  oppose  il  primo  alle  pretese  riforme  del  Cesarotti 
intorno  all'  Iliade  d'  Omero,  ed  alla  maniera  di  studiare  e  tradurre  i  clas- 
sici greci  e  latini  ;  e  levò  gran  rumore  in  Italia  per  la  celebrità  del  Cesa- 
rotti stesso,  che  in  quel  tempo  era  all'  apice  della  sua  gloria.  Non  manca- 
rono al  Ciampi,  coni'  era  da  credersi,  le  censure  dei  Cesarottiani,  ma  ri- 
scosse anco  gli  applausi  di  quelli,  e  non  eran  pochi,  che  la  pensavano  di- 
versamente. L'  eruditissimo  Sig.  Lodovico  Busca  milanese  così  ne  scriveva 
all'  autore  da  Padova  nel  dì  25  Decembre  1800.  p  Ho  differito  finora  a  ri- 
scontrarla della  impressione  che  poteva  aver  fatta  il  di  lei  libro  siili'  ani- 
mo del  Cesarotti,  perchè  ero  totalmente  mancante  delle  relative  notizie. 
Dopo  varie  inquisizioni,  feci  spargere  1'  esemplare  che  ella  volle  favorirmi  ; 
esso  fu  letto  con  avidità  e  dagli  oppositori  e  dai  difensori  dell' ab.  Cesarot- 
ti-; ed  egualmente  tutti  confessano  che  la  di  lei  opera  è  mollo  giudiziosa, 
e  che  assai  diffìcilmente  vi  si  può  rispondere.  Essa  ha  fatto  molto  senso 
nell'  animo  del  Sig.  Prof.  Cesarotti,  ed  ella  può  con  ragione  compiacersi 
del  suo  travaglio  ec.  »  Il  Ciampi  medesimo  così  ne  parla  nella  sua  autobio- 
grafìa :  »  A  dir  vero  per  essere  questo  il  primo  lavoro  di  qualche  impor- 
tanza che  uscì  dalla  mia  penna,  mostravo  pratica  degli  antichi  scrittori, 
buon  criterio,  e  coraggio  non  ordinario,  trattandosi  di  prendersela  con  un 
uomo  di  grido,  e  che  avea  un  sì  gran  partito.  Peraltro  non  fui  molto  dili- 
gente nella  lingua  :  uscito  di  Toscana  col  pregiudizio  che  per  coloro  che 
eran  nati  colà  non  fosse  necessario  studiar  la  propria  lingua,  mi  avvidi  del 
mio  errore,  e  della  stolta  presunzione  quando  dal  correttore  delle  stampe 
mi  vennero  indicati  alcuni  errori  di  lingua,  che  io  avrei  voluto  giustificare 
con  1'  uso  dei  toscani  ;  ma  ben  presto  recedetti  dalla  pretensione,  e  con- 
chiusi che  bisognava  mettersi  a  purgare  la  lingua,  imparata  senza  studio, 
dei  vari  idiotismi  ed  errori  del  volgo,  che  sebbene  volgo  toscano,  nondi- 
meno era  volgo.  (Ciampi,  Autobiografia  intitolata  Hecce  homo,  nella  Bibliot. 
Forteguerri.) 

—  Pio  VII  Pontif.  Max.  quum  Summus  Pontifex  est  pro- 
nunciatus,  Carmen.  Venetiis,  Àndreola,  1800,  in  4.° 

«Anch'io  volli  applaudire  all'elezione  del  Papa  pubblicando  un  carme  la- 
tino. L'  affettazione  del  titolo  greco  (1)  era  una  conseguenza   del   mio    im- 

(1)  Mancando  la  nostra  tipografia  dei  caratteri  greci  non  ho  potuto  ripor- 
tare il  titolo  come  nel  frontespizio  si  trova.  Questa  dichiarazione  mi  valga 
per  altri  casi  consimili. 


—  87  — 
pegno  di  voler  passare  per  grecista.  Io  non  aveva  certamente  un  estro  poè- 
tico singolare,  ma  se  fossi  stato  in  esercizio,  non  mancava  di  fantasia  ed 
anche  di  stile,  specialmente  in  latino,  per  aver  letto  molto  Virgilio.  Peral- 
tro i  miei  versi  latini  ed  italiani  mostrano  sempre  più  fantasia  che  perfe- 
zione di  stile.  Questo  mio  carme  fu  subito  tenuto  a  sindacalo,  specialmente 
da  un  tal  prete  Matteo  Soldati,  uomo  di  molta  fatica,  ma  di  niun  gusto,  e 
senza  immaginazione.  11  fatto  è  che  non  avea  torto  in  ogni  cosa  ;  e  così  ne 
scrissi  al  mentore  mio  Padre  Carlo  Antonioli  :  «  Il  mio  Carmen  ha  trovato 
un  rigido  Aristarco  nella  mia  patria.  Io  so  dicerto  che  egli  non  ha  altro 
merito  che  d'  essere  un  puro  e  pretto  pedante  ;  perciò  non  mi  fa  stato  nel 
generale.  Peraltro  non  posso  negare  di  dargli  ragione  in  un  luogo  o  due, 
dove  mi  sono  sfuggite  due  sviste  di  quantità,  che  per  vero  dire,  non  aven- 
do grande  esercizio,  qualcuna  me  ne  succede.  Mi  critica  anco  la  voce  fa- 
stus,  invece  di  fasti,  ma  questa  credo  di  poterla  giustificare  ».  (Ciampi,  Aulob. 
sopra  citata.) 

—  Il  Convito  di  Senofonte  tradotto  dal  greco,  e  con  note 
illustrato  dall'  Ab.  S.  Ciampi.  Venezia,  1801,  presso  Adolfo 
Cesare,  in  8.° 

Vi  sta  innanzi  una  dotta  prefazione  nella  quale  si  discorre  dell'  origine  della 
fìlopedia  dei  Greci.  Questo  lavoro  del  Ciampi  fu  anche  ristampato  nella  Col- 
lana delle  traduzioni  dal  greco  pubblicata  dal  Sonzogno  (Milano,  1825,  in  8°) 
ma  non  vi  è  unita  la  suddetta  prefazione,  e  rnancan  molte  note  che  furono 
omesse  per  economia  di  spazio. 

—  Osservazioni  fìlologico-critiche  intorno  ad  alcuni  luoghi 
di  Plinio,  lette  nella  R.  Accademia  Pistoiese  ec. 

Stanno  nel  Giornale  dei  letterali  di  Pisa,  tom.  V.  n.°  lo.  anno  180U,  e  fu- 
rono stampate  anche  a  parte  in  8.°  col  suddetto  titolo,  e  senza  altra  indi- 
cazione di  luogo.  Sono  indirizzate  al  Sig.  Ab.  Zannoni,  e  riguardano  un  pas- 
so di  Plinio  (lib,  XXXIV.  cap.  II)  nel  quale  si  parla  del  così  dello  metallo 
corinzio.  Plinio  credette  che  tal  prezioso  metallo  composto  di  oro,  argento 
e  bronzo,  si  formasse  per  effetto  del  caso,  nell'incendio  di  quella  città  ;  ed 
il  Ciampi  intende  dimostrare  che  realmente  si  fabbricò  in  Corinto  anche  molto 
tempo  innanzi  l'incendio  quella  preziosa  mestura,  della  quale  facevansi  tanti 
eccellenti  lavori  detti  corinzii.  Al  Ciampi  si  potrebbe  obiettare  che  in  un 
frammento  di  Polibio  si  dice  essersi  fusi  insieme  1'  argento  e  1'  oro,  e  che 
molti  solvati  romani  perirono  nelle  fiamme  per  1'  avidità  di  raccogliere  quei 
preziosi  metalli  ;  onde  il  fatto  della  fusione,  se  non  altro,  non  potrebbe  ne- 
garsi. Anche  Appiano  Alessandrino  narra  che  i  Saguntini  disperando  del- 
l' aiuto  dei  Romani  portarono  in  piazza  oro,  argento,  rame,  e  piombo  per 
guastar  tutto,  e  renderlo  così  inutile  ad  Annibale. 

Questo  scritto,  sebbene  rifuso,  fu  anche  ristampato  tra  le  illustrazioni  al- 
l' opera  La  Grecia  di  Pausania  tradotta  dal  nostro  Ciampi. 

-—  Del  tardo  castigo  della    Divinità,    Dialogo   di   Plutarco 


—  88  — 
Cheronese  tradotto    dal    greco  e  illustrato    co.    In,  Pistoia, 
presso  Gio.  Bracali,  1805,  in  8.° 

Colla  dedica  al  Card.  Niccolò  Fortegucrri.  Il  Dialogo  è  preceduto  da  una 
prefazione,  nella  quale  il  dotto  editore  discorre  ampiamente  della  filosofìa 
di  Plutarco.  In  fine  evvi  un  sommario  delle  molte  note  che  arricchiscono 
quest'  opera. 

—  Della  Educazione  dei  figliuoli,  opuscolo  di  Plutarco, 
trad.  dal  greco  con  note.  In  Pistoia,  da  Gio.  Bracali  e  f. 
1806,  in  8.o 

Ha  lettera  eedicatoria  alla  Sig.  Ottavia  Rospigliosi,  ed  è  illustrata  di  molte 
ed  erudite  note. 

—  Synopsis  Vitae  Angeli  Francisci  Archiep.  Pisani.  Pisis, 
et  Pistoni,  1806,  in  8.<> 

Quest'elogio  fu  scritto  di  commissione  del  Capitolo  della  Primaziale  Pisana 
per  esser  posto  nel  tubo  e  interrato  insieme  col  cadavere  ;  e  sebbene  il 
Ciampi  non  avesse  altro  tempo  per  comporlo  che  alcune  ore  della  notte  pre- 
cedente all'  interramento,  pure  gli  riuscì  assai  bene. 

Fu  inserito  poi  nel  Giornale  Pisano  di  queir  anno,  e  ne  fu  fatto  anche 
un  estratto  in  volgare  e  stampato  a  parte  col  titolo  «  Brevi  Memorie  della 
vita  di  Mons.  Angelo  Franceschi  Arciv.  di  Pisa.  Ivi,  Pròsperi,   1806,  in  8.° 

—  Estratto  delle  due  dissertazioni  inserite  dal  Conte  Ga- 
lani Napione  nella  sua  traduzione  della  Vita  di  Agricola. 

È  inserito  nel  Giornale  dei  Leu.  di  Pisa,  anno  1806,  tom.  III.  Questo  estratto 
fu  letto  dal  Ciampi  nella  R.  Accademia  pistoiese  di  Scienze  Lettere  ed  Arti. 

1 —  Notizia  della  Vita  e  degli  Scritti  del  Card.  Stefano 
Borgia. 

Nel  Giornale  dei  Letterali  sud.  anno  1806.  È  un  estratto  dell'  opera  «  Syno- 
psis Vitae  Stephani  Borgiae,  Romae,  1805.  » 

—  Dissertazione  sopra  alcuni  passi  di  Plinio  ad  altri  an- 
tichi autori  intorno  all'  uso  d?  improntar  la  moneta. 

Nel  Giornale  sud.  tom.  5,  anno  1806. 

■ —  Osservazioni  intorno  alla  lettera  del  Sig.  Giovanni  De 
Coureil  al  redattore  del  Giornale  Pisano. 

Nel  sud.  Giornale,  tom.  VI.  n.°  io,  anno  1806,  con  copie  a  parte.  Il  Ciampi 
in  una  rivista  critica  aveva  scritto  che  gli  antichi  Egiziani,  Persiani,  Greci 
e  Romani  conobbero  le  dottrine  e  la  religione  degli  Indiani.  Il  De  Coureil 
in  una  sua  lettera  al  redattore  del  Giornale  Pisano  volle  confutare  qucst'opi- 


—  89  — 

niònc  :  e  di  qui  ebbe  origine  quest'  opuscolo  del  Ciampi  ;  ed  avendo  poi  il 
De-Coureil  replicato,  anche  il  Ciampi  pubblicò  nuove  Osservazioni,  che  si 
leggono  nel  medesimo  giornale  dell'  anno   180G,  tomo  VI.  n.  18. 

—  Osservazioni  s\>pra  un  antichissima  pietra  scritta  anu- 
lare ec. 

Fu  inserita  nel  Giornale  dei  Leu.  di  Pisa,  anno  1807,  tomo  7,  e  stampata 
anche  a  parte,  (pag.  16,  m  8.°)  senza  luogo  e  nome  di  stampatore,  e  col 
disegno  della  pietra  in  fine,  È  dedicata  all'  Ab.  Zannoni.  Questa  pietra  anu- 
lare fu  trovata  nei  pressi  di  Fiesole,  e  fu  creduta  di  un'  antichità  straordi- 
naria. Data  in  luce  però  la  illustrazione,  e  capitata  in  mano  al  celebre  ar- 
cheologo David  Akerblad  svedese  che  in  quei  tempi  attendeva  in  Roma  agli 
studi  archeologici,  parve  a  questi  che  invece  di  avere  il  Ciampi  conosciuto 
quella  pietra  per  una  basilidiana  o  abraxa,  si  fosse  invece  ingolfato  in  ri- 
cerche lontane  dal  proposito,  spacciandola  di  data  più  antica  di  quello  che 
veramente  non  fosse.  Il  Ciampi  nel  compilare  questo  scritto  aveva  consul- 
tato 1'  Ab.  Lanzi  e  F  Ab.  Zannoni  ;  e  si  era  servilo  di  tutte  le  notizie  comu- 
nicategli da  loro  :  citò  dunque  a  parte  del  fallo  i  suoi  cooperatori,  ma  questi 
vedendosi  compromessi,  negarono  di  aver  suggerito  cosa  alcuna.  Difficile 
per  altro  era  il  cuoprirsi  ;  in  quanto  al  Zannoni  nel  dedicargli  il  lavoro,  il 
Ciampi  aveva  detto  che  a  lui  rendeva  quanto  da  lui  aveva  ricevuto  ;  del 
Lanzi  poi  possedeva  diverse  lettere  colle  quali  gli  era  facile  potersi  giusti- 
ficare. Al  Lanzi  pure  ne  fece  doglianza,  ma  questi  gli  rispose  con  una  let- 
tera, dalla  quale  ben  si  ricavava  1'  impegno  di  tenersi,  come  suol  dirsi,  in 
due  staffe.  La  lettera  dell'  Ab.  Lanzi  fu  pubblicata  anch'  essa  nel  giornale  pi- 
sano di  quell'  anno. 

—  Ammonizione  a'  maritati  di  Plutarco  Cheronese  volga- 
rizzata e  data  in  luce  da  S.  Ciampi  ec.  Pisa,  Prosperi,  1807, 
in  8.0 

Pubblicazione  fatta  in  occasione  delle  nozze  del  Cav.  Tommaso  Amati  colla 
Sig.  Marianna  Mastiani-Brunacci  di  Pisa.  Il  volgarizzamento,  assai  stimato, 
venne  eseguito  su  di  un  testo  molto  emendato  e  corretto,  quello  del  Pieisk 
dell'  edizione  di  Lipsia  del  1777. 

—  Memorie  della  Vita  di  Messer  Gino  da  Pistoia  raccolte 
e  illustrate  da  Seb.  Ciampi.  Pisa,  Prosperi,  1808,  in  8.0 

Prima  edizione  di  questo  pregiato  lavoro,  dedicata  al  Conte  Gian  France- 
sco Galeani  Napione,  e  adorna  di  due  rami  cioè  del  ritratto  di  Cino  levato 
da  un  antichissimo  quadretto  in  tavola  ora  esistente  nella  Forteguerriana  di 
Pistoia,  e  di  un  altro  rame  rappresentante  il  bel  cenotafio  eretto  alla  me- 
moria di  Cino  nella  Cattedrale  della  stessa  città. 

—  Vita  e  Poesie  di  Messer  Cino  da  Pistoia,  novella  edi- 
zione rivista  ed  accresciuta  dall'  autore  ec.  Pisa,  Capur- 
ro,  1813,  in  8.° 


—   90   — 

Bella  edizione  fatta  coi  caratteri  di  Didot,  ed  arricchita  dei  due  rami  che  si 
vedono  anche  nella  precedente  edizione  della  vita.  È  dedicata  al  Conte  Fer- 
dinando Marescalchi,  ed  è  citata,  per  le  poesie,  dagli  Accademici  della  Cru- 
sca. La  vita  occupa  pagg.  XXIV-188,  più  pag.  8.  in  principio  non  comprese 
in  questa  numerazione.  Dopo  le  note  alla  vita,  cioè  da  pag.  439  a  pag.  188 
trovansi  con  antiporta  speciale  le  Considerazioni  intorno  alla  Cavalleria  amo- 
rosa eroica  e  poetica.  Quindi  vengono  cou  nuova  antiporta  e  speciale  nume- 
razione le  Poesie  che  vanno  fino  alla  pag.  200,  oltre  una  carta  in  fine  per 
le  correzioni.  Di  questa  edizione  si  tirarono  soli  250  esemplari,  compresi 
dieci  in  carta  speciale  ;  e  si  tirarono  a  parte  anche  non  pochi  esemplari  delle 
sole  Poesie,  sì  in  carta  comune  che  in  carta  distinta  :  anche  le  Considera- 
zioni sulla  Cavalleria  amorosa  ec.  furono  impresse  a  parte,  ma  solo  in  carta 
comune. 

Nelle  Memorie  della  Vita  di  Cino  non  pochi  miglioramenti  vi  ha  intro- 
dotto il  Ciampi,  aggiungendovi  nuove  notizie,  rettificando  in  qualche  parte 
le  antiche,  e  togliendo  al  lavoro  alcuni  difetti  che  mostravano  il  bisogno  di 
nuovi  accarezzamenti.  In  quanto  alle  rime,  sebbene  egli  abbia  adoperato  as- 
sia  critica  nella  scelta,  scartando  affatto  quelle  nelle  quali  poco  o  punto  rico- 
nobbe lo  stile  di  Messer  Cino,  pure  non  può  asserirsi  che  egli  facesse  quanto 
era  da  aspettarsi  da  un  uomo  ricco  d'  ingegno  e  di  dottrina,  come  fu  il  Ciampi. 

■ —  Supplemento   alle  rime  di  Mess.  Cino  da  Pistoia.  Pisa, 
Prosperi,  1814,  in  8.° 

Pag.  £8.  Oltre  questo  supplemento,  il  Ciampi  stampò  poco  appresso  anche 
un  foglio  di  quattro  carte  contenente  correzioni  e  varianti  alle  rime,  che 
gli  somministrarono  i  codici  del  March.  Trivulzio  di  Milano. 

■ — Vita  e  Memorie  di  Messer  Cino  da  Pistoia.  Pistoia,  Man- 
fredini,  1826,  in  8.<>  ,  Voi.  2. 

11  merito  di  quest'  edizione  consiste  non  solo  nelle  cure  adoperate  dal  Ciampi 
per  renderla  vie  più  compiuta,  ma  nelP avervi  anche  riunito  il  supplemento 
delle  rime   pubblicato  dopo  1'  edizione  del  1815. 

—  Notizie  del  Pittore  Sebastiano  Vini  Veronese.  Firenze, 
Molini,  1809,  in  8.0 

È  tiratura  a  parte  dal  Giornale  Enciclopedico  di  Firenze,  anno  1809,  tom.  1, 
num.  11. 

Molte  notizie  sulle  opere  pittoriche  del  Vini  si  potrebbero  aggiungere  a 
quelle  dateci  dal  Ciampi.  In  Pistoia  fece  anche  un  affresco  nella  Chiesa  di 
S.  Paolo,  scoperto  nell'  ultimo  restauro,  e  che  vedesi  a  destra  della  porta 
laterale  :  dipinse  per  la  casa  Baldinotti  la  Conversione  di  San  Paolo,  e  fece 
nella  stessa  casa  due  figure  in  capo  di  scala,  le  quali  non  so  se  tuttora 
sussistano.  Neil'  atrio  della  Compagnia  detta  dei  Dolori,  che  era  1'  antico 
coretto  annesso  all'altare  della  SS.  Annunziata  vedonsi  tuttora  gli  apostoli 
dininti  a  buon  fresco,  e  assai  ben  conservati.  Fuori  di  Pistoia  poi  dipinse 
un^ quadro    nelle  cattedrale  di  Pescia,    un    altro    nella  cappella  del  Palazzo 


—  y|   — 

della'  Signoria  in  Lucca,  una  deposizione  in  Massa  di  Valdinievole  ;  e  nel 
cortile  del  Palazzo  Vecchio  in  Firenze  alcune  di  quelle  vedute  di  città  che 
tuttora  sussistono. 

—  Estratto  delle  Memorie  Storiche  di  Antonello  degli  An- 
toni pittore  Messinese,  compilate  da  Tommaso  Puccini. 

Nel  suddetto  giornale,  an.  4809.  toni.  II. 

—  Lettere  sopra  un  Manoscritto  di  Rime  antiche  conser- 
vato in  casa  Forteguerri,  al  Prof.  Giacomo  Sacchetti.  Sen- 
za luogo  (ma  Pisa,  Prosperi,   1809),  in  8.° 

Questo  ms.  era  ed  è  ancora  presso  la  famiglia  Forteguerri  di  Pistoia,  e  forse 
faceva  parte  della  libreria  di  Antonio  Forteguerri,  uno  dei  migliori  petrar- 
cheschi podi  del  Secolo  XV.  Fra  le  altre  rime  contiene  una  ventina  di  So- 
netti,  dei  quali  sette  appartengono  al  Petrarca,  perchè  si  leggono  anche  nelle 
edizioni  a  stampa  di  quest'  illustre  poeta  :  i  rimanenti  sono  a  lui  attribuiti, 
e  di  questi  il  Ciampi  ne  pubblica  sette.  Da  pure  in  fine  alcune  varianti  più 
notevoli  dei  sonetti  a  stampa  del  Petrarca  a  confronto  di  quelli  contenuti 
nel  suddetto  manoscritto. 

—  Lettera  al  Dott.  Gaetano  Poggiali  nella  quale  si  da 
notizia  di  alcuni  manoscritti  eli  rime  antiche.  Pisa,  Pro- 
speri, 1809,  in  8.o 

Fra  gii  altri,  il  Ciampi  da  notizia  in  questa  lettera  di  un  ms.  vaticano  seg. 
di  n.  5211  intitolato  Vari  Poeti  antichi;  e  di  un  altro  della  Vallicelliana 
segnato  F,  n.  i  contenente  la  Vita  Nuova  e  quattordici  canzoni  di  Dante, 
scritto  in  Roma  nel  1515  da  Iacob  Antonio  Benalio  Trevigiano. 

—  Notizia  di  due  pregiabili  manoscritti  di  rime  antiche, 
diretta  a  Gaetano  Poggiali. 

Nel  Giornale  Enciclop.  di  Firenze  anno  4810,  tom.  2.  Fra  i  sonetti  conte- 
nuti in  questi  eodici,  e  che  V  autore  ha  creduto  inediti,  ve  ne  sono  uno  di 
Giacomo  da  Lentina,  uno  di  Guido  Cavalcanti,  uno  di  Federigo  Lambra,  uno 
di  M.  Gio.  d'  Arezzo,  uno  di  Guido  Guinicelli,  uno  di  M.  Tommaso  di  Fa- 
enza, due  di  Ser  Pace.  Il  Ms.  era  posseduto  dal  Chiar.  Sig.  Cesare  Lucche- 
sini.  E  da  sapersi  peraltro  che  il  Sonetto  di  Guido  Cavalcanti  non  è  inedito, 
ma  si  trova  nella  Bella  Mano  di  Giusto  de'  Conti,  con  la  variante  del  primo 
verso  che  nel  Ms.  dice  «  beltà  di  donna  di  piangente  core  »,  e  nella  Edi- 
zione «     di  saccente  core.  » 

Altri    scriharelli  del    Ciampi   si    trovano    nel   Giornale    Enciclopedico    del- 
l' anno    1810,   ed    hanno    questi    titoli  : 

Estratto   del   libro    di    Vincenzio    da  Nola  «  Gemme    antiche    e  e.  » 
Estratto    della    Vita    di    Angelica    Houffman    scritta    dal    Can.    Rossi. 
Sopra   V  opera   di    Benedetto   Masliani  «  De  bello  balearico  » 
Estratto   della  Lettera   di    Vincenzio    da    Nola    sopra  i  colossi  del  Quirinale. 

Estratto     di    una    memoria    di    N.    Loria   Prosalendi    sopra   una    medaglia 
d'  Augìtslo. 


—  92  — 

—  Notizie  del  Canonico  Sozomeno  illustre  letterato  del 
Sec.  XV.  con  il  compendio  della  continuazione  recente- 
mente trovata  della  sua  Cronaca  dal  14-10  fino  al  1455 
raccolte  e  illustrate  ec.  Pisa,  Prosperi,   1810,  in  8.° 

Pagg.  64-  e  carte  2  in  principio  ed  una  in  ime  non  numerata.  Queste 
memorie  sono  dedicate  alle  Dignità  e  Canonici  della  Cattedrale  di  Pistoia  : 
esse  terminano  colla  pag.  21,  e  alla  pag.  -55  trovansi  le  varianti  di  un 
codice  di  Persio,  già  appartenuto  al  Sozomeno,  in  confronto  della  edi- 
zione fatta  dallo  Scrcvclio  a  Lione  nel  1671.  Segue  a  pag.  37  il  com- 
pendio della  continuazione  della  Cronaca  Sozomeniana  dal  14-10  al  145;> 
del  qual  tratto  il  Muratori  non  trovò  che  le  sole  intitolazioni  dei  capi- 
toli contenuti  nel  Codice  Rcstiano.  Il  Ciampi  non  avendo  avuto  comodo 
di  trascrivere  tutta  la  detta  continuazione,  pubblica,  servendosi  delle  pa- 
role stesse  del  codice,  il  sommario  dei  capitoli  con  maggiore  estensione 
che  nel  sommario  del*  Muratori,  aggiungendovi  tutti  quei  luoghi  riferiti 
ad  lìteram  nei  quali  1'  autore  parla  di  materie  appartenenti  alla  storia 
letteraria,  alle    belle    arti,    e    al    carattere    degli   uomini    illustri   del   tempo. 

—  Notizie  inedite  della  Sacrestia  Pistoiese  de'Belli  Arredi, 
del  Campo  Santo  Pisano,  e  di  altre  opere  di  disegno  dal  Se- 
colo XII  al  XV.  raccolte  e  illustrate  da  S.  Ciampi.  Fi- 
renze, presso  Molini,  Landi  e  Comp.  1810,  e  in  fine:  Im- 
presso co'  caratteri  di  Firmino  Didot.  in  4.° 

Pagg.  VI-156,  non  comprese  due  carte  in  principio  ed  una  in  fine  non  nura  : 
seguono  quattro  tavole  in  rame,  ed  un  appendice  con  nuova  numer.  da  1 
a  40. 

Questo  lavoro,  che  l'autore  dedicò  a  suo  padre,  è  diviso  in  tre  dissertazioni  ; 
la  prima  tratta  della  Scultura  e  dell'architettura;  la  seconda  dell'oreficeria  ; 
la  terza  della  pittura,  e  formano  come  uno  squarcio  di  storia  delle  belle  arti 
dal  Sec.  XII  al  Sec.  XV.  Queste  dissertazioni  sono  corredate  di  alquanti  do- 
cumenti (che  vanno  dal  1204*  al  1484)  molto  utili  anche  per  la  conoscenza 
della  lingua  e  dei  costumi  di  quei  secoli.  Seguono  poi  un  appendice  conte 
nente  una  lettera  di  Giuseppe  Branchi  a  Seb.  Ciampi  sopra  gli  ingredienti 
di  vari  musaici,  e  di  varie  antiche  pitture;  ed  altra  lettera  di  Giorgio  Viani 
intorno  alla  Zecca  e  alle  monete  di  Pistoia. 

Quest'opera  fu  accolta  con  molto  plauso  non  solo  perchè  reca  molta  luce  in- 
torno alla  storia  del  risorgimento  delle  belle  arti,  ma  ancora  perchè  emenda 
molti  sbagli  fatti  dagli  scrittori  della  storia  pittorica.  È  citata  dal  Gamba 
{Serie,  Venezia,  Alvisopoli,  1828),  ed  è  diventata  piuttosto  rara,  anche  per- 
chè se  ne  tirarono  soli  300  esemplari,  compresi  otto  in  carta  velina  ed  in 
carta  turchina.  Le  copie  perfette  debbono  avere  in  fine  una  carta,  stampata 
qualche  tempo  dopo,  contenente  alcune  correzioni  ed  aggiunte. 

—  Idee  sull'origine  della  Lingua  Italiana.  Pisa,  Prosperi, 
1811,  in  8.o 


—  U3  — 

—  Memorie  di  Scipione  Carteromaco  raccolte  e  illustrate 
da  Seb.  Ciamp.  Pisa,  Prosperi,  1811,  in  8.0 

Pa™.  Hi  e  carte  5  in  principio  non  numerate,  col  ritratto  del  Carteromaco 
impresso  sul  frontespizio.  Sono  indirizzate  al  Cav.  Francesco  Tolomei  Maire 
della  Città  di  Pistoia.  Del  Carteromaco  aveva  già  scritto  la  vita  il  Fontanini, 
pubblicata  nel  Giornale  dei  Letterati  di  Venezia,  tom.  XXVI  :  nuove  e  più  re- 
condite notizie  ne  diede  poi  il  Cav.  Giacomo  Morelli  nella  sua  opera  Aldi 
Pii  Manutii  scripta  tria  longe  rarissima  ec.  «  Io  pertanto,  dice  il  Ciampi 
nella  dedicatoria,  aiutato  dalla  cortesia  del  Cav.  Morelli,  che  quanto  era  a 
sua  notizia  mi  ha  generosamente  comunicato,  e  unendovi  tutto  quello  che 
potei  raccogliere  dalle  opere  del  Carteromaco  e  dai  vari  autori  che  ne  hanno 
parlato,  ho  formato  questo  lavoro,  collegandolo  con  la  pistoiese  e  con  la  uni- 
versale storia  letteraria  del  tempo  in  cui  visse  Scipione,  onde  dal  tutto  in- 
sieme potesse  concepirsi  la  più  giusta  idea  possibile  del  carattere  e  del  va- 
lore letterario  di  quest'uomo,  che  dopo  messer  Cino,  non  dubito  doversi  ri- 
guardare come  il  più  bell'ornamento  della  nostra  città.  »  Alla  vita,  che  è  pur 
corredata  di  eruditissime  note,  fan  seguito  vari  scritti  del  Carteromaco  in 
prosa  e  in  verso,  greci  e  latini,  che  il  Ciampi  raccolse  da  varie  edizioni  di 
classici,  dove  per  la  maggior  parte  erano  dispersi  ;  alle  quali  aggiunse  qual- 
cosa d'inedito,  tra  cui  una  dissertazione  De  rabie  Cantini,  tratta  da  un  co- 
dice vaticano.  Di  quest'opera  del  Ciampi  vedasi  lo  scritto  critico  di  Cesare 
Lucchesini  col  titolo  «  Osservazioni  »  ec.  Pisa,  Prosperi,  1811,  in  8.° 

—  Amori  Pastorali  di  Dafni  e  Cloe  di  Longo  Sofista,  tra- 
dotti dal  commend.  Annibal  Caro  colla  traduzione  di  S. 
Ciampi  del  supplimento  recentemente  scoperto  nella  Biblio- 
teca Laurenziana  dal  Sig.  De  Courier,  e  con  emendazioni 
del  testo  bodoniano  ec.  Firenze,  Molini  Laudi  e  comp.  1811, 
in  8.° 

JBella  edizione,  fatta  co' caratteri  di  Didot ,  e  che  può  riguardarsi  come  l'ot- 
tima di  questo  leggiadro  e  terzo  volgarizzamento.  Ha  in  principio  un'erudita 
prefazione  del  Ciampi,  alla  quale  altra  ne  succede  anonima,  ma  che  sappiamo 
essere  di  Francesco  Daniele  napoletano,  e  che  già  fece  parte  della  edizione 
bodoniana;  ed  in  fine  ha  pure  il  supplemento  del  Caro. 
La  scoperta  del  frammento  di  Longo  che  suppliva  la  nota  laguna,  fatta  dal 
francese  De  Courier,  levò  gran  rumore  nella  repubblica  letteraria,  ma  vi 
contribuì  specialmente  la  subitanea  perita  del  medesimo  per  una  macchia 
d'inchiostro  che  non  si  potè  levare,  fattavi  dallo  stesso  De  Courier,  dopo  che 
ne  ebbe  tratta  la  copia.  Il  De  Courier  per  mezzo  dell'Arcadia  di  Iìoma  pro- 
pose un  premio  a  chi  avesse  tradotto  in  italiano  quel  supplimento,  imitando 
lo  stile  del  Caro  traduttore  di  quel  romanzo.  Il  Ciampi  mandò  la  sua  al  con- 
corso romano  ed  ebbe  competitore  il  Conte  Verri,  che  fu  premiato,  come 
allora  si  disse,  per  parzialità.  Infatti  Girolamo  Amati  scrittor  greco  della  Va- 
ticana così  scriveva  al  Ciampi  il  lò  novembre  1811.  «Quest'Arcadia,  o  piuttosto 
;lue  o  tre    imbecilli,  ch'io  ben  conosco,  hanno    fatto  a  lei   una  solenne    in- 


—  94  — 

giuria.  Hanno  dato  il  sol  premio  unico  ad  un  nuovo  Verre,  dotto  ed  ele- 
gante scrittore  quando  l'antico.  11  Sig.  Akerblad  ed  io  sappiamo  da  un  buon 
amico  che  la  versione  di  costui  è  onninamente  cattiva  per  tutte  le  parti. 
Ella  che  ha  dato  la  sua  al  pubblico  ha  ben  diritto  di  lagnarsi,  di  chiamar 
l'avversario  a  produrre  in  luce  le  sue  miserie,  e  di  appellarsi  dall'Arcadia 
all'Arcadia,  giacché  l'Arcadia  finalmente  non  consiste  in  due  o  tre  teste 
sventate  ».  Il  celebre  Akerblad  gli  scriveva  anch'esso  che  la  versione  del 
Verri  èva  secca  anziché  no,  senza  il  minimo  sapore  della  eleganza  del  Caro, 
e  non  da  mettersi  in  confronto  colla  elegantissima  del  Ciampi.  Ma  comunque 
fosse  la  cosa,  il  giudizio  del  pubblico  preponderò  a  favore  di  quella  del 
Ciampi,  la  quale  fu  adottata  in  tutte  le  posteriori  edizioni,  e  quella  del 
Verri  fu  stampata  solo  insieme  con  quella  del  Ciampi  nella  Collezione  dei 
Classici  fatta  in  Milano  nel  1812,  e  non  comparve  più  nelle  ed.  posteriori. 
Nella  prefazione  il  Ciampi  riportò  alcune  lezioni  del  testo  greco  del  suppli- 
mento  pubblicato  da  Courier  a  confronto  colle  lezione  che  il  Del  Furia  e  il 
Bencini  bibliotecari  della  Laurenziana  avevano  letto  diversamente  nel  Codice  : 
adontatosene  il  Courier  scrisse  una  lettera  in  francese  anonima,  colla  data  di 
Parigi  ottobre  1812,  nella  quale  prese  a  difendere  le  sue  lezioni.  Oltre  alla 
versione  del  Ciampi  e  del  Verri  altre  ne  comparvero  :  una  in  latino  di  Gi- 
rolamo Amati,  buon  grecità,  col  titolo  «  Longi  Pastoralium  fragmentum  ha- 
ctenus  ineditum.  Romae,  Contedini,  1810:  altra  italiana  di  Francesco  Ceci- 
lia, (Roma,  Salviucci,  1812)  :  quella  tuttora  inedita  fatta  dal  Bencini  sotto- 
bibliotecario della  Laurenziana  ed  altre.  Il  Courier  la  pubblicò  in  greco 
originale,  ma  con  molte  lezioni  da  lui  credute  le  vere  ;  al  che  si  opposero 
i  suddetti  Del  Furia  e  Bencini,  e  poi  il  nostro  Ciampi  colle  loro  lettere, 
stampate  a  Venezia  nel  1821. 

Della  traduzione  fatta  dal  Ciampi  vedansi  i  seguenti  scritti  :  Lettera  di  Gio. 
Francesco  Galeani  Napione  al  Sig.  Clemente  Damiano  Priocca  intorno  alla 
nuova  edizione  degli  Amori  pastorali  di  Dafni  e  Cloe  trad.  da  A.  Caro  col 
supplimento  trad.  da  S.  Ciampi.  Firenze,  1811  :  —  Lettera  di  Cesare  Lue- 
chesini  a  S.  Ciampi  intorno  alle  due  versioni  del  frammento  di  Longo  fatte  da 
S.  Ciampi  e  da  Aless.  Verri,  (nel  Giornale  Enciclop.  di  Firenze,  an.  1815)  :  — 
Articolo  nel  Poligrafo  di  Milano,  anno  1811  ec. 

—  La  stessa.  Firenze,  Tip.  Galletti,  1811,  in  12°  ,  Voi.  2.° 

La  stessa,  colla  traduzione  di  Gasparo  Gozzi,  e  coll'ag- 

giunta    del  pezzo   novellamente  scoperto  e   tradotto  da    S. 
Ciampi.  Milano,  Mainardi,  1811,  in  12.° 

. La  stessa,  col  supplemento  di  S.  Ciampi  e  di  Alessan- 
dro Verri.  Milano,  Tip.  dei  Classici,  1812,  in  8.° 

—  La  stessa,  col    supplemento  trad.  dal  Ciampi.  Crisopoli, 
(Firenze)  1814-1816,  in  8.o 

Fa  parte  della  raccolta  degli  Erotici  Greci,  di  cui  forma  il  Voi.  2.° 

—  La  stessa,  col  supplimento  di  S.  Ciampi.  Firenze,  Pas- 
sigli, 1833?  in  8,0 


—  95  — 

Fa  parte  della  collezione  degli  Erotici  Greci  volgarizzati;  ed  ha  nel  fronte- 
spizio i  ritratti  di  Ann.  Caro,  di  Ant.  M.  Salvini  e  di  S.  Ciampi,  i  tre  be- 
nemeriti della  illustrazione  di  questo  greco  romanzo. 

—  La  stessa.  Milano,  Daelli,  1863,  in  12.» 

Fa  parie  della  Biblioteca  Rara. 

—  Osservazioni  sopra  l'opera  del  Sig.  Alessandro  Morrona 
intitolata  «  Pisa  illustrata  nelle  arti  del  disegno  ec.  »  Pisa, 
1812,  in  8.o 

È  anonimo.  Il  Ciampi  in  questo  scritto  rilevò  molti  errori  commessi  dal  Mor- 
rona, specialmente  per  aver  copiato  alla  buona  e  accettato  tutto  ciò  che  una 
mal  sicura  tradizione  affermava.  Si  oppose  pure  a  certe  opinioni  particolari 
del  Morrona  ;  ma  il  tutto  fece  con  somma  circospczione,  e  sempre  mostrando 
che  Pisa,  in  mezzo  a  tanti  pregi  sicuri,  nulla  scapitava  se  non  si  fosse  po- 
tuto sostenere  qualche  cosa  di  non  gran  rilievo  per  la  sua  gloria.  Ma  siccome 
l'opera  del  Morrona  si  riguardava  come  un  secondo  vangelo  dalla  turba  degli 
eruditi  pisani,  i  risentimenti  furono  infiniti.  Fra  gli  altri  comparvero  a  con- 
futare lo  scritto  del  Ciampi  i  seguenti  opuscoli  :  Appendice  alle  osservazioni 
sopra  l'opera  del  Sig.  Alessandro  Morrona  che  ha  per  titolo  Pisa  illustrala  ec. 
Pisa,  Nislri,  1812,  in  12°;  a  cui  il  Ciampi  rispose    coll'operetta  : 

—  Poche  parole  intorno  al  libello  intitolato:  Appeudiee  alle 
Osservazioni  ec. 

Questo  fu  pubblicato  nel  Gior.  Enciclop.  di  Firenze,  a.  1812  n.  41,  col  pseu- 
donimo di  Alele.  Ma  qui  non  terminò  la  disputa:  succedette  il  Corollario  al- 
l'istoria del  risorgimento  delle  belle  arti  toscane,  Pisa,  Nislri,  1812,  col  nome 
finto  di  Ermete  Piastrini.  Il  Ciampi  contrappose  la  sua 

—  Interpetrazione  antica  di  alcune  iscrizioni  pisane  soste- 
nuta e  confermata  contro  la  nuova  di  un  moderno  scrit- 
tore. Firenze,  Daddi,  1812,  in  8.° 

Con  questo  scritto  prese  di  mira  specialmente  l' opuscolo  intitolato  //  tempio 
pisano  e  il  risorgimento  delle  Belle  arti  restituite  alla  vera  epoca.  Pisa  Ni- 
stri,  1812  in  8.°  Autore  dei  citati  opuscoli  contro  le  opinioni  del  Ciampi  fu 
il  Sig.  Ab.  Tempesti.  Comparve  anche  un  altro  opuscolo  col  titolo  Per  i  Si- 
gnori Deputati  alla  raccolta  e  conservazione  dei  Monumenti  ec.  Pisa,  1812, 
in  8.°  Questo  opuscolo  non  prendeva  di  mira  gli  scritti  del  Ciampi,  ma  pro- 
poneva le  sue  idee  sul  modo  di  raccogliere  e  ordinare  i  monumenti  del  Campo 
Santo  Pisano.  Si  riaccese  la  questione  poco  appresso  con  un  libello  intito- 
lato Risposta  di  Tollero  brontolone  improvvisatore  teatrale  pisano  al  quinto  ar- 
ticolo del  lom.  V.  del  sedicente  Giornale  Enciclop.  di  Firenze.  Lucca,  1812. 
Tutte  le  suddette  questioni  contro  gli  scritti  del  Ciampi  furono  poi  come 
riepilogate  dall'Ab.  Tempesti  nel  suo  libro  Anliperislasi  Pisane.  Pisa,  Nistri 
1S12;  in  1°. 


—  06  — 
— .  Lettera  sopra  tre  Medaglie  Etnische    in  argento.  Pisa, 
Caparro,  1813,  in  8.0 

Con  una  tav.  contenente  il  disegno  delie  medaglie.  E  dedicata  a  Luigi  Mat- 
teucci,  gran  giudice  della  giustizia  nel  Ducato  di  Lucca. 

—  Quadro  della  Vita  privata  del  Sig.  Cav.  Clemente  Da- 
miano Priocca.  Firenze,  1813,  in  8.° 

Estratto  del  Giorn.  Enciclop.  di  Firenze,  ann.  1815,  toni.  b\°  Questo  scritto 
è  citato  con  lode  dal  prof.  Boucheron  nella  sua  vita  del  Priocca,  scritta  eru- 
ditamente ed  elegantemente,  clic  fu  impressa  a  Torino  nel  1815,  (Bouche- 
ron, De  Clemente  Damiano  Priocca.  Aug.  Taur.  1815,  in  4.°),  e  ristampata 
poi  colla  traduzione  italiana  nel  1818. 

• — ■  Elogio  funebre  dell'Avv.  Alessandro  Del  Conte  con  un 
saggio  della  sua  poesia  ec.  Pisa,  1813,  in  8.° 

Col  ritratto  in  litog.  La  poesia  è  un  anacreontica  in  morte  della  celebre 
poetessa  Luisa  Cicci  pisana.  Quest'elogio  fu  ristampato  anche  nel  Giorn.  En- 
ciclop. di  Firenze. 

■ — ■  Dissertazione  sopra  alcuni  passi  di  Plinio  e  di  altri  an- 
tichi autori  intorno  all'uso  d'improntare  la  moneta.  Firenze, 
1813,  in  8.o 

È  tiratura  a  parte  dal  Gior,  Enciclop.  dello  stesso  anno. 

—  Due  Urne  sepolcrali  descritte  e  illustrate  ec.  Pisa,  Pro- 
speri, 1813,  in  8.o 

È  dedicato  al  celebre  Cav.  Millin,  ed  è  adorna  di  una  tavola  col  disegno 
delle  urne.  Nel  1814  se  ne  fece  in  Pisa  per  Niccolò  Capurro  una  seconda 
edizione  in  tutto  simile  alla  precedente. 

—  Lettere  di  Francesco  Tantini  a  Seb.  Ciampi,  e  di  que- 
sti al  Tantini  sugli  scavi  di  Roma. 

Nel  sud.  Giorn.  Enciclop.  di  Firenze,  a.  1813. 

- —  Memorie  di  Niccolò  Forteguerri  Istitutore  del  Liceo  e 
del  Collegio  Forteguerri  di  Pistoia  nel  Sec.  XV.  Pisa, 
Prosperi,  1813,  in  8.° 

—  Notizie  della  Vita  e  degli  Studi  del  Prof.  Luca  Anto- 
nio Pagnini. 

Stanno  in  fine  alla  edizione  delle  satire  e  epistole  d'Orazio  trasportate  in  ita- 
liano dallo  stesso  Pagnini  (Pisa,  1814,  in  8.°)  Dall'avvertimento  dello  stam- 
patore, posto  in  fine,  rileviamo  come  queste  notizie  erano  destinate  a  compa- 
rire al  pubblico  tra  qualche  tempo  più  estese,  e  con  maggior  pulitezza  di  stile  : 


—  97  — 

e  che  l'autore  di  esse  condiscese  al  desiderio  dell'  editore  di  pubblicare  sol- 
lecitamente insieme  alla  versione  delle  Satire  e  delle  Epistole  d'Orazio  qual- 
che notizia  della  vita  del  Pagnini,  a  condizione  di  avvertire  il  pubblico  che 
l'autore  riguardava  questo  suo  scritto  come  un  abbozzo  di  ciò  che  erasi  pro- 
posto di  fare.  Il  Ciampi  ebbe  tutte  le  notizie  per  queste  memorie  dal  Sig.  Cuc- 
chi erede  del  Prof.  Pagnini,  e  gli  fu  dato  a  consultare  anco  il  carteggio  let- 
terario di  lui,  il  qual  carteggio  fu  poi  venduto  a  Lord  Glembervie,  e  da  questi 
regalato  alla  società  degli  antiquari  di  Londra. 

—  Funebris  laudario  in  funere  Lucae  Ant.  Pagnini  pistor. 
Pistoni,  Bracali,  1814,  in  8.« 

Ha  in  fine  l'iscrizione  sepolcrale.  Quest'elogio  funebre  fu  poi  tradotto  nel 
Gio7'n.  Encitlop.  di  Firenze,  anno  X,  tom.  2,  n.  i  ;  ed  un  estratto  si  legge 
anco  nel  Magasin  Enciclop.  de  Paris  pubbl.  dai  Millin. 

—  I  simboli  di  sette  Scienze  e  della  Filosofia  scolpiti  da 
un  artista  della  scuola  di  Gio.  Pisano  in  una  base  di  marmo 
che  si  conserva  nel  Campo  Santo  di  Pisa.  Pisa,  Nistri,  1814, 
in  8.° 

Elegante  edizione,  delia  quale  si  hanno  alcuni  esemplari  in  carta  distinta, 
dedicata  al  Can.  Moretti.  I  simboli  sono  espressi  in  altrettanti  rami  che  stanno 
innanzi  alla  relativa  illustrazione.  Questo  scritto,  adorno  degli  stessi  rami, 
trovasi  anche  ristampato  nei  Monumenti  di  un  manoscritto  autografo  ec.  Fi- 
renze, 4827,  e  Milano  1830,  opera  dello  stesso  Ciampi. 

—  Statuti  dell'opera  di  S.  Iacopo  di  Pistoia  volgarizzati 
Panno  1313  da  Mazzeo  di  Ser  Giovanni  Bellebuoni,  con  due 
inventari  del  1340  e  del  1411  ec.  Pisa,  Prosperi,  1814, 
in  4.° 

Pagg.  VIII-44.  Ed.  dedicata  al  Conte  Giacomo  Trivulzio,  e  citata  anche  dalla 
Crusca.  Questi  Statuti  sono  molto  interessanti  non  solo  perchè  contribui- 
scono a  farci  meglio  conoscere  il  sistema  politico  col  quale  si  governavano 
i  pistoiesi  di  quell'età,  essendo  stata  l'opera  di  S.  Iacopo  una  magistratura 
talora  impiegata  anche  nel  pubblico  reggimento  ;  ma  riescono  anche  impor- 
tanti per  la  lingua  ;  perchè  sebbene  non  sieno  scritti  in  adorno  e  forbito 
stile,  sono  però  di  quel  tempo  in  cui  la  lingua  nostra  salì  al  colmo  della 
sua  perfezione.  11  Ciampi  li  trasse  dall'originale,  conservando  la  medesima 
ortografia,  e  mutandola  solo  dove  nascer  poteva  qualche  intoppo  alla  chiara 
intelligenza,  e  dove  nulla  venivano  ad  alterarsi  le  voci.  Anche  i  due  inven- 
tari che  agli  Statuti  fanno  corredo  sono  documenti  utilissimi  per  la  cogni- 
zione della  lingua,  dei  costumi  della  statistica  e  d'alcune  arti  d'Itatia  nei 
secoli  XIII  e  XIV.  Egli  vi  aggiunse  pure  molte  note,  sia  per  la  spiegazione 
di  alcune  voci  usate  negli  statuti,  come  per  illustrare  ciò  che  nei  me- 
desimi si    riferisce  alla  storia,  alle  arti  ec. 

Capponi,  Bibliogr.  Pise,  7 


—  98  — 

—  Descrizione  della  Cassa  di  Cipselo  trad.  dal  greco  di 
PausaDia  e  illustrata  da  Seb.  Ciampi  ec.  Pisa,  Capurro, 
1814,  in  8.0 

Dedicata  all'  Accademia  Fiorentina  di  Belle  Arti.  A  pag.  57  trovasi  una  Dis- 
sertazione dell'  Heyne  sullo  stesso  argomento,  e  come  rilevasi  dalla  prefa- 
zione premessavi  dal  Ciampi,  fu  tradotta  dal  March.  Cesare  Luccbesini.  L'  una 
e  V  altra  furono  rispampate  nella  traduzione  di  Pausania  La  Grecia,  fatta 
dallo  stesso  Ciampi. 

—  Breve  prospetto  dell'  origine  della  Statuaria,  delle  va- 
rie materie  in  diversi  tempi  adoperate  per  le  statue  degli 
Dei  ec.  Firenze,  Daddi,  1814,  in  8.° 

Estratto  dal  voi  XV  degli   Opuscoli  Scientifici  e  Lellerari. 

—  Amori  di  Clitofonte  e  di  Leucippe  storia  romanzesca 
di  Achille  Tazio  volgarizzata  da  Angelo  Francesco  Coc- 
cio ec.  Crispoli,  (Firenze),  1814-1816,  in  8.« 

Forma  il  voi.  1°  degli  Erotici  Greci.  Elegante  edizione  preferibile  alle  an- 
tiche stampe  fatte  in  Venezia,  da  Sabbio,  1850-1551,  ed  altre  volte  ancora, 
sempre  in  8.°  Il  Ciampi  vi  premette  una  dissertazione  sopra  il  carattere 
dei  romanzi  greci  dei  secoli  bossi.  Egli  poi  giudica  il  volgarizzamento  del 
Coccio  fatto  con  tanta  naturalezza  e  semplicità,  da  riuscire  la  lettura  anche 
più  dilettevole,  per  questo  lato,  del  medesimo  originale. 

—  Di  Cantone  Afrosideo  de' racconti  amorosi  di  Cberea  e 
di  Calliroe,  libri  otto  trad.  dal  greco  da*  Michelangiolo  Gia- 
comelli. Crisopoli  (Firenze),  1814-1816,  in   8.0 

Forma  il  voi.  3.°  degli  Erotici  Greci.  Il  Ciampi  premette  al  volgarizzamento 
alcune  notizie  biografiche  del  traduttore  Mons.  Giacomelli. 

Ambedue  queste  traduzioni  furono  riprodotte  in  Pisa  nella  ristampa  degli 
Erotici  Greci  fatta  dal  Capurro.  La  cura  d'essa  ristampa  era  stata  commessa 
al  Ciampi  per  ciò  che  concerne  la  correttezza  del  testo  e  le  varianti  ;  ma 
dopo  avere  cominciato  dagli  autori  precitali,  egli  dovette  poi  abbandonare 
la  intrapresa  per  la  sua  partenza  in  Polonia,  quando  aveva  già  cominciato 
anche  la  rivista  del  primo  volume  degli  Amori  di  Teagene  e  di  Clarice,  opera 
creca  di  Eliodoro,  la  quale  doveva  far  parte  della  medesima  collezione. 

Lettera    sopra  la  interpetrazione  di  un    verso  di  Dante 

nel  Canto  XXIV  dell'Inferno,  e  sopra  l'autore  di  due  can- 
delieri d'argento  fatti  per  l'opera  di  S.  Iacopo  dal  1457 
al  1462,  con  altre  notizie  relative  all'arte  dell'oreficeria. 
Pisa,  Nistri,  1815,  in  8.° 

In  questo  scritto  il  Ciampi  confuta  anche  alcune  opinioni  di  Vincenzo  rol- 
lini contenute  nel  suo  discorso  sopra  alcuni  lavori  di  argento  di  un  orafo 
fiorentino,  (Vedi   Opusc.  Svieni,  e  Lettere  voi.   19) 


—  99  — 

—  Dell'antica  toreutica,  dissertazione.  Firenze,  per  Giov. 
Nannei,  1815,  in  8.0 

Dedicata  al  celebre  Millin.  Bella  edizione  della  quale  si  tirarono  alcuni  esem- 
plari in  carta  grave.  L'argomento  è  trattato  con  erudizione  presa  dagli  au- 
tori greci.  Alla  lettera  dedicatoria  fa  seguito  un  elogio  latino  coll'iscrizione 
sepolcrale  di  Giovanni  Mordaunt  Iohnson. 

—  De  veteribus  Institutis  in  re  literaria  sartis  tectisque 
in  temporum  opportunitate  servandis,  Oratio  habita  anno  1814 
sexto  Kalend.  Dee.  in  aula  Imp.  et  R.  Acad.  Pisanae.  Flo- 
rcntiae,  Daddi,  1815,  in  4.° 

—  Statuti  Suntuari  ricordati  da  Giovanni  Villani  circa  il 
vestiario  delle  donne  i  regali  e  banchetti  delle  nozze,  e 
circa  le  pompe  funebri  ordinati  dal  comune  di  Pistoia  negli 
anni  1332  e  1333,  dati  in  luce  con  annotazioni  da  S.Ciampi. 
Pisa,  Prosperi,  1815,  in  4.° 

Ed.  citata  dalla  Crusca,  e  dall'editore  indirizzata  al  D.r  Giuliano  Frullani. 

—  Il  Sogno  di  Scipione  voltato  in  greco  per  Massimo  Pia- 
nude  e  fatto  volgare  per  Maestro  Zanobi  da  Strada  ec. 
pub.  da  S.  Ciampi.  Pisa,  Prosperi,  1816,  in  8.° 

È  dedicalo  a  Mons.  Antonio  Ignazio  Vescovo  Metropolitano  di  Vallacchia,  di 
cui  vi  ha  il  ritratto  in  principio.  In  questa  edizione  evvi  la  versione  in  greco 
di  Massimo  Planude,  a  cui  il  Ciampi  premise  una  sua  prefazione  latina,  ol- 
tre quella  in  greco  di  Domenico  Schina.  Altra  prefazione  aggiunse  il  Ciampi 
al  volgarizzamento  di  Zanobi  da  Strada  :  questo  fu  trovato  dal  Ciampi  in  un 
codice,  venduto  poi  a  lord  Glembervie,  distinto  letterato  inglese  e  appassio- 
natissimo  della  lingua  italiana. 

—  Volgarizzamento  di  alcuni  squarci  di  Sallustio,  conte- 
nuti nel  codice  del  Sogno  di  Scipione  ec.  Pisa,  Prosperi,  1816, 
in  8.° 

Ed.  di  50  esemplari,  di  carte  i  ciascuno,  procurata  dal  Ciampi,  il  quale  crede 
che  anche  questo  frammento  di  versione  possa  attribuirsi  a  Zanobi  da  Strada. 

—  Osservazioni  sopra  1'  Epitome  di  Dionisio  d'  Alicarnasso 
contro  l'opinione  del  Sig.  Ab.  Angiolo  Mai  nell'  opera  Dyo- 
nisii  Alicarnassaei  Rom.  Antìq.  pars  hactenus  desiderata  ec. 
Mediolani,  4846.  Pisa,  Prosperi,  1816,  in  4. 

Pagg.  42.  Il  Ciampi  si  oppose  all'opinione  del  Mai  che  questo  compendio 
fosse  slato  fatto  dal  medesimo  Dionisio,  mostrando  che  Dionisio  non  fece  il 
compendio  del  suo  libro,  e  che  questo  trovato  dal   Mai,  non  poteva  dirsi  ve- 


—   100  — 

ramcnte  un  compendio,  ma  piuttosto  un'  excerpta  di  vari  squarci  senz'ordine 
e  senza  collegamento.  In  generale  le  sue  osservazioni  incontrarono  molto  fa- 
vore; i  giornali  d'Italia,  Francia  e  Germania  ne  parlarono  con  lode,  e  notasi 
fra  gli  altri  nel  Journal  des  Savans  (Iuin  1817)  un  art.  di  Ennio  Quirino  Vi- 
sconti. Al  Mai  però  tali  osservazioni  non  piacquero,  dissimulò,  ma  intanto  bri- 
gava co' suoi  amici  per  pubblicare  sott'altro  nome  una  risposta,  che  com- 
parve poco  appresso  col  titolo.  «  Lettera  di  Pietro  Giordani  all'Ab.  G.  B. 
Canova  sopra  il  Dionigi  dell'Ab.  Mai,  Milano,  Silvestri,  1817,  in  8.°  »  In  se- 
guito di  questo  venne  alla  luce  uno  scritto  di  un  dotto  grecista  e  filologo 
oltramontano,  il  celebre  poliglotto  Akerblad,  diretto  a  mostrare  che  la  eru- 
ttila lettera  del  Giordani  non  bastava  a  finire  la  quistione.  Il  Mai  però  final- 
niente  si  fece  giudice  da  se  medesimo,  dando  nobile  esempio  d'imparzialità 
nelle  proprie  opinioni,  quando  nella  sua  collezione  Scriptorum  Veterum  par- 
lando della  sua  edizione  Dyonisii  Alicarnassaei  Rom.  Anliq.  pars  hactenus  de- 
siderata, Mediolani,  1816,  (graece)  et  Francof.  ad  Muenum.  1817,  {latine)  si 
espresse  così  :  «Ego  igitur  materiam  codicum  Ambrosianorum  contractam  iden- 
tidem  videns,  de  vetere  (Dyonisii)  Epitome  statim  cogitavi,  donec  illam  opi- 
nionem  paulatim  cxui  partem  doctorum  hominum  contradictione  commotus, 
qui  se  purum  Dyonisium  non  eius  compcndium  in  partibus  a  me  vulgatis 
cernere  aiebant  ;  partirci  aliorum  excerptorum  comparatone,  et  praescrlim 
Vaticanorum,  quorum  rationem  ambrosianorum  simillimam  esse  video.  Ergo 
novam  sententiam  libenter  amplector,  et  prò  laceri  compendii  partibus  par- 
tem integri  operis  laetus  saluto.  »  Queste  espressioni  peraltro,  quantunque 
umilissime,  non  bastano  per  dimostrare  che  quei  frammenti  sieno  apparte- 
nuti ad  un'opera  intiera  di  Dionisio,  o  che  fossero  compendio  della  prima  parte 
della  sua  storia,  o  compendio  da  esso  medesimo  fatto  indipendentemente 
dalla  suddetta  istoria  ;  e  più  veramente,  non  compendio,  ma  un  excerpta 
da  erudito  greco  lettore  fatta  della  storia  di  Dionisio,  copiando  que'passi  o 
pezzi  dell'originale  che  più  facevano  al  proposito  suo.  Vedi  anche  nelle  Fc- 
rìae  Varsav.  del  1818  lo  scritto  del  Ciampi  De  illis  quae  prò  claris.  Any. 
Maio  aliala  sunt  contra  Seb.   Ciampi  in  Epit.  Dyonisianam  e  e. 

—  De  usu  linguae  italicae  saltem  a  saeculo  V  acroasis  ; 
accedit:  Scip.  Maffei  in  idem  argumentum  italica  lucubra- 
tio.  Pisis,  Prosperi,  1817,  in  4.9 

Intorno  a  questo  lavoro  comparve  un  articolo  del  Sig.  Rainouard  nel  Journal 
des  Savans  del  1818,  al  quale  il  Ciampi  rispose  per  difendere  la  propria  opi- 
nione coll'altro  suo  lavoro  Dissertalio  de  usu  Ihiguae  italicae  vindicala  ab  obser- 
vationibus  dar.  viri  fìainuardi  ce.  che  pubblicò  nelle  Feriae  Varsavienses 
del  1818. 

—  Sopra  la  collocazione  antica  dei  Niobidi  della  I.  e  lì. 
Galleria  di  Vienna. 

Nel  giornale  Biblioteca  Italiana  voi.  XVIII.  a  1817. 

— ^  Notizie  della  Vita  Letteraria  e  degli  scritti  numisma- 
tici di  Giorgio    Viani  colla  risposta  alle  censure   fatte  dal 


—    iOi    — 

Dott.  Lodovico  Cost.i  all'operetta  del  medesimo  sulla  Zecca 
e  le  Monete  di  Pistoia,  oon  altre  interessanti  numismatiche 
illustrazioni.  Firenze,    Ciardetti,  1817,  in  8.° 

Come  rilevasi  dal  frontespizio,  l'autore  tratta  con  brevità  la  parte  biogra- 
fica, mentre  poi  si  estende  più  lungamente  a  parlare  dei  pregevoli  lavori 
numismatici  del  Viani,  dai  quali  prende  occasione  di  replicare  alle  censure 
che  il  Dott.  Costa  aveva  (atte  all'operetta  dello  stesso  Viani  sulla  Zecca  e 
sulle  Monete  di  Pistoia.  (1)  A  pag.  53  pubblicala  illustrazione  di  una  raris- 
sima moneta  battuta  ad  Inglcsias  durante  la  dominazione  pisana  sull'isola  di 
Sardegna,  che  il  Viani  aveva  già  preparata  per  la  stampa  ;  ed  in  fine  il  Ca- 
logo  di  tutti  gli  scritti  editi  e  inediti  dello  stesso  Viani;  a  proposito  dei 
quali  non  so  come  il  Ciampi,  così  valente  anche  nell'antiquaria,  abbia  pas- 
sato sotto  silenzio  di  un  grave  abbaglio  preso  dal  Viani  nell'aver  giudicato 
per  buona  una  moneta  pisana  grossolanamente  contraffatta  (2). 

—  De  historia  ludorum  discendi  Synopsis  quam  legit  in  stu- 
diorum  instauratone  R.  Varsaviensis  Academiae  anno  1818 
Seb.  Ciampi  ec.  Varsaviae,  1818,  in  R.  Typogr.,  in  4.° 

—  Risposta  alle  osservazioni  del  Sig.  Ab.  Gio.  Batta.  Zan- 
noni  sopra  alcune  spiegazioni  delle  parole  d'Euripide  nella 
Fedra. 

Nella  Bibliót.  Italiana,  a.  1815,  dove  trovasi  anche  un  altro  scrittarello  del 
Ciampi  col  titolo:  Lettera  al  Dott.  Gio.  Labus  intorno  ad  alcuni  passi  di 
riinio. 

—  Feriae  Varsavienses,  sue  vindiciae  literariae  et  alia  quae 
vacans  ab  academicis  praelectionibus  scribebat  mens  aug. 
a.  1818  Seb.  Ciampi  ec.  Varsaviae,  Typ.  Schol.  Piar.  1818, 
in  4.° 

Pagg.  17-do.  Precede  un'epistola  nuncvputoria  a  Stanislao  Potocki  nella  quale 
l'autore  parla  del  suo  arrivo  in  Polonia,  descrive  la  situazione  di  Varsavia, 
la  cultura,  le  Biblioteche,  le  gallerie  di  quadri,  di  statue,  di  cose  antiche, 
di  medaglie  ec;  rammenta  quelli  che  alloia  si  distinguevano  per  cultura  let- 
teraria ec.  Seguono  poi  le  seguenti  materie: 

4.  «  De  illis  quae  prò  clariss.  Angelo  31aio  aliata  sunt  contra  obscrvatio- 
nes  in  Epitomem  Dyonisianam,   Pisis  editas,  examen  criticumi  historicum.  » 

Il  Ciampi  aveva  pubblicato  nel  1816  un  altro  lavoro  intorno  all'  Epitome 
di  Dionisio  d'Alicarnasso  scoperta  dal  Mai,  per  mostrare  che  quella  non  era 
un'epitome  del  greco  scrittore,  ma  piuttosto  un'excerpta.  Con  questa  disser- 
tazione ora  difende  la  propria  opinione  contro  le  obiezioni  che  gli  erano 
state  fatte. 

(1)  V.  all'art.  Costa  nella  seconda  parte  di  questa  Bibliografia. 

C?.)  Viani,  Memoria  di  una  moneta  inedita  della  Repubblica  di  Pisa. 


—   102  — 

2.  «  De  Itinerari*»  Alexandri  Magni  a  Clar.  Angelo  Maio  in  publicam  In- 
terri prolato,  critiea  disquisitio.  » 

Anche  quest'opera  fu  scoperta  e  data  in  luce  dal  Mai.  Dice  il  Ciampi  es- 
sere molto  incerto  ciò  che  afferma  il  Mai  intorno  a  quest'opera  quanto  al 
tempo,  allo  stile  ec,  e  che  si  fonda  sopra  argomenti  troppo  leggeri  per  de- 
cidere sull'età  e  sullo  stile  dell'ignoto  autore. 

5.  «  Dissertatio  de  usu  linguae  italicae  sallem  a  saec.  V  edita  Pisis 
anno  1817,  vindicata  ab  animadversionibus  ci.  viri  Rainouardi  propositae  in 
Ephemeridibus  gallicis  cui  titulus  «  Journal  des  Savans,  a.    1818.  » 

È  in  difesa  di  altro  scritto  pubblicato  dal  Ciampi  sull'uso  della  lingua  vol- 
gare italiana  innanzi  il  secolo  V. 

4.  «  Esposizione  di  un  luogo  di  Plinio  il  vecchio  intorno  allo  stato  del- 
l'arte di  fondere  il  bronzo  al  tempo  di  Nerone  con  alcune  osservazioni  so- 
pra i  cavalli  che  stanno  sul  pronao  della  Basilica  di    S.  Marco  di  Venezia.  » 

Questa  esposizione  riguarda  un  passo  della  Storia  natur.  di  Plinio  lib.  5£, 
cap.  18.  Fu  ristampata  anco  nel  tom.  Ili  della  Grecia  di  Pausania,  trad.  dal 
Ciampi. 

Va  unito  a  questo  volume  un  rame  col  disegno  di  un  sigillo  trovato  a 
Varsavia,  rappresentante  un  genio  stante  sopra  due  legni  troncati,  e  con  in 
mano  un  teschio  di  morto.  Gii  esemplari  completi  debbono  avere  in  fine  una 
carta  contenente  aggiunte  da  farsi  a  pag.  9  del  fol.  I  verso  17. 

— -  Epitaffio    per  Marcello  Bacciarelli  Rom.  pittore   del  Re 
di  Polonia  Sigismondo  Aug.  ec.  Varsavia,  1818,  in  fol.  voi. 

Molti  altri  epitaffi  ed  iscrizioni  compose  il  Ciampi  in  vari  tempi  :  un  epitaf- 
fio al  sepolcro  del  Cav.  Luigi  Cellesi  nel  Chiostro  di  Giacche'rino  ;  un  altro 
al  sepolcro  di  Lucrezia  Monti  pisana  alla  sua  villa  di  Trcggiano;  al  sepolcro 
di  Giorgio  Viani  ,*  al  sepolcro  di  Michele  Borgonzoni  nel  Cimiterio  di  Varsa- 
via ;  per  l'ab.  Bovin  francese  nel  chiostro  di  S.  Croce  in  Firenze  ;  pel  ma- 
tematico Ferroni  nella  chiesa  di  S.  Croce  ;  per  Gaetano  Rainoldi  in  S.  Fe- 
licita; una  iscrizione  in  memoria  di  Niccola  e  Giovanni  Pisano  nel  celebre 
Campo  di  quella  città;  ed  altre. 

—  Nuova   spiegazione  della   forinola  sepolcrale  sul   ascia, 
ad  asciam,  ab  asciam  consecrare. 

Nel  Raccoglitore  anno  1819. 

—  Feriae  Varsavienses.  Varsaviae,  excudebat  N.  Glucksberg, 
1819,  in  4.o 

Vi  si  contengono  le  seguenti  materie  : 

1.  «  Epistola  Vincentio  Corvino  in  qua  gladius  antiqui  operis  illustralur.  » 
Con  una    tavola  contenente    il  disegno  dellla  spada  la  quale  fu  posterior- 
mente illustrata  anche  dal  chiariss.  filologo  Francesco  Cancellieri.  (V.  Effem. 
Rom.  marzo  1821.)  Il    disegno  di    essa  fu  pure    riprodotto   dal  Boti.    Giulio 
Ferrarlo  nella  sua  opera  «  Storia  dei  Romanzi  di  Cavalleria  »  Milano,  1828. 

2.  «  Saggio  d'illustrazioni  fìlologieo-critiehe  sopra  Pausania.  » 


-  io;*  — 

l'ori  una  tavola.  Queste  illustrazioni  riguardano  il  tempio  di  dove  Olìm- 
pico; e  furono  poi  ristampate  nelle  note  e  illustrazioni  del  volgarizzamento 
di  Pausania.  Nel  fine  vi  sono  altre  correzioni  ^He  Feriae  all'anno  precedente 

—  Feriae  Varsavienses.  Mediolani,  Tip.  dei  Classici  Ital. 
1820.  in  4.o 

Vi  si  contiene  : 

1.  «  Epistola  Ioanni  La  bus  io  I.  C.  Brixiano.  » 

2.  «  De  incerta  gramaticorum  auctoritate  ac  de  varietate  ortographiae  àpud 
lalinos  praesertim  in  scribenda  praepos.  Ab,  quando  explicitur  ab  litera  con- 
sonanti. » 

5.  Dilucidazione  di  un  passo  di  Cicerone  dell'Ep.  XII  ad  familiares  del 
lib.  V,  ad  L.  Luceeiiim.  » 

i.  Esame  critico  della  lettera  di  Servio  Sulpizio  a  M.  Tullio  Cicerone  in 
morte  della  sua  figlia  Tullia,  tra  le  famil.  V.  del  lib.  IV. 

Si  conclude  che  questa  lettera  Sia  apocrifa  ed  opera  di  qualche  antico 
grammatico,  siccome  potrebbe  esser  provato  d'altre  lettere  di  Cicerone.  Fu- 
rono fatte  alcune  censure  nel  Giornale  dì  Vilna  a  qualche  luogo  delle  Feriae 
Varszvìenses  di  quest'anno,  alle  quali  il  Ciampi  sodisfece  con  una  risposta 
die  fu  stampata  nella  Biblioteca  Italiana  del  mese  di  Aprile  1821,  unitamente 
ad  altra  risposta  alla  lettera  di  un  polacco  che  si  sottoscrisse  S.  P.  (Stani- 
slao Po*ocki),  ed  all'art,  firmato  S.  P.  (lo  stesso  Potocki)  ambedue  inseriti 
nella  Gazzetta  Letteraria  di   Varsavia,  an.  1821,  n.  7. 

—  Osservazioni  sopra  il  libro  del  Sig.  Cassaneo  intitolato 
Equeìade,  Firenze,  Tip.  Fiesolana,  1820,  in  8.° 

Questo  scritto  va  sotto  il  nome  di  Francesco  Inghirami  ed  è  estratto  dalla 
«  Collezione  di  Opuscoli  Scient.  e  Lett.  »  di  Firenze.  Il  Ciampi  mandò  da 
Varsavia  al  suddetto  Inghirami  gli  argomenti  per  dimostrare  lo  sbaglio  fatto  dal- 
l'autore del  suddetto  opuscolo  nell'aver  letto  Equeias  invece  di  Aequitas  in 
un  così  detto  romano  antichissimo  da  stadera,  che  rappresentava  la  dea  della 
giustizia,  essendo  la  stadera  l'equilibrio  del  giusto  peso.  Il  Sig.  Inghirami  trovò 
bene  dimostrare  la  tesi  del  Ciampi  e  la  confermò  di  più  colla  giunta  de 'suoi 
argomenti;  ma  distese  l'opuscolo  in  suo  nome.  Io  però  ho  creduto  giusto 
farne  cenno  tra  le  opere  del  Ciampi. 

—  Illustrazione  di  un'iscrizione  antica  trovata  nel  Tevere 
Tanno  1819. 

Sta  nelle  Notizie  del  Giorno,  Roma,   1820,  gennaio,  n.   11, 

• —  Lettre  adressee  a  Monsieur  Christophe  Wescolowchi  au 
suiet  d'une  pierre  gravòe  antique  qui  se  trouve  dans  la 
collection  de  S.  M.  TEmpereur  de  toutes  les  Russies  et 
Roi  de  Pologne  a  S.  Petersbourg.  Varsaviae,  Glucksberg, 
1820,  in  8.o 

Vi  è  unita  una  dissertazione  in  francese  sopra  una  statua  trovata  a  Pompei 
e  indirizzata  a  M.  Cancellieri. 


—   104  — 

—  Novum  Examen  lociliviani  de  Legatis  Romanoruin  Atlie- 
nas  missis  ut,  scriberent  ]eges  SoIodìs.  Vilnae,  typis  Dio- 
caesanis  Congr.  Missionis,  1821,  in  8.° 

Di  questo  lavoro  trovasi  un  estratto  nella  Themis  o  Biblioteca  dei  Giurecon- 
sulti toni.  &,  e  nuovamente  nello  stesso  giornale  toni.  4.  pag.  261.  Un  e- 
stratto  fatto  dal  prof.  Carmignani  leggesi  pure  nel  Giornale  Pisano  anno  1821, 
toni.  1.  p.  145. 

—  Lettere  di  Seb.  Ciampi,  F.  Del  Furia  e  Gasp.  Bencini 
intorno  ad  alcuno  varianti  del  noto  supplimento  di  Longo 
confrontate  coli' edizione  romana  (di  Courier).  Venezia,  An- 
tonella 1821,  in  8.o 

Queste  lettere  riguardano  due  quistioni  abbastanza  importanti,  la  diversa 
lezione  cioè  che  dal  Courier  si  voleva  adottare  di  certi  passi  del  frammento 
di  Longo  da  lui  ritrovato,  e  la  macchia  che  il  medesimo  Courier,  non  certo 
per  inavvertenza,  fece  sulla  pagina  del  Codice  che  conteneva  il  desiderato 
frammento  dopo  averne  tratta  la  copia.  Le  lettere  del  Dei-Furia  e  del  Ben- 
cini furono  ambedue  dirette  al  Ciampi,  il  quale  accintosi  a  tradurre  il  fram- 
mento di  Longo,  era  ricorso  per  maggior  lume  ai  due  chiarissimi  bibliote- 
carii,  e  vedendosi  contradetto  dal  Courier,  domandava  ad  essi  più  partico- 
lari informazioni  del  vero.  Queste  lettere  furono  ristampate  dal  medesimo 
Antonelli  nel  1850  ;  e  si  trovano  inserite  anche  nella  traduzione  fatta  dal- 
l' eruditissimo  sig.  De  Tipaldo  nella  Storia  della  letteratura  greca  di  Schoell. 

—  De  Vita  Caroli  Magni  et  Rolandi  Hùstoria  Ioanni  Tur- 
pino  Archiep.  Remensi  vulgo  tributa  ad  fìdem  cod.  vetu- 
stioris  emendata  et  observationibus  philologicis  illustrata. 
Florentiae,  Molini,  1822,  in  8.0 

In  questo  lavoro  il  Ciampi  ha  messo  in  chiaro  con  peregrina  erudizione  che 
la  storia  di  Turpino  scritta  al  più  tardi  in  principio  del  Secolo  XII,  anziché 
riguardarla  come  una  mera  invenzione  di  qualche  impostore,  che  fu  creduto 
comunemente  essere  stato  Goffredo  priore  del  Monastero  di  S.  Andrea  di 
Vienna  nel  Delfinato,  dobbiamo  riconoscerlo  come  una  compilazione  delle 
antiche  narrazioni  delle  gesta  di  Carlo  Magno  e  d'  Orlando,  le  quali  già  cor- 
revano per  la  bocca  del  volgo,  ed  erano  soggetto  alle  popolari  canzoni  ; 
compilazione  fatta  con  qualche  giunta  ed  abbellimento  analogo  al  gusto  del 
tempo,  che  dilettavasi  di  meravigliosi  racconti.  Questo  gusto  predominante 
nel  medio  evo  faceva  servire  alla  immaginazione  la  religione  medesima,  e 
si  mantenne  fortissima  sino  al  risorgimento  degli  studi  classici  ;  cosicché 
allora  i  poeti  e  gli  artisti  conservarono  le  antiche  e  le  nuove  finzioni  nei 
loro  lavori,  di  che  abbiamo  luminosi  esempi  nei  nostri  scrittori  Dante,  Pe- 
trarca, Boccaccio,  Ariosto,  Tasso,  e  in  presso  che  tutti  i  pittori  e  scultori  del 
Sec.  XII.  e  XIV.  Il  compilatore  poi  di  questa  storia  romanzesca,  per  dare 
più  autorità  a  quei  racconti,  ne  spacciò  autore  Turpino  Arciv.  di  Reims.   In 


—   105  — 

seguito  da  vari  varie  cose  vi  furono  aggiunte,  specialmente  le  moralità  e 
!e  allegorie  con  tutte  quelle  dispute  religiose,  le  quali  mescohndo  e  colle- 
gando la  moralità  e  la  religione  alle  azioni  militari,  facevano  che  tutti  pren- 
dessero interesse  nelle  guerre  contro  gì'  infedeli,  e  fossero  riguardate  per 
dovere  del  cristiano  non  meno  dei  precetti  dell'  Evangelio.  Di  qui  la  storia 
di  Turpino  fu  accolta  come  una  leggenda  pia,  e  tutte  quelle  stravaganze 
credute  miracolose.  (V.  Anlolog.  toni.  9.)  In  fine  al  volume  è  ristampata  la 
Dissertazione  latina  di  una  spada  antica,  già  pubblicata  nelle  Feriae  Varsav. 
del  1819. 

—  Dissertazione  critico-filologica  sopra  un  codice  del  Se- 
colo XIII.  contenente  la  storia  della  vita  di  Carlo  Magno 
e  dì  Rolando  attribuita  all'  Arciv.  Turpino. 

Sta  negli  «  Atti  dell'  Accad.  delle  Scienze  di  Torino,  »  anno  1825. 

—  Ad  Bernardinum  Zaidler  polonum  in  I.  R.  Studiorum 
Universitate  Pisana  iuris  lauream  adeptum,  Epigramma. 
Flnrentiae,  Balatresi,  1823,  in  8.° 

—  Gesta  Caroli  Magni  ad  Carcassonam  et  Narbonam,  et 
de  edificatione  Monasterii  Crassensis  ex  codice  Laurentia- 
no  observationib.  criticis.  pbilolog.  illustrata  a  Seb.  Ciam- 
pi. Florentiae,  Magberi,  1823,  in  8.0 

Dedicata  ad  Alfonso  Melzi.  Non  è  questa  una  storia,  ma  piuttosto  un  roman- 
zo, ed  il  Ciampi  la  dà  per  tale,  appoggiandosi  all'  autorità  del  Lami,  il  quale 
ci  avvisa  non  esservi  storia  dei  tempi  di  mezzo  tanto  favolosa,  o  insincera, 
nella  quale  pur  non  si  trovi  qualche  cosa  di  vero,  conservatoci  dalla  popo- 
lare tradizione  ;  e  lo  pubblica  col  fine  di  accrescere  il  tesoro  delle  cogni- 
zioni riguardo  agli  usi  e  alle  idee  dell'  Europa  ai  tempi  di  Carlo  Ma- 
gno e  nei  successivi  prima  del  rinnnovamuuto  della  civiltà  ;  al  qual  fine 
gli  sembra  che  meritino  di  essere  consultati  e  conservati  i  libri  dei  tempi 
medesimi,  che  altri  mal  a  proposito  vorrebbe  vedere  distrutti.  Il  Ciampi  ne 
crede  autore  un  tal  Filomena  storiografo  di  Carlo  Magno,  e  giudica  che  non 
sia  più  antico  dei  Sec.  XII,  sebbene  possa  essere  scritto  sul  fondamento  di 
leggende  del  X  e  dell'  XI  secolo.  Ma  è  da  credersi  piuttosto  che  il  ms. 
pubblicato  dal  Ciampi  sia  la  traduzione  di  un'  opera  intitolata  Filomena, 
scritta  in  lingua  romanza,  che  è  rammentata  nella  Histoire  liner,  de  Franca 
tomo  VII  ;  nel  Iournal  des  Savans  anno  1772  ;  nella  Histoire  de  V  Academie 
des  InscripCions  et  Belles  Letlres  tomo  21  ;  nella  Gallio,  Christiana,  ec.  Il 
Rainouard  nella  sua  opera  Choix  des  poosies  originai  e  s  des  Trobadours  tom.  2, 
parla  egli  pure  di  un  romanzo  intitolato  Philomena,  e  lo  crede  scritto  verso 
il  1173.  Il  Montfaucon  nella  Bibliotheca  Bibliothecarum  ne  cita  un  ms.  in 
lingua  romanza  che  fu  già  nella  Biblioteca  di  M.  Rauchin  consigliere  al  par- 
lamento di  Tolosa.  La  città  di  Narbona  ne  possedeva  uno  nel  16G9,  e  ne  fu 
fatta  una  copia  a' 27  Febbraio  di  quell'anno,  che  trovasi  ora  nella  Bibliot. 
Reale  di  Parici.  La  traduzione  latina,  «lice  M.  Catcl,  fu  fatta  da  uno    chia- 


_  10(3  — 

malo  Vidal  per  ordine  di  Bernardo  abate  della  Grassa  :  poi  lo  chiama  Vidal 
e  più  oltre  lo  nomina  Giles  ;  onde  sembra  che  si  chiamasse  Giles  Vidal  o 
Vital.  Il  Manoscritto  laurenziano  chiama  il  traduttore  Guglielmo  Paduano  : 
ma  è  molto  probabile  che  due  sieno  i  traduttori  ;  il  Raynouard  poi  osserva 
che  il  traduttore  non  intese  bene  1'  originale  in  lingua  romanza  ;  lo  che  si 
potrebbe  supporre  più  del  Padovano  che  di  Giles  Vidal.  Di  quest'  opera  Ge- 
sta Caroli  Magni  il  Ciampi  fece  anche  la  traduzione  italiana  che  si  conserva 
nella  Bibliot.  Forteg.  di  Pistoia,  Cod.  561. 

—  Opuscoli  Morali  di  Plutarco  cheronese  volgarizzati  ec. 
Firenze,  Piatti,  1820-1823,  in  8.0  ,  Voi.  6. 

Il  Ciampi  ha  volgarizzato  soltanto  gì'  opuscoli  del  Voi.  6,  che  mancavano  a 
completare  il  volgarizzamento  incominciato  già  dall'  Adriani.  Questo  volume 
contiene  i  quattro  opuscoli  Del  mancamento  degli  oracoli  ;  Delle  contradi- 
zioni degli  stoici  ;  Delle  percezioni  universali  ;  di  Iside  e  Osiride.  Ciascuno 
di  essi  è  accompagnato  di  prefazioni,  avvertimenti  e  di  note,  sia  per  1'  in- 
telligenza del  testo,  come  per  giustificare  in  più  luoghi  la  versione  ;  e  col- 
1'  aiuto  di  alcuni  Codici  laurenziani  molti  passi  scabrosi  di  questo  scrittore 
sono  restituiti  alla  vera  lezione.  Questi  opuscoli  di  Plutarco  furono  ristam- 
pati in  Milano,  da  Frane.  Sonzogno  negli  anni  1823-1827,  in  tre  voi.  in  8.° 
con  correzioni,  e   con  qualche  giunterella. 

—  Osservazioni  intorno  ai  moderni  sistemi  sulle  Antichi- 
tà Etnische.  Firenze,  Poligraf.  Fiesol.  1824,  in  8.° 

Pag.  X-10<£.  Fa  parte  della  Collezioni  di  Oputcoli  Scientifici  e  letterari,  com- 
pilata dal  Cav.  Frane.  Inghirami  (lom.  3,  fase.  III.)  ma  ne  furono  tirati  an- 
che degli  esemplari  a  parte.  Vi  è  pure  il  disegno  di  un  vaso  greco,  trovato 
a  Girgenti,  e  che  possedeva  in  quel  tempo  il  Barone  Marcheneim  di  Varsavia. 

—  Lettera  contenente  notizie  letterarie  e  storiche  della 
Polonia,  e  in  particolare  dell'  Italia. 

Nella  Nuova  collezione  di  opuscoli  letter.  Bologna,  1824,  quad.  IV. 

—  La  Guerra  per  li  Principi  Cristiani  guerreggiata  con- 
tro i  Saraceni  corrente  a.  d.  1095  in  latino  dichiarata  da 
Ruberto  Monaco  e  traslatata  in  volgare  per  uno  da  Pisto- 
ia, ec.  Firenze,  Ciardetti,  1825,  in  8.° 

Con  un  rame  in  principio.  Dopo  la  lettera  dedicatoria  al  Conte  Giacomo  Tri- 
vulzio  e  la  prefazione  evvi  un  catalogo  dei  principali  scrittori  d'  occidente 
intorno  alla  Storia  delle  Crociate,  e  pag.  1C9  poi  è  riportata  una  lettera 
del  Sig.  Dureau  de  la  Malie  sopra  le  due  Gerusalemme  di  Torquato 
Tasso  estratta  dalla  storia  delle  Crociate  di  Michaud.  (Vedine  la  traduzione 
italiana,  Milano,  1819.)  Il  Ciampi  in  questo  suo  volgarizzamento  adottò  lo 
stile  italiano  antico,  perchè  più  conforme  all'  originale. 


-   107  - 

—  Ob  funus  Alexandri  I  Russorum  Irapcr.  Poloniae  Re- 
gis,  Inscriptioues  et  Eleg.  Florentiae.  Piatti,  1825,  in  4.° 

Le  iscrizioni  sono  greco-lai. -italiane  ;  V  elegia  latina-italiana.  Questi  funerali 
furono  fatti  nella  Cappella  reale  di  Firenze. 

—  La  morale  applicata  alla  politica  operetta  di  Giuseppe 
Droz  tradotta  in  italiano  da  Sebast.  Ciampi,  Accad.  Val- 
darnese.  Firenze,  Pezzati,  1826,  in  8.° 

—  Rerum  Polonicarum  ab  excessu  Stepani  Regis  ad  Ma- 
xiiniliani  austriaci  captivitatem,  liber  singularis  in  lucern 
editus  a  Seb.  Ciampi.  Florentiae,  Galletti,  1827,  in  8.° 

Con  un  rame  rappresentante  un  sigillo  Nationis  Polonae.  Sebbene  il  codice 
da  cui  il  Ciampi  trasse  questo  frammento  storico  non  portasse  nome  d'  au- 
tore, il  Ciampi  con  argomenti  molto  convincenti  lo  attribuisce  a  Gio.  Mi- 
chele Bruto  veneziano,  istoriografo  dello  stesso  Stefano  Battori  re  di  Polo- 
nia, scrittore  della  Storia  Rerum  Pannonicarum  ;  sul  proposito  della  quale 
vedasi  una  lettera  del  prof.  De  Witte  in  data  de'  15  Deccmbre  1828,  di- 
retta al  Ciampi,  e  da  questi  pubblicata  nella  Bibliografia  Critica  della  Polo- 
nia, tom.  1.  pag.  7S. 

• —  Monumenti  di  un    manoscritto    autografo  e  lettere  ine- 
dite  di   Messer    Giovanni   Boccaccio,  il  tutto   nuovamente 
trovato  e  illustrato  da  Seb.  Ciampi,  Firenze,  Galletti,  1827, 
in  8.° 
- —  La  stessa.  Milano,  Molina,  1830,  in  12.° 

Seconda  Edizione  migliorata  ed  accresciuta,  e  dedicata  al  March.  Giacomo 
Trivulzio.  Quest'  opera  è  adorna  del  fac  simile  del  carattere  del  manoscritto, 
del  ritratto  del  Boccaccio,  e  di  sette  incisioni  rappresentanti  i  simboli  di 
sette  scienze.  Il  manoscritto  fu  scoperto  dal  Ciampi,  che  lo  crede  di  mano 
del  Boccaccio,  ed  è  uno  zibaldone  contenente  varie  collezioni  e  frammenti 
di  storie,   di  cronache,  di  classici  latini,  di  vite  di  sovrani  ec. 

■ —  Lettera  di  Messer  Giovanni  Boccaccio  a  Zanobi  da  Stra- 
da, con  altri  monumenti  inediti  a  maggiore  illustrazione 
del  zibaldone  di  lui  pubb.  da  Seb.  Ciampi.  Firenze,  Conti, 
1827,  in  8.o 

—  Esame  critico  con  documenti  inediti  della  Storia  ài 
Demetrio  d'  Iwan  Wasiliewitc,  per  Seb.  Ciampi.  Firenze, 
Galletti,  1827,  in  8.° 

Il  Ciampi  esamina  e  confronta  gli  scrittori  che  hanno  parlato  di  questo  ce- 
lebre impostore  che  osò    spacciarsi    per    successore    legittimo     di    Giovanni 


—   108  — 

Basili  ncU'  impero  di  Moscovia  ;  e  pubblica  anche  una  lettera  di  A.  Posse- 
Tino  al  Granduca  di  Toscana  sugli  avvenimenti  dello  stesso  Demetrio. 

—  Birgeri  Thorlacii  et  Seb.  Ciampi  de  Septentrionalium 
gentium  antiquitatibus  et  literis  runicis,  Epistolae.  Me- 
diolani,  Sonzogno,  1827,  in  8.° 

In  questa  lettera  il  Ciampi  dà  la  sua  opinione  intorno  a  certi  monumenti 
settentrionali  scoperti  in  quel  tempo,  che  egli  non  crede  monete,  ma  sib— 
bene  imagini  o  segni  di  religiose  credenze.  Le  sue  dotte  congetture  sono 
abbellite  di  un  latino  nitido,  franco  ed  elegante.  In  fine  pone  un  catalogo 
di  libri  da  consultarsi  intorno  alle  cose  runiche. 

—  Disamina  sull'  opinione  di  Giovanni  Boccaccio  intorno 
alla  così  detta  papessa  Giovanna.  Firenze,  Ronchi  e  Cel- 
li, 1828,  in  8.° 

Neil'  Antologia  di  Fir.  ann.  1828,  n.°  88  trovasi  un  articolo  di  E.  Repetti 
contenente  interessanti  aggiunte  a  questo  lavoro. 

—  Saggio  di  una  traduzione  italiana  del  Sec.  XIII.  di  un 
compendio  della  Cronaca  di  Martino  Polano,  fatta  proba- 
bilmente dallo  stesso  Martino.  Milano,  Stella,  1828,  in  8.° 

È  tiratura  a  parte  del  giornale  II  Raccoglitore  di  Milano,  anno  1828. 

—  Elogio  italiano  ed  epitaffio  latino  al  conte  Alessio  De 
SwertchofF  ministro  di  Russia  in   Firenze. 

Nella  Gazzetta  di  Firenze,  anno  1828,  n.  42. 

—  Notizie  intorno  a  Benedetto  Brognolo  letterato  italiano 
creduto  originario  di  Polonia,  con  una  sua  lettera  inedita 
al  celebre  Filippo  Callimaco  Esperiente,  ossia  Filippo  Bo- 
naccorsi  da  S.  Gimignano. 

Nel  Giornale  Arcadico,  ann.  1828,  trimestre  III. 

—  Notizie  intorno  a  Stanislao  Roscio  o  Reska  Polacco 
ambaciatore  in  Napoli  del  Re  di  Polonia  Sigismondo  III. 

Nel  Giornale  Arcadico  ann.  1828.  Vi  sono  anche  alcune  notizie  inedile  di 
Torquato  Tasso,  relative  al  Rescio,  che  fu  suo  amico,  ed  alla  Polonia. 

—  Ragionamento  del  P.  Antonio  Possevino  della  Compa- 
gnia di  G.  tenuto  alla  Signoria  della  Repubblica  di  Lucca 
ai  14  Marzo  1589,  pubb.  da  Seb.  Ciampi.  Modena,  Soliani, 
1829,  in  8.0 

Questo  ragionamento  fu  tratto  da  un  codice  magliabechiano,  e  si  pubblicò 
anche  nelle  Memorie  di  Religione  di  Modena  dell'  anno  1829. 


—   109  — 

—  Narratio  rerum  quae  post  obitum  Alexii  Mickalowicz 
Russorum  Imp.  ec.  gestae  sunt  Moscuae  XI  Kalend.  octo- 
bris  ann.  168,2,  missa  ex  urbe  Moscuae  ad  Archiep.  Frane. 
Martelli  ec.  Florentiae,  Piatti,   1829,  in  8.° 

—  Sulla  Storia  di  Saluzzo  dell'Avv.  Muletti. 

Nel  Giornale  «  Il  Progresso  »  di  Napoli,  anno  5.° 

—  Lettere  Militari  con  un  piano  di  riforma  dell'  esercito 
polacco  del  Re  Gio.  Sobiescki,  ed  altre  de'suoi  segretari  ita- 
liani pubblicate  da  Seb.  Ciampi.  Firenze,  Borghi  e  Comp. 
1830,  in  8.0 

L'antiporta  ha  il  titolo  k  Sobesciade  Italiana  ».  Nell'avviso  al  lettore  il  Ciampi 
da  notizia  dei  materiali  da  lui  raccolti  in  Italia,  dov'era  stato  mandato  dal 
re  Giovanni  di  Polonia,  e  che  riguardano  le  comunicazioni  antiche  di  ogni 
genere  tra  la  Polonia  e  l'Italia.  Molti  di  questi  materiali  furono  poi  adope- 
rati da  lui  per  diverse  sue  pubblicazioni,  fra  cui  la  «Bibliografìa  critica  della 
Polonia»,  le  «Notizie  dei  Medici,»  e  l'altra  opera  «Rerum  Polonicarum.»  Altri 
lavori  che  il  Ciampi  intendeva  compilare,  e  che  qui  si  accennano,  rimasero 
sempre  allo  stato  di  progetto.  In  ultimo  vi  è  una  Biblioteca  o  Galleria  So- 
besciana  in  Italia,  ossia  notizia  di  libri  stampali  in  Italia,  e  che  riguardano 
Giovanni  Sobiescki,  manoscritti,  medaglie,  stampe  ec. 

—  Sulla  falsità  della  lettera  di  Giovanni  Boccaccio  al  priore 
della  Chiesa  de1  SS.  Apostoli,  esame  critico,  con  la  lettera 
del  med.  Gio.  Boccaccio  a  Zanobi  da  Strada.  Firenze,  Celli 
e  Ronchi,  1830,  in  8/ 

Pagg.  32.  Con  molto  ingegno  e  dottrina  il  Ciampi  prova  che    questa  lettera 
è  apocrifa,    e  ciò  contro    l'opinione  diversa  del    chiariss.    Gamba.    Vedasi  in 
proposito  il  Tommaseo  nel  suo  Dizionario  Estetico,  ed  un  articolo  dell'  «  An 
tologia  »,  anno  1850. 

—  Flosculi  historiae  Poloniae  sparsi  Pulaviis  ec.  Typis  Bi- 
bliot.  Pulaviensis,  1830,  in  8.° 

11  Ciampi  indirizzava  questo  suo  lavoro  «  Elisabetae  Principi  Czarlorysciac 
literis  et  arlibus  humanioribus  alenata  promovendis  nàtae  ».  Contiene  le 
seguenti  materie  :  Parte  di  un  relazione  del  Regno  di  Polonia  di  un  amba- 
cialore  veneto  dell'anno  1560:  -—  Sereniss.  Electi  Poloniae  Regis  Maximi- 
liani  Archid.  Auslriae  e  Polonia  reditus  :  —  Lilerae  ab  Ioanne  Zamoyscio 
de  expugnatione  Albi  lapidis  ad  nuncium  apost.  datae  :  —  Literae  de  eo- 
dem  argumento  :  —  Litera«  Urbani  Vili  Pont.  Max.  et  Wladislai  IV  Regis 
Poloniae  de  Ioannis  Casimiri  in  Societ.  Iesu  ingresso  anno  1645".  In  alcuni 
esemplari  vi  è  aggiunta  la  stampa  di  una  Medaglia  del  Re  di  Polonia  Sigi- 
smondo I.  incisa  dai  Padovanino. 


—  110  — 

—  Appendice  alle  indicazioni  del  Ms.  inedito  contenente 
la  vita  di  San  Pier  Damiani  scritta  da  Gio.  Boccaccio,  con 
una  lettera,  in  parte  inedita,  dello  stesso  a  M.  Piero  delia 
Eettorica. 

Nelle  Memorie  deli'  Accademia  di  Modena,  ann.  1830. 

—  Notizie  di  Medici,  Maestri  di  Musica  e  Cautori,  Pitto- 
tori,  Architetti,  Scultori  ed  altri  artisti  Italiani  in  Polonia 
e  Pollacchi  in  Italia,  raccolte  da  Seb.  Ciampi.  Lucca,  Ba- 
lastresi,  1830,  in  8.0 

«  Queste  notizie,  ciascuna  da  se,  ai  più  leggieri  nel  giudicare  parranno 
«  cosa  da  poco,  ma  unite  insieme,  e  considerate  come  anella  di  una  grandf 
«  catena,  sono  molto  importanti  ».  (Antol.  an.  1850).  Fra  queste  notizie 
sonovi  quelle  dei  pistoiesi  Alessandro  Cilli  scrittore  di  Storia  e  musico  te- 
nore ;  di  Valentino  Magnini  chirurgo  ;  e  di  Niccola  Monti  pittore.  Le  noti- 
zie dei  medici  sono  dedicate  al  Collegio  Medico  dell'  università  di  Varsavia  ; 
quelle  dei  Musici  al  Conservatorio  di  Musica,  quelle  dei  pittori,  scultori  ec. 
ai  professori  dell'  Accademia  di  Belle  Arti  della  stessa  città.  Finisce  il  libro 
con  un  articolo  sullo  stato  delle  arti  e  della  civiltà  in  Russia  prima  di  Pie- 
tro il  Grande,  fino  all'  Imp.  Alessandro  I. 

—  Viaggio  in  Polonia  nella  state  del  1830  colla  breve 
descrizione  di  Varsavia  e  con  altre  notizie  di  lettere,  ar- 
ti, commercio,  ed  altre  particolarità  di  quel  regno  ec.  Fi- 
renze, Galletti,  1831,  in  8.0 

Ha  ancora  un'  appendice  all'  altra  opera  di  sopra  ricordata  «  Notizie  dei 
Medici,  Maestri  di  Musica  ».  Di  questo  «  Viaggio  »  possono  vedersi  1'  «  An- 
tologia »  anno  1831  ;  la  «  Biblioteca  Italiana  »  tomo  62  ^  e  gli  «  Annali  di 
Statistica  »  tomo  29. 

—  Sopra  un  Anello  longobardo,  e  sulle  origini  del  titolo 
di  Marchese. 

Nella  «  Biblioteca  Italiana  »  dell'  anno  1829  trovasi  la  prima  parte  di  questo 
scritto  che  fu  continuato  nel  «  Poligrafo  »  di  Verona  del  1831. 

Nella  «  Bibliot,  Italiana  »  del  1829  evvi  pure  una  lettera  sull'uso  di  ornare 
di  statue  e  bassirilievi  i  frontespizi  dei  tempi. 

—  Colpo  d'  occhio  storico-critico  intorno  alle  vicissitudini 
dell'  Italia. 

Nel  «  Poligrafo  »  di  Verona,  fase.  XXXI,  Marzo  1852,  eon  copie  a  parte. 

—  Necrologia  di  Luigi  Chiarini  prof,  di  Lingue  Orientali 
e  Antichità  Etrusche  nella  Università  di  Varsavia. 

Nel  «  Poligrafo  »  di  Verona,  anno  1832,  fase.  XXII  eon  esemplare  a  parte. 


—  111  — 

• —  La  Grecia  descritta  da  Pausaania,  volgarizzamento  con 
note  al  testo  e  illustrazioni  filologiche,  antiquarie  e  criti- 
che di  Seb.  Ciampi.  Milano,  Tip.  di  Francesco  Sonzogno, 
1826-1829,  voi  1°  e  2°  :  e  co1  Tipi  di  Andrea  Molina,  1832- 
1841,  voi.  3,  4,  5,  e  6,  in  8.o 

Fa  parte  della  «  Collana  degli  antichi  storici  greci  volgarizzati  »,  ed  è  cor- 
redata di  note  e  di  dotte  illustrazioni  con  carte  topografiche,  artistiche  ed 
altre.  Di  alcune  delle  illustrazioni  si  tirarono  anche  degli  esemplari  a  parte, 
come  appresso  diremo  ;  al  secondo  volume  va  unita  pure  una  Dissertazione 
dell'  Heyne  sapra  la  Cassa  di  Cipselo,  antico  monumento  in  Olimpia,  già  letta 
dall'  autore  all'  Accademia  di  Gottinga  nel  1770.  Questa  traduzione  di  Pau- 
sania  fu  altamente  lodata  dal  chiariss.  Tommaseo  nelP  «  Antologia  »  del  1826 
in  un  articolo  sul  volume  primo  allora  pubblicato  :  dov'  egli  dice  che  il  li- 
bro del  Ciampi  è  ormai  necessario,  e  che  quanto  è  facile  profittarne,  tanto 
sarebbe  difficile  superarlo.  Vi  sono  es.  in  carta  distinta. 

■ — ■  Esposizione  di  due  passi  di  Plinio  il  vecchio  uno  intor- 
allo  stato  dell'  arte  di  fondere  il  bronzo  al  tempo  di  Ne- 
rone con  alcune  osservazioni  sopra  i  cavalli  di  rame  do- 
rato dorato  che  stanno  sopra  le  facciata  di  S.  Marco  a 
Venezia.  Milano,  1832,  in  8.° 

È  tiratura  a  parte  dal  Tomo  3  di  Pausania,  pag.  409-489. 

■ —  Osservazioni  critiche  sopra  la  restituzione  di  alcuni  Mo- 
numenti descritti  da  Pausania  nei  cap.  31  e  37  del  libro 
ottavo,  fatte  dal  Sig.  Quatremere  de  Quincy  nell'  opera  da 
lui  intitolata  II  Giove  Olimpico  Milano,  Molina,  1838, 
in  8.° 

Anche  questo  è  tiratura  a  parte  dal  Tomo  4°  dell'  opera  suddetta,  dove  tro- 
vasi da  pag.  XI  a  pag.  CXXII. 

—  Difesa  dell'opuscolo  intitolato  «  La  Chioma  di  Berenice  » 
del  celebre  poeta  Cav.  Vincenzo  Monti  contro  le  censure 
di  alcuni  critici  ce.  Milano,    1839,  in  8.° 

Estratto  dal  Tomo  S.  dell'opera  suddetta. 

—  Volgarizzamento  dei  Trattati  Morali  d'Albcrtano  Giu- 
dice di  Brescia  da  Soffredi  del  Grazia  notaro  pistoiese  fatto 
innanzi  al  1278,  trovato  da  S.  Ciampi  in  un  codicetto 
scritto  nell'anno  predetto,  ed  ora  da  lui  pubblicato  la  prima 


—  112  — 

volta  con  illustrazioni  e  la  giunta  del  testamento  in  lin- 
gua volgare  di  donna  Beatrice  contessa  di  Capraia  nel  1 278. 
Firenze,  Allegrini  e  Mazzoni,  1832,  in  8.° 

Pagg.  8S-K9,  con  fac-simile  del  codice.  Questo  libro  fu  «  tralactato  di  la- 
tino in  volghare  per  mano  di  Ser  Soffredi  del  Grathia  di  Sancto  Aiuolo  e 
scricto  per  Lanfranco  Seriacopi  del  Bene  notaio  di  Pistoia  sotto  li  A. 
D  :  MCCCLXXVIII  del  mese  di  Aprile  ne  la  sexta  indiclione.  »  Il  Ciampi  ne 
ritrovò  il  ms.  nell'Archivio  del  Comune  di  Pistoia  fino  dal  1807,  ma  di- 
stratto poi  da  altri  lavori,  ne  ritardò  la  pubblicazione  fino  all'anno  1832-  Egli 
vi  premise  una  lunga  prefazione,  nella  quale  si  propone  di  metter  iti  più 
chiaro  lume  due  questioni:  1°  l'uso  in  bocca  del  popolo,  secoli  innanzi  al 
mille,  d'una  lingua  che  meglio  ordinata  poi  nella  sintassi  e  nella  scrittura,  fu 
detta  lingua  italiana:  2°  di  stabilire,  secondo  i  monumenti  che  ci  rimangono, 
il  tempo  nel  quale  cominciò  ad  essere  scritta.  Questo  volgarizzamento,  ed 
il  testamento  della  Contessa  Beatrice  ritiene  il  Ciampi  che  sieno  i  più  an- 
tichi genuini  ed  autentici  monumenti  scritti  della  lingua  italiana;  e  gli  ar- 
gomenti e  le  prove,  che  egli  ne  adduce,  paiono  escludere  ogni  contraria  opi- 
nione. Ma  se  è  vero  che  questi  scritti  sieno  antichissimi,  e  che  niun  altro 
ne  abbiamo  che  risalga  a  maggiore  antichità,  è  dubbio  peraltro  che  essi  ser- 
vano a  stabilire  il  tempo  nel  quale  la  nostra  lingua  cominciò  ad  essere 
scritta  con  qualche  ordinamento  di  stile  e  d'ortografìa.  I  Malispini,  contem- 
poranei d'Albertano,  e  il  Compagni,  che  fu  di  poco  posteriore  a' suoi  tempi, 
superano  certo  di  lunga  mano  il  nostro  Lanfranco,  e  non  poca  differenza  si 
riscontra  tra  il  volgarizzamento  di  quest'ultimo,  o  le  prose  di  quei  due  cro- 
nachisti, non  solo  nell'ortografìa,  e  nelle  uscite  dei  verbi  e  dei  nomi,  ma 
benanco  nelle  intiere  voci  e  nei  modi,  e  in  quell'ordinamento  di  stile  che 
servì  poi  a  stabilire  la  grammatica  e  l'indole  della  prosa  italiana.  Piene  di 
erudizione  sono  le  note  che  vi  pone  il  Ciampi,  nelle  quali  spiega  le  origini 
di  molte  voci  e  di  molti  modi  di  dire. 

. —  Notizie  dei  Secoli  XV  e  XVI.  sull'Italia,  Russia,  e  Po- 
lonia raccolte  e  pubblicate  da  Seb.  Ciampi  colle  vite  di 
Bona  Sforza  dei  Duchi  di  Milano  regina  di  Polonia,  e  di 
Gio.de'M  edici  detto  delle  Bande  Nere.  Firenze,  Allegrini 
e  Mazzoni,  1833,  in  8.0 

—  Bibliografia  critica  delle  antiche  reciproche  corrispon- 
denze politiche,  ecclesiastiche,  scientifiche,  letterarie,  arti- 
stiche dell'Italia  colla  Russia  colla  Polonia  ed  altre  parti 
settentrionali  ec.  Firenze,  Allegrini  e  Mazzoni,  1834,  voi,  1:° 
e  Tip.  di  Guglielmo  Piatti,  1839-1842,  voi.  2°  e  3,°  in   8.0 

Pagg.  VI-564  :  XII-526  ;  VI-157.  Si  può  asserire  senza  tema  d'errare  che  la 
Polonia,  come  tante  altre  nazioni  deve  all'Italia  gran  parte  del  suo  incivili- 
mento ;  e  come  i  romani  contenti  al  possente  privilegio  del  regere  populos, 


-    113  — 

volenterosi  viaggiavano  in  Grecia  per  addottrinarsi,  così  anche  i  Pollacela 
per  molti  secoli  vennero  a  farsi  discepoli  degli  Italiani.  «  Ita  (scriveva  il  ce- 
lebre Stanislao  Rescio  al  poeta  latino  Simone  Simonide),  nostrorum  vestigiis 
detrita,  ita  pervia  facta  in  Italiana  via  est,  ita  crebris  oppidis,  tabemis,  ho- 
spitiis  distincta  et  coedifìcata  videtur  Silesia,  Moravia,  Austria,  Stiria,  Ca- 
rinthia,  ut  quasi  quoddam  suburbium  Italiae  videatur.  »  Le  celebri  università 
di  Padova  e  di  Bologna  contavano  le  migliaia  di  Pollacchi  che  venivano  ad 
apprendere  o  a  perfezionarsi  nelle  scienze,  nelle  lettere  greche  o  latine  e 
nelle  arti;  non  era  gran  signore  pollacco  che  non  ambisse  d'esser  laureato 
a  Padova  ;  rettori  e  professori  pollacchi  ebbe  questa  famosa  università  ;  Ve- 
nezia, Bologna,  Firenze,  Roma,  Napoli  abbondano  nelle  Biblioteche  e  negli 
Archivi  d'illustri  memorie  della  Polonia,  come  questa  di  quelle  degli  Ita- 
liani. Il  Ciampi  volle  raccogliere  in  questa  sua  opera  le  gloriose  reliquie  delle 
vicendevoli  relazioni  tra  i  due  stati,  che  per  ragioni  facili  a  comprendere, 
estese  poi  anche  alla  Russia  e  ad  altre  parti  settentrionali.  L'opera  pertanto, 
compilata  per  ordine  alfabetico,  comprende  Je  notizie  di  qualunque  maniera 
sopra  quelle  nazioni,  ma  specialmente  sulla  Polonia,  scritte  da  autori  italiani  ; 
le  opere  pubblicate  da  italiani  nelle  stesse  regioni  ;  1'  elenco  delle  opere 
classiche  latine  ed  italiane  colà  stampate  ;  la  biografia  degli  scrittori  ed  uo- 
mini illustri  italiani  i  quali  vi  soggiornarono  ;  le  scritture  e  le  azioni  dei  Ge- 
suiti italiani  in  quelle  provincie  ;  le  vicende  dei  Sociniani  in  Polonia  ;  quelle 
degli  artisti  italiani  che  vi  lasciarono  memoria  dei  loro  lavori,  e  viceversa 
degli  artisti  di  quelle  nazioni  che  lavorarono  tra  noi;  la  serie  dei  libri  a 
stampa  e  manoscritti  dei  dialetti  illirico  e  slavo  pubblicati  in  Italia  o  serbati 
nelle  librerie  Vaticane,  Laurenziana,  Ambrosiana  ce,  ed  in  fine  tutti  i  par- 
ticolari riguardanti  gli  studi,  la  storia,  la  diplomazia,  ed  il  commercio  che 
sono  necessariamente  uniti  a  quelle  notizie.  Il  Ciampi  profittando  del  suo 
soggiorno  in  Polonia  e  della  letteraria  missione  di  lui  in  Italia  concepì  l'idea 
di  quest'opera,  che  condusse  a  termine  nel  corso  di  sedici  anni.  Egli  però 
non  presume  di  aver  fatto  un  lavoro  in  tutte  le  sue  parti  completo,  «  es- 
sendo questa  un'  impresa  affatto  nuova,  ed  i  suoi  elementi  così  dispersi,  e 
non  curati  per  tanti  secoli  che  spesso  più  dalla  fortuna  che  dalla  volontà  e 
dalla  diligenza,  dipende  il  poterli  trovare  ». 

- —  Lettera  di  Michelangiolo  Buonarroti  per  giustificarsi 
contro  le  calunnnie  degli  emuli  e  nemici  suoi  sul  proposito 
del  sepolcro  di  Papa  Giulio  II,  trovata  e  pubblicata  da 
Seb.  Ciampi.  Firenze,  Passigli  e  Soci,  1834,  in  8.0 

È  dedicata  ai  giovani  dell'  I.  e  R.  Accademia  delle  Belle  Arti  di  Pietroburgo. 

—  Lettera  a  Lorenzo  Bartolini  celebratissimo  statuario. 
Firenze,  per  David  Passigli,  e  Comp.  1834,  in  8.° 

In  questa  lettera  si  tratta  in  che  consista  il  vero  bello  della  statuaria,  cioè 
se    nel    bello    ideale  e  nel    vero  bello  naturale  e  copiato  dall'  artista,  o  se 

Capponi,   Bibitoqr.   Pisi  X 


—  114  — 

debbasi  preferire  la  imitazione  del  bello  artistico  degli  antichi  monumenti 
|)ioso  dal   vero,  o  la  diretta  imitazione  del  bello  originale  della  natura. 

—  Biografia  di  Michele  Borgonzoni. 

Nella  Biografia  del  Tipaldo,   lom.  2.° 

—  Elogi  di  ,28.  Pittori. 

Stanno  da  pag.  135  a  276  della  Collezione  di  ritratti  di  pittori  esistenti  nella 
Galleria  degli  Ufizi  di  Firenze  pubblicata  dal  Molini.  All'Elogio  sta  innanzi  il 
ritratto  in   rame  di  ciascun  pittore. 

■ —  Recensioni  bibliografiche  e  scritti  vari  inseriti  nelV An- 
tologia di  Firenze. 

Trovansi  nel  volumi  di  quel  giornale  degli  anni  1822  e  seguenti  fino  a  ludo 
l'anno  1820. 

— -  Rime. 

Si  hanno  rime  del  Ciampi  nelle  seguenti  raccolte  :  Per  le  nozze  Cellesi-Buon- 
fanti.  Pistoia,  1794:  —  Pel  ritorno  in  patria  di  Maddalena  Sozzifanti,  Ivi, 
1795;  —  Per  la  monacazione  di  Suor  Carolina  Talini,  Ivi,  1798;  —  Per  le 
nozze  Cellesi-Buonfanii,  Ivi,  1798;  —  Per  la  monacazione  di  Suor  Madda- 
lena Odaldi,  Ivi,  1798;  —  Per  le  nozze  Strambi-Rospigliosi,  Ivi,  1800:  — 
Per  la  venuta  in  Pistoia  della  Granduchessa  Elisa,  Ivi,  1809;  —  ed  in  altre 
raccolte  di  minor  conto.  Anche  nella  Biblioteca  Italiana  di  Milano  si  trovano 
i-ime  del  Ciampi,  tra  le  quali  un'epigramma  latino  per  la  morte  di  Vincenzo 
Monti. 

—  Lettere. 

Sono  manoscritte  nella  Bibliot.  Fortegucrri,  dove  si  conservano  pure  molte 
lettere  dirette  al  Ciampi  da  illustri  italiani  e  stranieri. 

Sebastiano  Ciampi  nacque  in  Pistoia  nel  30  ottobre  1769.  Fece  i  primi  studi 
nel  Collegio  Vescovile,  e  quindi  passato  a  studiar  filosofìa  nella  Accademia 
Ecclesiastica  fondata  da  Mòns.  Vescovo  Ricci,  vi  fu  ordinato  prete.  A  Pisa 
studiò  in  appresso  diritto  civile  e  canonico;  ma  si  dedicò  specialmente  alle 
lettere  greche  e  latine  sotto  il  dotto  Padre  Antonioli  delle  Scuole  Pie,  sco- 
laro e  successore  del  celebre  Padre  Corsini.  Nel  1796  fu  chiamato  ad  inse- 
gnare retlorica  e  lingua  greca  nel  Collegio  Bandinelli  di  Roma  d'onde  tornò 
in  patria  nel  1798,  dopoché  quel  Collegio  fu  chioso  per  le  politiche  circo- 
stanze che  sopraggiunsero.  Dopo  un  breve  soggiorno  in  Germania  ed  in  Un- 
gheria, nel  1800  si  stabilì  in  Venezia,  ove  ripigliò  i  suoi  studi  sulla  Lettera- 
tura Greca,  a  ciò  confortato  dai  consigli  del  chiariss.  Cav.  Morelli  dotto  bi- 
bliografo e  bibliotecario  di  S.  Marco.  Nell'occasione  del  Conclave  teuuto  in 
quella  città  per  la  elezione  del  Pontefice  Pio  VII  egli  fu  scelto  alla  carica 
di  maggiordomo  del  Principe  Agostino  Chigi  gran  maresciallo  del  Conclave  ; 
e  allora  fece  conoscenza  con  molti  illustri  personaggi,  che  molto  apprez- 
zarono il  sapere  e  l'ingegno  di  lui;  e  tra  questi  Mons.  Caleppi  che  voleva 
^cco  condurlo  al  Brasile  in  qualità  di  suo  segrerario,  la  qual  carica  il  Ciampi 


-  115- 

ricusò  per  seguire  tranquillamente  i  suoi  sludi.  L'anno  1801  Lodovico  Re 
u"  Etruria  lo  nominò  lettore  onorario  nell'Università  di  Pisa,  riserbandosi  di 
eleggerlo  ad  una  cattedra  stabile  con  stipendio  nel  successivo  anno,  come  av- 
venne, essendo  stato  dichiarato  professore  di  logica  o  dialettica;  il  quale  uf- 
ficio coprì  finché  nel  1814  succedette  al  celebre  Luca  Antoni©  Pagnini  pi- 
stoiese nella  cattedra  di  lettere  greche  e  latine.  Ma  tre  anni  appresso  al- 
lettato dalle  generose  profferte  fattegli  dal  governo  di  Polonia,  si  recò  a 
Varsavia  ad  occupare  la  cattedra  di  filologia  e  storia  comparata  delle  lettere 
e  delle  belle  arti  in  quella  Università;  e  là  meritamente  si  acquistò  gran- 
dissima fama,  e  fu  distinto  di  molte  onorificenze  (1).  Nel  1822  tornò  in  Ita- 
lia mandato  dal  governo  di  Varsavia  coll'incarioo  di  raccogliere  tutti  i  mo- 
numenti inediti  o  rari  riguardanti  la  storia  occlesiastica,  civile,  letteraria,  mi- 
litare e  scientifica  della  Polonia,  e  le  comunicazioni  di  qualunque  genere  tra 
questo  paese  e  l'Italia  ;  e  questi  materiali  gli  servirono  poi  per  la  Bibliogra- 
fia delle  antiche  corrispondenze  tra  l'Italia,  la  Polonia  ec.  Negli  ultimi  anni 
di  sua  vita  perdette  quasi  affatto  l'uso  delle  facoltà  intellettuali,  e  morì  in 
Firenze  il  17  Decembre  1847  in  età  di  78  anni.  (2)  Della  vita  e  delle  opere 
del  Ciampi  nessuno  ha  scritto;  e  solo  trovasene  un  breve  cenno  nel  Dizio- 
nario Estetico  del  Tommaseo;  nell'opera  del  Reumont  Beitrage  zur  italienis- 
chen  geschichte,  (Berlin,  1857,  in  8),  e  in  qualche  recente  dizionario  bio- 
grafico. 

Ciantelli  Doti.  Giuseppe. 

Delia  specie  umana,  saggio.  Firenze,  Cecchi,  1846,  in  16.° 
—  Nota  intorno  ai  così  detti  Corpuscoli  Paciniani. 

Trovasi  nella  «  Gazzetta  Toscana  delle  Scienze  Mediche.  »  anno  1847.  Vi  è 
stato  chi    ha  fatto  le  più    alte  maraviglie  che    un  pistoiese  abbia  cercato  di 

(1)  Nel  1818  fu  nominato  canonico  della  Cattedrale  di  Kicltz  colla  pre- 
benda di  4000  fiorini  all'anno  ;  divenne  poi  Canonico  di  S.  Domir  per  la  tra- 
slazione del  Capitolo  e  Vescovado  di  Kieltz  fatto  a  quella  città.  Nello  stesso 
anno  venne  insignito  dell'ordine  equestre  di  S.  Stanislao  da  S.  M.  Alessan- 
dro I.  imp.  delle  Russie  ;  nel  1819  di  quello  dello  Spron  d'oro  dal  Governo 
Pontificio;  nel  1820  fu  nominato  professore  onorario  dell'Università  di  W:lna  : 
fu  ascritto  inoltre  alle  più  illustri  accademie  d'Europa,  fra  le  quali  all'Acca- 
demia degli  Antiquari  di  Londra,  a  quella  Archeologica  di  Mosca,  e  alle  al- 
tre delle  Antichità  nordiche  di  Copenaghen,  scientifica  di  Dronthein  in  Nor- 
vegia ec. 

(2)  Il  Ciampi  fu  in  corrispondenza  letteraria  con  molti  uomini  illustri  ita- 
liani del  suo  tempo  tra'  quali  mi  piace  ricordare  il  prof.  Carlo  Antonioli,  il 
Cav.  Giacomo  Morelli,  Damiano  Priocca,  Carlo  Rosmini,  Mons.  Fabbroni,  Ot- 
taviano Targioni-Tozzetti,  Giacomo  Trivulzio,  Leopoldo  Cicognarn,  Cesare  Luc- 
chesi™ ce;  e  fra  gli  illustri  stranieri  il  Cav.  Millin,  Gio  Labus,  il  Prof.  Wittè, 
Carlo  Boucheron,  David  Aherblad,  Milord  Glembcrvie  e  molti  altri  letterati 
francesi,  tedeschi,   polacchi,  russi  e  d'altre    nazioni. 


—  116  — 

tògliere  ad  un  suo  concittadino  il  vanto  di  una  gloriosa  scoperta  per 
farne  dono  a  degli  stranieri:  io  non  partecipo  punto  a  cotesta  maraviglia, 
sapendo  ormai  per  prova  che  in  Pistoia  mentre  portiamo  a  cielo  le  più  ru- 
morose vacuità,  non  sappiamo  d'altra  parte  pregiare  come  si  deve  la  vera 
sapienza.    . 

Ciati  Paolo. 

Sonetti. 

Sono  nella  Biblioteca  Forteguerri  in  un  codice  di  rime  segnato  di  n.  175.  I 
Sonetti  sono  in  numero  di  trentuno. 

—  Sequenza  del  Dies  Irae  tradotta  in  Italiano. 

È  stampata  nell'  opera  del  P.  Zaccaria  Excursus  per  Italiani,  tom.  1. 
Ciati  Roberto. 

Io.  Baptista  Gerinus  Pistoriens.  ac  Pratensis  Episcopus 
Imago  S.  Ioannis  Bapt.  Praecursoris  Oratio  in  primo  eius 
Pistoni  adventu  '  hab.  in  tempio  urbis  principe  ad  clerum 
ec.  kal.  Decemb.  1633.  Pistoni,  1634,  apud  Petr.  Ant.  For- 
tunatum,  in  4.° 

—  Della  Regina  del  cielo,  Pistoia  la  città  prediletta.  Di- 
scorso del  Can.  Ruberto  Ciati  recitato  da  Lui  nel  giorno 
che  si  solennizza  V  anniversario  del  miracolo  della  Vergi- 
ne dell'  Humiltà  nel  medesimo  tempio  ec.  In  Pistoia,  per 
Pier  Ant.  Fortunati,  1660,  in  fol. 

Pagg.  14,  ed  una  e.  bianca  in  fine.  È  raro  opuscolo,  dedicato  a  Mons.  Fran- 
cesco Rinuccini  V.°  di  Pistoia. 

—  Il  supremo  tragico  spettacolo,  Discorso  recitato  nella 
chiesa  di  S.  Prospero  nel  Venerdì  di  Passione  V  anno  1660 
ai  Signori  accademici  Risvegliati,  dedicato  air  Altezza  Se- 
ren.  di  D.  Vittoria  della  Rovere  Medici  Granduchessa  di 
Toscana.  In  Pistoia,  per  il  Fortunati,  1663,  in  12.° 

—  All'  Eminentissimo  Signore  Don  Felice  Rospigliosi  nella 
sua  promozione  al  cardinalato  il  Can.  Ruberto  Ciati.  Pi- 
stoia, Fortunati,  1673,  in  4.° 

—  La  Santità  prodigiosa  di  S.  Casimiro  Re  di  Polonia. 
Lucca,  1678,  in  4.° 

—  Gli  affetti  di  un'  anima  penitente.  Lucca,  1685,  in  8.° 


—   117 
dicci  Oio.  Ballista. 


Lettera  sopra  gli  uomini  illustri  della  Famiglia  Fabbronf. 
In  Bologna,  1633,  in  4.° 

Olili  Alessandro. 

Historia  delle  sollevazioni  notabili  seguite  in  Pollonia  gran- 
ili del  Signore  1606,  1607  e  1608,  e  dell'  ationi  eroiche 
e  memorabili  imprese  fatte  in  Moscovia  dall'  invittissimo 
Sigismondo  III  Re  del  gran  regno  di  Pollonia  ec.  In  Pi- 
stoia, appresso  Pier  Antonio  Fortunati,  1627,  in  4.° 

Carte  22  in  principio  non  num.,  e  pagg.  266-192  compresa  l'ultima  carta  bianca 
Raro.  L'  autore  dedicò  questo  suo  lavoro  al  Grand,  di  Toscana  Ferd.  II  con 
lettera  in  data  di  Pistoia  9  Settemb.  1627.  Fanno  seguito  alla  lettera  dedi- 
catoria un  elogio  latino  all'  autore  di  Niccolò  Cancellieri,  un  anagramma 
dello  stesso,  ed  un  sonetto  di  Raffaello  Carlini.  Il  merito  di  queste  storie, 
dice  il  Ciampi,  (  Notizie  di  Medici,  Maestri  di  Musica  Italiani  in  Polonia  ec.) 
consiste  nella  verità  e  semplicità  con  cui  sono  scrìtte.  Di  molte  cose  fu  te- 
stimone oculare,  ed  altre  le  ebbe  da  relazioni  sicure.  In  quanto  poi  allo  sti- 
le, non  ha  la  più  piccola  prerogativa  da  poter  essere  annoverato  tra  gli  scrit- 
tori, non  dico  buoni,  ma  neanche  mediocri. 

—  Lettere.* 

Manoscritte  nella  Biblioteca  Barberini  di  Roma.  Sono  tre,  e  tutte  autografe  ; 
in  una  colla  data  del  1.  Agosto  1G36  prega  il  Card.  Barberini  a  volergli 
conferire  la  vacante  propositura  di  Empoli  ;  nella  seconda  del  2  Agosto,  e 
nella  terza  del  17  Settembre  1659  fa  nuove  premure  per  un  canonicato  di 
Pistoia.  Il  Olili  fu  di  famiglia  nobile,  e  visse  molto  tempo  in  Polonia,  can- 
tore nella  cappella  del  Re  Sigismondo  III,  dal  1394  fin  dopo  il  1620  circa: 
poche  altre  notizie  abbiamo  di  lui. 

Cini  Desiderio- 

Desiderio  e  Speranza  fantastichi,  comedia  tropologica  da 
Desiderio  Cini  di  Pistoia  composta  ec.  In  Venetia,  1607, 
appresso  Sebastiano  De  Conti,  in  12.° 

Pagg.  534,  e  due  in  princ.  senza  numcr.  La  Commedia  è  divisa  in  cinque 
atti,  in  prosa,  ed  è  dedicata  a  Niccolao  Magona  di  Pisa.  È  curiosa  la  cita- 
zione che  fa  di  questo  libro  il  Giusti  in  una  sua  lettera.  «  Fra'  miei  libracci 
«  ne  ho  trovato  uno  che  contiene  una  commedia  intitolata  Desiderio  e  Spe- 
li rama  fantastici.  L'  autore  è  del  1607  e  dedica  la  sua  produzione  ad  un 
«  personaggio  de'  suoi  tempi  che  nel  dire  e  nel  fare  doveva  essere    presso 


—    118  — 

«  a  jpbco  «Iella  vostra  taglia.  Io,  che  nel  fare  e  nel  dire  mi  senta  della  forza 
*  di  quello  scrittore,  ho  pensalo  di  rubargli  la  dedica,  e  mutato  nomine,  ap- 
«  plicarla  a  voi.  »  E  qui  ne  ricopia  la  prefazione  (V.  Giusti,  Epistolario, 
Ed.  Le  Monnier,  toni.   1.  pog.  260.) 

Citai  Toeitimaso. 

Coelum  Ecclesiasticum,  in  quo  Saeramentorum  stellae  fuì- 
gent,  ex  anglico  S.  Thomae  doctrina  ornatum  ec.  Floren- 
tiae,  Typ.  Novis.  1638,  Voi.  1.°  :  e  Fior.  Typis  novis.  A- 
rnatoris  Massae  et  socior,  1639,  voi.  2°  ;  in  12.° 

Il  tomo  secondo  segue  al  primo  senza  particolare  frontespizio,  sebbene  con 
nuova  numerazione.  Nel  toni.  4°  dopo  la  lettera  dedicatoria  al  Grand.  Ferd.  II 
evvi  un'  ode  panegirica  latina  ad  un'  anagramma  pure  latino,  la  prima  di 
Lorenzo,  la  seconda  di  Giovanni  Pantaleone  Cini  fratelli  di  Tommaso  Cini, 
ed  ambedue  i  componimenti  sono  in  lode  di  Ferdinando  II. 

L'  ode  è  registrata  anche  dal  Moreni  nella  sua  Bibliografia  Storica  della 
Toscana  sebbene  non  dica  in  qual  lingua  è  scritta.  Tommaso  Cini,  al  secolo 
Giuseppe,  nacque  in  S.  Marcello;  appartenne  all'ordine  dei  Domenicani,  fu 
consultore  del  S.  Uffizio,  e  professore  nell'  Univ.  di  Pisa.  (V.  Echard.  Bibl. 
Scriptor.  Ord.  S.  Domiti.) 

Cini  Lorenzo. 

Ode  panegirica  a  Ferd.  II  Grand,  di  Toscana. 

Sta  in  principio  dell'  opera  Coelum  Ecclesiasticum  di  fra  Tommaso  Cini  suo 
fratello. 

Cini  Cap.  Domenico. 

Relazione  distinta  del  Santuario  di  Reliquie  che  si  conser- 
vano nella  chiesa  pievania  di  S.  Marcello  ec.  Firenze,  1732, 
nella  stamp.  di  B.  Paperini,  in  12.° 
Page-  94. 

—  Osservazioni  sull'  antico  stato  della  Montagna  Pistoie- 
se, con  un  Discorso  sopra  1-  origine  di  Pistoia  ec.  In  Firen- 
ze, per  Gio.  Tartini  e  Santi  Franchi,  1737,  in  4.° 

Pagg.  X-280.  Il  discorso  sopra  l'origine  di  Pistoia  sta  a  pag.  211  e  seguenti. 
In  questo  suo  lavoro,  dice  l'  Arcangioli,  1'  autore  risalì  con  molta  erudi- 
zione fino  ai  primi  abitatori  della  montagna,  distesamente  argomentando  co- 
me e  quando  i  Romani  vi  si  fossero  stabiliti,  e  quali  paesi  fondati  avessero 
in  quei  monti.  Tra  le  sue  congetture  ve  ne  saranno  di  quelle  avventate  di 
troppo,  e  da  manifesto    amore  di  municipio    dettate  ;    ma    ben  si  meritano 


-  Mu- 
li' essere  considerate  cerio  osservazioni  che  egli  ba  fallo  sui  luognì,  di 
lincee  manifestissime  di  antiche  strade  militari  a  traverso  quei  monti,  di 
avanzi  di  ponti  condotti  sopra  quei  torrenti  impetuosi,  ed  altre  curiosità  che 
danno  molto  interesse  storico  alla  pistoiese  montagna-  Di  queste  ricerche 
tolse  il  Cini  lume  ed  esempio  dall'  avv.  Giuliano  Pacioni  di  Cutigliano  fra- 
tello di  Pietro  celebre  giureconsulto  del  Sec.  XVII,  il  quale  molte  di  si  fatte 
curiosità  dislese  in  alcune  sue  lettere  latine  pubblicate  poi  dal  Dolt.  Ata- 
nasio Farinati-Uberti  di  lui  conterraneo  in  un'  operetta  a  dialogo  data  a 
stampa  nel   1759.  (Vedi  Notizie  della  terra  di  Cutigliano  ec.  Lucca,  1759.  £°). 

—  Osservazioni  sul  moderno  stato  delia  montagna  pistoiese. 

Manoscritto  ined.  presso  i  Sigg.  Cini  di  S.  Marcello.  «  Questo  lavoro  con 
«  grandissima  diligenza  condotto  resta  ancora  inedito,  e  meriterebbe  certo 
«  d'  essere  pubblicato  come  quello  che  riuscirebbe  di  grandissima  utilità  al- 
«  1'  istoria  toscana,  essendoché  vi  si  trovano  certi  particolari  o  taciuti  affal- 
«  to,  ovvero  toccati  appena  dai  nostri  storici,  massime  sulla  memoranda  bat- 
ic faglia  del  Gap.  Francesco  Ferrucci  ultimo  sostegno  della  repubblica  fìo- 
«  reatina.  Di  questo  ms.  noi  poco  si  è  giovato  1'  autore  dei  trenta  capitoli 
«  sul!'  assedio  di  Firenze,  stampali  a  Parigi  nel  1856,  come  agevolmente  si 
«  può  vedere  dalle  citazioni  che  1'  autore  ne  ha  fatto.  »  Così  1'  Arcangeli 
nella  biografìa  del  Cini  pubblicata  dal  Tipaldo  :  ma  in  una  lezione  da  lui 
recitata  alla  Società  Colombaria  né  parla  ben  diversamente.  (V.  Arcangeli, 
Prose  e  Poesie,  toni.  1.°) 

—  Descrizione  della  battaglia  di  Cavinana  combattuta  da 
Ferruccio,  storia  inedita  ec.  Firenze,  Tip.  Galileiana,  1847, 
in  8.) 

Fu  tratta  dal  suddetto  manoscritto  Osservazioni  storiche  ec.  e  pubblicata 
da  Luigi  Leoni. 

—  Dissertazione  su  di  una  lapida  trovata  nel  castello  della 
Serra  montagna  pistoiese.  In  Pistoia,  175.2,  per  Atto  Bra- 
cali, in  4.° 

Pagg.  64,  non  compreso  il  frontespizio.  È  dedicata  al  Cav.  Nerozzo  Pitti  ed 
è  corredata  di  una  tavola  contenente  V  iscrizione  rappresentata  nella  sua 
grandezza  naturale.  Questa  iscrizione,  ora  esistente  nella  gran  sala  del  no- 
stro palazzo  comunale,  fu  dai  più  ritenuta  come  falsa,  sebbene  il  Cini  ne 
difendesse  V  autenticità  Vedi  in  proposito  1'  Istoria  letteraria  d'  Italia  tom.  XI 
pag.  188,  ed  il  parere  che  ne  di  ed  9  il  P.  Zaccaria  in  una  sua  lettera  del 
1731  diretta  n  Mona.  Alamanni  V°  di  Pistoia,  riportata  nella  Raccolta  d'  O- 
scoli  del  P.  Calogerà,   torn.  XLVI1. 

—  Cronologia  della  Famiglia  Cini  della  Terra  di  S.  Mar- 
cello, Diogesi  di  Pistoia.  Senza  nota  tipografìa,  in  4.° 

Pagg.  H  non  compreso  il  frontespizio  a  rosso  e  nero,  e  due  alberi  genealogici 
in  principio,  il  primo  della  famiglia  Cini  di  S.  Marcello,  il  secondo  di  quella 


-  120  — 

Sinibuldi  di  Pistoia.  In  questo  lavoro,  che  è  anonimo,  1'  autore  si  studia  di 
provare  che  i  Cini  furono  dapprima  un'  istessa  cosa  coi  Sinibuldi,  e  che 
solo  verso  il  1523  lasciarono  questa  nome  per  prender  quello  del  celebre 
Cino  da  Pistoia.  Molti  sono  gli  uomini  illustri  della  famiglia,  che  egli  ram- 
menta. Marsilio  luogotenente  generale  delle  Bande  della  Montagna  ;  Orazio 
suo  fratello,  stato  all'  impresa  di  Bona,  poi  di  Famagosta  ;  Tommaso  e  Giu- 
seppe Maria  Padri  Domenicani  ,  ambedue  professori  di  teologia  nell'  Univer- 
rità  di  Pisa  ;  Giovanni  dottore  in  legge  e  giudice  in  parecchie  città  di  To- 
scana ec.  Un'  epoca  assai  più  antica  assegna  a  questa  illustre  famiglia  1'  Ab. 
Francesco  Dini  di  Lucignano  in  una  sua  lettera  al  Dott.  Vincenzo  Tramon- 
tani, riportata  nella  Galleria  di  Minerva,  pag.  66.  Il  Ciampi  però  nella  Vita 
di  Messer  Cino  da  Pistoia  impugna,  con  più  franchezza  che  verità,  dice 
V  Arcangioli,  la  discendenza  dal  Cini  attribuita  alla  propria. 

—  Dissertazione  sopra  il  passaggio  di  Annibale  dalla  Gal- 
lia  Cisalpina  in  Toscana. 

Il  capitano  Domenico  Cini  nacque  in  S.  Marcello  nel  1693  di  distinta  fami- 
glia ascritta  alla  cittadinanza  pistoiese.  Studiò  nel  Collegio  Cicognini  di  Pra- 
to, allora  retto  dai  gesuiti,  e  tornato  in  patria,  vi  riportò  11  nome  di  buon 
latinista  e  di  grecista  non  punto  mediocre.  Il  titolo  di  capitano  gli  venne 
dal  comandare  che  fece  di  quelle  milizie  campestri  che  si  mantenevano  an- 
che nella  Montagna  Pistoiese,  e  che  ritenevano  l'antico  nome  di  Bande.  Morì 
nel  1772.  Di  lui  può  vedersi  la  Biografia  scritta  da  G.  Arcangeli  pubblicata 
dal  1  ipaldo,  tom.  5.°;  la  lezione  recitata  dallo  stesso  Arcangeli  alla  Società 
Colombaria,  e  inserita  tra  le  Prose  e  Poesie  del  medesimo,  tom.  1,  pag.  559  ; 
le   «  Novelle  Letterarie  »  dell'anno  1772,  ec. 

Cini  Girolamo. 

—  De  natura   et  intiinis   legum  poenalium   characteribus 
apud  Romanos,  Dissertatio.  Pisis,  Giovannelli,  1765,  in  4.° 

Pagg.  XXVIII.  È  dedicata  a  Mons.  Federigo  Alamanni  Vescovo  di  Pistoia. 
Cini  Tommaso. 

—  Del  modo  di  migliorare  l'arte  del  ferro  in  Toscana.  Fi- 
renze, Grazzini,  1849,  in  8.° 

L'autore  dimostra  in  questo  scritto  quanta  ricchezza  si  accrescerebbe  al  no- 
stro paese,  quando  questo  minerale  fosse  per  forza  d' industria  portato  a  quel 
punto  di  perfezione  a  cui  lo  recarono  i  forestieri;  ed  indica  i  mezzi  per  con- 
seguire tal  fine,  riportando  a  prova  di  quanto  dice  gli  esperimenti  che  sul 
nostro  minerale  aveva  fatto  fare  egli   medesimo  in  Inghilterra. 

—  Esame  dei  passi  che  presenta   l'Appennino  toscano  per 
una  Strada  ferrata.  Firenze,  Le  Monnier,  (Senz'anno),  in  18° 

L'argomento  è  svolto  in  nove  paragrafi. 


—  \m 

Cini  Bartolomeo. 


Sopra  i  danni  che  la  Toscana  risentirebbe  da  una  lega  do- 
ganale con  gli  stati  Austro-germanici,  Memoria.  Firenze, 
in  8.0 

Clno  da  Pistoia. 

Cini  de  Pistorio  Lectura  super  Codice.  Papiae,  per  Fran- 
ciscum  Girardengum,  1483,  in  fol. 

Rarissima  edizione,  fatta  in  carattere  gotico,  con  segnature,  e  divisa  in  due 
parti,  la  prima  delle  quali  conta  carte  308,  e  la  seconda  carte  225.  La  parte 
prima  termina  con  questa  soscrizione  :  «  Hec  prima  pars  lecture  dni  Cini  de 
pisto  impressa  est  Papiae  per  Franciscum  Girardengum  de  NoviMCCCCLXXXIII 
nonis  septembris.  »  Nel  fine  della  seconda  parte  si  legge  :  «  Impressum  Pa- 
piae, per  Franciscum  Girardengum,  MCCCCLXXXIII  nonis  octobris.  »  Un 
esemplare  di  questa  edizione  si  conserva  nella  libreria  dei  Canonici  della 
Cattedrale  di  Lucca. 

—  Cinus  de  Pistorio  super  Codice,  cum  additionibus.  Ve- 
netiis,  1493,  per  Andream  de  Toresanis  de  Asula,  in  fol. 

Anche  questa  edizione,  sconosciuta  al  Ciampi,  è  rar.ssima,  ed  è  in  caratteri 
gotici  con  segnature.  Termina  con  questa  soscrizione  :  «  Finis  lecture  optime 
emendata  diligcntiqwe  cura  impressa  Vcnetiis  arte  et  impcnsis  magistri  An- 
dreae  de  Thoresanis  de  Asula  anno  dni.   1493. 

—  Lectura  in  Codicem  D.  Chini  (sic)  de  Pistorio.  Senza 
indicazione  di  luogo,  e  d'anno  (Sec.  XV),  in  foglio. 

Rarissima  edizione,  anche  questa  ignota  al  Ciampi.  Non  ha  nome  di  stampa- 
tore, ne  indicazione  di  anno,  ma  fu  impressa  in  Strasburgo  (Argentorati)  pei 
tipi  di  Enrico  Eggestein.  È  impressa  in  carattere  gotico  piccolo,  a  due  co- 
lonne, ed  è  divisa  in  due  parti.  La  prima,  che  conta  e.  314,  incomincia  così: 
«  Incipit  lectura  domini  Chini  de  pistorio  docteris  legum  super  codice.,  »  e 
finisce  :  «  Explicit  pma  ps  lecture  dni  Cyni  pistoriensis.  »  La  seconda  parte 
conta  carte  241,  e  incomincia:  «  In  nomine  domini  et  gloriose  sue  matris  in- 
cipit sccunda  ps  de  servis  fugitivis  ce.  Rubrica  »:  e  in  fine  :  «  Explicit  lectura 
super  codice.  Post  plusculos  solis  ambitus  postquc  labentia  seda  insigne  opus 
tuum  inelyte  Cyne  mira  industria  elaboratum  ingeniose  impressorum  artis 
expers  fore  indignum  censuit  nobilis  argentina  causidico  itaque  mundo  te  di- 
rigente expeditos  christus  dominus  eterne  pacis  reddat  beatos.  » 

—  Cini  de  Pistorio  famosissimi  legum  explanatoris  subtilis 
et  admodum  utilis  super  ff.  veteris  lectura  hactenus  non 
impressa,  cum  repertorio  ad  notabiliores   totius  operis  sen- 


—  \n  — 

tentias  inveniendas  aptissimo  fidelissimoque  et  exquisitiori- 
bus  summariis.  Lugduni,  apud  Iobannem  Meylin,  1520, 
in  4.° 

Assai  rara  edizione  anche  questa  che  conta  8  carie  in  principio  non  humér. 
compreso  il  frontespizio,  e  fol.  88,  col  tergo  dell'ultimo  bianco.  Dietro  il  fron- 
tespizio sta  il  privilegio  del  re  per  la  stampa  ;  segue  la  tavola  delle  mate- 
rie, contenuta  nelle  rimanenti  sette  carte;  vien  quindi  con  numerazione  per 
fogli  la  «  Lectura  ìnsignis  Domini  Cyni  de  Pistorio  »,  contenuta  in  fol.  88: 
Termina  con  questa  soscrizione  :  «  Hanc  Domini  Cyni  de  Pistorio  super  IT. 
vete.  lecturam  non  antea  impressam  Iohan.  Meylin  accuratissim.  chalcogra- 
phus  impensis  honorandi  bibliopole  Guillelmi  Boulle  Lugduni  imprimebat.  » 
Edizione  piuttosto  bella,  in  caratteri  semigotici,  a  due  colonne,  eolle  ini- 
ziali incise  in  legno,  e  col  frontespizio  a  rosso  e  nero. 

—  Cyni  pistoriensis  super  Codice  et  Digesto  veteri  ebara- 
cteribus  latine  adeo  dispositis  suisque  accentibus,  diphtbon- 
gis  et  divisionibus  tanto  labore  adornata,  ut  vix,  quid  ino- 
mus,  qnod  carpat,  invenire  possit  feliciter  exit.  Lugduni, 
apud  Thomam  Bertbean,  1547,  in  fogl. 

Carte  591,  nelle  quali,  oltre  il  frontespizio,  è  compreso  il  commento  al  co- 
dice :  seguono  e.  19  contenenti  il  repertorio  delle  materie,  ed  una  carta 
bianca  con  al  verso  l'impresa  del  libraio.  Questo  libro  termina  con  questa 
soscrizione  :  «  Habes,  candide  leclor,  scombris,  quibus  ante  scatebat,  ema- 
culatam  viri  solemnissimi  Cyni  Pistoriensis  super  Codice  lecturam,  quae  quot 
noctibus  diurnisque  intervallis  elucubrata,  atque  revisa  sit,  haud  facile  Ubi 
persuadendum  foret.  Nos  lamen  id  unum  semper  ex  te  iuste  spcravimus  ; 
scilicet,  ut  non  prius  nostra  damnaturum,  quam  in  hoc  repurgando  vigilias 
nostras  prospexeris.  Vale  ex  officina  Thomae  Berlheau  apud  Lugduneos  cal- 
cographi  in  re  libraria  emunctissimi,  anno  a  Christo  nato  1347.  »  Viene 
quindi  nuovo  frntespizio  come  appresso:  «Cyni  Pistoriensis  in  Digesti  ve- 
teris  libros  doctissima  Commentarla  summo  studio  atque  industria  mendis, 
quibus  scatebant,  omnibus  expurgata,  ec.  Lugduni,  1547.  Questa  parte  ha 
nuova  numerazione  e  segnatura,  ed  è  compresa  in  car.  4,  in  principio  non 
numerate  contenenti  la  tavola,  e  car.  45  numerate  con  il  (ergo  dell'ultima 
bianco.  Termina  con  questa  soscrizione  :  «  Ilio  fìniunt  praelecliones  Cyni  pi- 
storicn  super  digesto  veteri  sudoribus  ac  vigiliis  Nicolai  Nicolieri  Lugduncn. 
recognitae  atque  expurgatae  :  nu'nc  noviter  per  Thomam  Berlheau  calcogra- 
phum  bis  typis  elegantissimis  impressae. 

—  Selecti  Tractatus  Successionum.  Venetiis,  1570,  in  fol. 

—  Cyni  pistoriensis  iuriconsulti  prestantissimi  in  Codi- 
cem  et  aliquot  titulos  primi  pandectarum  tomi,  id  est,  Di- 
gesti veteris,  doctissima  commentaria,  nunc  summariis  am- 
plius  tertia  parte  auctis  oc.  a  iureconsulto  celeberrimo  do- 


—  h23  — 
mino  Nicolao  (Dispero  correcta  et   illustrata.  Francofurti    ad 
Moenum,  impensis  Sigismundi  Fevcrabendt,  1578,  in  fogl. 

Carte  8  in  principio  senza  numerare,  carte  571  numerate,  segue  un'  altra 
bianca,  e  quindi  car.  51  contenenti  un  copioso  indice,  e  l'ultima  bianca. 
Viene  in  appresso  nuovo  frontespizio,  car.  38  numer.  e  5  senza  numerare. 
Bellissima  edizione  delle  opere  legali  di  Messer  Cino,  dal  Cisnero  dedicata 
Ad  illustriss.  pruine.   VVilhelmum  Landgravium  Hassìae. 

Del  «  Comento  al  codice  »  esiste  un  bel  ms.  nella  Biblioteca  Reale  di  To- 
rino. È  membranaceo,  in  fol.  grande  del  Sec.  XV4  scritto  a  due  colonne  con 
carattere  semigotico,  tutto  pieno  di  abbreviature  e  senza  dittonghi,  e  conta  559 
carte,  e  1516  colonne.  Appartenne  al  Card.  Della  Rovere  il  vecchio,  del 
quale  vedesi  l'arme  pulitamente  miniata  in  pie  della  prima  pagina. 

Secondo  l'Ughelli  (Italia  Sacra,  de  Episcop.  pist.)  Cino  avrebbe  scritto  an- 
che «  Additiones  ad  Infortiatum,  aliosque  luris  Caesarei  libros.  »  Forse  le 
aggiunte  all'  Inforziate  erano  contenute  in  quell'/n/br-n'afo  con  chiose  notato 
nell'Inventario  dei  libri  di  Mess.  Cino.  (V.  Ciampi,  Memorie  della  Vita  di 
Messer  Cino  da  Pistoia.) 

—  Rime. 

Stanno  nella  raccolta  di  Rime  antiche  col  titolo  «  Canzoni  e  Madrigali  di 
Dante,  di  Messer  Cino  da  Pistoia  e  di  M.  Giraldo  Novello,  Venetia,  1518, 
in  8.°  ».  Questa  rarissima  raccolta  fu  ristampata  nello  stesso  anno  in  Milano, 
per  Agostino  di  Vimercato,  in  8.° 

— -   Rime. 

Trovatisi  nella  raccolta  intitolata  «  Sonetti  e  Canzoni  di  diversi  antichi  au- 
tori toscani  in  dieci  libri  raccolte  di  Dante,  di  Messer  Cino  da  Pistoia  ec. 
In  Fiorenza,  per  gli  heredi  di  Philippo  Giunta,  1527,  in  8.°  » 
Raccolta  assai  rara,  che  fu  riprodotta:  In  Venetia,  perGio.  Antonio  e  Fra- 
telli di  Sabio,  1552,  in  8°;  fedele  ristampa  della  precedente  ed.  ma  più  cor- 
retta. —  In  Venetia,  Zane,  1751,  in  8;  aumentata  di  rime,  ed  arricchita 
d'interessante  prefazione.  —  In  Venezia,  1740,  per  Simone  Occhi  :  ediz.  in 
tutto  simile  alla  precedente,  eccettuato  il  frontespizio  che  fu  il  solo  ristam- 
pato. 


-  Ri- 


me. 


Stanno  nella  raccolta  «  La  Bella  Mano  di  Giusto  de' Conti  con  rime  antiche, 
libro  ristorato  per  mess.i  aeopo  Corbinelli.  Parigi,  Mamerto  Patisson,  1595. 
in  12.°  »  Rarissima  raccolta  della  quale  si  trovano  esemplari  con  diverse 
date,  sebbene  l'edizione  sia  una  sola.  Le  diversità  che  corrono  tra  questi 
esemplari  furono  accuratamente  indicate  dal  Gamba,  (Serie  de'Testi  di  Lin- 
gua, Ven.  Gondoliere,  1859j.  Altre  pregevoli  edizioni  di  questa  raccolta  sono 
quelle  di  Firenze,  Guiducci  e  Franchi,  1715,  in  12°,  procurata  dal  Salvini; 
e  l'altra  di  Verona,  pel  Tumermani,  1750,  in  8°,  ristampata  poi  dallo  stesso 
uel  1755,  in  k.° 


—  Rime.  In  Roma,  appresso  Niccolò  Biado,  1559,  in  8.° 

Carte  due  in  principio  non  numerate,  carte  U,  un'altra  senza  numerazione, 
ed  una  bianca.  Al  tergo  del  frontespizio  leggonsi  due  sonetti  di  Gio.  Batta 
Forteguerri  a  Niccolò  Pilli  ;  segue  la  dedica  di  questi  a  Niccolò  Gaetani  Duc:« 
di  Sermoneta  Card,  di  S.  Chiesa  ;  in  fine  vi  sono  i  privilegi  del  Duca  di  Fi- 
renze e  di  Parma.  Questa  rarissima  edizione,  citata  anche  dalla  Crusca,  fu 
procurata  da  Niccolò  Pilli  pistoiese,  dotto  giurista.  Va  unita  generalmente 
alle  rime  di  Buonaccorso  da  Montemagno,  stampate  pure  dallo  stesso  Pilli 
in  quell'anno,  ma  essendo  impressa  separatamente,  e  avendo  ciascuna  fronte- 
spizio e  numerazione  speciale,  si  considerano  come  stanti  ognuna  da  se,  e 
non  debbono  ritenersi  incomplete  se  trovansi  separatamente.  Il  Conte  To- 
mitani  di  Melzo  possedeva  un  tempo  un  esemplare  di  questa  edizione,  po- 
stillato da  Anton  M.  Salvini  (V.  Gamba,  Serie.) 

—  Delle  Rime  Toscane  di  M.  Cino  Sigibaldi  raccolte  da  diver- 
si luoghi  e  date  in  luce  dal  P.  Faustino  Tasso  dei  Min.  Os- 
servanti. Venetia,  presso  Gio.  Domenico  Imberti,  1589,  in  4.° 

Edizione  non  comune,  ma  poco  pregevole,  e  ehe  non  merita  di  essere  util- 
mente adoperata  riguardo  alla  lezione  del  testo.  È  divisa  in  due  parti  la 
prima  delle  quali  è  dedicata  a  Mons.  Pietro  Usimbardi  Vescovo  di  Arezzo 
con  lettera  del  29  Marzo  1579:  la  seeonda  al  Molto  Magnifico  Tomaso  Ve- 
chia  con  lettera  di  Venezia  de'10  Aprile  1589.  Alla  dedica  del  primo  libro 
segue  la  vita  del  poeta  scritta  dall'editore,  e  quindi  un  avviso  del  medesima 
ai  lettori,  e  sei  sonetti  di  vari  con  un'epigramma  latino.  Dopo  la  pag.  106  se- 
guono vari  sonetti  di  diversi  antichi  poeti  in  risposta  di  molti  scritti  a  loro 
de  Gino:  e  a  pag.  125  v'è  il  frontespizio  del  secondo  libro  di  queste  rime, 
continuando  però  la  segnatura  e  la  numerazione  del  libro  primo.  Nelle  let- 
tere dedicatorie  narra  il  Tasso  da  quali  fonti  egli  abbia  tratto  le  rime  che 
pubblica.  Nella  dedica  all'Usimbardi  dice  di  avere  avuto  le  rime  del  primo 
libro,  per  farle  stampare,  da  Girolamo  Agudi,  mercante  di  Costantinopoli,  al 
quale  erano  state  date  da  Vincenzo  Banchieri  pistoiese.  In  quella  al  Vecchia 
narra  d'onde  abbia  tratte  quelle  comprese  nel  secondo  libro,  dicendo  che  in 
prima  appartennero  a  Giuliano  De  Medici,  il  quale  ne  fece  dono  al  fratello 
Cardinale,  che  essendo  elevato  al  pontificato,  le  diede  al  celebre  Giacomo 
Sadoleto,  che  dipoi  fu  cardinale.  Da  questi  passarono  in  seguito  nelle  mani 
del  Bembo  suo  amicissimo,  dopo  la  morte  del  quale  pervennero  in  potere  di 
Carlo  Gualteruzzi  da  Fano,  che  le  passò  a  Mons.  Caraffa,  già  Arcivescovo  di 
Napoli,  da  cui  le  ricevè  il  Tasso  nel  1575.  Il  primo  libro  contiene  molti  com- 
ponimenti che  erano  stati  già  pubblicati  dal  Pilli;  come  pure  alcuni  di  quelli 
non  compresi  nella  prima  edizione,  ma  che  giacevano  manoscritti  in  vari  an- 
tichi codici  ;  ma  fra  le  rime  del  libro  secondo  niuna  ve  ne  ha  di  quelle  com- 
prese nella  edizione  del  Pilli,  né  che  corrisponda  ai  manoscritti;  onde  si  è 
creduto,  e  con  ragione,  che  sieno  suppositizie,  e  forse  di  quel  ser  Cino  poeta 
del  Borgo  S.  Sepolcro  fiorito  intorno  al  MIO. 

—-  Rime. 

Nella  Raccolta  intitolata  «  Poesie  d'alcuni  antichi  rimatori  toscani.  Roma,  Be- 
nedetto Francesi,    1774,  in  8.°    Ne  fu  editore  Bartolomeo    Serassi,   il  quale 


—  125  — 

trasse  queste  rime  da  un  codice  posseduto  da  lui,  e  copiato  da  altri  codiei 
appartenuti  al  Bembo,  a  Gio.  Brevio,  e  a  Carlo  di  Tommaso  Strozzi.  Di  que- 
sta raccolta  si  trovano  anche  esemplari  in  carta  cerulea  con  grandi  margini. 

—  Rime. 

Stanno  nella  raccolta  intitolata  «  Rime  di  autori  citati  nel  Vocabolario  della 
Crusca,  ora  per  la  prima  volta  pubblicate  da  Gaetano  Poggiali.  Livorno, 
Masi,  1812,  in  8.°  »  Queste  rime  erano  già  state  pubblicate  dal  Poggiali  nel 
suo  Libro  Serie  de' Testi  di  Lingua.  Livorno,  Masi,  1813,  tom.  1°  pag.  117, 
e  che  egli  tolse  dai  manoscritti  del  March.  Lucchesini.  Le  rime  del  nostro 
Cino  consistono  in  cinque  sonetti  ed  una  ballata. 

—  Rime. 

Nella  raccolta  «  Scelta  di  rime  antiche,  Firenze,  1812,  in  8.°  »  Queste  rime 
pubblicate  da  Luigi  Fiacchi  erano  state  dapprima  inserite  nella  Raccolta  di 
Opuscoli  scientifici,  ma  se  ne  tirarono  anche  alcuni  esemplari  a  parte  in  carta 
grave  col  titolo   suddetto. 

—  Rime. 

Nel  Voi.  XLII  degli  Annali  di  Vienna.  Sono  due  sonetti,  il  primo  dei  quali 
comincia  «  E  m'  ha  si  punto  crudelmente  male  »  ;  l'altro  «  Avvegna  che  me- 
stier  non  mi  sia  mai  ».  Furono  pubblicati  dal  chiariss.  Prof.  Carlo  Wittc,  e 
non  si  trovano  a  stampa  nelle  diverse  edizioni  delle  rime  di  Messcr  Cino, 
neppure  in  quella  del  Ciampi.  Ignoro  però  donde  il  Witte  gli  togliesse,  non 
avendo  io  potuto  aver  sott'occhio  il  volume  dei  detti  annali. 

—  Vita  e  Poesie  di  Messer  Cino  da  Pistoia,  novella  edizione 
rivista  ed  accresciuta  ec.  Pisa,  presso  Niccolò  Capurro,  1813, 
(E  in  fine  :  Stamperia  di  Giovanni  Rosini),  in  8.° 

Bella  edizione  fatta  co' caratteri  di  Didot,  e  dedicata  al  Conte  Ferdinando 
Marescalchi.  È  arricchita  dei  due  rami  che  si  vedono  anche  nella  precedente 
edizione  della  sola  vita,  cioè  del  ritratto  di  Cino,  e  del  monumento  eretto- 
gli nella  cattedrale  di  Pistoia  ;  ed  è  anche  citata  dalla  Crusca,  per  te  poesie 
(V.  Gamba,  Serie,  Ven.  1859.)  La  vita  occupa  pag.  XXVI-188,  più  pag.  8  in 
principio  non  comprese  in  questa  numerazione.  Dopo  le  note  alla  vita,  e 
precisamente  da  pag.  159  a  pag.  188  trovansi  con  antiporta  speciale  le  «  Con- 
siderazioni intorno  alla  Cavalleria  amorosa  eroica  e  poetica  »  Quindi  vengono 
con  nuova  antiporta  e  speciale  numerazione  le  Poesie,  che  vanno  fino  alla 
pag.  200,  oltre  una  carta  in  fine  per  le  correzioni.  Di  questa  edizione  si  ti- 
rarono soli  250  esemplari,  compresi  10  in  carta  velina  e  in  carta  turchina  ; 
e  si  tirarono  a  parte  anche  non  pochi  esemplari  delle  poesie,  sì  in  carta 
comune  che  in  carta  velina  e  turchina  :  anche  le  «  Considerazioni  sulla  ca- 
valleria amorosa  »  furono  impresse  a  parte,  ma  solo  in  carta  comune.  Dei  mi- 
glioramenti fatti  tanto  alle  Memorie  che  alle  Poesie  in  questa  edizione,  così 
discorre  il  Ciampi  nella  prefazione  :  «  Per  le  prime  non  ho  trascurato  né  di- 
ligenza nò  fatica  nel  raccogliere  nuove  notizie,  nel  rettificare  le  antiche,  e 


—   126    — 

nel  togliere  al  mio  lavoro  alcuni  difetti  che  mostravano  il  bisogno  di  nuovi 
accarezzamenti.  Circa  poi  alle  rime,  mia  prima  cura  è  stata  di  riprodurre  fe- 
delmente l'edizione  rarissima  di  Niceolò  Pilli  pistoiese  fatta  in  Roma  nel  1BB9, 
conservando  tutte  le  notizie  che  l'editore  ci  dà  su  la  provenienza  ed  auten- 
ticità delle  rime  che  egli  ha  pubblicate.  In  pie  del  margine  ho  posto  le  le- 
zioni varianti  di  qualche  importanza,  riformandone  però  con  opportune  cau- 
tele l'ortografia  e  l'interpunzione.  Secondariamente  ho  scelto  nella  edizione 
di  Faustino  Tasso  le  rime  che  mi  sono  sembrate  .parto  legittimo  del  nostro 
poeta,  rifiutando  le  altre  o  come  sospette,  o  come  apocrife  palesemente, 
avendomi  prestato  assistenza  in  questo  rifiuto  l'intelligentissimo  C.  Poggiali, 
ed  altre  autorevoli  persone  ;  e  fummo  indotti  a  ciò  fare  per  le  ragioni  spe- 
cialmente di  non  ravvisatisi  nò  punto  né  poco  lo  stile  di  Messer  Gino,  di 
non  citarsi  dal  Tasso  circa  all'autenticità,  testimonianze  tali  che  possano  as- 
sicurare delle  medesime,  ed  in  fine  per  non  essersene  trovata  alcuna  negli 
antici  manoscritti,  e  nelle  più  ricche  edizioni  ;  per  le  quali  considerazioni 
ho  giudicato  che  tranne  la  prima  parte,  tutte  le  rimanenti  della  edizione  di 
Faustino  Tasso  appartengano  ad  uno  o  a  più  autori  di  un  tempo  al  nostro 
Cino  posteriore,  e  forse  a  quel  Francesco  Gei,  di  cui  molte  rime  nelle  an- 
tiche raccolte  attribuite  vengono  al  nostro  autore,  per  osservazione  del  Cre- 
scimbeni In  terzo  luogo  ho  fatto  ricorso  alle  raccolte  di  rime  an- 
tiche  ,  da  tutte  raccogliendo  quello  che  di  ragionevolmente  attribuito  a 

Messer  Cino  vi  si  contiene.  Né  soddisfatto  appieno  delle  stampe,  ho  consul- 
tato quanti  manoscritti  potei  vedere.  Frutto  di  queste  ultime  diligenze  sono 
stati  una  quantità  ben  considerevole  d'inediti  componimenti,  che  saranno  com- 
presi nella  8.  parte  della  presente  edizione.  Nò  tutto  ciò  che  d'inedito  mi 
si  è  offerto  col  nome  di  Cino  da  Pistoia  è  stato  da  me  subito  ammesso;  ma 
ho  adoperato  e  critica  e  scelta  ;  così  che  neppure  darò  luogo  nella  mia  edi- 
dizione  ad  alcuni  componimenti,  i  quali  sebbene  non  potessero  rifiutarsi  per 
produzioni  del  nostro  poeta,  pure  essendo  guasti  moltissimo  nella  lezione,  e 
nel  metro  dalla  imperizia  dei  copiatori,  o  pieni  di  quella  ruggine  che  il  tem- 
po in  cui  Cino  incominciò  a  poetare  pur  troppo  aveva,  gli  ho  tralasciati,  per- 
chè in  tanta  abbondanza  di  frumento  buono  non  facea  bisogno  di  accrescere 
la  raccolta  con  mescolarvene  delle  imperfette.  Nel  trascrivere  le  rime  dai 
codici  sono  stato  fedelissimo  alla  lezione  dei  medesimi,  allontanandomene  sol- 
tanto quando  era  manifestamente  errata.  E  perchè  nulla  mancasse  di  quanto 
per  me  si  può,  alla  migliore  intelligenza  delle  rime  di  questo  illustre  antico 
poeta,  e  per  giovare  al  comodo  dei  leggitori  meno  istruiti,  ho  aggiunto  ad 
esse  delle  brevi  illustrazióni,  tanto  relative  alla  lingua,  che  alla  storia  ed 
al  costume  del  tempo.  »  Ma  nonostante  le  diligenze,  non  poche  adoperate 
dal  Ciampi,  e  le  buone  varianti  da  lui  adottate  in  questa  e  nella  succes- 
siva edizione  del  1826,  egli  non  potè  rendere  le  rime  di  Gino  a  perfetto  lo- 
zione, emendandole  dei  non  pochi  errori  fattivi  certo  da  ignoranti  copisti 
nei  secoli  passati,  e  di  quelle  sconciature  e  ruvidezze,  e  di  quegli  imbrogli 
di  sintassi  che  non  son  certo  roba  del  nostro  Cino,  che  tra  i  rimatori  del- 
l'età sua  fu  il  più  limpido  e  soave,  e  a  sentenza  del  Poliziano,  la  ruvidezza 
di  quel  secolo  seppe  schifare  anche  meglio  di  Dante.  (Vedi  Giornale  Arcadico, 
di  Roma,  anno  1823,   tom.  XTH.e   i  Ricordi  Filologici,  <\'\  Pistoia,  anno  1848). 


—    127  — 

—  Supplemento  delle  Rime  di   Messer  Gino  da  Pistoia,  Pi- 
sa,  Prosperi,  1814,  in  8.» 

Pngg.  iS.  Oltre  questo  supplemento,  che  deve  unirsi  alla  edizione,  princi- 
pale, il  Ciampi  stampò  poco  appresso  un  foglio  di  quattro  carte,  con  varianti 
e  correzioni  che  gli  somministrarono  i  codici  del  March.  Trivulzio  di  Milano. 

—  Vita  e  Memorie  di  Messer  Gino  da  Pistoia.  Pistoia,  Man- 
fredi™, 1826,  in  8."    Voi.  2. 

Il  merito  di  questa  edizione  consiste  non  solo  nelle  nuove  cure  adoperate 
dal  Ciampi  per  renderla  vie  più  compiuia,  ma  ri  eli'  avervi  riunito  il  supple- 
mento delle  rime  dal  medesimo  pubblicate  dopo  1'  edizione  del  4813.  Non 
mi  pare  di  dover  tacere  però  che  il  sonetto  XII  «  Gli  occhi  vostri  gentili 
e  pien  di  amore  »  che  trovasi  a  pag.  20  di  questa  edizione,  in  un  codicetto 
membra. lacco  del  Scc.  XIV  da  me  veduto  un  tempo  presso  il  Sig.  Scappucci 
priore  di  S.  Giovanni,  è  attribuito  a  Ser  Cacciamontc  da  Bologna. 

—  Rime. 

Nella  a  Raccolta  di  Rime  antiche  toscane.  Palermo,  Gius.  Assenzio,  1817, 
voi.  i  in  i.°  Bella  edizione  impressa  in  buona  carta,  e  con  caratteri  corsi- 
vi. La  rime  di  Cino  furono  tolte  dalla  edizione  del  Ciampi  del  1815. 

—  Sonetti  inediti  di  Messer  Cino  da  Pistoia.  Pistoia,  Man- 
fredini,  1829,  in  4.° 

Pagg.  8.  Si  pubblicarono  per  te  nozze  del  Sig.  Domizio  Tonti  colla  Signo- 
ra Giuseppa  Franchini. 

Questi  due  sonetti,  che  io  non  so  con  qual  fondamento  1'  editore  gli  at- 
tribuisse a  Messer  Cino,  furono  tratti  da  alcune  carte  manoscritte  aggiunto 
ad  un  esemplare  delle  rime  di  Cino,  ed.  del  Biado,  che  si  conserva,  o  si 
conservava,  nell'  Archivio  Comunale  di  Pistoia.  Il  Ciampi  non  li  pubblicò, 
o  sia  che  sfuggissero  alla  sua  diligenza,  ciò  che  non  credo,  o  piuttosto  per- 
chè li  credè  parto  di  qualche  felice  imitatore  del  nostro  poeta. 

—  Rime. 

Si  pubblicarono  da  Francesco  Trucchi  nella  sua  raccolta  «  Poesie  italiane  ine- 
dite di  Dugento  autori.  Prato,  Guasti,  1846,  ».  Queste  rime,  che  trovansi  a 
pag.  284-293  del  tomo  1°,  sono  una  ballata,  un  sonetto,  ed  una  canzone. 
Le  prime  due  rime  furono  tratte  dal  codice  riccardiano  1118,  e  sono  ine- 
dite. La  canzone  «  Avvegna  eh'  aggia  più  volte  per  tempo  »  è  quella  stampata 
dall'  Allacci  sotto  il  nome  di  Guido  Guinicelli,  e  sotto  tal  nome  riprodotta 
in  altre  raccolte.  Il  Trucchi  crede  di  doverla  restituire  a  Cino,  sulla  testi- 
monianza dei  codici  5215  vaticano,  1118  riccardiano,  e  7767  della  Biblioteca 
reale  di  Parigi,  nei  quali  si  trova  inscritta  col  nome  di  Cino. 

—  Rime  di  Messer  Cino  da  Pistoia,  e  altri  del  Secolo  XIV 
ordinate  da  Giosuè    Carducci.    Firenze,  Barbera,  1862,  in 

64:mo 

Fa  parte  della  Collezione  diamante,  e  fu  assistita  da  Giosuè  Carducci,  il  quale 
vi  premette  una  prefazione  dove  discorre  lungamente  delle  rime  dei  molti 
poeti  contenuti  in  questa  edizione. 


■ —  Rime  scelte.  Firenze,  M.  Mazzini  e  G.  Gaston,  1868, 
in  12.° 

Stanno  insieme  all'  «  Avventuroso  Ciciliano  e  ad  altri  scritti  di  Busone  da 
Gubbio,  e  formano  il  voi.  3  (serie  prima)  di  una  Biblioteca  di  Classici.  Si 
trovano  rime  di  Messer  Cino  da  Pistoia  anche  nella  Storia  della  volgar  poe- 
sia del  Crescimbeni  ;  nella  Poetica  del  Trissino  ;  nella  Storia  e  Ragione  di 
ogni  poesia  del  Quadrio  j  nella  Perfetta  Poesia  del  Muratori  ;  nella  Raccolta 
di  Rimatori  del  Gobbi  ;  in  quella  del  Ceva  ;  nell'  opera  intitolata  Anecdota 
literaria,  Romae,  Settari,  1774,  in  8.°  ec.  Il  Marraccio  nella  Biblioteca  Ma- 
riana scrive  che  Cino  da  Pistoia  espresse  in  altrettanti  sonetti  i  misteri  del 
Rosario  di  Maria  Vergine.  Di  questa  asserzione,  dice  il  P.  Zaccaria  «  Fido.s 
sit  penes  ipsum,  qui  certe  insigni  errore  (hunc  tamen  typographo  malim 
tribuere)  addit  emieuisse  circa  annum  Ì5b0.  »  Forse  fu  questi,  scrive  il 
Ciampi,  un  altro  Cino,  o  quelle  poesie  sono  supposte. 

Civi  Fa».  Paolo. 

Processus  Miraculorum  et  Gratiarum  B.  Philippi  Fior,  con- 
fessoris  Ordinis.  Servor.  B.  M.  Virg.  cura  brevi  narratione 
gestorum  mirabilium  eiusdem  Beati.  Florentiae,  1616,  in  4.° 

Raro  libretto.  L'  autore  appartenne  anch'  egli  all'  Ordine  dei  Servi  di  Maria. 

Civinini  <*io.  Domenico. 

Della  Storia  e  Natura  del  Caffè,  discorso  accademico.  In 
Firenze,  1731,  nella  Stamperia  di  Bernardo  Paperini,  in  4. 

Dedicato  a  Gio.  Gastone  de'  Medici  Granduca  di  Toscana.  Dopo  il  frontespi- 
zio trovasi  un'  incisione  in  rame  rappresentate  la  pianta  del  Caffè.  Di  que- 
sto scritto  vedi  le  «  Novelle  Letterarie  »  del  1732. 

—  Della  Storia  degli  Agrumi.  Lezione  Accademica.  Fi- 
renze, 1734,  in  4.o 

Civininfi  Filippo. 

Linee  Anatomiche.  Pistoia,  Bracali,  1829,  1830,  in  8.0  Vo- 
lumi 2. 

Si  pubblicarono  questi  due  fascicoli  soli.  Il  primo  tratta  dei  Cornetti  sferoi- 
dali di  M.  Bertin  anatomico  francese,  ossia  di  due  nuovi  ossetti  cntramti 
nella  composizione  della  testa  umana,  e  da  quest'  ultimo  così  denominanti  : 
il  2.°  della  Scissura  di  Glaser  nel  temporale. 

—  De'  Cenni  del  Prof.  Carlo  Biagini  intorno  al  meccanismo 
naturale  del  parto  per  la  faccia,  Rapporto  ec.  Firenze,  Pas- 
sigli, 1833,  in  8.0 


—  129  — 

- —  Sulla  ferita  avvelenata  di  Ettore  Fieramosca  secondo 
Massimo  cT  Azeglio,  Cicalata.  Pistoia,  Bracali,  1834,  in  32° 

Di  pag.  96.  È  indirizzata  al  Cav.  Niccolò  Puccini. 

—  Sul  nuovo  osso  della  faccia  lacrimale  esterno  o  piccolo 
unguis  del  Dott.  Rousseau,  Tavola  anatomica,  osservazioni 
e  pareri,  con  alcuni  cenni  teorico-pratici  sulla  alterazione 
delle  ossa.  Pistoia,  Manfredini,  1834,  in  8.» 

—  A  maggior  solennità  della  Festa  del  SS.  Sacramento 
che  si  celebra  nella  Chiesa  Prioria  di  S.  Niccola  a  Boni- 
stallo,  (Carme).  Pistoia,  Manfredini,  1834,  in  8.° 

È  una  traduzione  del  Pange  linguai  ed  ha  in  fine  un  sonetto  di  Ugo  Ra- 
nieri Marini. 

—  Su  di  un  nervoso  gangliare  rigonfiamento  alla  pianta 
del  piede.  Pistoia,  1835,  in  8.° 

—  Sul  nuovo  anomalo  muscolo  minimo  gluteo,  Lezione  ac- 
cademica. Pisa,  Pieraccini,  1836,  in  8.9 

Con  una  tavola.  Questo  lavoro  fu  pubblicato  per  cura  degli  scolari  dell'  au- 
tore, e  a  questi  dedicato  con  una  epigrafe. 

— ■  Sommario  Embriologico.  Pisa,  1838,  in  8.<> 

■ —  Indice  degli  articoli  del  Museo  d'  Anatomia  fisiologica 
e  patologica  umano-comparata  dell'  I.  e  R.  Università  di 
Pisa,  a  tutto  il  Decembre  1841.  Lucca,  Tip.  Ducale,  1841, 
in  8.« 

4  ivìtiiiif  Giuseppe. 

Figlio  del  Dott.  Filippo  Civinini  di  sopra  ricordato.  Datosi  alla  carriera  gior- 
nalitica,  logorò  in  quella  l'ingegno  che  da  natura  aveva  sortito  poderoso;  di- 
resse successivamente  il  Diritto,  il  Nuovo  Diritto,  la  Nazione,  nei  quali  pe- 
riodici si  leggono  molti  suoi  pregevoli  scritti  politici,  letterari,  d'economia 
pubblica  ec.  Deputato  alla  Camera  legislativa,  vi  si  fece  ammirare  per  la  sua 
eloquenza;  ma  non  lasciò  morendo  nessuna  opera  che  più  durevolmente  po- 
tesse tramandare  il  suo  nome  alla  posterità. 

Civinini  Giulia. 

Versi  di  Giulia  Arrighi  nata  Civinini.  Pistoia,  Tip.  Nicco- 
li, 1874,  in  8.o 

Capponi,  Bibliogr.  Pisi.  9 


—  130  — 
Colti  Bartolomeo. 

Dictionarium  Sacrorum  Rituum.  Pistorii,  Bracali,  1782,  voi.  2, 
in  8.° 

Dedicato  dall'autore  a  Mon.  Federigo  Alamanni. , 

—  Ricerca  del  vero  bene,  poemetto  morale  sulle  tracce  del- 
l'Ecclesiastico. 

È  unito  alle  rime  di  Rinaldo  Cenni,  stampate  a  Pistoia,  per  il  Bracali  nel  1774, 
in  16.° 

— ■  Biblioteca  della  gioventù  studiosa,  e  d'ogni  altro  amante 
delle  lettere  ec.  In  Pistoia,  per  Atto  Bracali,  1777,  in  4.° 

Non  è  questa,  come  potrebbe  desumersi  dal  titolo,  una  raccolta  di  squarci 
dei  migliori  autori,  un'antologia,  come  oggi  ne  abbiamo  tante,  e  neppure  una 
serie  di  scritti  originali  del  nostro  autore  accozzati  senza  un  nesso  logico  ; 
ma  è  un  vero  e  proprio  corso  di  studi,  essendoché  l'autore  in  tanti  capi- 
toli, cominciando  dalla  grammatica,  e  venendo  fino  alla  filosofia  svolge  tutte 
quelle  materie  che  non  possono  ignorarsi,  com'egli  si  esprime,  da  chi  vuol 
sapere,  più  che  sembrar  di  sapere  :  e  del  concetto  che  egli  ebbe  nel  com- 
porre questo  lavoro  ragiona  ampiamente  nella  prefazione. 

—  Dialogo  sul  vario  metodo  d'insegnare  la  Lingua  latina. 
Pistoia,  Bracali,  1777,  in  16,© 

—  Nuovo  Prospetto  della  Costruzione  latina.  Pistoia,  Bra- 
cali, 1778,  in  16.o 

Fu  composto  per  la  scuola  dei  chierici  del  Duomo  di  Pistoia.  L'autore  vi  e- 
spone  in  modo  molto  semplice  e  chiaro  la  classificazione  dei  verbi,  e  l'uffi- 
cio loro,  ed  il  reggimento,  con  molti  classici  esempi  e  note. 

—  Discorso  epenografico  toccante  la  nascita,  indole,  studi  e 
opere  dell' Ab.  Gaetano  Cenni. 

Sta  nell'opera  Dissertazioni  di  storia  ec.  del  medesimo  Cenni;  Pistoia,  Bra- 
cali, 1778,  tom.  1°,  pag.  1. 

—  Eurialo  e  Niso  amici  fedelissimi.  Pistoia,  1779,  in  8.° 

È  un  poemetto  drammatico  tolto  da  Virgilio. 

—  Nuovo  Orologio  Solare  portatile  co' minuti.  Pistoia,  1779, 
in  8. 

—  La    rettorica   in  pratica    sull'orazione    di   Cicerone    prò 
C.  Quinto.  Pistoia.  1782,  in  8/> 

Avverte  l'autore  che  doveva  proseguirsi  sulle  più  ornate  orazioni  di  Cicerone. 


—  131   — 

—  Rime.  Pistoia,  (Bracali),  1782,  in  4.° 

Pagg.  8.  Sono  un'elogio  e  un  sonetto,  e  vennero  indirizzate  dall'autore  al 
Capitolo  della  Cattedrale  ed  alla  Comunità  di  Pistoia  nell'atto  di  rinunziare 
alla  carica  di  direttore  del  coro  e  maestro  dei  chierici,  che  aveva  esercitato 
per  vari  anni.  Non  ha  frontespizio,  ma  un'antiporta  con  una  iscrizione  che 
comincia  :  Gio.  Bartolomeo  Colti  dal  provido  nobilissimo  Capitolo  ec.  Altre 
rime  del  Cenni  si  hanno  nella  raccolta  per  le  nozze  Sozzifanti  Conversini, 
Pistoia,  1780  in  4°  :  —  in  quella  per  la  monacazione  di  varie  donzelle,  Pi- 
stoia, 1778,  in  4°,  ed  in  varie  altre  raccolte. 

—  Le  opere  poetiche  di  M.  Thomas  dal  verso  originale 
francese  tradotte  in  versi  sciolti  italiani  ec,  aggiungesi  la 
Ruth  poema  epico-talamico  del  traduttore.  In  Pistoia,  1791, 
Bracali,  in  8.° 

Le  opere  tradotte  sono:  L'Iumnville,  poema  in  quattro  canti:  Epistola  al 
popolo  :  alcune  odi  ed  altri  versi.  Il  poema  e  l'epistole  al  popolo  sono  pre- 
cedute ambedue  da  una  prefazione,  ed  in  fine  vi  è  pure  un  giudizio  del  tra- 
duttore sopra  M.  Thomas  come  poeta.  La  Ruth  comincia  alla  pag.  95  con 
nuovo  frontespizio,  ed  è  divisa  in  quattro  canti:  se  ne  trovano  però  anche 
degli  esemplari  a  parte  con  numerazione  speciale. 

—  Pratica  ragionata  delle  operazioni  aritmetiche  estesa 
alle  frazioni,  e  loro  riduzione  re.  In  Pistoia,  per  Atto  Bra- 
cali, 1791,  in  8.0 

—  Osservazioni  epaino-critiche  sopra  ciascheduna  opera  della 
sua  piccola  biblioteca.  Pistoia,  Bracali,  1791,  in  8.0 

Pagg.  492.  È  questo  il  catalogo  della  sua  biblioteca,  che  l'autore  chiamava 
micro-enciclopedica.  È  fatto  per  ordine  alfabetico;  e  ciascun  opera  è  accom- 
pagnata d'osservazioni,  le  quali  provano,  più  assai  che  l'ingegno,  la  grande 
erudizione  che  ne'vari  ed  assidui  studi  egli  si  aveva  acquistata.  Negli  arti- 
coli poi  dei  poeti,  aggiunge  alle  osservazioni  anche  un  saggio  del  loro  va- 
lore, riportandone  i  più  lodati  sonetti. 

—  Tobia  vero  esemplare  di  carità  fraterna,  di  sofferenza, 
e  di  costante  confidenza  in  Dio,  componimento  drammatico 
in  versi.  Pistoia,  Manfredini,  1795,  in  8.0 

—  Gesù  presentato  al  tempio  oggetto  di  stupore  a  tutta 
Gerusalemme  e  di  odio  e  di  furore  ad  Erode,  componi- 
mento drammatico.  Pistoia,  Manfredini,  1795,  in  8.° 

—  Memorie  della  vita  e  del  martirio  del  pontefice  S.  Mar- 
cello. Pistoia,  Manfredini,  s.  a.  (ma  1795),  in  8.° 


—  132  — 

—  Poemi  Drammatici  Sacri.  Pistoia,  Manfrodini,  1799, 
in  8.° 

Tre  sono  i  componimenti  drammatici  di  questa  edizione,  con  questi  titoli  : 
L'Ester;  La  Risurrezione  ;  L'Ascensione  ;  ed  ha  ciascuno  speciale  numerazione. 
Sono  dedicati  a  Mons.  Francesco  Falchi-Picchinesi  Vescovo  di  Pistoia. 

—  Dictionarium  Theologico-Morale,  seu  promptuarium  al- 
phabetico  ordine  dispositum. 

MS.  inedito. 

—  Discorsi  morali. 

i\arra  G.  Arcangeli  nella  biografia  che  scrisse  del  Colti  (V.  Tipaldo,  tom.  IV), 
come  questi  nelle  principali  solennità  dell'anno,  non  tenendosi  solo  al  pre- 
dicare la  divina  parola  tutte  le  feste,  distribuiva  al  popolo  certi  discorsi 
morali,  vari  secondo  le  ricorrenze,  che  egli  componeva  e  stampava  colle  sue 
mani  con  un  piccolo  torchio  che  teneva  a  ciò  nella  casa  canonicale.  Barto- 
lomeo Coìti  nacque  a  Spignana  terra  della  nostra  montagna,  nel  1740.  Rice- 
vuto il  sacerdozio  nel  Seminario  di  Pistoia,  fu  eletto  maestro  dei  chierici 
della  cattedrale  nel  4774,-  passò  nel  1785  alla  pievania  di  Lizzano,  e  quindi 
nel  1793  alla  prepositura  di  S.  Marcello.  Morì  nel  4799.  Fu  uomo  assai  ver- 
sato in  molti  rami  dello  scibile  umano  :  abilissimo  nella  musica,  compose  in 
questa  dei  canti  ecclesiastici  che  ancora  si  sentono  con  piacere.  Fu  anche 
pittore,  e  si  mostra  tuttora  una  sua  madonna  nella  sagrestia  dei  chierici 
della  cattedrale,  condotta  a  olio  sopra  la  tela. 

Colucci  benedetto. 

Ad  generosum  iuvenem  Iulianum  Medicem,  Lazareum. 

Sta  a  pag.  287-297  della  Bibliolheca  Pistor.  del  P.  Zaccaria,  il  quale  lo  pub- 
blicò su  di  una  copia  datagli  dal  P.  Mehus,  tratta  dal  cod.  membr.  della  Bi- 
blioteca Laurenziana  di  Firenze,  plut.  XVI,  n.  40.  Il  Colucci  cominciò  a  scri- 
vere questo  suo  lavoro  nell'estate  del  1459  in  Pistoia,  ove  soleva  ridursi  in 
quella  stagione.  In  esso  narra  delle  origini  di  Pistoia,  i  pnneipii  delle  fa- 
zioni che  la  funestarono,  e  specialmente  la  memoranda  pugna  di  Lazzaro  Pa- 
landra  e  de'suoi  compagni  data  ai  Panciatichi  nel  4453. 

■ — ■  De  Discordiis  Florentinorum,  liber  nunc  primum  ex  ms. 
codicibus  in  lucem  erutus  a  Laur.  Mehus.  Florentiae,  1747, 
apad  Paulum  Giovannelli,  in  8.° 

Pagg.  XXXII-60.  È  dedicato  al  Senatore  Pietro  Mocenigo.  Questa  breve  sto- 
ria nella  quale  si  narrano  fatti  accaduti  dal  4464  al  44G8,  fu  tratta  dal  cod. 
membranaceo  della  Magliabechiana  in  8°,  classe  XXV,  n.  LIV.  Il  Mehus  che 
ne  fu  editore,  come  accennasi  nel  frontespizio,  vi  ha  premesso  la  vita  del- 
l'autore, in  fine  della  quale  dà  pure  la  nota  degli  altri  scritti  di  lui. 

—  Oratio  ad  Ducem  Calabriae. 

MS.  cart.  in  4°  nella  Riccardiana  di  Firenze.  Questo  dnca  al  quale  il  Co- 
lucci  diresse  la  sua  orazione,  fu  Alfonso  figlio  del  Re  Ferdinando. 


—    133  — 

•—  Ad  magnificimi  virimi  Jnlianum  Medicem  declamatio- 
num  liber. 

Manoscritto  membr.  in  8  nella  Bibliot.  Laurenziana  di  Firenze.  Cinque  sono 
queste  orazioni:  1.°  Ad  Sanctitatem  Sisiì  IV  Ponti f.  Max.  Christianorum. 
2.°  Ad  maiest aleni  Ferdinandi  invitissimi  latinorum  regis.  5.°  Ad  clarissimum 
Venelorum  Senatum.  &.°  Ad  inviclùsimum  Principem  Galeazo  Sfortiam  Jnsu- 
brum,  et  Gianvensium  Ducem.  5.°  Ad  felicissimum  Florenlinorum  Senatum.  La 
prima  di  queste  orazioni  ad  Sanclìlalem  Sixti  IV  è  pure  in  un  codice  della 
Strozziana,  ma  con  diversa  lezione  in  molte  parti. 

—  Oratio  ante  lectionem  Virgilii  habita  in  Municipio  Col- 
lensi. 

MS,  inedito  ricordato  dal  Mehus.  Nel  suo  opuscolo  intitolato  Lazareum  ad 
generosum  invenem  ec,  il  Colucci  promise  di  scrivere  la  storia  della  guerra 
che  i  pistoiesi  sostennero  per  trenta  mesi  contro  i  fiorentini.  Vi  si  legge  in- 
fatti :  «  A  vobis  vero  (florentinis)  bellum  susceptum  est,  an  tamdem  post  XXX 
menses  foedus  cum  Riccardo  Canccllerio  initum,  de  ouius  conditionibus  alii- 
sque  quum  de  hoc  funesto  bello  carptim  scribere  aggrediar,  aperire  com- 
modius  poterò  ec.  »  La  qual  cosa  però  egli  non  mandò  mai  ad  effetto. 
Benedetto  Colucci  pistoiese,  letterato  e  distinto  oratore  nacque  intorno  al 
1432,  morì  nel  1515.  (Salvi,  toni.  Ili,  pag.  79.)  Ne  scrisse  la  vita  il  P.  Mehus 
che  mise  innanzi  all'opera  De  discordiis  Florenlinorum  ;  e  qualche  altra  no- 
tizia ne  diede  anche  il  P.  Zaccaria  nella  Bibliot.  Pist. 

Comandi  TinGenzo. 

Canzone  nella  creatione  del  Sommo  Pontefice  Urbano  Vili. 
In  Pistoia,  per  Pier  Antonio  Fortunati,  1624,  in  4.° 

Carte  8  non  numerate,  compreso  il  frontespizio,  ed  una  in  fine  bianca  :  è 
assai  rara. 

—  Copia  di  lettera  all'  Illustriss.  Sig.  Desiderio  Montema- 
gni  Secretano  di  Stato  del  Sereniss.  di  Toscana  sopra  il 
tentativo  di  guerra  contro  Pistoia.  In  Pistoia,  1643,  per 
Pier  Antonio  Fortunati,  in  4.° 

Rara.  La  lettera  è  in  data  del  6  Ottobre  1643. 

—  La  stessa.  Firenze,  per  Amadore  Massi  e  Lorenzo  Laudi, 
1643,  in  fol. 

Ristampa  assai  rara. 

—  Rime. 

Alcune  rime  latine,  ed  un  sonetto  trovansi  nella  raccolta  col  titolo   «  Urbis 
pistoriensis  Monodiae  funeiales.  Fior.  1614,  in  4°  ».  Altre  rime  inedite  sono 
in  due  codici  della  Forteguerriana    segnati  89,   e  107.  Anche  in  Alcuni  Co 
dici  della  Nazionale  di  Firenze  trovansi  rime  del  nostro  Comandi, 


—  434  — 

Compagni  Gio.  Michele. 

Oratio  in  electione  Iosephi  Vivoli  RaveDDatis  in  abbatem 
generalem  ec.  Pistoni,  apnd  Antonium  Fortunatum,  1627, 
iu  4.° 

Compagni  Ottavio. 

Oratio  in  aeclibus  Sapientiae  in  ingressu  recitata,  cum  epi- 
tome super  quibusdam  lucubrationes  iuris.  Pistorii,  apud 
Petrum  Antonium  Fortunati,  1626,  in  8.° 

Compagini  Tommaso. 

De  Legibus  Gravitatis  phoenomenisque  inde  profluentibus, 
Dissertatio,  Pisis,  1763,  ex  typog.  P.  Giovannelli,  in  4.° 

—  De  Artificiali  Electricitate  phoenomenisque  ex  ea  pro- 
fluentibus. Florentiae,  1765,  apud  Andream  Bonduccium, 
in  4.° 

Conti  &e&>astiano. 

Fasti  Senenses  Academia  Intronatorum  editi.  (Senza  nota 
tipografica)  in  foglio. 

Pagg.  280,  più  carte  8  in  principio  non  numer.  ed  un'antiporta  in  rame. 
Bella  edizione.  La  magnifica  antiporta  in  rame  con  figure  allegoriche  è  di- 
segno di  Carlo  Maratta,  e  l'altro  rame  impresso  nel  testo  fu  disegnato  dal 
Cav.  Vanni.  Non  è  ben  certo  in  qual  luogo  fu  stampata  :  il  Gigli  nella  pre- 
fazione al  tomo  1°  delle  opere  di  S.  Caterina  da  Siena  dice  che  fu  impressa 
in  questa  città  nel  1669;  ma  forse  egli  confuse  la  prima  colla  seconda  edi- 
zione, che  fu  appunto  stampata  in  quell'anno:  il  P.  Zaccaria  (Bibliot.  Pistor.) 
aiferma  essere  stata  impressa  in  Amsterdam  nel  15S9:  il  Moreni,  rigettando 
l'opinione  del  Zaccaria  non  esprime  poi  la  propria:  ma  si  ritiene  con  fondamento 
che  sia  stala  stampata  in  Roma  nel  16ò'9.  L'opera  è  anonima,  ed  è  dedicata  a 
nome  degli  Accademici  Intronati  al  Pontefice  Alessandro  VII  che  fu  di  patria 
senese  ;  e  contiene  vite,  o  piuttosto  ristretti  di  vite  di  santi  e  beati  senesi,  e 
di  altre  persone  insigni  per  la  pietà.  Non  sono  però  queste  vite  tutto  lavoro 
del  Conti  :  alcune  furono  scritte  dal  P.  Gio.  Battista  Ferrari  senese,  gesuita  ed 
accademico  intronato  esso  pure.  Leggesi  infatti  nell'avviso  al  lettore  della 
prima  edizione  :  opus  aliquorum  ex  nostro  coetu  industria  et  labore  perfectum  ; 
e  in  quello  della  seconda  :  opus  magna  ex  parte  elaborutum  ab  academico 
L'AMENO  (il  P.  Ferrari).  .  .  .  ad  hunc  quem  vides  terminum  accurate  perduxit 
academicus  il  composto  (il  Conti).  Della  qual  cosa  fa  cenno  pure  il  Pecci 
nella  sua  storia  manoscritta  degli  Scrittori  senesi. 


—  135  — 

—  La  stessa,  editio  altera  auctior  et  ad  autographi  fìdem 
emendata.  Senis,  apud  Bonettos,  1669,  in  12.° 

Pag.  ;>ÌH,  più  carte  8  in  principio  non  numerate,  ed  una  in  fine  bianca,  con 
antiporta  in  rame.  In  questa  seconda  edizione,  che  è  dedicata  al  Principe 
e  Cardinale  Sigismondo  Chigi,  molte  delle  vite  furono  in  gran  parte  rifatte, 
ed  altre  se  ne  aggiunsero,  e  vi  si  unì  insieme  un  indice  generale  dei  nomi 
citati  nell'opera.  Si  volle  poi  con  un  segno  speciale  distinguere  a  quali  dei 
due  autori  appartenga  ciascuna  vita  ;  e  così  sono  dell'accademico  detto  l'A- 
meno (il  Ferrari),,  quelle  precedute  dalla  lettera  A;  dell'accademico  detto 
il  Composto  (il  Conti),  le  altre  contrassegnate  colla  lettera  C. 

—  Praefationes  ae  disceptationes  de  Morali  Theo-logia  ha- 
bitae  in  Metropolitana  Senensi.  Senis,  ex  Typogr.  Publici, 
in  12.o 

—  Relazione  della  miracolosa  Madonna  del  Presepio  che 
si  conserva  dalle  monache  benedettine  aggregate  alla  Con- 
gregazione olivetana  del  Ven.  Monisterio  d'Ognissanti  in 
Siena.  In  Siena,  nella  Stamperia  del  Pubblico,  1668,  in  12.° 

—  La  stessa.  Ivi,  1704,  in  12/> 

■ — -  La  stessa.  Ivi,  per  Francesco  Quinza,  e  Agostino  Bindi, 
1743,  in  12.o 

In  queste  due  ristampe  v'  è  l'aggiunta  del  cap.  IX,  che  manca  nell'edizione 
originale. 

— i  Elogio  del  Sig.  Alfonso  Marsili  Senese  cav.  dell'ordine 
di  S.  Stefano.  In  Siena,  1668,  nella  Stamp.  del  Pubblico, 
in  24.o 

Edizione  poco  comune.  tFn  ristretto  di  questo  elogio  conservati  nella  Fabro- 
niana  (cod.  265.)  È  in  forma  di  18,  di  scrittura  di  quel  tempo,  ed  ha  anco 
la  traduzione  latina. 

—  La  nuova  Lingua  dello  Spirito  Santo,  Panegirico  di 
S.  Antonio  da  Padova  l'anno  1670.  In  Siena,  appresso  il 
Bonetti,  1670,  in  4.« 

Di  pag.  18,  compreso  il  frontespizio, 

—  Il  Sacrifizio  di  Abramo,  Dialogo  per  musica.  In  Siena, 
1674,  in  8.o 

—  Praelectiones  in  Senensi  Metropolitana  habitae  de  prae- 
ceptis  communionis,  confessionis  et  jeiunio.  Perusiae,  1683, 
in  8.0 


—  136  — 

—  Sopra  il  dubbio  moralmente  teologico  se  i  dispensati  a 
titolo  di  preservarsi  dal  digiuno  quaresimale  siano  per 
tanto  obbligati  a  digiunare  in  tal  tempo  nel  Venerdì  e  nel 
Sabato,  decisione  dell'autore  delle  prelezioni  della  Comp. 
di  Gesù.  Firenze,  all'insegna  delia  Stella,  "1684,  in  12.° 

—  Il  cuore  di  fuoco,  panegirico  di  San  Filippo  Neri  detto 
in  Perugia  ec,  nella  chiesa  del  Santo  per  la  festa  occorsa 
quest'anno  1684.  In  Perugia,  per  il  Costantini,  1684,  in 
4°  pie. 

Di  pag.  48,  l'ultima  delle  quali  bianca.  È  dedicato  ai  PP.  della  Congregazione 
dell'Oratorio  di  Perugia. 

—  Orazione  nelle  esequie  del  R.  P.  Maestro  Fra  Raimondo 
Grossi  Inquisitor  Generale  di  Perugia  e  dell'Umbria.  In 
Perugia,  1684,  in  4.° 

—  Della  Vita  di  Mons.  Giovanni  Visconti  pistorese,  Pre- 
lato de7  Cavalieri  di  S.  Stefano  scritta  dal  Canonico  Bene- 
detto Fabbroni,  ristretto  composto  da  Leone  Stella  romano 
ad  istanza  di  detto  Fabbroni,  e  dal  medesimo  dato  in  luce. 
In  Lucca,  1688,  appresso  Iacinto  Paci,  in  12.° 

Nel  Museo  Britannico  di  Londra  si  conserva  un  esemplare  di  quest'edizione, 
che  ha  la  seguente  nota,  scritta  di  mano  contemporanea  alla  stampa,  e  pro- 
babilmente da  un  gesuita,  poiché  sul  titolo  del  libro  sta  scritto  dello  stesso 
carattere  «  Cotti  Perusini  societatis  Iesu  :  «  Composto  dal  P.  Sebastiano  Conti, 
pistoiese,  della  Compagnia  di  Gesù.  Il  nome  di  Leone  Stella  Romano  allude 
ali'arme  che  già  era  dell'autore,  ed  all'esser  lui  nato  in  Roma.  Si  osserva 
che  la  dedicatoria  alla  santissima  Vergine,  e  la  lettera  al  lettore  non  sono 
dell'autore  di  questo  ristretto  ;  di  più  che  senza  saputa  dello  stesso  autore 
sono  state  aggiunte  le  seguenti  particolarità  :  —  Alla  pag.  77  Altra  volta  ec. 
sino  a  non  ha  bisogno  di  regali:  —  Alla  pag.  66  Vanno  1656  ec,  sino  alla 
line  del  capo.  Alla  pag.  256  a  cui  un  mese  ec,  fino  a  sepolcro  aperto  :  — 
Alla  pag.  240.  Quando  fu  giudicato  ec,  fino  a  11  Signor  de'Signorì.  »  Il  Conti 
è  della  famiglia  pistoiese  Scarpelli,  e  prese  il  cognome  Conti  perchè  adot- 
tato da  Domenico  de' Conti,  come  risulta  da  una  decisione  della  S.  R.  Ron>. 
Romana  haereditatis  coram  Coccino  degli  8  Giugno  1637. 

—  La  stessa.  In  Bologna,  per  gli  heredi  Benacci,  1690, 
in  12.° 

Pag.  258,  di  cui  l'ultima  bianca,  e  car.  12  in  principio  compresa  l'antiporta 
e  il  frontespizio  non  numerate,  con  ritratto  dell'autore. 


—  137  — 

—  Tractatus  rhetoricus  de  affectibus,  de  argutiis,  et  de 
metaphoris.  Perusiae,  1690,  in  8.0 

—  Rime. 

Un'elegia  latina,  lavoro  giovanile,  trovasi  nel  libro  intitolato  «  Carmina  in 
funere  Eusebii,  Romac,  1650  ». 

—  Summa  Theologiae  Moralis. 

Manoscritto  inedito  così  ricordato  dai  P.  Oldoini  gesuita  nella  sua  opera  ine- 
dita Aihenaeum  Pisloriens.  «  Scripsit  quoque  hic  idem  auctor  Summam  expe- 
ditissimam  Theologiae  Moralis,  sed  typis  non  edidil,  continentem  titulos  ex 
ordine  alphabetico  plusquam  quadringentos  supra  mille  ;  ad  quem  videlicet 
numerum  hactenus  quaelibet  alia  Theologorum  Moralium  summa,  et  vel  ipsa 
Sylvestri  summa  summarum  non  pervenit,    imo  nec  prope  adeessit  ». 

—  Ristretto  della  vita  della  Signora  Onorata  Orsina  ne'Sa- 
raceni  Senese. 

Questa  e  le  seguenti  opere  del  P.  Seb.  Conti,  rimaste  sempre  inedite,  si 
conservarono  un  tempo  nella  Biblioteca  del  Convento  dei  Gesuiti  in  Pistoia. 

—  Ristretto  della  vita  della  Ven.  madre  Pasitea  Crogi 
fondatrice  delle  Cappuccine  di  Siena. 

—  Vittoria  meravigliosa  per  intercessione  della  Ven.  ma- 
dre Margherita  Biclii  terziaria  di  S.  Francesco  ottenuta 
dai  Sanesi  a' dì  25  di  luglio  del  1526,  sotto  gli  auspicii 
della  immacolata  Concezione  di  M.  V.  ec. 

Questo  lavoro  si  trova  ms.  anche  nella  Bibliot.  Comunale  di  Siena,  ma  ignoro 
se  sia  autografo,  oppure  una  copia. 

—  Elogio  del  Ven.  Fra  Lorenzo  Placidi  dell1  ordine  dei 
Gesuiti. 

—  Lettere. 

Manoscritte  nella  Bib.  Com.  di  Siena.  Sono  dirette  all'ab.  Gio.  Gaetano  Carli, 
colla  data  di  Montepulciano,  e  sono  tutte  autografe. 

Contrucci  Pietro. 

Tributo  all'  amicizia  in  morte  del  nobil  giovane  Sebastia- 
no Cellesi,  Poemetto  in  ottave.  Pistoia,  Tip.  Vescovile,  1816, 
in  8.° 

Con  un'  epigrafe  dedicatoria  dello  stesso  autore. 


—  138  — 

—  Elogio  di  Mons  Giulio  De -Rossi  Vescovo  di  Pescia. 
Prato,  Giachetti,   1833,  in  16.<> 

—  Le  stesso.  Firenze,  Passigli  e  Soci,  1833,  in  16.° 

Seconda  edizione. 

—  Le  virtù  di  Luca  della  Robbia,  all'  inclito  e  veneran- 
do uomo  Mons.  Aiig.  Maria  Gilardoni  il  giorno  nel  quale 
prendeva  solennemente  il  governo  della  diogesi  di  Pistoia 
e  Prato.  Firenze,  Piatti,  1834,  in  8.* 

Questo  fu  il  primo  saggio  della  bellissima  illustrazione,  pubblicata  poi  per 
intero  nel  1855,  del  grandioso  lavoro  in  plastica  dei  Della  Robbia,  che  am- 
mirasi nella  facciata  dello  Spedale  di  Pistoia. 

—  Soliloqui,  Meditazioni  e  Pensieri  a  Gesù  Cristo  di  S. 
Agostino,  tradotti  da  P.  Contrucci.  Seconda  edizione  cor- 
retta ed  accresciuta.  Pistoia,  Bracali,  1834,  in  12°  . 

—  Epigrafi  Gratulatorie.  Pistoia,  Manfredini,  1834,  in  8.° 

Pagg.  8.  Pubblicate  per  le  Nozze  Rospigliosi-Frediani. 

• —  Monumento  Robbiano  nella  loggia  dello  Spedale  di  Pi- 
stoia illustrato  dal  Prof.  P.  Contrucci.  Prato,  per  i  fratelli 
Giachetti,  1835,  in  8.° 

Splendida  illustrazione  di  questo  insigne  monumento,  alla  quale  fanno  cor- 
redo sette  grandi  tavole  in  litografìa  disegnate  da  P.  Ulivi  pittore  pistoiese. 
Intorno  a  questo  scritto,  che  si  ritiene  il  miglior  lavoro  del  nostro  egregio 
concittadino,  vedasi  l'  esame  critico  che  ne  fece  V  avv.  Lorenzo  Pellegrini 
col  titolo:  Intorno  all'  illustrazione  del  Monumento  Robbiano  Ragionamento 
analitico  ec.  Prato,  1856,  in  8.° 

• —  Orazione  Funebre  di  Mons.  Angelo  Maria  Gilardoni  Ve- 
scovo di  Pistoia  e  Prato.  Livorno,  Tip.  Tesi  e  Wamber- 
gher,  1835,  in  4.° 

Questa  orazione  fu  recitata  nel  tempio  di  Maria  SS.  celi'  Umiltà  V  8  Luglio 
1835  pei  funerali  ivi  celebrati  a  Mons.  Gilardoni.  Se  ne  tirarono  alcuni  e- 
semplari  in  carta  turchina  e  in  carta  gialla. 

~  Biografia  di  Eufrosina  Caselli.  Firenze,  1836,  in  8.° 

—  Vita  di  Santo  Ippolito  Milite  e  martire.  Firenze,  Gal- 
letti, 1836,  in  8.o 

Pagg.  48.  È  indirizzata  al  P.  Torello  Vangucci  Pistoiese  pievano  di  S.  Ip- 
polito in  Piazzanese,  nella  cui  chiesa  si  venera  il  corpo  di  questo  Santo. 


—  139  — 

—  A  Solennità  e  Memoria  del  giorno  terzo  di  Ottobre  1837 
in  che  il  nobil  giovane  Teofilo  Conversini  e  V  inclita  don- 
zella Irene  Vivarelli-Colonna  facevansi  comnni  le  sorti 
della  vita.  Pistoia,  Tip.  Cino,  senz'  anno,  (ma  1837),  in  8.° 

h  V  illustrazione  di  un  affresco  di  Pietro  Ulivi  esistente  nel  palazzo  Viva- 
relli-Colonna di  Pistoia,  e  fu  anche  stampato  nello  stesso  anno  col  seguente 
titolo  : 

-—  Buondelmonte,  di  Pietro  Ulivi.  Pistoia  Tip.  Cino,  1837, 
in  8.o 

■ —  Iscrizioni  Italiane.  Pistoia,  1837.  Tipog.  Bracali,  in  8.° 

Pagg.  321.  Bella  edizione,  della  quale  si  hanno  pure  esemplari  in  carta  in- 
glese- Oltre  le  iscrizioni  che  si  dividono  in  monumentali,  onorarie  e  fune- 
rarie, contiene  questa  edizione  7  necrologie  che  trovansi  da  pagina  115  a 
pagina  158. 

—  La  Donna.  Livorno,  Tip.  Vannini,  1839,  in  16.° 

È  tiratura  a  parte  dalla  Viola  del  Pensiero,  dell'  anno  medesimo.  In  questa 
strenna  trovasi  anche  un  altro  scritto  del  Prof.  Contrucci  col  titolo  «  L'  Av- 
ventura »,  che  vedesi  ristampato  anche  nella  edizione  di  tutte  le  opere  del 
nostro  autore  ma  col  diverso  titolo  «  Del  diritto  e  del  dovere  a  parlare  la 
propria   lingua  ». 

—  Quadro  Geografico  Statistico  del  Compartimento  pisto- 
iese, Parte  prima.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1839,  in  12.° 

Non  fu  pubblicata  che  questa  prima  parte,  la  quale  contiene  la  descrizione 
geografica  generale  del  compartimento  pistoiese,  secondo  1'  ordinamento  del 
1838,  la  sua  statistica,  la  descrizione  generale  dell'  antica  provincia  pistoie- 
se, ed  un  quadro  geograilco-statistico  particolare  alla  città  di  Pistoia.  Innanzi 
al  libro  sta  a  modo  d'  introduzione  un  calendario  storico  italiano,  a  cui  fan 
seguito  alcune  nozioni  elementari  di  geografia  e  cosmografia.  L'  opera,  se- 
condo il  concetto  dell'  autore,  doveva  comprendere  cinque  parti  :  della  pri- 
ma abbiamo  già  parlato  :  la  seconda  era  destinata  alla  descrizione  generale 
e  particolare  del  territorio  di  Pescia  riunito  al  Compartimento  pistoiese  :  la 
terza  alla  descrizione  delle  valli  di  Lima,  di  Reno,  di  Limentra  :  la  quarta 
doveva  comprendere  le  valli  dei  due  Vinci,  d'  Ombrone,  Brana,  Bure  e  Agna. 
Il  Bacino  d'  Ombrone,  e  i  luoghi  posti  a  mezzogiorno  del  Montalbano  dove- 
vano formare  la  quinta  parte. 

—  Opere  edite  e  inedite  di  Pietro  Contrucci.  Pistoia  pi  esso 
r  autore-editore,  Tip.  Cino,  1841,  in  fol. 

Bella  edizione,  dedicata  al  Marchese  Paolo  Garzoni-Venturi,  divisa  in.  quattro 
parti   contenenti    la    illustrazione    del    Monumento  Robbiano,  le  Epigrafi,  gli 


—   140  — 

—  La  stessa.  Ivi,  Tip.  Gino,  1841,  in  8."    voi  4: 

Ed.  più  economica  divisa  in  quattro  volumi  in  8.°,  che  comprende  le  stesse 
materie  contenute  nella  edizione  in  foglio. 

—  Sculture  di  Giovanni  da  Pisa  nel  Pergamo  della  Chiesa 
di  S.  Andrea  in  Pistoia,  illustrate  a  onoranza  del  giorno 
che  il  nobil  giovane  Roberto  Sozzifanti  faceva  sua  com- 
pagna di  vita  la  nobil  donzella  Elisabetta  de  Baly  Celle- 
si. Pistoia,  1842,  in  8.0 

—  Necrologia  di  Giuseppe  Gherardeschi.  Pistoia,  1842,  in  8. 

—  Discorso  sulla  vita  e  sulle  opere  di  Pietro  Petrini.  Pi- 
stoia, 1842,  in  I6.0 

Estratto  dal  tomo  III  delle  opere  dello  stesso  Contrucci  di  sopra  citate. 

—  Biografìa  del  Can.  Rinaldo  Rosati.  Pistoia,  Tip.  Cino, 
1843,  in  8.0 

Col  ritratto  del  Rosati  in  litografia,  che  in  molti  esemplari  trovasi  miniato 
a  colori. 

—  Prosa  d'  introduzione  ai  Monumenti  del  Giardino  Puc- 
cini. 

Nei  «  Monumenti  del  Giardino  Puccini,  Pistoia,  Tip.  Cino,  1845,  in  8.°  ». 
L'  autore  in  questa  prosa  descrive  a  gran  tratti  la  villa  e  giardino  di  Scor- 
nio,  non  che  i  molti  monumenti  che  V  adornano. 

—  Cenni  sulla  vita  e  sugli  scritti  del  Cav.  Luigi  Ciam- 
polini.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1846,  in  8.° 

—  Pei  Parentali  celebrati  a  Pistoia  a  Galileo  Galilei,  Di- 
scorso. Pistoia,  Tip.  Cino,  1847,  in  8.» 

Pagg  .  12.  Non  ha  titolo,  ma  solo  un  frontespizio  colla  dedica  all'  Egregio 
Giovane  Francesco  Vivarelli -Colonna  di  Pistoia  il  giorno  che  stringevasi  in 
santo  modo  colla  nobile  inclita  donzella  Bianca  Papanti  di  Pisa. 

—  Epigrafi  sul  risorgimento  d1  Italia  nel  1848.  Pistoia, 
Tip.  Cino,  1848,  in  8.<> 

—  Alla  memoria  di  Pietro  Odaldi,  Discorso  dal  consiglio 
Municipale  di  Pistoia  nella  seduta  del  29  Luglio  ec.  letto 
nella  gran  sala  del  Palazzo  Municipale.  Pistoia,  Andrea 
Michelozzi  editore,  Tip.  Cino,  in  8.° 

—  Necrologia  di  Alessandra  Prosperi.  Pistoia,  Tip.  Cino, 
1851,  in  16.o 


—  141   — 

—  Commemorazione  di  Niccolò  Puccini  stanziata  e  pub- 
blicata dal  Consiglio  Comunale  di  Pistoia.  Pistoia,  Tip.  Ci- 
rro, 1852,  in  8.0 

—  Biografia  di  Niccolò  Puccini.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1842, 
in  8.° 

Anonima.  È  corredata  di  molte  e  interessanti  note,  fra  le  quali  si  riporta 
1'  Elogio  latino  che  di  Tommaso  Puccini  scrisse  Matteo  Soldati,  il  Testa- 
mento di  Niccolò  Puccini  ec. 

—  Necrologia  di  Antonio  Vivarelli-Colonna.  Pistoia  Tip. 
Bracali,  1852,  in  8° 

—  Cenni  Storici  della  Ven.  Confraternita  intitolata  dei 
Dolori  di  Maria  eretta  in  Pistoia  V  anno  1801.  Pistoia, 
Tip.  Cino,  1854,  in  8.° 

• —  Biograna  del  Prof.  Giuseppe  Comparini.  Pistoia,  Tip. 
Cino,  1854,  in  8.<> 

—  Biografia  di  Maddalena  Ganucci-Cancellieri.  Pistoia,  Tip. 
Cino,  1855,  in  8.o 

LAb.  Pietro  Contrucci  celebre  letterato  e  valentissimo  epigrafista  di  fama 
più  che  italiana,  era  nato  in  Calamecca,  montagna  pistoiese,  il  2  Gennaio  1788: 
morì  il  24  Agosto  1839. 

Couversini  Taddeo. 

Origine  et  descritione  della  famiglia  Conversina. 

Manoscritta  in  Pistoia  in  Casa  Conversini.  È  libro  assai  curioso,  e  scritto 
con  molta  franchezza  di  giudizi  ;  ma  in  vari  luoghi,  e  per  lunghi  tratti  è 
stato  cancellato  da  mano  troppo  meticulosa.  Questo  Taddeo  avendo  poco  gu- 
sto di  stare  a  Pistoia,  com'  egli  dice,  e  volenteroso  di  veder  cose  nuove,  e 
mollo  più  belle  che  non  si  vedono  a  casa,  diedesi  a  girare  il  mondo,  spe- 
rando trovare  buona  fortuna.  Fu  a  Roma,  e  quindi  a  Venezia  dove  s'  acco- 
modò col  capitano  Paolo  Videtti  da  Reggio,  col  quale  andò  in  Istria  e  poi 
in  Candia,  dov'ebbe  la  carica  di  sergente  di  compagnia  di  4 50  fanti  italiani  ; 
ad  in  appresso  quella  di  lancia  spezzata  del  governatore  di  Canea  Cav.  Se- 
bastiano Orsclli.  Morto  il  quale  tornò  in  patria  nel  1618,  dove  si  trattenne 
per  oltre  17  anni.  Pare  che  lo  invadesse  di  nuovo  la  smania  dei  viaggi,  che 
nel  1654-  troyo  che  si  recò  a  Ferrara  ;  dove  fu  al  servizio  di  Francesco  Fie- 
schi,  e  nel  1657  a  Venezia.  Anche  di  qui,  non  avendo  avuto  la  fortuna  di 
qualche  buon  ricapito,  dovette  partirsene  e  tornare  alla  patria.  Nel  1G49 
dopo  tante  vicende  si  fece  prete,  e  fu  piovano  a  S.  Angiolo  alla  Pergola. 
Era  nato  I'  anno  1392,  a'  9  di  luglio,  ma  dell'  anno  della  sua  morte  non  si 
ha  memoria. 


—  U2  — 
Conversili!  llons.  Benedetto. 

Statuti  -o  Pragmatiche. 

Sono  cosi  ricordati,  senz'  altra  indicazione,  dal  Salvi  nelle  storie  di  Pistoia. 

—  Lettere. 

Enrico  Bindi  nella  biografia  di  Mons.  Conversini  cita  siili'  altrui  fede  alcune 
lettere  pubblicate  in  un  epistolario  uscito  in  Venezia  nel  1554. 

Benedetto  Conversini,  quell'  arrovellata  natura  di  pistoiese,  come  lo  chia- 
ma il  Cellini,  nacque  in  Pistoia  nel  1491.  Sostenne  molte  illustri  cariche,  fu 
Vescovo  di  Bertinoro,  e  quindi  di  Iesi,  e  mori  nel  1535.  Di  lui  può  veder- 
si, oltre  il  manoscritto  di  Taddeo  Conversini  sopra  citato,  la  Notizia  biogra- 
fica di  Mons.  Benedetto  Conversini  scritta  da  Enrico  Bindi.  Prato,  1851,  in  8.° 

Conversiti!  Onofrio. 

Descrizione  di  un  nuovo  Igrometro  Sonante. 

Sta  negli  Atti  dell'Accademia  Pistoiese  di  Scienze  e  Lettere,  Tom.  1.°,  cor- 
redata di  una  tavola  che  vedesi  nel  fine  del  volume.  Negli  Atti  medesimi  si 
fa  ricordo  di  altre  Memorie  lette  in  più  tempi  dal  Conversini  nella  stessa 
Accademia. 

Corrieri  Leandro, 

De  Sessorianis  precipuis  Passionis  D.  N.  I.  C.  reliquiis  Com- 
mentarius.  Romae,  apud  Franciscum  Burliaeum,  1833,  in  8.° 

Pagg.  XVIII-294,  con  tavole  litografiche  in  rame.  Quest'  opera  è  divisa  in 
tre  parti.  Nella  prima  tratta  della  invenzione  delle  reliquie  della  Passione, 
della  loro  autenticità,  e  della  loro  traslocazione  dall'  oriente  nella  basilica  Ses- 
soriana.  Nella  seconda  dimostra  che  quelle  reliquie  furono  custodite  e  ve- 
nerate continuamente  nella  detta  basilica  dai  tempi  di  Elena  Imperatrice 
fino  ai  presenti.  Nella  terza  combatte  le  opposizioni  di  quelli  che  si  atten- 
derebbero di  negare  1'  autenticità  delle  suddette  reliquie.  Vanno  congiunte 
a  questo  volume  due  lettere  del  Rabbino  convertito  Drach,  la  prima  delle 
quali  si  avvolge  sopra  la  pretesa  contraddizione  degli  evangeli  nel  determi- 
nare 1'  ora  in  cui  Gesù  Cristo  fu  crocifisso  :  1'  altra  si  occupa  nello  spiegare 
1'  iscrizione  ebraica  del  titolo  della  Croce,  sulla  quale  aveva  fatte  ampie 
ed  erudite  parole  il  Corrieri. 

—  Sermones  tres  in  antiquissimo  codice  sessoriano  Sancti 
Ambrosii  nomine  inscripti,  ex  eodem  codice  nunc  primum 
editi.  Romae,  ex  offic  libraria  Bonarum  Artium,  1834,  in  8.° 

È  dedicata  quest'  opera  al  Card.  Brignole.  Il  Corrieri  aveva  intrapreso  un'al- 
tro lavoro  intitolato  :  Notae  cronologicae,  hislorieae,  et  criticae  in  Manuscripla 
Sessorianae,  studio  et  labore  eminenlissimi  et  reverend.    Card.    D,    Joach.  Bc~ 


—  U3  — 

tulli  ec  ;  ma  non  potè  condurre  a  termine  questa  fatica,  perchè  soprappreso 
dalla  morte  del  1834.  Egli  era  nato  in  S.  Marcello  nel  1801,  e  dopo  una 
tempestosa  gioventù,  si  era  reso  frate  nelP  ordine  di  S.  Giovanni  di  S.  Croce 
in  Gerusalemme. 

Cresci  Gio.  Francesco. 

Il  Perfetto  scrittore.  Roma,  1570,  in  4.°  oblungo. 

Con  tavole  di  caratteri  incisi  in  rame.  Il  Fioravanti  ricordando  questo  scrit- 
tore, crede  anch'  egli  che  appartenga  alla  nostra  città  ;  ed  ecco  come  si  e- 
sprimc  :  «  Si  vede  stampato  in  Roma  un  libro  intitolato  II  Perfetto  Scritto- 
ti re  di  Gio.  Francesco  Cresci,  commensale  continuo  del  Santo  Pontefice  Pio  V. 
«  quale  benché  passi  per  milanese,  per  essersi  stabilito  in  quella  città  sotto 
«  Giulio  III,  nondimeno  si  vede  che  è  pistoiese,  perchè  tale  vien  nominato 
«  Bartolomeo  suo  padre  in  una  lettera  scrittali  il  dì  primo  Ottobre  1570 
«  dal  canonico  Silvestro  Corsi  pisano  ;  ed  è  opera  rarissima  e  delle  più  belle 
«  che  si  sieno  vedute  alle  stampe  in  quel  genere.  »  (Fior.  Memorie  storiche.) 

Dal  Piiio  Domenico. 

Pensieri  sopra  la  generazione  dell'  uomo.  Lucca,  1706,  in  4.° 
Damiani  Lorenzo. 

Rimatore  vissuto  nel  secolo  XV,  del  quale  si  trovano  alcune  rime  nella 
Biblioteca  Nazionale  di  Firenze,  appartenute  già  alla  Strozziana.  Vedasi  di 
lui  il  Crescimbeni,  Commentari,  Voi.  IV,  e  il  Quadrio  Storia  della  Poesia, 
Voi.  II. 

Desideri  Francesco. 

Praxis  Sacrorum  Rituum  praecipuas  Ecclesiasticas  functio- 
nes  continentem  ec.  Pistoni,  1739,  in  8.° 

Questo  Francesco  Desideri  fu  sacerdote,  e  da  Mons.  Colombino  Bassi  nel  1723 
elelto  parroco  di  Santa  Maria  a  Colonica.  Nato  nel  1671,  morì  nel  1742.  La- 
sciò manoscritte  queste  due  opere  :  I.  Sollicitudinem  pastoralem  multa  Paro- 
cfiis  utilia  ex  selcctissimis  canonistarum,  ac  theologorum  promptuariis  excerpta 
comprehendentem.    —  II.  Fiori  di  perfezione  cristiana. 

Desideri  Ippolito. 

Gesuita,  andò  missionario  al  Thibct  nel  1712,  d'onde  fece  ritorno  nel  1727; 
morì  in  Roma  nell'anno  1733.  Dal  Thibet  scrisse  una  lunga  lettera,  pubbli- 
cata per  intiero  nella  Bibliotheca  Pistoriensis,  della  quale  mi  par  utile  ri- 
portare quei  passi  dove  parlasi  dei  lavori  da  lui  scritti  nella  lingua  di  quel 
paese  :  «  Essendo  stato  alcune  volte  richiesto  e  privatamente,  e  pubblica- 
mente della  differenza  tra  la  mia  e  la  loro  legge,  riè  arrischiandomi  a  trat- 


—  U4  — 

tare  ex  professo  a  voce  sì  delicati  punti  lino  a  non  possedere  perfettamente 
questa  lingua,  aveva  promesso  di  spiegare  loro  tutto  a  poco  a  poco  con  al- 
cuni libri:  a  tal  fine  ne' mesi  di  Giugno  Luglio  ed  Agosto  composi  due  libri; 
il  primo  in  confutazione  del  pessimo,  e  tanto  sparso  errore,  che  dice  po- 
tersi ognuno  salvare  nella  sua  legge,  ed  il  secondo  in  confutazione  del  dia- 
bolico errore  della  trasmigrazione  Pittagorica.  Agli  otto  di  settemhre  comin- 
ciai da  me  stesso  a  tradurre  in  questa  lingua  e  in  versi  Thibettani  il  primo 

di  detti  due  libri,  e  dopo  averlo  posto  bene  all'ordine,  a'  6  di  Gennaio  1717 

andai  a  palazzo  del  Re,  dove  fui  ammesso  nella  real  sala  dell'udienza,  ove 
stava  il  re  nel  suo  trono  circondato  da  un  molto  copioso  consesso  di  Grandi 
e  persone  della  corte,  e  di  Lammà  che  sono  i  loro  religiosi  e  dottori.  Il  Re 
ricevè  il  mio  regalo,  e  prese  nelle  sue  mani  il  mio  libro,  e  mi  fece  sedere 

in  faccia  al  suo  trono,  e  mi  fece  bere  il  Cià Dipoi  da  se 

stesso  lesse  tutta  la  dedicatoria  del  libro,  che  è  un  elogio  del  re  medesimo 
in  versi  Thibettani,  poiché  ad  esso  è  dedicato  il  libro.  Indi  ancorché  già 
sapesse  il  tutto,  come  stesse  la  cosa,  per  farmi  quest'onore  appresso  gli  al- 
tri, mi  domandò  chi  avesse  composto,  e  posto  in  questa  lingua  quel  libro  : 
risposi,  che  io  stesso  senz'aiuto  di  verun  uomo.  In  oltre  mi  domandò,  chi 
l'avesse  posto  in  versi  Thibettani,  risposi,  che  io  solo  da  me  medesimo.  Dopo 
di  ciò  lesse  un  buon  pezzo  del  primo  capitolo,  è  dipoi  diede  il  libro  in  mano 
di  uno  di  detti  dottori,  che  fra  tutto  il  consesso  era  il  più  vicino  al  re,  e 
dal  medesimo  dottore  il  fece  leggere.  Dipoi  da  se  stesso  si  pose  a  farmi  ar- 
gomenti in  difesa  della  trasmigrazione,  e  a  ciaschedun  argomento  udì  le  mie 
risposte,  dopo  le  quali  continuò  a  farsi  leggere  il  libro  da  detto  dottore  ed 
in  quel  mentre  arrivato  il  mezzo  giorno,  fu  licenziata  V  udienza,  senza  che 
il  re,  in  tanto  tempo,  avesse  udito  altri,  né  parlato  ad  altri  ».  Altri  scritti 
del  nostro  Desideri  li  ricorda  il  P.  Zaccaria  :  «  Neque  hos  solum  libros  scripsit 

P.  Hippolitns Nam  in  latinam  linguam convertit  Thi- 

betanorum  Sahorim,  seu  Kangiur,  qui  Bibliorum  Instar  ipsis  est  in  centum  et 
octo  grandia  volumina  tributi  compendium  a  Zonkabà  quodam  magna  apud 
cos  sanctitatis  fama  percelebri  elucubratum.  Alia  etiam  parabat,  quum  a  Thi- 
betanis  regionibus  in  Italiani  remeandum  fuit  P.  Hippolito  a.  1727.  » 

Desideri  Cesare. 

Appunti  sullo  stato  economico  del  Circondario  pistoiese.  Pi- 
stoia, Tip.  Niccolai  e  Quarteroni,  1868,  in  12.° 

Diario  Pistoiese  dell'anno  millesecento  settantatre,  dedi- 
cato airillustr.  Signor  Patron  colendissimo  II  Sig.  Gav.  Capi- 
tano Pistoletto  Gatteschi,  fra  gli  Accademici  Risvegliati 
detto   T  Insipido.  In   Pistoia,  per   gli  Eredi    del   Fortunati, 

1673,  in  4.° 

Pagg.  44  comprese  le  due  prime  carte  non  numerate.  Al  verso  del  frontespizio 
v'è  la  dedica  di  Stanislao  Sorbeschi  (forse  nome  finto)  ;  la  seconda  carta  nel 
recto  ha  l'avviso  al    lettore,  e  al  verso    un  sonetto  all'autore  dell'opera  fir- 


—  145  — 

mato  C.  C.  P.  G  ;  alla  terza  comincia  il  diario.  Secondo  il  Morcni  1'  autore 
di  questo  raro  Diario  sarebbe  un  Niccolò  Franchini-Taviani  :  il  Dottor  Ber 
nardino  Vitoni,  che  fu  molto  erudito  nelle  cose  pistoiesi,  lo  credette  opera 
invece  di  un  tal  Prete  Francolini,  di  cui  non  sa  dare  notizie.  Nella  Forte- 
guerriana  se  ne  conserva  un  esemplare  con  un'  interessante  aggiunta  mano- 
scritta, fatta,  credo,  dal  Conte  Francesco  Gatteschi. 

Diario  Sacro 'di  tutte  le  feste  che  annualmente  si  solen- 
nizzano nelle  chiese  della  città  di  Pistoia,  con  le  Indul- 
genze tutte  che  per  tali  occasioni  vi  sono  state  concesse. 
In  Firenze,  1745,  nella  Stamperia  di  Bernardo  Paperini, 
in  8.0 

Pagg.  260.  È  dedicato  a  Mons.  Federigo  Alamanni  V.°  di  Pistoia  con  lettera 
firmata  G.  P.  P.  Il  Mclzi  (Dizion.  di  Op.  anonime  e  Pseud.),  confondendo 
questo  coli' altro  diario  di  sopra  citato,  che  è  cosa  tutta  diversa,  lo  attribui- 
sce a  Niccolò  Franchini  Taviani.  Io  poi  non  saprei  chi  si  nasconda  sotto  quelle 
iniziali.  Un  altro  Diario  Sacro  è  stato  più  recentemente  compilato  dal  P.  Luigi 
Agostini,  già  da  noi  rammentato. 

Diario  per  la  cancelleria  civica  e  delle  cortine  di  Pistoia, 
compilato  l'anno  1796.  (In  Pistoia),  nella  stamperia  Bra- 
cali, senz'anno,  (ma  1796),  in  8.° 

Dichiarazione  della  giostra  fatta  in  Pistoia  l'anno  1666 
per  la  festa  di  Santa  Francesca  Romana  a  disposizione  del 
Rev.  D.  Ippolito  Baron  Bracciolini  Abate  degnissimo  oli- 
vetano  ec.  In  Pistoia,  per  Pier  Antonio  Fortunati,  1666, 
in  8.o 

Rarissimo. 
Dina  Lorenzo. 

Dell'influenza  che  ha  il  clima  sul  fisico  e  morale  dell'uomo, 
e  sul  genio  e  carattere  delle  malattie.  Pisa,  Prosperi,  1813, 
in  4.° 

È  dedicata  quest'operetta,  con  un  epigrafe,  a  Francesco  Tolomei  di  Pisto- 
ia, e  fu  dall'autore  letta  e  sostenuta  avanti  la  facoltà  medica  della  Univer- 
sità di  Pisa  nel  1815  all'oggetto  di  conseguire  il  grado  di  dottore  in  medi- 
cina. 

Dini  Pietro. 

Elogio  del  Prof.  Domenico    Stefani.  (Pistoia),  1837,  in  4.° 

Capponi,  Bibliogr.  Pisi,  10 


—  446  — 
Hi  ni  Giovanni. 

Lode  del  Prof.  Pietro  Dini.  Pistoia,  Bracali,  1838,  in  8." 

Itegli  Atti  dell'I.  Accad.  Pistoiese  di  Scienze  e  Lettere  (Pistoia,  1808,  Voi.  I; 
si  fa  ricordo  di  varie  memorie  accademiche  di  Giovanni  Dini;  nell'archivio 
della  stessa  accademia  si  conserva  pure  una  sua  memoria  col  titolo  :  Dell'in- 
fluenza che  hanno  le  lettere  sullo  spirito  delle  nazioni. 

Dondorl  Gismondo. 

Il  Lamento  del  Card.  Ippolito  de*  Medici. 

Manoscritto  nella  Bibliot.  della  Minerva,  alla  quale  l'autore  lasciò  tutti  i  suoi 
scritti.  È  ricordato  dal  Dondori  e  dal  P.  Zaccaria.  Comincia  Humano  viator. 
«  Gismondo  Dondori  avvocato  concistoriale,  e  uno  dei  Prelati  della  consulta 
«  che  si  faceva  in  Roma  sopra  le  materie  che  si  trattavano  e  si  definivano 
«  nel  sacro  Concilio  di  Trento;  di  suo  pugno  trascrisse  quasi  tutto  il  corpo 
«  civile,  con  utilissime  postille.  Stampò  alcune  consultazioni,  e  una  intorno 
«  al  divorzio  del  Re  d'Inghilterra.  »  Così  il  Dondori  nella  Pietà  di  Pistoia. 
Secondo  il  P.  Zaccaria  questo  Gismondo  scripsit  etiam  memorias  historicas 
suorum  temporum,  quae  mss.  adservantur  apud  suosr. 

Dondori  Fra  Giuseppe. 

Della  Pietà  di  Pistoia  in  gratia  della  sua  patria  scritta  da 
Fra  Giuseppe  Dondori  ministro  provinciale  de1  Cappuccini 
di  Toscana  ec.  In  Pistoia,  per  Pier  Antonio  Fortunati,  1666, 
in  4.° 

Pagg.  369,  e  carte  8  in  principio,  ed  altre  8  in  fine  non  numerale,  compresa 
l'antiporta  e  il  frontespizio  intagliato  in  rame.  Il  libro  è  diviso  in  due  parti, 
ma  nella  seconda  segue  la  numerazione  e  la  segnatura  della  parte  prima  ;  e 
fu  pubblicato  dopo  la  morte  dell'autore  dal  nipote  di  lui,  canonico  France- 
sco Dondori  decano  della  cattedrale  di  Pistoia,  il  quale  vi  fece  di  suo  qual- 
che aggiunta,  e  seguendo  i  desideri  dell'autore,  la  dedicò  al  Card.  Giulio  Ro- 
spigliosi, arcivescovo  di  Tarso,  poi  papa  Clemente  IX.  Nella  prima  parte  del 
libro  l'autore  fa  la  storia  dell'origine  e  dello  stato  di  tutte  le  chiese,  dei 
monasteri,  oratori,  spedali  ed  altri  luoghi  pii  della  nostra  città;  nella  se- 
conda parte  dà  le  memorie  dei  Santi,  dei  Beati,  e  di  altre  persone  insigni 
per  pietà  e  religione,  nati  in  Pistoia,  o  in  qualche  modo  appartenenti  alla 
medesima  città.  Termina  con  un  catalogo  degli  scrittori  pistoiesi,  incompleto 
ed  assai  inesatto,  e  che  non  ha  altro  merito  che  quello  d'essere  stato  il  primo 
a  pubblicarsi.  Nella  Fortegucrriana  si  conserva  il  manoscritto  autografo  di 
quest'opera,  che  è  piuttosto  rara. 

• —  Prediche. 

L'autore  medesimo  nella  Pietà  di  Pistoia  ricorda  di  svere  scritto  un  volumetto 
di  Prediche  municipali,  ed  un  altro  di  Prediche  miscellanee,  le  più  morali,  e 


—  447  — 

di  giovamento  alle  anime  :  ma  forse  le  lasciò  imperfette,  poiché  soggiunge  poco 
appresso  :  per  lo  cui  compimento  vuoivi  per  mera  grazia  dell'Altissimo  vita, 
sanità  e  ozio. 

—  Lettere. 

Manoscritte  nella  Forteguerriana,  in  una  raccolta  di  lettere  d'illustri  pisto- 
iesi, fra  le  quali  ve  ne  sono  dei  Marcellino,  del  Giacomelli,  del  Matani  e  al- 
tri. Di  fra  Giuseppe  Dondori,  al  secolo  Guglielmo,  e  della  sua  casa,  chiamata 
in  antico  de' Dondoli,  vedasi  il  Gamurrini  Famiglie  Toscane  ed  Umbre,  tom.  2, 
pag.  U. 

Ducei  Lorenzo. 

Trattato  della  Nobiltà  nel  quale  si  mostra  che  cosa  ella 
sia,  e  quali  le  sue  spetie.  Si  ragiona  in  che  maniera  si  perda, 
ove  dell'  Infamia,  e  per  distinguere  fondatamente  le  mag- 
giori dalle  minori  nobiltà,  si  dicono  molte  cose  della  Pre- 
cedenza ec.  In  Ferrara,  per  Vittorio  Baldini,  1603,  in  4.<> 

Pag.  158,  compreso  il  frontespizio,  e  carte  b  in  fine  contenenti  la  tavola  dei 
capitoli.  Assai  bella  edizione  in  carattere   corsivo. 

—  De  Elocutione.  Ferrariae,  apud.  Victor.  Baldini,  1600, 
in  8.o 

Bucci   P.   Silvano. 

Trattato  d'Ottica  pratica. 

Monoscritto  cartac.  in  i°  del  Sec.  XVII  nella  Forteguerriana,  segnato  di  n.  83. 

Elementi  di  Grammatica  Italiana  per  uso  dei  bambini  e 
bambine  dell'  Istituto  Puccini.  Pistoia,  Tip.  Gino,  1845, 
in  12.° 

Enfatico  Intronato. 

Nome  accademico  di  Niccolò  Forteguerri, 
Falilironi   Niccolò. 

Conciones  Quadragesimales. 

MS.  un  tempo  in  casa  Fabbroni,  in  molti  volumi,  secondo  il  P.  Zaccaria. 

—  Della  diffusione  del  sommo  bene. 

È  un  poema  in  terza  rima,  nel  quale  l'autore  aveva  imitato  lo  stile  di  Dante, 
e  che    poi  egli   medesimo    arricchì  di    commenti,    come  afferma    il  Dondori. 


—  148  — 

Anche  quest'opera  era  un  tempo  ms.  in  casa  Fabbroni.  L'autore  appartenne 
all'Ordine  dei  Domenicani,  ed  era  soprannominato  il  Sordino,  Fu  uomo,  scrive 
il  Dondori,  in  costumi  dottrina  e  talento  sui  pergami,  accompagnato  con  uno 
spirito  apostolico,  veramente  cospicuo  ;  nella  conversazione  dolcissimo,  e  prima 
di  perder  l'udito,  nel  governo  prudente  e  di  non  ordinario  zelo.  Morì  nel 
Convento  di  Pistoia  nel  1568,  d'anni  75. 

Fabbroni  Gio.  Battista. 

Oratio  babita  ante  ingressum  expositiouis  in  pi-imam  postc- 
rioris  Analyticorum  Aristotelis  in  scbola  pisana  bab.  anno 
1618.  Ad  Sereniss.  Cosmum  IL  Mag.  Hetruriae  Ducis.  Pisis, 
1618,  in  4° 

Fabbroni  Francese©. 

Il  Tebro  consolatore  della  Cbiesa  per  l'esaltazione  al  Pon- 
tificato dell' Eminentiss.  Sig.  Cardinale  Giulio  Rospigliosi, 
boggi  Clemente  IX  ec.  Ode.  In  Pistoia,  per  Pier  Antonio 
Fortunati,  1667,  in  4.° 

Pag.  2£.  compreso  il  frontespizio.  Questa  composizione  è  dedicata  a  Don  Fe- 
lice Rospigliosi  nipote  di  sua  Santità. 

Fabbroni  loremno. 

Storia  Genealogica  della  Famiglia  Fabbroni. 

MS.  nella  Nazionale  di  Firenze,  già  appartenuto  alla  Sirozziana. 

Fabbroaii  Casi.  ISenedcèto. 

Vita  di  Mons.  Giovanni  Visconti  pistoiese  prelato  dei  ca- 
valieri di  Santo  Stefano  scritta  dal  Can.  Benedetto  Fab- 
broni, ristretto  composto  da  Leone  Stella  ec.  Lucca,  1688, 
appresso  Iacinto  Paci,  in  12.° 

Il  Fabbroni  alla  sua  morte  lasciò  imperfetto  il  manoscritto  di  questa  vita, 
dal  quale  poi  Sebastiano  Conti  pistoiese  trasse  il  compendio  che  pubblicò 
col  spendonimo  di  Leone  Stella.  V.  Conti  Seb. 

Fabbroni  Card.  Carlo  Agostino. 

Spiritus  Principalis,  Oratio  de  Divini  Spiritus  Adventu  ad 
SS.  D.  A.  Clemeutem  X.  Pont.  Max.  Eomae,  typis  Ignatii 
De  Lazaris,  1671,  in  4.° 


—   149  — 

Csr.  i.  non  numcr.  con  lettera  dedicatoria  al  Sommo  Pontefice  Clemente  X. 
Il  Fabbroni  era  allora  alunno  convittore  del  Seminario  Romano.  Molti  altri 
scritti  inediti  del  Fabbroni  si  conservano  nella  Biblioteca  della  quale  ci  fece 
dono  alla  sua  patria,  e  che  da  lui  s' intitola  :  sono  scritti  giovanili  di  erudi- 
zione, dissertazioni  su  materie  ecclesiastiche  lette  nelle  accademie  romane  ce. 
Nella  stessa  biblioteca  si  conservano  pure  le  prove,  il  carteggio  e  molti  fil- 
tri documenti  relativi  alla  celebre  bolla  Unigcnilus,  nella  compilazione  della 
quale  fu  molto  adoperato  il  Fabbroni;  anzi  secondo  il  Guarnacci,  egli  ne  fu 
suasor  et  guari  anelar.  (Guarnacci,  Vitac  Pont,  et  Card.  Romae,  1731,  voi.  II, 
pag.  485.)  Agostino  Fabbroni  nacque  il  28  Agosto  1631  in  Pistoia  dal  Cav.  Nic- 
colò e  da  Lucilla  Sozzifanti.  Studiò  nel  Seminario  Romano,  e  prese  la  lau- 
rea in  Pisa,  dove  fu  discepolo  ed  amico  del  celebre  Enrico  Noris,  poi  car- 
dinole di  Santa  Chiesa.  Fu  tanto  intimo  d'Innocenzio  XII  da  venirgliene  in- 
vidia e  malevolenza  dagli  ambiziosi.  Clemente  XI  lo  fece  cardinale  il  17 
Maggio  1706,  e  fu  tosto  intromesso  nelle  più  ragguardevoli  congregazioni,  e 
adoperato  nei  più  gravi  negozi  della  Chiesa.  Morì  il  19  Settembre  1727. 

Osservazioni  sugli  Oratori  Greci. 

Negli  Aiti  dell'I,  e  R.  Accademia  Pistoiese  di  Scienze  e  Lettere,  Pistoia, 
1S08,  in  8,  tom.  1. 

—  Intorno  a  due  opuscoli  di  Senofonte  pubblicati  da  Cou- 
rier,  Osservazioni. 

Trovarsi  nella  Collezione  di  Opuscoli  Scientifici  e  Letterari  di  Francesco  Inghirami 
anno  1813.  Furono  poi  ristampate  nel  Giornale  Enciclopedico  di  Firenze  del  1814, 
n.  Co,  tomo  VII.  Con  questo  scritto  inlese  dimostrare  che  nonostante  le  cure 
5pesevi  intorno  dal  Courier,  pur  restavano  a  farsi  non  poche  correzioni  a 
que'duc  libri,  e  indicava  pure  molti  errori  nei  quali  il  Courier  stesso  era  ca- 
duto. 

—  Memorie  accademiche. 

Sono  ricordate  dal  De  Morlara  nelF  elogio  del  nostro  autore  (Pistoia,  Man- 
freùini,  1818,  in  8),  e  furono  lette  in  vari  tempi  nelle  adunanze  dell'Accade- 
mia pistoiese  di  Scienze  Lettere  e  Arti.  Eccone  i  titoli:  Intorno  ali*  utilità 
delle  Accademie.  —  Intorno  ad  Omero.  —  Sulle  parole  maris  expers  della  Sa- 
tira VI  v.  id  di  Persio.  —  Sopra  un  monumento  di  scritta  cambiaria  conser- 
vatoci da  Demostene.  —  Sui  caratteri  degli  Oratori  greci,  e  specialmente  di 
Demostene.  —  Intorno  alla  Musica,  Discorso.  —  SulVEpistome  di  Dionisio 
d'Alicarnasso  pubblicata  dal  Mai.  —  Siili  a  utilità  dello  studio  dei  classici  an- 
tichi. —  Sulle  elemosine.  —  Elogio  del  Cav.  Tommaso  Puccini:  —  Intorno 
ni  Frontone  pubblicalo  dal  Mai.  Non  si  trovano  peraltro,  come  potrebbe  cre- 
dersi, nell'Archivio  della  stessa    Accademia. 

—  Pistoia  Trionfante,  Cantata. 

Manoscritta,  ricordata  nel    citato  elogio  del    De    Mortara.  Fu    composta,  egli 


—  150  — 

dice,  in  quei  giorni  che  all'Elruria  fu  tolto  il  nome  di  Granducato  del  quale 
andava  da  vari  secoli  contenta,  per  fargliene  assumere  uno  minore  di  sil- 
labe, ma  più  fastoso  di  suono. 

—  Memorie    Storiche  dell'  Europa  dalla  rivoluzione   fran- 
cese fino  alla  caduta  del  Regno  d'Etruria. 

Manoscritte,  non  mai  stampate,  delle  quali,  dice  il  De  Mortara  più  volte  ri- 
cordato ,  se  dovessi  mettere  innanzi  il  mio  giudizio ,  direi  essere  state 
scritte  colla  penna  di  Senofonte  e  pensate  colla  mente  di  Tacito.  Carlo  Fab- 
broni  fu  dotto  grecista,  e  assai  versato  ancora  nelle  lettere  Ialine  e  italiane, 
nelle  matematiche,  e  nelle  scienze  economiche  :  nacque  nel  1765,  morì  nel 
1818.  Oltre  le  opere  di  sopra  ricordate,  lasciò  molte  scritture  intorno  ad 
Omero,  Demostene,  Eschine,  Esiodo,  Sofocle,  del  quale  annotò  anche  tutte 
le  tragedie,  Euripide,  Erodoto,  Aristofane,  Diodoro  Siculo,  Dionigi  d'Alicar- 
nasso,  Plutarco,  Appiano  Alessandrino,  Filostrato,  Dione  Cassio,  Temisto,  Iseo  ec: 
e  tra  gli  scrittori  latini  arricchì  di  dottissimi  commenti  Plauto,  Properzio, 
Q.  Curzio,  Plinio  il  giovane,  Valerio  Fiacco,  Stazio,  Sventonio,  Marziale,  Apu- 
leio, Claudiano,  e  Cornelio  Frontone.  Aveva  anche  preparato  i  materiali  per 
un  trattato  Sopra  i  mezzi  di  conseguire  la  ricchezza  nazionale,  ma  non  aveva 
neppur  incominciato  ad  ordinarli  quando  morì. 

Fanfani  Pietro. 

Spoglio  Filologico. 

Manoscritto  presso  l'autore,  diviso  in  sette  volumi,  con  due  d'indici.  Questo 
spoglio  contenente  le  più  belle  frasi,  i  costrutti  più  singolari,  le  proprietà  di 
lingua,  che  l'autore  notava  leggendo  i  nostri  classici  scrittori,  è  il  primo  te- 
soro linguistico  che  egli  ebbe,  e  che  fu  come  la  base  di  tutti  i  lavori  filo- 
logici e  lessicografici  dei  quali  arricchì  poi  la  nostra  letteratura. 

—  La  Medicina  del  cuore  di  F.  Domenico  Cavalca,  con  note. 

Questo  lavoro  non  vide  mai  la  luce,  né  la  potrà  vedere  in  seguito,  che  l'au- 
tore, preso  dalla  stizza  di  non  aver  trovato  abbastanza  abbuonati,  quando 
volle  pubblicarlo,  stracciò  ogni  cosa.  Ed  era  questo  il  primo  lavoro  a  cui  si 
era  accinto  !  Ma  bisogna  ben  credere  che  ncn  si  scoraggiasse  di  questo  pri- 
mo insuccesso,  chi  consideri  che  le  opere  pubblicate  fin  qui  dal  Sig.  Fan- 
fani sono  oltre  150. 

—  Ritratti  morali  :  il  Pedante,  V  Accademico,  il    moderno 
tribuno  della  plebe. 

Nella  Rivista,  giornale  di  Firenze,  anno  1845  ;  furono  poi  ristampati  negli 
Scrini  capricciosi  nel  1863  ;  e  poi  nella  seconda  edizione  di  essi  fatta  nel 
1872  col  titolo  Democritus  ridens. 

---  Osservazioni  sopra  alcuni  luoghi  della  Divina  Comme- 
dia. 

Si  pubblicarono    dapprima    nelle    Memorie  di  Religione,  di  Letteratura  ec.  di 


—  451   — 

Modena.  Si  ristamparono  poi  nell'  Etruria,  anno  18M-52  ;  nell'  appendice 
del  Dante  pubblicato  dal  Passigli  con  commenti  di  vari  ;  e  nel  1875  insieme 
ad  altri  scritti  danteschi  del  nostro  autore  col  titolo  «  Studi  ed  osservazioni 
sul  testo  delle  opere  di  Dante  » 

—  Bollettini  Politici.  Il  Re  di  Napoli  :  —  I  Tedeschi  :  - 
La  Costituzione  :  —  La  Guardia  Nazionale. 

Sono  in  foglio  volante,  e  si  cominciarono  a  stampare  in  Pistoia  alla  fine  del 
1846  per  spiegare  al  popolo  le  principali  cose  della  politica  ;  ed  erano  seritti 
in  lingua  popolare,  ma  schietta. 

—  Meditazione  della  povertà  di  Santo  Francesco.  Pistoia, 
Tip.  Cino,  1847,  in  16.° 

Ed.  citata  dalla  Crusca.  Questa  graziosa  scrittura  fu  tratta  da  un  codice  della 
Biblioteca  del  Convento  ài  Giaccherino,  smarrito  nell'  ultima  soppressione  di 
quel  Convento.  La  prefazione  è  di  Mons.  Enrico  Bindi  ;  le  note  filologiche 
del  Fanfani. 

—  11  Viaggio  di  Arrigo  VII.  in  Italia  del  Vescovo  di  Bu- 
trinto,  volgarizzamento  di  Ser  Bonacosa  di  Ser  Bonavita 
da  Pistoia  del  Sec.  XIV. 

Sta  nell'  Archivio  Storico  Italiano,  appond.  XVII,  e  XVIII.  Questo  Ser  Bo- 
nacosa,  non  mai  esistito,  non  è  altri  che  il  Sig.  Fanfani,  il  quale  ci  porge 
con  questo  scritto  una  prova  del  suo  valore  nelle  cose  di  lingua,  e  della 
sua  gran  pratica  degli  scrittori  classici  italiani.  Ma  lasciamo  che  egli  stesso 
ci  racconti  la  cosa  :  «  La  traduzione  è  fatta  da  me,  che  mi  posi  all'  opera, 
*  dopo  aver  sentito  portare  alle  stelle  un  tentativo  simile  fatto  dal  Leopar- 
«  di,  ma  scoperto  subito  ;  e  dopo  aver  letto  nelle  opere  del  Giordani  che 
«  non  è  maraviglia  se  il  Leopardi  fu  scoperto,  dacché  è  assolutamente  im- 
«  possibile  ritrarre  la  semplicità  e  la  proprietà  dei  Trecentisti.  La  mia  tra- 
«  duzione  fu  accettata  per  antica  :  piacque  a'  compilatori  dell'  Archivio, 
«  tutta  gente  del  mestiere  :  Carlo  Milanesi,  nel  riveder  meco  le  stampe, 
«  andava  in  visibilio  della  grazia  di  quel  volgarizzamento  :  il  Bonaini,  che 
«  prese  a  pubblicarlo,  ne  va  in  visibilio  nella  prefazione  ;  pubblicato  che 
«  fu,  passò  per  antico  appresso  tutti  i  più  acuti  filologici,  ed  il  Parenti  di 
«  Modena  ci  scrisse  su  un  articolo  di  lode  sperticata,  che  si  stampò  nei  Ri- 
«  cordi  Filologici  :  il  Tommaseo  lo  citò  qua  e  là  :  altri  era  per  citarlo  :  ne 
«  furono  ristampati  due  lunghi  tratti  nei  Fiori  di  $avio  e  bel  parlare,  Mi- 
ti lano,  Classici,  1848,  (Mazzo  1°  Scrittori  del  Trecento)  :  finche  poi  confes- 
«  sai  da  me  come  stava  la  cosa.  »  Ma  non  mancò  chi  fece  biasimo  al  Fan- 
fani di  essere  riuscito  in  cosa  a,  dire  del  Giordani,  impossibile,  e  nella  quale 
aveva  fallito  lo  stesso  Leopardi.  Vi  fu  perfino  chi  lo  accusò  di  aver  meno 
in  mezzo  il  Vicusseux  e  il  Bonaini,  quasi  fossero  due  ragazzi  ciechi  dell'in- 
telletto da  non  veder  da  se  ;  anzi  il  De  Gubernatis  arrivò  a  indicare  perfino 
la  somma  che  il  Fanfani  avrebbe  ricevuto  dal  Vieusseux  ;  mentre  la  verità 
è  che  il  Fanfani  non  chiese  uè  ebbe  alcun  compenso  pel  suo  lavoro. 


—  452  — 

—  Ricordi  Filologici.  Pistoia,  Tip.  Gino,  1847-1848,  in  8.0 

Pregiato  giornaletto  di  filologia,  promosso  dal  Fanfani,  che  fu  coadiuvato 
nella  compilazione  da  molti  illustri  pistoiesi,  tra  i  quali  1'  Arcangeli,  il  Bin- 
di,  il  Contrucci,  il  Franchini  ;  e  da  altri  stranieri  alla  nostra  città,  come  il 
Tommaseo,  il  Fornaciari,  il  Puoti  ec.  Il  Fanfani  lo  condusse  fino  al  n.°  47; 
scoppiata  la  guerra  in  Lombardia,  e  partito  co' volontari,  il  giornaletto  fu 
continuato  dal  Bindi  per  altri  due  numeri,  e  poi  cessò.  Ora  è  assai  raro. 

—  Osservazioni  sul  nuovo    Vocabolario  della  Crusca.    Mo- 
dena, Vincenzi,  1849,  in  8.° 

Sono  dedicate  a  M.  A.  Parenti.  «  Questo  libretto,  scrive  il  Fanfani,  fu  l'ori- 
gine di  tutte  le  persecuzioni  più  vili  e  più  accanite  contro  di  me.  F.sso  è 
riverentissimo  all'  Accademia  della  Crusca,  ed  a  questo  solo  patto,  che  non 
ci  fossero  cose  irriverenti  contro  la  Crusca,  ne  accettò  la  dedicazione  il 
Parenti  ;  al  Gherardini  poi  sembrò  adulatorio  ai  Cruscanti,  e  me  rie  scrisse, 
quasi  canzonandomi  per  leccafrullone.  La  Crusca  nondimeno  con  mia  gran 
meraviglia  non  la  intese  così  ;  e  vedendo  che  un  giovane  par  mio,  allora  im- 
piegato nel  Ministero  della  Istruzione  Pubblica  osava  discutere  la  infallibi- 
lità dell'  Accademia  ;  vedendo  1'  autorità  della  persona,  a  cui  il  libro  era  de- 
dicato, temè  che  il  Governo  potesse  voler  vedere  come  andava  la  cosa  di 
questo  vocabolario  ;  e  però  fu  preso  il  partito  di  screditare  al  possibile, 
non  solo  il  libro,  ma  1'  autore  di  esso.  Prima  di  tutto  gli  accademici  che  sino 
allora  m'  avevano  fatto  carezze,  preconizzato  la  bugnola,  mi  cominciarono  a 
guardare  in  cagnesco  ;  la  burrasca  fu  prenunziata  da  una  piccola  nuvoletta 
bianca  e  benigna,  a  cui  seguitò  1'  Arcangeli,  sino  allora  stato  amicissimo  mio, 
col  vento  furioso  di  un  libretto  anonimo  tutto  veleno  Prima  ed  ultima  pa- 
rola di  un  apatista.  Io  rispondevo  buone  ragioni,  e  1'  Arcangeli  vituperi,  dif- 
famazioni, e  parole  furibonde  ,•  non  aborrendo  anche  dallo  spargere  alla 
sordina  ogni  più  abietta  e  vile  calunnia.  Vedendo  la  infame  guerra  che  si 
faceva,  mi  tacqui.  Persone  oneste  e  di  autorità  cercarono  di  por  modo  al 
furore  dell'  Arcangeli,  il  quale  essendo  prete,  e  forse  vergognandosi  di  più 
mostrare  la  faccia,  mise  alla  scena  un  altro  accademico,  Donato  Salvi,  uomo 
ignoto,  il  quale  pubblicò  sotto  il  suo  nome  un  libro  intero  contro  di  me,  dove 
ci  sono  infamie,  inaudite,  ed  orribili.  Tanto  eccesso  mi  giovò  più  che  ogni 
difesa  :  ebbi  conforti  da  ogni  parte  ;  se  perdei  per  viltà  altrui,  o  per  in- 
grazionirsi  con  l'  Accademia,  alcuni  amici,  ne  acquistai  de'  migliori.  All'  ul- 
timo poi  ebbi  quel  trionfo  che  si  può  immaginare  più  splendido  ;  1'  Acca- 
demia, rinnovata  in  parte  di  gente  onesta  e  valente,  i  sette  fascicoli  da  me 
censurati  gli  mandò  al  macero,  e  stanziò  che  il  lavoro  si  cominciasse  da 
capo.  Quel  Salvi,  che  aveva  scritto  il  libro  contro  di  me,  fu,  sotto  onesto 
colore,  messo  fuori  dell'  Accademia  ;  e  dopo  qualche  anno  fui  fatto  accade- 
mico io.  (Fanfani.) 

—  All'  Autore  del  manifesto  d1  Associazione  per  le  osser- 
vazioni alle  osservazioni  di  P.  Fanfani.  Firenze,  alle  Log- 
ge del  Grano,  1850,  in  8.° 

«  Quel  manifesto  fu  la  prima  trombonata  della  guerra  brigantesca  del  Salvi- 


—  153  — 

«  Arcangeli-Crusca  ;  io  cercava  di  parare  i  colpi  ;  ma  le  mie  armi,  ciascu- 
«  no  può  vederlo,  erano  leali  ;  ne  bastavano  contro  le  coperte  persecuzio- 
«  ni.  »   (  Fan  fan  i). 

—  Seconde  osservazioni  sopra  il  nuovo  Vocabolario  della 
Crusca.  Firenze,  alle  Legge  del  Grano,  1850,  in  8.° 

«  Con  queste    continuavo  la  legittima  difesa  contro  le  facchinesche  villanìe 

«  de'  campioni  della  Crusca.  Persona  autorevole  si  mise  di  mezzo,  ed  io  di- 

«  chiavai,  in  fine  del  secondo    fascicolo,  con  generose    parole,  di    troncare 

«  la  disputa.  Ma  gli  avversari    covavano    1'  odio,  e  pubblicarono  il  loro  be- 

«  stiale  libro.    L'  effetto  di  esso,  e  il  mio    trionfo  1'  ho  toccato  nel  parlare 

«  delle   Osservazioni  al  nuovo   Vocabolario.  »   (Fanfani). 

■ —  Considerazioni  sopra  il  poema  in  nona  rima  intitolato 
L'  Intelligentia.  Firenze,  Bencini,  1850,  in  8.° 

Pagg.  23.  È  una  tiratura  a  parte  del  giornale  //  Conservatore  Costituzionale, 
in  venti  copie  in  carta  cerulea.  Quest'  antico  poema  era  stato  pubblicato 
dall' Ozanan  nella  sua  raccolta  intitolata  Documents  pour  servir  a  V  histoire 
lilìcaire  d'  Italie,  ed  il  Fanfani  col  suo  scritto  intese  a  correggerne  parecchi 
luoghi  ;  e  quel  caro  uomo  glie  ne  fu  grato,  e  non  solo  ristampò  un  carticino 
per  ringraziarlo  pubblicamente,  ma  diventò  suo  amico,  e  tale  si  mantenne 
sino  alla  morte.  È  interessante  a  leggersi  ciò  che  scriveva  al  Fanfani  sul 
proposito  delle  sue  Considerazioni.  «  1' avais  d' abord  a  vous  remercier  de 
vos  Cansiderafions  sur  le  poeme  V  Intelligentia.  En  imprimant  ce  lexte  j'a- 
vais  souvent  regrettè  de  n'  avoir  ni  le  manuscrit  sous  Ics  yeux,  ni  les  con- 
seils  de  quclque  palcographe  italien.  Vous  avez  relevè  mes  crreurs  avec 
eette  courtoisie,  dont  votre  savant  poys  ni*  a  donne  tant  de  preuves.  Par 
la  vous  m'  avez  mis  cn  mesure  de  corriger  et  de  completer  mon  travail. 
Des  vos  obscrvalions  j'  ai  compose  un  Errata,  qui  sera  desormais  joint  a 
chaque  exemplaire  de  mon  recueil.  » 

—  Lettera  Enciclica  di  S.  S.  Pio  IX.  Firenze,  Stamp.  alle 
Logge  del  Grano,  1850,  in  8.° 

È  una  traduzione  fatta  pel  Monitore  Toscano,  nel  quale  vide  dapprima  la 
luce  nel  18ò0,  e  ne  furono  tirate  anche  poche  copie  a  parte. 

—  Conti  di  antichi  cavalieri,  copiati  da  un  codice  della 
biblioteca  di  casa  Martelli,  e  stampati  ora  la  prima  volta 
per  cura  di  P.  Fanfani  con  note  e  dichiara zicni.  Firenze, 
1851,  Tip.  di  T.  Baracela  successore  di  G.  Piatti,  in  16.° 

Pagg.  XII-100.  Ed.  citata  dalla  Crusca.  Oltre  alle  continue  ed  abbondanti 
note,  specialmente  riguardanti  alle  origini  della  lingua,  evvi  in  fine  un  largo 
ed  accurato  spoglio  filologico. 

—  Dell'  abuso  di  critica  nel  pubblicare  antiche  scritture. 
Modena,  Vincenzi,  1851,  in  8.° 


—  J54  — 
Estratto  dalle  Memorie  di  Religione,  letteratura  ec.  di  Modena.  Fu  poi  ristam- 
pato nel    1872  nel  volume  Lingua  e  Nazione.  L'autore  combatte  con  ragione 
e  con  esempi  le  dottrine  del  Monti  e  del  Perticari  in  questa  materia. 

■ — >  L'  Aione,  favola  narrativa  burlesca  di  Michelangelo 
Buonarruoti  il  Giovane,  con  note  e  con  uno  spoglio  lessi- 
cografico di  P.  Fanfani.  Firenze,  stamp.  sulle  Logge  del 
Grano,  1852,  in  8.° 

Estratta  dall'  Etruria,  anno  -1852.  Ediz.  di  soli  150  esemplari  numerati,  uno 
dei  quali  in  carta  rosa.  È  citata  dalla  Crusca,  ed  ora  è  affatto  esaurita. 

—  Compilazione  della  Eneide  di  Virgilio,  fatta  volgare  sul 
principio  del  Sec.  XIV  da  Andrea  Lancia.  Firenze,  stamp. 
delle  Logge  del  Grano,  1851,  in  8.° 

È  una  tiratura  a  parte  del  Giornale  V  Etruria.  in  sedici  copie,  di  cui  due 
in  carta  grave,  e  perciò  rarissima.  È  dedicata  al  Baly.  Martelli,  proprietario 
del  codice  da  cui  fu  copiata,  ed  è  arricchita  di  note  critiche,  e  di  una  ri- 
sposta a  Salvadore  Betti,  che  aveva  fatte  parecchie  osservazioni  sopra  al- 
cuni luoghi  del  testo,  da  lui  reputati  errati,  mentre  erano  schiettissimi,  co- 
ni' ebbe  poi  egli  stesso  in  seguito  a  confessare. 

—  Legge  suntuaria  fatta  dal  Comune  di  Firenze,  nel  1355 
volgarizzata  da  Andrea  Lancia.  Firenze,  Soc.  Tipografica, 
1851,  in  8.o 

Si  pubblicò  dapprima  nell'  Etruria,  dalla  quale  se  ne  fece  una  tiratura  a 
parte  in  150  copie,  di  cui  una  in  carta  forte.  Questo  importantissimo  do- 
cumento storico  è  arricchito  di  note,  ed  è  citato  anche  dalla  Crusca.  Ora 
redizione  è  affatto  esaurita. 

—  Discorso  critico  sugli  opuscoli  dì  Cicerone  volgarizzati 
nel  buon  secolo  della  lingua,  pubblicati  da  Francesco  Zara- 
brini  (Imola,  Galeati,  1850).  Bologna,  1852,  in  8.0 

Pag.  19.  Va  unito  ad  altro  scritto  dell'  Arcangioli  sullo  stesso  argomento  ; 
ma  P  articolo  del  Fanfani  era  stato  già  pubblicato  nel  giornale  II  Conserva- 
tore di  Firenze,  anno  1850,  n.  193. 

—  Fiore  di  un  Comento  di  Dante  del  1343,  Firenze,  Tip. 
delle  Logge  del  Grano,  1852,  in  8.° 

Estratto  dal  giornale  V  Etruria,  anno  2.°  Questo  commento  riguarda  i  pri- 
mi sedici  canti  dell'  Inferno  ;  ed  è  corredato  di  note,  compilate  dal  Fanfa- 
ni, ed  in  parte  da  Ettore  Marcucci,  che  era  uno  dei  collaboratori  dell'  Etru 
ria.  11  Fanfani  pubblicò  poi  tutto  1'  intiero  commento. 

—  L'  Etruria  Giornale  di  Filologia,  di  Letteratura  e  di 
Belle  Arti.  Firenze,  alle  Logge  del  Grano,  1851-1852,  in  8.° 

Ottimo  giornale  di  filologia  ed  uno  dei  migliori  in  quel  genere  che  abbiano 


—  155  — 

veduto  la  luce  in  questi  ultimi  anni  tra  noi.  Fu  promosso  dal  Sig.  Fanfani 
che  ne  fu  il  Direttore,  ed  uno  dei  principali  collaboratori  ;  ma  fu  aiutato 
anche  da  molti  illustri  letterati  italiani.  È  citato  anche  dalla  Crusca  per  le 
molle  scritture  antiche  del  buon  secolo,  che  vi  furono  pubblicate. 

—  Della  Immagine  Miracolosa  della  SS.  Nunziata  di  Fi- 
renze, di  Francesco  Bocchi.  Firenze,  Baracchi,  1852,  in  16.° 

Si  fece  questa  ristampata  in  occasione  della  solenne  incoronazione  che  di 
quella  immagine  venne  fatta  in  queir  anno  per  cura  del  governo  granducale 
Il  Fanfani  oltre  a  curare  il  testo,  vi  fece  la  prefazione  e  le  note.  La  cen- 
sura ecclesiastica  la  proibì  perchè  in  una  nota  si  riportava  la  lettera  del 
Re  Abgaro  colla  risposta,  dicendo  solo  che  si  credevano  apocrife.  Bisognò 
allora  ristampare  il  carticino  per  aggiungere  da  qual  papa  e  da  qual  conci- 
lio quelle  lettere  furono  dichiarate  apocrife. 

—  Notizia  del  Consigliere  Giuseppe  Maria  Pauer.  Firenze, 
Starnp.  alle  Logge  del  Grano,  1853,  in  8.° 

Fu  inserita  dapprima  nel  Monitore  Toscano,  anno  1835,  e  ne  fu  fatta  una  ti- 
ratura a  parte  in  venti  copie. 

—  Proverbi  illustrati. 

In  vari  numeri  del  giornale  L'Industriale  di  Firenze,  anno  1854. 

—  I  Poeti  Francescani  in  Italia  nel  Sec.  XIII  per  A.  F. 
Ozanam,  recata  in  italiano  da  P.  Fanfani.  Prato,  Alber- 
ghetti, 1854,  in  8.o 

E  dedicata  al  generale  dell'ordine  Francescano-  Il  Fanfani  fece  questa  tradu- 
zione per  invito  del  P.  Francesco  Frediani  sno  amicissimo,  ed  anche  per  segno 
d'amicizia  verso  l'Ozanam  ;  e  vi  fece  di  suo  anche  qualche  aggiunta. 

—  Necrologia  del  March.  Giacinto  Viviani-Della  Robbia. 
Firenze,  stamp.  delle  Logge  del  Grano,  1854,  in  8.° 

Estratta  dal  Monitore  Toscano,  anno  1854. 

—  Vocabolario  della  Lingua  Italiana.  Firenze,  Le  Monnier, 
1855,  in  I6.0 

Pogg.  XVI-1735  a  due  colonne.  L'autore  n'ebbe  commissione  dal  Sig.  Le  Mon- 
nier, ed  è  lavoro  molto  ben  fatto,  e  può  dirsi  l'unico  tra  quelli  compen- 
diati, che  sia  stato  fatto  da  un  purgato  scrittore  qual  è  il  Fanfani,  e  da  po- 
tersi perciò  adoperare  con  sicurezza.  Ne  fu  fatta  una  seconda  edizione 
nel  1865. 

—  Regola  di  S.  Benedetto  volgarizzata  nel  buon  secolo. 
Firenze,  Barbèra,  Bianchi  e  Comp.  1855,  in  16.°* 

Ed.  citata  dalla  Crusca.  Sebbene  ne  apparisca  il  nome  del  P.  Lisi,  pure  a 
tutta  l'edizione  attese  il  Fanfani. 


—  <ÌÒ6  — 

—  Lettere  precettive  di  eccellenti  scrittori  scelte,  ordinate 
e  postillate  da  P.  Fanfani.  Firenze,  Barbèra,  1855,  in  16.° 

Pubblicazione  fatta  per  commissione  dell'editore  Barbèra,  col  proposito  di 
raccogliere  come  un  corso  di  belle  lettere  dato  da  solenni  maestri.  Di  questa 
edizione  fu  fatta  una  contraffazione  in  Napoli  nel  183G  per  opera  di  Gmnio 
Fabricatore,  ma  con  molte  castrazioni  alle  note  fatte  dalla  censura  borbonica. 
Ne  fece  poi  un'altra  edizione  ad  uso  delle  scuole  il  Barbèra  nel  1871,  in  16.° 
In  questa,  che  è  la. seconda  edizione,  si  tolsero  alcune  lettere  meno  impor- 
tanti, e  si  corressero  ed  abbreviarono  anche  molte  note. 

—  Novella  del  Grasso  Legnaiolo,  riscontrata  col  mano- 
scritto e  purgata  da  molti  e  gravissimi  errori.  Firenze,  Le 
Monnier,  1856,  in  12.° 

Pagg.  XX-72.  Dedicata  a  Mons.  Giuseppe  Ignazio  Montanari  di  Bologna.  Il 
Fanfani  si  servì  per  questa  pubblicazione  della  edizione  procurata  dal  Mo- 
reni,  ma  prima  di  darla  alla  stampa  la  riscontrò  gelosamente  parola  per  pa- 
rola sul  codice  magliabechiano,  col  quale  procurò  molte  correzioni,  un  sag- 
gio delle  quali  è  registrato  dopo  il  discorso.  Particolar  cura  mise  nella  pun- 
teggiatura, e  nel  collocamento  de' segni  ortografici  ;  e  vedendo  poi  che  molte 
voci,  frasi  e  costrutti  avevano  bisogno  veramente  di  una  dichiarazione,  la 
corredò  di  note  poste  a  pie  di  pagina,  aggiungendole  alle  pochissime  del 
Moreni,  le  quali,  a  distinguerle  dalle  altre,  segnava  colla  lettera  M.  Ed.  ci- 
tata dalla  Crusca. 

—  Rime  burlesche  di  diversi  autori,  raccolte,  ordinate  e 
postillate  da  P.  Fanfani.  Firenze,  Le  Monnier,  1856.  in  12.° 

Raccolta  fatta  per  commissione  del  Le  Monnier.  Vi  sta  innanzi  a  guisa  di 
prefazione  il  dialogo  di  Don  Sughero,  nel  quale  si  dà  ragione  del  lavoro,* 
il  qual  dialogo  fu  poi  aggiunto  ai  Diporti  Filologici;  e  posto  innanzi  anche 
alla  Antologia  Toscana,  stampata  a  Napoli  nel   1869. 

■ —  Il  Passatempo,  Giornale  Settimanale.  Firenze,  Tip.  alle 
Logge  del  Grano,   1856-1857. 

Questo  amenissimo  giornale  fu  proposto  da  Zanobi  Bicchierai,  al  quale  si  unì 
il  Fanfani,  che  fu  coadiuvato  poi  da  Antonio  Tanfani,  e  dai  fratelli  Raffaello 
e  Alessandro  Foresi.  Ebbe  umili  principii,  ma  non  tardò  a  farsi  strada  anche 
tra' valentuomini,  che  non  sdegnarono  di  farsene  cooperatori;  fra  i  quali  il 
Bindi,  il  Contrucei,  il  Lambruschini,  il  Silvestri,  il  Fraticelli  ed  altri  assai. 
Dopo  otto  mesi,  abbandonato  dalla  maggior  parte  di  questi  scrittori,  fu  conti- 
nuato per  qualche  tempo  dall'editore  Polverini,  e  cessò  poi  nei  primi  mesi 
del  1857. 

—  Lettere  del  Comune  di  Pistoia  al  comune  di  Lardano, 
pubblicate  per  cura  di  P.  Fanfani.  Firenze,  Celimi,  1857, 
in   8.° 

Sono   cstratte    dalle   Letture    di  Famiglia,  App.    che  pubblicava  il    Cellini.  Il 


—  157  — 

Fanfani  rinvenne  queste  lettere  in  un  codice  dell'Archivio  delle  Potesterie 
di  Pistoia,  e  le  corredò  di  molte  note:  esse  comprendono  gli  anni  1390- 
139  ti. 

—  Traduzione  dell'operetta  Institutio  Puerilis  di  Antonio 
Mureto. 

Questa  traduzione  è  in  versi  sciolti,  e  trovasi  nella  raccolta  fatta  da  Nazario 
Gallo  col  titolo:  «  Monumento  di  Carità.  Trieste,  Weis,  1837,  in  fol.  »  Vi 
sono  anche  esemplari  a  parte,  ma  sono  rarissimi. 

—  Il  Decameron  di  messer  Giovanni  Boccacci  riscontrato 
co'  migliori  testi,  e  postillato  da  P.  Fanfani.  Firenze,  Le  Mou- 
nier, 1857,  voi.  2,  in  12.°  —  Annotazioni  e  Discorsi  sopra 
alcuni  luoghi  del  Decameron  di  M.  Giovanni  Boccacci,  fatte 
da' Deputati  alla  correzione  del  medesimo.  Quarta  edizione 
diligentemente  corretta  con  aggiunte  di  Vincenzo  Borghini, 
e  con  postille  del  medesimo,  e  di  A.  M.  Salvini,  riscontrate 
sugli  autografi,  ed  emendate  da  gravi  errori.  Firenze,  F.  Le 
Monnier,  1857,  in  12.° 

Il  Decameron  conta  pagg.  LXII-590  ;  460,  non  compresi  antiporte  e  fronte- 
spizi, e  con  una  carta  bianca  in  line  del  voi.  1.°:  le  Annotazioni  pagg.  IV- 
9.G&,  oltre  l'antiporta  e  il  frontespizio.  Edizione  fatta  con  molta  cura,  alla  quale 
il  Fanfani  mise  innanzi  una  Breve  notizia  della  vita  e  delle  opere  di  Gio- 
vanni Boccacci,  con  un  ragionamento  sopra  il  testo  Mannelli  ;  notizia  che  fu 
stampata  anche  a  parte.  Questa  edizione  fu  tenuta  per  testo  dal  Witte  nella 
ristampa  della  sua  edizione  fatta  a  Lipsia  in  tre  volumi  nel  1858.  Nella  pre- 
fazione ne  parla  con  molta  lode,  e  quella  edizione  egli  dedicò  al  Fanfani  con 
una  epigrafe  onorevolissima. 

— ■  Di  un  poemetto  rusticale  del  Piovano  Iacopo  Lori,  let- 
tera ad  A.  Gotti.  Firenze,  Cellini,  1857,  in  8.° 

Estratta  dalle  «Letture  di  famiglia».  Questo  poemetto  è  la  Mea  di  Polito 
del  Pievano  Iacopo  Lori,  pubblicata  la  prima  volta  da  Giuseppe  Tigri  in  fi- 
ne ai  Canti  Popolari  Toscani.  (Firenze  Barbèra,  1857).  La  lettera  è  intesa  a 
correggere  i  molti  errori  fatti  dal  Tigri  nel  dare  alla  luce  quel  poemetto, 
che  doveva  esser  pubblicato  dal  Fanfani  medesimo,  se  non  fosse  stato  pre- 
venuto, con  poca  delicatezza,  mi  sembra,  dal  Sig.  Tigri,  il  quale  non  igno- 
rava le  fatiche  spese  dal  Fanfani  intorno  ai  poemetti  del  Lori. 

—  Le  Cene  ed  altre  prose  di  Anton  Francesco  Grazzini 
detto  il  Lasca,  riscontrate  sui  migliori  codici  per  cura  di 
P.  Fanfani.  Firenze,  Le  Monnier,  1857,  in  16.° 

Ed.  citata  dalla  Crusca.  Delle  cure  spese  dal  Fanfani  per  renderla  ottima  e 
corretta   confrontandola    sui  codici  e  sulle  precedenti  edizioni    rende  conto 


—  458  — 

nella  prefazione  dicendo  :  a  Non  credo  che  sarò  tenuto  presuntuoso,  se  la 
presente  edizione  io  la  dò  per  migliore  senza  paragone  delle  fatte  fin  qui  : 
e  re  dico  parermi  di  aver  ottenuto  il  fine  propostomi  con  questo  lavoro,  che 
è  quello  di  dar  fuori  un  testo  del  Lasca  quanto  più  si  poteva  corretto  e 
mondo  dagli  spropositi,  che  copiatori  e  stampatori  ci  avevano  cacciato  den- 
tro. » 

- —  Delle  varie  lezioni  proposte  dal  Sig.  Zane  de'  Ferranti 
nell'Inferno  di  Dante.  Firenze,  Cellini,  1857,  in  8.° 

Estratto  dalle  Letture  di  Famiglia,  voi.  o,  pag.  3,  app.  Questo  scritto  fu  poi 
ristampato  nel  volume  col  titolo  :  Sludi  ed  osrervazioni  sul  testo  delle  opere 
di  Dante.  Firenze,  1875. 

— •  Statuti  del  Comune  di  Cecina  del  1409  pubblicati  da 
P.  Fanfani.  Firenze,  Cellini,  1857,  in  8.0 

È  tiratura  a  parte  dalle  Letture  di  Famiglia.  E  questo  un  documento  di  molla 
importanza  per  la  storia  civile  di  quei  tempi,  ed  assai  interessante  anche 
per  la  lingua. 

—  Delle  Voci  e  dei  Modi  errati,  Dialogo. 

Nella  Rivista  Ginnasiale,  anno  1857.  Fu  poi  ristampato  nel  giornale  la  Favilla 
di  Palermo,  e  quindi  nei  Diporti  Filologici.  Non  è  inutile  il  notare  come  que- 
sto lavoretto  del  Fanfani  fosse  scritto  prima  che  il  Viani  componesse  il  suo 
Dizionario  di  pretesi  francesismi.  * 

—  Degli  antichi  romanzi  cavallereschi,  e  del  Girone  Cor- 
tese in  particolare.  Milano,  1857,  in  8.° 

È  una  tiratura  a  parte  della  Rivista  Ginnasiale.  Un  certo  Sig.  Tassi,  accade- 
mico della  Crusca,  aveva  poco  tempo  innanzi  pubblicato  quel  romanzo  su  di 
un  codice  da  lui  creduto  del  sec.  XIV,  e  ripieno  invece  di  goffaggini  di 
ben  altro  tempo.  La  Crusca  le  aveva  citato  nella  sua  tavola.  Il  Fanfani  con 
questo  suo  scritto  intese  di  provare  che  quel  romanzo,  quale  avea  stampato 
il  Tassi,  e  che  la  Crusca  avea  citato  come  scrittura  del  Trecento,  non  era 
che  una  goffa  contraffazione  del  secolo  XVII,  e  che  per  conseguenza  il  co- 
dice sul  quale  l'edizione  fu  fatta,  era  di  tre  secoli  posteriore.  Posta  così  in 
chiaro  la  falsità,  la  Crusca  stessa  tolse  via  quel  libro  dalla  tavola  dei  citati. 

—  Lettera  mandata  il  5  di  Luglio  1260  a  Giacomo  di 
Guido  Cacciaconti,  mercante  di  Francia,  da' suoi  compagni 
di  Siena.  Firenze,  Cellini,  1857,  in  8.° 

Edizione  di  12  copie,  estratta  dal  Giornale  Letture  di  Famiglia.  È  questa  let- 
tera molto  importante  per  la  storia  e  per  la  lingua,  un  vero  gioiello,  dove 
pochi  sono  i  vocaboli  oscuri,  o  fuori  d'uso,  sebbene  scritta  in  quei  primi 
secoli.  Il  Fanfani  poi  la  corredò  di  molte  e  interessanti  note. 


—  159  — 

• —  Il  Medagnone,  scrittura  giocosa  di  Benedetto  Fioretti, 
pubblicata  da  P.  Fanfani.  Firenze,  Le  Mounier,  1857,  in  8.° 

Estratta  dal  Piovano  Arlotto,  anno  1857. 

—  Capitoli  della  Compagnia  de'  Portatori,  scritti  nel  1317 
e  pubblicati  da  P.  Fanfani  con  note  del  medesimo.  Bolo- 
gna, alle  Scienze,  1858,  in  8.° 

Sta  insieme  ad  altri  opuscoli  tolti  dal  giornale  1'  Eccitamento  di  Bologna, 
per  cura  di  Francesco  Zambrini.  Di  quest'  edizione  si  tirarono  soli  2  esem- 
plari. 

■ —  Voto  filologico-legale.  Firenze,  Bonducciana,  1858,  in  4.° 

Sta  in  una  scrittura  dell'  Avv.  Siccoli.  e  fu  scritto  per  interpetrare  il  giu- 
sto valore  di  una  frase  di  una  lettera  commerciale,  dalla  quale  dipendeva 
la  vincita  o  la  perdita  di  forte  somma.  Brunone  Bianchi  aveva  fatto  il  voto 
contrario  ;  ma  la  causa  fu  vinta  dal  Siccoli. 

—  Lettera  al  Dott.  Almansi.  Firenze,  Barbèra  1858,  in  8.° 

Estratta  dal  Piovano  Arlotto.  Si  risponde  con  questa  lettera  agli  improperii 
che  V  Almansi  avea  scritto  contro  il  suddetto  giornale,  e  specialmente  con- 
tro del  Sig.  Fanfani. 

—  Dino  Compagni  sbertucciato  da  G.  T.  Firenze,  1848, 
in  8.° 

Estratta  dal  Piovano  Arlotto.  Con  questo  ameno  scrittarello  il  Fanfani  critica 
un'edizione  di  Dino  Compagni  pubblicata  dal  Barbèra  nella  Collezione  Dia- 
mante. Il  Fanfani  poi  giudica  come  alfatto  apocrifa  la  cronaca  attribuita  fin 
qui  a  Dino  Compagni. 

—  Lettere  inedite  d'  illustri  Senesi,  pubblicate  per  cura 
di  P.  Fanfani,  Firenze,  Cellini,  1858,  in  8.° 

È  una  tiratura  a  parte  dall'  Appendice  alle  Letture  di  Famiglia.  Fra  queste 
lettere  ve  ne  sono  di  Scipione  Bargagli,  di  Diomede  Buonamici  e  d'  altri. 

—  Prefazione  dell'  Accademia  francese  al  suo  vocabolario 
della  lingua  francese,  trad.  da  P.  Fanfani.  Firenze,  Le 
Monnier,  1858,  in  8.° 

Estratta  dal  Piovano  Arlotto,  anno  185*8,  con  note  lessicografiche  in  questa 
edizione  a  parte. 

—  Protesta  dei  Professori  della  Scuola  medica  fiorentina 
per  gli  insulti  scritti  dal  prof.  Betti  contro  il  Bufalini.  Fi- 
renze, 1858,  in  4.° 

Fu  scritta  per  commissione  dei  predetti  professori,  il  nome  dei  quali  si 
lecce  alla  fine. 


—  160  — 

—  Il  Piovano  Arlotto,  capricci  mensuali  di  una  brigata  di 
begliumori.  Firenze,  Le  Mounier,  1857  ;  e  Barbèra,  1858-59,. 
in  8.°    gr. 

Ne  furono  promotori  e  compilatori  il  Fanfani,  Raffaello  Foresi,  e  un  tal  Fan- 
tacci,  tutti  e  tre  impiegati  governativi  ;  e  nonostante  è  ammirabile  il  corag- 
gio col  quale  scrivevano.  Fbbe  anche  per  questo  il  giornale  grandissima  ac- 
coglienza ;  ma  dovè  cessare  sul  principio  del  1860,  perchè  la  intolleranza 
politica  del  governo  provvisorio  della  Toscana  si  mostrava  molto  maggiore 
che  quella  del  governo  granducale-  Gli  esemplari  completi  sono  rarissimi, 
perchè  vane  dispense  furono  sequestrate  dal  governo  Lorenese  ;  ma  sono 
assai  rari  anche  i  fascicoli  separatamente. 

—  Le  Commedie  di  Anton  Francesco  Grazzini,  riscontrate 
sui  migliori  codici,  e  postillate  da  P.  Fanfani.  Firenze,  Le 
Monnier,  1859,  in  12.° 

Ed.  citata  dagli  Accademici  della  Crusca.  Il  Fanfani  fece  questo  lavoro  per 
commissione  del  Le  Monnier. 

—  Lettera  dei  Dieci  di  Balia  del  Comune  di  Firenze  alla 
Signoria  di  Siena.  Firenze,  Barbèra,  1859,  in  8.° 

È  una  tiratura  a  parte  del  Piovano  Arlotto  in  pochissime  copie.  Questa  impor- 
tantissima lettera  è  del  Secolo  XV. 

—  Discorso  del  giuoco  della  Palla  a  corda  pubblicato  da 
P.  Fanfani  con  note.  Firenze.  Celimi,  1859,  in  8.° 

Estratto  dalle  Letture  di  Famiglia,  append. 

—  Novelle  di  Francesco  Sacchetti  cittadino  fiorentino,  Fi- 
renze, G.  Barbèra,  1860,  Voi.  2,  in  32.° 

Pagg.  XIV-S56  :  11-600.  Ed.  fatta  per  commissione  del  Barbèra,  alla  quale 
stanno  innanzi  de'  brevi  cenni  intorno  alla  vita  dell'  autore. 

— -  Vita  di  Vincenzo  Nannucci.  Torino,  Pomba,  1860,  in  8.0 

Fu  composta  per  1'  enciclopedia  Popolare  edita  dal  Pomba,  con  copie  a  parte. 

i —  La  Fiera,  commedia,  e  la  Tancia,  commedia  rusticale 
di  Michelangelo  Buonarroti  il  giovane,  con  annotazioni  di 
P.  Fanfani.  Firenze,  Le  Monnier,  1860,  in  16.° 

Ed.  fatta  con  molta  cura,  sul  testo  autografo,  ed  arricchita  di  preziose  note. 

—  Le  Pitture  del  quartiere  di  Papa  Leone  in  Palazzo  Vec- 
chio. Firenze,  Stamp.  delle  Murate,  1861,  in  8.° 

—  11  Gazzettino  di  Girolamo  Gigli.  Firenze,  Barbèra,  18£l, 
in  16.o 

Pagg.  XII-140,  oltre  V  antiporta  e  il  frontespizio.  Vi  è  premessa  una  prefa- 


—  161   — 

zione  nella  quale  il  Fanfani  dà  notizia  di  Girolamo  Gigli  e  del  suo  Gazzet- 
tino. Edizione  fatta  sopra  una  fedel  copia  di  un  codice  della  Biblioteca  Se- 
nese, che  si  dice  autografo,  e  riscontrato  con  altri  due  codici  della  Maru- 
celliana  di  Firenze.  Fu  tirata  a  soli  125  esemplari,  tutti  per  ordine  nume- 
rati, contrassegnati  della  firma  autografa  dell'  editore,  e  col  nome  del  ri- 
spettivo posseditore.  Ora  è  divenuta  rarissima. 

—  L'  Amorosa  Fiammetta  di  M.  Gio.  Boccaccio.  Firenze, 
Barbèra,  1861,  in  32.° 

Ed.  fatta  per  cura  del  Barbèra.  Fa  parte  della  Collezione  Diamante. 

—  Il  Decameron  di  M.  Gio.  Boccaccio.  Firenze,  Barbèra, 
1861,  in  32.o  Voi.  3. 

Nitidissima  edizione  Diamante,  adorna  di  vignette  al  principio  di  ogni  vo- 
lume, ed  arricchita  di  un  breve  discorso  della  vita  e  delle  opere  di  Gio- 
vanni Boccacci.  Nel  testo  fu  seguita  V  edizione  precedente  del  Le  Monnier. 

—  Gli  Anabattisti,  narrazione  storica  di  Lamberto  Man- 
forzio,  traduzione  dal  latino  di  P.  Fanfani.  Firenze,  Stamp. 
delle  Logge  del  Grano,  1861,  in  8.° 

Traduzione  fatta  con  molta  scioltezza  ed  eleganza  di  stile. 

—  La  Guerra  di  Serrazzana,  il  Lamento  di  Lorenzo  de  Me- 
dici e  del  Duca  Alessandro,  aggiuntavi  la  Morte  di  Loren- 
zino,  pubblicati  da  P.  Fanfani.  Firenze,  Le  Monnier,  1862, 
in  8.o 

Edizione  di  12o  esemplari. 

—  La  Cronaca  Fiorentina  di  Dino  Compagni.  Firenze,  Bar- 
bèra, 1862,  in  32.o 

Ed.  Diamante,  fatta  d'incarico  del  Barbèra,  il  quale  non  volle  ristampare 
qual  era,  il  testo  del  Tortoli,  seguito  in  una  precedente  edizione  del  1858, 
dopo  che  il  Fanfani  ne  ebbe  fatte  gravi  censure  in  un  articolo  inserito  nel 
Piovano  Arlotto  col  titolo  «  Dino  Compagni  sbertucciato  ». 

—  Dialogo  di  Alessandro  Piccolomini,  dove  si  ragiona  della 
bella  creanza  delle  donne,  pubblicato  per  cura  di  P.  Fan- 
fani. Firenze,  al  Monitore,  1862,  in  16.° 

—  Storia  di  Attila  Flagellum  Dei,  antico  romanzo  caval- 
leresco pubblicato  da  P.  Fanfani.  Firenze,  al  Monitore  To- 
scano, 1862,  in  16.o 

Fu  pubblicato  per  associazione  ad  un  numero  determinato  di  copie. 
Capponi,  Bibliogr.  Pist.  I  i 


ser 


—  462  — 

Vespasiano  da  Bisticci,  Commentario  della  vita  di  Mes- 
.  Giannozzo    Manetti,  pubblicato    a  cura  di  P.    Fanfani 
Torino,  Un.  Tipog.  Ed.  1862,  in  8.0 

11  Fanfani  fece  questa  pubblicazione  come  socio  della  Commissione  de' Testi 
di  Lingua,  e  vi  aggiunse,  oltre  una  saporitissima  prefazione,  alcune  orazioni 
del  Manetti  ec.  Questo  volume  è  citato  nella  Tavola  degli  Accad.  della  Crusca. 

—  Il  Pome  del  bel  fioretto  di  Domenico  da  Prato,  rima- 
tore del  Sec.  XV  pubb.  a  cura  di  P.  Fanfani.  Firenze, 
stamp.  delle  Logge  del  Grano,  1863,  in  8.° 

Ed.  di  120  esemplari  fatta  per  associazione. 

—  Le  Usanze  fiorentine  del  Secolo  XVII  descritte  dal 
Cav.  Tommaso  Einuccini,  con  raggiunta  del  Lamento  di 
Parione  scritto  da  Gio.  Dati,  pubb.  per  cura  di  P.  Fan- 
fani. Firenze,  Stamp.  sulle  Logge  del  Grano,  1863,  in  8.0 

Ed.  di  150  esemplari  estratta  dal  giornale  //  Borghini.  anno  1865. 

—  Il  Lacbera,  giornale  popolare.  Firenze,  1863. 

Si  pubblicò  il  primo  numero  solo.  Il  Fanfani  avea  creduto  che  nel  bealo 
regno  d'Italia  fosse  permesso  di  scrivere  con  quella  onesta  libertà  che  non 
era  negata  neppure  sotto  il  governo  lorenesc,  quando  si  pubblicava  il  Piovano 
Arlotto:  ma  non  così  la  pensarono  al  Ministero  dell' Interno  a  Torino,  che  ne 
fecero  un  affar  di  stato;  ed  al  povero  Sig.  Fanfani  la  sarebbe  andata  assai 
male*  se  non  era  un  altissimo  funzionario,  brava  ed  onesta  persona,  il  quale 
fece  in  modo  che  non  si  desse  seguito  alla  cosa.  Certo,  qui  avrà  soffiato  nel 
fuoco  qualche  amico  del  Fanfani,  e  chi  sa  che  non  lavorasse  anche  il  famoso 
abatino* 

—  Vocabolario  dell'Uso  Toscano.  Firenze,  Barbèra,  1863, 
in  I6.0  Voi.  2. 

Questo  Vocabolario  contiene  quella  parte  del  volgar  toscano,  la  quale  non 
si  trova,  se  non  in  piccola  quantità,  ne' vocabolari  che  abbiamo;  e  che  forse, 
e  senza  forse,  è  la  più  bella  e  la  più  efficace.  Vi  si  assegna  la  ragione  di 
parecchi  idiotismi  comuni  al  nostro  popolo,  di  vari  singolari  costrutti  e  pro- 
prietà di  lingua.  Si  pongono  spesso  dei  riscontri  tra  l'uso  corrente  e  l'uso 
degli  scrittori  antichi,  e  nulla  si  trascura  di  ciò  che  può  illustrare  la  sog- 
getta materia.  Per  non  far  poi  un  magro  registro  di  voci,  ed  un  lavoro  ug- 
giosamente uniforme,  si  da  varia  forma  a  diversi  temi,  quando  venga  il  bello, 
e  recasi  ancora  qualche  composizioncella  inedita,  dove  serva  comecchessia 
d'  illustrazione. 

—  Opere  varie  di  Michelangelo  Buonarroti  il  giovane,  al- 
cune delle  quali  non  mai  stampate,  per  cura  di  P.  Fanfani. 
Firenze,  Le  Mounier,  1863,  in   16.° 

Ed.  fatta  con  molta  cura,  e  citata  anche   dalla  Crusca. 


—  163  — 

—  I  Marmi  di  Anton  Francesco  Doni,  ripubblicati  per  cura 
di  P.  Fanfani,  colla  vita  dell'  autore  scritta  da  Salvatore 
Bongi.  Firenze,  Barbèra,  1863,  voi.  2  in  16.° 

Pagg.  LXIV-344  ;  IV-312,  comprese  le  rispettive  antiporte.  Ed.  fatta  per 
commissione  del  tipografo  Barbèra.  Il  Fanfani  vi  fece  la  prefazione  e  le  note  ; 
la  vita  e  la  bibliografìa  la  fece  il  Bongi,  che  già  aveva  preparata  la  mate- 
ria, e  che  volentieri  la  cede.  Della  vita  se  ne  tirarono  25  esemplari  a  parte. 

—  Vocabolario  della  pronunzia  toscana.  Firenze,  Le  Mon- 
nier,  1863,  in  12.° 

È  lavoro  puramente  commerciale,  fatto  per  desiderio  del  Le  Monnier,  e  senza 
punto  studio.  Le  stesse  regole  e  segni  per  la  pronunzia  si  riprodussero  nel 
vocabolario  grande. 

—  Due  canzoni  politiche  di  Bruscanio  da  Rovezzano,  De- 
scrizione del  giuoco  del  calcio  d'anonimo,  pubb.  da  P.  Fan- 
fani. Firenze,  Stamp.  alle  Logge  del  Grano,  1864,  in  8.° 

Estratto  dal  Giornale  II  Borghini. 

—  Esortazione  allo  studio  della  Divina  Commedia  fatta 
nel  1459  al  Duca  Borso  di  Ferrara.  Firenze,  stamp.  alle 
Logge  del  Grano,  1863,  in  8.° 

Ed.  di  25  esemplari,  estratta  dal  Borghini,  ed  arricchita  di  alquante  note. 

—  L'Andria,  commedia  di  Terenzio,  trad.  da  P.  Fanfani. 
Firenze,  alle  Logge  del  grano,  1864,  in  8.° 

Fu  pubblicata  nel  giornale  II  Borghini,  anno  III  ;  e  questa  è  una  tiratura  a 
parte.  Il  Fanfani  eominciò  a  tradurre  Terenzio  fino  dal  1845,  ma  non  ha  fin 
qui  tradotto  che  tre  commedie,  di  cui  solo  l'Andria  ha  veduto  la  luce. 

—  Narrazioni  estratte  dal  Diario  di  Domenico  Lenzi  bia- 
daiolo,  aggiuntevi  le  poesie  del  medesimo  Lenzi,  pubbli- 
cate per  cura  di  P.  Fanfani.  Firenze,  stamp.  sulle  Logge 
del  Grano,  1864,  in  8.0 

Ed.  di  50  esemplari.  Furono  pubblicate  queste  narrazioni  la  prima  volta  nel 
Borghini,  e  sono  scrittura  bellissima  del  trecento,  e  molto  importante  per 
la  storia. 

—  Ricordo  di  una  giostra  fatta  in  Firenze  a  di  7  Feb- 
braio 1468  sulla  piazza  di  S.  Croce  aggiuntovi  la  notizia 
della  festa  fatta  in  Firenze  la  notte  di  Carnevale  da  Bar- 
tolomeo Benci  in  onore  della  Manetta  di  Lorenzo  Strozzi. 
Firenze,  stamp.  alle  Logge  del   Grano,  1864,  in  8.° 

Ed.  di  25  esemplari,  estralla  dal  Borghini. 


—  164  — 

—  Capitolo  del  Giuoco  del  Biliardo  di  Niccolò  Martelli 
al  Sig.  Pandolfo  Pucci,  pubb.  per  cura  di  P.  Fanfani.  Fi- 
renze, sulle  Logge  del  Grano,  1864,  in  8.° 

Ed.  di  l&  esemplari,  di  cui  due  col  nome  non  vendibili,  due  in  carta  pecora, 
e  10  in  carta  inglese. 

—  Scritti  capricciosi  di  P.  Fanfani.  Firenze,  stamp.  sulle 
Logge  del  Grano,  1864,  in  8.°  grande. 

Pagg.  XII-512  compresa  l'antiporta.  È  dedicata  questa  raccolta  a  Raffaello 
Foresi,  ed  ha  il  titolo  impresso  a  rosso  e  nero.  Le  scritture  contenute  in 
questo  volume  avevano  già  veduto  la  luce  nei  giornali  fiorentini  II  Piovano 
Arlotto,  Il  Passatempo,  La  Rivista. 

—  Il  Contr'  Uno  o  della  servitù  volontaria  di  Stefano  De 
la  Boètie,  trad.  dall'antico  francese  di  P.  Fanfani.  Milano, 
Daelli,  1864,  in  12.° 

—  Regola  de' Frati  di  S.  Iacopo  d'Altopascio,  pcbb.  a  cura 
di  P.  Fanfani.  Bologna,  R.  Tipografia,  1864,  in  8°  piccolo. 

Ed.  citata  dalla  Crusca.  Forma  il  voi.  M  della  Scelta  di  curiosità  letterarie, 
edita  dal  Romagnoli,  ed  ha  in  fine  uno  spoglio  lessicografico. 

— -  Teorica  de'  Verbi  italiani  di  F.  Compagnoni,  con  note 
di  P.  Fanfani.  Firenze,  Stefano  Iouhaud,  1865,  in  12.° 

Ed.  fatta  per  commissione  del  libraio  Iouhaud  :  oltre  le  molte  note  di  cui  ar- 
ricchì il  lavoro,  il  Fanfani  corresse  molti  errori,  e  vi  fece  una  prefazione 
dove  combatte  le  dottrine  di  Vincenzo  Nannucci. 

—  Lettera  Dantesca  al  Prof.  Gaetano  Ghivizzani. 

Sta  nell'opera  «  Dante  e  il  suo  Secolo  »  pubblicata  in  occasione  del  Cente- 
nario di  Dante,  Firenze,  Cellini,  1865,  in  4.°  grande. 

—  Proverbi  di  Salomone,  volgarizzamento  del  Secolo  XIV, 
con  note  e  dichiarazioni  di  P.  Fanfani.  Firenze,  Natali,  1865, 
in  I6.0 

Ed.  fatta  per  commissione  di  Tito  Albanesi,  nella  quale  si  correggono  parec- 
chi errori  della  prima  edizione  citata  dalla  Crusca. 

—  Il  Borgbini,  Giornale  di  Filologia  e  di  Lettere  italiane, 
Firenze,  Polverini,  1863-65,  voi.  3,  in  8.o 

—  Della  Poesia  giocosa  e  di  Antonio  Malatesti.  Milano, 
Corradetti,  1865,  in  16.° 

Sta  innanzi  al  volume  delle  poesie  del  Malatesti;  queste  però  non  furono, 
come  dovevano  essere,  curate  dal  Fanfani. 


—  165  — 

—  La  Savonaroliana,  estratta  dal  Diario  di  Luca  di  Antonio 
di  Luca  Landucci,  uno  dei  Piagnoni.  Firenze,  stamp.  sulle 
Logge  del  Grano,  1865.  in  8.0 

Ed.  di  40  esemplari  numerati,  estratta  dal  Borghìnì.  Ne  fu  tirato  un  esem- 
plare in  carta  pecora,  in  cui  evvi  di  più  un  epigramma  del  Fanfani  sul  Sa- 
vonarola. 

—  Vocabolario  della  Lingua  Italiana,  compilato  per  uso 
delle  Scuole.  2.a  Edizione  accresciuta  più  che  di  un  sesto, 
e  quasi  tutta  rifatta.  Firenze,  Le  Mounier,  1865,  in  8.° 
grande. 

Pagg.  XVI-1695  a  due  colonne. 

—  Dialogo  in  morte  di  Teresina  Prudenzano. 

Trovasi  nel  volume  intitolato  Fiori  e  Melodie,  Napoli,  1865,  in  8.° 

—  Ricordanza  del  Dott.  Leopoldo  Fedi.  Pistoia,  Tip.  Cino, 
1866,  in  8°  grande. 

—  Lettera  al  Cav.  Francesco  Zambrini,  dove  si  dà  rag- 
guaglio di  due  codicetti  italiani  del  Secolo  XIV.  Firenze 
Celimi,  1866,  in  8.0 

È  una  tiratura  a  parte  dall'  appendice  al  giornale  Letture  di  Famiglia. 

—  Vocabolario  Cateriniano  di  Girolamo  Gigli.  Firenze,  Tip. 
Giuliani,  1866,  Voi.  2,  in  12.° 

Pagg.  VIJI-240  ;  278,  computate  le  antiporte.  Ed.  di  250  esemplari,  tra  i 
quali  alcuni  in  carta  inglese  da  disegno. 

—  Ferruccio  Del  Ficca,  novella  d'  anonimo.  Firenze,  Giu- 
liani, 1867,  in  I6.0 

Ed.  di  £2  esemplari  numerati,  oltre  tre  copie  in  pergamena,  ed  altre  in 
carta  grave.  In  alcune  copie  evvi  in  fine  una  novella  poetica  molto  sudicia. 

- —  Avvertenze  sopra  le  Favole  di  Gualfredo,  pubblicate  da 
Gaetano  Ghivizzani.  Bologna,  Romagnoli,  1867,  in  16.° 

Queste  avvertenze  dirette  in  forma  di  lettera  al  medesimo  Ghivizzani  fu- 
rono da  lui  pubblicate  con  altre  del  Tommaseo  e  di  Luigi  Barbieri  in  un 
volumetto  come  appendice  alle  dette  Favole. 

—  Pistola  di  San  Bernardo  a'  Frati  del  Monte  di  Dio,  vol- 
garizzamento del  Secolo   XIV    citato  dalla  Crusca,  e  dato 


—  166  — 
fuori  per  la  prima  volta  da  P.  Fanfani.  Bologna,  Romagno- 
li, 1867,  in  I6.0 

Col  frontespizio  in  colori.  Questa  pistola  forma  il  voi.  84  della  Scelta  di 
curiosità  letterarie  edita  dal  Romagnoli. 

—  Lettera  Mercantile  di  un  Pistoiese  del  Sec.  XIV,  con 
le  quattro  stagioni  idillii  rusticali  del  Baly  Dei-Rosso.  Pi- 
stoia, Tip.  Cino,  1867,  in  8.0 

Fu  pubblicata  in  occasione  delle  nozze  Arcangeli-Cellesi  a  nome  di  Luigi 
Giusfredi  Direttore  della  Tip.  Cino. 

—  La  Lingua  e'  è  stata,  e'  è,  e  si  muove.  Faenza,  Mar- 
colini,  1868,  in  8> 

È  una  tiratura  a  parte  dagli  Atti  dell'  Accademia  di  Faenza.  Fu  poi  ristam- 
pata nei  Diporti  Filologici,  e  con  qualche  cambiamento  nel  volume  Lingua  e 
Nazione.  Con  questo  1'  autore  prese  a  combattere  le  strane  dottrine  del 
Manzoni,  il  quale  tra  le  altre  diceva  non  aver  1'  Italia  una  lingua  comune. 

—  La  Paolina,  novella  scritta  in  lingua  fiorentina  italiana 
da  Pietro  Fanfani.  Firenze,  Tipog.  all'  insegna  di  S.  An- 
tonino, 1868,  in  12.o 

Pagg.  58,  compresa  1'  antiporta,  e  una  carta  bianca  al  fine.  Venne  appo- 
sitamente scritta  onde  confutare  le  dottrine  del  Manzoni  intorno  alla  lingua 
italiana,  e  se  ne  impressero  soli  300  esemplari. 

■ —  La  stessa.  Seconda  edizione  ritoccata,  con  una  nuova 
nota,  e  un  saggio  di  traduzione  nel  volgare  fiorentino.  Fi- 
renze, Tip.  all'  insegna  di  S.  Antonino,  1868,  in  12.° 

Edizione  di  500  esemplari. 

• —  La  stessa.  Terza  edizione  ritoccata,  con  una  nuova  no- 
ta, e  alcuni  saggi  di  traduzione  nei  vari  dialetti  italiani. 
Firenze,  Tip.  del  Vocabolario.  1870,  in  12.° 

Pagg.  54.  Alla  novella  succedono  le  note,  e  a  queste  la  traduzione  del  proe- 
mio della  Paolina  in  otto  dialetti,  cioè  piemontese,  mantovano,  genovese; 
reggiano,  napolitano,  veronese,  veneziano  e  catanzarese.  Se  ne  tirarono  & 
esemplari  in  carta  inglese  da  disegno  ;  e  fu  anche  ristampata  nel  volume, 
che  in  appresso  citeremo,  Novelle,  Racconti  ec. 

—  Lettere  di  Annibal  Caro  scelte  e  postillate  da  P.  Fan- 
fani. Napoli,  Morano,  1868,  in  16.° 

Ed.  per  uso  delle  Scuole,  fatta  per  commissione  del  Morano. 


—  167  — 

—  Una  casa  fiorentina  da  vendere,  con  un  racconto  mo- 
rale, e  con  un  esercizio  lessicografico  Firenze,  Tip.  di  S.  An- 
tonino, 1888,  in  12.° 

—  Due  Lettere  storiche  dei  Sec.  XV  e  XVI  pubblicate  per 
cura  di  P.  Fanfani.  Firenze,  Tip.  di  S.  Antonino,  1868, 
in  lG.o 

Ed.  di  SO  esemplari  in  carta  di  vari  colori.  Forma  il  n.°  1  di  una  raccol- 
tina  che  il  Fanfani  aveva  preso  a  pubblicare  col  titolo  :  Spigolature  Fioren- 
tine ;  ma  che  poi  non  condusse  oltre  il  numero  tre. 

—  L'  Ingresso  dell'  Arcivescovo  Antonio  Altoviti  in  Firen- 
ze narrazione  del  Secolo  XVI,  pubblicata  da  P.  Fanfani. 
Firenze,  Tip.  di  S.  Antonino,  1868,  in  16.° 

Ed.  di  50  esemplari,  di  carte  in  vari  colori,  che  forma  il  n.  2  della  raccolta 
sopra  citata  Spigolatura  Fiorentina. 

—  Controtuniulto  dei  Ciompi,  Lettera  del  Secolo  XIV, 
pubblicata  da  P.  Fanfani.  Firenze,  Tip.  di  S.Antonino,  1869, 
in  I6.0 

Ed.  di  SO  esemplari  in  carta  di  vari  colori.  È  il  n.  3  della  Spigolatura  Fio- 
rentina. 

■ —  Novo  vocabolario  della  lingua  Italiana.  Firenze,  Cel- 
imi, 1869 

È  in  corso  di  stampa.  Questo  è  il  vocabolario  compilato  per  ordine  del  Mi- 
nistro della  Pubblica  Istruzione  secondo  le  proposte  del  Manzoni.  Il  Fanfa- 
ni fu  uno  della  Commissione  compilatrice,  poi  non  potendo  secondare  in  tutto 
le  dottrine  che  si  voleva  che  governassero  il  lavoro,  rinunciò  all'  ufficio 
quando  il  lavoro  era  già  condotto  a  tutta  la  lettera  A. 

—  L'unità  della  Lingua,  periodico.  Firenze,  Polverini,  1869- 
70-71-72-73,  in  8.0 

—  Antologia  Toscana  compilata  per  uso  delle  Scuole  Gin- 
nasiali. Napoli,  Morano,  1869,  in  12.°  ,  voi.  2. 

Vi  si  contengone  le  più  graziose  scritture  di  toscanità,  ma  forse  vi  predo- 
mina un  po'  troppo  la  parte  burlesca.  Vi  è  premesso  come  prefazione  il 
dialogo  di  Don  Sughero,  già  fatto  per  le  rime  burlesche. 

—  Una  Bambola,  romanzo  per  le  bambine.  Firenze,  Pol- 
verini, 1869,  in  16.°    fig. 

E  questo  nel  suo  genere  il  miglior  libro  che  il  Fanfani  abbia  fatto,  e  quello 
a  cui  egli  vuol  più  bene.  Ebbe  lodi  grandissime  dai  giornali  italiani  e  stra- 


—  468  — 

nieri,  fra  i  quali  piacemi  ricordare  il  Magazzino  della  Letteratura  Straniera 
di  Berlino.  Il  Guerrazzi  così  ne  scrisse  ali*  autore  :  Ho  letto  la  Bambola,  e 
poiché  vuole  che  ancora  io  le  dica  la  mia,  gliela  spiattello  come  la  sento. 
Circa  a  lingua,  che  avvertire  a  lei,  così  solenne  maestro  ?  È  favella,  che 
scorre  giù  limpida  e  cheta  come  un  ruscelletto  dell'  Appennino  ;  solo  non 
mi  va  quel  sanzionare,  eh'  Ella  fa  coli'  autorità  sua,  certi  pleonasmi,  come 
a  mo'  d'  esempio  :  a  me  mi  pare,  e  via.  Lo  scopo  del  libro,  e  il  concetto  del 
libro  paionmi  e  sono  tali  da  disgradarne  (io  sarei  per  dire)  Thomas  a  Kem- 
pis.  Il  colorito  si  mantiene  pacato  e  uniforme  ;  pensieri,  passioni,  tutto, 
conformi  all'  indole  delle  persone  destinate  a  leggere  il  racconto.  Insomma 
per  me  giudico  eh'  Ella  abbia  scritto  un  bel  libretto,  e  fatto  una  buona  a- 
zione  ».  Il  Congresso  Pedagocico  di  Napoli  lo  premiò  con  menzione  onorevole. 

—  Dell'  obbligo  di  ben  parlare  la  propria  lingua  di  Carlo 
Dati,  con  note  di  P.  Fanfani.  Firenze,  Polverini,  1870, 
in  I6.0 

Fu  ristampata  come  prefazione  nei  Diporti  Filologici,  (Firenze,  1870). 

—  La  Mea  di  Polito,  idillio  rusticale  di  Iacopo  Lori  con 
note  di  P.  Fanfani.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1870,  in  16.° 

Il  Fanfani  aveva  fino  dal  1846  preparato  questo  lavoro  con  incredibile  studio  e 
fatica,  quando  nel  1857  il  Prete  Tigri  lo  pubblicò  ne'  Canti  Popolari  Toscani:  ma 
siccome  egli  non  potè  avere  il  manoscritto  originale,  gli  convenne  stamparlo 
su  di  una  copia  malamente  raffazzonata  da  lui  e  dall'  Arcangeli.  L'  edizione 
riuscì  peraltro  così  prodigiosamente  spropositata,  che  nella  ristampa  di  quei 
Canti  fu  creduto  prudente  non  riprodurlo.  Della  indelicata  condotta  dell'Ar- 
cangeli e  del  Tigri,  come  degli  errori  fatti  da  quest'  ultimo  nel  pubblicare 
questo  poemetto,  parlasi  lungamente  nella  prefazione  ;  ma  il  Fanfani  ne 
aveva  già  scritto  nella  sua  lettera  ad  Aurelio  Gotti  inserita  nelle  Letture  di 
Famiglia  del  1858. 

—  Cecco  d'  Ascoli,  racconto  storico  del  Secolo  XIV.  Fi- 
renze, Carneseccbi,  1870,  in  16.o 

Pagg.  XVI-400.  Fu  dapprima  pubblicato  nel  giornale  II  Diritto,  anno  1869. 
Dopo  vide  la  luce  nell'  appendice  del  giornale  //  Roma  di  Napoli,  anno 
1871.  Nello  stesso  anuo  se  ne  fece  una  ristampa  a  Lipsia  dal  Brockaus,  in 
12. o  che  forma  il  voi.  XIII  della  Biblioteca  di  Autori  Italiani.  Questa  edizione 
è  corredata  della  vita  dell'  autore,  e  di  una  bella  prefazione.  Anche  questo 
lavoro  fu  giudicato  molto  favorevolmente  dalla  stampa  italiana  :  vi  fu  chi  lo 
antepose  ai  Promessi  Sposi  del  Manzoni,  e  per  la  purezza  di  lingua  è  supe- 
riore a  loro  di  certo.  In  Germania  se  ne  fece  lo  stesso  giudizio. 

—  Due  allegre  novelle  del  secolo  XVIII.  Firenze,  Tip.  del 
vocabolario  ec.  1869,  in  16.° 

Pagg.  32,  compresa  1'  antiporta.  Se  ne  impressero  solo  49  esemplari,  di  cui 
&  in  carta    inglese  da  disegno,    uno  in  carta  del  secolo    XV,    uno  hi  carta 


—   169  — 

grande  colorata  di  Sicilia,  e  tre  in  pergamena  di  Roma.  Sono  tratte  queste 
novelle  dall'  opera  1'  Arcadia  in  Brenta,  di  Ginnesio  Gavardo  Vacaliero. 
Vcn.  1793. 

—  Il  Sor  Gaudenzio  Scorbacchiato,  novella  di  P.  Fanfani, 
aggiuntovi  il  Dies  Irae  travestito.  Firenze,  Tip.  del  Voca- 
bolario, 1870,  in  8.o   grande. 

Ed*  nitidissima  di  soli  20  esemplari,  di  cui  tre  in  carta  inglese  da  disegno, 
uno  in  carta  azzurra,  e  tre  in  finissima  pergamena.  La  novella  era  stata  già 
pubblicata  col  titolo  «  Il  Ciarlatano  Scorbacchiato  »  nel  giornale  V  Unità 
della  Lingua,  anno  II,  n.  il;  ma  lì,  dice  l'autore  nell'avvertimento,  non  si  pote- 
va raccontare  come  andò  per  1'  appunto  a  finire  la  cosa  di  quel  nostro  pe- 
dante sor  Gaudenzio,  perchè  andando  quel  foglio  per  le  scuole,  ed  essendoci 
nella  chiusa  qualche  po' di  grassoccio,  i  babbi  e  i  maestri  mi  avrebbero  con 
tutta  ragione  fatto  qualche  lavata  di  capo. 

—  Diporti  Filologici  e  Letterari,  con  altri  opuscoli  della 
natura  medesima.  Firenze,  Carnesecchi,  1870,  in  S.° 

Pagg.  353.  I  diporti  filologici  avevano  già  veduta  la  luce  nel  giornale  t'  Etru- 
ria  pubblicata  dal  medesimo  Sig.  Fanfani  :  gli  ristampò  a  Napoli  Bruto  Fa- 
ticatore con  ricca  e  dotta  prefazione  (Napoli,  Fibreno,  1858,  in  8.°).  Alla 
presente  edizione  fatta  dal  Fanfani  vi  sta  innanzi  il  discorso  del  Dati  sul- 
1'  Obbligo  dì  parlare  la  propria  lingua  ;  al  quale  fa  seguito  un  altro  bel  la- 
voro del  Prof.  Di  Giovanni  sopra  questa  opera  dei  diporti  Filologici,  già  pub- 
blicato nella  Favilla  di  Palermo. 

—  Voci  e  maniere  del  parlar  fiorentino.  Firenze,  Tip.  del 
Vocabolario,  1870,  in  16.° 

Serve  come  compimento  al  Vocabolario  dell'  uso  Toscano. 

—  Don  Zizzira,  di  V.  Nannucci.  Firenze,  al  Vocabolario, 
1870,  in  12.o 

È  una  novella  satirica  in  versi,  il  cui  autografo  il  Fanfani  aveva  comprato 
ad  una  pubblica  vendita. 

—  Il  Vicario  Burlato,  novella  di  Andrea  Cavalcanti.  Fi- 
renze, Tip.  del  Vocabolario,  1870,  in  16.° 

Ed.  di  46  esemplari,  di  cui  l  in  carta  inglese  da  disegno,  e  due  in  finissi- 
ma pergamena  di  Roma,  in  formato  di  8.°  La  novella  fu  estratta  dal  codice 
riccardiano  n.  2270,  e  ha  per  argomento  «  Il  semplice  de'  Pazzi  con  belle 
maniere  cava  di  mano  a  certi  villani  molti  presenti,  e  fa  una  nuova  bella 
al  vicario  dell'  Arcivescovo  di  Firenze  » 

—  Antologia  Italiana  compilata  per  uso  delle  Scuole  tec- 
niche da  G.  Rigutini  e  P.  Fanfani.  Firenze,  Paggi,  1870-71, 
in  8.0  ,  Voi.  2. 

Raccolta  fatta  per  commissione  del  Paggi  Libraio.  Il  Rigutini  fece  il  voi.  1  ; 
il  Fanfani  il  voi*  2. 


—  170  — 

—  Lettera  consolatoria  al  Prof.  G.  Gazzino. 

Sta  nella  raccolta  fatta  per  la  morte  della  Gazzino.  Genova.  Tip.  de' Sordo- 
Muti,  1871,  in  16.° 

—  La  Tonia  da  Castello,  stanze  d1  incerto  autore  del  Se- 
colo XVII.  Firenze,  Polverini,  1871,  in  8.° 

Pubblicazione  fatta  per  le  nozze  di  Diomede  Buonamici  colla  Signora  Giulia 
Soria.  Ed.  di  poche  copie  in  carta  grave. 

—  Le  Favolose  Dee,  Stanze  di  Gio.  Batta  Forteguerri.  Pi- 
stoia, Bracali,  1871,  in  8.° 

Pubblieazioae  fatta  per  le  nozze  Rossi-Rucellai  per  cura  di  Luigi  Giusfrcdi. 
Il  Fanfani  riscontrò  il  codice,  e  curò  l'edizione,  come  resulta  dalla  lettera 
che  va  innanzi,  diretta  al  Giusfredi. 

—  Lettera  di  un  tedesco    sull'  infranciosamento  della  lin- 
gua italiana.  Firenze,  Tip.  del  Vocabolario,  1871,  in  8.° 

È  corredata  di  note  riguardanti  i  barbarismi,  con  altre  sulla  teoria  manzo- 
niana intorno  alla  lingua  italiana. 

—  Istruzione  con  diletto,  libro  di  lettura  per  le  scuole  ele- 
mentari. Firenze,  Tip.  del  Vocabolario,  1871,  in  16.° 

Di  questo  lavoro,  composto  per  commissione  del  Provveditore  agli  Studi  per 
le  provincie  di  Ascoli  e  di  Macerata,' se  ne  fecero  sinora  tre  edizioni  ste- 
reotipe. 

—  Di  alcune  proprietà  della  lingua  Italiana,  ventilate.  Fi- 
renze, Polverini,  1871,  in  8.° 

Pagg.  16.  In  quest'  opuscolo  si  rende  ragione  di  alcune  difficoltà  della  nostra 
lingua. 

—  Il  Poeta  popolare.  Firenze,  Le  Monnier,  1871,  in  8.° 

È  tiratura  a  parte  dal  giornale  La  Nuova  Antologia,  anno  1871,  e  fu  scritto 
a  proposito  dei  sonetti  di  Neri  Tanfucio  (Renato  Fucini). 

-—  Lingua  e  Nazione,    avvertimenti  a  chi  vuole    scrivere 
italiano.  Milano,  Carrara,  1872,  in  12.° 

Ediz.  fatta  per  il  Carrara  di  Milano,  nella  quale  1'  autore  raccolse  il  meglio 
de'  suoi  scritti  filologici,  che  trattano  la  questione  di  lingua  come  cosa  na- 
zionale. 

—  La  Leggenda  di  S.  Giuliano.  Bologna,  1872,  in  8.° 

Estratta  dal  Giornale  «  Il  Propugnatore  »  di  Bologna. 

—  Democritus  ridens,  Ricreazioni  letterarie.  'Firenze,  Pol- 
verini, 1872,  in  8.o 

Pagg.  300.  Vi  si  contengono  quasi  tutti  gli  scritti  pubblicati  già  negli  Scrini 


-  171   - 

Capricciotì.  ed  ha  in  fine  un  lungo  frammento  della  vita  dell'  autore.  Un 
brano  della  vita  dell'  autore  trovasi  anche  nella  raccolta  intitolata  La  Carità 
italiana,  Napoli,  Nobile,  1871. 

—  Novelle  Tre.  Firenze,  Polverini,  1872,  in  8.0 

Sono  una  tiratura  a  parte  dal  Democritus  Ridens,  in  sole  tre  copie  in  carta 
canarina  in  forma  di  i.° 

—  Il  Plutarco  Femminile.  Milano,  Carrara,  1872,  in  16,  fig. 

Di  questo  lavoro  era  già  stato  pubblicato  un  saggio  nel  nuovo  Istitutore,  di 
Salerno.  11  Bindi  in  una  sua  lettera  all'  autore  chiamò  questo  libro  ben  pen- 
sato, ed  egregiamente  scritto,  giardinetto  fragrantissimo  di  virtù  femminili, 
coltivato  con  tutte  le  squisitezze  delV  arte. 

—  I  Vituperi  del  Carnevale,  cruscata  di  un  bellurnore  fio- 
rentino dei  Secolo  XVII. 

Qnesta  graziosa,  ma  troppo  libera  cicalata  fu  pubblicata  a  nome  del  Polveri- 
ni, in  n.°  di  25  esemplari.  Fu  ristampata  poco  appresso  col  titolo  «  Accipreti 
al  Carnevale,  predicozzo  di  Fra  Nottolone  »  ;  ma  in  questa  ristampa  ebbe 
cura  di  togliere  certe  oscenità,  e  vi  fece  qualche  cambiamento  in  principio. 

—  Vita  di  Massimo  d'  Azeglio. 

Sta  innanzi  all'  Ettore  Fieramosca,  Milano,  Carrara,  1872,  in  8.° 

—  Breve  ragguaglio  della  Biblioteca  Marucelliana.  Firen- 
ze, Polverini,  1872,  in  8.° 

Questa  relazione  fu  scritta  d'  ordine  del  Ministero  della  Istruzione  pubblica 
per  inviarsi  alla  Esposizione  di  Vienna  del  1873. 

—  Novelle,    Apologhi  e  Racconti    editi    e   inediti.  Milano, 
Carrara,  1873,  in  16. <> 

Ed.  fatta  per  commissione  del  Carrara,  e  dedicata  al  Cav.  Giovanni  Papanti 
di  Livorno,  infaticabile  raccoglitore  di  Novelle.  Se  ne  tirarono  otto  copie 
in  carta  forte,  e  colorala  in  forma  di  k.° 

— •  Ricordi  d'Italia  di  Emilio  Castelar,  trad.  ital.  di  P.  Fan- 
fani.  Firenze,  Tip.  della  Gazzetta  d'  Italia,  1873,  in  8.° 

È  una  tiratura  a  parte  dall'  appendice  della  Gazzetta  d'  Italia,  anno  1873. 

—  Il  Giusti,  Periodico  Settimale.  Firenze,  Società  Coopera- 
tiva, 1873,  in  4.o 

Giornaletto  fatto  col  proposito  di  illustrare  per  uso  del  popolo  le  poesie  del 
Giusti  ;  ma  avendo  incontrato  poco  favore  nella  classe  a  cui  era  destinato, 
giunto  che  fu  al  n.  7  cessò  le  pubblicazioni.  —  Il  Fanfani  era  coadiuvato 
dal  Prof.  Augusto  Alfani. 

—  Sonetti  Satirici  contro  Lanternone. 

Nel  Giornale  «  Il  Passatempo  »  anno  1857,  e  ristampati  poi  nella  raccolta  di 


—  172  — 

poesie    falta  da!  Prof.  Alfani  col  titolo  «  Gente  allegra  Dio  1'  aiuta  »  Questi 

«  sonetti,  dice  il  Fanfani    furono    fatti  per  mettere  in  canzonella  un  matto 

«  di  francese  (il  Delatre)  lungo  e  dondolone,    che    aveva    smania  di  fare  il 

«  dottore  sulla  lingua,  con  teorie  strane  se  altre  ce  n'  era,    dicendo  ancora 

«  che  r  Italia  non  aveva  scrittori,  che  non  aveva  lingua  usabile,  ec.  e  pro- 

«  poneva    rimedi  da  matto.  A  costui  poi  si  aggiunse  un    tedesco,  più  pazzo 

«  di  lui,  certo  Sckarthoff,  Barone,  e  fra  tutti  e  due    facevano  a  chi  le   di- 

«  ce  va  più  belle  ». 

—  Studi  ed  Osservazioni  sopra  il  testo  delle  opere  di  Dan- 
te. Firenze.  Soc.  Cooperativa,  1873,  in  8.° 

È  dedicata  al  Comm.  Francesco  Zambrini.  Questa  raccolta  che  il  Fanfani  fece 
a'  conforti  specialmente  del  Witte,  contiene  tutti  gli  scritti  su  Dante,  pub- 
blicati già  nelle  Memorie  di  Religione,  nella  Rivista  Ginnasiale,  nella  Eirn- 
ria,  nel  Borghini,  ed  in  altri  periodici. 

—  Commento  alla  Divina  Commedia  fatto  da  un  anonimo 
fiorentino  del  Sec.  XIV.  Bologna.  Romagnoli,  1866-74, 
voi.  3,  in  8.° 

—  11  Fiaccheraio  e  la  sua  famiglia,  Racconto  fiorentino. 
Milano,  Carrara,  1874,  in  16  ° 

«  Ebbi  in  animo,  dice  il  Fanfani  nella  prefazione,  scrivendo  il  presente  rac- 
«  conto,  di  fare  un  libro  di  educazione  popolare,  di  mostrare  che  un  me- 
«  stiere  qualunque  può  esercitarsi  degnamente  ;  che  un  onesto  mestieran- 
«  te.  è  degno  di  rispetto  quanto  ogni  più  gran  signore  ;  e  che  non  ha  sem- 
«  pre  buon  effetto  la  smania  che  hanno  molti  genitori  popolani  di  tirar  su 
«  i  loro  figliuoli  per  dottori,  per  professori,  e  che  so  io  ». 

—  Compendio  del  Vocabolario  della  Lingua  Italiana. 

È  in  corso  di  stampa. 
Farinati-Uberti  Atanasio. 


Notizie  in  forma  di  dialogo  della  terra  di  Cutigliano  e  di 
altri  antichi  luoghi  del  pistoiese  territorio.  Lucca,  1739, 
in  4.° 

Pagg.-220,  più  carte  &  in  principio  non  numerate.  Ha  innanzi  vari  sonetti 
di  diversi  in  lode  dell'  autore.  Oltre  le  lettere  latine  del  celebre  Avv.  Giu- 
liano Pacioni  che  il  Farinati  ha  inserito  tra  i  suoi  ragionamenti,  vi  si  trova 
pure  la  vita  del  Pacioni  medesimo,  e  V  albero  genealogico  con  1'  arme  gen- 
tilizia della  Famiglia  Farinati-Uberti,  nel  quale  1'  autore  pretende  di  discen- 
dere dalla  illustre  famiglia  fiorentina,  della  quale  fu  il  valoroso  Farinata.  In 
fine  poi  vi  è  la  nota  dei  Capitani  di  Giustizia  della  Montagna  di  Pistoia,  in- 
sieme ad  alcune  tavole  in  rame  colle  loro  armi. 


—  173  — 
Farolfi  Ercole. 

Elogio  dell'  Avv.  Alessandro  del  Conte.  Pistoia,  Manfredi- 
ni,  1814,  in  8.0 

Con  ritratto  inciso  da  Lasinio.  Questo  elogio  fu  letto  nel  1815  in  una  pub- 
blica adunanza  della  Accademia  pistoiese  di  Scienze,  lettere  ed  Arti. 

—  La  Donna  Forte,  Cantico.  Pistoia,  1815,  in  8.° 

Ha  questo  preciso  frontespizio.  «Per  celebrare  le  avventurate  nozze  della  no- 
bil  donzella  Sig.  Elisabetta  Puccini  col  nobil  giovane  Sig.  Francesco  Cellesi 
patrizio  pistoiese  il  di  primo  di  Febbraio  1815,  Versione  poetica  del  Dotto- 
re Ercole  Farolfi  ec.  »  È  indirizzato  al  Cav.  Giuseppe  Puccini. 

Fedi  ttott.   Leopoldo. 

Parole  dette  sulla  salma  del  Prof.  Francesco  Camici  la  se- 
ra del  3  Febbraio  1865.  Pistoia,  Bracali,  1865,  in  8.0 

Felici  Paolo. 

Orazione  Funebre  di  Pietro  Saggioli  Vescovo  di  Monte  Pul- 
ciaio. Pistoia,  1839,  in  8.0 

Ferrandini  Bruto. 

La  Ghirlanda  favola  boschereccia,  In  Viterbo,  1608,  in  12.° 

Pagg.  132  num.  comp.  il  frontespizio.  È  dedicata  All'Illu&tr.  e  Rev.  Principe 
Don  Lorenzo  Medici.  Questa  favola  che  fu  dal  suo  autore  composta  in  Roma 
nel  1707  come  afferma  il  Crescimbeni,  è  in  cinque  atti  con  prologo,  ed  è 
in  versi  sciolti.  Fu  ristampata  in  Viterbo  negli  anni  1618  e  1619,  sempre 
in  12.° 

—  17  Amaranta,   favola    boschereccia.    In   Viterbo,    1619, 
in  12.° 

Ferrati  de'  Tedici  Domenico, 

Necrologio. 

Manoscritto  in  casa  Conversini.  Registra  tutti  i  morti  dal  1570  al  1610  con 
qualche  breve  notizia,  per  lo  più  aneddottica.  Ne  diede  un  saggio  il  Signor 
Fanfani  nt\Y Elruria  (Diporti  Filologici),  tom.  2,  pag.  129. 

Ferroni  P.  Teodoro. 

Vita   della   B.   Fina  da  S.    Gimignano.  In  Firenze,    1644, 
per  Filippo  Papini,  in  4.° 

L'autore  è  di  Cutigliano,  ed  appartenne  all'ordine  dei  frati  Agostiniani.  Scrisse 


—  474  — 

la  vita  di  S.  Fina,  dice  il  Dondori,  in  stile  di  romanzo,  ma  sacro  e  scrittural- 
mente. Si  stampò  in  Firenze,  e  dall'autore  fu  dedicata  alla  Principessa  di 
Urbino  Granduchessa  di  Toscana. 

Fedelissimi  €■©.  Battista. 

Il  Giardino  Morale,  Firenze,  1594,  in  4.° 

È  in  versi. 

—  Carmina  de  laudibus  Nicolai  Fortiguerrae  Pistoriensis 
Cardinalis,  Florentiae,  in  officina  Micbaelang.  Sermantelli, 

1598,  in  4.o 

Raro  libretto,  di  carte  12,  colle  pagine  inquadrate  in  cornice.  Dopo  la  lettera 
dedicatoria  a  Pier  Lorenzo  Forteguerri  vi  sono  varie  poesie  in  lode  dell'au- 
tore ;  ed  in  fine  vi  sono  riportate  tre  iscrizioni  latine  che  leggonsi  ai  mo- 
numenti innalzati  al  Card.  Forteguerri  in  Roma  ed  in  Pistoia. 

—  Pastorale  Carmen  in  quo  sub  nomine  Branae  civitas 
Pistoriensis  laetatur  Fulvium  Passerinium  sibi  contigisse 
Pastorem,  perillustri  ac  Rev.  D.  Thomae  Vanninio  pisto- 
riensi    Avellini   Episcop.    Florentiae,    apud    Sermantellum, 

1599,  in  4.o 

Raro.  È  citato  anche  dal  Cinelli  nella  Bib.  Voi. 

—  Panegyricus  in  Enrici  IV  et  Mariae  Medices  Galliae 
Regum  Nuptias.  Florentiae,  apud  M.  Sermantellum,  1600, 
in  4.° 

Raro  libretto  che  conta  carte  12  senza  numerazione    compreso  il   frontespi- 
zio. Al  verso  della  carta  5  trovansi  alquante  poesie  latine  dirette  all'autore 
da  Pier  Antonio  Vezzi,  Raffaello  Cancellieri,  e  Filippo  Scarpelli. 

—  Della  Vita  et  Morte  di  S.  Caterina  Vergine  e  Martire, 
Poemetto  Epico.  In  Firenze,  per  il  Sermantelli,  1614,  in  4.° 

Pag.  9i  compreso  il  frontespizio,  il  cui  tergo  è  bianco.  La  terza  pag.  con- 
tiene una  strana  iscrizione  dedicatoria  All'  Altissimo  Dio  et  alla  diletta  sposa 
Vergine  e  Martire  la  madamigella  Caterina  avvocala  ec.  11  poemetto  è  in 
versi  sciolti,  ed  è  piuttosto  raro. 

—  Centuria  di  osservationi  Tbaumafisicbe  nelle  quali  si 
contiene  varia  letione  di  cose  più  mirabili  della  natura.  In 
Bologna,  presso  Bartolomeo  Cocbi,  1619,  ad  instanza  di 
Gio.  B.  Tartaglia  da  Pistoia,  in  4° 

Pag.  245  numer.  e  carte  8  in  principio,  e  cinque  in  fine  senza  numerazione. 
Nelle  prime  otto  carte  si    contengono  un'epigrafe    dedicatoria  dell'autore  al 


-  175  — 

Card.  Niccolò  Fortcguerri,  un'  altra  lettera  dedicatoria  dello  stampatore  al 
Dott.  Domenico  Lenzoni,  e  una  prefazione  di  Bonifazio  Vannozzi,  nella  quale 
ci  fa  sapere  che  il  padre  di  questo  scrittore  fu  medico  e  filosofo,  e  studiò 
nella  università  di  Parigi  medicina  e  lettere  greche  ;  e  che  instrussc  suo  fi- 
glio Gio.  Batta,  oltreché  nella  medicina,  anche  nella  Musica,  Astrologia,  Poe- 
sia, Disegno,  Prospettiva  ec:  in  fine  un'  avvertenza  circa  gli  errori  incorsi 
nello  stampare  di  Lorenzo  Signi  medico  pistoiese,  che  aveva  fatto  la  copia 
manoscritta  dell'opera. 

—  De  Febre  Maligna  polydaedalae  Medicorum  Epistolae  ad 
Io.  B.  Fidelissimum  pistoriensem.  Pistoni,  1628,  ap.  P.  A. 
Fortunati,  in  8.° 

Questa  raccolta  che  contiene  i  sentimenti  dei  più  accreditati  medici  di  quel 
tempo  circa  alla  natura  e  cura  della  febbre  maligna,  fu  fatta  dal  Fidelissimi 
nel  1827,  e  fu  pubblicata  l'anno  appresso  da  Gherardo  suo  figlio,  che  la  de- 
dicò al  Card.  Carlo  De' Medici.  Le  operette  che  formano  la  raccolta  sono  le 
seguenti  :  1°  Io.  Doni.  Sala  patav.  Architeorici  Med.  elariss.  Syngraphum  de 
Febre  Maligna.  (1620.)  —  2°  Roderici  a  Fonseca  Lusitani  Medici  Archipra- 
tici  Patav.  de  Febre  maligna  Logismi  (1622)  :  Eiusdem  de  Febre  cum  macu- 
lis.  ' —  3°  Ioannis  Colle  Ser.  Ducis  Urbini  Archiatri  ec.  de  febre  maligna 
syntagma  (1622)  :  Eiusdem,  Epistola  ad  Eustachium  Rudiurn  in  Patav.  Gymna- 
sio  Archipr.  Medicum.  —  Segue  una  lettera  del  Colle  al  Fidelissimi  in  data 
Pisauri  lk  Kal.  Decemb.  1622,  colla  quale  gli  dà  nuova  di  essere  stato  eletto 
per  la  cattedra  primaria  di  medicina  pratica  nell' Univ.  di  Padova,  vacante 
per  la  morte  di  Roderico  da  Fonseca,  e  gli  dice  che  ha  proposto  lui  al  Duca 
di  Urbino  per  Archiatro  in  suo  luogo,  edera  restato  eletto  da  S.  A;  ma  il 
Fidelissimi  si  scusa  stante  la  sua  grave  età,  e  per  altre  ragioni.  —  4°  Ioan- 
nis Zecchii  polyatri  Romani  programma  de  Febre  maligna.  In  fine  nota  il 
Fidelissimi  :  Pracclariss.  huius  viri  Paedotropica  scripta  apud  me  habeo,  et 
medicorum  sphalmata  :  pronam  cum  Deus  volet.  —  5°  Barthol.  Castelli  Mes- 
sanensis  Med.  de  Febre  Maligna  antigraphum  (1603).  —  6°  Iosephi  Pomii 
Panormitani  Medici  de  Febre  maligna  encheiresis.  (1621).  —  7°  Ioannis  Heur- 
nii  Ultraiectini  de  pestigiosa  febre  anacephaleosis.  —  8°  Ioannis  Ronconii 
de  Mutiliana  de  Febre  maligna  synopsis  (1627).  —  9°  Hieron.  Mercurialis 
Med.  de  \ino  alumine  convito,  Epistolae  ad  Io.  B.  Fidelissimum  (1600). 

—  Preparatone  da  farsi  al  tempo  della  primavera  per 
schifare  la  febbre  pestilenziale  e  maligna.  In  Pistoia,  per 
P.  A.  Fortunati,   1631,  in  8.0 

Car.  3  in  princ.  senza  num.  e  pag.  73.  E  dedicato  a  Mons.  Francesco  Me- 
dici. 

—  Lexicon  Herbarium.  Pistorii,  apud  P.  A'ntonium  Fortu- 
nati, 1636,  in  8.0 

—  Lettere  latine. 

Sono  in  numero  di  nove,  e  stanno  tra  le  Epistolae  Roderici  de  Castro.  Fio- 


—   176  — 

rentiae,  1639.  Altre  lettere  italiane  inedite  del  Fidelissimi  si  conservano  nella 
Forteguerriana  di  Pistoia. 

—  Rime. 

Varie  rime  latine  stanno  nella  raccolta  col  titolo  «  Urbis  Pistoriensis  Mono- 
diae  Funerales,  Florentiae,  1614:  —  un  epigramma  latino  innanzi  alla  Vita 
di  S.  Atto  scritta  dal  Forteguerri,  Firenze,  1608:  —  nel  libro  di  Raffaello 
Cancellieri,  De  Iustitia  et  Iure,  e  altrove.  Il  Dondori  e  il  Vannozzi  (Lettere, 
toni.  I.  pag.  238,  tom.  II,  pag.  297,  tom.  Ili,  pag.  422)  e  il  P.  Zaccaria  ri- 
cordano del  Fidelissimi  altre  rime  che  io  non  ho  potuto  vedere.  Alcune  rime 
inedite  si  conservano  di  questo  autore  nella  Biblioteca  Forteguerri  scritte 
In  obilu  Pelvi  Montemagni  et  Io.  Bapt.  Rospigliosi,  dirette  al  Vannozzi,  che 
ne  inserì  poi  la  dedicatoria  tra  le  sue  Lettere  Misceli,  tom.  2. 

—  Calligrafia  Medica  : 

Manoscritto  cart.  in  12°  nelle  Bib.  Forteguerri  seg.  di  n.  203.  È  autografo, 
e  non  fu  mai  stampato.  Appartenne  già  al  Dott.  Bernardino  Vitoni. 

—  De  Senum  Sanitate  tuenda. 

Manoscritta  secondo  il  Vannozzi,  che  inserì  tra  le  sue  Lettere  Miscellanee  la 
lettera  colla  quale  il  Fidelissimi  gli  aveva  accompagnata  questa  operetta. 

—  Descrizione  delle  Memorie  più  notabili  di  Pistoia. 

Che  il  Fidelissimi  avesse  preso  a  fare  questo  lavoro  rilevasi  da  una  sua  let- 
tera del  1606  diretta  al  Vannozzi,  e  da  lui  inserita  nelle  Lettere  Misceli. 
pag.  460  :  in  essa  si  dice:  «  già  il  Sig.  Girolamo  Baldinotti  non  resta  bene 
spesso  di  sollecitarmi  all'impresa  impostami  da  V.  S.  Re v.  per  la  descrizione 
delle  Memorie  più  notabili  di  Pistoia,  e  fino  ad  ora  sono  a  buon  termine, 
avendo  introdotti  per  interlocutori  nel  mio  diamerone  Polifilo  e  Filotea,  l'uno 
forestiero  amatore  della  città,  e  l'altro  pistoiese  ec.  »  Ma  forse  quest'opera 
ei  non  condusse  mai  a  termine. 

Fidelissimi  Ranieri. 

Enchiridion  Pharmaceuticum  medicamentorum  omnium  quae 
in  antidotario  fiorentino  continentur  ec.  Bononiae,  apud  Bar- 
thol.  Cochium,  1617,  in  12.° 

Quest'operetta  che  brevemente  accenna  gli  usi  dei  medicamenti  descritti  nel 
Ricettario  fìorentino3  fu  dopo  la  morte  dell'autore  avvenuta  nel  1614  pub- 
blicata da  Gio.  B.  Fidelissimi  suo  fratello,  il  quale  dice  a  carte  11  «  cum 
tamen  Raynerius  frater  meus  amantissimus  a  doctissimis  antiquorum  monu- 
mcntis,  quae  vivens  prae  manibus  semper  diligenter  habebat  et  a  Gherardo 
patre  meo,  qui  longo  studio  ac  exercitatione  Parisiis,  Romae,  Genuae,  Senis, 
Pisis  ac  demum  Pistoni  in  medicina  factitanda  non  sine  laude  versatus  est, 
omnes  medicamentorum  facultates  in  unum  collegerit,  et  in  hoc  Enchiridio 
eo  ordine  digesserit,  quo  in  Fiorentino  Antidotario  descripta  fuerunt  ce.  Da- 


—  177  — 

bimuc  ctiani  (sic  me  Deus  protegat)  scholia  brevissima  in  Hippocratis  Apho- 
rismos,  opusculum  me  hercle  satis  doctum  et  elegans  ab  codem  Raynerio  En- 
chiridii  Aphoristici  nomine  insignitus  ;  item  in  Antidotarium  Florenlinum 
nolas,  et  commentaria  multa  eruditione  referta  :  problcmata  quoque  medi- 
cinalia  plurima,  opus  sane  integrerai  et  perfectum,  a  nemine,  quod  sciam, 
praeterquam  ab  antiquissimo  Cassio  pertractatam  ce.  Queste  operette  di- 
verse delle  quali  qui  si  fa  cenno  non  furono  però  mai  stampate. 

Filiarclii  Cosimo. 

Trattato  della  Guerra  et  dell'unione  dei  principi  christiani 
contra  i  Turchi  et  gli  altri  infedeli.  In  Venetia,  appresso 
Gabriel  Giolito  de  Ferrari,  1572,  in  4.<> 

Pagg.  104,  e  carte  6  in  principio  non  numerate  contenenti  oltre  il  fronte- 
spizio, la  dedica  a  Mons.  Card.  Donato  Cesi,  l'avviso  al  lettore,  e  la  tavola 
dei  capitoli.  In  questo  trattato  «  con  autorità,  et  con  argomenti  della  sacra 
scrittura,  et  con  gli  esempi  dell'antiche,  et  delle  moderne  historie  si  esor- 
tano i  principi  christiani  a  unirsi  a  fare  impresa  contro  i  nemici  communi 
della  fede  di  Christo,  et  s'insegna  loro,  in  che  modo,  e  in  che  tempo  si  deve 
far  questa  guerra  per  vincerli,  et  per  ampliare  la  Religione  Christiana. 

—  Trattato  della  Lega  et  del  seguitar  la  guerra  contra 
il  turco  ec.  In  Roma,  1573,  appresso  Vittorio  Eliano,  in  8.° 

Raro.  Pagg.  188,  più  car.  i  in  principio,  contenenti  il  frontespizio,  la  dedi- 
catoria al  Pontef.  Gregorio  XIII,  e  la  tavola  dei  Capitoli  :  ed  una  carta  in 
fine  non  numerata  contenente  l'errata. 

■ —  Trattato  della  frequente  et  benigna  audienza  che  debbe 
darsi  da  Principi  ec.  In  Roma,  1578,  appresso  Vittorio  Eliano, 
in  8.0 

Car.  10  in  principio  non  num.  compresa  una  bianca,  pag.  88,  e  carte  due 
senza  num.  di  cui  l'ultima  bianca.  Opera  dedicata  al  Pont.  Greg.  XIII. 

—  Trattato  della  Divozione  ec.  nuovamente  posto  in  luce  ec. 
In  Firenze,  appresso  i  Giunti,  1578,  in  8.0 

Car.  12  in  princ.  non  num.  pag.  578,  e  due  car.  in  fine  l'una  co!  registro 
e  l'altra  bianca.  Dedicato  a  Mons.  Card,  di  Teano. 

—  Quaestio  de  Caussa  Praedestinationis  et  Reprobationis 
an  ea  sit  operimi  praescentia,  vel  solo  Dei  voluntas.  Fio- 
rentine, apud  lunctas.  1575,  in  8.° 

—  Encbiridion,  sive  Manuale  Sacerdotum,  per  modum  exa- 
minis  ordinandernm  et  promovendorum  ad  curam  anima- 
rum  ec.  Romac,  apud  Ioseph    De  Angelis,  1577,  in  8.° 

Pagg.  214,  più  car.  8  in  principio  e  &  in  fine  non  numerate. 

—  La  stessa.  Fiorentine.  1582,  in  8.° 

Capponi,  Bihliogr.  Piti.  \2 


—  178  — 

—  Esposizione  de'  Salmi  de' tre  Dottami  dell'  officio  della 
Beata  Vergine  ec.  Firenze,  Marescotti,  1583,  in  8.° 

Pag.  5r»4.  più  car.  8  in  principio  e  15  in  line  non  numerate.  Dedicata  al  Car- 
dinale Alessandrini.  L'  autore  espose  questi  salmi  nel  Duomo  di  Firenze 
Tanno    1582. 

—  De  mirandis  speciebus  carnis  et  sanguinis,  et  specie- 
bus  panis  et  vini  sanctissimi  Eucharistiae  Sacramenti.  Ve- 
uetiis,  1587,  in  8.0 

Opera  non  ben  conosciuta  dal  P.  Zaccaria,  il  quale  la  cita  col  titolo  De  Cor- 
pore  Christi,  e  la  crede  sempre  inedita. 

—  De  officio  Sacerdotis  Cbristo  summo  et  aeterno  sacer- 
doti et  eius  in  terris  vicario.  Fiorentine,  1589,  tom.  1  ;  e 
1590,  tom.  2,  in  4.° 

—  La  stessa.  Venetiis,  apud  Iunctas.  1597,  in  4°  voi.  2. 

—  Compendium  de  officio  Sacerdotis.  Fiorentine,  1591,  in  8.° 

—  Additiones  praecipuae  ad  Traetatum  De  officio  sacerdo- 
tis. Placentiae,  apud  Io.  Bazachiuro,   1598,  in  12.° 

Pagg.  186  e  carte  6  in  fine  non  numerate,  contenenti  l'indice,  comprese 
tre  bianche.  Ha  in  fine  questa  soscrizione  :  Ego  Cosmus  Philiarchus  has  addi- 
tiones composui  in  cuius  fìdem  propria  manu  subscripsi  die  20  Iunii  1598. 

—  Quaestio  de  Monte  Pietatis. 

La  da  per  stampata  (in  Firenze)  il  P.  Zaccaria  :  a  me  però  non  è  accaduto 
di  vederla.  11  Filiarchi  fu  canonico  della  cattedrale  di  Firenze,  e  teologo  e 
predicatore  di  molto  merito.  Virlute  ac  sapieruia  clarus,  dice  il  P.  Zaccaria, 
omnique  erudilione  conpicuus,  Gregorio  Xlll  P.  M.  oh  vilae  probilatem,  singu- 
laremque  doctrìnam  pergra/us. 

Fsaai  Giovanni. 

Eusebius  seu  de  Christiana  educatione.  Floreutiae,  Molini, 
1825,  in  8.o 

È  un  poemetto  diviso  in  quattro  libri,  ed  è  anonimo.  Il  Ciampi  esaminando 
questo  lavoro  (Antologia  voi.  21)  fece  carico  all'autore  di  aver  trattato  que- 
st'argomento in  latino,  ciò  che  rimarcò  G.  Arcangeli  nella  biografia  dell'au- 
tore inserita  nella  raccolta  del  Tipaldo,  tom.  7. 

—  Lo  stesso.  Eomae,  apud  Soc.  Typogr.  1828,  in  8.° 

In  questa  ristampa  vi  fu  aggiunta  la  traduzione  in  versi  sciolti  italiani,  fatta 
dal  Sig.  Tarducci  romano,  la  quale,  com'è  pregevole  per  la  fedeltà,  non  io 
è  così  spesso  per  l'eleganza. 


—  179  — 

—  De  Aqua,  Carmen.  Florentiae,  Mulini,  18,29,  in   ]6.° 

Anonimo.  È  un  inno  elegantissimo  a  questo  elemento  tutto  spirante  virgiliana 
eleganza,  nel  quale  prende  occasione  di  rammentare  i  lavori  idraulici  in  quei 
tempi  intrapresi  in  Livorno,  e  più  specialmente  i  più  grandiosi  pel  bonifi- 
camento delle  Maremme.  L'Avv.  Giovanni  Fini  nacque  a  Spignana  sulla  Mon- 
tagna pistoiese  nel  17G0;  fu  auditore  a  Pisa,  e  quindi  Commissario  gover- 
nativo a  Grosseto  :  morì  nel  1850.  Giuseppe  Arcangioli  che  ne  ricordò  i  me- 
riti in  un  breve  cenno  biografico  pubblicato  da  E.  Tipaldo  (tom.  7)  ci  fa  sa- 
pere che  il  Fini  lasciò  imperfetto  un  poema  sull'amor  di  Dio,  e  che  stampò 
varie  decisioni  assai  lodate  e  apprezzate  per  profonda  sapienza  legale. 

Fimigi  Fi*.  Girolamo. 

Fratris  Hieronymi  a  Pistorio  instituti  Cappnccinorum  Divi 
Francisci  De  Quantitatibus  rerumque  distinctionibus  Dialo- 
gus,  ec.  Romae,  in  aedibus  Populi  Romani,  1570,  in  8.° 

Dopo  il  frontespizio  segue  la  dedicatoria  ad  Sanctissìmum  D.  N.  Pìum  Quin- 
tum  Pont.  Max;  l'avviso  al  lettore,  il  lexlus  formatti alum  Scoli  compilalus 
per  magislrum  Ardonium  Sir ecium,  la  Summa  eorum  quae  singutas  in  leclio- 
nibus  continenlur,  e  Yindex  rerum  et  tocorum  memorabilium.  Dopo  una  carta 
bianca  vengono  quindi  i  Dialoghi  che  cominciano  a  pag.  1,  e  vanno  fino  alla 
pag.  415.  Tali  Dialoghi,  ivi  chiamati  lezioni,  sono  trentasette,  e  gli  interlo- 
cutori sono  Girolamo  autore  e  Scoto. 

—  Delle  Prediche  delVhumil  servo  di  Christo  F.  Girolamo 
da  Pistoia  dell'ordine  de1  Frati  Minori  Capuccim  di  San 
Francesco.  In  Bologna,  per  Giovanni  Rossi,  1567,  in  8.° 

Car.  352,  di  cui  sei  in  principio,  ed  una  in  fine  non  numerata. 

—  Conciones.  Venetiis,  Scotto,  1570,  in  8.° 

—  Conciones  quatuor  de  Immaculata  Conceptione  B.  Ma- 
riae  Virginis.  Neapoli,  1564,  in  8.° 

È  ricordata  quest'opera  nella  Bibliotheca  Scriptorum  Cappucc.  Fr.  Dionysii 
Genuensis,  donde  apprendiamo  pure  che  il  nostro  autore  diede  alla  luce  una 
nuova  edizione  delle  opere  di  S.  Bonaventura.  Di  Girolamo  Finugi  fa  ono- 
vole  menzione  l'Oldoinus  nel  suo  Athenaeum  Pislor  :  «  Prudentia,  doctrina, 
morum  inlegritate  ac  praedicatione  illustris  :  primo  coniugatus,  deinde  Minorum 
Observantium,  mox  Cappuccinorum  sectator,  insignis  concionator,  et  B.  Pii  V. 
Theologus    interfuit  Concilio    Tridentino,  in  quo  prò  religionis    suae  habitu 

fortiter,  docteque  decertavit,  nullosquc  ad  patres  sermones  habuit 

Quum,  ut  aliqui  fcrunt,  Cardinali!  iam  dignitatem  a  Pio  V  oblatam  recusassct, 
obiit  apud  Crctenses  sub  annum  1171   poste  laborantibus  inscrviens.  » 


—  480  — 

Fioravanti  Gio.  Batta. 

Oratio  de  Passione  Domini  ad  Urbauum  Vili  Pont.  Max. 
Romae,  Mascardi,  1641,  in  4.° 

Fioravanti  Paolo. 

De  Cautelis  Iuris.  Venetiis,  1526,  in  4.° 

Fioravanti  Arcipr.  Cesare. 

Vaccliettone. 

Manoscritto  nell'Arch.  Coni.  E  uno  spoglio  di  quanto  di  più  antico  e  memora- 
bile si  conteneva  nei  libri  dell'Archivio  dei  Canonici  della  Cattedrale  di  Pi- 
stoia, ed  è  ricordato  da  molti  scrittori  pistoiesi  che  se  ne  servirono  pei 
loro  lavori. 

, Priorista  della  Città  di  Pistoia. 

Ms.  nel  medesimo  Archivio. 
Fioravanti  Iacopo  Maria. 

Memorie  storiche  della  città  di  Pistoia.  In  Lucca,  1758, 
per  Filippo  M.  Benedini,  in  foglio. 

Pag*.  XV-516-76.  Alla  prefazione,  nella  quale  l'autore  descrive  brevemente 
la  città  di  Pistoia,  fan  seguito  un  sonetto  di  Roberto  Gherardi,  ed  altro  in 
risposta  del  Fioravanti,  quindi  l'indice  del  contenuto  nei  capitoli  dell'opera, 
ed  una  lunga  errata.  Le  Memorie  cominciano  dall'origine  della  città,  e  vanno 
fino  all'anno  175-4  :  seguono  poi  molti  documenti  storici  accennati  nelle  me- 
morie e  attinenti  alla  città  di  Pistoia  e  suo  dominio,  che  poi  in  maggior 
copia  furono  pubblicati  dal  P.  Zaccaria  nella  sua  raccolta  Anecdotorum  Medii 
Aevi:  e  la  serie  dei  Vescovi  che  hanno  governato  la  chiesa  di  Pistoia.  Pro- 
testa l'autore  nella  prefazione  di  non  essersi  posto  a  mascherare  con  abili  men- 
titi la  verità,  avendo  egli  raccolto  quanto  narra  da  documenti  autentici  dei 
pubblici  archivi  ;  ma  nondimeno  vi  si  desidera  più  ampia  critica,  e  miglior 
distribuzione  delle  materie,  per  non  dir  nulla  dello  stile,  e  delle  altre  doli 
che  fanno  riputato  uno  storico,  e  che  non  possiede  certo  il  nostro  Fioravanti. 

Fioravanti  Paolo  Francesco. 

Kime  toscane,  divise  in  due  parti  e  dedicate  alletterati  del 
presente  secolo.  In  Firenze,  1780,  nella  sfamo.  Allegri*», 
in  8.° 


181   — 


Fioretti  Stefano. 


Della  Carità  fraterna,  Discorso.  Pistoia,  Tip.  Gino,  1842, 
in  8.° 

•^-  Galileo  a  Venezia,  scene  drammatiche.  Pistoia,  Tip.  Cino, 

1845,  in  8.o 

—  Il  Ponte  Napoleone  :  —  11  Panteon,  illustrazioni  in  prosa. 

Nei  Monumenti  del  Giardino  Puccini,  Pistoia,  1845. 

—  Niccolò  De  Lapi,   Dramma  Tragico.  Pistoia,  Tip.  Cino, 

1846,  in  I8.0 

—  Gli  Orti  Oricellari  a  tempo  dell'ultima  cacciata  de'  Me- 
dici da  Firenze,  Cantata  storica.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1862, 
in  12.° 

Fu  composta  in  occasione  dei  Parentali  à  Niccolò  Machiavelli  celebrati  in  Pi- 
stoia e  in  quelli  eseguita  sopra  musica  del  M.  Teodulo  Mabellini. 

Forteguerri  Antonio. 

Rime. 

Si  conservano  manoscritte  in  un  codice  autografo,  \n  casa  Forteguerrì.  Un 
altro  codice  è  nella  Riccardiana  di  Firenze  seg.  di  n.  2892  :  è  in  pergamena 
accuratissimamente  scritto,  con  graziose  miniature  a  oro  e  colori,  colle  ini- 
ziali in  oro,  e  col  ritratto  dell'autore  in  mezzo  alla  prima  lettera  iniziale  in 
piccolissi.iie  dimensioni,  toccato  a  penna  :  porta  la  data  del  1842,  e  contiene 
227  sonetti,  sei  Canzoni,  e  tre  sestine.  Un  terzo  codice  lo  ricorda  il  Quadrio 
come  esistente  presso  Mons.  Niccolò  Farteguerri  e  Roma;  ma  forse  è  quello 
da  noi  sopra  ricordato  che  si  conserva  tuttora  presso  la  famiglia.  Delle  rime 
di  questo  pceta  sono    stati  dati  vari  saggi  in  diverso  tempo  come  appresso  : 

—  Sonetti 

Sono  in  numero  di  tre  e  si  pubblicarono  la  prima  volta  dal  Crescimbeni, 
due  nei  Commentari  voi.  2,  p.  2.  lib.  18  pag.  329:  e  uno  ne\V Arcadia,  lib.  4, 
pag.  6. 

— -  Versi  di  Antonio  Forteguerrì.  Pistoia,  1846,  in  8.» 

Pubblicati  per  le  nozze  Baldi-Marchetti.  Sono  otto  sonetti. 

—  Rime. 

Nella  Raccolta  fatta  da  Francesco  Trucchi  col  titolo  «  Pesie  italiane  inedite 
di  dugenfo  autori,  Prato,  1847,  voi.  o.o  »  Sono  trentanove  sonetti  tratti  dal 
Cod.  Riccardiano  seg.  2892. 


—  182  — 

■ —  Versi  di  Antonio  e  di  Gio.  Battista  Forteguerri.  Pistoia, 
Tip.  Gino,  1851,  in  16,° 

Si  pubblicarono  in  occasione  delle  nozze  Alhcrgotli-Casini  per  cura  di  Tito 
Albergotti.  Dei  quattro  sonetti  di  cui  si  compone  questa  edizioncina,  due 
appartengono  ad  Antonio,  e  due  a  Gio.  B.  Forteguerri.  Dicesi  che  queste 
rime  fossero  pregiate  assai  da  Mons.  Niccolò  Forteguerri,  e  che  ne  avrebbe 
fatta  un'accurata  edizione,  se  la  morte  non  glielo  avesse  impedito.  Anche 
Mons.  Fabroni  ne  diede  un  giudizio  molto  favorevole  ;  ed  ecco  come  si 
esprime  :  «  Mollia  sunt,  arguta,  candida,  et  omnino  ad  Petrarchae  normam 
conficta  ;  quod  eo  laudabilius  quia  illius  aetas  incidit  in  ea  tempora  saeculi  XV 
quibus  illustrium  Scriptorum  qui  paulo  ante  floruerunt  nomina  prorsus  vilu- 
erunt,  cum  barbaries  omnia  occupasset.  »  (Vitae  Italor.  voi.  9.  pag.  10.) 
Peraltro,  dice  il  Ciampi,  quest'espressione  non  so  come  si  possa  sostenere. 
Il  tempo  in  cui  visse  Antonio  fu  sul  Unire  del  Secolo  XV  e  sul  principio  del 
sec.  XVI,  ed  in  quest'epoca  non  può  dirsi  che  barbaries  omnia  occupasset. 
Si  vede  che  il  Fabroni  volle  intendere  con  questa  espressione  troppo  ener- 
gica del  poco  buon  gusto  per  la  poesia  volgare  che  ebbero  i  nostri  scrittori  per 
qualche  tempo  dopo  il  Petrarca,  e  si  può  dire  fino  all'Ariosto.  Antonio  For- 
teguerri fu  anche  dotto  nelle  lettere  umane  e  nel  diritto.  Sebbene  Canonico 
della  Cattedrale  di  Pistoia  visse  molto  tempo  in  Roma,  dove  Pio  III  lo  ebbe 
carissimo,  e  non  è  a  dubitare  che  quel  Papa  non  lo  avrebbe  ascritto  al  nu- 
mero dei  Cardinali,  se  la  morte  non  lo  avesse  innanzi  tempo  rapito.  Nato 
nel  1463,  Antonio  morì  in  Pistoia  nel  1522. 

Forteguerri  Scipione. 

Epigramma  graecum. 

Sta  in  fine  alla  grammatica  del  Lascari,  Venezia,  Aldo,  Ì494. 

—  Praefatio  graeca  in  Aristotelis  Organon. 

Premessa  all' Organom  d'Aristotile  stampato  in  greco  da  Aldo,  Venetiis,  1495, 
in  foglio. 

—  Epistola  Graeca. 

Sta  in  fronte  al  Cornucopia  di  Varino  impresso  in  Venezia  da  Aldo  nel  1496. 

—  Epigramma. 

In  fronte  alla  stessa  opera. 

• —  Epigramma  graecum. 

Sta  innanzi  all'Aristofane  stampato  da  Aldo  Ven.  1498. 

—  Epigramma  graecum. 

E  in  lode  deWHomerocentra,  ossia  dc'Centoni  sacri  formati  co' versi  di  Omero, 
ed  è  stampato  nella  raccolta  de  poeti  cristiani  fatta  e  stampata  da  Aldo  nel 
1§01  e  1502.  Fu  poi  ristampato  da  Lorenzo  Legati  nel  Museo  delle  illustri 
poetesse,  colla  versione  latina  dello  stesso  Legati. 


—  183   - 

—  Epistola  Graeca  ad  philologos. 

ycWOnomasticon  di  Polluce,  Ven.  Aldo.    1  o 0 1 . 

—  Epigramma  La  timi  m. 

XcW  Antologia  stampata  da  Aldo,  Venezia,    1503. 

—  Epigramma  graecum. 

Xel   Demostene,  pubbl.  da  Aldo,  Ven.   1504. 

—  Oratio  de  laudibus  literarum  graecarum,  Venetiis  liab. 
mense  januario,  1504.  In  fine:  Venetiis,  ex  Aldi  Neoacade- 
mia,  mense  maio  1504,  in  8.° 

Quesl'  orazione  fa  dall'  autore  recitata  nell'  anno  stesso  in  Venezia  per  1'  a- 
pertura  delle  sue  pubbliche  lezioni  di  lingua  greca,  e  da  lui  dedicata  a 
Daniele  Rcnieri  gentiluomo  veneziano,  e  poi  procuratore  di  S.  Marco. 

— ;  La  stessa.  Parisiis,  vaenunduntur  Iodoco  Badia,  1534, 
in   8.° 

Questa  orazione  trovasi  pure  insieme  alle  orazioni  del  Card.  Bessarione  stam- 
pate in  Roma  nel  1545,  in  &.°.  Arrigo  Stefano  la  premise  poi  alla  edizione 
del  suo  Thesaurus  Linguae  Graccae  impresso  in  Parigi  in  fol.  nel  1572  :  e 
finalmente  fu  impressa  anche  nel  tomo  primo  della  gran  raccolta  dei  Poeti 
greci  fatta  da  Iacopo  Lezio  e  stampata  Aureliae  Allobrogum  sumptibus  Cal- 
dorianae  Societatis  nel  1606  in  foglio  tra  alcune  orazioni  di  altri  autori  so- 
pra lo  stesso  argomento. 

- —  Epigrammata. 

Sono  due,  uno  greco,  e  l'altro  latino,  e  trovansi  nella  raccolta  col  titoto  «Col- 
lectanee  greche,  latine  e  volgari  per  diversi  autori  in  morte  di  Serafino 
Aquilano,  Bologna,  per  Caligola  Bazaliero,  1504,  in  8.° 

• —  Sonetto  in  morte  di  Serafino  Aquilano. 

Nette  suddette  Collectanee.  Questo  sonetto  è  I'  unico  saggio  rimastoci  della 
poesia  volgare  del  Carteromaco,  e  mostra  quanto  onore  e' si  sarebbe  acqui- 
stato, anche  nella  nostra  poesia,  se  1'  amore  delle  cose  greche  e  latine  non 

10  avesse  dall'  esercitarsi  in  quella  distolto. 

■ —  Epigramma  graecum. 

In  fine  delle  op.  poetiche  di  S.  Gregorio  Nazanzieno,  Ven.  Aldo,   150i. 

—  Claudii  Plolomaei  de  Geographia  lib.  Vili,  e  recensio- 
ne Marci  Monachi  Ceolestini  Beneventani,  Ioannis  Cottae 
Veronensis,  Scipionis  Carteromaci  pistoriensis,  et  Cornelii 
Benigni  Viterbiensis.  Romae,  1506,  in  foglio. 

11  Vossio  nel  III  libro  de  Natura  Arlium,  che  tratta  della  Matematica,  al  ca- 
po LXIX,  che  è  dei  geografi  latini,    riferisce  la  edizione    suddetta  di  Tolo- 


—  484  — 

meo,  corretta  da  que'  quattro  valentuomini  italiani,  qui  qualiior,  die'  egli, 
sedulam  navarunt  operam  in  Geographia  Pholomaei  corrigenda.  Io  non  ho 
potuto  aver  sott'  occhio  questa  edizione  per  poterne  parlare  più  distesa- 
mente. Il  Fabricio  nella  sua  «  Bibliotheca  Graeca  »  i'  accenna  anch'  egli,  ma 
niente  aggiunge  di  più  a  quello  che  il  Vossio  ne  aveva  detto. 

■ —  Epigramma  in  Nonnum. 

Sta  nelP  opere  dello  stesso  autore.  Ven.  Aldo,  1808. 

—  Epigramma  latinum. 

Nella  Coriciana,  ossia  raccolta  di  versi  latini  in  lode  di  Giano  o  Giovanni 
Coricio.  (1324). 

—  Aristidis    Oratio    de    laudibus    urbis  Romae  e  greco  in 
lat.  conversa.  Venetiis,  in  aedibus  Aldi,  1517,  in  4.° 

Fu  ristampata  in  Firenze  dai  Giunti  nel  1519,  in  8.°  Il  Ciampi  crede  che 
questa  traduzione  sia  anteriore  a  quella  fatta  dal  Cantero,  e  perciò  il  pri- 
mo saggio  che  di  latino  si  leggesse  delle  opere  di  Aristide. 

—  Epistola  ad  Galeotum    Ruvereum  in  Aristidem    Oratio- 
nem  e  graeco  in  latinum  conversarli. 

Nella  Bib.  Pistor.  del  P.  Zaccaria,  pag.  259. 

—  Carmen  ad  Galeotum  Ruvereum. 

Neil'  opera  «  Scriptores  Historiae  Aug.  Veneti is  Aldus,  1559  :  »  nella  ri- 
stampa fattane  dai  Giunti  di  Firenze  l'  anno  stesso  :  e  nella  Bib.  Pistorien- 
sis,  pag.  259. 

—  Epigramma. 

In  lode  della  Grammatica  di  Urbano  Bolzano  bellunese,  e  stampata  innanzi 
alla  medesima.  Venezia,  1545. 

■ —  Epistola  latina  ad  Politianum. 

Nelle  Lettere  del  Poliziano,  lib.  XII. 

—  Epigrammata. 

Sono  due,  uno  greco  e  V  altro  latino,  e  stanno  innanzi  alle  lettere  del  Po- 
liziano sopra  citate. 

—  Epigrammata  duo  latina. 

Li  pubblicò  il  Fontanini  nella  continuazione  della  vita  del  nostro  autore  in- 
serita nel  Giornale  dei  Letterati  d'  Italia,  toni.  XXVI,  art.  Vili.  ;  furono 
poi  ristampati  dal  Zaccaria  nella  Bib.  Pistor.  pag.  258. 

—  Carmen  elegiacum. 

Nella  citata  Bibliot.  Pisloriens.  pag.  261. 

—  Costituzione  dell'  Accademia  Aldina. 

È  stampata  nell'  opuscolo  Aldi  Pii  Manulii  scripta  trio,  longe  rarissima  a  la- 


—  185  — 

cobo  Morellio  denuo  edita  et  illustrata.  Bassani,  Remondini,  1806,  e  fu  tra- 
dotta in  latino  dallo  stesso  Morelli.  Questo  scritto,  compilato  in  greco,  si 
era  perduto,  quando  ne  fu  ritrovata  V  unica  copia  dal  dottissimo  Sig.  Gae- 
tano Marini  nella  Biblioteca  Barberina  che  serviva  d'  involucro  alle  coperte 
dell'  Etimologicum  Magnum  impresso  da  Aldo  nel  1499.  Sembra  che  Aldo  la 
stampasse  da  distribuirne  le  copie  in  foglio  volante  agli  amici.  Sebastiano 
Ciampi  ne  inserì  poi  la  traduzione  nelle  sue  Memorie  di  Scipione  Cartero- 
maco,  Pisa  1811,  pag.  10  e  seg. 

—  Scipionis   Carteromachi  Carmina  graeca  latina  et  itali- 
ca quae  qniclem  col  ligi  potuerunt. 

Le  raccolse  Seb.  Ciampi,  e  le  pubblicò  a  pag.  81  e  seguenti  delle  Memorie 
di  Scipione  Carteromaco,  Pisa,  1811,  in  8.°.  Egli  vi  pubblicò  di  più  una  dis- 
sertazione inedita  del  Carteromaco  col  titolo  De  rabie  canum  trovata  in  un 
codice  Vaticano  ;  la  quale  sebbene  non  abbia  data,  congettura  il  Ciampi  che 
possa  essere  stata  scritta  intorno  al  1514.  Fra  gli  scritti  inediti  del  Carte- 
romaco si  hanno  un  Carmen  ad  Philosophiae  Sludiosos,  nella  Vaticana,  cod. 
1386  :  una  Collectanea  ex  poetis  che  si  eonserva  nella  stessa  Biblioteca,  nei 
Cod.  1589,  1402,  1405,  1406  :  un  Epigramma  latino  contro  il  Card,  di  Pa- 
via, nella  Biblioteca  della  casa  Forteguerri  in  Pistoia  ;  i  quali  scritti  sebbe- 
ne conosciuti  dal  Ciampi,  non  furono  da  lui  pubblicati,  sia  perchè  non  potè 
averne  copia,  sia  per  altri  motivi. 

Di  Scipione  Forteguerri,  conosciuto  più  comunemente  col  pseudonimo  di 
Carteromaco,  che  egli  si  prese  esprimendo  così  con  due  parole  greche  lo 
stesso  cognome,  aveva  già  scritta  la  vita  il  Fontanini,  pubblicata  nel  Gior- 
nale dei  Letterati  di  Venezia,  tom.  XXVI  :  nuove  e  più  recondite  notizie  ne 
diede  poi  il  Cav.  .Giacomo  Morelli  nella  sua  opera  Aldi  Pii  Manutii  scripta 
tria  longe  rarissima  ;  e  finalmente  il  chiariss.  nostro  Sebast.  Ciampi,  che 
pubblicò  le  sue  dotte  Memorie  di  Scipione  Carteromaco,  Pisa,  Prosperi,  1811, 
alle  quali  rimandiamo  chi  volesse  avere  più  ampie  notizie  di  quest'  illustre 
grecista.  (1) 


(1)  Il  Bandini  nel  Catalogo  delle  edizioni  giuntine  (parte  2,  pag,  72),  ram- 
menta un  esemplare  del  Teocrito  stampato  dai  Giunti  nel  1515  postillato  di 
mano  di  Scipione  Carteromaco,  a  lui  fatto  vedere  dal  Laire  Bibliotecario  del 
Card.  Di  Brienne.  Il  Ciampi  lo  cita  a  pag.  49  di  queste  Memorie,  e  soggiunge 
che  forse  questo  prezioso  esemplare  avrà  sofferto  la  sorte  degli  altri  libri 
di  quell'  infelice  Cardinale. 

Ora  il  Renouard  nel  suppiimentp  agli  annali  Aldini  pubblicati  nel  1803  ci 
fa  sapere  che  la  copia  del  Teocrito  stampato  dai  Giunti  nel  1515  dove  sono 
le  postille  manoscritte  dal  Laire  e  dal  Bandini  credute  di  mano  di  Scipione 
Carteromaco  non  è  smarrita  come  credette  il  Ciampi,  ma  si  conservava  dal 
medesimo  Sig.  Renouard,  avendola  comprata  all'  asta  nell'  occasione  che  furo- 
no venduti    i  libri   del  Card.  Di   Brienne.  Prova   inoltre   che  quelle   postille 


—  486  — 
Forteguerri  €Sio.  Scattista  (58   ve«*eIiio), 

Nipote  di  Scipione,  morì  a  Roma  in  giovane  età.  Il  Zaccaria  ricorda  di  Lui 
sette  Commedie  scritte  in  latino,  che  furono  recitate  con  molto  plauso  in 
Roma,  in  Bologna  e  in  Pistoia. 

Forteguerri  ^lo.  'Battista  (al  giovane) 

Rime. 

Due  sonetti  stanno  innanzi  alle  rime  di  Gino  da  Pistoia  pubblicate  da  Nic- 
colò Pilli,  Roma,  Biado,  1559  :  altre  rime  trovansi  nella  raccolta  intitolala 
Scella  nuova  di  rime  di  più  illustri  poeti  ec.   Venezia,   1585  in  8.° 

Il  Zaccaria  pubblicò  pure  a  pag.  2.81-287,  dodici  sonetti  del  nostro  poeta 
scritti  per  la  morte  di  suo  fratello  Gio.  Pietro  Vescovo  di  Bitonto  :  final- 
mente due  altri,  più  recentemente  insieme  ad  altri  di  Antonio  Forteguerri, 
in  occasione  di  nozze.  (Pistoia,  Tip.  Cino,  1851,  in  8.°) 

—  Vita  del  Card.  Niccolò  Forteguerri. 

Trovasi  nella  Bibliot.  Pistoriens,  pag.  251,  dove  evvi  pure  una  lunga  lette- 
ra del  Do».  Giuliano  Corbelli  diretta  a  Gio.  Battista  Forteguerri,  nella  quale 
si  danno  molti  ragguagli  intorno  alla  vita  e  alle  azioni  del  nostro  illustre 
Cardinal  Niccolò. 

—  Vita  di  Gio.  Pietro  Forteguerri.  Vescovo  di  Bitonto, 

A  pag.  276  della  suddetta  Bibliot.  Pistoriens. 

—  Il  Pluto  di  Aristofane,  commedia  tradotta  in  versi  ita- 
liani. 

Ms.  presso  la  famiglia  Forteguerri.  Secondo  il  Salvi  (Historie,  toni.  Ili,  p.  217) 
scrisse  anche  due  commedie,  una  intitolata  II  Nano,  l'altra  Erotomania.  Gio 
Battista  Forteguerri  fu  a' suoi  tempi  illustre  giureconsulto  ed  egregio  poeta 
n.  nel  1525,  m.  nel  1594. 


non  possono  essere  di  mano  di  Scipione,  perchè  avendo  quella  edizione  la 
data  del  X  Gennaio  1515,  stile  fiorentino,  ed  il  Carteromaco  essendo  morto 
il  16.  Ottobre  1516  stile  romano,  allorché  fu  pubblicato  il  Teocrito  il  Carte- 
romaco non  viveva  più,  stantechè  il  Gennaio  1815  stile  fiorentino  corrisponde 
al  Gennaio  del  1516  stile  romano  per  la  ragione  che  i  fiorentini  comincia- 
vano 1'  anno  il  25  Marzo  ;  e  perciò  contavano  sempre  un  anno  indietro  allo 
stile  comune. 

Ma  sebbene  quelle  postille  non  appartengano  a  Scipione  Carteromaco  quanto 
allo  scritto,  poterono  appartenegli  per  titolo  d'  autore.  Il  Sig.  Renouard  le 
trova  corrispondenti  alla  scrittura  di  Michele  Forteguerri  fratello  di  Sci- 
pione, col  quale  visse,  e  scriveva  nel  1528.  Potè  Michele  aver' imparalo  quel 
che  vi  scrisse  dal  fratello  .Scipione  ;  peraltro  anche  Michele  fu  dotto  grecista; 
e  non  è  improbabile  che  sieno  totalmente  sue. 


—   187  — 
Forteguerri  Stiritele. 

Rime. 

Nella  Bibliot.  Pìsloricns.  a  pag.  274-275.  Sono  quattro  epigrammi  latini,  l'ul- 
timo dei  quali  col  titolo  De  Laura  nuper  a  Francisco  Gallorum  rege  reperto, 
tumuloqve  insigni  rcstilula  ne  recondita.  Credesi  di  Michele  Forlegucrri  l'epi- 
taffio in  versi  latini  che  leggesi  sotto  il  munumento  inalzato  al  Card.  Nic- 
colò nel  Duomo  di  Pistoia,  e  che  incomincia  :  Me  ego  sum  palriae  verus  pa- 
ter, ec. 

---  E pistola  e. 

Nella  mcd.  opera  pag.  263-274.  Sono  in  numero  di  diciassette,  ma  per  la 
maggior  parte  prive  dell'  indirizzo,  e  perciò  s'  ignora  a  chi  [ossero  dirette 
Sono  scritte   con  molta  grazia  e  non  minor  eleganza  di  stile. 

Forteguerri  Filippo. 

Rime. 

Stanno  nella  raccolta  fatta  da  Giovanni  OiYredi  col  titolo  Rime  di  diversi  au- 
tori eccellentissimi,  libri  IX.  Cremona,  per  Vincenzo  Centi,   1560,  in  8.° 

Anche  neila  Biblioteca  Forteguerri  si  conservano  alcune  rime  di  questo 
poeta.  —  (V.  Cod.  16  a  cart.   186.) 

Forteguerri  Iacopo. 

Genealogia  delle  famiglie  illustri  di  Pistoia, 

Manoscritta  in  casa  Forteguerri.  Non  v'  è  da  prestar  gran  fede  a  quanto 
scrive,  giacché  dove  non  potè  con  autentici  documenti  mettere  insieme  1'  al- 
bero genealogico  per  sicura  discendenza,   inventò  di  suo. 

Forteguerri  GSovaunS. 

Novelle. 

Sono  manoscritte  nella  Biblicteca  Forteguerri.  Il  codice  appartenoe  già  al  Can. 
Franchini  Taviani  ;  è  cartaceo  in  foglio,  ed  è  senza  dubbio  quello  ricorda- 
to dal  P.  Zaccaria  come  esistente  presso  il  Turlini,  e  da  lui  creduto  auto- 
grafo, come  di  fatto  è,  trovandosi  11  carattere  perfettamente  eguale  a  quello 
di  un  codice  degli  Statuti  di  Pistoia,  scritto  di  sua  mano,  e  munito  della  fir- 
ma autografa.  Contiene  undici  novelle  precedute  da  un  poemio,  e  sono  di- 
rette a  Don  Francesco  Medici  con  una  lettera  senza  data. 

Si  credono  scritte  tra  il  1541,  e  il  1362  poiché  nella  dedicatoria  a 
Francesco  De  Medici  1'  autore  si  appella  Cancellarius  Civìtafis  Pistorii,  il 
quale  ufficio  eg/i  copri  appunto  in  quello  spazio  di  tempo  :  del  resto  sono 
una  pretta  imitazione  boccacesca  sia  nello  stile,  sia  nella  invenzione. 

—  Novelle.  Livorno,  co'tipi  di  Francesco  Vigo,  1871,  in  8.° 

Sono  le  due   prime  novelle  del  Codice,  insieme  al  proemio  e  alla  dedica'o- 


—  188  — 

ria,  e  furono  pubblicate  dal  Sig.  Giovanni  Papanti  di  Livorno,  in  appendice 
al  suo  bellissimo  Catalogo  de'  Novellieri  Italiani  in  prosa,  da  lui  raccolti  e 
posseduti  :  ma  ne  furono  tirati  a  parte  anche  cinque  soli  esemplari  per  or- 
dine numerati,  di  cui  due  in  carta  reale  inglese  da  disegno,  uno  in  carta 
papale  turchina,  e  due  in  finissima  pergamena  di  Roma. 

FortcgnerrS  JPier  Lorenzo. 

—  Orazione  recitata  il  25  di  Aprile  1593  al  capitolo  ge- 
nerale della  Religione  di  S.  Stefano,  nella  chiesa  dell'  or- 
dine di  Pisa.  In  Firenze,  1593,  per  Michelangelo  Serman- 
telli,  in  fogl. 

Di  Pier  Lorenzo  Forteguerri  si  ha  a  stampa  anche  una  lettera  diretta  a  Gi- 
rolamo Baldinotti,  che  trovasi  nel  tomo  2.°  degli  Avvertimenti  Politici  del 
Vanno  zzi: 

Forteguerri  Francesco. 

Vita  del  Beato  Atto  Vescovo  di  Pistoia,  raccolta  dal  Sig. 
Francesco  Forteguerri.  In  Firenze,  appresso  Bartolomeo  Ser- 
raartelli  (sic)  e  fratelli,  1608,  in  8.° 

Rara.  È  dedicata  a  Bonifazio  Vannozzi  con  lettera  di  Pistoia,  Marzo  1608. 
Oltre  la  risposta  del  Vannozzi  alla  lettera  dedicatoria,  sono  nelle  prime  carte 
varie  poesie  italiane  e  latine  in  lode  dell'  autore,  di  R.  Cancellieri,  G.  B. 
Fidelissimi,  P.  A.  Vezzi,  Giulio  Rutati  ed  altri.  Questo  lavoro  fu  composto 
dall'  autore  in  età  ancor  giovane,  e  ci  fa  sapere  nella  lettera  al  Vannozzi 
che  si  valse  molto  degli  studi  e  dei  materiali  lasciati  su  questo  argomento 
da  Iacopo  Forteguerri  suo  zio. 

—  La  stessa.  In  Firenze,  1623,  per  Pietro  Cecconcelli, 
in  8.° 

Ristampa  assai  rara  fatta  per  cura  di  Pandolfo  Arfaruoli. 

—  La  stessa.  Pistoia,  Bracali,  1818,  in  8.° 

Ristampa  in  tutto  conforme  all'edizione  originale  del  1608,  procurata  da  Ghe- 
rardo Bracali,  e  da  lui  offerta  a  Mons.  Francesco   Toli  Vescovo  di  Pistoia. 

—  Rime. 

Trovansi  nella  raccolta  fatta  da  Teodoro  Libertino  per  la  morte  di  Odoardo 
de  Caselini,  Bologna,  Bart.  Cochi,  4612,  in  4.°  Il  Vannozzi  (Lettere  Mise, 
tom.  Ili,  p.  614)  ricorda  anche  di  Francesco  Forteguerri  un'orazione  reci- 
tata a  nome  degli  studenti  della  scuola  di  diritto  della  Università  di  Bolo- 
gna per  la  venuta  in  questa  città  del  Card.  Legato  Capponi  nel  16U. 


—  189  — 

Forteguerri  Sebastiano. 

De  Electione  Alexandri  Cacciae  in  Archiepi scopatimi  Pi- 
storiensem,    Carmen.  Senis,  Bonetti,    1600,  in  4.° 

Raro. 

- —  Lettera  del  Sig.  Sulpizio  Tenaglia  in  materia  dell'esa- 
mina del  Conte  Andrea  Dell'Arca  intorno  alle  ragioni  del 
Conte  Lodovico  Tesauro  in  difesa  di  un  sonetto  del  Cavar 
lier  Marino.  Bologna,  per  il  Benacci,  1614,  in  4.° 

Son  note  a  tutti  le  liti  che  ebbe  a  sostenere  il  Cav.  Marino  a  cagione  del 
suo  smoderato  e  imprudente  sistema  di  scrivere.  Nella  quistione  sorta  per  il 
sonetto  che  il  Marini  aveva  scritto  a  Raffaello  Robbia  pel  suo  poema  sopra 
S.  Maria  Egiziaca  prese  parte  anche  il  nostro  Sebastiano  con  questo  scritto 
che  pubblicò  col  pseudonimo  di  Sulpizio  Tenaglia.  Fra  gli  scritti  di  questo 
nostro  autore  sono  da  rammentarsi  anche  la  prefazione  degli  Statuti  di  Pi- 
stoia al  Grand.  Cosimo,  stampati  in  Pistoia,  nel  1546  :  un'Orazione  De  Ami- 
ciiia,  ricordata  dal  Vannozzi  (Lett.  tom.  III.  p.  711),  e  non  poche  rime  che 
si  conservano  in  casa  Forteguerri,  ed  anche  nel  codice  105  della  Forteguer- 
riana  di  Pistoia.  Il  Dondori  poi  ci  narra  che  avendo  Sebastiano  seguitato  in 
Germania  la  corte  Cesarea  come  cronista,  compilò  le  vite  di  12  imperatori 
austriaci,  ma  terminò  prima  la  sua  vita  propria  che  le  altrui,  .  ...  ne  so  che 
esilo  avessero  le  sue  fafiche  perchè  morì  in  Alemagna. 

Forteguerri  Slons.   Niccolò. 

In  funere  Innocentii  XII  pontif.  Max.  Oratio  ad  Eminentiss. 
et  Reverendiss.  S.  R.  E.  Cardinales  Lab.  in  Vaticana  Ba- 
silica IX  Id.  Octobris  anno  Iubilei  1700.  Romae,  1700,  ty- 
pis  Caietani  Zenobii,  et  Georgii  Plancbii,  in  fol. 

—  Orazione  dell' Illus.  e  Rev.  Mons.  Niccolò  Forteguerri 
patrizio  pistoiese  e  cameriere  d'onore  della  Santità  di  N.  S. 
Papa  Clemente  XI,  detta  in  Campidoglio  nell'Accademia 
del  Disegno,  Tanno  1711.  In  Roma,  per  Girolamo  Zenobii, 
1711,  in  foglio. 

—  Oratio  in  translatione  Sacri  Corporis  S.  Leonia  Magni. 
Romae,  1715,  in  4.° 

—  Discorso  pastorale  per  la  pericolosa  infermità  e  ricupe- 
rata salute  del  SS,  Pontefice  Clemente  XI,  accaduta  nel 
Decembre  1712. 

Sta  nel  voi.  2  delle  Prose  desìi  Arcadi. 


—   190  — 
— ■  Ragionamento  allegorico  intorno  all'  origino  delle  cose. 

Nelle  Prose  degli  Arcadi,  tom.  2.° 

—  Risposta  in  forma  di  lettera  ad  Alfesibeo  Cario  custode 
d'Arcadia. 

Ivi,  tom.  2.° 

—  Saggio  di  Rime.  Bologna,  Pisarri,  1711,  in  8.0 

Pubblicate  col  pseudonimo  d'Enfatico  Intronato.  Si  trovano  rime  di  Mon- 
signor Forteguerri  anco  nella  Scelta  di  Sonetti  e  Canzoni  fatta  dal  Gobbi, 
Bologna,  1711,  p.  Ili,  pag.  292;  —  nelle  Rime  scelle  di  molli  illustri  poeti 
de' nostri  tempi.  Lucca,  1719,  in  8.°  col  pseudonimo  di  Nidalmo  Tisco  P.  A:  — 
nel  tom.  8  delle  Rime  degli  Arcadi:  —  nella  raccolta  fatta  per  la  monaca- 
zione di  M.  Maddalena  Forteguerri,  Pistoia,  Gatti.  1729:  —  nella  raccolta 
fatta  da  Angelo  Mazzoleni  col  ti  olo  Rime  scelie  de' migliori  poeti.  Bergamo. 
1750,  in  8°,  ed  altrove. 

—  Raccolta  di  rime  piacevoli,  non  mai  per  avanti  pubbli- 
cate, Parte  prima.  Genova  (Firenze),  1765,  in  8.° 

Sono  undici  capitoli  scritti  a  vari  amici;  ma  questa  prima  parte  non  fu  se- 
guita dalla  seconda.  Questi  capitoli  furono  poi  ristampati  insieme  ad  altre 
rime  a  Pescia  nel  1780,  e  videi'  la  luce  anche  in  line  alla  edizione  del  Ric- 
ciardetto ed.  di  Londra  (Livorno),  1780,  voi.  o,  in  12.° 

—  Tre  Epistole  poetiche  ed  altri  versi.  Pistoia,  Tip.  Gino, 
1851,  in  8.o 

Pagg.  56.  L'avviso  preliminare  di  questa  edizione  fatta  per  nozze  è  sotto- 
scritto da  Luigi  Vangucci,  ma  veramente  l'editore  ne  fu  Enrico  Biodi.  La 
terza  delle  Epistole  leggesi  in  un  codice  ms.  già  della  biblioteca  di  Giac- 
cherino,  ora  nella  Forteguerriana,  ed  era  inedita. 

—  Pub.  Terentii  Comoediae  uunc  primura  italicis  versibus 
redditae  curri  personarum  figuris  aeri  accurate  incisis  ex 
ms.  cod.  bibliot.  Vaticanae.  Urbini,  sumptibus  Hieronymi 
Mainardi,  1736,  in  foglio. 

Magnifica  edizione,  adorna  d'intagli  e  di  una  copia  esatta  delle  antiche  ma- 
cherc  comiche,  tratta  dal  prezioso  codice  vaticano.  La  stampa  è  a  due  co- 
lonne, in  una  il  testo  latino,  nell'altra  l'italiano  :  la  traduzione  in  versi  sciolti 
endecasillabi,  fuorché  negli  argomenti  e  nei  prologhi,  che  sono  tutti  in  versi 
sdruccioli.  Oltre  la  vita  di  Terenzio  scritta  dal  celebre  Donato,  e  un  breve 
cenno  di  Niccolò  Forteguerri,  sonovi  pure  riportati  alquanti  giudizi  di  anti- 
chi scrittori  su  Terenzio,  e  nel  (ine  l' indice  dei  verbi  di  aulico  uso  adope- 
rati in  Terenzio.  È  slato  notaio  (1)  come  non  esatta  la  espressione  del  fron- 
tespizio mine  primum  italicis  versibus  redditae,  dopo  la  traduzione  delle  coui- 

(1)  Paitoni,  Bibliot.  tom.  IV.   pag.   113. 


-  m  - 

medie  di  Terenzio  fatta  dalla  Sig.  Bergalli,  che  a  quei  giorni  aveva  già  veduto 
la  luce  ;  ma  è  bene  avvertire  come  la  colpa,  qualunque  ella  siasi,  non  è  da 
•attribuirsi  che  agli  editori,  poiché  quando  questa  traduzione  vide  la  luce, 
l'autore  era  già  morto. 

—  Le  stesse.    In  Urbino,  1736,  a  spese  di  Girolamo   Mai- 
nardi,  in  8.0 

Non  vi  è  «1  testo  latino  come  nella  edizione  precedente,  e  nell'avviso  al  let- 
tore dicesi  come  quest'opera  fu  stampata  in  ottavo,  corretta  diligentemente 
e  disposta  colla  maggiore  accuratezza  aftinché  riuscisse  di  maggior  comodo 
e  perfezione.  È  preceduta  da  una  notizia  compendiosa  della  vita  di  Terenzio, 
tratta  da    quella  che  scrisse  il  celebre  grammatico  Elio  Donato. 

—  Le  stesse.  Milano,   Malatesta,   1740,  in  4.° 

Formano  il  tomo  XIX  della  «  Raccolta  di  tutti  gli  antichi  poeti,  colla  loro 
versione  nell'  italiana  favella  »,  e  sono  dedicate  dallo  stampatore  a  D.  Ca- 
terina Gravina  principessa  di  Campofforito.  Evvi  la  vita  di  Terenzio  scritta 
da  Filippo  Argelali,  ed  in  fine  del  tomo  XX  (nel  quale  contengonsi  le  ri- 
manenti Commedie  di  Terenzio  tradotte  da  altri),  l'indice  dei  passi  più  dif- 
ficoltosi ec. 

—  Le  stesse.  In  Venezia,  1748,  per  Simone  Occhi,  in  8.° 

—  Le  stesse,  ora  di  nuovo  riscontrate  coli1  originale  ec.  In 
Venezia,  1759,  per  Simone  Occhi,  in  8.° 

Questa  edizione,  essendo  stata  riscontrata  sull'originale,  come  accennasi  nel 
frontespizio,  è  più  stimabile  della  precedente,  alla  quale  nel  rimanente  è  in 
tutto  simile. 

■ —  Le  stesse. 

?<el  Parnaso  dei  Poeti  Classici.  Yen.  1707,  in  8°  voi.  21.  È  la  sola  tragedia 
L' A ff armatore,  e  sta  insieme  all' Aulularia  di  Plauto  trad.  dal  Guazzesi  e  al 
Soldato  glorioso  trad.  dal  P.  Lacermi. 

—  Ricciardetto  di  Niccolò  Carteromaco.  Parigi,  (ma  Vene- 
zia) Pittori,  1738,  voi.  2,  in  4.° 

Prima  edizione  nitida  ed  elegante  corretta,  ma  non  mutilata,  come  sono  al- 
cune delle  posteriori.  È  adorna  del  ritratto  dell'autore,  e  di  fregi  intagliati 
in  fronte  ad  ognuno  dei  XXX  canti,  rappresentanti  la  principale  azione  che 
il  canto  racchiude.  Gti  argomenti  sono  di  Ottavio  Petroscllini.  In  fine  poi  vi 
sono  alcune  ottave  di  Nicotele  Emonio  (nome  fìnto)  P.  A.  indirizzate  alla 
Principessa  di  Forano  in  occasione  di  rimandarle  questo  poema  da  lei  comu 
ideatogli.  Si  trovano  anche  esemplari  in  carta  grande.  Il  Ricciardetto  è  uno 
dei  migliori  poemi  giocosi  che  conti  la  nostra  letteratura  del  Sec.  XVIII.  Occa- 
sione a  scriverlo  l'ebbe  dalla  conversazione  alla  sua  villa  di  Spezzamento  con 


—  192  — 

alcuni  giovani,  nella  quale  leggcvansi  le  poesie  dell'Ariosto,  del  Pulci  e  del 
Berni  :  che  il  Forteguerri  volendo  dimostrare  come  l'osse  facile  con  un 
po' d'immaginazione  scrivere  in  versi  in  quel  genere  di  poesia,  compose  in 
soli  trenta  giorni  il  suo  poema  diviso  in  XXX  canti,  i  quali  andava  giorno 
per  giorno  leggendo  a'suoi  amici.  In  questo  lavoro  egli  da  libero  campo  alla 
sua  feconda  immaginazione,  la  quale  gli  suggerì  quelle  tante  e  sì  svariate 
idee  di  mostri  e  di  maraviglie  che  v'introdusse,  e  eh' ei  dispose  in  un  certo 
ordine,  e  che  congiunte  alle  lepidezze  di  cui  seppe  aspergerne  lo  stile,  ren- 
dettero questo  poema,  se  non  classico,  assai  peto  nel  suo  genere  pregevole. 
Il  Corniani  (/  Secoli  della  Letteratura  Italiana,  tom.  IX,  pag.  95.)  accusa  il 
Forteguerri  che  per  dipingere  scrupolosamente  la  natura,  la  snudò  troppo, 
ed  offese  talvolta  il  pudore.  Mentre  negar  non  si  può  quanto  asserisce  que- 
sto storico,  bisogna  però  dire  a  difesa  del  Forteguerri,  che  ciò  non  fece  per 
principii  di  dissolutezza,  poiché  il  Fabbroni  ci  assicura  che  era  di  savii  co- 
slumi  ;  e  forse  anche  per  questo  egli  finché  visse  non  s'indusse  mai  a  pub- 
blicarlo. 

—  Lo  stesso.  Lucca,  1766,  in  8.°  voi.  2. 

Col  pseudonimo  di  Carteromaco.  Vi  è  premesso  il  Capitolo  di  Maestro  Garbo 
da  Rasa  (Ab.  Anton.  Maria  Borga),  e  la  prefazione  di  Nidalmo  Tiseo  (Niccolò 
Forteguerri). 

—  Lo  stesso.  Parigi,  Prault,  1766.  in  12.°   vói  3. 

Anche  questa  ha  il  pseudonimo  di  Carteromaco,  ed  è  assai  stimata  edizione. 

—  Lo  stesso.  Venezia,  Pitteri,  1774,  in  12.°   voi.  2. 

Col  pseudonimo  di  Carteromaco;  ed  ha  in  fine  undici  capitoli  in  terza  rima 
eccettuato  il  quarto  che  è  in  versi  sciolti  e  le  ottave  di  Nicotele  Eumenio, 
che  si  leggono  nella  prima  edizione. 

. —  Lo  stesso.  Londra  (ma  Livorno),  1780,  voi.  3,  in  12.° 

Bella  e  corretta  edizione,  adorna  del  ritratto  dell'  autore,  e  di  figure  in 
rame  ad  ogni  Canto,  nuovamente  inventale.  È  indirizzata  a  Mons.  Onorato 
Caietani  Duca  di  Sermoneta,  ed  ha  la  vita  dell'  autore,  oltre  le  ottave  di 
Nicotele  Eumonio,  ed  i  capitoli  di  sopra  ricordati.  Vi  sono  esemplari  in  carta 
cerulea. 

— .  Lo  stesso,  Venezia,  Pitteri,  1780,  Voi.  2,  in  12.° 

—  Lo  stesso.  Venezia,  Pitteri  1785,  voi.  2,  in  12.° 

. —  Lo  stesso.  Venezia,  Zatta,  1789,  voi.  3  in  12.°   grande. 

Buona  edizione,  che  forma  il  voi.  45,  44,  e  43  del  Parnaso  Italiano  pubbli- 
cato da  Andrea  Rubbi.  È  adorna  del  ritratto  dell'  autore,  e  di  un  capopa- 
gina istoriato  al  principio  di  ogni  canto;  ed  ha  fine  i  capitoli  piacevoli  di  so- 
pra citati.  Di  questa  edizione  si  trovano  esemplari  in  finissima  pergamena  ed 
in  carta  velina.       t 


—  193  — 

—  Lo  stesso.  Pisa,  Nistri,  1812-1814,  voi.  4,  in  16.° 

Bella  e  stimata  edizione  che  fa  parte  della  Collezione  dei  Poeti  classici.  Vi 
sono  esemplari  io  carta  velina. 

—  Lo  stesso.  Milano,  Soc.  Tip.  1813,  voi.  3,  in  8.° 

Ed.  molto  accurata  e  pregevole,  citata  dalla  Crusca.  Ha  innanzi  la  vita  del- 
l' autore  già  scritta  in  latino  da  Mons.  Fabbroni,  e  poi  volgarizzata  da  Ro- 
bustiano  Gironi.  Nel  testo  furono  ammesse  molte  e  importanti  lezioni  tratte 
da  un  ms.  posseduto  dal  Cav.  G.  Bossi  di  Milano,  e  che  appartenne  al  Car- 
dinale Alamanno  Salviati,  ma  in  fine  di  ciascun  volume  vi  sono  riportate  le 
antiche  lezioni  del  poema.  Neil'  ultimo  volume  stanno  non  pochi  capitoli,  al- 
tri già  stampati,  ed  altri  che  erano  inediti,  e  fatti  per  la  prima  volta  di 
pubblica  ragione  da  L.  Lamberti  nel  Poligrafo  di  Milano. 

—  Lo  stosso.  Bassano,  Remondini,  1810,  voi.  2,  in  12.° 

—  Lo  stesso.  (Livorno),  1819,  voi.  3,  in  16.° 

—  Lo  stesso.  Firenze,  Molini,  1828,  in  18.m° 

Edizione  assai  pregiata,  fatta  su  di  un  manoscritto  che  appartenne  al  Conte  De- 
metrio Boutorlin,  contenente  molte  notabili  varianti,  oltre  quelle  già  adot- 
tate nella  edizione  di  Milano  del  1813,  e  che  sono  registrate  in  fine  al  vo- 
lume. Ha  un  antiporta  incisa  in  rame,  ed  è  corredata  della  vita  dell'autore. 
Vi  sono  anche  esemplari  in  carta  distinta  con  grandi  margini. 

—  Lo  stesso.  Milano,  Tip.  de'  Classici,  1828,  voi.  4  in  32.° 

Colla  vita  dell'autore  scritta  da  G.  B.  Corniani. 

—  Le  prime  sei  stanze  del  canto  XIX  del  Ricciardetto  vol- 
tate in  latino  dal  Cav.  Giuseppe  Ippoliti  per  la  morte  del 
nobil  giovinetto  Niccolò  Forteguerri.  Firenze,  Piatti,  1830, 
in  4.° 

Ed.  di  pochi  esemplari,  di  cui  alcuni  in  carta  turchina  e  in  carta  gialla. 

—  Capitoli. 

Un  codice  di  questi  capitoli,  autografo,  si  conserva  in  casa  Forteguerri  :  un 
altro  scritto  sul  finire  del  sec.  XVII,  nella  Biblioteca  Forteguerri,  cod.  268, 
dove  pervenne  dal  Convento  di  Giaccherino.  Quest'  ultimo  contiene  25  ca- 
pitoli, diretti  a  Liborio  Veronesi  prete  dell'  oratorio,  meno  tre  che  sono  in- 
dirizzati a  Niccolò  Buti  pistoiese,  ad  hanno  tutti  la  data  di  Roma  dall'anno 
1721,  al  1754.  Di  tali  capitoli  alcuni  videro  già  la  luce  nell'  edizione  delle 
rime  del  Forteguerri,  stampate  a  Pescia  nel  1765  colla  falsa  data  di  Geno- 
va ;  in  varie  edizioni  del  Ricciardetto  e  in  una  pubblicazione  per  nozze  fatta 
dal  Bindi.  e  di  sopra  ricordata  :  alcuni  li  credo  tuttora  inediti. 

Capponi.  Eibliogr.  Pisi.  [JJ 


—  194  — 

■ —  Il  Pluto  di  Aristofane,  tradotto  dal  greco  in  versi  sdruc- 
cioli. 

^Manoscritto  in  casa  Fortegucrri.  Il  P.  Zaccaria  dice  che  lo  tradusse  dal  greco 
in  latino,  e  poi  dal  latino  in  versi  italiani.  Il  Fortegucrri  tradusse  anche 
cinque  commedie  di  Plauto  ;  ma  questa  versione  si  smarrì,  o  forte  fu  pre- 
da delle  fiamme  alle  quali  1'  autore  condannò  la  maggior  parte  dei  suoi 
scritti  prima  di  morire.  Nella  Bibliolheca  Pisloriensis,  il  Zaccaria  ricorda  an- 
che un  Compendium  historiarum  et  actorum  Sacrae  Congreg.  de  Propaganda 
Fide,  che  si  conserva  nella  Bib.  Vaticana,  e  che  il  nostro  autore  avrebbe  com- 
pilato per  incarico  del  Pont.  Benedetto  XIII. 

Niccolò  Fortegucrri  nacque  in  Pistoia  il  7  novembre  1764*  da  Giacomo  For- 
teguerri  e  di  Marta  Fabbroni.  In  Pisa  apprese  la  giurisprudenza  sotto  la  di- 
rezione del  celebre  Giuseppe  Averani,  ed  Alessandro  Marchetti  lo  avviò  alla 
carriera  poetica.  Trasferitosi  poscia  a  Boma,  accompagnò  alla  corte  di  Spa- 
gna in  qualità  di  segretario  il  legato  pontificio  Antonio  Felice  Zondadari, 
ma  provò  una  navigazione  così  burrascosa,  che  essendosi  sconcertata  la  sa- 
lute, ventidue  mesi  dopo  si  dovette  restituire  a  Roma  ;  e  nell'  anno  1712 
Clemente  XI  lo  destinò  Camerier  pontifìcio,  e  gli  conferì  un  canonicato 
nella  Basilica  di  S.  M.  Maggiore.  Clemente  XII  1'  onorò  poi  della  carica  di 
Segretario  della  Congregazione  de  Propaganda  da  lui  oltremodo  gradita,  per- 
chè onorifica  e  lucrosa.  Mentre  però  sperava  maggiori  avanzamenti,  videsi 
deluso  del  segretariato  della  sacra  Consulta,  e  se  ne  afflisse  per  modo  che 
infermò,  e  dopo  alcuni  mesi  cessò  di  vivere  il  17  Febbraio  1755.  Fu  savio  di 
costumi,  nella  conversazione  ameno,  d'animo  sincero,  e  perciò  nemico  dell'a- 
dulazione, facile  a  dimenticar  le  ingiurie,  visse  egli  caro  a'  Romani  ed  i  let- 
terati suoi  contemporanei  ma  specialmente  al  Crescimbeni,  al  Lucchesini,  al 
Giacomelli,  e  ad  Eustachio  Manfredi,  da  lui  chiamato  suo  maestro. 

Fortegucrri  BernarcSino. 

—  Vita  di  Mons.    Niccolò  Forteguerri  autore  del  Ricciar- 
detto. 

Manoscritta,  inedita,  nella  Forteguerriana,  cod.  575. 
Franelni  lìesuto  Andrea. 

Sermones. 

Sono  così  ricordati  dall'  Oldoinus  nel!'  Alhenaeum  Pisloriens.  «  Inter  alia  sui 
ingenii,  et  doctrinae  monumenta  sunt  sermones  totius  anni  tam  dominicales, 
quam  quadragesimales  :  item  Sermones  de  Sanclis  totius  anni,  et  sermones 
quatuor  prò  unsquaque  die  Sanctoram  occurrcntium  in  quadragesima.  »  Ma 
ignoro  dove  si  conservino,  se  pure  tuttora  esistono. 

Franchi  DoEtienico. 

Lettere. 

Un  volume  «li  lettere,  scritte  con  assai  eleganza,  Io  ricorda  il  Vannozzi,  che 
ne  pubblicò  un  breve  saggio  nelle  sue  Ledere  Misceli,  tom.  2.  pag.  122. 


—  195  — 
Franchi  Pier  Lorenzo. 

Priorista  della  Città  di  Pistoia. 

Manoscritto  nell'  Archivio  Comunale  di  Pistoia.  Un  altro  priorista,  fatto  in 
più  modeste  proporzioni,  dello  stesso  autore,  ed  un  libro  di  Memorie  di 
Famiglie  pistoiesi,  si  conservano  nella  Forteguerriana,  Cod.  69,  e  126. 

Francliini-Taviani  Niccolò. 

Oratio  funebris  in  tempio  S.  Stephani  in  exequiis  admodum 
R.  P.  M.  Laurentii  Varsacchi  ec.  Florentiae,  1633,  in  4° 

■ —  Trattato  dell'  origine  e  dei  progressi  della  sua  famiglia. 

Manoscritto  ricordato  dal  Salvi  nel  toni.  Ili  delle  storie  di  Pistoia. 
Francliini-Taviani  Can.  Giuseppe. 

Discorsi  sacri  e  morali. 

Manoscritti  nella  Forteguerriana,  Cod.  345. 

— -  Lezioni  di  sacra  scrittura. 

Manoscritte  nella  suddetta  biblioteca,  Cod.  345. 
Franchini-Taviani  Giulio. 

Theses  Philosophicae  quas  publice  propugnandas  exbibet  ec. 
Pistoni,  Gatti,  1711,  in  4.« 

Giulio  Franchini-Taviani  entrato  giovinetto  nella  R.  Segreteria  di  Stato  di 
Cosimo  III,  fu  non  molto  dopo  da  quel  Sovrano  inviato  a  Parigi  come  suo  inca- 
ricato d'  affari,  e  colà  ne  fecero  gran  eonto  il  celebre  Fontenelle  e  il  dot- 
tissimo Card  Fleury.  Passò  poi  a  Roma  col  medesimo  carattere,  e  finalmente 
fatto  auditor  generale  di  Siena,  vi  morì  1'  anno  1759. 

Franchini-Taviani  Cesare. 

Delle  Lodi  dell'  Eminentiss.  e  Rev.  Principe  il  Card.  Carlo 
Agostino  Fabroni,  orazione  ec.  Firenze,  Paperini,  1729, 
in  4.° 


Venerosi  dotto  Filippino,  come  k>  indicano  le  iniziali  L.  V.  in  principio. 
All'  orazione  fanno  seguito  le  iscrizioni  latine,  che  furono  poste  alle  pareti 
del  tempio  in  occasione  dei  funerali  fatti  allo  stesso  Cardinale.  Il  More  ni 
nella  Bibliografìa  Storica  Toscana,  registra  qucsl'  orazione,  ma  per  orrore 
T  attribuisce  al  ridetto  P.    Liberio  Venerosi. 


—  1%  — 

—  Il  Verbo  Eterno  e  la  Keligione,  Comp.  Drammatico.  Fi- 
renze, Paperini,  1741,  in  4.° 

Pubblicato  per  la  monacazione  di  M.  Cat.  Ginori  nel  monastero  di  S.  Appol- 
lonia  di  Firenze. 

—  Orazione  recitata  nell'  Accademia  di  varia  Letteratura 
per  T  esaltazione  al  soglio  imp.  di  Francesco  I  (Grand,  ài 
Toscana). 

Trovasi  a  pag.  5  della  raccolta  intitolata  «  Componimenti  recitati  nella  so- 
lenne adunanza  celebrata  dall'  Accademia  di  varia  Letteratura,  Pistoia,  Bra- 
cali, 1746,  in  fog. 

—  Orazione  in  lode  dell'  Emin.  Sig.  Card.  Gio.  Francesco 
Banchieri  detta  in  occasione  di  una  pubblica  accademia 
data  nel  palazzo  del  Magistrato  Supremo  dal  Sig.  Cav.  Ce- 
sare Ippolita  ec.  In  Pistoia,  Bracali,  1754,  in  4.<> 

Dedicata  allo  stesso  Cardinale  da  Cesare  Ippoliti,  che  era  principe  dell'  Ac- 
cademia dei  Risvegliati,  con  una  lettera  nella  quale  dice  come  volendo  egli 
celebrare,  come  particolare  attestato  della  propria  divozione,  i  di  lui  singo- 
larissimi meriti,  fu  sua  cura  di  scegliere  un  accademico  di  maggior  elegan- 
za e  d'ingegno. 

. —  Parafrasi  delle  Lettere  di  S.  Paolo  Apostolo.  Lucca, 
Berchielli,  1764,  in  8.0 

Paff.  XX-482,  di  cui  le  ultime  5  senza  numerare.  Dedicata  a  Mons.  Giusep- 
pe Ippoliti  V.°  di  Cortona.  La  parafrasi  di  ogni  lettera  è  preceduta  dal  suo 
argomento,  ed  è  corredata  di  poche  note  ;  che  1'  autore  non  fece  questo 
lavoro  per  servire  ai  dotti,  ma  solo  per  le  persone  dedite  alle  pratiche  di 
pietà. 

—  Rime. 

Trovansi  tra  le  rime  degli  Arcadi  ;  nella  raccolta  per  la  monacazione  di  M. 
Maddalena  Pazzaglia,  Pistoia,  1724-  :  in  quella  per  la  monacazione  di  M.  Lu- 
crezia Rutati,  Pistoia,  1731  :  nell'  altra  per  la  predicazione  del  P.  Gregorio 
Cianchi,  Lucca,  1763,  e  in  molte  altre  raccolte  :  alcune  ebbero  lodi  dallo 
stesso  Apostolo  Zeno. 

—  Praecepta  Kethoricae. 

Manoscritti  nella  Bibliot.  Forteguerri,  dei  quali  ne  esisiono  varie  copie,  che 
formano  i  cod.  78,  91,  105,  544. 

■ — Parere  sulla  questione  nata  in  Pistoia  all'occasione  del  libro 
del  Cap.  D.  Cini  Osservazioni  storiche  sopra  V  antico  stato 
della  Montagna  pistoiese,  sopra  il  passaggio  di  Annibale. 

Manose,  nella  sud.  Bibliot.  cod.  576.  Cesare  Franchini-Taviani  fu  abilissimo 
insegnante  nel  patrio  Liceo,  edotto  nelle  lettere  italiane,  latine  e  greche  : 


—  197  — 

nato  nel  1700,  morì  nel  1780.  È  da  consultarsi  un  libro  di  ricordi  di  casa 
Franchini  esistente  nella  Forteguerriana  (Cod.  231)  insieme  a  molti  altri  do- 
cumenti importanti  per  la  storia  di  questa  illustre  famiglia. 

Franchini-TavSanl  Ugo. 

Il  Precettore,  ossia  T  arte  di  educare  i  nobili  giovanetti. 
Pistoia,  Bracali,  1782,  in  16.° 

Pagg.  81.  È  anonima,  e  fu  pubblicata  dopo  la  morte  dell'autore. 
Franchini  Frncesco. 

Francesco  Ferrucci,  Canzone. 

Xei  Monumenti  del  Giardino  Puccini.  Pistoia,   184t>,  in  8." 
Franci  Lorenzo. 

Cursus  Philosophiae.  Bononiae,  1649,  in  4.° 

—  Orazione  delle  lodi  di  S.  Agostino,  Eoma,  1653,  in  4.° 

—  Oratio  funebris  in  tempio  S.  Stephani  Lab.  in  exequis 
admodum  Eev.  P.  M.  Laurentii  Yarsaccbi,  Florentiae,  1633, 
in  4.° 

—  Paradisum  voluptatis  ec.  in  honorem  Betbelemici  antri. 
Bononiae.  1645,  in  8.° 

«  Laurentius  Franci  Augustinianus  eremita  concionator  et  doctor  egregius, 
«  dignusque  qui  Hetruscae  sui  Ordinis  Provinciae  universae  praeflceretur. 
«  Vivebat,  quo  tempore  Salvius  tom.  Ili  historiarum  ad  finem  perduxit  ;  ibi 
«  enìm  p.  313  eius  etiamtum  viventìs  cum  laude  significatione  meminit.  » 
Così  il  P.  Zaccaria. 

Frosini  Mon§.  Francesco. 

Discorso  funebre  in  occasione  della  Morte  f  dell'  Eminent. 
Iacopo  Rospigliosi  recitato  nella  chiesa  di  S.  Francesco 
Maggiore  di  Pisa  Tanno  3684.  Pistoia,  Fortunati,  1684, 
in  4.° 

È  citato  dal  Morcni  nella  Bibliografìa  Storica  della   Toscana. 

—  11  Conte  di  Bacheville,  oratorio  recitato  in  Pistoia  Tan- 
no 1696,  posto  in  musica  da  Gio.  Batta  Bassani. 


—  198  — 
• —  Gesù  Crocifisso,    Sonetti  di  Francesco  Frosini  Centuria 
prima.    All'  Altezza  E.  di  Cosimo   III.  In  Pistoia,   appresso 
Stefano  Gatti,  1700,  in  I6.0 

■ —  Gesù  Crocifisso,  Sonetti  ec.  Centuria  seconda.  All'  Al- 
tezza Ser.  di  Ferdinando  Principe  di  Toscana.  In  Pistoia, 
per  Stefano  Gatti,  1700,  in  I6.0 

—  Pisana  diocaesana  Synodus.  hab.  anno  1708.  Pisis,  1708, 
in  4.o 

—  S.  Ranieri  esposto  alla  pubblica  divozione  da  un  suo 
devoto  nel  raccogliere  tutto  quello  cbe  può  più  di  notabile 
ritrovarsi  dagli  scrittori  della  sua  vita.  In  Lucca,  1717, 
per  Domenico  Ciuffetti,  in  4.° 

Evvi  un'  erudita  prefazione  al  popolo  pisano  compresa  in  XV  paragrafi,  dove 
1'  autore  annovera  gli  antichi  pregi  della  Città,  e  chiesa  di  Pisa.  Indi  in  LV 
paragrafi  in  prosa,  va  esponendo  le  principali  azioni  del  Santo  che  con  molta 
eleganza  spiega  poi  in  altrettanti  sonetti,  ognuno  messo  in  fronte  alla  sua 
prosa.  In  fine  leggonsi  pure  due  sonetti  in  lode  di  quest'  opera,  il  primo 
dei  quali,  che  è  con  una  codetta,  dicesi  del  Can.  Ambrogio  Samminiati.  (V. 
Gior.  Lett.  d'  Italia,  tom.  XXXII). 

—  Pisana  Diocaesana  Synodus  saecunda  habita  anno  1717. 
Pisis,  1721,  in  4.o 

—  Pisana  Diocaes.  Synodus  tertia  Lab.  anno  1726.  Pisis, 
1728,  in  4.o 

—  Pisanae  Antiquissimae  Traditionis  Dissertatio  historica, 
Canonica  legalis. 

Questa  disseitazione  riguarda  la  venuta  in  Pisa  del  Principe  degli  Apostoli, 
da  molti  critici  posta  in  dubbio,  e  trovasi  a  pag.  1439,  parte  II,  voi.  II  del- 
l' opera  del  P.  Orlendi   Orbis  Sacer  et  profanus. 

—  Vita  di  Mons.  Gherardo  Gherardi  patrizio  fiorentino 
Vescovo  di  Pistoia  e  Prato  scritta  da  un  canonico  della 
Cattedrale  di  Pistoia.  In  Firenze,  1736,  nella  stamp.  di  Bern. 
Paperini,  in  4.° 

Pagg.  524,  e  carte  44  in  principio  non  numerate,  compresa  antiporta  e  fron- 
tespizio, col  ritratto  di  Mons.  Gherardi.  È  anonima,  e  fu  pubblicata  dopo  la 
morte  dell'  autore.  È  dedicata  alle  Dignità  e  Canonici  della  Cattedrale  di 
Pistoia  con  lettera  datata  da  Firenze  de'  26  Aprile  1756,  che  è  in  penna  dello 


—  199  — 

stampatore  BemarJo  Paperini.  La  prefazione  sappiamo  dal  Canonico  Morenì 
esser  fattura  di  Salvino  Salvini  ;  in  essa  si  da  pure  la  vita  del  Frosini,  il 
quale  fu  Vescovo  di  Pistoia,  traslocato  poi  alla  sede  di  Pisa.  Nato  nel  1653 
morì  nel  1733. 

Fuocosi  Iacopo. 

La  nascita  di  Ciro  Componimento  drammatico  da  cantarsi 
in  occasione  di  una  pubblica  accademia  di  belle  Lettere 
fatta  dagli  alunni  e  convittori  del  Seminario  Vescovile  di 
Pistoia  per  applaudire  al  felice  arrivo  in  Toscana  di  S.  A. 
R.  Pietro  Leopoldo  Granduca  dì  Toscana.  In  Firenze,  1766, 
per  Andrea  Bonducci,  in  4.° 

Fuocosi  Ijiaigi. 

Rime. 

In  varie  raccolte  ;  tra  le  altre  in  quella  per  le  nozze  Cellesi-Buonfanti,  Pi- 
stoia, 178o  :  nelP  altra  per  le  nozze  Rossi-Magnani,  Pistoia  1824.  ec.  Egli  fu 
-  di  Storia  e  Geografia  nel  patrio  Liceo,  e  Bibliotecario  della  Forte,- 
;.  Era  nato  nel  1762,  morì  nel  1830. 


maestro  d 
guerriana 


Gaggioli  P.  Giovati  Domenico. 

Triplicata  Ghirlanda  alle  glorie  del  gran  fondatore  dei  Mi- 
nimi S.  Francesco  di  Paola.  In  Firenze,  1696,  nella  stamp. 
di  Piero  Matini,  in  4.° 

Pogg.  38,  e  carte  &  in  principio  senza  num.  ed  una  in  fine  bianca.  Queste 
rime  in  lode  di  S.  Francesco  di  Paola  sono  indirizzate  a  Mons.  Alberto  Pa- 
trizi Vescovo  di  Perugia. 

• —  Ghirlanda  poetica  intessuta  alle  glorie  di  Santa  Ver- 
diana di  Castel-fiorentino.  In  Pistoia.  1711,  per  Stefano 
Gatti,  in  4.° 

—  Tre  corone  di  fiori  poetici  intessuti  alle  glorie  di  San 
Francesco  di  Paola,  della  nascita,  delle  astinenze,  e  peni- 
tenze, e  dei  miracoli  ec.  In  Firenze,  1718,  per  Tartini  e 
Frauchi,  in  4.° 

Ciascuna  delle  parti  in  cui  è  diviso  il  lavoro,  ossia  ciascuna  corona,  come 
I'  autore  la  chiama,  comprede  dodici  sonetti,  al  tergo  dei  quali  è  trattato  ih 
prosa  V  argomento  del  sonetto  medesinvo.  .        .     ,  I 


—  200  — 
Gaggloil  P.  Tommaso. 

Il  Santo  Tobia.  Firenze,  1783,  in  8.0 

—  Il  lusso  italiano  esposto  ne'  suoi  danni  in  forma  di  Dia- 
logo ec.  In  Pescia,  1790,  per  la  Soc.  Tipografica,  in  8.° 

—  Esame  e  giudizio  di  un  ecclesiastico  sopra  un  nuovo 
libretto  della  Via  Crucis,  dato  alla  luce  in  Firenze  que- 
st'  anno  1782  dai  P.  Giuseppe  M.  Puiati.  Bologna,  1782, 
in  8.0 

È  anonimo,  ma  sappiamo  che  è  lavoro  del  P.  Tommaso  da  Cireglio  Min.  Os- 
serv.  ed  è  in  confutazione  di  un  libretto  della  Via  Crucis  pubblicato  sotto 
la  inspirazione  di  Mons.  Ricci,  e  fatto  secondo  la  nuova  dottrina  teologica 
di  quel  prelato.  Vedasi  la  risposta  che  fu  data  a  questo  scritto  coli'  altro 
opuscolo  anonimo,  ma  del  P.  Puiati,  lettera  di  un  Cherico  studente  ad  un  Amico 
ec.  Roma,  1783. 

—  Apparatus  Theologico-chronologicus  quo  ecclesiastici  ty- 
rones  ad  omnimodum  sacrorum  facultatem  assecutionem  fa- 
cile perducuntur  :  Pistoni,  Bracali,  1796,  in  8.° 

Gallicani  P.  Angelico. 

Due  Spositioni  del  Pater  noster,  testo  inedito  del  buon  se- 
colo pubblicato  a  cura  del  P.  Angelico  Gallicani  Min.  Os- 
servante. Prato,  Guasti,  1849,  in  16.° 

La  prima  di  queste  due  Spositioni  fu  tratta  da  un  codice  membr.  già  esi- 
stente nella  libreria  del  Convento  di  Giaccherino,  disperso  poi  nell'  ultima 
soppressione  ;  la  seconda  da  una  diligentissima  copia  di  altro  codice  miscel- 
laneo posseduto  da  P.  Fanfani,  e  che  appartenne  già  al  Priore  Scappucci  di 
Pistoia.  L'  editore  Gallicani,  oltre  ad  alquante  note,  vi  pose  in  fine  un  in- 
dice di  alcune  voci  e  maniere  di  dire  che  trovansi  in  queste  due  scritture, 
e  che  nella  quarta  impressione  del  Vocabolario  della  Crusca  o  non  furono 
registrate,  o  mancano  dei  dovuti  esempi. 

Gallo  (Dal)  Manfredo. 

Rime. 

Nella  Bibliot.  Forteguerri,  in  un  cod.  di  Rime  di  diversi,  seg.  175. 
Camberai  Vincenzo. 

Discorso  patriottico  detto  il  5  fiorile,  anno  VII.  repubblica- 
no giorno   della   solenne   erezione  dell'  albero  della  libertà 


—  201   — 
nel  foro  nazionale  di  Pistoia.  In  Pistoia,  Bracali,  senz'  an- 
no, in  4.o 

Gamnerai  Antonio. 

Tavole  comparative  delle  nuove  misure  e  pesi  decimali  di 
Francia  col  piede  e  libbra  francese  e  col  braccio  e  libbra 
fiorentina  ec.  In  Pistoia,  Bracali,  1803,  in  4.° 

—  Saggio  teorico-pratico  sopra  la  quadratura  del  cerchio. 

Ms.  nell'  Archivio  dell'  Accademia  pist.  di  Scienze,  Lettere  e  Arti. 
Gamberai  Ferdinando. 

Del  trasporto  della  pittura  del  Cav.  Vanni.  1/  adorazione 
dei  Magi  eseguito  su  nuova  tela  da  Antonio  Vannacci  pi- 
stoiese. Memoria.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1839,  in  8.° 

Oamlierai  Angiolo. 

Sulle  Frazioni  Decimali  e  sul  sistema  metrico,  Discorso  alla 
buona,  Firenze,  Barbèra,  1862,  in  16.° 

Gatteschi  Candida. 

Rime. 

Trovansi  nella  edizione  delle  Rime  diverse  d'  alcune  nobilissime  e  virtuosit- 
$ime  donne  raccolte  per  ftl.  Lodovico  Bomenichi.  Lucca,  Busgrado,  1559  in  8.° 

Gatteschi    Vincenzo. 

L'Enea,  Squadra  comandata  dal  Sig.  Capitano  e  Cavaliere 
il  Sig.  Alfonso  Brunozzi  nelle  nozze  del  Sereniss.  Gran  Prin- 
cipe di  Toscana  ec. 

Questa  composizione  in  ottava  rima,  di  21  ottave,  sta  a  pag.  17  dell'altra  di 
simil  nome  pubblicata  da  Francesco  Bracciolini  dall'Api.  Firenze,  1608,  in  i.° 

—  Delle  rime  di  Vincenzo  Gatteschi  parte  prima.  In  Fi- 
renze, appresso  Gio.  Antonio  Caneo,  1611,  in  8.° 

Car.  £  in  principio  non  numerate  di  cui  la  quarta  bianca,  e  pag.  48.  Fu  pub- 
blicata soltanto  questa  prima  parte  ;  e.  come  rilevasi  dalla  prefazione,  per 
cura  di  Tommaso  Montemagni.  Altre  rime  del  Gatteschi,  ricordate  anco  dal 
Zaccaria  come  esistenti  a' suoi  tempi  presso  Tommaso  Turlini  si  conservano 
ora  nella  Forteguerriana  (Cod.  seg.  90). 


—  202  — 

—  Canzone  nell'esequie  di  D.  Francesco  Medici. 

Nella  raccolta  col  titolo  «  Urbis  pistoriensis  Monodiae  funeralr.s,  Fior.  1614, 
iu  4.°  È  indirizzata  al  Sig.  Donato  Dell' Antella, 

— -  La  Politica  di  Giusto  Lipsio  trad.  in  italiano. 

Manoscritta  nella  Biblioteca  Forteguerriana  di  Pistoia.  Il  codice  è  auìografo, 
e  inedito,  ma  sembra  che  il  traduttore  1'  avesse  preparato  per  darlo  alle 
stampe. 

Gatteschi  Pistoletto. 

Nell'esaltazione  di  N.  S.  Papa  Clemente  il  Nono,  Canzone 
del  Cav.  e  Capitano  Pistoletto  Gatteschi  Accademico  Insi- 
pido fra  Risvegliati.  All'Illustriss.  et  Eccellentiss.  Sig.  Bali 
Cammillo  Rospigliosi  Generale  di  Santa  Chiesa  e  dignis- 
simo  fratello  di  S.  Santità.  In  Pistoia,  per  Pier  Antonio 
Fortunati,  1667,  in  4.<> 

Carte  6,  l'ultima  delle  quali  bianca.  Innanzi  alla  canzone  sono  tre  anagrammi, 
ed  in  fine  un  sonetto  dello  stesso  autore  a  Clemente  IX. 

—  Pistoia  dolente  alla  mesta  città  di  Firenze,  Canzone  per 
la  morte  di  Ferdinando  II  G.  Duca  di  Toscana.  In  Pistoia, 
1670,  per  gli  Eredi  Fortunati,  in  4.° 

Gatti  Stefano. 

Relazione  della  solenne  coronazione  della  miracolosa  imma- 
gine della  SS.  Vergine,  di  Montenero.  Pistoia,  1694,  in  4.° 

Gatti  Carlo. 

Rapporto  dell'  istituto  elementare  e  ginnasiale  da  lui  di- 
retto ec.  Pistoia,  Bracali,  1843,  in  8.° 

—  Sul  Progetto  di  riordinamento  delle  Scuole  di  Toscana, 
Osservazioni.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1848,  in  8.° 

—  Avviamento  allo  studio  della  Geografìa,  Parte  l.a  Pir 
stoia,  Tip.   Cino,   1850.  in    18.<> 

La  seconda  parte  non  fu  mai  pubblicata. 

—  Elementi  di  Grammatica  Italiana  con  temi  per  esercizio 
di  Analisi  e  d'avviamento  al  comporre.  Pistoia,  Bracali,  1850, 
in  16.o 


—  203  — 

—  Storia  di  Roma  antica.  Pistoia,  Bracali,  1851,  in  12.° 
voi.  2. 

—  Principii  di  Grammatica  latina  compilati  già  dall' Ab.  D. 
Stefani  e  in  questa  edizione  emendati  accresciuti  e  a  più 
facile  apprendimento  ridotti  per  cura  di  Carlo  Gatti.  Pistoia, 
Bracali,  1852,  in  12/> 

La  prima  edizione  di  questa  Grammatica  devesi  allo  stesso  autore  Ab.  Do- 
menico Stefani:  la  presente  fu  fatta  per  cura  del  Prof.  Gatti;  e  dal  riscon- 
tro può  rilevarsi  quanto  il  Gatti  abbia  migliorato  il  metodo  d'insegnamento 
proposto  dal  primo  autore. 

—  Il  Nuovo  Porretti  ossia  la  Sintassi  della  Grammatica 
Latina.  Pistoia,  Bracali,  1852,  in  16.° 

—  Cornelio  Nipote  delle  Vite  degli  eccellenti  capitani,  il- 
lustrato con  spiegazioni  e  note  filologiche.  Firenze,  Le  Mon- 
nier,  1856,  in  12.<> 

Forma  il  voi.  2°  dell' 'Antologia  Latina  ad  uso  delle  scuole.  Le  Vite  sono  pre- 
cedute da  una  breve  notizia  di  Cornelio  N.  e  da  una  cronologia  dei  fatti 
memorabili  narrati  nelle  medesime. 

—  Le  favole  di  Fedro  corredate  di  spiegazioni  e  note  ita- 
liane. Firenze,  Le  Monnier,  1856,  in  12.° 

Sono  precedute  da  una  breve  notizia  intorno  a  Fedro,  e  fanno  parte  anche 
queste  dell'Antologia  sopra  citata. 

—  Un  preludio  a  un  corso  di  Lezioni  di  Storia  generale 
del  medio  evo.  Pistoia,  Soc.  Tipog.  Carducci,  Buongiovanni, 
e  Comp.  1867,  in  8.0 

—  Manuale  dello  scolare  in  grammatica  latina  ossia  le  prin- 
cipali regole  della  Sintassi  Latina  con  temi  ec.  Firenze, 
Paggi  editore,  1868,  in  16.° 

Essendo  ques'o  libro  destinato  per  le  scuole,  cito  1'  ultima  edizione  perchè 
migliorata  ed  accresciuta.  L'idea  di  quest'opera  non  è  affatto  nuova,  giacché 
prima  i  tedeschi,  e  poi  i  PP.  Scolopi  ce  ne  avevan  dato  l'esempio  :  ma  non 
poca  lode  devesi  al  Gatti  per  aver  introdotto  quest'utile  libro  anche  nelle 
nostre  scuole.  I  temi  sono  graduati  ;  dalla  nozione  di  una  semplice  proposi- 
zione si  arriva  a  quella  di  un  lungo  periodo  quale  può  tradursi  dalle  classi 
dell'alta  grammatica,-  hanno  per  argomento  un  fatto  storico,  o  una  verità 
morale,  e  sono  quasi  tutti  tolti  da  classici  autori.  Sotto  a  ciascun  tema  trovasi 
poi  il  corrispondente  latino  di  quelle  voci  italiane  la  cui  versione  propria, 
pura,  precisa,  sarebbe  impossibile  a  un  alunno  di  grammatico,  e  forse  anco 


—  tu  — 

alla  maggior  parte  dei  professori.  Al  libro  va  innanzi  un  corso  compendiosa 
di  grammatica. 

—  Parole  proferite  sul  feretro  nelle  esequie  del  Prof.  P.  Con- 
trucci. 

Stanno  nell'opuscolo  «  Nelle  funebri  onoranze  ec.  Pistoia,  1859,  in  8°  ». 

—  Iscrizioni  per  l'erezione  del  monumento  al  Card.   Nic- 
colò Forteguerri.  Firenze,  Cellini,  1863,  in  fog. 

—  L'ultimo  addio  degli  amici  nella  esequiale  onoranza  resa 
al  Priore  Domizio  Sgrilli.  Pistoia,  Rossetti,  1864,  in  16.° 

—  Parole  dette  sul  feretro  nelle  esequie  del  Prof.  Cesare 
Bartolini. 

Stanno  nella  raccolta  funebre  stampata  per  la  morte  del  Prof.  Ccs.  Bartolini. 
Pistoia,  1872,  in  I6.0 

Gcrbi  Evangelista. 

V.  Marcellino  P.  Evangelista. 
fieri»!  Ranieri. 

De    Mundi   Sistemate,    Dissertatio.    Pisis,  Raffaelli,    1789, 
in  4.° 

Pag.  VIH-456,  e  due  tavole.  Questa  dissertazione,  privata  della  parte  mate- 
matica, era  stata  letta  per  l'inaugurazione  della  cattedra  di  fisica,  nell'Uni- 
versità di  Pisa,  a  cui  fu  assunto  il  Gerbi  nel  4789.  Si  veda  in  proposito  un 
notevole  articolo  nel  Giornale  dei  Letterati  di  Pisa,  n.  74,  a.  4789. 

—  Lettera  al  D.  Attilio  Zuccagni  contenente  la  descrizione 
di  un  nuovo  insetto.  Firenze,  Cambiagi,  1793,  in  8.° 

Estratta  dal  sud.  Giornale,  a.  1793,  L'argomento  fu  poi  trattato  più  ampia- 
mente nel  seguente  lavoro  : 

—  Storia  Naturale  di  un  nuovo  insetto.  Firenze,  1794,  in 
8.°  con   tav. 

—  La  stessa.   2a  ed.   arricchita  di   aggiunte.  In  Venezia, 
1795,  presso  Sebastiano  Valle,  in  8. 

—  Per  le  faustissime  nozze  dei  nobili  signori  Tedice  Maz- 
zinghi  e  Giulia  Peruzzi,  Sciolti.  Firenze,  1795,  in  8.° 


—  205  — 

—  Sulle  rotte  dei  fiumi,  considerazioni.  Pistoia,  Bracali, 
1807,  in  8.0 

Fu  riprodotta  nel  voi.  1,  pag.  1-93  degli  Atti  dell'Accademia  Pistoiese,  tom.  1. 

—  Elementi  di  Fisica.  Pisa,  Prosperi,  1818-1819,  voi.  3. 
in  8.0 

—  Corso  Elementare  di  Fisica.  Pisa,  Capurro,  1823-1825, 
voi.    5,  in  8.° 

—  La  stessa.  Ivi,  1833,  voi.  5,  in  8.° 

—  Necrologia  di  Alessandro  Volta. 

Nel  Nuovo  giornale  dei  Letterati  di  Pisa,  t.  XIV. 

11  Prof.  Ranieri  Gerbi  nacque  alla  Chiesinanel  1763:  fu  professore  di  Matema- 
tiche e  poi  di  Fisica  nella  Università  di  Pisa,  e  in  quell'ultimo  ufficio  spe- 
cialmente co'suoi  utili  trattati  contribuì  molto  a  recare  l'istruzione  a  livello 
delle  nuove  scoperte  della  scienza.  Morì  nel  1839. 

Gherardini  Ciào.  Batta. 

Orazione  detta  dal  P.  Gio.  Batta  Gherardini  uno  dei  fra- 
telli della  Compagnia  dello  Spirito  Santo  per  la  promozione 
al  cardinalato  di  Giulio  Rospigliosi.  In  Pistoia,  Fortunati, 
1657,  in  4.o 

Raro. 
€rheri  IIon§.  Cosimo. 

Lettere  Italiane. 

Due  lettere  stanno  nella  raccolta  intitolata  Lettere  volgari  di  diversi  nobilis- 
simi uomini.  Venezia,  Aldo,  1545,  ristampata  poi  dallo  stesso  Aldo,  negli  anni 
1548-1550:  e  si  trovano  pure  nell'altra  raccolta  fatta  da  Bartolomeo  Zucchi, 
Venezia,  1595,  parte  prima.  Sono  ambedue  dirette  a  M.  Benedetto  Ramberti, 
Segretario  del  Senato  veneto,  e  custode  della  libreria  di  S.  Marco  ;  la  prima 
colla  data  di  Padova  de'  18  Agosto  1534  ;  la  seconda  pure  da  Padova  in  data 
31  Agosto  1536.  Altre  lettere  in  numero  di  cinquantadue  si  pubblicarono  in 
appendice  alla  vita  che  del  nostro  Cosimo  scrisse  Mons.  Lodovico  Beccadelli, 
e  che  è  stampata  nell'opera  intitolata  Monumenti  di  varia  letteratura  traili 
dai  manoscritti  di  Mons.  Lodovico  Beccadelli  Bologna.  1797,  in  fol.  (per  cura 
del  Can.  Gio.  Balta.  Morandi),  Queste  lettere,  tutte  autografe,  tranne  le  ul- 
time due,  erano  tra  i  ms.  dello  stesso  Beccadelli:  cominciano  dalla  seconda 
festa  di  Pasqua  del  1552,  e  vanno  fino  al  20  Agosto  1537,  tempo  nel  quale 
il  Beccadelli  partissi  di    Roma  e  si  portò  a  Fano  per  assistere  il    suo  amico 


—  206  — 

Cosimo  gravemente  infermo.  Una  sola  fra  esse  degli  8  Marzo  1534,  è  diretta 
a  Messer  Carlo  Gualteruzzi  procuratore  della  Penitenzieria  in  Roma;  tutte 
le  altre  sono  dirette  a  Lodov.  Beccadelli;  ma  tre,  la  prima  de' 19  di  Gen- 
naio, la  seconda  de' 15  Marzo,  e  la  terza  de' 10  dello  stesso  Marzo  sono  co- 
muni tanto  al  Beccadelli  quanto  a  Messer  Alvise  Prinli,  patrizio  romano,  poi 
vescovo  di  Brescia. 

- —  Lettere  latine. 

Sono  in  numero  di  9  e  stanno  tra  le  Epistolae  Clarorum  Virorum  seleclae  ec. 
Venetiis,  Paolo  Manuzio,  1550,  in  8:  ristampate  poi  a  Venezia,  per  il  Guerri, 
1568,  e  a  Colonia,  nel  1586. 

Una  è  diretta  al  Pont.  Paolo  III,  tre  al  suddetto  Bened.  Rambardi,  una  al 
card.  Contarmi,  una  al  Card.  Teatino,  una  a  Pietro  Carnesccchi,  un'altra  a 
Giammatteo  Giberli  Vesc.  di  Verona,  una  a  Bernardino.  Le  ultime  tre  sono 
senza  data. 

—  Tractatus  de  duplici  lumino. 

Inedito.  Quest'opera  era  un  tempo  fra  i  manoscritti  di  Mons.  Beccadelli  ;  ora 
è  smarrita;  rilevasi  però  dalla  vita  che  egli  scrisse  del  Gheri,  come  questi 
era  per  inviarla  a  Messer  Donato  Rullo,  e  che  il  Rullo  doveva  a  sua  volta 
passarla  a  Don  Gregorio  Cortese,  che  poi  fu  cardinale. 

—  Proemio  alla  Fisica  d'  Aristotile,  tradotta  in  lingua  ita- 
liana. 

Di  questa  traduzione,  forse  perduta,  così  scrive  Mons.  Gheri  da  Padova  al 
Beccadelli  nel  dì  6  Decembre  1555  «  Della  Physica  (d'Aristotile)  vi  so  dire 
che  mi  pare  d'aver  inteso  il  proemio  et  per  applicar  meglio  a  me  medesimo 
il  mio  concetto  non  solo  lo  ho  scritto,  ma  etiandio  l'ho  scritto  in  volgare, 
et  poco  meno  che  in  volgare  boccaccievole  ». 

—  Epitome  della  Priora  d'Aristotile. 

Che  il  Gheri  scrivesse  quest'operetta  ce  lo  manifesta  una  sua  lettera  al  Bec- 
cadelli in  data  del  22  Marzo  1557,  che  dice  :  «  Ho  letto  già  tutta  la  Priora, 
et  fattoli  sopra  epitome,  ma  non  già  da  mandarvela,  che  sono  intelligibili  a 
me  solo.  »  Per  Priora  poi  intendesi,  credo,  prima  filosofìa,  ovvero  metafìsica. 

—  Meditazioni  sopra  gli  Evangeli. 

Anche  quest'opera,  rimasta    imperfetta  pur  la  morte    dell'autore,  si    conser- 
vava un  tempo  presso  il  ridetto  Mons.  Beccadelli.  Ora  è  dispersa.  Di  Cosimo 
Gheri,  che  fu  vescovo    di  Fano,  e  morì  in  giovane  età  nel  1557,    vedasi  la 
vita  che    ne  scrisse  Mons.    Beccadelli  di  sopra  ricordato,  VItalia  Sacra  del- 
l' Ughelli,  ed  altri. 

aitisi  aneli  Fulvio. 

Gli  Amorosi  Travagli,    Commedia.    Firenze,    Giunti,  1609. 
in  12.° 


—  207  — 

Ghirlandi  P.  Francesco  Ilaria. 

La  sconfitta  delle  armi  ottomane  si  ascrive  alla  Vergine  del- 
l'Umiltà, Inno.  Firenze,  alla  Condotta,  1683,  in  4.° 

Va  sotto  il  nome  di  Ferdinando  Ghirlandi,  essendo  stato  scritto  dall'autore 
prima  che  egli  entrasse  nell'ordine  dei  Minimi  di  S.  Francesco  di  Paola,  nel 
quale  assunse  il  nome  di  Ferdinando  Maria. 

—  Ghirlanda  d' affetti  poetici  al  Sacro  Cuor  di  Gesù.  In 
Pistoia,  nella  stamp.  di  S.  Gatti,  1702,  in  4.<> 

Con  antiporta  in  rame.  La  Ghirlanda,  dedicata  al  Granduca  Cosimo  III,  si 
compone  di  109  sonetti;  vi  sono  poi  due  sonetti  in  principio  al  Grand.  Co- 
simo, ed  altri  due  sonetti  ad  Alessandro  Marchetti,  uno  in  principio  col 
quale  l'autore  lo  prega  a  correggergli  queste  rime,  l'altro  in  fine  per  rin- 
graziarlo della  fatta  correzione. 

—  Ghirlanda  d'affetti  poetici  al  Sacro  Cuor  di  Maria.  Pi- 
stoia, Gatti,  1704,  in  4.° 

Con  antiporta  in  rame.  Ed.  dedicata  a  Cosimo  III.  I  sonetti  sono  111,  ai  quali 
vanno  innanzi,  come  nella  opera  precedente,  varie  rime  in  lode  dell'autore. 

—  Corona  poetica  di  dodici  stelle  all'  incoronazione  della 
Madonna  dell'Umiltà  di  Pistoia.  In  Lucca,  1716,  in  4.° 

—  Espressione  d'affetti  risvegliati  dal  desiderio  della  Na 
scita    di    Gesù    ec.  In    Pistoia,    nella  Stamp.    Gatti,    1717, 
in  12.o 

—  Poesie  Sacre  e  Morali.  In  Firenze,  nella  stamp.  di  MìcIj. 
Nestenus,  1723,  in  16.° 

Pag.  418,  ed  una  carta  in  fine  non  num.  con  una  stampa  allegorica  dopo  il 
frontespizio.  Le  poesie  contenute  in  questa  raccolta,  meno  qualche  canzonella 
sparsa  qua  e  là,  sono  tutti  sonetti.  Vedi  il  Giornale  dei  Leu.  d'Italia,  l.  XXXV, 
pag.  429. 

—  Discorso  Accademico  sopra  l'amor  di  Dio  verso  di  noi, 
del  nostro  verso  di  Lui,  del  prossimo,  e  verso  di  noi.  In  Fi- 
renze, per  i  Tartini  e  Franchi,  1725,  in  4.° 

—  Meditazioni  sopra  quaranta  Salmi  di  David  in  rima 
lirica,  e  quindici  Discorsi  morali  in  stile  accademico.  Pi- 
stoia, Gatti,  1725,  in  4.° 

Della  traduzione  de'  Salmi  n'  era  stato  dato  un  gaggio  critico  nell'opera  stam- 
pata dal  P.   Zaccaria  col  tìtolo  :   Saggio  critico  della  corrente  letteratura  tira- 


—  208  — 

nitre,  Modena,  1756.  È  citata  pure  dal  Fabrini  nella  sua  opera  VoCum  Da- 
vidicum,  Amburgi  1729,  ma  egli  per  errore  dice  l'autore  dell'ordine  dei  Mi- 
nori. Il  P«»itoni  poi  non  seppe  dire  se  questa  traduzione  era  stampata,  o  no. 
1  Discorsi  Morali  con  nuova  antiporta,  e  numerazione  cominciano  dopo  la 
pag-  128. 

Giacomelli  AIoiis.  Michelangelo. 


Canzone  «  Qualor  nell'  alma  rallentarsi  io  sento. 


» 


Sta  a  pag.  38  della  Raccolta  di  Poesie  per  la  solenne  Coronazione  della  Sa- 
cra Immagine  di  Maria  Vergine  nostra  Signora  intitolata  dell'  Umiltà  di  Pi- 
stoia, Pistoia  1716,  appresso  Stefano  Gatti,  in  4.°  Questa  robusta  Canzone, 
come  la  chiama  il  Bindi,  valse  a  meritare  al  nostro  autore  la  stima  di  Mon- 
signor Forteguerri. 

—  Informazione  Storica  delle  differenze  tra  la  Sede  Apo- 
stolica e  la  Real  Corte  di  Savoia. 

Trovasi  nel  volume  primo,  parte  prima  dell'  opera  ntitolata  «  Ragioni  della 
Sede  Apostolica  nelle  presenti  Controversie  colla  corte  di  Torino,  (  Senza 
luogo  ),  1752,  Voi.  2,  divisi  in  4.  parti  ».  L'  informazione  occupa  CCLII  pa- 
gine, senza  i  copiosi  documenti.  Molte  altre  dotte  e  lucide  scritture  fece  il 
Giacomelli  in  difesa  degli  interessi  della  Chiesa  romana,  implicata  allora  in 
molte  difficoltà  sì  in  casa  che  fuori.  Egli  aiutò  pure  il  Card.  Fabbroni  nella 
compilazione  della  celebre  Bolla  Unigenitus  ;  ma  però  non  abbiamo  a  stam- 
pa che  la  memoria  da  noi  citata,  opera  molto  laboriosa  sì  per  la  forza  del 
raziocinio,  come  per  la  copia  de'  documenti. 

—  Micbaelis  Angeli  Giacomelli  Prologi  in  Terentium  ab 
Antonio  Matani  illustrati.  Pistorii,  apud.  A.  Bracalium,  1777, 
in  8.0 

Pagg.  XXIV-CC.  Sono  dedicati  al  Card.  Ignazio  Boncompagni,  e  preceduti 
dalla  vita  dell'  autore,  scritta  dal  Matani,  e  che  è  cosa  affatto  diversa  dal- 
l' elogio  che  del  Giacomelli  aveva  già  pubblicato.  Questi  prologhi  furono 
scritti  dal  nostro  Giacomelli  per  una  società  di  giovani  che  diretti  dal  ce- 
lebre Francesco  Maria  Lorenzini  esercitavansi  a  recitare  nel  testo  originale 
latino,  le  commedie  di  Terenzio  e  di  Plauto,  a  fine  di  apprendere  in  esse  l'e- 
leganze latine.  E  non  solo  i  prologhi  delle  commedie  scriveva  il  Giacomelli, 
ma  anche  i  cartelloni  al  pubblico  (quasi  fosse  quello  degli  Scipioni).  come  già 
il  Poliziano  al  tempo  di  Lorenzo  il  Magnifico.  I  prologhi  furono  dapprima 
stampati  in  fogli  volanti,  co' tipi  del  Bernabò,  del  Zempel,  ed  anco  colle  com- 
medie da  recitarsi;  e  parte  giravano  manoscritti  per  le  mani  degli  eruditi. 
Ma  forse  alcuni  andarono  smarriti,  massimamente  i  Plautini,  di  cui  qui  non 
si  ha  se  non  l'annunzio  del  Pseudolo  che  dove  a  recitarsi  coli'  Eaulontimoru- 
mcno  di  Terenzio. 


—  209  — 

—  Orazione  in  lode  delle  Belle  Arti  recitata  in  Campido- 
glio. Roma,  1739,  appresso  G.  M.  Salvioni,  in  4.° 

Sta  a  pag.  25  dell'opera  intitolata  «  Delle  Lodi  delle  Belle  Arti,  orazioni  e 
componimenti  poetici  recitati  in  Campidoglio  ec.  »  ,  e  nel  voi.  IV  delle  «  Prose 
degli  Arcadi,  Bologna,  1754  ».  In  questa  orazione  dopo  aver  dimostrato 
che  la  pittura  e  la  scultura  hanno  la  lor  perfezione  dalla  Geometria  e  dalla 
iilosofla,  dichiara  elegantissimamente  tra  le  altre  cose,  che  dalla  scienza  dei 
costumi  ricevono  esse  le  note,  i  caratteri  delle  varie  nature  degli  uomini, 
e  tutto  quel  decoro  che  nasce  dal  gesto,  e  dal  movimento.  (Fabbioni,  Elogi). 

—  Giornale  dei  Letterati  pubblicato  col  nome  di  novelle 
letterarie  oltramontane  dall'anno  1742  sino  al  1760.  Roma, 
Pagliarini. 

Insieme  al  Giacomelli  n'erano  compilatori  l'Ab.  Gaetano  Cenni  pistoiese,  e 
l'abate  Petroni.  Gli  articoli  di  Mons.  Giacomelli  sono  nel  voi.  dell'anno  4745' 
a  pag.  202-205:  —  in  quello  del  4  746  a  pag.  55-51;  65-80;  169-186;  550- 
352  ;  52-60  ;  101-112  ;  234-241  ;  285-296  ;  245-252  ;  255-254  ;  403-410;  195- 
207;  255-265;  266-276;  276;  277-280;  281-284;  317-550;  555-360;  585; 
593-596;  596-402;  410-416:  —  nel  voi.  del  1747  a  pag.  105-125. 

—  Prosperi  Cardinalis  Lambertini,  postea  Benedicti  XIV 
P.  M.  Commentarii  duo  de  Domini  nostri  Iesu  Cbristi  Ma- 
trisque  eius  festis,  et  de  missae  sacrificio,  retractati  atque 
aucti.  Ex  italico  in  latinum  sermonem  vertit  Michael  An- 
gelus Giacomelli  ex  intimis  autoris  capellanis.  Patavii,  1745, 
typis  Seminarii,  apud  Ioannem  Manfrè,    in  4.o 

—  De  Paulo  Samosateno  deque  illius  dogmate  et  heresi. 
Romae,  1741,  apud  fratres  Palearinos,  in  fol. 

—  Interpretatio  Graecae  Inscriptionis.  Romae,  1748,  in  4.° 

—  Di  Caritone  Afrosideo  de'  racconti  amorosi  di  Cherea  e 
di  Calliroe  libri  otto  tradotti  dal  greco.  Senza  luogo  di 
stamp.  1752,  in  4.°  piccolo 

Questa  edizione  bellissima  per  la  carta  e  per  i  caratteri  è  senza  luogo,  ma 
fu  stampata  in  Roma  sotto  gli  occhi  dello  stesso  traduttore.  La  dedicatoria 
A  sua  Eccellenza  la  Sig.  D.  Agnese  Colonna  Borghese  Principessa  di  Sulmona, 
Rossano  ec.  sebbene  sia  a  nome  del  tipografo,  sembra  scritta  dal  tradut- 
tore, e  versa  sulle  lodi  di  questo  romanzo,  che  niente,  dicesi,  contiene  che 
recar  possa  la  minima  offesa  agli  animi  più  teneri  della  delicata  mode- 
stia. La  traduzione  è  nuda  di  commenti  e  senza  testo,  perchè  egli  la  riser- 
bava per  una  splendida  edizione  greco-latina-italiana,  disegnata  dal  Lami,  e 

Capponi,  Bibliogr.  Pisi.  14 


—  2*0  — 
che  poi  non  ebbe  effetto;  ma  fu  tenuta  dagli  ellenisti  in  gran  pregio  di  esat- 
tezza. Fu  fatta  sulla  edizione  che  di  questo  greco  romanzo  vide  la  luce  la 
prima  volta  in  Amsterdam  nel  1730,  per  cura  del  Reischio,  e  del  Dott.  D'Or- 
ville  sopra  un  codice  della  Badia  di  Fiesole,  copiato  dal  Salvini  e  dal  Coc- 
chi, e  da  essi  donato  a' que' dotti  ellenisti.  Il  Giacomelli  corresse  pure  molti 
errori  in  cui  era  incorso  il  Reisckio,  la  cui  versione  latina  non  avea  corri- 
sposto, dice  Mons.  Bindi,  alla  fama  dell'uomo.  Di  questa  traduzione  possono 
consultarsi  le  seguenti  opere:  Algarotti,  op.  tom.  XIII:  —  Paitoni,  Bibliot. 
voi.  1,  pag.  200:  —  Federici,  Degli  Scrittori  Greci,  volg.  pag.  34G  :  —  Gamba, 
Serie,  Vcn.  Gondoliere,  pag.  595:  —  Antonioli,  Giornale  di  Firenze,  voi.  XX, 
ed  altri. 

—  La  stessa.  Roma,  1756,  pei  Fratelli  Pagliarini,  in  4.° 

Seconda  edizione,  migliore  dell'  antecedente.  La  dedicatoria  a  nome  dello 
stampatore  è  scritta  dal  traduttore  :  infatti  scrivendo  all'  Algarotti,  «  Vi 
mando,  dice,  due  esemplari  del  Carilone.  Questa  è  la  seconda  edizione  ro- 
mana. L'  ho  ritoccata  in  due  o  tre  luoghi.  Quel  che  ne  fece  1'  edizione 
volle  che  io  gli  distendessi  la  dedicatoria,  ed  ebbe  V  impertinenza  di  esi- 
gere da  me  1'  altra  impertinenza  eh'  io  lodassi  il  libro,  e  lo  lodassi  cosi 
come  1'  ho  lodato.  Sono  stato  in  dubbio  se  doveva  mandarvelo  senza  quella 
dedicatoria,  che  sapendo  di  averla  scritta  io  mi  fa  arrossire  ». 

—  La  stessa.  Venezia,  1755,  presso  Luigi  Pavini. 

Dice  1'  editore  che  il  greeo,  mercè  dell'  esperto  traduttore,  nel  perdere  le  at- 
tiche venustà,  fece  acquisto  delle  gentilezze  toscane. 

—  La  stessa.  Parigi,  1781,  per  Pissot  e  Barrois,  in  4.°  grand. 

Magnifica,  ma  scorretta  edizione  nella  quale  sta  innanzi  il  nome  del  tra- 
duttore. Vi  hanno  esemplari  in  carta  d'  Olanda,  dei  quali  uno  un  tempo  fra 
i  libri  di  Gaetano  Poggiali,  ora  sì  conserva  nella  Bib.  Nazionale  di  Firenze. 

■ —  La  stessa.  Crisopoli,  (Firenze)  1814-1816,  in  8.°  grand. 

Elegante  edizione,  che  fa  parte  della  raccolta  degli  Erotici  Greci,  di  cui 
forma  il  voi.  3.  Sebastiano  Ciampi  vi  premette  alcune  notizie  biografiche 
del  traduttore. 

—  La  stessa.  Firenze,  1833,  per  Passigli  e  Soci,  in  8.° 

È  compresa  nel  volume  degli  Erotici  Greci. 

—  La  pace  Universale,  componimento  per  musica  celebran- 
dosi in  Roma  le  feste  per  la  nascita  del  Serenissimo  Duca 
di  Borgogna  dal  Duca  di  Nivernois  ambasciatore  del  Re  Cri- 
stianissimo. Roma,  1751,  per  A.  M.  Salvioni,  in  4.° 

—  Prometeo  legato,  tragedia  d'  Eschilo,  volgarizzata  e  con 
annotazioni  sul  testo  greco  illustrata.  In  Roma,  1754,  nella 


—  21 1   — 
Stamperia    di  Palìade,  appresso  Niccolò  e  Marco    Pagliari- 
ni,  in  4.° 

Pagg.  VHI-12S.  È  dedicata  al  Card.  Girolamo  Colonna  con  lettera  senza  data,  alla 
quale  succede  un'  erudita  prefazione,  e  due  diversi  argomenti.  A  fronte  poi 
de'la  versione,  evvi  il  testo  greco.  Questa  e  le  altre  traduzioni  del  Giaco- 
melli ebbero  molte  lodi  di  grandissima  fedeltà  non  disgiunta  da  stile  fa- 
cile ed  elegante.  I  versi  però  del  Prometeo,  sembrano  in  molti  luoghi  assai 
fiacchi,  e  troppo  lontani  dal  ritrarre  la  sublime  rozzezza  del  testo  ;  colpa 
più  del  tempo  che  sua,  essendoché  il  verseggiare  d'  allora,  dice  il  Bindi, 
non  era  di  miglior  tempra  anche  in  quelli  che  avevano  grido  di  buoni  poeti. 

—  Elettra  di  Sofocle  volgarizzata  ed  esposta.  Roma  per 
Niccolò  e  Marco  Pagliarini,  1754,  in  4.° 

È  dedicata  dal  Giacomelli  al  Cardinale  Neri  Corsini  con  una  bella  lettera 
senza  data,  alla  quale  seguono  due  diversi  argomenti  alle  tragedie.  La  tra- 
duzione è  in  versi  sciolti,  ed  ha  il  testo  greco  a  fronte,  non  senza  copiose 
ed  erudite  annotazioni,  le  quali  possono  riguardarsi  come  un  pregevole  com- 
mentario a  questa  tragedia.  Secondo  V  Algarotti  l'  autore  avrebbe  voluto  ri- 
stamparlo con  miglioramenti  (V.  Algarotti,  op.  tomo  Xìiì,  pag.  561,  in  nota). 

—  Di  S.  Giovanni  Crisostomo  del  Sacerdozio  libri  VI  vol- 
garizzati e  con  annotazioni  illustrati.  Roma,  per  Giuseppe 
Collini,  e  Benedetto  Francesi,  1767,  in  4.° 

Il  Giacomelli  dedicò  questo  suo  stimato  volgarizzamento  a  Mons.  Marc'  An- 
tonio Colonna  prefetto  del  Sacro  Palazzo  Apostolico  con  sua  lettera  senza 
data,  alla  quale  succede  un'  erudita  prefazione.  Il  volgarizzamento  ha  il  te- 
sto greco  a  fronte.  Delle  dottissime  annotazioni  alcuno  sono  dirette  ad  il- 
lustrare il  testo,  altre  appartengono  alla  fede  cattolica,  molte  sono  di  sacra 
erudizione,  e  moltissime  contengono  particolari  documenti,  singolarmente  per 
quelli  che  nella  Chiesa  occupano  i  primi  posti.  In  fine  vi  sono  le  varianti 
del  testo  greco  tratte  dal  celebre  codice  posseduto  già  dal  Card.  Passionei. 
Questa  ediziono  fu  citala  dalla  Crusca  nella  quinta  impressione  del  Vocabo- 
lario. Il  Paitoni  registra  un  «  Omelia  di  S.  Giovanni  Grisostomo  ad  istruzio- 
ne degli  Ecclesiastici,  messa  in  italiano  da  Mons.  M.  Angelo  Giacomelli  », 
ma  egli  fu  indotto  in  errore  da  una  poco  esatta  relazione  avuta  dal  Baldi- 
ni, il  quale  voleva  certamente  informarlo  della  traduzione  del  Sacerdozio, 
uscita  appunto  in  quel  tempo. 

—  La  stessa.  Prato*  per  Ranieri  Guasti.  1852,  in  12.° 

Edizione  procurata  dal  chiariss.  Enrico  Bindi,  il  quale  vi  premise  una  dotta 
prefazione,  dove  più  specialmente  discorre  di  quest'  opera  del  Grisostomo  ; 
ed  una  notizia  di  Mons.  Giacomelli,  nella  quale  racconta  quanto  è  necessa- 
rio a  conoscersi  della  vita  di  quel  celebre  letterato,  a  complemento  di  quanto 
ne  scrissero  già  il  Matani,  il  Fabbroni,  il  Lombardi,  il  Verri,  il  Ciampi, 
ed  altri.    Dell'  avere  poi  scelto  per  una  ristampa  questa  versione,  a  prefe^- 


—  212  — 

renza  di  quella  più  elegante  del  Pederzini-Cavazzoni,  il  Bindi  ne  da  questa 
ragione  :  «  Noi  le  abbiamo  data  la  pccferenza,  non  tanto  perchè  facile,  pia- 
na e  fedelissima  al  testo,  quando  per  le  dotte  ed  utili  note  ond'  è  arricchi- 
ta ».  Nondimeno  osserva  che  sebbene  questa  traduzione  abbia  avuto  l'onore 
di  essere  citata  nella  quinta  impressione  del  Vocabolario  della  Crusca,  pure 
non  può  negarsi  che  non  lasci  qualcosa  a  desiderare  rispetto  alla  correzio- 
ne della  lingua  e  alla  efficacia  dello  stile. 

- —  Sancti  Patris  nostri  Modesti  Archiepiscopi  hierosolymi- 
tani  Encomimi!  in  dormitionem  Sanctissimae  Dominae  no- 
strae  Deiparae  semperque  Virginis  Mariae.  Romae  1760, 
excudebat  Fr.  Franzesi  et  Caietanus  Paperi,  in  4.° 

Ha  il  testo  greco,  e  la  traduzione  latina  del  Giacomelli. 

—  Philonis  Episcopi  Carpasii  enarratio  in  Canticum  Can- 
ticorum.  Graecum  textnm  adhuc  ineditiim,  quamplurimis  in 
locis  depravatum  emendavit  et  nova  interpretatione  adiecta 
nunc  primum  in  lucem  profert  Michael  Ang.  Giacomellius 
Archiep.  Calcedonensis.  Romae,  1772,  apud  Bened.  Franze- 
si, in  4.° 

—  I  quattro  libri  di  Senofonte  dei  Detti  Memorabili  di 
Socrate  nuova  traduzione  dal  greco  con  note  e  variazioni 
di  Alessandro  Verri.  Brescia.  1806,  per  Niccolao  Bettoni, 
in  8.° 

Il  Manoscritto  di  questa  traduzione  a  cui  il  Giacomelli  sorpreso  dalla  morte 
nou  aveva  potuto  dare  1'  ultima  mano,  fu  dagli  credi  di  lui  venduto  al  Con- 
te F.  M.  Melzi,  Duca  di  Lodi,  il  quale  lo  affidò  al  Verri  perchè  lo  pubbli- 
casse. Questi  vi  premise  una  bella  prefazione,  dove  discorre  dei  pregi  del- 
l' opera  e  del  traduttore  di  essa,  di  cui  pregia  assaissimo  questo  e  gli  altri 
lavori.  Alle  note  premise  questa  modesta  avvertenza  :  «  Sembra  che  il  chia- 
rissimo traduttore  Mons.  Giacomelli  non  avesse  dato  1'  ultima  mano  a  qnesto 
seritto,  e  però  si  ardisce  di  farvi  sopra  qualche  osservazione  ».  Peraltro  al 
Lucchesini  (Illustraz.  delle  Lingue,  tom.  II,  115)  non  pare  che  il  Verri  av- 
vertisse tutte  le  inesattezze.  «  Non  felice,  egli  scrive,  in  tutte  le  sue  parti 
panni  questa  versione,  che  forse  non  fu  'dall'  autore  emendata  ,*  il  chiariss. 
editore  nelle  note  ne  ha  indicati  alcuni  errori,  ma  non  tutti.  »  Di  questa 
edizione  si  hanno  alcuni  esemplari  in  carta  distinta,  dei  quali  uno  è  ricor- 
dato nel  Catalogo  Poggiali. 

—  Versi  per  la  ricuperata  salute  del  Ke  di  Portogallo,  pub- 
blicati dal  Gommend.  Zampaio. 

Sono  ricordati  dal  Malani,  senza  notare  dove  e  quando  furono  stampati. 


—  213  — 

—  Lettere. 

Se  ne  trovano  alcune  nella  «  Raccolta  di  Lettere  Familiari  »  stampata  nella 
Collezione  dei  Classici  Italiani.  Milano,  1850,  in  8.° 

— ■  Traduzione  delle  Commedie  di  Aristofane. 

È  inedita.  Il  Verri  da  contezza  di  tal  lavoro  con  queste  parole  :  «  Lasciò 
(t  fra' suoi  manoscritti  anche  la  intiera  versione  delle  commedie  di  Aristo- 
«  fané,  con  note.  Il  Cardinale  Zclada  spagnuolo,  egregio  fautore  delle  let- 
«  tere,  1'  acquistò  dagli  eredi  del  defunto  prelato,  e  poi  nel  suo  testamento 
«  la  lasciò  in  legato  con  altri  manos.  da  lui  splendidamente  adunati,  al  ca- 
«  pitolo  di  Toledo.  Ora  tal  volume  giace  dove  la  nostra  lingua  non  eccita 
«  desiderio  di  gustarla.  »  (V.  anche  il  Federici,  Degli  scrittori  greci  volga- 
rizzati.) 

—  Adnotationes  in  S.  Epiphanii  Commentatarium  in  Can- 
ticum  Canticorum  editum  Romae  anno.  1750  a  Fr.  Foggini. 

Questa  e  le  seguenti  opere  del  Giacomelli  sono  tuttora  inedite. 

—  Copia  di  una  catena  greca  che  contiene  un  commenta- 
rio sul  vangelo  di  S.  Matteo. 

—  Dissertazione  sulla  Filosofia  Morale. 

—  Discorso  sulla  forma  dell'  anno  e  dell'  antico  calenda- 
rio romano. 

—  Della  Dea  Egeria,  Discorso. 

—  Dissertazione  sul  Circo  e  sui  giuochi  Circensi. 

—  Del  Voto  dei  Dieci,  discorso. 

—  Del  metodo  per  apprendere  la  lingua  greca,  ragiona- 
mento. 

—  Delle  Leggi  dei  Plebisciti,  Discorso. 

—  Philosophica  et  mathematica  varia. 

Così  ricordale  dal  Matani  nella  sua  opera  De  Philosophicis  pisloriensium  sludiis. 
Augustae,   1764-,  in  4.o 

—  Iscrizioni  latine  nella  beatificazione  di  Giuseppe  da  Leo- 
nessa, Fedele  da  Sigmarigna,  Pietro  Regalato  e  Caterina 
de'  Ricci. 

—  Lettere. 

Alcune  diritte    al  Padre  Guido  Grandi    erano  presso  i  PP.  Camaldolesi  di  Pi- 


—  214  - 

«a:  dieci  dirette  a  Mons.  Fabroni  sono  nella  Biblioteca  dell'Università  di 
Pisa  :  tre  dirette  al  Lami  nella  Riccardiana  di  Firenze  :  due  a  Liborio  Ve- 
nerosi  filippino  nella  Fortcguerriana  di  Pistoia. 

Michelangiolo  Giacomelii  nacque  in  Pistoia  nel  Settembre  del  1695,  e  morì 
in  Roma  nell'  anno  1774.  Gran  letterato  e  sommo  grecista,  fu  anche  impie- 
gato in  molte  incombenze  da  alcuni  pontefici.  Clemente  XIII  lo  elevò  alla 
carica  di  segretario  delle  lettere  latine  de'  Brevi  a'  Principi,  Canonico  di 
S.  Pietro,  e  quindi  lo  creò  Arcivescovo  di  Calcedonia,  oltre  ad  avergli  accor- 
dato molti  altri  onori  e  privilegi  ;  ed  è  molto  probabile  che  lo  avrebbe  anco 
insignito  della  porpora  cardinalizia,  se  la  morte  non  avesse  troncato  il  filo 
della  vita  di  quell'  ottimo  Pontefice. 

Scrissero  del  Giacomelli,  —  A.°  Ant.  Matani  che  ne  pubblicò  un  prolisso 
Elogio,  Pisa,  1775  :  2.  da  questo  lo  stesso  Matani  trasse  Una  biografia  lati- 
na più  concisa,  pubblicata  co'  Prologi  in  Terentium,  Pistoni,  1777  :  —  3.° 
Ang.  Fabbroni  negli  Elogi  d'  illustri  Italiani,  Pisa,  178G  e  1780,  voi.  1.  pa- 
gine 114-152  :  —  Il  Lombardi  nella  continuazione  al  Tiraboschi,  Ven.  1855, 
voi.  IV,  pag.  246  :  —  5.  Sebastiano  Ciampi  nel  voi.  Ili  degli  Erotici  Greci 
volg.  Crisopoli,  1814-1816  :  —  6.  Il  Verri  nella  prefazione  ai  Detti  memora- 
bili di  Socrate,  Brescia,  1806  :  —  7.  G.  Arcangioli  nella  Biografìa  degli  Ita- 
liani illustri,  pubblicata  da  E.  Tipaldo,  Ven.  1834-1841,  toni  V,  pag.  458:  — 
8.  Enrico  Bindi  che  ne  premise  una  Notizia  Biografica  al  volgarizzamento 
del  Sacerdozio  di  S.  Gio.  Grisostcno,  Prato,  1852  :  —  9.  Inoltre  molti  scrit- 
tori contemporanei  ne  fecero  onorevole  menzione,  come  il  Paitoni,  1'  Arge- 
lati,  il  Pacìaudi,  il  Zanobetti,  lo  Stay  e  più  altri  :  —  10.  Fiaalmcnte  il  Gior- 
nale di  Trevoux  (Mcmoires  pour  servir  a  1'  histoire  des  sciences  et  des 
beaux  arts)  ;  la  Storia  letteraria  del  P.  Zaccaria  :  il  Giornale  di  Firenze  del- 
l' Adami  ;  le  Novelle  letterarie  ;  il  Giornale  Pisano  ce. 

Gianni  Antonio. 

Lezioni  di  Geologia    e  Mineralogia  esposte   secondo  i  pro- 
grammi ministeriali.  Pistoia,  Bracali,  1872,  in  12.° 

Pag.  87  compreso  il  frontespizio,  una  breve  prefazione,  e  carte  due  in  fine 
bianche.  Il  Dolt.  Enrico  Poggiali  confutò  in  qualche  parte  questo  lavoro, 
col  suo  scritto  «  Crosta  del  globo  e  rocce.  Pistoia,  Tip.  Nicccolai,  1872   ». 

—  Meteore  Acquee.  Pistoia,  Niccolai,  1874,  in  8.° 

Pagg.  8.  È  tiratura  a  parte  dal  Piccolo  Ombrane,  giornale  del  Comizio  Agrario 
di  Pistoia. 

Giannini  Giuseppe. 

Inno  al  tempo,    ottave  umiliate    al  merito  del  Sig.    Pietro 
Strambi  di  Livorno  in  occasione  delle  sue  felicissime  nozze 


—  215  — 

colla  nobil  donna  la  Sig.  Alessandra  Rospigliosi  di  Pistoia. 
In  Pistoia,  1800,  per  Vincenzo  Manfredini,  in  4.° 

Pagg.  12.  La  lettera  dedicatoria  a  Pietro  Strambi  è  firmata  G.  L.  0.  B.  Del 
Giannini  trovansi  rime  in  molte  raccolte,  ma  sono  di  poco  pregio. 

GSannoUi  Girolamo. 

Prediche  nuovamente  venute  in  luce  dal  R.  P.  F.  Girolamo 
Savonarola  da  Ferrara  dell'  Ord.  dei  FF.  Predicatori  sopra 
il  Salmo  Quam  bonus  Isdrael  Deus  predicate  in  Firenze 
in  S.  Maria  del  Fiore  in  uno  Advento  nel  MCCCCXCIII, 
dal  medesimo  poi  in  latina  lingua  raccolte  e  da  Fra  Giro- 
lamo Giannotti  in  Pistoia  in  lingua  volgare  tradotte.  Ve- 
nezia, 1528,  in  8.0 

Gier£  lineciizo. 

Il  Pater  Noster  ridotto  in  dieci  non  men  devote  et  pie  me- 
ditazioni che  efficaci  orationi,  con  altre  orationi  simili  ec. 
In  Bologna,  appresso  Fausto  Bonardo,  1587,  in  12.° 

Car.  122  non  comprese  carte  4  in  principio,  e  &  hi  fine  senza  numerazione, 
ed  ha  lettera  dedicatoria  a  Mons.  Ottavio  Abbioso  Coadiutore  di  Pistoia. 

—  Ghirlanda  della  B.  V.  Maria.  In  Bologna,  1587,  in  12.<> 

—  Discorsi  sui  Vangeli  della  Domenica.  Bologna,  1593, 
in  12.o 

Vincenzo  Gieri,  da  alcuni  detto  per  errore  Gheri,  è  di  Pupiglio,  antica  terra 
della  Montagna  pistoiese.  Di  lui  può  vedersi  oltre  il  Dondori,  il  Marraccio 
nella  Biblioteca  Mariana,  ed  altri. 

Gligi  Ercole. 

Manifesto  a  gloria  di  un  medico  pistoiese  contro  un  altro 
del  Valdarnodi  sopra.  Lucca,  per  Gio.  Dom.  Frustarella, 
senz'anno,  (ma  1797),  in  8.° 

—  Trattato  di  Terapeutica. 

Manoscritto  Cart.  in  A.°  nella  Biblioteca  Forteguerri,  seg.  di  n.  119. 

—  Rime. 

In  molte  raccolte,    fra  le  quali   sono  a   mia  conoscenza  le  seguenti  ;  Per  le 


—  216  — 

nozze  Rospigliosi-Nencìni,  Pistoia,  1792  :  —  Per  le  nozze  Rossi-Buonfanti, 
Ivi,  1801:  —  Per  le  nozze  Fiorineschi-Cartoli,  Ivi,  1802:  —  Per  la  venula 
in  Pistoia  di  S.  A.  I.  e  R.  Elisa  ec.  Ivi,  1809. 

Giovanni  da  Pistoia. 

La  Gioia,  commedia  molto  dilettevole  et  ingegnosa  del  giu- 
dizioso M.  Giovanni  da  Pistoia  cittadino  fiorentino,  rappre- 
sentata in  Fiorenza  in  Palazzo  del  Sereniss.  Gran  Cosimo 
de' Medici  D.  di  Fiorenza,  Tanno  1550.  In  Venetia,  presso 
Giambatista  Ciotti,  1586,  in  8. 

Varie  commedie  dilettevoli  e  ingegnose  scrisse  questo  nostro  autore,  due 
delle  quali  furono  dal  Grand.  Cosimo  fatte  recitare  nel  sao  ducal  palazzo. 
Ma  essendo  uomo  al  tutto  alieno  dalle  glorie  mondane,  non  si  curò  mai  di 
mettere  cosa  alcuna  delle  sue  alle  stampe.  Questa  sua  commedia  però  tro- 
vandosi in  mano  di  Francesco  Ferrante  fiorentino,  cugino  dell'autore,  dopo 
la  morte  di  lui  la  fece  stampare.  (V.  Quadrio',  tom.  3,  pag.  91.) 

—  La  stessa.  Venetia,  per  Niccolò  Moretti,  1585,  in  8.° 

—  Eime. 

Nei  Canti  Carnascialeschi.  Cosmopoli  (Lucca,  1750)  in  b°,  Voi.  2. 

Girolamo  da  Pistoia. 

Vedi:  Finugi  Fr.  Girolamo. 

Grodemini  Vincenzo. 

Illustre  Giureconsulto  elettore  di  diritto  nella  pisana  università,  nato  nel  ISOo. 
Fece  anche  parte  della  celebre  accademia  Fiorentina  di  cui  fu  eletto  Con- 
sole nel  1856  (V.  Salvini,  Fasti  Consulari.)  Il  Card.  Ippolito  De  Medici  lo 
nominò  Protonotario  Apostolico,  cavaliere  a  spron  d'oro,  e  Conte  Palatino. 
Secondo  il  P.  Zaccaria  pubblicò  Adnotationes  in  Commentarios  Nicolai  Accolti; 
e  Adnotationes  in  Zabarellae  Card.  Commentarios  ad  Clemenlinas. 

Qodemini  Cesare. 

Epistola  Mathematica  ad  Hieronimum  Tambuccium. 

Sotto  il  pseudonimo  di  Mario  Ceniga.  L'Autore  scrisse  questa  lettera  nel  1711 
a  richiesta  del  P.  Guido  Grandi  suo  maestro, 

—  Mathematica  varia. 

MS.  un  tempo  in  Casa  Franchini-Taviani,  dove  si  conservano  pure  certe  os- 
servazioni meteorologiche  dall'autore  fatte  in  Pistoia. 


—  217  — 

—  Istituzioni  di  Dialettica  secondo  il  sistema  del  Dott.  Ma- 
lebranche. 

È  ricordala  dal  Matani  nella  sua  opera  De  Philosophicis  Pistoriensiutn  studiis, 
Augustae,  1764,  in  -4.° 

« —  Discorsi  detti  nella  Sala  del  Comune  di  Pistoia  alle  au- 
torità convenute  per  le  Feste  del  S.  Iacopo,  nel  1745. 

Manoscritti  nella  Bibliotect  Forteg.  Cod.  Misceli.  387.    ' 

—  Discorso  sopra  i  luoghi  pii  e  laicali. 

Nella  suddetta  Biblioteca,  Cod.  misceli.  588. 

—  Discorsi  detti  all'Accademia  dei  Risvegliati  negli  anni 
1725,  1726  e  1729. 

Nella  medesima  Biblioteca,  cod.  mis.  341. 

—  Compendio  della  Storia  di  Pistoia. 

Manoscritto  nella  Bibliot.  sopra  ricordata,  cod.  misceli.  378.  Nei  cod.  187  si 
trovano  anche  poche  rime  di  questo  autore. 

—  Lettere. 

Nella  Biblioteca  Comunale  di  Siena.  Sono  dirette  a  Uberto  Benvoglicnti,  e 
contengono  notizie  sugli  antichi  statuti  di  Pistoia,  intorno  ai  quali  il  Godc- 
mini  aveva  fatto  molti  studi  con  animo  di  pubblicarli,  ciò  che  fecero  poi  il 
detto  Benvoglienti  nell'opera  Antiquatates  Iialiae  Medìi  Aevi  del  Muratori 
(Mediolani,  1741,  toni.  4),  e  quindi  il  P.  Zaccaria  gesuita  nella  sua  raccolta 
intitolata  Anecdolorum  Medìi  Aevi  (Aug.  Taur.  1755,  in  fol.)  Cesare  Godemini 
nacque  in  Pistoia  da  Girolamo  Godemini,  e  di  M.  Maddalena  Marchetti  nel 
di  8  Ottobre  1688  :  morì  nel  1747.  Fu,  dice  il  P.  Zaccaria,  «  vir  non  solum 
jurisprudentiae,  qua  in  facultate  doctoris  lauream  fuerat  consequutus,  sed 
etiam  Pocseos,  ac  Mathematicarum  disciplinarum  peritissimus,  ut  quos  reli- 
quit  Mss.  libri  testantur  ».  Ma  più  che  perle  doti  della  mente  il  suo  nome 
è  caro  e  venerato  tra  noi  per  le  doti  del  cuore,  avendo  egli  fondato  l'orfa- 
notrofio maschile,  al  quale  lasciò  poi  morendo  il  suo  patrimonio.  Una  as- 
sai prolissa  notizia  biografica  di  questo  nostro  concittadino  scritta  da  incerto 
autore  contemporaneo  si  conserva  nella  Biblioteca  Forteguerri,  nel  cod. 
misceli.  541,  nel  quale  trovasi  anche  il  suo  testamento,  assai  interessante 
per  le  molte  notizie  che  contiene  della  sua  famiglia. 

arassi  Francesco. 

Risposta  ai  sette  quesiti  concernenti  la  peste  bubonica  ec. 
Pistoia,  Tip.  Gino,  1843,  in  8.° 

—  Sulla  Peste  e  sulle  Quarantene,  fatti  e  pensieri,  con  ap- 
pendice. Genova,  Tip.  dei  Sordo-Muti,  1852,  in  8.° 


—  218  — 
—  Relazione  e  Riflessioni  sopra  il  Cholera  indiano  che  ha 
regnato    in  Egitto   l'anno  1818.  Napoli,    Tip.  del  Filiatre 
Sebezio,  1848,  in  8.<> 

Francesco  Grassi  fu  medico  assai  distinto;  nato  nel  4787,  morì  nel  1869.  Ne 
scrisse  la  biografia  Giuseppe  Tigri.  (Pistoia,  Tip.  Bracali,  1871,  in  8.°) 

Grilli  Amadorc. 

Novella  travagliata  d'  amore  composta  per  Amadore  Grilli 
pistoiese.  Lucca,  (Busgrado),  s.  anno,  in  8.° 

È  in  ottava  rima.  «  Livrct  tres  rare  imprimé  vcrs  ISSO,  et  que  nons  n'avons 

mentionne  né  dans  le  Manuel  ni  dans  le  Bibliografìa  delle  Novelle  par  Gamba, 

,  ni  dans  la  Notizia  dei   Novellieri  par    Borromeo.  C' est  l'originai  de  la  piece 

deShakspearc  intitulè  le  Marchand  de    Venise.  »  (Cat.  Libri  del  1847.  n.  1427,) 

GnalfìrediBGci  Landino. 

Oratio  de  Passione  Domini,  ad  Paulum  V  Pont.  Max.  Ro- 
mae, 1606,  in  8.0 

—  Hieromeniae,  sive  Sacrorum  Mensium  de  Sanctis  quorum 
memoriam  singulis  anni  diebns  chatholica  Ecclesia  vene— 
ratur.  Romae,  apnd  haered.  Barth.  Zanuctti,  1622,  pars 
prior;  Romae,  apui  Iacob.  Mascardi,  1625,  pars  posterior, 
in  8. 

In  vari  metri  ora  eroici,  ora  elegiaci  e  spesso  giambici,  l'autore  tesse  elogi 
ai  santi  dei  quali  la  chiesa  celebra  in  ogni  respettivo  giorno  l'ufficio. 

—  Variorum  Carminum,  lib.  VI.  Romae,  apud  haered.  Barth. 
Zannetti,  1622,  in  12.° 

Pagg.  576  compreso  il  frontespizio  e  l'ultima  pag.  bianca.  Fra  le  altre  rime 
si  trova  a  pag.  509  la  traduzione  latina  della  tragedia  di  Sofocle  Edipo  Re. 

—  Sigericus,  tragoedia,  Romae,  ex  Tipog.  Iacobi  Mascardi, 
1627,  in  12.« 

Ha  pag.  120,  più  e.  i  in  principio  non  numerate.  La  tragedia  è  dedicata  al 
Card.  Barberini. 

—  Rime. 

Stanno  nella  raccolta  intitolata  Applauso  pietoso  di  un  nobil  coro  di  illustri, 
poeti  al  B.  Luigi  Gonzaga.  Milano,  Malatcsta,  1622,  in  12.  Sono  sottoscritte 
P.  B.  G.  Questo  nostro  scrittore  appartenne  alla  Compagnia  di  Gesù,  e  morì 
nel  1629.  Il  Marraccio  lo  dice  eruditione  insìgnem,  et  poetam  praeclarum, 
pium  et  di&erctum. 


—  219  — 
Guidi  Fra  Giuseppe  li. 

Vita  del  Beato  Andrea  Franchi  dell'ordine  di  S.  Domenico 
Vescovo  di  Pistoia.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1839,  in  12. 

Intieri  Bartolomeo. 

Della  perfetta    conservazione  dei    grani,  Memoria,    Napoli, 
1754,  in  fol.  fig. 

Bartolomeo  Intieri  è  originario  del  territorio  pistoiese .  Di  questa  sua 
opera  così  ragiona  Zeffirino  Re  nel  suo  pregevole  Trattato  d'  Agricoltura  : 
«  Tutti  gli  Economisti  sonosi  studiati  di  rintracciare  quali  esser  possano  i 
mezzi  più  atti  alla  conservazione  dei  grani.  Dal  più  al  meno  tutti  avevano 
scritte  le  loro  cose,  e  tutto  andava  ad  immaginare  granai  di  fogge  diverse  o 
cavi  sotterranei  da  custoditisi  gelosamente  L' Intieri  fu  il  primo  a  proporre 
che  si  privasse  col  fuoco  il  grano  della  facoltà  di  vegetare,  onde  conservarlo 
più  lungamente  per  la  panizzazionc.  Una  felice  esperienza  ha  provato  la  so- 
dezza del  ritrovato  ».  Vedi  anche  le  Novelle  letterarie  di  Firenze  del- 
l'anno 1753. 

Iozzelli  laeopo. 

Scritti  del  Prof.  Iacopo  Iozzclli.  Pistoia,   Tip.  Cino,  1853, 
in  16.o 

Pagg.  84.  Vi  sta  innanzi  un  cenno  di  Giuseppe  Arcangeli  sulla  vita  e  sugli 
scritti  dell'autore,  che  fu  abilissimo  maestro  di  rettorica  nel  nostro  Collegio 
Fortcguerri.  Gli  scritti  dell'Iozzelli  consistono  in  due  discorsi  per  distribu- 
zione di  premi,  e  in  varie  poesie. 

fippoliti  Onofrio. 

Canzone  al  Sig.  Bali  Giulio  Pucci  per  lo  suo  governo  dì 
Pistoia,  In  Venetia,  per  Gio  Pietro  Pinelli,  1635,  in  4.° 

Rara. 
Ippoliti  Iflons.  Giuseppe. 

Lettera  parenetica,  morale,  economica  di  un  parroco  della 
vai  di  Chiana  a  tutti  i  possidenti  ec.  scritta  Tanno  1772, 
concernente  i  loro  doveri  verso  i  contadini  ec.  Firenze, 
Stecchi  e  Pagani,  1774,  in  4.° 

Pagg.  X-13o.  Questa  lettera  è  anonima,  ma  sappiamo  per  certo  che   dessa   é 


-     220  — 

autore  Mons.  Gius.  Ippoliti  pistoiese  Vescovo  di  Cortona,  e  quindi  trasferito 
al  governo  delle  due  Diogesi  di  Pistoia  e  Prato.  Di  lui  si  hanno  a  stampa 
molte  lettere  pastorali  assai  pregiate. 

Ippoliti  Giuseppe. 

Le  prime  sei  stanze  del  Canto  XIX  del  Ricciardetto  voltate 
in  latino  per  la  morte  del  nobil  giovinetto  Niccolò  Forte- 
guerri.  Firenze,  Piatti,  1830,  in  4.° 

Pagg.  11,  con  epigrafe  a  Giuseppe  e  Luisa  Forteguerri.  Di  questa  traduzione 
vi  sono  pochi  esemplari  in  carta  turchina  e  in  carta  gialla. 

Lafri  Giovanni. 

Oratio  Pistorii  habita  in  funere  anniversario  de  Etnin.  Nico- 
lao  Forteguerrae  Card.  Pistor.  praeclare  gestis  in  Eccles. 
Cathed.  II  Ka].  Octob.  Pistorii,  1637,  apud  P.  Antonium 
Fortunatum,  in  4.° 

Rara. 

ILaffri  Iacopo. 

Discorso  sulla  Cupola  di  S.  Maria  dell'Umiltà  di  Pistoia. 

Trovasi  tra  le  vite  dei  Pittori,  Scultori  ec,  di  Giorgio  Vasari,  edizione  di 
Firenze,  Le  Monnier,  toni.  VII, 

Lanfranchi  Paolo. 

Poeta  trecentista,  ricordato  prima  dall'  Allacci  nel  suo  Indice,  e  poi  dai  Crc- 
scimbeni,  dal  Quadrio  e  da  altri  storici  della  nostra  letteratura  :  le  sue  poesie 
però  non  pervennero  fino  a  noi. 

&azzari  (de)  Tanni  Fucei. 

Rime. 

Ne  diede  un  piccolo  saggio  il  Crescimbeni  ne' suoi  Commentari,  (voi.  II. 
p.  II)  traendole  da  un  codice  della  Biblioteca  Chigiana.  Ma  più  che  alle  rime, 
delle  quali  è  da  tenersi  conto  soltanto  per  la  storia  della  lingua  e  della  poe- 
sia, essendo  del  resto  un'informe  ammasso  di  rimati  arcaismi,  egli  deve  la 
sua  celebrità  (infausta  celebrità)  ad  un  sacrilego  furto,  ed  è  per  questo  che 
Dante  lo  colloca  nell'Inferno: 

Vanni  Fucci 
Ladro  alla  Sagrestia  de' belli  arredi; 
Rubò  costui  al  tesoro  di  S.  Iacopo  molti  preziosi  arredi,  ed  essendo  detenuto 
per  semplice    sospetto,  egli   accusò   Vanni  della  Monna   suo  amico,  il  quale 


221   

all'unico  fine  di  occultar  lui,  aveva  ricevuti  e  nascosti  nella  propria  casa  i 
preziosi  arredi  involati.  Per  tal  corpo  del  delitto  imputatogli,  fu  Vanni  della 
Monna  impiccato,  e  io  seguito  scopertosi  il  vero,  fu  impiccato  Vanni  Fucci 
medesimo.  Così  Dante  nel  Canto  XXI  dell'Inferno.  Alcuni  però  raccontano 
il  fatto  diversamente,  e  ritengono  che  Dante  fu  male  informato.  Il  Ciampi  prova 
con  documenti  di  quei  tempi  che  Vanni  Fucci  della  Dolce,  Vanni  della  Monna, 
e  Vanni  Mironne  si  unirono  per  rubare  il  tesoro  di  S.  Iacopo,  che  non  vi 
riuscirono  pienamente,  che  la  giustizia  fece  arrestare  diversi,  e  tra  gli  altri 
un  Rampino  di  Rannuccio,  che  fu  per  essere  giustiziato,  e  che  finalmente 
un  Vanni  Fucci  della  Monna  confessò  la  verità  del  fatto,  e  scoperse  i  com- 
plici dell'  impresa.  Ciò  avvenne  nel  1293.  Vanni  Fucci  è  figlio  naturale  di 
Fuccio  de  Lazzari  nobile  pistoiese,  ed  è  per  causa  della  sua  illegittima  na- 
scita, che  egli  nel  canto  XXIV  dell'Inferno  si  appella  da  se  stesso  mulo. 

Lazzari  (S>e)  Filippo. 

Celebre  lettore  di  Diritto,  vissuto  nel  secolo  XIV,  al  quale  dobbiamo  una 
glossa  alle  Decretali,  rimasta  sempre  inedita  (1). 

ILeraimo  da  Pistoia. 

Rimatore  vissuto  intorno  al  1300,  fu  amico  di  Cino  da  Pistoia,  che  gli  indi- 
rizzò vari  sonetti  pieni  di  segni  distintissimi  di  affetto  e  di  confidenza.  Un 
suo  madrigale  fu  pubblicato  dal  Crescimbeni  ne' suoi  Commentari,  (Voi.  II. 
p.  II.  lib.  II.  pag.  103),  tratto  dal  Cod.  Vaticano  52U,  e  sopra  portava  scritto 
Casella  diede  il  suono  :  il  che  vuol  dire  che  le  parole  di  Lemmo  erano  state 
messe  in  musica  da  Casella  ;  maniera  di  dire  tolta  dai  provenzali,  che  usa- 
vano la  parola  suono  per  esprimere  la  musica. 

Leonardo  Fa*,  da  Pistola. 

Dell'ordine  dei  Predicatori  ;  visse  nel  Scc.  XIII  e  fu  matematico  di  molta  fama. 
Lasciò  in  questa  materia  alcuni  scritti  ritrovati  recentemente,  e  che  si  con- 
servano nella  Biblioteca  di  S.  Marco    in  Firenze  :  hanno  questi  titoli  De  Ari- 


(1)  Fu  sepolto  nella  chiesa  di  S.  Domenico,  dove  sotto  un  bel  monumento 

leggesi  la  seguente  iscrizione  : 

Philippo  Liazzaro   Pontificii  Civilisque  juris 
ades  consultissimo,  ut  mille  conductus  aureis  jus 
ipsum  Summa  cum  eloquentia  interpretaretur, 
Moestiss.  Parens  tanto  filio  immatura  morte 
consumpto   multis   lacrimis    ponend.    curavit. 
Vixit  ann.  XLIII.  M.  ìli.  D.  XI.  H.  S.  H.  N.  S. 

E  Pietro  Ricciardi  così  scrisse  in  un  suo  sonetto  per  la  morte  del  Lazzari 
Qui  le  reliquie  son  de  Leazari. 
Che  '1  Decreto  illumò  d'eterno  inchiostro, 


—  222  — 

tmelica  et  de  pratica  Geometriae  :  De  Computo  Lume  tecundum  Doctore*  Ec- 
clesiae.  Scrisse  anche  una  Summa  Theologiae  in  due  torni.  Vedi  VAltamura 
Bib.  Praedicat:  Fabricius,   Bib.  Latina  ed  altri. 

Leonardo  Fr.  dalla  Serpa. 

Cronica  del  Convento  di  Giaccherino. 

Fu  un  tempo  manoscritta  nella  Biblioteca  del  Convento  di  Giaccherino,  di- 
spersa poi  nell'ultima  soppressione,  poiché  non  tutti  i  libri  e  manoscritti  di 
quella  bella  e  ricca  biblioteca  pervennero  alla  Forteguerriana.  Questa  Cronaca 
era  stata  scritta  nel  1690,  ed  aveva  le  annotazioni  del  P.  Antonio  Tognocchi 
da  Terrinca,  autore  dell'opera  Theatrum  Etrusco-Minoriticum. 

lettere  del  Comune  di  Pistoia  a  quello  di  Larciano,  pubb. 
da  P.  Fanfani.  Firenze,  Tip.  Galileiana,  1857,  in  8.° 

Videro  la  luce  dapprima  nelle  Letture  di  famiglia,  giornaletto  che  pubbli- 
cava a  Firenze  il  Cellini  :  comprendono  gli  anni  1590-1395  e  furono  tratte 
per  cura  del  Sig.  Fanfani  da  un  codice  dell'  antico  archivio  delle  potcsterie 
di  Pistoia. 

ILori  Iacopo. 

La  Mea  di  Polito,  poemetto  montanino  con  annotazioni  fi- 
lologiche di  Pietro  Fanfani.  Pistoia,  Tip.  Gino,  1870,  in  12.° 

Questo  poemetto  rusticale  era  già  stato  pubblicato  da  Giuseppe  Tigri  a  pie 
della  sua  raccolta  de' Canti  popolari  toscani  (Firenze,  Barbèra,  18S6);  ma  seb- 
bene egli  si  valesse  di  molte  note  lasciategli  da  Giuseppe  Arcangeli,  non  riu- 
scì che  una  raffazzonatura  ridicola,  e  per  giunta,  prodigiosamente  sproposi- 
tata ;  tanto  che  nella  seconda  edizione  che  l'anno  appresso  si  fece  di  qnei 
canti  fu  creduto  bene  di  non  riprodurlo.  Intorno  agli  errori  presi  dal  Si- 
gnor Tigri  nella  prima  edizione  di  questo  poemetto,  vedasi  una  lettera  di 
P.  Fanfani  ad  Aurelio  Gotti,  (Firenze,  1887),  e  la  prefazione  dello  stesso  Fan- 
fani posta  innanzi  a  questa  edizione. 

—  Il  Togno,  poemetto  rusticale. 

È  inedito.  Questo  e  l'altro  poemetto  della  Mea  il  Lori  li  chiamava  tutti  in 
un  fascio  /  Tangheri  di  Montagna,  come  Buccoliche  chiamò  Virgilio  le  sue 
Egloghe  :  ma  ciascun  poemetto  ha  il  suo  titolo  dal  personaggio  che  ne  è  il 
soggetto. 

—  Leggenda  di  San  Pellegrino  e  S.  Bianco. 

La  ricorda  Gius.  Arcangeli  nella  Biografia  dell'autore:  era  in  ottava  rima, 
ina  non  fu  mai  pubblicata;  e  il  manoscritto  ora  è  disperso. 


—  223  — 

—  Scritti  vari  inediti. 

Sono  ricordati  anche  questi  dall'Arcangeli  con  queste  parole  :  «  Ho  veduto 
non  sono  molti  anni,  alcune  di  quelle  prose  e  di  quei  versi  (del  Lori)  in 
un  gran  fascio  di  fogli  mostratimi  da  un  bisnipote  del  buon  pievano,  adesso 
smarriti  se  non  piuttosto  perduti,  per  incuria  di  chi  poco  o  nulla  pregian- 
doli, li  ereditava.  Erano  cose  tenui  per  l'argomento,  come  volevano  i  tempi; 
ma  per  lo  stile,  facile  e  disinvolto,  pregevolissime,  e  supeiiori  per  questi 
parte  alle  tante  poesie  arcadiche  che  inondarono  la  ponisela.  Avevano  grazia 
veramente  toscana  spiritosissima,  perchè  fiori  della  lingua,  parlata  sui  monti 
meglio  che  nei  paesi  più  prossimi  alla  città,  fino  da  quei  tempi,  qual  più 
qual  meno,  inforeslieratc.  Gli  argomenti  gravi  erano  per  lo  più  sneri,  e  scritti 
latinamente;  ma  più  frequenti  i  faceti,  e  !a  maggior  parte  in  terzine,  imi- 
tando, e  superando  molto  per  lo  spirito  e  per  i  sali  i  non  sempre  faceti  ca- 
pitoli del  Fagioli.  »  Il  Lori  nacque  in  S.  Marcello  nel  1722;  fu  Pievano  di 
quella  terra;  e  morì  nel  17G6.  Ne  scrisse  la  biografìa  Gius.  Arcangeli.  (V.  Ar- 
cangeli, Prose  e  Poesie,  tom.  2.  pag.  371). 

Lotti  Giovanni. 

De  vera  aequitatis  in  iure  dicundo  notione  officio,  amplitu- 
dine, usu,  Prolusio  academica.  Florentiae,  1782,  Pagani  e 
Comp.  in  8.° 

Marciò  Hidaco. 

Necrologia  di  Alessandro  Pollacci. 

Nella  Nazione  dell'anno  1860,  n.  237,  ed  a  parte  in  fol.  volante. 
RSaesfripieri  Luigi. 

Compendio  di  Storia  Romana  del  D.  Goldsmitli  tradotta  dal 
francese.  Pisa,  Tip.  della  Soc.  Letteraria,  1804,  in  16,  voi.  2. 

Che  questo  Luigi  Maestripieri  appartiene  alla  nostra  città  rilevasi  dalla  pre- 
fazione. 

SSauctti  Fr.  Niccolò. 

«  Ordinis  Servorum  B.  V.  sacrae  Theologiae  Magister  circa  annum  1598 
«  scripsit  Rcgulas  prò  feminis  tertii  Ordinis,  et  auxit  FF.  Servorum  Chroni- 
«  con,  quod  Romae  extare  apud  eiusdera  Ordinis  P.  Generalem  intcllexi  ». 
(Zacc.  Bibliot.  Pistor.) 

Manifesti  et   Cartelli  passati  fra  il    Capitano  Lanfredino 
Cellesi,  et  M.  Piero  Gatteschi  da  Pistoia,  con  i  pareri  <T  II- 


—  2M  — 

lustriss.  et  Eccellentiss.  Principi,  Cavalieri,  et  Dottori,  posti 
in  luce  ad  instanzia  del  Capitano  Lanfredino.  -Airillustriss. 
et  Eccellentiss.  Sig.  Principe  di  Fiorenza  et  Siena  mio  Si- 
gnore. In  Fiorenza,  1560,  appresso  Piero  Torrentino,  in  4.° 

Bella  edizione,  come  lo  sono  tutte  quelle  del  Torrentino,  di  pag.  105,  oltre 
due  altre  in  fine  non  numerate,  contenenti  una  copiosa  Tavola  dclli  cartelli, 
Consigli,  manifesti,  pareri,  capitoli,  esamine,  et  lettere. 

llanni  Vincenzo. 

Eirae  e  Prose. 

Manoscritte  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze  (Palat.)  cod.  cart.  in  fol.  di 
carte  247  segnato  CLXXIX.  Sono  orazioni  e  lezioni  accademiche;  rime  sa- 
cre, di  diverso  argomento  e  bernesco,  e  cantate  sacre.  Nessuna  notizia  ho  di 
questo  nostro  scrittore  :  solo  in  un  libro  di  provvisioni  del  Comune  dal  1676 
al  1687  a  carte  7  si  legge:  «  Vincenzo  del  Tenente  Federigo  Manni  ottiene 
dal  Magistrato  un  posto  di  studio  a  Pisa  ne' 16  Agosto  1676  ».  Dalle  sue  com- 
posizioni si  rileva  però  che  fu  ecclesiastico. 

Manni  Antonio. 

Si  fece  editore  nel  1657  del  Breve  Discorso  fatto  dal  P.  Predicatore  Fra 
Francesco  Mancini  neW  Abbadia  di  Monte  Oliveto  di  Pistoia  il  dì  1S  Aprile  1657 
nelle  prime  sacre  funzioni  in  rendimento  di  gratie  per  la  felicissima  promo- 
tione  al  Cardinalato  dell' Eminenlissimo  Giulio  Rospigliosi  ec.  In  Pistoia,  per 
Pier  Antonio  Fortunati,  in  A.°,  e  lo  dedicò  al  Canonico  Felice  Marchetti  pi- 
stoiese. 

llanni  Boiiieuìco, 

Trattato  sopra  la  direzione  dei  torrenti.  Firenze,  alla  Con- 
dotta, 1618,  in  4.° 

Marcellino  P.  Evangelista. 

Della  Conversione  del  Peccatore  libri  due,  con  Tannotationi 
non  più  stampate  ec.  In  Fiorenza,  appresso  Giorgio  Mare- 
scotti,  1578,  in  12.o 

Car.  3  in  principio  non  num,  pag.  15o,  e  carte  13  in  line  senza  numera- 
zione. Quest'opera  è  dedicata  con  lettera  dello  stampatore  Al  Mollo  Magnifico 
M.  Bartolomeo  Lenzi  gentilhuomo  fiorentino  in  data  di  Firenze,  25  Feb- 
braio 1578. 

—  Della  Conversione  del  Peccatore  libri  due,  con  l'anno- 
tationi  di  nuovo  stampate  e  corrette.  Aggiuntavi  di  nuovo 


—  225  — 

la  Corona  di  Dodici  Stelle  alla  Beata  Vergine.  In  Venetia, 
(Giunti),  1585,  in  8.0 

Pagg.  12  non  numerate,  pag.  127,  ed  una  in  fine  senza  numerare.  L'autore 
dedicò  questo  suo  lavoro  Alle  molto  Rev.  Madri,  le  Monache  di  S-  Lorenzo 
di  Venetia,  con  lettera  senza  indicazione  d'anno  e  di  luogo.  Alla  pag.  117 
evvi  la  Breve  narrazione  di  dodici  privilegi  attribuiti  a  Maria  ce.  ed  alla 
pag.  127  un  sonetto  ;  quindi  viene  la  Corona  di  dodici  stelle  della  B.  Vergine, 
che  è  compresa  in  una  carta  che  è  l'ultima. 

— .  La  stessa,  con  1'  annotationi  di  nuovo  stampate  e  cor- 
rette. Aggiuntavi  di  nuovo  la  Corona  di  Dodici  Stelle  alla 
Beata  Vergine  ec.  In  Venezia,  (Giunti),  1589,  in  8. 

Car.  12  in  principio  non  numerate,  pag.  12G,  ed  una  car.  in  fine  senza  nu- 
merazione. Dedica  come  nella  precedente  edizione.  Il  Possevino  cita  un'edi- 
zione di  Mantova  per  Francesco  Osanna,  ma  non  dice  l'anno  (V.  Apparalus 
Sacer.)  Il  Vaddingo  poi  cita  un'edizione  della  Corona  di  dodici  Stelle,  in  data 
di  Venetia,  1589;  ma  forse  a  parte  non  fu  stampata  mai. 

—  Le  Cinque  Meditationi  sopra  i  cinque  giorni  della  Crea- 
tione  del  Mondo.  In  Camerino  appresso  Girolamo  Strengari, 
et  gli  Heredi  di  Antonio  Gioioso,  1579,  in  12.° 

Car.  3  senza  numerare,  pag.  96,  e  car.  tre  in  fine  bianche.  Colla  dedicatoria 
di  Cesare  Raspantini  al  Molto  Mag.  M.  Bartolomeo  Rosconi,  data  di  Camerino 
il  14  Luglio  dell'anno  medesimo. 

—  Breve  espositione  del  Salmo  LXVIII  di  David,  Exurgat 
Deus  Con  la  traslatione  letterale  in  versi  ec.  In  Camerino, 
appresso  gli  Heredi  di  Antonio  Gioioso,  et  Girolamo  Stren- 
gari, 1579,  in  12.° 

Carte  due  in  principio  non  num.  compreso  il  frontespizio,  pag.  11C,  e  car.  7 
in  fine  non  numerate  contenenti  la  tavola  delle  cose  più  notabili  :  l'ultima  è 
bianca. 

—  Della  Vanità  del  Moudo  dialoghi  dodici  ec.  con  un  dia- 
logo della  povertà  ec.  In  Camerino,  appresso  Girolamo  Stren- 
gari, et  gli  Heredi  di  Antonio  Gioioso,  1580,  in  4. 

Carte  i  in  principio  senza  numerazione,  pag.  198,  e  car.  13  in  fine  non  nu- 
merate, di  cui  l'ultima  bianca.  Bella  edizione  dedicata  al  mollo  illustre  il  Si- 
gnor Matteo  Stendardi  da  Fra  Cosimo  Sansonetli  da  S.  Marcello  dei  Min.  Os- 
servanti con  lettera  senza  nota  di  luogo  e  d'anno.  Quest'opera  finisce  a 
pag.  159;  vien  quindi  nuovo  frontespizio  nel  modo  seguente:  Dialogo  della 
povertà  vera  nuto^ice  della  virtù  del  r.  p.  f.  Evangelista  Marcellino  ec,  col 
Capponi,  Bibliogr.  Pisi.  ÌS 


—  226  — 

rimanente  del  frontespizio  in  tutto  e  per  tutto  conforme  all'  antecedente. 
Questa  operetta  è  compresa  nelle  rimanenti  pagine  fino  a  tutta  la  pag.  198 
e  nelle  ultime  15  carte  non  numerate  è  compresa  la  tavola  delle  cose  più 
notabili. 

— ■  Della  Vanità  del  Mondo  di  Lorenzo  Selva  Marcellino, 
alle  Rev.  Madri  le  Monache  di  Santa  Maria  di  Sala  della 
Città  di  Pistoia. 

Manoscritto  cartaceo  in  fol.  del  Sec.  XVI  di  car.  118  nel  Convento  di  Sala 
in  Pistoia.  Ha  innanzi  un  prologo  diverso  da  quello  che  leggesi  nella  stampa, 
nel  quale  1'  autore  punge  assai  vivamente  la  vanità  e  il  mal  gusto  di  co- 
loro che  non  trovavano  nel  suo  stile  «  quella  finezza  che  il  gusto  loro  vo- 
leva »  :  e  dice  le  ragioni  che  lo  persuasero  a  scrivere  con  stile  diverso  e 
familiare.  Ma  la  pittura  molto  viva  delle  sjottigiiezze  scolastiche  e  del  modo 
di  predicare  de' suoi  tempi,  come  leggesi  nel  manoscritto,  nella  stampa  poi 
comparisce  molto  sbiadila  e  impicciolita,  segno  che  le  forbici  censorie  ta- 
gliavano, tagliavano  senza  misericordia.  Così  venne  tolta  anco  la  baia  che  alla 
moglie  vana  diede  un  marito.  A  chi  faccia  riscontro  peraltro  del  manoscritto 
col  libro  a  stampa,  non  stenterà  a  riconoscere  come  in  questo  la  materia  sia 
svolta  più  ampiamente,  e  con  maggior  copia  di  dottrina  e  più  lindura  di  stile. 

■ —  Della  Virtù  Dialoghi  dodici  ne'  quali  il  faticoso  modo 
d'acquistarla,  et  il  frutto  che  di  lei  si  gusta  :  con  brevità 
si  ragiona  ec.  In  Fiorenza,  nella  Stamperia  di  Giorgio  Ma- 
rescotti,  1580,  in  12.° 

Car.  6  in  principio,  pag.  204-,  e  carte  12  in  fine  non  numerate.  Ha  lettera 
dedicatoria  di  Fra  Cosimo  Sansonetti  da  S.  Marcello  de' Minori  Osservanti 
colla  data  di  Fiorenza  26  Ottobre  1380.  Vi  sono  esemplari  coiranno  1881, 
ma  la  edizione  è  la  stessa. 

—  Lettioni  sopra  Giona  profeta  fatte  in  Eoma  nella  Chiesa 
di  S.  Lorenzo  in  Damaso  ec.  In  Camerino,  appresso  Giro- 
lamo Strengari  Veronese,  et  gli  Heredi  d'Antonio  Gioioso, 
1581,  in  8. 

Pagg.  200  e  car.  12  in  fine  non  numerate.  È  dedicata  dall'autore  all'Illu- 
strisi, et  Reverendiss.  Monsignor  il  Card.  Paleotto,  con  lettera  senza  indica- 
zione d'anno  o  di  luogo.  A  pag.  177  è  un  «  Breve  discorso  del  tempo  quando 
predica  Giona,  et  della  duratione  della  Mosaica  legge  »  diviso  in  due  quesiti. 

—  Della  Metamorfosi  cioè  Trasformatane  del  Virtuoso, 
libri  quattro  di  Lorenzo  Selva  Pistoiese.  Air  Illustriss. 
et   Eccellentiss.  Sig.   il  Sig.   Iacomo  Buoncompagno   Duca 


227  

di   Sora.    In   Orvieto,    appresso   Rosato  Tintinnassi,  1582, 
in  4.° 

Cart.  G  in  principio  non  numerate,  compresso  il  frontespizio,  e  pag.  519. 
Prima  e  assai  rara  edizione,  benché  l'autore  nella  edizione  seguente  del  1885 
la  disapprovi,  dicendola  così  piena  di  errori,  che  non  una  volta,  ma  infinite, 
ho  biasimato  me  stesso  di  averne  fatta  copia  a  qualche  amico,  come  ho  fatto.  La 
lettera  dedicatoria  è  in  data  di  Orvieto  il  26  di  Settembre  1582,  ed  è  sot- 
toscritta Ascanio  Giacobacci  ;  il  quale  ci  fa  sapere  che  trovandosi  al  governo 
di  quella  città,  ed  essendogli  dato  questo  libro,  e  lettolo,  come  a  solleva- 
mento di  que'  fastidi  che  da  simili    governi  causati  sono,  coti  m'  è  piaciuto  si 

per  i  molli  bei  concetti  di  che  è  pieno,  et  si  per  la  vaghezza  del  dire, 

eh'  io  ho  fatta  ogni  opera  psrchè  sia  tosto  mandato  in  luce.  A  questa  segue 
una  lettera  dell'  autore  a  un  suo  amico,  nella  quale  si  scusa  dell'  indugio  che 
ha  posto  nel  mandagli  quest'opera,  tanto  da  lui  desiderata  ;  dicendo  che  la 
cagione  è  stata  per  volerla  io  ridurre  a  quella  perfezione  che  mi  fosse  possi- 
bile ;  pregandolo  inoltre  che  solo  da  lui  e  dagli  altri  amici  sia  letta.  Caso 
poi  che  la  dovesse  andare  in  altre  mani,  contentatevi,  soggiunge,  che  a  guisa 
del  pittore  che  nascosto  dopo  la  sua  tavola  sentiva  i  de f etti  che  egli  non  cono- 
sceva, io  mi  stia  nascosto  onde  liberamente  possa  udir  quegli  errori  che  noi 
non  sappiamo  conoscere  ;  e  conchiude  :  vi  dico  che  non  è  bene  che  io  al- 
tramente mi  mostri)  attesoché  come  soleva  dir  Socrate,  le  scarpe  Sicionie,  non 
a  lutti  stanno  bene. 

«  Le  Metamorfosi  sono  un  romanzo,  dice  il  P.  Frediani  nella  vita  dell'  au- 
tore, degnoln  molte  parti  della  penna  elegante  del  Firenzuola.  Acrisio,  po- 
vero e  costumato  giovinetto  di  S.  Marcello,  vinto  alle  preghiere  della  ma- 
dre, lascia  le  terra  nativa,  e  la  fanciulla  del  cuor  suo,  la  virtuosa  Clori,  e 
va  a  Napoli  a  cercarvi  delle  paterne  ricchezze.  Riconosciuto  da  un  suo  pa- 
rente, le  recupera,  e  lieto  si  rimette  in  via  per  alla  patria.  Se  non  che 
prima  di  giungervi,  per  certi  incantesimi  della  figliuola  di  quel  suo  parente, 
è  mutato  in  serpe.  I  casi  ora  lieti  ora  tristi  che  durante  quella  trasforma- 
zione, gli  avvennero,  furono  molti  :  né  egli  potè  tornare  alla  pristina  forma, 
se  non  appresso  1'  amata  giovane  che  aveva  lasciata  in  duro  abbandono.  La 
quale,  ripresolo  aspramente  de'  suoi  errori,  e  datigli  molti  salutari  avvisi 
ed  esortazioni  al  vivere  virtuoso,  poco  dopo  muore.  Questa  è  la  semplice 
orditura  del  Romanzo,  il  cui  intendimento  morale  è  che  non  la  donna  della 
città,  nella  quale  è  simboleggiata  la  virtù  speculativa,  non  le  giovani  della 
villa,  che  figurano  la  morale,  ma  la  sola  Clori,  per  la  quale  s'  intende  la 
grazia  di  Dio,  ci  può  rendere  la  divina  immagine. 

E  perchè  la  lettura  riuscisse  a  un  tempo  fruttuosa  e  piacevole,  1'  autore 
a'  ragionamenti  morali  e  teologici  di  cui  è  arricchita  (forse  anche  più  del  bi- 
sogno), fa  succedere  bellissime  descrizioni  della  montagna  pistoiese,  amene 
novellette,  e  ottave  squisite,  che  ti  mostrano  non  tanto  il  prosatore  elegante 
quanto  il  poeta  gentile.  »  Di  questa  edizione  nel  catalogo  di  libri  vendibiii 
presso  il  libraio  Scapin  di  Padova,  Ì795(  trovo  registrato  un  esemplare  in 
carta  grande,  ma  forse  non  sarà  stato  che  un  esemplare  più  degli  altri  mar- 
ginoso. 


—  iis.  — 

—  Delle  Metamorfosi  cioè  trasformationi  del  virtuoso  libri 
quattro  di  Lorenzo  Selva  Marcellino  Pistoiese  di  nuovo  ri- 
stampati, et  ricorretti  con  nuove  aggiunte.  In  Firenze,  nella 
Stamperia  de'  Giunti,   1583,  in  8.° 

Bella  edizione,  che  sebbene  anch'  essa  poco  corretta,  è  tuttavia  di  grati  lunga 
superiore  alla  precedente.  La  dedicatoria  al  Duca  Boncompagni  in  data  «li 
Firenze  16  Maggio  1583,  e  diversa  da  quella  dell'antecedente,  è  sottoscritta 
Filippo  et  Jacopo  Giunti.  Segue  un  avvertenza  dell'  autore  al  lettore  nella 
quale  così  si  esprime  :  «  Io  non  ho  potuto  senza  mio  dispiacere  vedere  in 
luce  questa  mia  piccola  fatica,  sì  perchè  resto  privo  di  un  dolce  tratteni- 
mento, che  leggendo  prendevo  quando  a  guisa  di  Apelle  nella  sua  tavola, 
dove  aggiungendo,  e  dove  scemando  con  molto  mio  guuso  dopo  i  necessari 
studi  dal  mondo  mi  ritraeva,  dicendo  con  quel  poeta:  Questa  sola  dal  volgo 
tri?  allontana.  Et  si  perchè  1'  ho  veduta  in  quella  prima  stampa  così  piena 
d'  errori,  che  non  una  volta,  ma  infinite  ho  biasimato  me  stesso  d'  averne 
fatto  copia  a  qualche  amico,  come  ho  fatto.  A  queste  due  s'aggiunge  la  terza 
cagione,  che  via  più  dell'altre  debbe  attristarmi,  che  è  il  non  potere  liberamente 
mostrarmene  autore  :  perchè  si  come  le  scarpe  che  portammo  essendo  fanciulli, 
non  ci  stanno  bene  essendo  già  fatti  huomini,  così  le  cose  che  giovani  facevamo 
non  ci  convengono  quando  siamo  vecchi....  La  onde  essendo  noi  debitori  (come 
dice  l'apostolo),  a'savi,  et  a'non  savi,  non  posso  non  attristarmi  veduto  in  si- 
mil  mano  quello  che  per  solo  mio  spasso  era  stato  fatto,  et  in  altro  stalo 
che  ora  non  sono.  Pure  poiché  al  passato  non  è  rimedio,  non  potendosi  ri- 
mediare a  questa  terza  ragione,  e  ne  anco  alla  prima,  prendiamo  almeno 
quel  rimedio  che  noi  possiamo  alla  seconda,  col  fare  che  di  nuovo  esca  fuori 
lontana  da  quegli  errori,  che  insino  a  qui  ha  portati  seco.  «  Ne  vorrei, 
scrive  il  P.  Frediani  nella  vita  del  Marcellino,  che  le  parole  in  altro  stato 
che  ora  non  sono,  fossero  intese  dell'aver  lui  composta  questa  operetta  pri- 
ma del  suo  ingresso  alla  religione  ;  imperocché  dice  chiaro  nel  proemio 
d'  aver  ciò  fatto  per  relassare  alquanto  V  animo,  clic  gravalo  è  da  i  consueti 
fastidi  ;  ai  quali  non  va  sicuramente  soggetta  un'  età  di  tredici  anni,  com'era 
la  sua  quando  si  rese  frate  ;  senza  dire  che  allora  non  poteva  per  anche 
aver  fatto  tesoro  di  tutta  quella  sapienza  ed  erudizione  che  ci  rende  cara 
e  utile  la  lettura  di  questo  libro. 

—  La  stessa.  In  Firenze,  nella  Stamp.  di  Filippo  Giunti, 
1591,  in  8.o 

Ed.  migliore  e  più  corretta  di  ogni  altra,  che  conta  pag.  550,  delle  quali  16 
senza  numeri  co'  preliminari,  e  le  altre  cioè  da  17  a  550  numer.  Seguono 
e.  17  senza  numer.  per  la  tavola,  1'  errata,  registro,  stemma  e  data.  Ha  la 
medesima  dedicatoria  di  Iacopo  Giunti  ad  Iacopo  Buoncompagni,  premessa 
a  quella  loro  ed.  del  1583. 

—  La  stessa.  In  Firenze,  per  Filippo  Giunti,  1598,  in  8.0 

Pag.  350,  di  cui  8  in  principio  non  num.  e  16  e.  in  fine  questa   senza  nu- 


2*29  

meraz.  La  dedicatoria  e  il  proemio  sono  eguali  all'  ediz.  del  1885;  diversa 
V  avvertenza  dell'  autore  al  benigno  Ultore.  Il  Gamba,  il  Passano,  nelle  loro 
Bibliografìe  delle  novelle,  e  il  Papanti  nel  suo  Catalogo  dei  Novetlieri  danno 
questa  edizione  come  preferibile  ad  ogn'altra  antecedende  e  posteriore,  per- 
che dall'  autore  medesimo  riveduta,  corretta,  migliorata  nelle  postille  mar- 
ginali, ed  aggiuntavi  una  tavola  al  fine  rinnovata  e  più  circostanziata.  Difatto 
fu  migliorata  quest'  edizione  in  tutte  le  sue  parti,  ma  non  è  esatto  cha  la 
rivedesse  V  autore,  essendo  morto  cinque  anni  prima,  cioè  nel  1895. 

— ■  La  stessa,  di  nuovo  ristampata  e  ricorretta.  In  Firenze 
nella  Stamperia  de'  Giunti,  1608,  in  8.° 

Pag.  362,  comprese  e.  8  in  principio  senza  numerare.  Neil'  avvertenza  ai 
lettore  ci  narra  1'  autore  che  dopo  aver  messo  fuori  più  d'  una  volta  V  ope- 
ra sua,  a  somiglianza  d'  Apelle  se  n'  era  stato  in  disparte  a  sentire  i  giu- 
dizi degli  intendenti  ;  quindi  aveva  accomodato,  aggiunto,  tolto  secondo  il 
bisogno  :  poi  rimessala  fuori  così  rassettata,  si  lagna  forte,  che  inceve  di 
trovar  lode,  sente  chiamare  il  suo  lavoro  libro  di  novelle  e  fole  di  romanzi 
e  narrazione  tutta  piena  d'  amor  lascivo.  Onde  prendendosela  co'  suoi  cen- 
sori, li  chiama  volgo  ignobile,  turba  ignorante,  moltitudine  indisciplinata,  e 
plebe  viziosa,  nel  cuore  della  quale  non  i  casti  e  pudici  amori,  ma  i  lussu- 
riosi e  sporvhi  si  accendono.  E  mostra  poi  come  si  abbiano  a  intendere  sa- 
namente quegli  amori  de'  quali  nel  suo  libro  si  parla  ;  amori  spirituali,  ma 
che  dall'  uomo  uon  si  possono  esprimere  se  non  con  forme  e  concetti  u- 
mani. 

Alcuni  tocchi  troppo  vivi  che  si  leggono  nelle  precedenti  edizioni,  come  per 
esempio  a  quel  luogo  della  pag.  200  ove  parlandosi  de' balzelli  che  i  signori 
d'  allora  ponevano,  è  detto  che  non  s'  empion  mai,  e  come  dice  il  proverbio 
dove  non  trovan  latte  mungono  il  sangue,  riescono  alquanto  sbiadile  in  que- 
sta e  nella  successiva  ristampa,  le  quali  si  accomodano  a  dire  modestamente 
che  quelle  imposizioni  erano  forse  alquanto  più  gravi  di  quello  che  si  do- 
vrebbe ec. 

—  La  stessa,  di  nuovo  ristampata  et  ricorretta.  In  Firen- 
ze, nella  Stamperia  di  Cosimo  Giunti.  1615,  in  8>° 

Piistampa  fatta  sulla  edizione  precedente,  a  cui  è  in  tutto  simile. 

— -  La  stessa.  In  Venetia,  appresso  Pietro  Farri,  1616,  in  8.° 

Carte  7  non  numer.  nelle  quali  si  contiene  la  dedica  dello  stampatore  al 
cav.  F.  Boliza  in  data  di  Ven.  24  Settembre  101 6  ;  il  proemio  e  1' avviso  al 
lettore.  Seguono  i  quattro  libri  delle  Metamorfosi  contenute  in  558  pag.  num. 
e  in  fine,  altre    15    cart.  senza  numerare  per  la  tavola  delle  cose  notabili. 

—  La  stessa.  Venezia,  Parolari,  1818,  in  16.° 

Non  è  questa  una  ristampa  delle  tredici  novelle  contenute  nel  libro  del 
r.Iarcellino,  come  erroneamente  affermò  il  Gamba,  e  dietro  lui  il  Passano, 
bensì  una  riduziome  in  forma  più  breve  dell'  opera  stessa.  Ciò  rilevasi  anco 


230  - 
dall'  avviso  del  tipografo,  nel  quale  dice  che  non  ristampa  tutta  1'  opera  per- 
chè troppo  prolissa  di  digressioni,  ma  promette    nondimeno    che  il  romanzo 
rimane  sostanzialmente  integro.  Di  questa  edizione  si  trovano    esemplari   in 
carta  velina. 

—  Della  Tragedia  di  Glori  e  Acrisio,  libri  quarto  (sic)  di 
Lorenzo  Selva  Marcellino. 

Bel  codice  cart.  in  fol.  del  Sec.  XVII  nella  Riccardiana  di  Firenze,  segnato 
2685.  È  indirizzato  al  Cav.  Bartolom.  Pasquali,  per  istruzione  e  diletto  del 
quale  sembra  che  lo  componesse  ;  ma  si  riscontrano  molte  notabili  differenze 
tra  questo  codice  e  la  stampa  Giuntina  del  1583. 

—  Sermoni  quindici  sopra  il  Salmo  Centonove  fatti  agli 
Hebrei  di  Eoma.  In  Fiorenza,  appresso  Giorgio  Marescotti, 
1583,  in  12.o 

Carte  18.  in  principio  senza  numer.  pag.  158,  tre  in  fine  senza  num.  ed  una 
carta  bianca.  Dedicata  a  Mons.  Card,  di  S.  Severina  con  lettera  di  Firenze 
29  Aprile  1583. 

—  Settennario  di  Prediche  sulla  Passione  del  Signore. 

Ediz.  a  me  sconosciuta,  e  che  trovo  citata  dal  Vaddingo. 

—  Letlioni  sopra  Abachuc  profeta.  In  Fiorenza,  appresso 
Giorgio  Marescotti,  1584,  in  12.° 

Con  lettera  dedicatoria  dell'  autore  al  molto  illustre  el  reverendissimo  Signor 
Carlantonio  Dal  Pozzo  degnissimo  arcivescovo  di  Pisa,  Padrone  mio  osser- 
vandissimo, in  data  di  Firenze  20  Aprile  158£. 

—  La  stessa.  In  Firenze,  appresso  Giorgio  Marescotti,  1585, 
in  12.o 

Ristampa  dell'  ed.  precedente. 

—  Predica  del  Venerdì  Santo  fatta  nel  Duomo  di  Fioren- 
za T  anno  1585.  In  Fiorenza,  appresso  Giorgio  Marescotti, 
1585,  in  8.o 

Pag.  148  num.  e  pag.  16  in  principio,  e  16  in  fine  non  num.  e  1'  ultima 
cart.  bianca.  Dedicata  Alle  molto  Rev.  Madri  le  Suore  di  Torre  di  Specchio 
in  Roma,  con  lettera  di  Firenze  1'  ultimo  di  maggio  1585. 

■ —  Predica  del  Ven.  Sacramento  fatta  nel  Duomo  di  Fi- 
renze. Firenze,  1585. 

La  cita  il  P.  Zaccaria  nella  Bibliot.  Pislor.  ma  non  credo  che  esista  questa 
edizione. 


-  231   — 

—  Lettioni  diciannove  sopra  Ruth.  In  Firenze,  appresso 
Giorgio  Marescotti,  1586,  in  8.° 

Cart.  24  non  mira,  e  cart.  116.  La  dedicatoria  dell'  autore  Al  santiss  e  Beat. 
Padre  Signor  nostro  Sisto  Quinto  e  e.  è  senza  nota  d'  anno  e  di  luogo. 

—  Lettioni  sopra  Tobia  ec.  esposte  in  Aracoeli  V  anno  1586 
et  al  Sereniss.  Senato  et  Inclito  Popolo  Romano  dedicate. 
In  Roma,  nelle  Case  del  Popolo  Romano,  1587,  appresso 
Giorgio  Ferrari,  in  8.° 

Car.  16  in  principio  num.  e  pag.  248.  Le  lezioni  sono  17. 

—  Lettioni  sopra  Daniele  Profeta  ec.  fatte  In  Roma  in  Ara- 
coeli Tanno  1585,  con  una  predica  del  Venerdì  Santo  fatta 
nell'Arcivescovado  di  Napoli  l'anno  1586.  In  Venetia,  ap- 
presso i  Giunti,  1588,  in  8.° 

Cart.  20  non  numer.  nelle  quali  oltre  il  frontespizio,  si  contiene  la  dedica- 
toria dell'  autore  al  Card,  di  Verona,  nella  quale  gli  dice  che  1'  anno  pas- 
sato la  udì  in  voce,  e  or  gli  viene  innanzi  in  iscritto  :  quindi  comincia  la 
numerazione  che  va  fino  alia  pag.  456,  alla  quale  segue  il  titolo  delia  Pre- 
dica del  Venerdì  Santo  contenuta  nelle  rimanenti  pag.  fino  alla  pag.  $20, 
che  è  T  ultima. 

—  Predica  del  Venerdì  Santo. 

E  unità,  come  abbiamo  visto,  alle  Lettioni  sopra  Daniele  :  ma  credo  che  sia 
stata  stampata  anche  a  parte,  poiché  1'  autore  ci  fa  sapere  nella  dedicatoria 
all'  Arcivescovo  di  Napoli  che  non  una  sola  ne  va  attorno  di  queste  mie  pre- 
diche, ma  moltcì  quale  in  istampa,  e  quale  in  iscritto  ;  a  me  però  non  è  av- 
venuto di  vederne  esemplari  a  parte,  per  quanto  ne  abbia  fatte  ricerche.  Il 
Waddingo   negli  Annalcs  Minorimi  ne  cita  un'  edizione  di  Venezia  del  1S88. 

—  Annotazioni  sopra  il  libro  de'  Giudici  ec.  cavate  dalle 
lettioni  da  lui  lette  in  Roma  in  Araceli  1'  anno  1587  ec. 
In  Venetia,  (Giunti),  1589,  in  8.« 

Pagg.  %%&,'*' e  cart.  24  in  principio  e  due  in  fine  non  numerate.  Sono  dedicate  a 
Mons.  G.  Battista  Savelli  con  lettera  de'  15  Maggie  1S89,  nella  quale  dice 
perchè  eonto  le  prolisse  letioni  fatte  in  Araceli  ha  ristretto  a  queste  brevi 
annotatìoni. 

—  Prediche  varie.  Venezia,  1596. 

Sono  citate  dal  Vaddingo  ne'  suoi  Annales,  e  dal  Terrinca  nel  Thealrum  E- 
tru$co-  Minoriticum,  sotto  il  titolo  di  Conciones  Variae. 

—  Lettioni  sopra  la  Cantica  del  molto  R.  P>  F.  Vangeli- 


—  232  — 
sta  Marcellino  ec.  fatte  in  Roma  Tanno  1579  ;  E  date  oggi 
in  luce  dal  P.  Fra  Cosimo  Sansonetti  da  S.  Marcello  suo 
nipote.  Al  Santissimo  e  Beato  Padre  e  S.  N.  Clemente  Vili. 
Pont.  Mass.  In  Firenze,  appresso  Giorgio  Marescotti,  1599, 
in  8.o 

Cart.  4  in  principio  non  nam.  pag.  451,  e  pag.  55  in  fine  senza  numerazio- 
ne. La  dedicatoria  a  nome  del  Sansonetti  è  datata  dal  Monte  fuor  di  Pistoia 
(Giaccherino)  il  dì  4  Febbraio  1598. 

—  Prediche  della  Passione  e  Resurrezione  di  Gesù  Cristo 
nostro  Redentore  fatte  l'anno  1592  in  Roma  ec.  con  dieci 
lezzioni  sopra  la  Magnificat  dall' istesso  composte  :  date  in 
luce  dal  P.  F.  Iacopo  Peri  con  la  vita  dell'  autore.  In  Fi- 
renze, 1622,  appresso  Pietro  Cecconcelli,  in  8.° 

Ed.  fatta  dal  P.  Iacopo  Peri,  il  quale  e  dedicò  al  lì.  P.  F.  Felice  di  S.  Mar- 
cello Predicatore  Padre  di  sua  Provintia  confessore  del  Ven.  Monaslerio  di  S. 
Chiara  di  Pescia  de'  Min.  Osserv.  con  lettera  in  data  di  Firenze  il  50  Lu- 
glio 1622.  La  vita  del  Marcellino  è  da  pag.  7  alla  pag.  55  :  a  questa  fa  se- 
guito la  Predica  della  Passione  composta  di  tre  parti  ;  poi  quella  della  Re- 
surrezione, composta  di  due  parti  ;  le  quali  fìniscouo  colla  pag.  158  :  ven- 
gono poi  le  Leltioni  sopra  il  Cantico  di  nostra  Signora,  che  sono  dieci,  e 
terminano  a  pag.  557.  Di  queste  ultime  il  Vaddingo  cita  anche  un'  edizione 
di  Firenze  fatta  nel  1599. 

—  Annotazioni  sopra  la  Storia  di  Giudit  del  M.  li.  P.  Van- 
gelista Marcellino  da  Pistoia  ec.  data  in  luce  dal  R.  P.  F. 
Iacopo  Peri  ec.  Firenze,  per  Stefano  Fantucci,  1622,  in  8.» 

Pagg.  244  e  pag.  12  in  fine  non  numer.  di  cui  le  ultime  tre  bianche.  Que- 
ste annotazioni,  è  scritto  a  pag.  5  ov'  e  ristampato  il  titolo  del  libro,  sono 
cavate  dalle  Leltioni  fatte  sopra  Giudit,  dal  P.  Marcellino  in  Aracoeli  nel  1590. 
Edizione  che  devesi  anche  questa  ad  Iacopo  Peri,  il  quale  la  dedicò  a  Fr. 
Ugo  Fabroni  Abate  dei  Vallombrosani  con  lettera  in  data  di  Firenze  8  di  ot- 
tobre 1622.  Vi  sono  esemplari  che  per  manifesto  errore  tipografico  portano 
sul  frontespizio  la  data  del  1522. 

—  Del  Ragionamento  fra  1'  Huomo  et  V  Angelo  suo  Custo- 
de, Dialoghi  tre,  ne' quali  della  grandezza  della  Fede,  delle 
pene  dell'  Inferno,  et  della  gloria  del  Paradiso  si  ragiona, 
composto  dal  M.  R.  P.  Fr.  Vangelista  Marcellino  pistoiese 
et  dato  lioggi  in  luce  dal  R.  P.  Fr.  Cosimo  Sansonetti  ec. 
In  Pistoia,  per  Andrea  Felici,  s.  anno,  in  8.° 

Pagg.  110  e  1'  ultima  bianca.  Ed.  dedicata  dal  Sansonetti  al  March.  Ginori 
Capitano  della  Montagna  pistoiese. 


—  233  — 

—  Lezioni  sopra  Giob. 

Le  cita  il  Terrinca  nel  suo  Theatrum  Etrusco-Minoriiicum. 

—  Lezioni  sopra  V  Epistola  agli  Ebrei. 

Sono  citate  dal  Terrinca  e  dal  P.  Zaccaria.  Il  Mata  ni  cita  un'  opera  con  que- 
sto titolo  :  Sermoni  agli  Ebrei,  Firenze,  1585  ;  forse  è  la  stessa  opera. 

—  Lezioni  sopra  Malachia  Profeta. 

Sono  ricordate  dal  Peri  nella  vita  dell'autore,  dal  P.  Zaccaria,  e  dal  Dondori. 

—  Lezioni  sopra  il  libro  dei  Re. 

Le  cita  il  Dondori,  il  Terrinca  e  il  Vaddingo. 

■ —  Lezioni  sopra  Zaccaria. 

Sono  rammentate  dal  P.  Zaccaria  nella  Bib.  Pistor. 

—  Lezioni  sopra  il  Benedictus. 

Le  registra  il  Dondori,  il  Terrinca,  il  Vaddingo,  e  il  Zaccaria.  Tutte  queste 
lezioni  si  trovano  però  quasi  sempre  ricordate  sotto  il  titolo  di  Conclone». 

—  Esposizione  dell1  Apocalisse. 

Il  Dondori  e  altri  la  danno  come  stampata,  ma  non  fu  mai  impressa.  Il  ma- 
noscritto di  quest'  opera  dalla  Biblioteca  di  Giaccherino  fu  trasportata  con 
tutto  il  resto  dei  libri  nella  Forteguerriana  in  occasione  dell'  ultima  sop- 
pressione. È  un  codice  cartaceo  in  fol.  di  carte  237,  è  autografo  e  contiene 
44  lezioni.  Comincia  :  Havendo  col  divino  aiuto  preso  a  dichiarare  il  libro 
dell'  Apocalisse  ec.  ( 

■ —  Lectiones  in  Psalmum  Quinquagesimum. 

Manoscritto  cart.  nella  Bibliot.  Magliabechiana,  in  parte  autografo,  di  carte 
87,  segnato  721.  Contiene  undici  lezioni  latine  sopra  il  Salmo  Mìserere,  in- 
tirizzate dall'  autore  a  Don  Silvano  Razzi  monaco  camaldolese,  con  lettera 
pure  latina.  Comincia  :    Reverendo    Admodum  Patri  ec. 

- —  Methodus  Conciones  formandi. 

Manoscritto,  ricordato  dal  Terrinca. 

—  Lettere. 

Una  trovasi  nella  raccolta  fatta  da  Francesco  Turchi  col  titolo  Lettere  facete 
e  piacevoli  di  diversi  uomini  grandi  ec.  libro  2°  (Venetia  Salicato,  1601): 
un'  altra  la  pubblicò  il  P.  Frediani  nelle  note  alla  vita  dell'  autore  :  (Prato, 
18o2)  :  un'  altra  lettera  indirizzata  ad  una  donna  di  casa  Forteguerri  si  con- 
serva ms.  nella  Forteguerriana. 

11  P.  Evangelista  Gcrbi,  soprannominato  il  P.  Marcellino  perchè  nato  in  San 
Marcello  fu  dotto  spositore  della  Sacra  Scrittura,  predicatore  famoso,  e  pro- 
satore elegante  e  forbito,  e  alcune  delle  sue  opere  sono  anche  citate    dal!» 


-  234  — 
Crusea.  Spesso  egli  né  suoi  scritti  prese  il  pseudonimo  di  Lorenzo  Selva 
Marcellino.  Per  le  notizie  della  sua  vita  vedasi  il  Breve  Discorso  del  P.  Ia- 
copo Peri  che  sta  innanzi  alle  Prediche  della  Resurrezione  ec.  Firenze,  1622: 
la  Notizia  che  diede  G.  Arcangeli  nella  Rivista  di  Firenze,  N.°  8  :  e  soprat- 
tutto /  Ricordi  per  servire  alla  vita  del  P.  Marcellino  scritti  dal  P.  Frediani 
(Prose  e  Versi,  Prato  1852.)  Nella  Biblioteca  Com.  di  Siena  ho  veduto  del 
Marcellino  una  vita  manoscritta  d'  ignoto  autore. 

Marchetti  Giustiniano. 

Della  vita  e  lodi  di  Santo  Atto  Vescovo  di  Pistoia  nativo 
di  Bedazos  in  Portogallo  ec.  In  Pistoia,  per  P.  A.  Fortu- 
nati, 1630,  in  4.o 

Carte  7  in  principio  non  numerate  compreso  il  frontespizio,  e  pag  156.  Rara 
edizione  dedicata  dal  Marchetti  al  Decano  e  capitolo  della  Cattedrale  di  Pi- 
stoia con  una  prolissa  lettera,  alla  quale  altra  ne  succede  a  Dianora  Mar- 
chetti, sorella  dell'  autore  e  monaca  nel  Convento  di  S.  Chiara.  Secondo  il 
Dondori,  questa  vita  supera  in  diligenza  quanti  di  questo  beato  Vescovo 
scrissero.  Fu  poi  tradotta  in  latino  da  Lod.  Sanllorens,  e  stampata  in  Roma. 

—  Memorie  della  vita  di  S.  Felice  prete  pistoiese. 

Sono  ricordate  dallo  stesso  autore  nella  lettera  dedicatoria  alla  vita  di  S. 
Atto. 

—  Historie  Sacre  di  Pistoia. 

È  ricordata  anche  quest'  opera  dal  Marchetti  nella  suddetta  dedicatoria  ;  ma 
ignorasi  se  questi  scritti  egli  li  lasciasse  compiuti. 

Marchetti  Gio.  Pietro. 

—  Synodus  Diocaesana  Aretina  Lab.  anno  1690,  Pistoni, 
1698,  in  4. 

—  Costituzioni  prescritte  ai  giovani  del  suo  Seminario  ec. 
Pistoia,  1699,  in  4.° 

Questo  Marchetti  fu  Canonico  Proposto  della  Cattedrale  di  Pistoia,  poi  pro- 
posto della  Collegiata  di  Empoli,  e  finalmente  Vescovo  di  Arezzo,  alla  qual 
dignità  fu  elevato  il  19  Decembre  1G91.  Vedi  Ughclli,  Italia  Sacra. 

Marchetti  AlessantBro. 

Exercitationes  Mechanicae  Alex.  Marchetti  in  alma  Pisa- 
na Acad.  Ord.  Philosopliiam  publice  prophitentis  ec.  Pisis, 
Io.  Ferretti,  1669,  in  4.° 

Pag.  185,  e  carte  i  in  principio    non    numerate,    compresa  antip.  e  fronte- 


—  235  — 

spizii.  L'  autore  dedicò  questa  sua  prima  opera  a  Ferdinando  Grand,  di  To- 
scana. 

—  De  Resistentia  Solidorum  ec.  Florentiae,  Vangelisti  e 
Matini,  1669,  in  4.° 

Pag.  127,  e  cart.  6  in  principio  non  numer.  Di  quest'  opera  riportò  il  Mar- 
chetti grandissimi  elogi  da  insigni  letterati  e  dai  giornali  di  quei  tempi. 
Vedi  in  proposito  il  panegirico  di  Vincenzo  Bellini  intitolato  Gratiarum 
actio  ad  Sereniss.  Etr.  Princip.  Pisis,  1674  :  il  Targioni,  Notizie  delle  Scienze 
fisiche;  il  Giornale  dei  Letterati  d'Italia  Maggio  1671  ec.  Il  P.  Claudio 
Frane.  Miliet  de  Chales  così  ne  scrive  nel  tomo  1  del  suo  Corso  di  Mate- 
matiche «  Alex.  Marchetti  de  resistentia  solidorum  libros  duos  edidit,  in 
quibus  Galilei  vestigiis  deceptum  esse  circa  resistentiam  corporum.  Multas 
item  addit  propositiones  quibns  hanc  doctrinam  provebit.  Opus  maxime  utile, 
quo  multa  deduci  possunt  ad  praxim  spectantia. 

—  Fundamenta  universae  Scientiae  de  motu  universiter 
accelerato  a  Galileo  Galilei  primum  iacta,  ab  Evangelista 
Torricellio  aliisque  celeberrimis  mathematicis  confirmata 
nunc  vero  demum  evidentibus  demonstrationibus  stabilita 
ab.  Alex.  Marchetti.  Pisis,  Ferretti,  1672,  in  12.° 

—  Problemata  sex  a  Leidensi  quodam  Geometra  Christo- 
phoro  Sadlerio  missa  ;  ab  hoc  vero  germanis  italisque  ma- 
tbematicis  proposita,  resoluta  ab  Alex  Marchetti  ec.  acces- 
serunt  in  fine  bina  eiusdem  Alex.  Marchetti  theoremata 
geometrica.  Pisis,  1675,  Ferretti  e  Paci,  in  12.° 

Quest'  opera  non  fu  molto  stimata  dai  matematici,  perchè  non  scevra  di  er- 
rori. Mich.  Ang.  Ricci  scolaro  del  Torricelli  così  scriveva  da  Frascati  V  11 
Giugno  167b  a  Vincenzo  Viviani  su  tal  proposito.  «  Aveva  consigliato  al  Mar- 
chetti che  gli  aveva  mandato  quel  suo  libricciolo  di  sopprimerlo,  e  non  dar 
materia  di  ridersi  di  noi  italiani  a  molti  virtuosi  oltramontani  emuli  nostri.» 
Anche  il  Viviani  in  una  sua  lettera  al  Marchetti  lo  punge  acremente,  e  fi- 
nisce col  dirgli  che  si  era  fatto  scorgere  da  diritto  e  da  rovescio.  Il  Mar- 
chetti sciolse  poi  in  altra  maniera  i  suddetti  problemi,  e  feceli  stampare 
col  seguente  titolo  : 

—  Septem  Problemata  geometrica  ac  trigonometrica  reso- 
lutio.  Pisis,  Ferretti,  e  Paci,  1675,  in  12.° 

Anche  questo  è  dedicato  ad  Antonio  Magliabechi. 

—  Lettera  nella  quale  si  ricerca  donde  avvenga  che  al- 
cune perette  di  vetro   rompendosi   loro  il  gambo,   tutte   si 


—  236  — 
stritolino,    scritta  già  per  ^mandamento  dell'  A.  Sercni^s. 
Ferd.  IL  ec.  In  Firenze,  Vangelisti  e  Matini,  1677,  in  4.° 

Pag.  16.  E  ricordata  con  lode  dal  Cinclli,  il  quale  promise  di  parlarne  a  lungo 
nella  sua  Toscana  letterata,  opera  non  mai  venu'a  alla  luce. 

—  Della  Natura  delle  Comete,  Lettera  scritta  all'  Illust. 
Sig.  Francesco  Redi.  Firenze,  alla  Condotta,  1684,  in  4.° 

Pag.  HO  num.  più  e.  i  in  principio,  ed  una  in  fine  coli'  errata  senza  num. 
oltre  una  tavola  con  figure  matematiche.  «  Questo  dotto  scienziato  dopo 
«  avere  scartabellato  quanto  gli  antichi  e  i  moderni  filosofi  avevano  scritto 
«  intorno  alle  comete,  e  tenuto  dietro  con  diligenti  osservazioni  egli  mede- 
«  simo  si  appigliò  alla  più  erronea  opinione  intorno  alla  loro  natura.  Essen- 
<  do  tuttavia  opera  ripiena  di  belle  notizie  sopra  questa  materia,  e,  quel 
«  che  fa  maggiormente  al  proposito  nostro,  scritta  con  molta  grazia  ed  eic- 
«  ganza,  non  è  certamente  da  trascurarsene  la  lettera.  »   (Colombo.) 

—  Nel  pigliare  il  sacro  abito  di  religiosa  nel  Monastero 
di  S.  Desiderio  di  Pistoia  V  Illust.  Sig.  Angela  Baldinotti 
col  nome  di  Suor  Costante,  Canzoni  (due).  In  Pistoia,  1697, 
nella  Stamp.  di  Stefano  Gatti,  in  fol. 

Queste  due  canzoni  sono  anonime,  ma  appartengono  al  Marchetti,  per  testi- 
monianza anche  del  Cinelli  Bib.   Volante,  scanz.  XIV. 

■ —  Per  le  Nozze  dell'  Illust.  Sig.  Cav,  Iacopo  Baldinotti  con 
T  Illust.  Sig.  Maria  Giulia  Forteguerri,  Epitalamio.  In  Pi- 
stoia, nella'  Stamp.  di  Stefano  Gatti,  1698,  in  4.° 

—  Saggio  delle  Rime  eroiche,  morali  e  sacre.  Firenze, 
Bindi,  1704,  in  4.o 

Assai  bella  edizione  dedicata  al  Grand.  Ferdinando,  come  un  saggio,  dice  il 
Marchetti,  di  quelle  rime,  che  per  divertimento  e  sollievo  de'  miei  studi  più 
gravi  di  filosofia  e  di  matematica,  e  per  certo  particolar  genio  ed  affetto 
che  ho  sempre  avuto  alla  toscana  poesia,  ed  in  diversi  tempi  ò  composto». 
Alla  dedicatoria,  che  ò  in  prosa,  fa  seguito  un  sonetto  del  Cav.  Luca  Albizzi 
Accademico  della  Crusca  in  lode  di  queste  rime. 

—  Vita  e  Poesie  di  Alessandro  Marchetti  da  Pistoia  filoso- 
fo e  matematico  nella  celebre  Università  di  Pisa.  In  Ve- 
nezia, per  Pietro  Valvasense,  1755,  in  4.° 

Edizione  più  copiosa  della  precedente,  poiché  ha  di  più  anche  le  rime  amo- 
rose e  piacevoli,  dedicata  al  Cav.  Francesco  Ferroni,  e  che  è  dovuta  alle 
cure  dell'  Avv.  Francesco  Marchetti  figlio  dell'  autore,  che  ne  scrisse  anche 
la  vita,  la  quale  si  contiene    nelle    prime  60    pagine.    Contro  questa  vita  si 


—  237  — 

scagliò  acremente  il  Sen  G.  B.  Nelli  nel  suo  Saggio  di  Scoria  letteraria  del 
Secolo  XVII,  Lucca,  17159,  in  i  :  la  quale  fu  confutata  dallo  stesso  Francesco 
Marchetti  colla  sua  Risposta  Apologetica  ec:  stampata  in  Lucca  nel  17G2,  in  l. 
Trovansi  rime  di  Alessandro  Marchetti  nella  raccolta  fatta  a  Lucca  nel  4  700  : 
in  quella  fatta  dal  Gobbi,  Bologna,  1711,  nell'altra  di  Teobaldo  Ceva,  To- 
rino 1756,  tra  le  rime  degli  Arcadi  ed  in  altre  raccolte  di  minor  conto. 

—  Ànacroonte  tradotto  dal  testo  greco  in  rime  toscane  da 
Alessandro  Marchetti  ec.  In  Lucca,  per  Leonardo  Venturi- 
ni, 1707,  in  8.o 

Edizione  originale  assai  bella  e  rara  colla  dedica  in  versi  a  Ferd.  Principe 
di  Toscana.  Il  Salvini,  citato  dal  Zeno,  chiamò  questo  volgarizzamento  di 
stile  polputo  e  robusto,  e  credette  per  alcuni  rispetti  non  avesse  a  vedere  la 
luce.  Con  tutto  ciò  fu  poi  pubblicato,  ma  fu  anche  soggetto  alla  proibizio- 
ne della  Inquisizione.  È  citato  dal  Gamba  (Serie,  Vcn.  Gondoliere,  1859.  ) 
Il  Poggiali  possedeva  un  esemplare  di  questa  edizione  nel  quale  erano  ms. 
due  sonetti  di  Brandaligio  Veronesi  in  lode  della  traduzione  fatta  dal  Mar- 
chetti, e  due  di  questi  in  risposta  al  medesima,  terminanti  colle  stesse  ri- 
me, e  colle  stesse  parole.  E  perche  il  Paggiali  credette  i  due  sonetti  del 
Marchetti  inedili  ed  anche  perchè  non  andassero  dispersi  li  stampò  a  pa- 
gina 288   e  289  della  sua  opera   Serie  de'  testi  di  lingua  ce. 

—  Lo  stesso.  Venezia,  Piacentini,  1736,  in  4.° 

Sta  nel  libro  intitolato  «  Anacreonle  tradotto  inversi  italiani  da  vari  »  Le  tra- 
duzioni contenute  m  questa  bellissima  raccolta,  oltre  quella  del  Marchetti, 
sono  quelle  del  Corsini,  del  Regnier,  le  due  del  Salvini,  e  quella  di  Vari 
illustri  poeti,  che  fu  stampata  in  Milano  nel  1751  nelle  nozze  Archinto-Bor- 
romeo.  Bella  e  corretta  edizione  è  questa,  di  cui  si  trovano  anche  esemplari 
ìq  carta  grande. 

—  Lo  stesso.  Londra,  1803,  in  8.° 

Ed.fatta  sulla  precedente  di  Venezia  del  1730. 

—  Lettera  nella  quale  si  ribattono  le  ingiuste  accuste  date 
dal  P.  G.  G.  C.  nella  seconda  edizione  del  suo  libro  della 
quadratura  del  cerchio  e  dell'  iperbola  ad  Alessandro  Mar- 
chetti ec.  Lucca,  Venturini,  1711,  in  4.° 

Le  lettere  P.  G.  G,  C.  voglioao  significare  Padre  Guido  Grandi  Camaldolese. 
Della  contesa  fra  questi  due  celebri  professori  parlasi  a  lungo  nel  Giornale 
dei  letterati  d'  Italia,  tomo  Vili  e  X1L 

—  Lettera  scritta  a  S.  E  il  Sig.  Bernardino  Trevisano  nob. 
patrizio  veneto  da  Alessandro  Marchetti  ec.  Pisa,  Bindi, 
1713,  in  4.o 

In  questa  lettera  sì  mostra  esser  vero  che  il  P.   Guido  Grandi  nella  secon 


—  238  — 
da  edizione  del  suo  libro  Quadratura  Circuii  ec.  mutò  le  parole  della  istan- 
za e  delle  risposte  che  il  Marchetti,  come  censore  del  S.  Uffizio  lo  aveva  e- 
sortato  a  levare  dal  ms.  del  medesimo  suo  libro  la  prima  volta  che  lo  pub- 
blicò ;  e  si  promette  di  ribattere  tutto  ciò  ehe  contro  alio  stesso  Marchetti 
viene  da  lui  scritto  nella  sua  Risposta  Apologetica.  Anche  su  questo  scritto 
vedi  il  detto  Giornale  dei  Letterati  tom.  XIV,  pag.  427. 

—  Discorso  di  Alessandro  Marchetti  dedicato  al  Sovrano 
merito  di  S.  E.  il  Sig\  Bernardo  Trevisano  nob.  patrizio 
veneto  ec.  Lucca,  Venturini,  1714,  in  4.° 

In  questo  discorso  si  esaminano  e  si  ribattono  le  censure  del  libro  del  P. 
Grandi  intitolato  Risposta  Apologetica  contro  il  libro  de  Resistentia  solidorum 
ec.  del  Marchetti,  si  scuoprono  vari  equivoci  e  sbagli  presi  dal  P.  Grandi 
nell'  impugnarlo,  e  con  evidenza  si  dimostrano  altri  gravi  errori  da  lui  com- 
messi. 

—  Lettere 

Trovansi  tra  le  Lettere  di  Uomini  illustri  pubblicate  da  Giamb.  Tondini.  Ma- 
cerata, Capitani,  1782,  in  &.°  voi.  2.  :  altre  si  trovano  anche  tra  le  Lettere 
inedile  di  uomini  illustri  pubblicate  da  Ang.  Fabroni  ;  e  tra  quelle  di  Uomini 
dotti,  Venezia,  Curti,  1807,  in  8.° 

—  Di  Tito  Lucrezio  Caro  della  Natura  delle  Cose  libri  sei 
tradotti  da  Alessandro  Marchetti  ec.  Londra  1717,  per  Gio. 
Pickard,  in  8.° 

Pag.  400,  più  10  in  principio  e  4  in  fine  senza  numerazione,  con  antiporta 
istoriata  in  rame.  L  questa  edizione  originale  assai  bella,  e  dedieata  al  Prin- 
cipe Eugenio  Francesco  di  Savoia  con  lettera  in  data  di  Londra  il  1  del  1717, 
firmata  p.  Antinoo  Rullo,  (cioè  Paolo  Rolli),  nella  quale,  chiama  nobilissima 
questa  traduzione  in  versi  sciolti,  e  la  «  più  grande  e  la  più  bella  poetica 
opera  che  nel  passato  secolo  nascesse  ad  accrescere  un  nuovo  lume  di  glo- 
ria all'  Italia.  »  Nella  prefazione  loda  il  presente  lavoro,  parla  dell'edizione, 
e  lungamente  tratta  dell'  ortografìa  in  genere,  e  di  quella  che  in  questa  edi- 
zione si  è  osservata.  Segue  la  protesta  del  traduttore,  la  quale  nondimeno 
non  bastò  a  salvare  quest'  opera  dala  proibizione  di  leggerla,  che  ne  fece 
la  Inquisizione.  Nel  fine  vi  è  1'  indice  delle  cose  principali  diviso  in  libri. 
Di  questa  prima  edizione  fu  fatta  una  diligente  contraffazione  in  Losanna 
da  Francesco  Grasset,  intorno  al  1760.  La  edizione  contraffatta  si  distingue 
non  solo  dalia  qualità  della  carta  che  nella  edizione  originale  ha  la  marca  G  I 
posta  dentro  ad  un  cerchio,  ma  anche  meglio  dalle  seguenti  particolarità. 
Nell'edizione  originale  l'incisione  che  sta  innanzi  al  frontespizio  ha  intagliato 
Croupy  in9  e  nell'edizione  contraffatta  non  vi  si  legge  alcun  nome.  Nell'e- 
dizione originale  alla  pag.  2  della  prefazione  la  linea  quinta  termina  lutto 
quello,  e  nella  copia  tutto  quello  «he.  Nell'ed.  originale  alla  fac.  Si  la  parola 
al  fine  di  richiamo  è  Sian,  e  nella  copia  Sian'. 


—  239  — 

—  Lo  stesso.  Amsterdam,  (ma  Parigi),  1754,  voi.  2,  in  8.° 

Bella  edizione,  che  devesi  a  Monsieur  Francesco  Gerbault,  che  1'  arricchì 
dì  rami  fatti  sui  disegni  di  Cochin  il  figlio,  e  incisi  da  abili  intagliatori  :  è 
però  scorrettissima.  Se  ne  trovano  esemplari  in  carta  d*  Olanda. 

—  Lo  stesso.  Londra,  (ma  Parigi),  1761,  tomi  2,  in  8.0  pie. 

Edizione  elcgentissima,  adorna  del  ritratto  dell'  autore,  e  assai  corretta.  Fu 
procurata  da  G.  Conti,  che  la  dedicò  ad  Alberto  Francesco  di  Flonccl,  il 
quale  aveva  formato  una  scelta  e  numerosa  raccolta  di  Libri  Italiani. 

—  Lo  stesso,  col  testo  latino  a  fronte.  Si  aggiunge  V  An- 
tilucrezio  del  Card,  di  Polignac  tradotto  da  Francesco  Ma- 
ria Ricci.  In  Lausanne,  De  Regni,  1761,  Tom.  2.    in  8.° 

È  preceduta  questa  ristampa  da  notizie  storico-critiche  intorno  a  Lucrezio 
Caro  ;  nelle  quali  si  dice  che  l'editore  non  sarebbesi  avventuralo  mai  alla 
stampa  di  Lucrezio  colla  traduzione  del  Marchetti,  quando  non  si  fosse  de- 
terminato nel  tempo  stesso  a  pubblicare  l'Antikicrezio  colla  versione  del  Ricci. 
con  saggio  avvedimento  che  di  questi,  come  di  due  possenti  armi  agguerriti  non 
solamente  si  abbiano  a  difendere  dagli  errori  (di  Lucrezio),  ma,  rimanendo 
quelli  ahbattuti,  e  conquisi,  trionfi  maggiormente  la  verità.  Segue  la  prefazione 
come  nella  prima  edizione,  la  protesta  del  traduttore,  ed  in  fine  l'indice 
come  in  quella. 

—  Lo  stesso.  Londra,  (ma  Venezia)  Pasquali,  1764.  voi.  2, 
in  8.0 

Buona  edizione  a  cui  sono  aggiunte  le  osservazioni  di  Domenico  Lazzarini. 

—  Lo  stesso.  Londra,  Mackintosh,  1779,  in  4.° 

Fa  parte  del  Parnaso  dei  Poetici  Classici  Italiani,  di  cui  forma  il  voi.  22  e  23. 

—  Lo  stesso.  Venezia,  1797,  in  8.° 

Non  è  questa  una  ristampa  delle  edizioni  precedenti,  ma  fu  eseguita  sopra 
un  manoscritto  migliore  di  quello  adoperato  da  Paolo  Rolli  nelle  edizioni 
del  1717;  ond'è  che  la  presente  edizione  è  da  preferirsi  ad  ogni  altra.  Così 
il  Colombo. 

—  Lo  stesso.  Firenze,  Molini,  1820,  in  12.° 

Edizione  elegantissima,  riscontrata  sul  manoscritto  autografo  della  Magliabe- 
chiana  di  Firenze.  Ha  un'antiporta  in  rame  e  altre  incisioni,  e  vi  sono  esem- 
plari in  carta  inglese  e  in  colori,  che  hanno  tutti  le  prove  dei  rami  avanti 
lettera. 

---  Lo  stesso.  Milano,  Tip.  dei  Classici  Ital.  1831,  in  8.° 

In  questa  buona  ristampa  riscontransi  considerabili  varianti  :  vi  è  premessa 
una   notizia  storica    intorno  a  Lucrezio    ed  al  Marchetti    tratta  dal  Giornale 


—  240  — 
dei  Letterati  d'Italia,    ed  ha  in  fine  una  Canzone  di  M.  Selvaggia  Borghini 
in  onore  del  Marchetti,  lodala  anche  dal  Redi. 

—  Lo  stesso.  Firenze,  Barbèra,  1864,  in  32.° 

Ed.  diamante  procurata  da  Giosuè  Carducci,  il  quale  nel  testo  seguì  quella 
del  1779,  non  senza  introdurvi  qualche  buona  variante  che  offrono  i  codici 
della  Palatina  di  Firenze. 

—  Lo  stesso.  Milano,  Sonzogno,  1874,  in  16. 

Ed.  stereotipa  fatta   su  quella    di  Firenze    del  1864  e    assistita  da   Eugenio 
Camerini,  alla  quale,  oltre  a  una  notizia  del  traduttore,  ha  premesso  gli  ar- 
gomenti che  il  Blanchet  premise  alla  traduzione  francese  del  Lagrange  (Pa- 
ris 1861)  ed  il  Capitolo  della  Scienza  di  Lucrezio  di  Constant  Martha. 

—  Elogio  di  Gio.  Alfonso  Sorelli. 

Sta  nel  Giornale  dei  Letterati  di  Ven.  tom.  21.  p.  222. 

—  Almagesti  Claudi  Ptolomaei  lib.  primus  cum  commen- 
tario Theonis  Alexandrini  ex  greco  idiomate  in  lat.  tran- 
slatum  a  Georgio  Henning,  cum  notis  et  animadv.  Alex. 
Marchetti. 

Questo  lavoro  rimase  incompleto  per  la  morte  dell'autore. 

—  L'  Eneide  di  Virgilio  tradotta  in  ottava  rima. 

Anche  di  questa  traduzione  non  lasciò  l'autore  che  i  primi  &  canti,  ma  se 
devesi  giudicare  dal  saggio  pubblicato  dal  P.  Zaccaria  (Bib.  Pistor.  pag.  531) 
non  senza  grave  danno  della  repubblica  letteraria.  È  vero  tuttavia  che  que- 
sto era  lavoro  giovanile. 

—  Poema  filosofico  in  verso  sciolto. 

Sopra  a  questo  poema  andava  laverando  il  Marchetti,  con  animo  di  pubbli- 
carlo, ma  non  potè  condurlo  a  termine.  In  esso,  come  già  Lucrezio  tra  i  la- 
tini, aveva  preso  a  spiegare  in  versi  toscani  le  cose  della  natura.  Un  saggio 
se  ne  ha  nel  Giornale  dei  Letterati  d'Italia,  tom.  XXI,  riprodotto  poi  nella 
Bibliot.  Pisloriens.  p.  520. 

Marchetti  Angiolo. 

Conclusioni  intorno  a1  momenti  de'  gravi  sopra  i  piani  de- 
clivi, proposte  per  difendersi  contro  a  qualunque  oppugna- 
tore da  Angelo  Marchetti  figlio  di  Alessandro  ec.  In  Fi- 
renze, nel  Garbo  all'Insegna  della  Stella,  1687,  in  12.° 

Di  questo  lavoro  si  parla  nel  Giornale  dei  Letterati  di  Parma,-  anno  1687. 

—  Prove  delle  Conclusioni  intorno  ai  momenti  de' gravi 
sopra  i  piani  declivi.  Firenze,  1088,  in  4.° 


-  241 

—  La  Natur 
nuovo  facile 
in  4.° 


—  241   — 

fa  della  proporzione  e  della  proporzionalità  con 
e  sicuro  modo  spiegata  ec.  Pistoia,  Gatti,  1695, 


È  dedicata  al  Grand.  Cosimo  IH.  Pretende  l'autore  di  dimostrare  che  niuno 
avanti  di  lui  avesse  bene  spiegato  una  tal  dottrina,  con  quella  brevità,  chia- 
rezza, facilità  ed  evidenza,  che  1'  opera  ricerca.  Se  ne  parla  con  lode  ne- 
gli Ada  Eruditor.  Lipsiae  a.  1696,  pag.  24-4. 

—  Euclides  Reformatus,  sive  antiqua  mathematicae  Eie- 
menta,  nova,  facili  ac  secura  methodo  contexta,  ac  demon- 
strata  ec.  Pistoni,   Gatti,  1698,  in  4° 

—  Lo  stesso.  Liburni,  1709,  ex  typogr.  R.  Celsitudinis, 
in  4.° 

Pag.  X-256.  Ded  a  Ferd.  Princ.  d'Etruria.  Molte  cose  degli  Elementi  di  Eu- 
clide furono  dal  Marchetti  migliorate,  altre  in  diverso  modo,  e  più  facile 
dimostrate,  come  la  teoria  delle  proprietà  delle  parallele.  Il  libro  terzo 
contiene  poi  l'opera  del  Marchetti  trad.  in  latino,  e  già  pubblicata  in  ita- 
liano col  titolo  :  La  Natura  della  proporzione  ec. 

—  Breve  Introduzione  alla  Cosmografia.  In  Firenze,  1712, 
per  il  Bindi,  in  4.° 

Anche  questa  è  dedicata  al  Grand.  Cosimo  III  con  lettera  senza  data.  Non 
intese  il  Marchetti  d'essersi  messo  a  questa  fatica  con  animo  di  voler  dare 
qualche  nuova  e  più  delle  altre  verisimile  teoria  sulla  struttura,  com'egli  dice, 
dell'  Universo,  ma  solo  di  riferire  e  spiegare  eon  la  maggior  facilità  e  brevità 
le  sentenze  degli  altri,  particolarmente  le  tre  più  rinomate  di  Tolomeo  di 
Pitagora,  e  di  Ticone. 

Marchetti  Francesco. 

Prima  e  seconda  lettera  che  TAvv.  Francesco  Marchetti  in- 
dirizza a  Leopoldo  Cancellieri  ad  oggetto  che  il  medesimo 
sempre  più  riconosca  gli  abbagli  nei  quali  incorse  il  mo- 
derno scrittore  della  vita  di  Alessandro  Marchetti.  Pisa, 
1774,  in  4.° 

Con  queste  due  lettere  il  Marchetti  prende  a  difendere  la  memoria  di  suo 
padre,  offesa,  egli  dice,  da  Mons.  Fabbroni,  che  ne  pubblicò  una  vita  latina 
nella  sua  opera  Vitae  Italorum,  tomo  2,  pag.  329.  Vedi  il  Giornale  dei  Let- 
terati, di  Pisa,  tomo  XV. 

—  Vita  e  Poesie  di  Alessandro  Marchetti  da  Pistoia  filo- 

Capponi,  Bibliogr.  Pisi.  JO 


—  242  — 

sofo  e  matematico  ec.  In  Venezia,  1755,  per  Pietro  Val- 
vàsense,  in  4.° 

ttl.  dedicata  al  Cav.  Francesco  Ferroni  fior.  Contro  questa  vita  si  scagliò  acre- 
mente il  Sen.  Gio.  Batta  Nelli  nel  suo  Saggio  di  Storia  Letteraria  Fiorentina, 
Lucca,  1759,  in  A°  ;  ma  tal  censura  procurò  la  seguente  risposta  scritta  dallo 
slesso  Francesco  col  titolo  : 

—  Risposta  apologetica  nella  quale  si  confuta  il  Saggio 
dell'  Istoria  Letteraria  fiorentina  del  Sec.  XVII  scritta  in 
varie  lettere  dal  Sen.  Gio.  Batta  Clemente  Nelli  ec.  Id  Lucca, 
1762,  in  4.o 

Marchetti  Cesare. 

De  Utilitate  et  praestantia  Dotis,  Oratio  Pisis,  Giovannelli, 
1761,  in  4.o 

Pagg.  22,  ed  una  in  fine  bianca.  Ded.  al  Card.  Luigi  Gualtieri. 

—  Cantata  per  l'incoronazione  di  Giuseppe  II  Re  dei  Ro- 
mani. Pistoia,  Bracali,  1764,  in  4.° 

Fu  musicata  dal  M.  Lorenzo  Bracciolini,  ed  eseguita  l'anno  176£  dall'Accad. 
Pist.  di  varia  letteratura. 

—  Poesie  diverse.  Firenze,  1787,  nella  Stamp.  Bonduc- 
ciana,  in  8.° 

La  maggior  parte  di  queste  poesie  sono,  favole  piacevoli  ed  istruttive. 

—  L' Ombra  di  Catilina,  Cantata.  Pistoia,  Bracali,  1789, 
in  4.o 

—  Cantata  a  due  voci  in  occasione  d'inalzarsi  il  reale 
stemma  di  S.  A.  R.  Ferdinando  III  ec.  sopra  la  porta  del- 
l' Accademia  degli  Armonici  di  Pistoia.  Pistoia,  Bracali. 
(1792),  in  4.o 

È  anonima.  La  Cantata  fu  eseguita  la  sera  del  2S  Agosto  1792  nella  sala  del- 
l'Accademia medesima.  Cesare  Marchetti  fu  canonico  della  Cattedrale  di  Pi- 
stoia, e  prof,  di  Diritto  civile  nell'  Università  di  Pisa.  Scrisse  molte  altre 
rime,  all' infuori  di  quelle  da  noi  sopra  ricordate,  che  trovansi  sparse  in 
molte  raccolte. 

Marini  I».   angelico. 

—  Sermone  pronunziato  a  Siena  la  sera  del  di  1°  Novem- 


—  243  — 
bre  1830    pei  fratelli  della    Misericordia   ec.  Siena,    1836, 
in  8.° 

Ne  furono  fatte  due  altre  edizioni,  una  in  Siena  nel  medesimo  anno  ;  la  terza 
in  Pistoia,  pei  Manf redini,  nel   1857. 

—  Discorsi  due.  Firenze,  Ducei,  1837,  in  8.° 

Il  primo  discorso  è  sulle  lodi  del  Beato  Davanzato  da  Barberino;  l'altro  è  il 
discorso  già  di  sopra  ricordato. 

—  La  Lega  Lombarda,  Terzine.  Malta  (data  falsa)  1839, 
in  8.o 

—  Discorso  detto  al  Popolo  presso  al  Romitorio  del  Giar- 
dino Puccini,  la  festa  delle  Spighe  del  1841.  Pistoia,  Tip. 
Gino,  1841,  in  8.<> 

—  Parole  al  Popolo  nella  solenne  processione  di  G.  Morto 
fatta  dalla  Yen.  Confraternita  di  S.  Ansano.  Pistoia,  Bra- 
cali, 1842,  in  8.o 

—  Parole  al  popolo  pesciatino  nell'  inaugurazione  della  Mi- 
sericordia di  detta  città.  Pistoia,  1844,  in  8.° 

—  Giovanni  Belzoni,  Terzine. 

Nei  Monumenti  del  Giardino  Puccini.  Pistoia,  484o.  in  8.° 

—  Le  Rotazioni  alla  Madonna  delle  Yigne. 

Nei  suddetti  Monumenti.  Descrivesi  quella  sacra  funzione  solita  celebrarsi 
un  tempo  nei  tre  giorni  innanzi  all'Ascensione  nella  villa  Puccini  intorno 
all'immagine  di  Maria  detta  delle  Vigne,  così  chiamata  dalle  bellissime  vigne 
che  lussureggianti  rivestono  e  rallegrano  le  piagge  vicine. 

—  Discorso  detto  a  Siena  nel  Cimitero  della  Misericordia 
l'8  Novembre  1846.  Firenze,  Piatti,  1847,  in  8.0 

—  Il  Calasanzio,  Orazione  Panegirica.  Firenze,  Tip.  Cala- 
sanziana,  1848,  in  8.° 

—  Parole  al  popolo  nella  processione  del  Crocifìsso  di  San- 
ti1 Ansano.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1848,  in  8.0 

—  Discorso  detto  in  S.  Croce  per  l' inaugurazione  della  so- 
scrizione  a  favore  di  Venezia.  Firenze,  1849,  in  12.° 

- —  Ne'  solenni  parentali  che  la  Ven.  Confraternita  della 
Misericordia  di  Pescia  celebra  pei  fratelli  defunti  vittime 
del  Cliolera,  parole.  Poscia,  Natali,  1856,  in  8.° 


—  244  — 

—  Ai  Sedicenti  Ministri  Evangelici,  Parole.  Pistoia,  1864, 
in  8.° 

—  Ragionamento  a  favore  della  Università  di  Siena  sopra 
un  progetto  d'istruzione  pubblica  in  Toscana. 

Manoscritto  cart.  in  4°  di  pag.  26  nella  Biblioteca  Comunale  di  Siena. 
Marini  Ugo  Ranieri. 

Nell'occasione  che  il  Molto  Reverendo  Don  Vincenzo  Gi- 
gli prese  solenne  ingresso  nella  Chiesa  pievanìa  di  Santo 
Stefano  a  Serravalle,  Terzine.  Pistoia,  Manfredini,  1834, 
in  8.0 

—  A  maggior  solennità  della  triennal  processione  di  Gesù 
Morto  eseguita  in  Prato  ec.  Pistoia,  Manfredini,  1834, 
in  8.« 

—  Per  la  solenne  incoronazione  della  Beatiss.  Vergine  detta 
delle  Carceri,  Racconto  popolare.  Pistoia,  Manfredini,  1836, 
in  8.o 

—  Sul  maraviglioso  dipinto  del  Prof.  Costoli  rappresen- 
tante S.  Filomena,  un  momento  di  poesia  ec.  Pistoia,  Bra- 
cali, 1836,  in  8.o 

—  Poesie  di  U.  R.  Marini.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1836,  in  8.° 

• —  Sopra  il  dipinto  del  Prof.  Bezzuoli  rappresentante  il  ter- 
remoto di  Borgo  S.  Lorenzo,  Carme.  Firenze,  Tip.  Grand. 
1837,  in  8.o 

—  A  Gio.  Battista  Niccolini  rappresentandosi  la  sua  Tra- 
gedia Rosmunda,  Canzone.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1838,  in  8.° 

Questa  Canzone  è  riportata  anche  dal   Vannucci  nei  suoi  Ricordi  della   vita 
e  delle  opere  di  Gio.  Balta  Niccolini,  Firenze,  1866,  voi.  1,  p.  2S1. 

—  S.  Elena,  canto,  a  Niccolò  Puccini.  Pistoia,  1840,  in  8.° 

—  Oscar,  canto  terzo,  poema.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1842, 
in  8.o 

—  Tragedie  e  altre  poesie.  Livorno,  Bertani,  Antonelli  e 
Comp.  1844,  in  8.° 

In  questa  edizione  trovansi  tutte  le  poesie  contenute  nella    edizione  di  Pi- 
stoia del  183fi,  meno  alquariti  versi  diretti  a  Niccolò  Puccini. 


—  245  - 

—  Metodo  d'istruzione  elementare  di  geografia  e  storia, 
con  apposita  cronologia.  Livorno,  Fabbreschi,  Pergola  e 
Comp.  1846,  in  18.<> 

—  L'Agosto  1855,  a  Giorgio  Magnani,  Canzone.  Pistoia, 
Tip.  Cine,  1855,  in  8.° 

—  In  morte  di  Roberto  Sozzifanti.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1855, 
in  8.o 

È  un  breve  cenno  necrologico.  In  molte  raccolte  trovansi  rime  di  Ugo  Ra- 
nieri Marinicene  io  tralascio  di  accennare  per  brevità,  quantunque  assai 
pregevoli. 

Harracciui  E*.  Clemente. 

Il  vero  amore  di  patria,  Elogio  di  S.  Fina.  Pistoia,  Bra- 
cali, 1844,  in  8.o 

Va  sotto  il  nome  di  P.  Clemente  da  Pistoia,  ed  è  dedicato  al  March.  Fer- 
dinando Bartolomei. 

—  Della  Bestemmia,  Orazione.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1850, 
in  8.o 

Marracciui  P.  Vincenzo. 

Nelle  Funebri  onoranze  rese  il  2  Luglio  1860  alle  ceneri 
di  Attilio  Frosini  ec.  Discorso.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1860, 
in  8.o 

—  Ricordo  di  Carlo  Petracchi  di  Carmignano.  Pistoia.  Tip. 
Cino,  1861,  in  8.o 

■ — Grammatica  della  Lingua  Italiana.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1870, 
in  8.o  fase.  3. 

Il  fase.  4  contenente  la  Sintassi  non  è  stato  ancora  pubblicato. 
Martini  Lorenzo. 

Novena  in  onore  di  S.  Ignazio.  Roma,  Varese.  1663,  in  1.2.° 

Fu  ristampata  in  Ferrara  l'anno  stesso. 

—  Novena  in  onore  di  S.  Francesco  Saverio.  Roma,  De  La- 
zari,  1668,  in  12.o 

—  Il  giovane  Angelico  o  Meditazioni  sulla  Vita  di  S.  Luigi 
Gonzaga.  Roma,  Varese,  1671,  in  12.° 


—  24G  — 
— »  Novena  di    S.  Francesco   Borgia.  Roma,  Varese,    1671, 
in  12." 

—  Giardino  di  Fiori  e  Fruiti  di  virtù  che  esercitano  vari 
religiosi  della  Comp.  di  Gesù.  Roma,  Varese,  1672,  in  12.° 

- —  Il  Giovane  Serafico  Pollaceo,  espresso  in  nove  medi- 
tazioni. Roma,  Varese,  1677,  in  12.° 

Il  P.  Lorenzo  Martini  appartenne  alla  Compagnia  di  Gesù,  e  fu  rettore  del 
Collegio  di  Recanati,  e  di  quello  di  Ascoli.  Morì  nel  1681. 

llataui  Antouio. 

De  Aneurismaticis  praecordiorum  morbis  atque  praecipuis 
eorum  causis,  animadversiones  physica  medica  disquisi- 
tione  pertractatae.  Florentiae,  Viviani,    1756,  in  8.° 

Il  Matani  fu  il  primo  tra  noi  a  produrre  un  trattato  sulle  infermità  che  at- 
taccano l'organo  primario  della  vita,  investigarne  le  cause,  e  prescriverne 
un  metodo  igienico  e  terapeutico.  Evvi  una  seconda  edizione  (Liburni,  apud 
Io.  P.  Fantechium,  1761,  in  8°)  rivista  ed  accresciuta;  ed  un'altra  ristampa 
(Francofurti  et  Lipsiae,  1766,  in  8.°)  Fu  poi  tradotta  dal  Dott.  Aless.  Funa- 
ioli di  Volterra,  come  appresso: 

—  Considerazioni  fisico-mediche  su  i  mali  aneurismatici 
precordiali  e  sulle  loro  principali  cause,  di  A.  Matani,  trad. 
con  note  del  Dott.  Alessandro  Funaioli.  Pistoia,  Manfrc- 
dini,  1832,  voi.  2,  in  8.0 

Avverte  il  traduttore  di  essersi  attenuto  affatto  alla  esposizione  letterale, 
senza  ricercare  l'affettazione  di  uno  scelto  stile,  che,  egli  dice,  niente  d'utile 
avrebbe  apportato  alla  sua  fatica.  Egli  però  vi  aggiunse  alcune  note,  a  mag- 
giore illustrazione  di  vari  punti  dall'autore  solamente  accennati,  e  per  ren- 
dere l'opera  maggiormente  completa  co'passi  de' più  recenti  scrittori,  i  quali 
colle  loro  scoperte  e  profonde  investigazioni  hanno  cooperato  a  perfezionare 
questa  classe  di  patologiche  affezioni  di  tanto  interesse.  Vi  aggiunse  pure 
un  cataloghetto  delle  migliori  opere  che  trattano  ex  professo  delle  affezioni 
aneurismatiche  precordiali  se  mai  alcuno  volesse  in  quelle  corredarsi  di  più 
estese  cognizioni  in  proposito. 

—  De  rationali  philosophia  eiusque  praestantia.  Pisis,  Gio- 
vannelli,  1757,  in  4.° 

Fu  ristampata  in  Berna  nel  1761,  e  poi  in  Pisa  nel  1766,  sempre  in  4.° 

■ —  Ragionamento  filosofico-storico  soprala  figura  della  terra. 
Pisa,  Giovannelli,  1760,  in  4.<> 

Pag.  VIII-62,  ed  una  cart.    in  fine  bianca,  con  epigrafe  dedicatoria  al   Car. 


—  247  — 
Bandino  Pancìatichi.  Sopra  questo  stesso  argomento  trovo  che  l'autore  aveva 
già  letto  una  sua  dissertazione  alPAccad.  di  Varia  Letteratura.  Fu  riprodotta 
nella  stessa  città  1'  anno    1766,   in  l'orma  d'  8.° 

—  Lettera  medica  ad  un  amico  di  Roma.  Firenze,  1758, 
in  4.° 

Ristampata  in  Firenze,  lo  stesso  anno;  in  Lucca,  1759,-  in  Venezia,  1768, 
seniore  in  4.° 

—  De  osseis  tumoribus,  observationes.  Pistoni,  Bracali, 
1760,  in  8.° 

Pag.  56,  È  dedicata  con  un'epigrafe  al  celebre  Alberto  Mailer;  a  pag.  52 
poi  evvi  dello  stesso  autore  una  Epistola  Anatomica  ad  amicum.  Fu  ristam- 
pata poi  Coloniae  Agrippinae,  apud  Frane.  Wilh,  Ios.  Metternicb,  1765,  in  8;° 

—  De  lapideis  ■  cystidis  feleae  concretionibus  post  veterum 
periodicum  repertis  observationes  pbisico-anatomicae.  Ber- 
nae,  1761.  in    4»  picc. 

—  Delle  produzioni  naturali  del  territorio  pistoiese ,  Rela- 
zione istorica  e  filosofica.  In  Pisto:a,  nella  stamp.  di  Atto 
Bracali,  1762,  in  4.o 

Pag.  VIII-2(H.  Vanno  unite  al  volume  una  carta  topografica  del  territorio  pi- 
stoiese, e  due  tavole,  una  delle  affinità  dei  corpi  naturali  ;  V  altra  delle 
osservazioni  melereologiche  fatte  in  Pistoia  1'  anno  1761.  Questa  Relazione 
del  Matani  è  anche   lodata  dal  difficile  Baretti  nella  sua  Frusta  Letteraria. 

■ —  De  Philosophicis  pistoriehsmm  studiis,  Augustae,  typis 
Cbristiani  Trakentorfii,  (ma  Pistoia,  Bracali,)  1764,  in  4.° 

Pag.  o2.  Quest'  opera  assai  rara  è  terminata  da  un  catalogo  per  alfabeto 
di  tutti  gli  autori  pistoiesi  che  hanno  scritto  sopra  materie  filosofiche,  in  nu- 
mero di  novanta,  ma  i  di  cui  scritti  più  che  la  metà  erano  inediti.  Il  Sig.  Filippo 
Rossi-Cassigoli  diligente  raccoglitore  di  scritti  patrii,  possiede  un  esemplare 
di  quest'  opera  contenente  in  margine  molte  correzioni  ed  aggiunte  di  mano 
dell'  autore. 

—  Praefatio  in  alteram  editionem  Nicolai  Stenonis  De  So- 
lido intra  solidum.  Pistoni,  1764,  in  4.° 

—  Epistola  Medico-critica  ad  amicum.  Pisis,  1766,  in  4.° 

—  In  editionem  italicam  Kallerianae  Philologiae  introdu- 
cilo. Venetis,  1766,  in  4.° 

—  De  Nosocomiorura  regimine.  Venetiis,  1768.  in  4.° 

—  De  Remediis,  Tractatas.  Pisis,  1769,  in  4.°   p.° 


—  248  — 

—  Praefatio  in  alterata  editionem  Gambianae  Pathologiae. 
Venetiis,  1774. 

—  Elogio  di  Michelangelo  Giacomelli.  In  Pisa,  1775,  peri 
fratelli  Pizzorni,  in  4.° 

Pag.  LVI.  Fu  inserito  dapprima  nel  Giornale  Pisano,  tom.  XX,  ed  ha  infine 
il  catalogo  delle  opere  del  Giacomelli.  Questo  prolisso  elogio  è  ricordate  con 
poca  lode  nelle  Effemeridi  letterarie  di  Roma,  anno  1775,  voi.  XXXV. 

—  Micbaelis  Angeli  Giacomelli  Prologi  in  Terentiu/n  ab 
Antonio  Matani  illustrati.  Pistoni,  apud  A.  Bracalium,1777, 
in  4.  o 

I  prologhi  alle  commedie  di  Terenzio  scritti  dal  Giacomelli  erano  stati  dap- 
prima stampati  in  fogli  volanti  co'  tipi  del  Bernabò,  del  Zempei,  ed  anco 
nelle  commedie  da  recitarsi,  ma  diversi  andarono  dispersi.  Il  Matani  li  rac- 
colse illustrandoli  con  brevi  note,  e  premettendo  loro  una  vita  dell'  autore 
scritta  anch'  esso  in  latino  e  che  è  cosa  tutta  diversa  dall'  elogio  che  dello 
stesso  autore  aveva  già  scritto. 

—  De  Tumoribus  Scrophularibus,  Osservationes. 

Stanno  nel  tomo  VI  Observ.  XVIII  dell'opera  Nova  Ada  Physico-Medica  Acad. 
Caesar.  Leopoldina- Carolinae.  Norimbergae,  1778. 

—  Memoria  sulla  cultura  delle  viti  in  Spagna,  e  la  ma- 
niera come  vi  si  fa  il  vino,  con  un  discorso  sulla  conser- 
vazione dei  Vini.  Venezia,  1779,  in  8.0 

II  discorso  sulla    conservazione  dei  vini  è  opera  del  nostro  Antonio  Matani. 

—  Discorso  sopra  le  acque  dei  pozzi  della  città  di  Pistoia. 

È  manoscritto  nella  Forteguerriana  (Cod.  590)  insieme  ad  altri  studi  sulla 
conduzione  dell'  acqua  potabile  in  Pistoia  fatti  dall1  ingegnere  Ximenes. 
Antonio  Matani  fu  medico  e  filosofo  insigne.  Nato  in  Pistoia  nel  29  Luglio 
1730,  fece  in  questa  città  i  primi  sludi,  dapprima  nella  Sapienza,  poi  nel 
Seminario  vescovile  ;  e  trasferitosi  poi  a  Pisa  ricevette  la  laurea  dottorale 
in  quella  celebre  università,  dove  poi  insegnò  successivamente  la  filosofia  e 
l'anatomia.  Nella  sua  gioventù  aveva  anche  insegnato  per  qualche  tempo  la  geo- 
metria nel  nostro  seminario,  come  negli  anni  più  tardi  professò  V  anatomia 
nel  nostro  ospedale.  L'  esteso  suo  sapere  lo  fece  tenere  in  pregio  non  so- 
lamente agli  Italiani,  ma  anche  agli  stranieri,  tra  i  quali  vuoisi  ricordare 
Haller,  Seguier,  Tonney,  che  V  onorarono  della  loro  amicizia.  Fu  ascritto  alle 
più  rinomate  accademie,  come  a  quella  di  Londra,  di  Gottinga,  di  Montpel- 
lier, e  a  molte  accademie  d' Italia.  Morì  il  21  Giugno  4799-  Per  la  sua  bio- 
grafia vedasi  le  Novelle  Letterarie  del  1779,  tom.  X  :  —  1'  Antologia  Ro- 
mana ;  —  il  Giornale  dei  Letterati  di  Pisa,  tom.  36  an.  1779  ec. 

Del  Matani  si  hanno   pure    diverse    memorie  nei   primi   XVI  fascicoli   del 
Giornale  dì  Medicina  a  lutto  Dccembre  177C,  e  nel  Giornale   d'  Italia   spct- 


—  249  — 
tante  alle  Scienze  Naturali,  ambedue  stampati  a  Venezia  dal  Miloco;  nel  Gior- 
nale  dei  Letterali  di  Pisa,  e  in  altri  periodici. 

Matani  Giuseppe. 

De  Iuramento  Calumniae,  Tractatus.  Pistoni,  Bracali,  1765, 
in  4.° 

Pag.  XVI-112,  coll'ultima  bianca.  Dedicata  a  Monsig.  Federigo  Alamanni. 

— ■  De  Publica  et  privata  hominum  felicitate,  Praelectio. 
Pisis,  1766,  apud  I.  D.  Carotti,  in  4.° 

Pag.  Qi.  Questa  prefazione  fu  letta  nella  Sapienza  di  Pistoia  l'anno  1765; 
avverte  perù  l'autore  che  egli  in  appresso  vi  fece  molte  aggiunte,  ad  illu- 
strar meglio  l'argomento,  talché  non  è  da  maravigliare  se  il  suo  scritto  può 
sembrare  che  oltrepassi  i  limiti  di  una  prelezione. 

—  Della  spiegazione  più  propria  che  deve  darsi  alla  pa- 
rola sela  (bebraice)  ebe  trovasi  in  fine  di  alcuni  versetti 
de'Salmi.  Lucca,  1767,  Roccbi,  in  8.0 

Sta  nel  tomo  7  dei  Miscellanei  di  Varia  Letteratura. 

—  De  Dei  Nomine  iuxta  Hebraeos,  Commentarius  criti- 
cus.  Lucae,  Roccbi,  1767,  in  4.° 

Pag.  XII-88.  Operetta  dedicata  a  Gio.  Cristoforo  Martini.  L'autore  fu  sa- 
cerdote ;  e  assai  profondo  conoscitore  del  greco,  dell'ebraico,  e  di  altre  lin- 
gue orientali  :  insegnò  filosofìa  nella  Sapienza,  e  poi  Sacra  Scrittura  nel  Semi- 
nario Vescovile. 

Platani  Gio.   Domenico. 

Della  fabbricazione  del  ferro  in  Toscana. 

Nel  Giornale  d'Italia  spettante  alle  Scienze  Naturali  di  Venezia,  tom.  4.  Nello 
stesso  Giornale  trovansi  altri  articoli  dello  stesso  autore,  e  fra  gli  altri  nel 
tomo  2  un  articolo  sopra  le  rondini,  un  altro  sopra  Vamianto  ec. 

Hatani  Pietro. 

Orazione  recitata  nella  Conventuale  di  Pisa  per  la  libera- 
zione della  Toscana  dalle  armi  francesi.  Pisa,  Pieraccini, 
1799,  in  8.o 

—  Rime  dell' Ab.  Pietro  Matani.  Pistoia,  Manfredini,  1826, 
in  8.° 

Pag.  175  compreso  antiporta  e  frontespizio.  Questa  raccolta  è  divisa  in  tre 


—  250  — 
parti;  la  prima  contiene  poesie  sacre,  la  seconda  la  parafrasi  di  due  canlici 
di  Mosè  :    la  terza  poesie  varie.  Questo  Matani  è  discepolo  di  Cesare  Mar- 
chetti, e  fu  Rettore  del  Collegio  Cicognini  di  Prato,  nel  quale  insegnò  pure 
il  Gius  Canonico. 

«Iati  I».  Niccolò. 

Relazione  del  felice  passaggio  all'altra  vita  de'  Sette  Beati 
Fondatori  de' Servi  di  Maria  descritta  dal  P.  Niccolò  da 
Pistoia.  Firenze,  Albizzini,  1727,  in  4.° 

Fu  pubblicata  per  opera  del  P.  Placido  Buonfrizzieri,  il  quale  la  trasse  da  una 
cronaca  dell'ordine  dei  P.  P.  Servi  di  Maria  scritta  dal  nostro  autore  nel  1584-, 
e  che  si  conservava  un  tempo  nel  Convento  di  quell'ordine  in  Firenze.  Que- 
sta Relazione  fu  poi  ristampata  in  Lucca  nel  1729  col  titolo  Compendio  delle 
Vile  dei  Sette  tra  Santi  e  Beati  dell'ordine  di  M.   V.  e  e. 

Mattefiìi  Giosuè. 

Istoria  dell'  Astronomia  e  del  Sistema  planetario  di  Coper- 
nico, Poemetto.  Pisa,  Grazioli,  1785,  in  8.° 

È  in  versi  sciolti,  ed  ha  pure  la  dedica  in  versi  al  Cav.  Luigi  Cellesi. 

—  Favole  e  Novelle.  Pistoia,  1788,  Bracali,  in  8.» 

Si  trovano  esemplari  di  questa  edizione  in  carta  distinta. 

—  Le  stesse.  Milano,  Batelli  e  Fanfani,  1821,  in  16<>  fig. 

—  La  Pace  e  la  Guerra,  Ottave.  Pistoia,  Bracali,  1791, 
in  8.o 

—  Il  Ritorno,  Endecasillabo  alla  nobil  donna  Maddalena 
Puccini  pel  suo  ritorno  alla  patria.  Pistoia.  Manfredini,  1795, 
in  4o 

Evvi  anche  un  sonetto  del  Ciampi.  Notisi  che  sull'antiporta  è  stampata  per 
errore  la  data  deh  1765. 

—  Versi.  Pistoia,  Manfredini,  1798,  in  8.0 

È  un  poemetto  intitolato  «  La  Terra  mossa  »  che  fu  anche  nello  stesso  anno 
ristampato  dagli  stessi  Manfredini  col  titolo  La  Terra  Mossa,   Versi  Pastorali. 

—  Il  ristabilimento  dell'Accademia  pist.  di  Varia  Lettera- 
tura. Pistoia,  Manfredini,  1804. 

Sono  due  sonetti  in  foglio  volante  ;  ma  ordinariamente  trovansi  uniti  alla  Co- 
stituzione di  quell'Accademia,  Pistoia  18(H,  in  &.° 


—  251   — 

—  L'  Asilo  della  Pace,  Cantata.  Pistoia,  Bracali,  1804,  in  4.° 

Fu  eseguita  per  la  venuta  in  Pistoia  di  Carlo  Lodov.  I  e  di  Maria  Lusia  so- 
pra musica  del  Maestro  Giuseppe  Gherardeschi.  Alla  Cantata  fan  seguito  altri 
componimenti  raccolti  per  quella  occasione. 

—  Ottave  alla  egregia  donzella  Angiola  Picciolli  che  veste 
V  abito  religioso.  Pistoia,  Manfredini,  1806,  in  4.° 

—  Della  Coltura  degli  Orti,  lib.  X  di  G.  Columella  Mo- 
derato, volgarizzato  per  le  nozze  del  Cav.  Tommaso  Amati 
colla  Sig.  Marianna  Mastiani.  Pistoia,  Bracali,  1807,  in  8.° 

—  Inaugurale  alla  Compilazione  della  Costituzione  dell'Ac- 
cademia di  Scienze    e  Lettere. 

Negli  Atti  della  medesima  Accademia.  Pistoia,  1808,  tom.  4.° 

—  Rime  diverse. 

Nelle  seguenti  raccolte  :  Per  le  nozze  Odaldi-Fioravanti  (1783)  :  Per  le  nozze 
Potenziani-Fabroni  (1785)  :  Per  le  nozze  Cellesi-Buonfanti  (1794)  :Per  le  nozze 
Canccllieri-Montemagni  (1797)  :  Per  le  nozze  Strambi-Rospigliosi  (1800):  Per 
le  nozze  Rossi-Buonfanti  (1801)  :  Per  le  nozze  Nati-Poltri-Bracciolini  (1801)  : 
Per  le  nozze  Nencini-Pandolfini  (1802)  :  Per  le  nozze  Buonfanti-Gatte- 
schi  (1805)  :  Per  la  monacaz.  di  Maddalena  Odaldi  (1806)  :  Per  le  nozze  Brac- 
ciolini-Sozzifanti  (1807)  :  Alcune  ottave  stanno  inoltre  insieme  alla  Cantata 
di  Cesare  Marchetti,  l'Ombra  di  Caiilina:  ed  una  cantata  col  titolo  La  Spe- 
ranza Coronata  sta  nella  raccolta  Omaggi  a  S.  A.  I  e  R.  Elisa  ec. 

Sleloccliì  Iacopo. 

Ricordi  di  cose  pistoiesi. 

Manoscritto.  È  libro  assai  importante,  non  tanto  per  l'istoria  delle  fazioni 
pistoiesi,  quanto  per  la  lingua.  Comincia  dal  1499,  ed  ha  una  continuazione 
fatta  da  Cassandra  sua  figlia.  Nel  1851  era  questo  ms.  presso  la  famiglia 
Rossi-Melocchi,  ora  poi  non  so  se  sia  andato  smarrito.  Questo  Iacopo  fu  ca- 
nonico della  Cattedrale  di  Pistoia,  e  Vicario  di  più  vescovi:  intorno  a  lui 
molte  cose  discorre  il  Salvi,  ma  al  solito  con  assai  inesattezza. 

llelocchi  Domenico. 

Istoria  di  Pistoia  dal  1510  fino  al  termine  del  Sec.  XVII, 

E  Ricordata  dal  P.  Zaccaria,  come  esistente  a' suoi  tempi  presso  diverse  fa- 
miglie pistoiesi. 

llelocctii  Pietro. 

Breve  Istruzione  per  bene  recitare  il  divino  Officio  et  Kore 


—  252  — 
canoniche  ec.  In  Firenze,  appresso  Pietro  Cecconcelli,  1619, 
in  4.°  piccolo. 

Pag.  74  numer.  e  i  car.  in  principio,,  e  4  in  fine  senza  numerazione.  Fu 
pubblicata,  vivente  l'autore,  per  cura  di  Gio.  B.  Fidelissimi,  e  dedicata  alle 
Suore  del  Convento  di  S.  Pier  Maggiore  di  Pistoia. 

Memoria  della  traslazione  dell'Imagine  di  Maria  SS.  del- 
l'Umiltà. 

Manoscritta  nella  Forteguerriana,  nel  cod.  Misceli.  128.  Fu  copiata  da  un  li- 
bro di  ricordi,  esistente  già  in  casa  Ippoiiti. 

Memoria  Storica  della  Confraternita  della  Santiss.  Tri- 
nità di  S.  Ansano,  e  del  culto  del  miracoloso  Crocifìsso  che 
in  esso  si  venera.  Pistoia,  Bracali,  1842,  in  8.° 

Memorie  intorno  la  fondazione  del  nuovo  Monastero  della 
Visitazione  in  Pistoia.  Pistoia,  Bracali,  1750,  in  4.° 

Memorie  di  Pistoia,  S.  Marcello  ed  Empoli. 

Manoscritte  nella  Marucelliana  di  Firenze,  A.  143.  15. 
Menehi  Alessandro. 

Rime. 

Stanno  nella  parte  seconda  dei  Sonetti  di  Mcsser  Benedetto  Varchi,  Firenze^ 
Torrentino,  1557. 

Merlini-Calderini  Fraise.  Ignazio. 

Il  Sacrifizio,  canti  due  ec.  Pistoia,  Bracali,  1745,  in  4.° 

Fu  pubblicato  per  la  monacazione  di  M.  Caterina  e  di  M.  Teresa  Gardyne 
nel  Monastero  di  S.  Desiderio  di  Pistoia.  La  lettera  dedicatoria  alle  rev. 
madri  del  medesimo  Monastero  è  di  Giuliano  Baldinotti. 

—  Amore  Ingegnoso,  componimento  poetico  per  gli  spon- 
sali di  Cesare  Franchini  Taviani  colla  Sig.a  Maria  Cate- 
rina Lari.    Pistoia,  Bracali,  1745,  in  4.° 

—  Elogio  del  Gen.  Iacopo  Adami. 

Trovasi  negli  Elogi  degli  Uomini  illustri  toscani,  Lucca,  1772-74,  pag.  CCCCXII. 

—  Rime. 

In  varie  raccolte,  e  fra  le  altre  una  pregevole  Canzone  nella  raccolta  col  ti- 
tolo Poesie  diverse  per  la  santificazione  di  S.  Caterina  de  Ricci.  Firenze,  Pa- 
perino 1746,  in  4.o 


—  253  — 

—  La  Oistiade  di  M.  Girolamo  Vida  tradotta  in  versi 
italiani. 

Qucsta'traduzione  è  inedita,  e  si  conserva  manoscritta  in  un  codicetto  auto- 
graio  nella  Forteguerriana  ;  ma  comprende  soltanto  il  solo  libro  primo,  dei 
quattro  in  cui  si  divide  il  poema  di  Girolamo  Vida;  ed  e  in  versi  sciolti.  Altri 
scritti  inediti  del  Merlini  si  conservano  nella  stessa  Biblioteca,  ed  eccone 
i  titoli  :  Dissertazione  storica  sopra  le  sacre  accademie  degli  Ebrei  e  dei  cri- 
stiani :  —  Dissertazione  sopra  una  medaglia  di  Nerone  Claudio,  con  alcune 
osservazioni  sopra  un  anello  antico  :  —  Carlo  in  Turis,  Dramma. 

Me  ucci  Ang.  Baldassarre. 

De  Religione  naturali  et  revelata,  Dissertalo  metaphisica. 
Pistoni,  1771,  in  4.° 

Michel  ne  ci  Del  Nero  P. 

Discorso  in  lode  del  M.  R.  P.  F.  Gio.  Francesco  Lascovizzi 
fior,  dell' ord.  dei  Min.  Conventuali  di  S.  Francesco  Teo- 
logo di  Mons.  Cosimo  De  Conti  Vescovo  di  Colle  ec.  In 
Pistoia,  per  Pier  Ant.  Fortunati,  1662,  in  4° 

Raro. 

llichelucci  Francesco. 

Maria  Stuarda,  —  Arrigo  Vili,  tragedie.  —  Il  Trionfo  del- 
l'Amor divino,  Commedia. 

Sono  ricordate  dal  P.  Zaccaria  nella  più  volte  citata  Bibliot.  Pisloriens.  il 
quale  ci  fa  sapere  ancora  che  esistevano  un  tempo  presso  il  Car.  Pistoletlo. 
Gatteschi. 

llomigno  (da)  P.  Evangelista. 

Direttorio  de'Superiori  Regolari  ed  Ecclesiastici  ec.  Pistoia, 
Fortunati,  1644,  in  4.° 

L'autore  fu  dei  Minori  Osservanti,  e  visse  molto  tempo  nel  Convento  di  Giac- 
cherino,  dove  si  conservò  il  manoscritto  autografo  di  questa  sua  opera,  pas- 
sato ora  alla  Forteguerriana.  È  curioso  a  leggersi  quel  che  ne  scrisse,  al  certo 
meritamente,  il  nostro  Bartolomeo  Colti  nelle  sue  Osservazioni  Epaino  Cri- 
tiche (Pistoia,  Bracali,  1791.)  «  Regolari  ed  Ecclesiastici  :  dunque  a  parer  suo 
i  Regolari  non  sono  ecclesiastici.  Il  P.  Momigno  è  l'Arcifanfano  dei  Secen- 
tisti, e  il  depositario  dell'esorbitanze  di  quel  secolo,  il  quale  non  potè  tro- 
vare altro  asilo  che  Momigno  per  potervele  depositare;  e  il  rcveiendo  P.  De- 


—  251  - 
posilario  le  ha  tutte  riposte  in  due  conservatorii,  in  questo  e  nel  quaresimale. 
Se  ne  estragga  una  per  saggio  —  Gesù  Bambino  trovandosi  collocalo  nel  Pre- 
sepio tra  l'asino  e  il  bue,  che  son  simboli  dell'ignoranza,  non  si  potea  dar 
pace,  perchè  avea  timore  di  esser  stimato  ignorante  anche  Lui.  —  Apage, 
Apage,  si  chiuda,  si  chiuda  la  cassa  di  si  strane  merci,  perchè  se  ne  ve- 
nisse estratta  alcuna  dal  Sermone  de 'Sacri  Chiodi,  sua  reverenza  depositaria 
perderebbe  il  rispetto,  se  pur  ne  risquote  più  fuor  di  Momigno.  » 

—  Diario  Quadragesimale.  Pistoia,  Fortunati,  1646,  in  4° 
voi.  1.° 

Il  Fortunati  non    stampò  che  il    voi.   1.°    Fu  poi  riprodotto  ih>  Venezia,  pel 
Turini,  165i,  in  i.° 

Montella a^Ho  (da)  Bon»ccor§o, 

Ritne. 

Sono  tre  sonetti  e  trovansi  nel  Sesto  libro  delle  Rime  di  diversi  eccellenti  au- 
tori ce.  In  Veneti»,  al  segno  del  Pozzo,  1555,  in  8.° 

—  Rime  del  Montemagno  da  Pistoia  coetaneo  del  Petrarca 
novellamente  trovate  e  poste  in  luce  ec.  In  Roma,  per  An- 
tonio Biado,  senz1  anno  (ma  1559)  in  8.° 

Carte  i  in  principio  non  numerate  compreso  il  frontespizio,  e  carte  16  nu- 
merate. Edizione  rarissima  procurata  da  Niccolò  Pilli  pistoiese.  Ha  il  titolo: 
Raccolta  di  rime  antiche  ce.  e  contiene,  oltre  quelle  del  Montemagno,  le  ri- 
me di  M.  Cino  da  Pistoia,  che  hanno  il  primo  luogo  ;  ma  essendo  con  spe- 
ciale frontespizio,  numerazione  e  segnatura,  si  considerano  come  stanti  se- 
paratamente, e  chi  ha  1'  uno  o  1'  altro  libro  non  ritiene  di  avere  un'  opera 
incompleta.  A  tergo  del  frontespizio  evvi  un  sonetto  di  Pietro  Sellori  da 
Pistoia,  al  quale  segue  la  dedicatoria  del  Pilli  al  Principe  Francesco  De-Me- 
dici  in  data  del  dì  di  S.  Francesco  1559.  Le  rime  del  Montemagno  consi- 
stono in  ventinove  sonetti,  e  tre  madrigali,  impressi  tutti  in  carattere  cor- 
sivo ;  e  ogni  sonetto  ha  poi  in  fine  una  breve  annolazione  del  Pilli  stesso. 
Da  una  nota  posta  in  fine,  si  rileva  poi  che  il  Pilli  ebbe  la  maggior  parte 
di  queste  rime  dal  Varchi,  e  le  rimanenti  dal  Tolomci,  dal  Geri,  dal  Ben- 
do, e  da  Carlo  Gualteruzzi  di  Fano. 

—  Rime. 

Trovansi  tre  le  Rune  di  tre  de'  più  illustri  Poeti  dell'  età  nostra  Bembo,  Casa 
e  Giudiccioni.   Venezia,  Portinari,  1567  in  12. 

—  Rime  dei   due  Bonaccorsi  da  Montemagno  ec.  Bologna, 
per  Costantino  Pisarri,  1709,  in  12.° 

Buona  edizione  procurata  dal  Gobbi,  nella  quale  oltre  le  rime  della  Edizione 
Romana  del  1559,  si  trova  di  più  un  sonetto  non  più  stampato,  diretto  ad 
Antonio  del  Beccaio  poeta  ferrarese  di  qualche  nome. 


—  ^o   — 

—  Prose  e  rime  de'  due  Buonaccorsi  da  Montemagno  con 
alcuno  rime  di  Niccolò  Tinucci.  Firenze,  nella  stamp.  di 
Giuseppe  Manni,  1718,  in  12.° 

Due  furono  i  Buonaccorsi  da  3Iontemagno,  il  vecchio  e  il  giovane,  avo  e  ni- 
pote, ambedue  poeti.  Il  primo  fu  figliolo  di  Lapo,  e  fu  coetaneo  del  Petrar- 
ca, perchè  si  trova  che  fu  Gonfaloniere  nel  1564.  Fu  innamorato,  come  scrive 
il  Pilli,  di  una  Lauretta  fiorentina  e  compose  con  molta  grazia  e  delicatezza 
di  stile.  11  secondo  fu  figliuolo  di  Giovanni  di  Montemagno,  ma  nel  suo  più 
bel  fiorire  finì  di  vivere,  e  morì  avanti  di  suo  padre  nel  4429.  Ma  le  loro 
poesie  hanno  tanta  somiglianza  di  stile,  che  furono  lungamente  credule  parto 
di  un  solo  ingegno,  e  si  hanno  a  stampa  confusamente  mescolate  quelle 
dell'  avo  con  quelle  del  nipote.  Il  Casotti,  a  cui  devesi  la  presente  edizio- 
ne, fu  il  primo  a  scuoprire  1'  errore  ed  a  portar  qualche  luce  sull'  origine 
e  le  opere  dei  due  poeti  ;  ma  non  gli  fu  possibile  in  alcun  modo  separare 
le  poesie  loro,  e  dovette  ristamparle,  com'erano,  indivise  tra  i  due  Bonac- 
corsi,  e  forse  tali  resteranno  per  sempre.  Oltre  le  rime,  per  le  quali  è  ci- 
tata dalla  Crusca,  contiene  questa  edizione  varie  prose,  tra  cui  un  Trattalo 
della  Nobiltà,  col  testo  latino  a  fronte  e  quattro  Orazioni  di  Bonaccorso  il 
giovane,  scritte  per  Stefano  Porcari  cavaliere  romano,  che  fu  capitano  e  di- 
fensore del  popolo  fiorentino  dal  9  Settembre  1427  al  9  di  detto  mese  del 
1428.  (1)  Il  Tinucci  è  uno  dei  vecchi  poeti  citati  dall'  Allacci  nel  suo  Indice, 
e  fiorì  tra  il  finir  del  trecento  e  il  principiar  del  quattrocento  ;  ma  è  di  Fi- 
renze, e  le  sue  rime  videro  ora  la  prima  volta  la  luce.  Il  Casotti  arricchì  que- 
sta edizione  di  una  dotta  prefazione  nella  quale  da  assai  estese  notizie  dei 
due  Buonaccorsi,  e  di  erudite  annotazioni,  tanto  che  questa  edizione  è  sti- 
mata la  migliore  e  da  preferirsi  ad  ogni  altra. 

—  Rime    dei    due   Buonaccorsi    da    Montemagno  ec.  Bolo- 
gna, 1762,  in  8.o 

—  Rime  dei  due  Buonaccorsi  da  Montemagno  ec.  Venezia, 
appresso  Antonio  Segati,  1763,  in  8.° 

Buona  edizione,  e  più  d'  ogni  altra  copiosa  di  illustrazioni,  fatta  per  opera 
di  Vincenzo  Benini  Bolognese,  letterato  di  qualche  fama.  Fu  condotta  su 
quella  del  1718,  ma  vi  manca  la  canzone  che  nella  edizione  del  Casotti 
trovasi  a  pag.  200,  essendo  stata  falsamente  attribuita  ai  Buonaccorsi. 

■ —  Rime. 

Nella  Raccolta  di  Rime  antiche  toscane,  Palermo,  Giuseppe  Assenzio,  1817,' 
in  4.°  pie.  Bella  edizione  impressa  in  buona  carta  e  in  caratteri  corsivi.  Le 
rime  del  Montemagno  furono  tolte  dall'  edizione  del  1817. 


(i)  In  un  codice  posseduto  un  tempo  dal  Poggiali,  e  che  fu  già  di  Piero 
del  Nero,  queste  orazioni  vengono  attribuite  allo  stesso  Porcari  e  non  già 
a  Buonaecorso  il    giovane. 


—  256  — 

—  Rme. 

Furono  pubblicate  da  Francesco  Trucchi  nella  sua  raccolta  Poesìe  inedite  di 
Dugento  Autori,  Prato,  Tip.  Aldina,  1846,  in  8.° 

Le  Rime  dei  Montemagno  sono  un  madrigale,  e  due  sonetti.  Di  questi  il 
secondo  che  comincia  «  Quando  salir  fuor  d'  oriente  suole  »  stato  attribuito 
dal  Casotti  a  Niccolò  Tinucci,  e  stampato  tra  le  rime  di  questo  poeta,  viene 
ora  dal  Trucchi  restituito  al  Montemagno  dietro  la  testimonianza  di  vari 
codici  vaticani  e  strozziani,  e  dei  codd.  1118  e  1154  riccardiani  e  7762  della 
Biblioteca  reale  di  Parigi,  i  quali  unanimemente  lo  attribuiscono  a  Buonac- 
corso  da  Montemagno,  ma  non  sappiamo  però  se  al  vecchio  o  al  giovane. 
Ma  il  madrigale  nel  Cod.  magliabechiano  571  della  classe  VII,  donde  lo  trasse 
il  Trucchi,  non  porta  nome  d'  autore,  onde  non  sappiamo  per  quali  ragioni 
egli  lo  attribuisse  al  nostro  poeta. 

—  Rime  inedite. 

In  molti  codici  fiorentini  si  hanno  rime  inedite  dei  due  Buonaccorso,  e  fra 
gli  altri  in  due  cod.  della  Palatina  segnati  CCXCVI  ;  e  CCXVIII  :  in  questi  due 
codici  sono  ben  distinte  queste  rime;  ma  in  altri  le  più  sono  confuse  e 
falsamente  attribuite  ad  altri  poeti.  Anche  tra  le  rime  a  stampa  del  Trissino 
se  ne  trovano  alcune  che  vanno  sotto  il  nome  del  Montemagno,  e  come  ta- 
li vengono  citate  anche  dalla  Crusca.  Per  le  notizie  biografiche  dei  due 
Bonaccorsi  da  Montemagno  possono  consultarsi  la  notizia  premessa  dal  Ca- 
sotti innanzi  alla  sua  edizione  del  1718,  il  Giornale  dei  Letterati  d' Italia, 
tom.  1,  pag.  181  ;  oltre  gli  storici  della  nostra  letteratura,  ec. 

Moiiài  Piccola. 

Raccolta  di  poche  rime  fatta  nel  Nord  da  N.  M.  Pittore 
di  Pistoia  nel  1819,  1820  e  1821.  S.  Pietroburgo,  stamp. 
di  A.  Pluchart,  1821,  in  8.° 

—  Poliantea.  Lucca,  Tip.    Bertini,  1829,  in  8.° 

Pag.  191.  Precede  un  curioso  dialogo  fra  Carlo  Fabroni  e  l'autore,  dove 
questi  fa  di  se  una  preziosa  confessione,  cioè  che  non  ha  tutti  i  suoi  giorni. 
Seguono  le  appresso  materie  :  Viaggio  del  Nord  ;  al  quale  fa  seguito  diverse 
lettere  in  materia  di  belle  arti  :  Brevi  considerazioni  sulla  salute,  sull'  onore 
e  sulla  virtù  :  Massime  per  ben  vivere  :  Raccolta  di  poche  rime  :  Queste  ul- 
time erano  state  per  la  maggior  parte  stampate  a  Pietroburgo  nel  1821. 

—  Della  Lode  e  del  Biasimo,  Discorso.  Prato,  Giachetto", 
1834,  in  8.0 

—  Il  Mio  Studio.  Firenze,  Ciardetti,  1833,  in  8.° 

È  un  catalogo  illustrato  di  pitture,  disegni,  e  altri  oggetti  d'  arte  che  si  con- 
servano nello  studio  dell'  autore. 


—  257  — 

—  Dell'arte  di  disegnare,  dipingere  e  modellare  dal  nudo, 
Breve  Trattato.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1838,  in  8.0 

—  Alcune  lettere  scritte  da  Niccola  Monti.  Monte-pulciano, 
1847,  in  12,0 

—  Eraclito  e  Democrito,  ossia  del  piangere  e  del  ridere. 
Cortona,  1850,  in  8.0 

Pag.  40.  Operetta  dedicata  alla  Contessa  Enrichetta  Passerini,  nata  Bartolomei. 
Niccola  Monti  andò  in  Polonia  nel  1818,  condottovi  dal  Conte  Paolo  Cieskowski 
a  dipingere  due  quadri  nella  cappella  delle  sue  terre  di  Surkcw,  che  furono 
ia  Conversione  di  S.  Paolo  e  Santa  Sofìa  :  dipinse  poi  anche  a  Varsavia  e  a 
Pietroburgo.  Tornò  in  Italia  nel  1822. 

Mi  piace  di  riportare  qui  il  giudizio  che  del  Monti  diede  l' ab.  Seb. 
Ciampi  che  lo  conobbe  molto  intimamente  e  che  dimorò  insieme  con  lui  mollo 
tempo  :  «  È  pittore  che  può  stare  tra  i  buoni  del  tempo  nostro,  ma  è  senza 
«  criterio,  e  alle  volte  assai  leggiero  di  mente.  Pretende  di  scrivere  da  pen- 
«  satore  ed  allora  comparisce  più  sciocco  non  solo  ne'suoi  concetti,  ma  nella 
«  negligenza  e  dirò  anche  ignoranza  della  lingua  ;  domanda  a  tutti  il  giu- 
«  dizio  loro  sulle  sue  pitture  quando  le  ha  finite,  e  se  lo  cerca  prima,  acco- 
«  glie  con  buona  grazia  le  critiche  ed  osservazioni  amichevoli,  e  lascia  star 
«  tutto  come  ha  fatto.  Venne  a  Varsavia  quando  io  era  là,-  e  lo  accolsi  in 
«  casa  mia,  ed  egli  scrisse  poi  nel  suo  viaggio  —  arrivato  a  Varsavia  presi 
«  alloggio  presso  il  prof.  Ciampi  —  quasi  io  fossi  un  locandiere  :  nello  stesso 
«  sciocco  libretto  deride  il  suo  benefattore  polacco  che  lo  condusse  là,  che 
«  diedegli  lavoro  e  gliene  procurò  ec.  » 

Monumenti  del  Giardino  Puccini.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1845, 
in  8.° 

Pag.  587  con  tavole  in  rame.  Vi  si  contengono  molti  scritti  ad  illustrazione  dei 
monumenti  di  quel  magnifico  giardino,  di  molti  pistoiesi,  tra  cui  il  Contrucci, 
il  Franchini,  ed  altri  che  noi  abbiamo  registrato  ai  rispettivi  luoghi:  e  molti 
altri  di  autori  non  pistoiesi,  fra  cui  Giordani,  Niccolini,  Gioberti,  Sismondi, 
Guerrazzi,  La  Farina,  Azeglio  ed  altri.  Vedasi  in  proposito  una  lettera  di 
Antonio  Peretti  stampata  nel  giornale  L'Educatore  storico  di  Torino,  anno  II, 
dispensa  6.a 

Morelli  Maddalena. 

In  lode  della  S.  M.  1  e  R.  A.  di  Maria  Teresa,  impera- 
trice, coronandosi  re  dei  Romani  l'Arciduca  Giuseppe,  Canto. 
Venezia,  Zatta,  1765,  in  4.° 

Si  compone  di  ottantaduc  stanze,  e  va  sotto  il  nome  arcadico  di  Corilla 
Olimpica. 

Capponi,  Bibliogr.  Pis(.  17 


—  258  — 

—  Il  Sig.  Conte  Alessio  Orlow  plenipotenziario  e  general 
comandante  in  capite  dell'armata  di  S.  M.  l'Imperatrice  di 
tutte  le  Russie  ne' mari  di  Levante  ec.  Senza  luogo  né 
anno,  in  4.° 

È  una  composizione  in  terza  rima,  col  pseudonimo  come  il  precedente.  Mad- 
dalena Morelli,  conosciuta  più  specialmente  sotto  il  nome  di  Corilla  Olimpica, 
fu  improvvisatrice  di  molta  fama,  ma  forse  ella  deve  la  sua  celebrità  alla  for- 
tuna più  che  al  proprio  talento.  Fu  coronata  in  Campidoglio  nel  1776,  e  morì 
nel  4800  in  età  di  circa  60  anni,  essendo  nata  nel  1740.  Vedansi  le  seguenti 
opere  :  Adunanza  tenuta  dagli  Arcadi  ec.  Roma,  1775.  —  Atti  della  solenne 
Coronazione  ec.  Parma,  stamp.  R.  1779  :  —  la  Biografia  del  Tipaldo,  tom.  VII, 
le  quali  opere  noi  registriamo  nella  seconda  parte  di  questa  bibliografia  ;  ed 
anco  la  Collezione  di  Vite  e  Ritratti.  Roma,  1821. 

Moretti  Vincenzo. 

«  Avvocato  in  Roma  dove  morì  di  40  anni,  lasciando  di  se  desiderio  per  la 
a  stima  che  ne  faceva  quell'arcicorte  ;  non  però  si  estinse  del  tutto  il  nome, 
«  se  troncò  la  morte  la  sua  carriera,  perchè  lasciò  sotto  fide  commesso  a*  suoi 
«  eredi  una  moltitudine  di  scritti  legali,  compilati  poi  dal  Dott.  Fabrizio  suo 
«  fratello,  e  oggi  posseduti  e  accresciuti  da  Matteo  del  detto  autore  nipote, 
«  nella  stessa  città  avvocato  e  ora  giudice  nella  Ruota  di  Siena.  Morì  nel 
«  1893  (Dondori.)  » 

Mesi  P.  Alessandro. 

Storia  della  Famiglia  Rospigliosi  di  Pistoia. 

Manoscritta,  ricordata  dal  P.  Zaccaria  nella  Bibliot.  Pistor. 

—  La  Sifilide,  poema  di  Girolamo  Fracastoro  trad.  in 
versi  italiani. 

h  tuttora  inedita,  e  si  conserva  manoscritta  nella  Forteguerriana,  cod.  au- 
tografo seg.  240.  La  traduzione  è  in  versi  sciolti,  col  testo  latino  a  fronte, 
ed  ha  innanzi  una  biografìa  del  Fracastoro. 

Muli  (De)  mula. 

Sonetto. 

Trovasi  tra  le  rime  di  M.  Cino  da  Pistoia,  edizione  di  Faustino  Tasso,  Ven. 
1589,  par.  II,  pag.  112  ;  ed  è  in  risposta  ad  altro  sonetto  dello  stesso  Cino. 

Carducci  P,  Pietro. 

Urbis  Pistoriensis  Monodiae  Funerales.  Ad  IUns.  et  Eceel- 


—  259  — 
lent.  Principis  D.   Francisci  Medices    Sandapilam.    Floren- 
tiae,  apud  Cosmum.  Iunctam  1614,  in  4° 

Pag.  60  num.  compreso  il  frontespizio.  Questa  raccolta  fu  fatta  per  le  cure 
del  P.  P.  Narducci  pistoiese  min.  Conventuale  in  occasione  dei  funerali  ce- 
lebrati nella  chiesa  di  S.  Francesco  per  la  morte  di  Don  Francesco  Medici 
avvenuta  nel  1614.  Le  composizioni  italiane,  latine  e  greche,  in  esso  con- 
tenute, appartengono  tutte  a  scrittori  pistoiesi  ;  e  noi  le  abbiamo  registrate 
a' suoi  luoghi  sotto  il  nome  dei  rispettivi  autori. 

Nerneci  Avv,  Gherardo. 

Cenno  istorico  intorno  al  miracolo  del  sudore  di  sangue 
operato  dalla  Sacra  Immagine  di  Gesù  Crocifisso  che  ve- 
nerasi nella  Chiesa  di  San  Piero  Ap.  del  Borgo  a  Bug- 
giano,  Pistoia,  Bracali,  1858,  in  16.° 

—  La  Critica  ed  il  Teatro  comico  italiano  moderno  in  re- 
lazione allo  stato  politico  attuale.  Firenze,  Tip.  Niccolai, 
1859,  in  8.o 

Parlò  con  lode  di  questo  scritto  il  giornale  V Istitutore  di  Torino,  a.  VII,  n.  26, 
giugno  1859. 

—  La  Cometa  nel  sogno  di  Bronte  Ciclope,  satira  politico- 
morale  allegorica  del  tempo  in  corso,  con  varie  note.  Pi- 
stoia, Tip.  Bracali,  1862,  in  16.° 

Pagg.  111.  Di  questo  lavoro  può  vedersi  ciò  che  ne  scrissero  La  Sentinella 
Brciciana.  a.  1863,  n.  40,  il  Borghini  di  Firenze,  a.  I  fascili,  P  Ateneo  Po- 
polare di  Napoli,  a.  Ili  n.  59  ed  altri  periodici. 

—  La  Pronunzia  della  Lingua  Greca  esposta  praticamente 
per  uso  degli  italiani  e  delle  scuole.  Firenze,  Le  Monnier, 
1862,  in  8.o 

—  Esopo  Frigio  cento  favole  scelte  con  note  italiane.  Prato, 
Tip.  Aldina,  1863,  in  16.° 

Pagg.  XI-99.  Fa  parie  di  una  Raccolta  di  autori  greci  per  uso  delle  scuole, 
di  cui  forma  il  voi.  I. 

—  Lo  stesso,  2.a  edizione  rifusa  e  accresciuta  nelle  note. 
Prato,  Alberghetti  e  Comp.  1872,  in  16.° 

Intorno  a  questo  notevole  lavoro  del  Sig.  Prof.  Nenicci  leggesi  un  erudito  ar- 
ticolo nella  Rivista  Europea,  anno  3.   fase.   IV. 


—  260  — 

—  Tavole  Sinottiche  dell'Arte  Oratoria.  Pistoia,  Tip.  Gino, 
1853,  in  fol.  mass. 

P;igg.  24.  Le  tavole  sono  in  numero  di  30.  Su  questo  lavoro  scrissero  vari 
giornali  con  molta  lode,  e  tra  gli  altri  il  Dorghini  di  Firenze,  a.  I,  1863;  e 
V Ateneo  Popolare  di  Napoli,  a.  Ili  1868. 

—  Dugento  fra  vocaboli  e  modi  della  Lingua  Toscana  par- 
lata. 

Trovansi  nel  Giornale  11  Borghini,  anno  I,  pag  286  e  seguenti,  e  pag.  3-47  e 
seguenti.  Questo  studio  fece  parte  in  seguito  dell'altro  lavoro  che  il  Sig.  Ne- 
rucci  pubblicò  in  appresso  col  titolo:  Saggio  di.  mìo  studio  sopra  i  parlari 
vernacoli  della  Toscana. 

—  Intorno  al  linguaggio  umano  ed  alle  principali  sue 
forme. 

Nel  Giornale  La  Gioventù,  a.  I,  voi.  I,  pag.  222  e  seg.  e  pag.  267  e  seg. 
Questo  scritto  diede  occasione  al  chiariss.  Gomm.  Raffaello  Lambruschini  di 
stendere  alcune  lettere  per  confutare  le  idee  in  questo  scritto  svolte  dal 
Sig.  Nerucci,  le  quali  furono  pubblicate  nello  stesso  giornale  anno  I,  voi.  I. 
pag.  349  e  seg.  Il  Nerucci  poi  vi  rispose  colla  lettera  seguente  : 

—  Intorno  al  linguaggio  umano,  lettera  di  replica  al  chiar. 
Comm.  Raffaello  Lambruschini. 

Questa  pure  vide  la  luce  nella  Gioventù,  anno  I,  voi.  II,  pag.  186,  e  se- 
guenti. 

—  L'uomo  alla  moda,  carattere  del  tempo  nostro,  schizzo 
eroicomico  ec.  Firenze,  Stamp.  delle  Logge  del  Grano,  1864, 
in  8.° 

Pag.  65.  Si  veda  di  questo  scritto  il  giudizio  che  ne  diede  VAteneo  Popolare 
di  Napoli,  anno  III,  1868,  n.  89. 

—  Letture  sopra  la  Scienza  del  Linguaggio  dette  nel  Re- 
gio Istituto  della  Gran  Brettagna  dal  Prof.  Max-Muller, 
tradotte  per  la  prima  volta  in  italiano  e  corredate  di  al- 
cune brevi  note  da  Gherardo  Nerucci.  l.a  Serie.  Milano, 
Daelli,  e  Comp.  1864.  in  8.0 

Pagg.  448.  La  proprietà  della  traduzione  italiana  di  questo  lavoro  essendo 
passata  nell'anno  seguente  dalla  ditta  libraria  Daelli  e  Comp.  in  quella  E.  Trc- 
ves  e  Comp.  se  ne  fece  da  questa  ultima  una  seconda  tiratura  sopra  la  com- 
posizione tipografica  stereotipata;  le  due  tirature  però  non  \  ariano  che  nella 
copertina;  essendo  nel  resto  in  tutto  eguali. 


-  g$4  — 

~~  Sa®ffi°  &  un0  studio  sopra  i  parlari  della  Toscana,  fatto 
da  Gherardo  Nerucci.  (Vernacolo  Montalese  Contado  del 
sottodialetto  di  Pistoia).  Milano,  Faini,  1865,  in  16.° 

Pagg.  XXIII-312.il  chiariss.  autore  aveva  già  dato  un'idea  di  questo  suo  lavo- 
ro nella  frazione  di  Firenze,  anno  IV,  n.  42  :  ne  pubblicò  poi  un  lungo  sag- 
gio il  Borghini  (anno  I,  pag.  288),  con  alquante  osservazioni  d'anonimo  a 
pag.  470.  In  questo  volume  noi  lo  troviamo  anche  più  allargato  del  primo 
disegno,  ed  arricchito  di  appendici,  contenenti  rispetti,  canti  popolari,  epi- 
grammi ec.  Di  questo  lavoro  scrissero  la  Gazzetta  d'Augusta  a.  1865:  la  Bi- 
visla  Baliana,  anno  IV  j  la  Civiltà  Italiana,  a.  I  :  la  Bivista  di  Filologiajài 
Torino  a.  I  ed  altri  periodici  che  per  brevità  lasciamo  di  nominare. 

—  Anacreonte  Teio,  le  Odi,  tradotte  in  versi  italiani,  con 
un'appendice  poetica.  Pistoia,  1867,  Tip.  Carducci,  Bongio- 
vanni  e  Corap.  in  8.° 

Pag.  96.  Questo  lavoro  ha  in  principio  una  notizia  bibliografica  sui  tradut- 
tori di  Anacreonte,  ed  in  fine  varie  poesie  originali  del  traduttore  Gherardo 
Nerucci.  Parlarono  con  lode  di  questo  libro  tra  gli  altri  periodici,  la  Nuova 
Antologia  di  Firenze,  voi.  VI,  fase.  12:  la  Pubblica  Istruzione  di  Venezia, 
anno  IV:  V Ateneo  Popolare  di  Napoli  anno  III.  Anche  nella  recentissima  opera 
di  Amedeo  Roux  —  Histoire  de  la  literalure  contemporaine  en  Italie  sous  le 
regime  unitaire  ec.  (Paris,  Charpentier,  1874)  a  pag.  137-159  si  parla  con  lode 
della  traduzione  di  Anacreonte  e  delle  poesie  originali  in  appendice,  e  spe- 
cialmente delle  intitolate  —  La  Brunettina  —  Desiderio  —  Romanza  —  Ri- 
membranza. 

—  Della  Lingua  Italiana,  Ragionamenti.  Venezia,  1868, 
in  8°  gr. 

Sono  estratti  dal  giornale  La  Pubblica  Istruzione  di  Venezia,  a.  1868.  Oltre 
la  Gazzetta  Biellese  dove  leggesi  un  interessante  articolo,  citò  con  lode  con 
questi  ragionamenti  il  Prof.  Alberto  Buscaino  Campo  nel  suo  opuscolo  «  Let- 
tere sulla  Lingua  Italiana  ». 

—  Fiabe  Montalesi.  1.  La  Zelinda  e  il  Mostro.  2.  La  Bella 
Giovanna.  3.  La  bella  Caterina  ossia  la  novella  dei  Gatti. 
4.  La  beli'  ostessina.  5.  Il  figliolo  del  pecoraio.  6.  Il  mago 
dalle  sette  teste. 

Videro  la  luce  dapprima  nel  giornale  La  Patria  di  Napoli  :  furono  poi  inse- 
rite nella  frovellaia  fiorentina  di  Vittorio  Imbriani ,  Napoli ,  Tip.  napole- 
tana, 1871. 

—  Nuove  letture  sopra  la  scienza  del  linguaggio  dette 
nel  R.  Istituto  della  Gran  Brettagna  dal  Prof.   Max  Mul- 


—  262  — 
ler,  traduzione  italiana  con  note  per  cura  di  Gherardo  Ne- 
rucci.  2  Serie.  Milano,  E.  Treves,  1870,  voi.  2  in  8.° 

Pag.  578-578.  Nel  volume  secondo  evvi  in  appendice  una  lettura  sopra  la 
stratificazione  del  linguaggio,  del  medesimo  Prof.  Max  Muller  tradotta  an- 
ch'essa dal  Prof.  Nerucci. 

—  Giuseppe  Giusti  e  la  sua  Satira,  discorso.  Firenze,  1873, 
in  8.o 

Pag.  ii  ed  una  in  fine  bianca.  Questo  discorso  fu  recitato  nella  solenne  di- 
stribuzione dei  premi  agli  alunni  del  Collegio  Cicognini  di  Prato  il  1875: 
comparve  poi  nella  Rivista  Europea,  fase,  di  Agosto  1875:  ma  in  questa  non 
vi  è  l'esordio  e  la  chiusa  adattati  alla  circostanza,  come  si  leggono  nei  po- 
chi esemplari  tirati  a  parte. 

—  Quattro  letture  d'introduzione  alla  scienza  delle  reli- 
gioni dette  dal  Prof.  Max  Muller  ec.  con  due  appendici 
tradotte  dall'inglese  da  Gherardo  Nerucci.  Firenze,  G.  C. 
Sansoni  Editore,  1874,  in  16.° 

Altri  scritti  del  Prof.  Gherardo  Nerucci,  che  noi  per  brevità  omettiamo  di 
ricordare  particolarmente,  quantunque  molti  non  privi  di  merito,  si  conten- 
gono nei  seguenti  giornali  politici  e  letterari:  La  Nazione;  il  Diritto;  la  Ri- 
forma; il  Borghini;  la  Gioventù;  la  Rivista  Italiana  di  Torino;  V Indicatore 
di  Firenze;  lo  Spettatore  Italiano  di  Firenze;  il  Carlo  Goldoni;  lo  Scara- 
muccia ;  il  Temporale  ;  pure  di  Firenze  ;  la  Stella  del  Popolo  di  Pistoia  ;  la 
Pubblica  Istruzione  di  Venezia;  la  Rivista  Italiana  di  Palermo;  l' Imparziale 
Fiorentino  ;  il  Bollettino  del  Comizio  Agrario  Pistoiese  ec. 

Mesi  Ab.  Lorenzo. 

Storia  fìsica  della  terra  compilata  sulle  tracce  della  Geo- 
grafìa fisica  di  Kant,  e  sulle  più  recenti  scoperte  ed  ul- 
time transazioni  politiche  d'Europa.  Milano,  1816,  per  Fer- 
dinando Baret,  tom.  1  :  —  e  Milano,  1817,  dalla  Tip.  Buc- 
cinelli,  tom.  2,  in  8.° 

Pag.  460-526,  con  una  carta  geografica. 

—  Metodo  pratico  per  insegnare  i  rudimenti  della  lingua 
italiana,  e  l'arte  di  applicarli  ai  più  usuali  componimenti, 
secondo  i  principi  metodici  di  Peitl  e  Cherubini.  Prato,  Tip. 
Alberghetti  e  Comp.  1830,  in  16.° 

—  Compendio  di  Storia   Ecclesiastica  da  Gesù  Cristo  fino 


—  263  — 
al  Concilio  di  Trento  per  servire  d1  avviamento  allo  studio 
della  religione  per  la  gioventù,  e  di  lettura  divota  per  ogni 
cattolico,  trad.   dal  francese  con  giunte  di  note  ed  appen- 
dice. Prato,  Tip.  Alberghetti  e  Comp.  1837.  in  12.° 

—  De' bassi  studi  considerati  come  preparatoci  alle  scienze, 
lettere  ed  arti,  secondo  il  piano  filosofico  pratico  delle  mo- 
derne scuole  austriache.  Livorno,  presso  il  gabinetto  let- 
terario, Tip.  Volpi,  1840,  in  8.° 

Pag.  500.  L'Ab.  Lorenzo  Nesi,  figlio  di  Pietro  di  Gio.  Matteo,  e  di  M.  An- 
giola d  Anselmo  Bianchi  nacque  in  Tobbiana,  contado  pistoiese,  il  16  apri- 
le 1787;  morì  parroco  di  Barberino  di  Mugello  nel  1849. 

IVesti  Tommaso. 

De  imputatione  alienarum  actionum,  disputatio  habita  in 
magno  pisanae  acad.  auditorio  VII.  Kal.  ianuar.  1779.  Lu- 
cae,  apud  Iosep.  Hocchi,  1780,  in  4.° 

È  preceduta  da  un  carme  latino  a  Giuseppe  Riccardi  patrizio  fiorentino. 
Mesti  Filippo. 

Sopra  alcune  ossa  fossili  di  rinoceronte,  lettera  al  Dott.  Gae- 
tano Savi,  Firenze,  1811,  in  4.° 

Pag.  24,  con  una  tavola. 
Molari  P.  Domenico. 

Rappresentazione  spirituale  della  gloriosa  V.  Maria  e  del 
suo  santissimo  figlio  Ch risto  Giesù  ec.  In  Pistoia,  1629,  ap- 
presso P.  A.  Fortunati,  in  8.° 

Pag.  78.  È  dedicato  ad  Andrea  Panciatichi,  con  lettera  alla  quale  fan  «seguito 
varie  rime  in  lode  di  Maria  V.  e  di  Gesù.  In  fine  sonovi  pure  alcune  laudi 
spirituali  da  cantarsi  ad  ogni  atto,  scritte  dallo  stesso  autore. 

\otarl   Simone. 

Del  comune  integumento,  della  sua  struttura  ed  ufficio, 
e  delle  sue  relazioni  con  gli  altri  organi  del  corpo  umano 


—  264  — 
tanto  in  istato  di  salute,   come  in  quello  di  malattia,  Me- 
moria. Pisa,  Pieraccini,  1834,  in  8.° 

Pag.  38.  È  diretta  al  Dott.  Filippo  Pacini  pistoiese. 

—  Delle  Membrane  in  generale,  osservazioni  anatomico-fisio- 
logiche. Pistoia,  Bracali,  1836,  in  8.° 

Pag.  5*3.  Sono  indirizzate  al  Dott.  Luigi  Dei-Punta. 

—  Delle  Acque  dei  Pozzi,  e  della  necessità  di  condurre  in 
Pistoia  T  acqua  di  fonte,  Memoria.  Pistoia,  Tip.  Cino,  ]844, 
in  8.o 

Questa   memoria  fu  letta  all'  Accad.    Pistoiese  nell'  adunanza  del  1   Settem- 
bre Ì$U. 

—  Due  Tempeste  in  Pistoia  e  nel  suo  territorio,  lettera  a 
Niccolò  Puccini.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1845,  in  8.° 

—  Parole  dette  nelle  esequie  del  Prof.  Cesare  Bartolini. 

Stanno  nella  raccolta  pubblicata  per  ia  morte  del  medesimo  Bartolini,    Pi- 
stoia, Tip.  Niccolai,  1872,  in  16." 

Notizie  storielle  dell'  Arciconfraternita  della  Morte,  alias 
delle  Sacre  Stimate  volgarmente  detta  della  Misericordia 
di  Pistoia.  Prato,  Giachetti,  1834,  in  8.° 

NutiJ'Dott.  *  A  ttof  Lorenzo, 

Della  lunga  calamitosa  infermità  e  della  recuperata  salute 
di  Pietro  Gallicani,  Relazione.  Pistoia,  Bracali,  1768,  in  4.° 

—  Prodromo  Fisico  Medico.  Pescia,  Soc.  Tip.  1780,  in  8.° 

—  Elogio  Funebre  alla  memoria  di  Leopoldo  II  Imp.  dei  Ro- 
mani, e  M.  Luisa  Regina  Vedova.  Pescia,  Natali,  1792,in  8.° 

Odaldi  Pietro. 

Lode  di  Pietro  Petrini.  Pistoia,  Manfredini,  1823,  in  fol. 

—  Ode  detta  nell1  adunanza  degli  Accademici  Tegei  di  Sie- 
na. Pistoia,  Tip.  Cino,  1844,  in  8.° 

Quest'  ode  ha  per  oggetto  il  Caino  del  celebre  Duprè. 

—  Poesie  e  prose  d1  argomento  sanese.  Siena.  1845,  in  8.° 

Furono  raccolte  dal  Dott.  Niccolò  Alessandrini. 


—  265  — 

—  Cenni  Storici  intorno  alla  istituzione  filodrammatica 
Cino,  Pistoia,  1845,  in  8.° 

—  Nella  recuperata  salute  l'autore  alla  patria,  Ode.  Pi- 
stoia, Tip.  Cino,  1847,  in  8.<> 

—  Rime. 

Un  Ode  a  Michelangiolo  nei  Monumenti  del  Giardino  Puccini  :  nella  raccolta 
per  la  festa  Centenaria  di  S.  Caterina  de' Ricci,  Prato  1846  megli  Alti  della 
festa  delle  spighe,  e  altrove. 

Paciiii  Filippo. 

Sopra  un  particolar  genere  di  piccoli  corpi  globulari  sco- 
perti nei  corpo  umano  ec.  Relazione  alla  Società  Medico-fi- 
sica di  Firenze. 

Trovasi  nel  Nuovo  Giornale  dei  Letterati  di  Pisa,  anno  1856,  fase,  di  Marzo 
e  Aprile,  e  fu  letta  a  quella  Società  nell' adunanza  del  22  Novembre  1835. 
L'illustre  autore  giudica  che  questi  Corpuscoli  sieno  organi  elettro-magne- 
tici, cioè  organi  elettrici  destinati  ai  fenomeni  del  magnetismo  animale  ;  e 
fu  indotto  a  crederli  tali  per  l'analogia  che  ha  la  loro  struttura  con  quella 
dell'-organo  elettrico  della  torpedine;  ed  anche  per  il  luogo  che  d'ordinario 
occupano  e  gin  maggior  quantità,  cioè  alle  mani  e  ai  piedi  in  rapporto  al 
sistema  nervoso-cerebro-spinale,  ed  all'epigastro  in  rapporto  al  centro  so- 
lare del  gran  simpatico,  e  alle  sue  diramazioni:  luoghi  ove  più  spesso  si 
producono  i  fenomeni  magnetici  di  chiaroveggenza.  Questa  scoperta  però  fu 
assai  contrastata,  fin  dal  suo  principio,  al  nostro  prof.  Pacini,  pretendendo 
alcuni  che  tali  corpuscoli  fossero  già  stati  scoperti  dai  medici  francesi  Andrai, 
Camus  e  Lacroix  nel  1853.  Camus  infatti  nel  1854  lesse  su  questo  stesso 
argomento  una  memoria  alla  Società  Anatomica  di  Parigi,  ma  egli  descrisse 
molto  grossolanamente  la  loro  forma  esteriore,  senza  neppur  provarsi  ad  esa- 
minarne la  particolare  struttura  ;  e  non  li  trovò  che  nelle  dita  delle  mani, 
e  nella  faccia  plantare  dei  piedi  ;  e  gli  credè  infine  una  cosa  sola  cogli  or- 
dinari gangli  nervosi.  Anche  Andrai  e  Lacroix  in  un  concorso  anatomico  ave- 
vano già  veduto  questi  corpuscoli,  ma  anch'essi  li  considerarono  come  gangli 
nervosi,  o  come  callosità  dovute  alle  pressioni  della  mano  e  dei  piedi,  o 
come  addensamenti  di  tessuto  cellulo-grassoso.  11  Pacini,  come  abbiam  detto, 
li  considerò  invece  come  organi  affatto  nuovi,  cioè  diversi  da  qualunque 
altro  organo  conosciuto  per  la  straordinarietà  e  singolarità  della  loro  strut- 
tura, e  per  la  loro  singolare  connessione  al  sistema  nervoso.  Molti  illustri 
anatomici,  italiani  e  stranieri,  hanno  scritto,  quali  in  favore,  quali  contro, 
sulla  scoperta  dovuta  al  Prof.  Pacini,  sia  circa  la  priorità  dell'inventore, 
sia  intorno  alle  funzioni  che  esercitano  nel  corpo  umano  tali  nuovi  organi  : 
di  tali  scritti  daremo  un'esatta  analisi  nella  seconda  parte  di  questo  lavoro. 


—  206  — 

-  Nuovi  organi  scoperti  nel  corpo  umano  da  Filippo  Pa- 
tini. Pistoia,  Tip.  Cino,  1840,  in  8.° 

Pag.  58.  con  tre  tavole  che  comprendono  diverse  figure  dimostranti,  in  con- 
formità della  descrizione,  la  interna  struttura  di  questi  organi  nel  corpo  umano, 
ed  il  funicolo  per  il  quale  sono  commessi  ai  rami  nervosi.  In  questo  secondo 
lavoro  l'illustre  autore  ha  definitivamente  dimostrato  che  questi  organi  ap- 
partengono ai  due  sistemi  dei  nervi,  cioè  al  sistema  cerebro-spinale  nelle 
mani  e  nei  piedi,  ed  al  sistema  simpatico  nel  plesso  epigastrico  o  solare:  e 
li  giudica  organi  elettrici  di  una  specie  particolare,  e  destinati  ai  fenomeni 
dei  magnetismo  animale.  Questa  memoria  è  divisa  in  tre  parti  :  la  prima  è 
storica,  la  seconda  anatomica  e  fisiologica  ;  la  terza  è  pratica  ed  espositiva 
dei  metodi  di  ricerca  tenuti  dall'autore. 

—  Nuove  ricerche  microscopiche  sulla  tessitura  intima 
della  retina  dell'uomo,  nei  vertebrati  ne'  cefalopedi,  e  negli 
insetti,  precedute  da  alcune  riflessioni  sugli  elementi  mor- 
fologici globulari  del  sistema  nervoso.  Bologna,  1845 > 
in   8.° 

Estratte  dagli  Annali  delle  Scienze  Naturali  di  Bologna,  Luglio  e  Agosto  1843. 

—  Sopra  un  nuovo  meccanismo  di  microscopio  specialmente 
destinato  alle  ricerche  anatomiche  e  fisiologiche.  Bologna, 
1845,  in  8.0 

È  tiratura  a  parte  dai  Nuovi  Annali  delle  Scienze  Mediche  di  Bologna,  no- 
vembre 1845. 

—  Sui  pretesi  corpuscoli  tubercolari  trovasi  da  Gruby 
negli  sputi  decisici.  Milano,  1846,  in  8.° 

Estratta  dagli  Annali  Universali  di  Medicina  di  Milano,  anno  1846,  Ag.  e  Set- 
tembre. Questa  memoria  è  riprodotta  quasi  per  intiero  negli  Archives  gene- 
rale* de  Medicin  di  Parigi*  agosto,  1847.  > 

---  Sopra  l'organo  elettrico  del  Siluro  elettrico  del  Nilo, 
comparato  con  quello  della  torpedine  e  del  Gimnoto  ec. 
Memoria.  Bologna,  1846,  in  8.° 

Fu  stampato  dapprima  nei  Nuovi  Annali  delle  Scienze  Naturali  di  Bologna, 
Luglio  1846.  Questa  memoria  era  stata  letta  all'Accademia  delle  Scienze  del- 
Plstituto  di  Bologna  nell'adunanza  del  26  Marzo  dell'anno  stesso. 

—  Sulla  meccanica  dei  muscoli  intercostali  ec,  memoria. 
Pisa,  1847,  in  8.0 

Estratto  dal  Cimento,  di  Pisa,  uov.  e  dee.  1846,  e  genn.  e  febb.  1847.  Il 
Prof.  Pacini  aveva  fin  dal  1843  letta  una  sua  memoria  su  questo  argomento 


—  267  — 
in  una  privata  Società  medica  di  Pisa  ;  ma  poco  appresso  il  Dott.  Marcacci 
di  Pisa,  che  ne  aveva  già  intesa  la  lettura  in  quella  Società,  di  cui  erase  - 
gretario,  die  alle  stampe  un  suo  scritto  intitolato  Sul  Meccanismo  dei  moti 
del  petto,  osservazioni  (Nelle  Miscellanee  mcdico-chirurgiche-farmaceutiche  di 
Pisa,  a.  18-43,  pag.  165,  e  Lucca,  1844,  2.  edizione).  Qualche  anno  appresso, 
cioè  nel  1847,  il  Pacini  pubblicò  la  sua  memoria  ;  questa  però  provocò  altro 
scritto  del  Dott.  Marcacci.  (Breve  risposta  alla  memoria  del  Dott.  Filippo  Pa- 
tini sulla  Meccanica  ec.  Firenze,  1847)  al  quale  il  Pacini  replicò  col  se- 
guente scritto  : 

—  Alla  breve  risposta  del  Dott.  A.  Marcacci  prima  ed  ul- 
tima risposta  del  Dott.  Filippo  Pacini.  Eirenze,  in  8.°  1847, 

Pubblicata  dapprima  nella  Gazzetta  Toscana  delle  Scienze  Medico-Fisiche,  18 
Maggio,  e  4  Giugno  1847. 

—  Cosa  è  ed  a  che  è  buona  V  anatonomia  microscopica  del 
corpo  umano,  quistione  vivamente  agitata  in  Toscana,  ora 
un  poco  dilucidata  da  Filippo  Pacini.  Firenze,  alle  Logge 
del  Grano,  1847,  in  8.» 

Pag.  24.  È  una  tiratura  a  parte  dal  n.°  13  anno  V.  1847  della  Gazzetta  7V>- 
scana  delle  Scienze  Mediche  di  Firenze.  Contro  le  teorie  dell'  autore  scrisse 
un  suo  articolo  il  Dott.  Gaetano  Puccianti  di  Pisa  che  pubblicò  nella  sud- 
detta Gazzetta  Toscana,  novembre  1847,  e  che  stampo  anche  a  parte,  Firen- 
ze, 1848.  Alle  obiezioni  contenute  in  questo  scritto  rispose  ampiamente  il 
Prof.  Pacini  con  un  articolo  inserito  a  pag.  63  del  seguente  Opuscolo. 

—  Memorie  in  propria  difesa  di  Filippo  Pacini.  Firenze, 
Stamp.  alle  Logge  del  Grano,  1847-48,  in  8.° 

Pag.  137.  Vi  si  contengono  le  seguenti  memorie  estratte  dalla  citata  Gaz- 
zetta Toscana  degli  anni  1847-48.  1.  La  mia  scoperta  de'  nuovi  organi  (Cor- 
puscoli di  Pacini)  difesa  contro  il  Dott.  Giuseppe  Ciantelli.  2.  Appendice  di 
notizie  bibliograiiche  circa  a'  nuovi  organi.  3.  Altra  difesa  di  Filippo  Pacini 
contro  il  Dott.  Gaetano  Puccianti  di  Pisa.  b*.  Appendice  sui  lavori  di  anato- 
mia microscopica  di  Felice  Fontana. 

—  Osservazioni  Microscopiche  e  deduzioni  patologiche  sul 
cholera  asiatico,  Memoria.  Firenze,  Bencini,  1854,  in  8.° 

Pag.  30.  Estratta  dalla  snddetta  Gazzetta  Toscana  delle  Scienze  Mediche, 
anno  1854,  pag.  397  e  403. 

Pacioni  Pietro. 

De  locatione.  Romae,  typis  et  sumptibus  Nic.  Ang,  Tinassii, 
1677,  in  fol.  (e  in  fine  1678.) 


—  2GS  — 
Pagg.  830,  e  carte  18  in  principio,  compreso  il  frontespizio,  ed  una  infine 
non  numerate.  Questo  stimato  trattato  giuridico  fu  ristampato  in  Genova,  4685: 
in  Venezia,  4775;  in  Firenze,  1840,  sempre  in  fol.  L'edizione  originale    fu 
dedicata  dall'  autore  al  Pontefice  Innocenzo  XI. 

—  Consultationes  Iuris  super  secretariorum  apostolicorum 
siippressione  ec. 

Stanno  nel  trattato  De  Officiis  del  Card.  De  Luca,  Romae,  1682,  in  fol.  Una 
ha  questo  titolo  :  Super  secretariorum  apostolicorum  suppressione  ;  V  altra  De 
privilegiis  fìsci. 

—  Selectae  allegationes  eiviles  et  canonicae  qnamplurimis 
S.  U.  Romae  decisionibus  iustructae  et  ornatae.  Coloniae 
Allobrogum,  1700,  sumptibus  Cramer  et  Perachon,  in  fol. 

Pagg.  522,  più  carte  10  in  principio  non  numerate  compreso  frontespizio  e 
antiporta.  Opera  postuma  è  questa,  che  fu  pubblicata  per  cura  di  Giuliano 
Pacioni,  distinto  avvocato  egli  pure,  e  fratello  dell'  autore,  e  da  lui  dedicata 
a  Cosimo  III  Granduca  di  Toscana. 

Pacioni  Giuliano. 

Lettere  latine. 

Si  trovano  nell'  opera  di  Atanasio  Farinati-Uberti  intitolata  Notìzie  della  terra 
di  Cutiglianv,  Lucca,  1759,  in  8.  Queste  lettere  dal  P.  Zaccaria  nella  sua 
Bibliot.  Pistor.  furono  per  errore  attribuite  a  Pietro  Pacioni.  Questi  due  ce- 
lebri giureconsulti  appartengono  entrambi  alla  terra  di  Cutigliano  nella  mon- 
tagna pistoiese  ,-  e  di  loro  si  hanno  assai  particolareggiate  notizie  nella  già 
ricordata  opera  del  Farinati-Uberti  Notizie  della  terra  di  Cutigliano. 

Pacioni  Francesco. 

Il  sole  di  Santità  ottave  sopra  la  vita  di  S.  Gio.  Batta. 

—  V  Ambasciatore  celeste,  ovvero  il  S.  Gabriele,  ottave. 

—  Pastorale  di  S.  Gregorio  Magno,  tradotta  in  italiano. 

Queste  diverse  opere  del  Pacioni,  che  fu  anch'  egli  di  Cutigliano,  e  piova- 
no    di  quella  terra,  sono  ricordate  dal  P.  Zaccaria  nella  Bibliot.  Pistor. 

Pagnini  P.  Giuseppe  Maria. 

Le  Odi  di  Anacreonte  tradotte  in  italiano  ec.  Venezia,  Fen- 
zo,  1766,  in  8.o 

Vanno  sotto  il  pseudonimo  di  Pistogene  Eleuterio.  Si  ristamparono  poi  tv 
Parma,  nella  stamperia  reale,  1793,  in  &°  e  in  8°. 


—  269  — 

—  Oratio  babita  in  R.  Parmensi  Archyginnasio  in  solenni 
studiorum  instauratone  ec.  anno  1768.  Parmae,  ex  typogr. 
regia,  1768,  in  8.° 

—  Poesie  buccolicbe  italiane,  latine  e  greche.  Parma,  stam- 
peria reale,  1780,  in  8.° 

Pagg.  \Ui.  Sono  pubblicate  col  pseudonimo  di  Eritisco  Pilencio  pastor  arcade. 

—  Epigrammi  volgarizzati  dal  Greco  libri  III.  Parma,  dalla 
stamp.  Reale,  1800,  in  16.° 

Pagg.  179,  più  carte  7  in  principio  non  numerate. 

—  Teocrito,  Mosco,  Bione,  Simonia  greco  latini  con  la  Buc- 
colica di  Virgilio  volgarizzati  e  annotati  da  Eritisco  Pi- 
leneio,  cnl  testo  greco  a  fronte.  Parma,  Bodoni,  1780,  in  4. 
voi.  2. 

—  Pe  solenni  funerali  di  S.  E.  Iacopo  Sanvitale  Orazio- 
ne ec.  Parma,  Stamp.  Reale*  senz1  anno  (ma  1780),  in  4.° 

Pagg.  81  con  due  tavole  in  rame,  una  in  principio  contenente  1'  arme  San- 
vitale, 1'  altra  in  fine  col  disegno  del  Catafalco  innalzato  in  occasione  dei 
funerali.  All'  orazione  fa  seguito  la  relazione  dei  funerali  medesimi,  che  fu- 
rono celebrati  in  Parma  il  10  Giugno  1780. 

—  Poemetto  di  Catullo  sul  maritaggio  di  Peleo  e  Teti 
volgarizzato  ec.  Parma,  Carmignani,  1783,  in  8.° 

Col  pseudonimo  di  Eritisco  Pileneio.  Fu  pubblicata  questa  traduzione  per  le 
nozze  del  Conte  Andrea  Simonetta  colla  Marchesa  Guerrieri  di  Mombello. 

—  Il  Formione  di  Terenzio  latino-italiano.  Parma,  stamp. 
Reale,  1783,  in  8.0 

—  Tbeoria  rectarum  parallelarum  ab  omni  scrupolo  vindi- 
cata.  Parmae,  1783,  in  8.° 

—  Epistola  ad  Hieronymum  Saladinum,  qua  epistola  con- 
tinentur  castigationes  ac  supplementa  libelli  Parmae  anno 
1783  editi  cui  titulus  Theoria  Rectar.  parallellarum  ec. 
Parmae,  1794,  in  8.° 

—  De  principio  superpositionis  geometrice  non  necessario. 
Parmae,  1774,  in  8.° 

Fu  stampato  dapprima  nel  tomo  XIV  degli  Opuscoli  Scientifici  e  Letterari  <W 
Firenze. 


-  270  — 

—  Volgarizzamento  della  Elegia  di  Callimaco,  La  Chioma 
di  Berenice,  secondo  la  versione  fatta  da  Catullo  ec.  senza 
luogo  e  anno  (ma  Parma,  1785)  in  4° 

Pag.  12  compreso  1'  antiporta,  e  1'  ultima  bianca  e  non  ha  frontespizio.  È 
dedicata  con  un  sonetto  alla  Contessa  Luisa  Sanvitale  nata  Gonzaga. 

—  Il  Cristo,  tragedia  di  Coriolano  Martirano  Vescovo  di 
Cosenza,  trasportata  in  versi  toscani.  Parma,  stamp.  Reale, 
senz'  anno  (ma  1786),  in  8.° 

Questo  volgarizzamento  fu  posto  da  alcuni,  tra  i  quali  anche  dal  Ciampi,  tra 
le  opere  del  nostro  Pagnini,  siccome  intiero  suo  lavoro,  mentre  il  Pagnini 
tradusse  solo  quella  parte  della  tragedia  in  cui  si  coutiene  la  narrazione 
della  morte  di  Cristo.  Della  rimanente  traduzione  è  autore  in  buona  parte 
il  conte  Aurelio  Bernieri  che  era  presidente  dell'  università  di  Parma,  meno 
la  versione  dei  tre  casi,  e  del  giudizio  di  Pilato,  che  sono  di  Angelo  Mazza. 
Doveva  fare  il  prologo  il  P.  Paciaudi  bibliotecario  della  Parmense  a  nome  de- 
gli scolari  che  si  apprestavano  a  recitare  detta  tragedia  ;  ma  essendo  egli 
morto,  si  commise  di  scriverlo  al  P.  Jreneo  Affo  suo  successore. 

—  Orazione  funebre  in  morte  di  Carlo  III  Monarca  delle 
Spagne,  tradotta  dallo  spagnuolo  nell'idioma  italiano.  Senza 
luogo  e  anno  (ma  Parma,  stamp.  reale,  1789)  in  8.° 

Pagg.  53  non  compreso  il  frontespizio.  In  un  esemplare  esistente  nella  For- 
teguerriana  trovo  scritto  di  mano  del  Pagnini  che  questo  lavoro  fu  stam- 
pato senza  saputa  sua. 

—  Bauci  e  Filomene  componimento  drammatico. 

Sta  nelP  opera  Feste  d'  Apollo  celebrate  sul  teatro  di  Corte  nell'  Agosto  1709 
per  le  nozze  tra  V  infante  Don  Ferdinando  e  la  Arciduchessa  infanta  Maria 
Amalia.  Parma,  stamp.  Reale.  1789,  in  &.° 

—  Le  quattro  stagioni  Egloghe  di  Alessandro  Pope  dal 
verso  inglese  trasportate  nelP  italiano  ec.  Pistoia,  Bracali, 
1791,  in  4.o 

Pag.  16.  Col  pseudonimo  di  Eritisco  Pileneio. 

—  Volgarizzamento  dell'  inno  a  Cerere  attribuito  ad  Ome- 
ro. Pistoia,  Bracali,  1791,  in  4.° 

Pagg.  32.  Si  pubblicò  per  cura  di  Filippo  Sozzifanti  pistoiese  in  occasione 
delle  nozze  Bracciolini-Conversini.  L' editore  premise  al  volgarizzamento 
un  suo  endecasillabo  che  indirizzò  alla  madre  della  sposa. 

—  Dinarba,  novella  morale  portata  dall'  inglese  in  lingua 
italiana.  Pistoia,  Bracali,  1791,  in  8.° 


-  271   - 

Pagg.  IV-175.  Cornelia  Knigt  è  l'autrice  di  questa  novella,  pubblicata  la 
prima  volta  nel  1799. 

—  Callimaco  greco-italiano.  Parma,  Stamperia  Reale,  1792, 
in  foglio. 

Magnifica  edizione  pubblicata  per  le  nozze  della  Principessa  di  Parma  Ca- 
rolina Teresa  di  Borbone  con  il  Principe  Massimiliano  di  Sassonia.  Il  Bodoni 
oltre  questa  edizione  in  foglio,  in  caratteri  comuni,  ne  pubblicò  un'  altra 
pure  in  foglio,  in  caratteri  unciali,  ed  una  terza  in  formato  di  i°  in  carat- 
teri minuscoli.  La  dedicatoria  in  versi  sciolti,  sebbene  fatta  a  nome  del  Bo- 
doni, sappiamo  che  non  è  del  nostro  Pagnini,  ma  del  conte  Gastone  Rez- 
zonico. 

—  Manuale  di  Epitetto  volgarizzato.  Parma,  nel  Regal 
Palazzo,  co'  tipi  Bodoniani,  1793,  in  8.° 

Sotto  il  pseudomino  di  Eritisco  Pileneio.  Il  greco  è  impresso  separatamente 
dal  latino  e  con  numerazione  speciale  per  ciascuno,  e  forma  come  due  to- 
mi, sebbene  si  debbano  rtguardare  come  formanti  un  solo  volume. 

—  Cebete  Tebano  la  Tavola  traduzione  del  P.  G.  M.  Pa- 
gnini. Parma,  stamp.  Reale,  1793,  in  8.° 

—  Le  Poesie  di  Anacreonte,  di  Saffo  e  di  Erinna  dal  greco 
trasportate  in  rime  toscane.  Lucca,  Marescandoli,  1794,  in  12° 

Col  pseudomino  di  Eritisco  Pileneio.  Sono  dedicate  alla  distinta  poetessa  Te- 
resa Bandettini. 

—  Lettera  ad  un  amico  sopra  una  serie  infinita  di  giuo- 
chi spettanti  alla  dottrina  delle  combinazioni  e  delle  per- 
mutazioni. Parma,  1794,  in  8.° 

Trovasi  pure  nel  Giornale  Pi$ano,  tomo  XII.  n.°  32,  pag.  1811. 

—  De  Imitatione  Oboisti,  Parmae,  1794,  in  foglio. 

La  lettera  latina  a  nome  del  tipografo  Bodoni  è  lavoro  del  nostro  Pagnini. 

—  Alzira  ovvero  gli  Americani  tragedia  di  Voltaire  tra- 
dotta in  italiano.  Parma,  1797,  in  8.° 

—  Esiodo  Ascreo  trasportato  in  versi  italiani.  Parma,  dalla 
R.  Tipografia,  1797,  in  4.° 

Pagg.  104.  Questa  traduzione  va  comunemente  unita  alla  versione  latina  del- 
l' Ab.  Zamagna  ;  ma  quella  del  Pagnini  trovasi  anche  separatamente. 

—  Epistola  di  Publio    Terenzio   Comico  alla  nobilissima  e 


—  272  — 
valorosissima  Signora  Contessa  Rossare  della  Somaglia  ec. 
Senza  luogo  e  anno  (Parma,  Stamp.  Reale,  1798)  in  8.° 

—  Compendio  di  una  Memoria  sopra  la  serie  de'  triangoli 
rettangoli  numerici.  Senza  luogo  e  anno,  in  8.° 

Pag.  13  con  una  tavola.  È  estratto  dagli  Opuscoli  Scientifici  e  Letterari  di 
Firenze,  tomo  HI. 

—  Ode  di  Alessandro  Pope  in  onore  di  S.  Cecilia  tradu- 
zione del  P.  Giuseppe  M.  Pagnini. 

Nel  tomo  VI.  degli  Opuscoli  Scientifici  e  Letterari  di  sopra  ricordati.  Nella 
medesima  raccolta  (voi.  VI.)  trovasi  pure  del  nostro  Pagnini  la  traduzione 
della  Satira  I.  del  libro  primo  d'Orazio;  e  di  alcune  poesie  di  Catullo. 

—  Epigrammi  Morali.  Parma.  Stamp.  Reale,  1799,  in  16.° 

—  Epitalamio  di  Catullo  «  Vesper  Adest  ec.  »  tradotto  in 
versi  italiani. 

Nella  raccolta  di  rime  per  le  nozze  Nencini-Pandolfini,  Pistoia,  1802,  in  4° 

—  Epitalamio  di  Catullo  «  Vesper  Adest  ec.  »  tradotto  in 
versi  italiani  ec. 

Nella  raccolta  per  le  nozze  Bracciolini-Sozzifanti.  Pistoia  1807,  in  4.°  Que- 
sta versione  è  diversa  dalla  precedente. 

—  Nuova  dimostrazione  delle  proposizioni  quinta  e  sesta 
di  Euclide  secondo  il  metodo  dello  stesso  Euclide  pubblio. 
dal  Prof.  Pagnini.  Pisa,  1813,  in  8.° 

—  Le  Satire  e  le  epistole  di  Q.  Orazio  Fiacco  tradotte  in 
versi  italiani.  Pisa,  Prosperi,  1813,  in  8.° 

^dizione  postuma,  assistita  dal  Chiarissimo  Prof.  Sebastiano  Ciampi,  che  la 
corredò  di  una  notizia  biografica  del  traduttore.  Altre  rime  del  Prof.  Pa- 
gnini stampate  per  la  maggior  parte  dal  Bodoni,  si  hanno  in  fogli  volanti, 
scritte  in  varie  occasioni,  e  sono  piuttosto  rare.  Anche  in  alcune  raccolte 
trovansi  rime  dello  stesso  autore  e  specirlmente  nelle  seguenti  e  con  que- 
sti titoli  :  Nigella,  Canzonella,  nelia  composizione  drammatica  intitolata  «  Le 
Pastorelle  d'  Arcadia,  festa  campestre  nelle  Nozze  di  Ferdinando  di  Borbone 
con  V  Arciduchessa  Maria  Amalia.  Parma,  1769,  in  4.°  —  :  Egloga,  conver- 
sione latina  nella  raccolta  col  titolo  :  Adunanza  di  canto  tenuta  dagli  Arcadi  ec. 
Parma,  Stamp.  Reale,  1774,  in  4..°  —  :  Distico  ebraico  greco  latino  italiano 
nella  raccolta  Applausi  poetici  per  V  ingresso  alla  carica  di  Gonfaloniere  ec. 
Parma,  1777,  in  &° 


-  273  — 
ìl  P.  Giuseppe  Maria  Pagami,  al  secolo  Luca  Antonio  Pagnini,  fu  grecista  di 
fama  più  che  italiana.  Nato  in  Pistoia  V  anno  1737,  vesti  l'abito  dei  Carme- 
litani nel  Convento  di  quell'ordine  in  Firenze  l'anno  171J3  :  fu  successivamente 
professore  di  lettere  greche  nella  II.  Accademia  di  Parma,  di  lingua  greca, 
e  poi  di  lettere  italiane  nella  Pisana  Università,  dove  ebbe  pure  il  grado  di 
decano  nella  facoltà  delle  Lettere.  Soppressi  gli  ordini  monastici,  depose 
1'  abito,  vivendo  privatamente  da  sacerdote  secolare,  dopoché  fu  pure  inve- 
stito di  un  canonicato  nella  cattedrale  della  sua  patria.  Morì  nel  1814.  Ve- 
dasene la  vita  premessa  da  Sebastiano  Ciampi  al  volgarizzamento  delle  Epi- 
stole di  Orazio  (Pisa,  1814)  :  e  la  biografia  scritta  da  Giuseppe  Arcangeli, 
pubblicata  dal  Tipaldo,  tomo  7. 

PsftgzsìssS   Cesare. 

—  Trattato  cT  Aritmetica  teorico-pratica,  corredato  di  una 
scelta  d'  esercizi  di  calcolo  e  d'un  grau  numero  di  proble- 
mi colla  rispettiva  risposta,  contenente  le  teorie  delle  ra- 
dici quadrate  e  cubiche,  delle  progressioni  e  de'  logaritmi 
ec.  Pistoia,  Bracali,  1861,  in  16.° 

Di  questo  pregevole  trattato  si  hanno  fin  qui  sette  edizioni,  l'ultima  delle 
quali  in  Firenze,  Paggi  1874. 

■ —  Geometria  pratica  contenente  la  soluzione  dei  più  im- 
portanti problemi  relativi  al  disegno  lineare,  lo  sviluppo  dei 
poliedri,  con  figure.  Pistoia,  1861,  in  16.° 

Fu  ristampato  in  Firenze,  1864  ;  e    in  Milano  1874,  in  16.° 

—  Primi  Elementi  di  Disegno  Lineare  e  di  Geometria  pra- 
tica. Pistoia,  1864,  in  16.° 

Pag.  14  di  tosto,  e  24  tavole  litografiche.  Agli  elementi  del  disegno  fan  se- 
guito un  ristretto  di  geometria  pratica  che  si  riduce  ad  una  raccolta  di  tutte 
le  definizioni  che  s'incontrano  in  geometria,  e  termina  con  alcune  regole 
pratiche  per  la  misura  della  superficc  e  dei  volumi.  Fu  ristampato  in  To- 
rino, 1872. 

—  Elementi  d' Algebra  per  le  Scuole  tecniche  ec.  Mila- 
no, 1873,  in  16.o 

—  Compendio  di  Aritmetica  per  le  Scuole  Elementari  pri- 
marie, corredato  di  esercizi  di  calcolo  e  di  oltre  200  prò- 
plemi  ec.  Pistoia,  Tipogr.  Rossetti,  1864,  in  16.° 

Libro  scritto  con  semplicità  e  chiarezza    e  che  mostra  nel  suo  autore    una 
Capponi,  Bibliogr.  Pisi.  18 


—  274  — 
gran    conoscenza  della    materia  e  più  delle  dottrine   pedagogiche.  Questa  è 
la  prima  edizione.  È  attualmente  sotto  i  torchi  la  12. a 

—  Raccolta  di  Problemi  colle  rispettive  risposte  sopra  ogni 
regola  dell'  Aritmetica.  Pistoia,  Società  tipografica,  1867, 
in  16.° 

—  Trattato  di  Geometria  teorico-pratica  per  le  scuole  te- 
cniche normali  e  magistrali  corredato  di  molte  applicazioni 
e  di  problemi  ec.   Pistoia,  1868,  in  16.° 

Il  libro  è  diviso  in  due  parti  planimetria  e  stereometria,  e  ciascuna  parte 
è  divisa  in  teorie  o  lezioni.  Sovente  vi  è  interposta  la  soluzione  di  pro- 
blemi grafici  e  numerici,  e  ad  ogni  capo  v'  ha  buon  numero  di  scelti  e  gra- 
duati quesiti  di  cui  l'alunno  deve  da  se  solo  cercare  la  soluzione  nella  teorica 
che  precede.  La  seconda  edizione,  Milano,  1872,  molto  si  avvantaggia  sulla 
prima,  perchè  migliorata,  e  in  certe  parti  quasi  rifatta  dietro  l'esperienza  che 
ne  fece  l'autore  medesimo,  e  dietro  le  osservazioni  e  i  consigli  di  molti  in- 
segnanti. 

—  Trattato  elementare  di  Algebra  per  le  scuole  secondarie 
classiche  e  tecniche  a  forma  dei  programmi  governativi, 
corredato  di  molti  esercizi  di  calcolo  e  problemi  ec.  Mila- 
no, 1870,  in  I6.0 

Ristampato  in  Milano,  1875,  seconda  edizione. 

—  Primi  Elementi  di  Aritmetica  pratica  secondo  il  pro- 
gramma governativo  per  le  scuole  elementari  inferiori.  Pi- 
stoia, 1873,  in  18.o 

—  Corso  di  Disegno  Lineare  proposto  alle  alunne  delle 
scuole  normali  e  degl'  educatori  femminili.  Torino,  1873. 

—  Problemi  di  Aritmetica  pura  e  applicata,  proposti  agli 
alunni  dei  Licei  e  degli  Istituti  industriali  e  professionali  ec. 
Torino,  1874,  in  16.° 

Il  Compendio  d'  Aritmetica,  il  Trattato  d'Aritmetica  teorico-pratica,  il  Trattato 
d'  Algebra,  e  il  Trattato  di  Geometria  teorico-pratica  formano  un  corso  com- 
pleto di  Matematiche,  condotto  con  vera  maestria.  Anche  la  forma  lettera- 
ria e  assai  commendevole,  cosa  non  tanto  comune  in  opere  di  simil  genere. 
Per  tali  pregi  meritarono  1'  unico  premio  in  Medaglia  d'  argento  al  V.  Con- 
gresso Pedagogico  tenuto  in  Venezia  nel  1872. 

Pagnozzi  P.  Frane.  Maria. 

Maria   trionfante  con    la  pompa  di  una  triplicata  corona  di 


—  275  — 
stelle    ec.    In    Pistoia,    1650,  per    Pier  Antonio  Fortunati, 
in  4.° 

Pagg.  820,  più  carte  21  in  principio,  ed  una  in  line  senza  numerare,  con 
molti  rami. 

Pagnozzi  Giuseppe  II. 

—  Geografia  moderna  universale,  ovvero  descrizione  fisica, 
statistica,  topografica  di  tutti  i  paesi  conosciuti  della  terra. 
Firenze,  1821-1827,  voi.  15,  in  8.o 

Il  primo  volume  fu  stampato  dal  Pezzati,  gli  altri  dal  Batelli  :  ma  gli  ultimi 
sette,  morto  l'autore  nel  1825,  furono  pubblicati  da  Stefano  Ticozzi  e  dal 
Dott.  Francesco  Soldato.  A  que'  giorni  si  disse  la  prima  opera  originale 
che  fosse  pubblicata  in  Italia  in  questo  genere.  Contiene  notizie  molto 
particolari  sopra  qualunque  regno  e  città  ;  vi  si  discorre  ampiamente  del- 
l'industria,  del  commercio,  delle  proprietà  del  suolo,  dei  vegetali,  dei  mi- 
nerali, degli  animali,  della  popolazione,  della  civiltà,  delle  cause  della  ric- 
chezza e  della  povertà,  e  molte  altre  importanti  ricerche  statistiche  vi  si 
ritrovano.  Ora  però  dopo  tanti  altri  lavori  fatti  in  appresso,  dietro  le  molte 
scoperte  geografiche,  è  forse  diminuito  di  pregio.  Un  altro  breve  corso  di 
geografìa  per  le  scuole,  ed  un  trattatello  di  Sfera  armillare  rimasero  sem- 
pre inediti. 

—  Scritti  vari. 

Nell'Antologia  di  Firertze  trovatisi  inseriti  i  seguenti  scritti  :  —  Esame  del- 
l'opera di  Maltebruu  «  Riflessioni  sulle  Colonie  in  generale  e  in  particolare 
su  quelle  che  si  converrebbero  alla  Francia  »  (tom.  9.  e.  pag.  55.)  —  Rag- 
guagli geografici  e  notizie  di  viaggiatori,  (tòm.  9.  e.  pag.  123)  —  Osservazioni 
sul  nuovo  Dizionario  geografico  di  Vosgien  (tom.  12,  a.  pag.  141)  — Discorso 
sul  saggio  di  un  trattato  teorico-pratico  sul  sistema  livellare  dell' Avv.  G. 
Poggi  (tom.  41,  e.  pag.  57). 

Giuseppe  Pagnozzi  nacque  di  famiglia  patrizia  nel  1785.  Abbandonata  la  car- 
riera ecclesiastica  per  la  quale  .  era  stato  incamminato,  attese  in  Pisa  agli 
studi  giuridici,  ma  non  li  recò  a  termine,  e  si  diede  alla  carriera  degli  im- 
pieghi. Fu  dapprima  commesso  nella  Prefettura  di  Pistoia,  poi  a  Firenze 
nella  Sezione  dell'Interno,  e  successivamente  nelle  Prefetture  di  Monte  Pul- 
ciano  e  di  Firenze,  ed  in  quest'ultima  città  ebbe  poi  il  grado  di  Capo  Sezione 
nell'ufizio  della  guerra.  Tornato  in  Toscana  dopo  il  1814  l'antico  governo,  il 
Pagnozzi  andò  in  Levante,  ed  a  Smirne  attese  alla  educazione  dei  figli  di 
un  mercante.  Lì  ebbe  grande  agio  di  fare  profondi  studi  di  geografia,  e  com- 
pose il  suo  Trattato  che  poi  diede  alle  stampe.  Dopo  tre  anni  tornò  in  pa- 
tria nel  1817,  e  morì  nel  1825. 

Panciaticlii  Vincenzo. 

Orazione  funerale  recitata  il  dì  21  Aprile  Tanno  1598,  nel- 
l'annuali esequie  del  Granduca  Cosimo  I  nella  Chiesa  della 


—  276  — 
Religione  dì  S.  Stefano  in  Pisa.  In  Firenze,  1598,  per  Fi- 
lippo Giunti,  in  4.° 

— ■  Orintia,  tragedia.  In  Fiorenza,  nella  stamperia  di  Co- 
simo Giunti,  1600,  in  8.° 

Lavoro  non  dispregevole  in  fatto  di  lingua,  abbenchè  appuntabile  di  molte 
mende  per  la  condotta  scenica,  ma  che  pure  vuol  tenersi  in  gran  pregio, 
quando  si  ponga  mente  che  l'arte  di  scriver  tragedie  era  da  poco  tempo  ri- 
nata tra  noi. 

—  L'amicitia  constante  tragicommedia  pastorale  di  Vin- 
cenzo Panciatichi,  nell'accademia  delli  Spensierati  il  Securo, 
Fiorenza,  per  Filippo  Giunti,  1600,  in  8.° 

Fu  rappresentata  la  prima  volta  in  Firenze  per  le  nozze  di  Maria  dei  Me- 
dici con  Enrico  IV  re  di  Francia.  Questo  lavoro  non  parve  all'autore  troppo 
felice,  tanto  che  ne  tolse  poi  le  migliori  scene,  e  lo  riprodusse  in  un  egloga 
pastorale  col  titolo  Gli  Amorosi  Affanni,  come  appresso  diremo. 

—  Oratione  recitata  all'apertura  generale  del  capitolo  della 
Sacra  Religione  di  S.  Stefano  in  Pisa  lì  14  Aprile  1602, 
nella  Chiesa  di  detta  religione.  In  Firenze,  1602,  per  Gior- 
gio Marescotti,   in  4.° 

In  fine  vi  è  una  canzone  del  medesimo  autore  agli  invitti  cavalieri  di  S.  Ste- 
fano. 

—  Il  Re  Artemidoro,  tragedia.  In  Fiorenza,  per  i  Giunti, 
1604,  in  4.o 

Vi  è  unita  anche  1'  altra  tragedia  1'  Orintia,  rivista  e  corretta  dall'  autore. 
L' Artemidoro  fu  poi  ristampato  in  Venetia,  appresso  la  Compagnia,  1605, 
in  4.° 

—  Cartello  in  ottava  rima  nel  torneo  del  principe  di  To- 
scana. In  Venezia,  1605,  in.  4.° 

Il  P.  Zaccaria  nella  Bibliot.  Pistor.  scrive  Castello  invece  di  Cartello,  ec. 
Questa  Composizione  fu  scritta  nel  1605  in  occasione  del  torneo  tenuto  in 
quell'anno  nel  cortile  del  palazzo  Pitti  in  Firenze. 

—  Gli  Amorosi  affanni,  favola  pastorale.  In  Fiorenza,  per 
Gio.  Batta  Ciotti  Sanese,  1606,  in  4.° 

Dice  l'autore  nella  lettera  al  lettore  che  essendosi  servito  del  migliore  che 
era  nell'altro  suo  lavoro  L'Amicizia  Costante,  di  sopra  da  noi  ricordata,  vor- 
rebbe che  s'annullasse  in  tutto  il  nome  di  quella,  come  è  stato  desiderio 
suo  nel  compor  la  presente  ;  la  quale  sola  brama  che  viva,  come  suo  legit- 
timo parto,  nel  cospetto  del  mondo,  e    non  di  aver  fatto  due  pastorali,  ma 


—  $77  - 
una  sola,  che  è  questa,  da  luì  così  proposta  sull'animo.  Questo  del  resto  è 
il  migliore  scritto  uscito  dalla  penna    del    nostro  Panciatichi,  ed  è  mirabile 
per  semplicità,  per  eleganza  di  verso,  e  per  purezza  di  lingua. 

—  Canzone  per  FArgonautica  rappresentata  in  Arno  nelle 
nozze  del  Serenissimo  Principe  di  Toscana,  e  della  Sere- 
niss.  Arciduchessa  Maria  Maddalena  d'Austria.  In  Firenze, 
per  Cristoforo  Marescotti,  1608,  in  4.° 

È  dedicata  al  Sig.  Sigismondo  Mischoswscki  Gonzaga  Marchese  di  Mirona, 
e  Maresciallo  di  Polonia.  Il  principe  fu  poi  Cosimo  II.  Poche  notizie  si  hanno 
di  Vincenzo  Panciatichi,  il  quale  vissuto  lontano  dalle  imprese  guerresche, 
cercò  piuttosto  di  rendersi  chiaro  nelle  lettere.  Egli  nacque  nel  lb76;  sap- 
piamo che  fu  prete,  e  vestì  le  divise  equestri  dell'  ordine  di  S.  Stefano. 
Morì  nel  1609. 

Panciatichi  Paolo  d'  UlivierS. 

Lettera  al  furfante  re  della  furfanteria. 

Questa  bizzarra  prosa  trovasi  nella  raccolta  intitolata  Delle  lettere  facete  et 
piacevoli  di  diversi  huomini  grandi  raccolte  per  M.  Dionigi  Atanagi,  lib.  I. 
Venetia,  1601,  appresso  Altobello  Salicato,  in  8.°  Un  altra  lettera  faceta  del 
Panciatici  sopra  un  palandrano  redato  da  casa  sua  si  stampò  recentemente 
nel  Piovano  Arlotto  col  titolo  Lettera  del  Palandrano  a  M.  Orazio  Marchiani. 

Panciatichi  Iacopo  eli  Stefano. 

Carmina. 

Che  questo  Panciatichi  scrivesse  poesie  latine  lo  afferma  il  Vannozzi  (Epist. 
tom.  I,  pag.  197):  forse  non  è  egualmente  vero  che  scrivesse  anche  un'opera  in- 
titolata De  Auxilio:  piuttosto  è  da  credersi,  dice  il  Passerini,  che  ritrovasse  uno 
scritto  altrui  con  quel  titolo.  Questo  Iacopo  di  Stefano  Panciatichi  fu  dotto  ec- 
clesiastico, coprì  successivamente  l'ufficio  di  decano,  e  poi  di  priore  della 
nostra  Cattedrale,  e  poi  di  vicario  di  Mons.  Caccia,  il  quale  ufficio  tenne 
sino  alla  sua  morte  avvenuta  nel  1628.  Mons.  Bonifazio  Vannozzi  lo  tenne 
in  gran  conto,  come  si  vede  dalle  molte  lettere  che  gli  diresse. 

Panciatichi  Francesco. 

Sonetto. 

Sta  innanzi  alla  Commedia  di  Fulvio  Ghirlandi  Gli  Amorosi  affanni.  L'autore 
fu  Canonico  decano  della  nostra  Cattedrale  nel  1620. 

Panciatichi  Stefano  di  Gio. 

Oratio  in  funere    anniversario  Eminentiss.    Nicolai    Forti- 


—  278  — 
guerra©    habita  ec.  Pistoni,  1633.  apud  P.  Ant.    Fortuna- 
tum,  in  4.° 

Raro.  Carte  8  senza  nurn.  Con  lettera  dedicatoria  a  Giulio  Rospigliosi.  Ste- 
fano scrisse  anche,  ma  mediocremente,  in  poesia,  ed  un  suo  epigramma  la- 
tino ed  un  sonetto  si  leggono  nel  voi.  primo  delle  Storie  del  Salvi  :  dai  diarii 
dell'accademia  della  Crusca  si  ha  che  egli  lesse  il  discorso  d'entratura  il  27 
*  Settembre  1636,  e  che  recitò  un  sonetto  nello  stravizzo  festeggiato  dagli 
Accademici  il  26  dello  stesso  mese.  Egli  fu  cavaliere  di  S.  Stefano,  del  quale 
ordine  vestì  la  divisa  nel  1645,-  priore  del  Comune  nel  1640,  soprintendente 
delle  scuole  col  1649,  operaio  di  S.  Iacopo  nel  1650  e  nel  1652;  ma  è  uomo 
di  poco  fausta  celebrità,  come  quegli  che  fu  cagione  di  continue  discordie 
nella  nostra  città  per  lo  spazio  di  oltre  dieci  anni,  dal  1652  al  1665. 
Morì  nel  1670,  l'8  Agosto. 

Pauciaticlii  ^uaìtaerS. 

Priorista  della  città  di  Firenze. 

Di  questo  priorista,  nel  quale  aveva  raccontati  gli  avvenimenti  che  si  erano 
a  mano  a  mano  svolti  durante  ciascun  bimestrale  risedimento  dei  priori  delia 
città,  restano  solo  alcuni  brani,  che  si  conservano  nella  Magliabechiana  di  Fi- 
renze (classe  XXV,  cod.  636). 

—  Lettera  a  Francesco  Forteguerri  e  a  Ventura  Vitoni  sul- 
l'ingresso di  Leone  X  nella  città  di  Firenze  il  30  novem- 
bre 1515.  Firenze  1515.  in  4° 

Rarissimo  opuscolo,  con  frontespizio  vagamente  ornato.  Il  titolo  preciso  è 
questo  :  Epistola  nella  Entrati  di  Leone  X  nella  cipta  di  Firenze  50  Novem- 
bre 1515.  Questa  lettera  ci  addimostrerebbe  che  Ventura  Vitoni  visse  qualche 
anno  al  di  là  di  quello  che  comunemente  si  crede.  Gualtieri  nacque  nel  1480, 
e  fu  uno  dei  più  illustri  capi  della  fazione  Panciatichi,  com'  anco  uno  dei 
più  feroci.  Mori  nel  1549. 

Pancia£ie3i2  Paolo. 

Rime. 

Sono  manoscritte  nella  Biblioteca  Forteguerri  in  due  codici.  Il  primo  Codice 
che  appartenne  a  Francesco  Merlini  è  diviso  in  due  parti;  la  prima  contiene 
i  capitoli,  1'  altra  i  sonetti.  Il  secondo  recentemente  acquistato  dalla  Biblio- 
teca Forteguerri  appartenne  agli  eredi  del  Cav.  Domizio  Tonti  e  contiene 
un  gran  numero  di  sonetti,  con  una  prosa,  in  stile  festevole,  e  altri  versi 
d'  argomento  grave  e  sacro.  L'  autore  volle  imitare  il  Berni,  e  vi  riuscì  as- 
sai bene  :  peccato  che  le  sue  rime  non  possono  essere  lette  dai  più  scrupo- 
losi. Tali  rime  del  resto  sono  rimaste  sempre  inedite,  e  soltanto  or  non  è 
molto  ne  fu  dato  un  piccol  saggio  nel  Piovano  Arlotto  (anno  II.  fase.  IV), 
consistente  in  due  non  ineleganti  sonetti,  oltre  a  quelli  che  interi  o  a  bra- 
ni vi  sono  riportati  per  dilucidare  la  sua  biografia.  Questo  Paolo  nacque  nel 


—  279  — 
1496  :  studiò  in  patria,  e  in  Pisa  conseguì  la  laurea  dottorale.  Dai  suoi  seritli 
apparisce  che  visse  per  qualche  tempo  in  corte  di  Clemente  Vili,  e  v'è  chi 
crede  che  egli  fosse  nel  campo  degli  Imperiali  durante  1'  assedio  di  Firenze. 
Fu  poi  a'  servigi  di  Mons.  Pallavicini  governatore  d'  Anagni,  e  probabil- 
mente uno  de'  suoi  auditori.  Tornato  in  patria  nel  1560,  vi  cuoprì  onorevoli 
uffici,  trovandosi  che  fu  proposto  al  Comune  nel  1555,  operaio  di  S.  Iacopo 
nel  1566,  e  gonfaloniere  nel  1571.  Morì  nel  1577.  Egli  è  del  ramo  dei  Pan- 
ciatichi  estinto  nel  1G17-  che  aveva  per  stipite  Asta  di  Francesco. 

Paneiaticbl  GioTanoi  tii  Stefano. 

Genealogia  della  Famiglia  Panciatichi. 

Manoscritta  in  casa  Panciatichi-Ximenes  di  Aragona  in  Firenze.  Egli  non  fece 
che  copiare  il  manoscritto  dei  Fortegucrri,  il  quale,  come  abbiam  detto,  è 
in  gran  parte  immaginario  ;  e  portò  la  genealogia  lino  al  1623.  Ma  per  fare 
qualche  cosa  di  nuovo  mise  dappresso  ai  nomi  degli  individui  ì  fatti  che  li 
concernevano  togliendoli  dalla  cronaca  della  famiglia  composta  dal  Turchio. 
Giovanni  nacque  nel  1588  :  fu  più  volte  gonfaloniere,  ed  operaio  di  S.  Ia- 
copo, e  contribuì  non  poco  a  ristabilire  in  Pistoia  l'arte  della  lana,  un  tempo 
fiorentissima  :  rimasto  vedovo,  vestì  1'  abito  ecclesiastico,  e  fu  decano  della 
Cattredrale.  Morì  nel  1654. 

Panciatichi  Salinilienc  di  Tommaso. 

Memorie  di  antichi  personaggi  della  casa  de1  Medici,  e  alta 
origine  dei  Granduchi  di  Toscana. 

Manoscritto  nella  Bibliot.  Nazionale  di  Firenze,  (Magliab.)  VII.  264.  È  dedi- 
cato a  Tommaso  de'  Medici.  Queste  memorie  sono  scritte  in  poesia,  e  consi- 
stono in  sonetti,  ottave,  e  versi  sciolti  di  cattiva  prosa  rimata,  ne'  quali 
con  sfacciata  adulazione  fa  1'  elogio  dei  principi  medicei  viventi,  e  dei  loro 
antenati.  Salimbene,  del  ramo  estinto  nel  1635,  fu  operaio  di  S.  Iacopo  nel 
1558,  e  nel  1564,  e  provveditore  della  medesima  opera  nel  1539.  Sedè  più 
volte  gonfaloniere.  Caduto  in  bassa  fortuna,  stette  due  anni  in  prigione  per 
debiti,  dove  cercava  sollievo  scrivendo  versi.  Nato  nel  1500,  morì  nel  1564. 

Panieri  Can.  Ferdinando. 

Esposizione  della  Legge  di  Dio  e  della  Chiesa  intorno  alle 
usure.  Pistoia,  1813,  in  8.° 

—  Cataloghi  dei  Santi  dei  Beati  e  di  altre  persone  insi- 
gni nelle  pietà  pistoiesi  pubblicati  da  diversi  agiografi,  in 
una  ordinata  ed  uniforme  maniera  ridotti  ed  aumentati  di 
una  serie  di  beati  e  di  altre  persone  similmente  memorabili 
per  la  santità  della  vita  pistoiesi  ec.  Pistoia,  dai  Fratelli 
Manfredini,  1818,  voi.  2,  in  8.<> 


—  280  — 

—  Studi  per  la  storia  Ecclesiastica  Pistoiese. 

Manoscritti  nella  Biblioteca  Forteguerri.  Dopo  aver  compilato  i  suddetti  Ca- 
taloghi, il  Panieri  pose  mano  a  scrivere  una  storia  ecclesiastica  di  Pistoin, 
me  non  ebbe  tem^o  di  condurla  a-  fine  ;  e  lasciò  solo  molti  fasci  di  fogli 
informi,  dai  quali  è  da  trarne  poco  costrutto.  È  da  avvertirsi  anco  che  il 
Panieri  scrisse  molto  sugli  appunti  comunicatigli  dal  P.  Giuseppe  Bercili, 
diligente  antiquario  pistoiese,  e  autore  dell'  opera  Pistoia  Sacra.  Altri  scritti 
lasciò  il  Can.  Panieri,  e  fra  questi  una  traduzione  del  libro  De  ulilitate  cre- 
dendi  di  S.  Agostino  ;  un  compendio  del  Gius  Canonico  di  Van-Especn  ;  ed 
altri  lavori  di  crudiziome  ecclesiastica,  per  la  maggior  parte  incompleti,  e 
solamente  abbozzati,  i  quali  si  conservano  nella  Forteguerriana. 

I^SMsIcrt  P.  FercliMamcSo. 

Exametron  a  Pio  IX  ed  ai  principali  riformatori  d'  Italia. 
Firenze,  1847,  in  8.<> 

Paolina*  Aldobrando. 

Della  legittima  libertà  del  commercio,  Trattato.  Firenze, 
Pagnini,~1785-1786,  in  16,  voi.  2. 

Pagg.  VI.-342-529. 

—  Arco  trionfale  eretto  dalle  muse  alle  virtù  dell'  augu- 
stissima Imperatrice  Maria  Teresa  Regiua  d1  Ungheria  ec. 
Poemetto  senza  luogo  e  anuo  (ma  Pistoia,  Bracali, 1789)  in  4.° 

Pagg.  30.  ed  una  carta  carta  bianca  in  fine.  Il  poemetto  è  in  ottava  rima, 
e  1'  autore  vi  si  chiama  Accademico  apatista  e  di  varia  letteratura. 

—  Del  dazio  diretto  sugli  immobili.  Pistoia,  Bracali,  1808, 
in  8.° 

È  tiratura  a  parte  dal  1.°  degli  Atti  deìV  Imp.  Accademia  pistoiese  di  Scienze 
e  Lettere.  Nello  stesso  volume  di  questi  Atti,  tra  le  rime,  trovasi  pure  un 
ode  col  titolo  «La  libertà  di  Pistoia,  o  sia  l'espulsione  dei  Tedici»,  e  vi  si 
fa  pure  ricordo  di  molte  memorie  lette  in  vari  tempi  dal  Paolini  in  quel- 
P  Accademia  ;  le  quali  però  non  videro  mai  la  luce,  ed  ora  sono  andate  di- 
sperse. 

■ —  Elogio  storico  e  filosofico  di  Lorenzo  Pignotti.  Pisa, 
co7  caratteri  di  Didot,  1816,  in  8.° 

Pag.  239.  Bella  edizione,  adorna  del  ritratto  del  Pignotti,  e  della  quale  si 
hanno  magnifici  esemplari  in  carta  grave. 

—  Elogio  del  Dott.  Luigi  Magberi. 

Negli  AHi  dell'  Imperiale  e  Reale  Accademia  dei  Gcorgofili.  lom.  XIII,  a.  18o4 


—  281  — 

—  Dei  rapporti  del  gusto  e  del  bello  letterario  co1  tempi  e 
colla  ragione,  memoria    accademica. 

Neil'  Antologia  di  Firenze,  tomo   12,  pag.  70. 

—  Osservazioni  sull'  opera  «  Illustrazioni  storico-critiche 
di  G.  Eoscoe  »  alla  sua  vita  di  Lorenzo  il  Magnifico. 

Neil'  Antologia  di  Firenze,  toni.  14  b.  pag.  28. 

—  Alcune  idee  di  supplemento  ai  Cenni  sulla  maremma 
senese. 

Nel  medesimo  giornale,  tom.  27,  pag.  47. 

—  Necrologia  di  Francesco  Chiarenti. 

Ivi,  tomo  51,  pag.   186. 

—  Osservazioni  sul  discorso  letto  da  Luigi  Cappelli  alla 
Università  di  Vilna  intorno  allo  insegnamento  del  Diritto 
romano. 

Ivi,   lom.  40. 

—  Saggio  di  alcune  idee  relative  al  romanticismo  e  clas- 
sicismo romantico. 

Ivi,  tomo  40. 

—  Lettera  al  direttore  dell'  Antologia  sullo  stato  fisico  e 
morale  dell'  odierno  Egitto. 

Ivi,  tomo  44. 

—  Discorso  sulla  civiltà  e  sull'incivilimento  sociale. 

Ivi,  tomo  45,  pag.  123. 

—  Necrologia  di  Alessandro  Rivani. 

Ivi,  tomo  4o,  pag.   126. 

—  Necrologia  di  Isaac  Franchetti. 

Ivi,  tomo  46,  pag.  20G. 

Notizie  biografiche  di  Vittorio  Fossombroni. 

Manoscritte  nella  Biblioteca  Fortcgucrri.  Cod.  571. 
PapfnS  Fraaaecsco  Giovanna. 

De  Phrenitide  eiusque  causis,  propositiones  medico-prati- 
cae  ec.  Pisis,  Pieraccini,  1777,  in  8.« 


—  282  — 

Pappagalli  Cav.  Giullauo. 

I 
Fiori  poetici    sparsi  sul   rostro  evangelico   del    Reverendo 

P.  D.  Alberto  Maria  Garzadoro  Abbate  lateranense  e  pre- 
dicatore nel  Duomo  di  Pistoia  l'anno  1588,  e  consacrati  al 
merito  dell7  Illustriss.  Sig.  Bali  Bartolommeo  Gherardi  Gon- 
faloniere dell'istessa  città.  In  Pistoia,  1688,  all'insegna  della 
Fortuna,  in  4.° 

Di  pag.  2£.  Sono  undici  sonetti,  un  madrigale  ed  alquanti  epigrammi  latini, 
preceduti  da  una  lettera  dedicatoria.  Le  pagine  sono  tutte  inquadrate  in 
un  fregio  in  legno. 

Pappagalli  Raffaello. 

Il  Glorioso  transito  di  S.  Giuseppe  tradotto  dal  latino  in 
volgare. 

Manoscritto  cartaceo  nella  Forteguerriana  seg.  di  n.°  222.  È  in  £.°  ili  carte  83, 
ed  appartiene  al  sec.  XVI.  Quest'  Opera  ignota  anche  al  P.  Zaccaria,  è  de» 
dicata  alla  molto  Reverenda  Madre  Suor  Lucrezia  Ippoliti  Monaca  nel  Mona- 
stero di  S.  Michele  di  Pistoia. 

Peri  Fr.  Iacopo. 

Conciones.  Florentiae,  Cecconcelli,  1602,  in  8.° 

—  Oratio  de  Conceptione  B.  V.  M,  ad  Vincentium  Celle- 
sium  Canonicum  pistoriensem.  Florentiae,  1606,  in  4.° 

—  Contradictiones  in  Prologum  primum  et  saecundum  Sen- 
tentiarum  Scoti.  Florentiae,  Cecconcelli,  1621,  in  4.° 

—  Vita  del  P.  Evangelista  Gerbi  da  S.  Marcello  detto  il 
P.  Marcellino. 

Sta  innanzi  alle  Prediche  della  Passione  e  Resurrezione  di  Gesù  Cristo  ec. 
dello  stesso  Marcellino  (Firenze,  Cecconcelli,  1622)  pubblicate  dopo  la  morte 
dell'autore  per  cura  del  nostro  Fr.  Iacopo  Peri  che  apparteneva  al  mede- 
simo religioso  istituto. 

Del  Peri  può  consultarsi  il  Waddingo  :  egli  fu  anche  confessore  di  Cosimo  II 
e  di  Ferdinando  II  dei  Medici,  e  morì,  secondo  il  Dondori,  nel  1625. 

Peri  ilatteo. 

La  Giustizia  Clemente,  Orazione  recitata  al  Senato  di 
Lucca  ec.  Piacenza,  Ardizzoni,  1629,  in  4.° 

Questo  Matteo  Peri  fu  dei  Canonici  Regolari  Lateranensi.  L'Oldoino  ncir^tfìcna- 


—  283  - 

sum  Pisloriens.  scrive  che  «  reliquit  ?ns.  libros  tres  de  oratione  ih  genere,  de 
vocali,  ac  de  mentali,  qui  Pistorii  adservaniur.  »  Ignoro  ove  si  conservino. 

Petrini  Pietro. 

Lettera  del  Sig.  Ab.  Pietro  Petrini  al  Sig.  Gaetano  Cioni 
sulle  ombre  colorate. 

Trovasi  noi  Nuovo  Giornale  dei  Letterali  di  Pisa,  voi  II,  p.  I,  a.  1805,  pag.  45* 
e  203.  Ha  la  data  del  10  ottobre  1804. 

—  Memoria  sopra  i  colori  immaginari  dell'ombre. 

Nel  medesimo  giornale,  voi.  II,  p.  Ili,  anno  1805,  maggio  e  giugno.  Questo 
argomento  fu  poi  trattato  più  ampiamente  dal  Petrini  nella  seguente  me- 
moria. 

— ■  Ricerche  sulla  prodazione  dei  colori  immaginari  nell'om- 
bre ec.  Memoria. 

Nelle  Memorie  della  Società  Italiana  delle  Scienze,  tom.  XIII.  p.  II,  pag.  37 
Modena  1807.  «  Questa  memoria,  è  scritto  in  nota,  di  cai  esistono  alcuni 
saggi  nel  tomo  2  del  Giornale  dei  Letterati  di  Pisa, era  stata  pas- 
sata fino  dai  primi  del  mese  di  Giugno  decorso  al  cliiariss.  Sig.  Prof.  Giu- 
seppe Slop,  uno  dei  XL  della  Soc.  Italiana  delle  Scienze,  per  essere  inse- 
rita negli  atti  della  medesima.  L'autore  crede  con  questa  nota  di  rivendicare 
Ja  priorità  delle  sue  osservazioni  sopra  quelle  del  medesimo  genere  pubbli- 
cate ultimamente  dal  celebre  C.  A.  Prieur  nel  n.°  160  degli  Annali  di  Chi- 
mica francese.  Nota  comunicata  dal  Sig.  Ab.  Pietro  Petrini  al  Segretario 
Pozzetti,  che  attesta  di  aver  ricevuta  questa  memoria  fino  dal  22  luglio  1805, 
e  di  non  averla  potuta  introdurre  nel  tomo  antecedente,  per  la  sovrabbon- 
danza delle  produzioni  de' soci.  » 

—  Lettera  di  G.  Cioni  e  P.  Petrini  al  eh"  Sig.  Dott.  Fran- 
cesco Pacchiani,  pubb.  professore  di  Fisica  nell'Univ.  di 
Pisa. 

—  Lettera  di  G.  Cioni  e  P.  Petrini  al  cb.  Sig-  Dott.  Ot- 
taviano Targioni-Tozzetti  pubb.  Prof,  di  Agricoltura  e  Bo- 
tanica ec. 

Queste  due  lettere  furono  annunziate  nel  nuovo  Giornale  dei  Letterati  di 
Pisa,  voi.  o,  pag.  261  con  queste  parole  :  Queste  due  lettere  scritte  da  due 
abili  fisici  tendono  ad  illustrare  l'esperienza  del  Prof.  Pacchiani,  e  la  seconda 
di  esse  è  principalmente  una  replica  alle  obiezioni  ed  esperienze  del  Pro- 
fessore Mascagni  da  noi  riportate  a  pag.  236  di  questo  tomo,  voi.  di  Settem- 
bre e  Ottobre.  Attualmente  questi  due  dotti  cooperatori  vanno  pubblicando 
una  memoria  Sull'azione  dell'elettricità  nella  composizione  dell'acqua,  ove  sa- 


—  284  — 
ranno  riepilogati  anche  i  fatti  delle  due  suddette  lettere,  e  che  avrà  luogo 
nel  seguente  volume.  Questa  memoria  però,  dopo  che  risultarono  fallaci  le 
esperienze  del  Pacchiani,  non  fu  pubblicata.  La  lettera  al  Targioni-Tozzetti 
fu  stampata  negli  Annali  di  Chimica  e  Storia  Naturale  di  L.  Brugnatclii, 
tom.  XXII  pag.  522,    col  titolo  Lettera  sul  Galvanismo. 

—  Compendio  del  Trattato  Elementare  di  Fisica  dell'  Ab- 
bate Haiiy,  1807. 

Che  il  Prof.  Petrini  facesse  questo  compendio  ce  ne  assicura  Pietro  Odaldi 
nella  Lode  che  pubblicò  del  nostro  concittadino. 

—  Atti  dell'Accademia  Pistoiese,  tom.  1.  Pistoia,  Bracali, 
1808,  in  8.o 

Il  Petrini  fu  il  raccoglitore  degli  scritti  contenuti  in  questo  volume,  ai  quali 
mandò  innanzi  un  pregevole  lavoro  sulla  storia  letteraria  dell'Accademia. 

—  Esperienze  ed  Osservazioni  sopra  alcuni  singolari  fe- 
nomeni d' illusioni  ottiche,  e  sulla  teoria  newtoniana  dei 
colori  della  luce,  In  Pistoia,  1810,  presso  Clio.  Bracali  e 
f.no  in  8.o 

È  dedicata  al  chiariss.  Sig.  Giorgio  Santi  prof,  di  Storia  Naturale  nelPCIniv. 
di  Pisa.  Il  Petrini  pubblicò  di  nuovo  questo  scritto  qualche  anno  appresso 
col  seguente  titolo  : 

—  De'colori  accidentali  della  luce,  ossia  della  generazione 
dei  colori  ne'vari  accidenti  d'ombra  e  di  luce,  Memorie  ec. 

Edizione  di  420  esemplari  in  carta  velata  bianca,  12  in  carta  occhio  di  per- 
nice velata  ;  e  due  in  carta  cerulea.  Di  queste  memorie  del  Petrini  ne  fu 
dato  un  cenno,  promettendone  un  più  lungo  ragguaglio,  a  p.  214  del  tomo  I 
del  Giornale  di  Scienze  ed  Arti,  Firenze,  tip.  Nannei,  1816.  Ne  parla- 
rono poi  con  lode  il  Prof.  B.  Bizio  nelle  sue  Osservazioni  e  sperienze  intorno 
alVombre  colorate  (nelle  Memorie  dell'Istituto  Veneto  di  Lettere,  Scienze  e 
Arti,  voi.  VII,  par.  Ili,  pag,  593)  :  il  Brugnatelli  nel  suo  Giornale  di  Chi- 
mica  ec.  Pavia,  1°  trimestre  del  181G  ed  altri. 

— '  Di  alcune  osservazioni  di  ottica  pittorica,  Lettera  al 
D.  Gaetano  Cioni. 

Ha  la  data  di  Pistoia  50  ottobre  1816,  e  trovasi  nel  tomo  IV,  fascicolo  11, 
pag.  59-66  del  Giornale  di  Scienze  ed  Arti,  ossia  Collezione  di  Memorie  falli 
ed  osservazioni  appartenenti  alle  Scienze  ed  alle  Arti  Firenze,  Magheri,  1816, 
in  8.°  L'autografo  si   conserva  nella  Roncioniana  di  Prato. 

- —  Lettera  al  Cav.  Francesco  Tolomei  sull'analisi  dei  co- 
lori di  un  antica  pittura  a  fresco. 

Trovasi  fra  i  documenti  dell'opera  del  suddetto  Tolomei  Memorie  dell'antica 


—  285  — 
imagine  di  Maria  SS.  detta  delle^Porrine  ec.  Pistoia,  1817.  Ha  ia  data  6  Set-^ 
tembre  1817.  Fu    poi  ristampata  a    pag.  175  della    nuova  edizione    dei  Di- 
scorsi sulla  Pittura  degli  Antichi.  Firenze,  Successori  Le  Monnier,  1875. 

—  Di  Ventura  Vitoni,  architetto  pistoiese  del  Sec.  XV 
alunno  di  Bramante  da  Urbino,  Discorso  letto  alla  E.  Acca- 
demia Pist.  di  Letteratura  ed  arti  ec. 

È  nell'Antologia  di  Firenze,  anno  1821.  Fu  poi  ristampata  nel  1859  a  pag.  75 
del  Trattato  delle  grazie  e  dei  miracoli  della  Madonna  dell' Umiltà  di  M.  Co- 
simo Bracciolini  (Pistoia,  Tip.  Cino,  1859)  ;  e  di  nuovo  tra  i  Discorri  sulla 
Piuura  degli  Antichi  (Firenze,  Le  Monnier  1875)  nuova  edizione  procurata 
dai  Sigg.  Petrini  fratelli  dell'autore.  Le  Osservazioni  dell'atrio  e  della  Chiesa 
dell'Umiltà  furono  anche  inserite  dal  Tolomei  nella  sua  Guida  di  Pistoia,  e 
se  ne  tirarono  pure  degli  esemplari  a  parte. 

—  Sulla  Pittura  degli  antichi  Discorsi. 

Sono  inseriti  nelV  Antologia,  famoso  giornale  che  si  pubblicava  in  Firenze, 
anno  1821  e  1822;  eccone  i  diversi  titoli: 

■ —  Discorso  I.  Considerazioni  sulle  opere  che  restano  del- 
l'antica pittura,  e  delle  primo  età  dell'arte  risorta  in  Italia. 

Nell'Antolog.  Giugno  1821,  pag.  458-468.  È  indirizzato  al  Cav.  Cosimo  Buo- 
narroti. 

—  Discorso  IL  Di  Vitruvio  e  di  Plinio,  e  dei  documenti  re- 
lativi all'antica  pratica  di  dipingere,  conosciuti  per  le  me- 
morie degli  scrittori  del  medio  evo,  e  dei  primi  tempi  del- 
l'arte risorta. 

Ivi,  pag.  468-481.  È  indirizzata  al  prof.  Gio.  Valeri. 

—  Discorso  III.  Della  parte  che  spetta  all'istoria  naturale 
e  alla  chimica  nel  divisar  le  ragioni  dei  colori  di  che  si 
valsero  gli  antichi  nella  pittura. 

Ivi,  voi.  5,  Agosto  1821,  pag.  256-270.  Al  Dottor  Gaetano  Cioni. 

—  Discorso  IV.  Degli  sperimenti  che  hanno  servito  di  !>corta 
a  riconoscere  nelle  reliquie  che  ci  avanzano  dell'  antica 
pittura  la  natura  dei  colori  in  essa  adoperati. 

Ivi,  voi.  IV,  nov.  1821,  pag.  279-508.  Al  Prof.  Mazzoni. 

—  Discorso  V.  Delle  terre  artificialmenre  colorito  degli  an- 
tichi, e  in  particolare  del  porporino. 

Ivi,  voi.  VI,  giugno  1822,  pag.  518-552.  Indirizzato  al  Prof.  Ranieri  Gerbi 
pistoiese. 


—  286  — 

—  Discorso  VI.  Dei  colori  degli  antichi  perduti,  e  delle 
nuove  ragioni  di  colori  che  ne  presero  il  luogo  nella  pra- 
tica di  dipingere  dei  bassi  tempi  e  delle  prime  età  dell'arte 
risorta. 

Ivi,  voi.  VI,  giugno  1822,  pag.  521-biS.  È  diretto  al  Prof.  Giuseppe  Branchi. 

—  Discorso  VII.  Delle  prove  fatte  ultimamente  sull'az- 
zurro oltramarino,  e  sul  bianco  di  calce  preparato  col  me- 
todo già  disusato  dei  vecchi  maestri. 

Ivi,  voi.  VII.  Ag.  1S22,  pag.  318-527.  Al  Cav.  Giuseppe  Tambroni.  Raccolti 
in  un  volume,  questi  discorsi  furono  riprodotti  nel  passato  anno  con  questo 
titolo  : 

—  Della  Pittura  degli  Antichi,  Discorsi  di  Pietro  Petrini, 
con  altri  suoi  scritti  messi  insieme  e  di  nuovo  pubblicati. 
Firenze,  Successori  Le  Mounier,  1873,  in  12.° 

Edizione  fatta  da  Francesco  e  Giuseppe  Petrini  fratelli  dell'autore,  ed  affi- 
data alle  cure  del  Cav.  Gaetano  Milanesi,  che  la  illustrò  di  nuove  note,  è 
vi  premise  la  notizia  di  Cesare  Guasti  Della  vita  e  degli  scrini  dell'autore, 
riveduta  ed  ampliata.  Gli  altri  scritti  compresi  in  questa  edizione  sono  la 
Lettera  al  Cav.  Francesco  Tulomei  sull'analisi  dei  colori  di  lin  antica  pittura 
a  fresco,  e  il  Discorso  su  Yentura  Yitonì,  ambedue  già  pubblicati.  Il  Petrini 
aveva  raccolto  la  materia  per  altri  cinque  discorsi  sullo  stesso  argomento, 
ma  non  ne  stese  neppur  uno.  I  titoli  dovevano  essere  questi:  1.°  Dei  modi 
e  ordini  tenuti  dai  pittori  antichi  nel  colorire  in  fresco  e  a  tempera.  2.°  Dei 
documenti  che  ci  rimangono  dell'antica  pittura  all'encausto.  5.°  De' primi 
metodi  della  pittura  risorta,  e  della  più  antica  origine  della  maniera  di  di- 
pingere all'olio.  i.°  Di  ciò  che  l'ottica  insegna  sull'accordo  de'colori,  e  sul 
loro  effetto,  in  quanto  del  rappresentarsi  per  essi  la  verità  degli  oggetti 
5.°  Della  prospettiva  lineare  ed  aerea  degli  antichi. 

—  Notizia  delle  opere  di  Francesco  Benedetti  da  Cortona. 

Neil' Antologia,  voi.  Ili,  Sett.  1821,  pag.  S50-32. 

—  Proemio  degli  Editori  all'opera  Dell'origine,  dei  pro- 
gressi e  dello  stato  attuale  di  ogni  letteratura,  dell'Ab- 
bate. G.  Andres.  Pistoia,  Manfredini,  1821  e  seg.  in  8.° 

—  Intorno  all'edizione  dell' Andres  suddetta. 

NeWAnlol.  voi.  5,  anno  1822,  p.  415-420. 

—  Degli  onori  parentali  renduti  alla  memoria  di  Tor- 
quato Tasso  dall'  Accad.  Pistoiese  di  Scienze  Lett.  e  Arti 
l'anno  1822. 

Nell'Antologia,  voi.  VI,  maggio  1822,  pag.  531. 


—  287  — 

—  Al  Magistrato  civico  di  Pistoia,  Relazione  idraulica  del 
Prof.  Pietro  Petrini.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1839,  in  8.0 

Con  pianta  geometrica  delle  due  gore  di  Scornio  e  Capo  di  Strada. 

—  Due  Relazioni  intorno  a  un  sistema  di  Serre  su  i  fiumi 
del  territorio  pistoiese.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1844,  in  8.° 

Con  dedica  al  Prof.  Domenico  Mazzoni  a  nome  dei  fratelli  Petrini,  per  cura 
dei  quali  furono  pubblicate  queste  relazioni  dopo  la  morte  dell'autore  ;  e 
sono  precedute  da  una  notizia  sulla  vita  e  sulle  opere  di  P.  Petrini,  scritta 
da  Cesare  Guasti.  Degli  studi  fatti  dal  Petrini  per  la  costruzione  delle  serre 
sui  fiumi  del  nostro  torrente  si  ragiona  distesamente  nell'opuscolo  che  ha 
per  titolo  :  Rapporto  della  istituzione  ed  andamento  della  deputazione  centrale 
delle  Serre  del  fiume  Ombrone  ec.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1843,  e  vi  si  ricordano 
con  lode  queste  due  relazioni. 

—  Rime. 

Neg'i  Atti  dell' Accad.  pistoiese,  Pistoia,  Bracali,  1808,  ed  in  varie  altre  raccolte. 

—-  Sritti  Inediti. 

Si  conservano  presso  i  Sigg.  fratelli  Petrini:  oltre  le  bozze  dei  discorsi  sulla 
pittura  degli  antichi,  che  non  lasciò  compiuti,  e  che  noi  abbiamo  di  sopra 
ricordati,  ne  sembrano  degni  di  particolar  menzione,  tra  gli  altri  i  seguenti  : 
1.°  Discorso  recitato  nell' imprendere  il  magistero  delle  matematiche  nel 
Liceo  di  Pistoia  l'a.  1812:  2.°  Discorso  nel  chiudere  i  letterali  esercizi  del- 
l'Accademia pistoiese:  5.°  Articolo  sopra  l'opera  del  Cav.  Venturi  intorno 
all'artiglieria,  presentata  al  R.  Istituto  d'Italia  :  i.°  Considerazioni  intorno  al 
problema  meccanico  delle  pressioni  sui  punti  d'appoggio:  5.°  Discorso  per 
distribuzione  di  premi  :  6.°  Discorso  letto  all'Accademia  pistoiese  :  7.°  Me- 
moria della  vita  e  delle  opere  di  Sebastiano  Vini  :  8.°  Ragionamento  sopra 
certi  ridevoli  sospetti  per  alcune  macchie  osservate  nel  sole  :  9.°  Delle  opere 
di  Giorgio  Vasari  :  10.  Sulla  meccanica  delle  vetture,  e  sui  mezzi  di  ren- 
derle più  comode  e  più  sicure,  riflessioni,  e  dell'introduzione  delie  ruote 
a  larghi  quarti:  11.  Prolusione  recitata  nell'Università  di  Pisa  nel  Novem- 
bre 1822:  12.  Lettere  al  Dott.  Gaetano  Cioni,  che  si  conservano  nella  Ron- 
cioniana  di  Prato,  Cod.  Ilo.  Per  la  biografia  di  P.  Petrini  si  veda  il  Cenno 
necroionico  dato-  dall'Antologia,  decembre  1822  :  —  VElogio  pel  tubo  scritto 
dal  Ciampi  e  inserito  nel  med.  giornale  ;  —  la  Lode  di  P.  Petrini,  di  P.  Odaldi, 
Pistoia,  Manfredini,  1823:  —  il  Discorso  di  P.  Contrucci,  nell'edizione  delle 
sue  opere,  Pistoia,  1810,  ed  a  parte  :  —  una  breve  notizia  inserita  da  Atto 
Vannucci  tra  le  Memorie  di  Giuseppe  Montani,  Copolago  1843,  e  molli  altri 
che  fecero  onorevol  menzione  de' suoi  scritti  e  che  troppo  lungo  sarebbe 
tutti  enumerare. 

Piernici  Agostino.  % 

Praenotiones  ad   Institationes  Canonicae.  Pistorii,    Bracali, 
1822,  in  8.o 

Son  questi  i  prolegomeni  ad  un  corso  di  Gius  Canonico  dall'autore  compi- 


—  288  — 
lato  negli  ultimi  anni  di  sua  vita,  e  che  aveva  in  animo  di  pubblicare,  se 
la  morte  non  lo  avesse  troppo  presto  rapito.  Egli  nacque  in  S.  Marcello 
nel  1787,  fu  prof,  di  Gius  Canonico  nell'Univ.  di  Pisa,  e  morì  nel  1824.  Ne 
scrisse  una  breve  biografia  (1.  Arcangeli,  pubblicata  dal  Tipaldo  nel  toni.  IV 
della  sua  raccolta. 

Pteeinclli  Filippo. 

Ombrone  consolato,  Epitalamio  nelle  nozze  di  Stefano  Pan- 
ciatichi,  e  Camilla  Conversali.  Pistoia,  Fortunati,  1648, 
in  4.° 

Raro  opuscolo,  che  conta  car.  12  senza  num.  con  antip.  in  rame. 
Piggi  Agostino. 

Rime  in  lode  del  Sig.  Cristoforo  Alori  detto  il  Bronzino. 
In  Pistoia,  1614,  per  Salviano  De  Andrea  Felici,  in  4.° 

Rarissimo. 

Pilli  Miceolò. 

Illustre  giureconsulto,  vissuto  quasi  sempre  a  Roma,  dove  pubblicò  co' tipi 
di  Antonio  Biado,  le  rime  di  Mcsser  Cino  da  Pistoia,  e  dei  due  Bonaccorsi 
da  Montemagno  ora  divenute  rarissime  edizioni.  Nella  prefazione  a  queste 
rime,  di  cui  noi  parliamo  ampiamente  a' suoi  luoghi,  egli  ci  fa  sapere  che 
si  era  accinto  a  scrivere  una  storia  di  Pistoia,  e  che  ha  dato  pure  a  stampa 
alcune  sue  scritture  legali. 

Pillotti  P.  Antoni*». 

—  Parole  al  popolo  nella  solenne  processione  del  G.  Morto 
fatta  in  Pistoia  il  Venerdì  Santo  del  1866.  Pistoia,  Società 
Tipogr.  1866,  in  8.° 

Plnamontff  P.   Sri®.  Pietro. 

La  vera  sapienza,  ovvero  Considerazioni  ntilissime  all'a- 
cquisto del  Santo  timor  di  Dio  disposte  per  tutti  i  giorni 
della  settimana  da  un  religioso  della  Compagnia  di  Gesù. 
Venezia,  Poletti,  1683,  in  12.° 

—  Exorcista  rite  edoctus,  seu  accurata  methodus  omne  ma- 
lefìciorum  genus  probe  ac  prudenter  curandi  exposita  a  quo- 
dam  religioso  ec.  Lucae,  Marescandoli,  1690.  in  12.° 


—  289  — 

—  L'  Inferno  aperto  al  cristiano  perchè  non  v'  entri,  ov- 
vero considerazioni  sulle  pene  infernali  proposte  a  medi- 
tarsi ec.  Roma,  Ercole,  1691,  in  8.° 

—  La  Croce  alleggerita,  Bologna,  Monti,  1691,  in  8.° 

—  La  stessa.  In  Firenze,  per  Pier  Maria  Miccioni,  1700, 
in  12.o 

—  La  Sinagoga  Disingannata,  ovvero  via  facile  a  mostrare 
a  qualunque  ebreo  la  falsità  della  sua  setta  e  la  verità 
della  legge  cristiana.  Roma,  Ercole,  1694,  in  16.° 

Fu  ristampata  in  Bologna  nel  medesimo  anno  in  12°  ;  e  fu  anche  tradotta  in 
francese  dal  P.  Courbeville,,  e  stampata  a  Macstrich  col  titolo  La  Synagoghe 
Detrompèe. 

—  Esercizio  di  preparazione  alla  morte  proposto  da  un  re- 
ligioso della  Compagnia  di  Gesù  ec.  Bologna,  ed  in  Parma, 
Pazzoni  e  Monti,  1695,  in  24.° 

—  Il  cuor  contrito,  ovvero  motivi  per  eccitare  alla  contri- 
zione esposti  in  sette  considerazioni  da  un  religioso  ec. 
Roma,  ed  in  Parma,  Pazzoni  e  Monti,  1695,  in  4.° 

—  La  religiosa  in  solitudine,  opera  in  cui  si  porge  alle 
monache  il  modo  d'  impiegarsi  con  frutto  negli  esercizi 
spirituali  ec.  Modena,  Coppari,  ed  Eredi  Pontiroli,  1696, 
in  12,* 

—  Lo  Specchio  che  non  inganna.  Modena,  Coppari  ed  Eredi 
Pontiroli,  1C96,  in  12.° 

—  Il  Sacro  Cuore  di  Maria  V.  onorato  per  ciascun  giorno 
della  settimana  ec.  In  Firenze,  per  Pier  M.  Miccioni,  1699, 
in  12.o 

—  La  Causa  dolicchi,  ovvero  il  debito  e  frutto  della  li- 
mosina esposta  ai  medesimi  Ricchi.  Bassano,  1700,  in  24.° 

— -  La  Via  del  Cielo  appianata,  operetta  tratta  dal  libro 
degli  esercizi  spirituali  di  S.  Ignazio,  Firenze,  Miccioni, 
1700,  in  8.o 

Capponi,  Bibliogr.  Pisi.  *9 


—  290  — 
■ —  Esercizi  spirituali  di  S.  Ignazio.  In  Firenze,  per  il  Mic- 
cini, 1703,  in  8.0 

—  Raccolta  di  varie  operette  spirituali.  In  Firenze,  nel 
Garbo  da  Giuseppe  Manni,  1704,  voi.  2,  in  12.° 

Edizione  fatta  per  cura  di  Iacopo  Carlini,  la  quale  comprende  le  seguenti 
operette  :  Breve  compendio  della  Dottrina  cristiana  ;  Il  Cuor  contrito  :  La 
vera  sapienza  :  Meditazioni  sopra  i  Novissimi  ;  Inferno  aperto  :  Lo  specchio 
che  non  inganna  :  La  croce  alleggerita  :  L'  albero  della  Vita  :  Il  Sacro  cuor 
di  Maria  :  Esercizio  di  preparazione  alla  morte.  Ciascuno  di  questi  scritti  ha 
speciale  frontespizio,  numerazione  e  segnatura. 

—  Il  Direttore,  ovvero  metodo  da  potersi  tenore  per  ben 
regolare  le  anime  nella  via  della  perfezione  cristiana.  In 
Venezia,  Albrizzi,  1708,  in  8.° 

Anehe  questa  fu  tradotta  dal  P.  Courbeville  e  stampata  a  Maestrich  nel  1791. 

—  Opere  del  P.  Gio.  Pietro  Pinamonti.  Venezia,  Pezzana, 
1712,  in  foglio. 

Bella  edizione  procurata  dal  P.  Gian  Francesco  Durazzo,  il  quale  vi  premise 
una  Raccolta  delle  Virtù  dell'  autore.  Le  opere  contenute  in  questa  edizione 
sono  le  seguenti  :  Esercizi  spirituali  di  S.  Ignazio  5  —  La  via  del  Cielo  ap- 
pianata :  —  La  religiosa  in  solitudine  :  —  Lo  specchio  che  non  inganna  :  — 
La  vera  sapienza  :  —  Il  cuor  contrito  :  —  La  croce  alleggerita  :  —  L' In- 
ferno aperto  :  —  L'  albero  della  vita  :  —  Il  sacro  cuor  di  Maria  :  —  La 
Causa  dei  ricchi  :  —  Le  leggi  dell'  impossibile  :  —  La  vocazione  vittorio- 
sa ;  —  La  sinagoga  disingannata  :  —  Compendio  della  dottrina  cristiana  :  — * 
Il  direttore  delle  anime  :  —  Exorcista  rite  edoctus. 

—  La  stessa.  Venezia.  Pezzana,  1733,  in  fogl. 

—  La  stessa.  Venezia.  Pezzana,  1752,  in  4.° 

—  Dottrina  cristiana  spiegata  in  dieci  ragionamenti  fami- 
liari per  uso  delle  sacre  Missioni. 

Manoscritta  inedita  nella  Forteguerriana  di  Pistoia.  Il  P.  Gio.  Pietro  Pina- 
monti  fu  dotto  gesuita  e  fedele  compagno  del  celebre  Paolo  Segneri.  Na- 
cque in  Pistoia  il  27  Decembre  1652  ,•  morì  ad  Orta  in  Diogesi  di  Novara 
il  25  Giunno  1703.  Vedine  la  vita  che  ne  scrisse  il  P.  Gran  Francesco  Du- 
razzo, premessa  alle  varie  edizioni  delle  sue  opere,  le  storie  dell'  ordine 
dei  gesuiti  ed  altri. 

Pistoia  (da)  «io.  Piero. 

Li   Dialoghi  di   Gio.  Piero  da  Pistoia,  al  molto  illustre  et 


—  291  — 

eccellentissimo  Signore  il  Sig.  Cosimo  de1  Medici  Duca  di 
Toscana. 

Manoscritto,  così  ricordato  dal  P.  Zaccaria  nella  Bìbliot.  Pistoriens.  «  Vidi  ego 
Pistorii  ras  hoc  titulo  :  Li  Dialoghi  di  Gio.  Piero  da  Pistoia  ec.  Abrius  et 
Simerus  colloquuntur.  Tres  autem  in  parte»  dialoghi  tributi  sunti  ;  in  qua- 
rum  prima  quaeriter  quei  homo  in  terris  contenlus  esse  possit  ?  quaeritur  in 
altera  queis  homo  possit  esse  beatus  ?  in  tertia  disqui&itur,  quo  die  maiorem 
homo  gloria  promereatur  ?  Qua  Ioannes  Petrus  ex  gente  fuerit  frustra  a  me 
inquisitus.  » 

Pistola  (da)  Luigi. 

Orazione  funerale  in  morte  di  D.  Alberico  Cybo  Principe 
di  Massa  fatta  dal  P.  Fra  Luigi  da  Pistoia  Cappuccino  alla 
Signora  Vittoria  Cybo  ec.  Pisa,  Frediana,  1623,  in  4.° 

Lo  ricorda  il  Cinelli  nella  Biblioteca  Volante,  tomo  i. 
PJstorozzi  Stria  iaoi*€>* 

Virtù  di  lagrime,  discorso  ec.  all'  illustriss.  e  Reverendiss. 
Mons.  il  Sig.  Alessandro  Medici  Cardinale  di  Fiorenza.  In 
Fiorenza,  1594,  appresso  gli  heredi  di  Iacopo  Giunti,  in  12.° 

Carte  12  in  principio  senza  num.  cart.  185^  e  cari.  19,  in  fine  non  num.  Ih 
fine  vi  è  riprodotta  la  soscrizione  con  stemma  diverso  da  quello  comune- 
m  ente  usato  dai  Giunti. 

Poggiali   Enrico. 

Crosta  del  globo  e  rocce,  note  a  complemento  di  alcune 
lezioni  testò  pubblicate  dal  Prof.  Antonio  Gianni.  Pistoia, 
Tip.  Niccolai,  1872,  in  8.0 

Pag.  20,  comprese  due  bianche,  ed  una  contenente  le  note.  L'  autore  con- 
futa e  corregge  alcuni  punti  del  libretto  pubblicalo  dal  Prof.  Antonio  Gian- 
ni col  titolo  Lezioni  di  Geologia,    Pistoia,  Bracali,  1872,  in  16.° 

Polidoi'i  Gregorio. 

Gregorianum.  Florentiae,  Sermartelli,  1598,  in  4.° 

Parla  di  alcuni  papi  e  vescovi  di  questo  nome,  e  di  un  Gregorio  prete,  dei 
quali  narra  la  vita,  i  costumi,  le  gesta.  Fu  poi  ristampato  in  Lucca  nel  1622 
con  giunte  e  correzioni. 


—  292  — 

—  Tractatus  de  Bello  Angelorum.  Florentiae,  Sermartelli, 
1601,  in  4.o 

Il  P.  Zaccaria  ricorda  anche  un'altra  opera  col  titolo  Bellum  Elementare,  che 
io  non  ho  potuto  trovare,  ed  un  Commentarium  in  Epistolas  ad  Galatas. 

Pofilaeci  Egidio. 

Sulla  necessità  della  chimica  farmaceutica  nella  facoltà  di 
medicina.  Pistoia,  Tip.  Gino,  1862,  in  8.° 

È  tiratura  a  parte  dagli  Annali  di  Chimica  del  Polli,  Luglio  1862. 
Polenti  Giuseppe. 

Relazione  tra  V  ingegneria  civile  e  V  arte  militare.  Firen- 
ze, Bencini,  1848,  in  8.° 

Procacci  Giovanni. 

Parole  dette  sul  feretro  di  Angelo  Gamberai. 

Trovansi  nel  Ricordo  di  Angiolo  Gamberai,  Pistoia,  1866,  in  16.° 

—  Ricordo  di  Benvenuto  Spinelli.  Pistoia,   Tipog.  Bracali, 
1869,  in  16.o 

Contiene  un'elegia,  ed  un'epigrafe  italiana  e  che  poi  fu  incisa  sul  sepolcro. 

—  Ottave  in  morte  di  Eleonora  Sozzifanti  nata   Contucci. 

Stanno  nel  Ricordo  di  Eleonora  Sozzifanti  nata  Contucci.  Pistoia,  Tip. 
Cino,  1870. 

—  Articolo  bibliografico  sulle  prose  e  rime  di  Louisa  Gra- 
ce-Bartolini. 

Fu  pubblicato  nel  giornale  La  Nazione,  anno  XIII,  n.  7  e  poi  riprodotto  nel- 
P  opuscolo  intitolato  Alcuni  giudizi  intorno  alle  rime  e  prose  di  Louisa  Gra- 
ce-Bartoliìii.  Pistoia,  Niccolai,  1871,  in  12.° 

—  Cenno  biografico  del  prof.  Cesare  Bartolini. 

Nel  Giornale  La  Nazione,  anno  1872,  Febbraio  l~;  fu  quindi  ristampato  nella 
raccolta  fatta  per  la  morte  del  Prof.  Cesare  Bartolini,  Pistoia,  Niccolai,  1872, 
in  16.° 

—  1  vecchi  di  famiglia,  Ode. 

Nella  raccolta  di  rime  stampate  pel  primo  anniversario  dalla  morte  di  An- 
tonietta Scali.  Pistoia,  Tip.  Cìno,  1872,  in  8.<> 


—  293  — 

—  Le  scuole  comunali  di  Pistoia  dal  1869  al  1874,  Rela- 
zione ec.  Pistoia,  Tip.  Niccolai,  1874,  in  8.° 

Estratta  dal  Piccolo  Ombronc,  giornale  del  Comizio  Agrario  di  Pistoia. 

Puccini  Alessandro. 

De  Legum  laudibus,  oratio  habita  in  alma  Pisanae  urbis 
gynnasio  ec.  Florentiae,  1613,  in  4.° 

Il  P.  Zaccaria  ricorda  pure  di  questo  autore  un  aitra  opera,  a  me  rimasta 
sconosciuta,  col  titolo  De  Pistorii  laudibus. 

Puccini  Tommaso. 

Orazione  letta  nella  R.  Accademia  delle  Belle  Arti  di  Fi- 
renze il  giorno  del  solenne  triennale  concorso  14  Settem- 
bre 1794.  Firenze,  Cambiagi,  1794,  in  8.° 

—  L'  Addio  d'  Ettore,  cantata.  Firenze,  Cambiagi,  1798, 
in  8.° 

Pag.  14.  Fu  posta  in  musica  dal  Maestro  Vincenzo  Fiocchi  romano. 

—  Orazione  letta  nella  R.  Accademia  delle  Belle  Arti  di 
Firenze,  il  giorno  ec.  Tanno  1803.  Firenze,  Cambiagi,  1804, 
in  8.o 

—  Lettere  due  al  Cav.  Biamonti  intorno  ad  un  passo  di 
Catullo. 

Trovansi  nella  Collezione  di  Opuscoli  Scientifici  e  Letterari  di  Firenze,  an- 
no 1805. 

—  Memorie  istorico-critiche  di  Antonello  degli  Antoni  pit- 
tore messinese.  Firenze,  Carli  e  Comp.  1809,  in  8.° 

Antonello  secondo  alcuni  fu  il  primo  tra  gli  italiani  che  dipingesse  a  olio  : 
vero  è  però  che  prima  di  lui  già  era  noto  in  Italia  il  colorimento  a  olio  per 
l' invenzione  di  Carlantonio  Dal  Fiore  pittore  napoletano  del  Sec.  XIV.  Sem- 
bra però  assai  verosimile  che  codesta  pratica  si  diffondesse  in  Italia  per 
opera  di  Antonello. 

—  La  chioma  di  Berenice,  poema  di  Callimaco  tradotto  da 
Caio  Valerio  Catullo,  volgarizzato  da  Tommaso  Puccini, 
Firenze,  Carli,  1807,  in  8.° 

Ha  il  testo  latino  a  fronte,  e  la  dedica  al  Cav.  Francesco  Rospigliosi  nipote 
del  traduttore. 


—  S9i  — 

—  Esame  critico  dell'  opera  sulla  pittura  di  Daniele  Webb 
tradotta  dall'  originale  inglese  e  commentata  da  Francesco 
Pizzetti. 

Nel  Giornale  Pisano,  anno  1807,  tomo  IV,  pag.  1,  con  copie  a  parte. 

—  Sullo  stato  attuale  delle  belle  arti  in  Toscana,  lettera. 
Pistoia,  Tip.  Bracali,  1808,  in  8.° 

È  tiratura  a  parte  del  tomo  primo  degli  Atti  dell' Imp.  Reale  Accademia  pi- 
stoiese di  Scienze  e  Lettere.  Pistoia,  Bracali,  1808,  in  8.° 

---  Lettera  a  Gino  Capponi  sopra  la  nuova  edizione  del- 
l' Àracgne  di  Tommaso  Rinuccini  pubblicata  per  le  nozze 
Rinuccini-Antinori  da  Gaspare  Ricci. 

Sta  nel  tomo  X  anno  1809,  pag,  71,  della  Collezione  di  Opuscoli  Scientifici 
e  Letterari  di  Firenze.  Ai  dubbi  del  Puccini  rispose  il  Ricci  con  una  lettera 
stampata  in  Firenze,  per  V  Allegrini,  nel  1810,  in  A.° 

—  Poesie  di  Caio  Valerio  Catullo  veronese,  scelte  e  pur- 
gate, volgarizzate  dal  Cav.  Tommaso  Puccini  ec.  Pisa,  con 
i  caratteri  dei  Fratelli  Amoretti,  1815,  in  fogl. 

Splendida  edizione,  della  quale  si  impressero  500  esemplari  di  cui  12  in  carta 
forte  di  formato  massimo  ed  uno  in  pergamena.  Fu  pubblicata,  dopo  la  morte 
dell'autore,  per  cura  del  fratello  Giuseppe  Puccini,  che  la  dedicò  a  Fcrd.  Ili 
Grand,  di  Toscana,  il  quale  ricambiò  il  dono  colla  decorazione  di  commen- 
datore dell'ordine  del  merito.  È  da  avvertirsi  che  la  traduzione  del  Carme  XLIX 
Peliaco  quondam  prognatae  vertice  pinus  era  stata  dal  Puccini  già  pubblicata 
iìn  da!  1785  in  una  raccolta  di  rime  per  le  nozze  Cellesi  e  Buonfanti  {  Pi- 
stoia, Bracali,  178o,  in  i.°  ):  lo  stesso  dicasi  del  carme  nuziale  Vesper  adest 
juvenes  ce.  il  quale  fu  esso  pure  pubblicato  per  le  Nozze  Bracciolini  e  Con- 
versini  in  una  raccolta  di  rime  per  quella  ricorrenza  (Pistoia.  Bracali,  1791, 
in  i.°) 

— -  Lettere  due,  la  prima  sopra  il  ritratto  di  Bindo  Alto- 
viti  di  Raffaello,  passato  nella  Galleria  di  Monaco,  e  l'al- 
tra sulle  prove  ebe  stabiliscono  Raffaello  e  non  Giorgione 
autore  del  ritratto  della  Fornarina  nella  nostra  Galleria. 
Firenze,  Magberi,  1825,  in  8.° 

—  Illustrazione  dei  Cammei  antichi  della  galleria  fiorentina. 

Scrive  il  Contrucci  che  il  governo  francese,  dopo  la  morte  dell'  autore,  che 
fu  direttore  di  quella  galleria,  si  arrogò  la  proprietà  del  manoscritto,  pro- 
mettendone copia  alla  famiglia  poiché  fosse  stampato  in  suo  nome  ;  lo  che 
per  gli  avvenimenti  che  si  avvicendarono    non  ebbe    effetto  ;  e  soggiunge  : 


—  295  — 
«  forse  avrà  la  sorte  di  altri  lavori  originali  italiani,  usurpati  e  presentati 
poi  sotto  forme  e  nomi  stranieri.  »  Ma  il  ms.  originale  si  è  sempre  conser- 
vato inedito  nella  Biblioteca  dell'  Accademia  di  Belle  Arti  di  Firenze.  Un 
esemplare  pure  di  mano  dell'  autore,  esiste  anche  nella  Forteguerriana,  alla 
quale  pervenne,  per  legato  di  Niccolò,  la  bella  e  ricca  Biblioteca  Puccini. 

—  Note  a  Giorgio  Vasari  dell'  edizione  di   Livorno    1767. 

Manoscritte  nella  Forteguerriaua,  Cod.  334.  Di  queste  note  molto  si  valse  il 
Passigli  di  Firenze  per  la  sua  nuova  edizione  delle  opere  del  Vasari. 

—  Traduzione  della  Epistola  1  del  libro  primo  d1  Orazio. 

Manoscritta  nella  Forteguerriana.  È  inedita. 

—  Bozze  di  una  Guida  Artistica  d'  Italia. 

Si  conservano  manoscritte  nella  Biblioteca  Fortegnerri,  insieme  a  molti  altri 
scritti  d'  arte,  per  la  maggior  parte  incompleti,  e  quasi  tutti  di  mano  del 
Puccini.  Nei  Monumenti  del  Giardino  Puccini  (Pistoia.  Tip.  Cino,  1845)  tro- 
vasi un  elogio  di  Tommaso  Puecini  scritto  da  Gio.  Battista  Niccolini  insieme 
ad  altre  notizie  biografiche,  alla  quale  opera  rimandiamo  chi  amasse  parti- 
colari notizie  intorno  a  qnesto  celebre  letterato. 

Puccini  Giuseppe. 

Compendio  delle  opere  di  cavalcare  scritta  su  diversi  insi- 
gni e  classici  autori. 

Ms.  nella  Forteguerriana,  cod.  II.  Questo  compendio  fu  compilato  nel  1783 
sulle  diverse  opere  relative  di  Xenofonte,  di  Federigo  Grisone,  del  Duca  di 
New  Castle,  di  Mons.  De  la  Gueriniere,  di  Niccolò  Rossermini  ed  altri. 

Puccini  Niccolò. 

Di  alcune  cose  che  potrebbero  tornare  utili  ai  contadini  in 
Toscana.  Senza  luogo  e  anno  (ma  Pistoia,  tip.  Cino,  1835,) 
in  8.0 

— -  Epigrafi. 

Trovansi  negli  Alti  della  Festa  delle  Spighe,  anno  1842,  e  nei  Monumenti  del 
Giardino  Puccini,  sopra  ricordati  (Pistoia,  Tip.  Cino,  1845,  in  8.°) 

Racconto  delle  cerimonie  fatte  nel  dare  le  insegne  della 
Cavalleria  a  Giovanni  ed  a  Bandino  Panciatichi. 

Sta  nel  tomo  3  delle  opere  di  Francesco  Redi,  Venezia,  1712,  pag.  212-215. 
Tale  cerimonia  fu  celebrata  con  gran  pompa  in  Firenze  nel  tempio  di  S.  Gio- 
vanni nel  1588  per  mano  di  Messer  Gabbriello  Emo  Capitano  del  popolo.  Gio- 
vtnni  nacque  postumo  nel  1555,  e  fu  detto  Novello  per  distinguerlo  dal  pa- 


—  296  — 
drc  che  ebbe  lo  stesso  nome.  Bandino  suo  cugino  nacque  nel  1380,  ed  era 
ancor  giovanetto   quando  fu  armato  cavaliere.  Vedasi   all'  articolo    Relazione 
la  descrizione  delle  feste  per  la  circostanza  celebrate  a  Pistoia. 

RaLggoaagUo  della  vita  di  S.  Atto  Vescovo  di  Pistoia.  In 
Pistoia,  nella  Stamp.  di  Stefano -Gatti,  1713,  in  4.° 

Cart.  2  in  principio  non  num.  e  pag.  26.  È  anonimo.  Ignoro  chi  sia  V  au- 
tore di  qnesto  compendio  compilato  sulle  maggiori  opere  che  di  questo  Beato 
Vescovo  scrissero  il  Forteguerri,  il  Fabbroni  ed  altri. 

Ragguaglio  de'  successi  miracolosi  operati  per  il  ricorso 
all'immagine  della  SS.  Vergine,  che  si  venera  nella  Chiesa 
Pievanìa  del  Castello  della  Serra  diogesi  di  Pistoia.  In  Pi- 
stoia, per  il  Biagioni  e  Franchi,  1728,  in  4.° 

Relazione  dell'  apparecchiò  per  le  feste  fatte  in  Pistoia 
per  la  cavalleria  di  Messer  Giovanni  Panciatichi  seguita  in 
Firenze  nel  tempio  di  S.  Giovanni  il  di  26  di  Aprile  del  1388. 

La  pubblicò  il  chiarisj.  Sig.  Luigi  Passerini  tra  i  documenti  della  sua  storia 
della  famiglia  Panciatichi.  Questo  curioso  documento  è  di  non  poco  interesse, 
perchè  oltre  a  farci  conoscere  gli  usi  di  quei  tempi,  ci  mostra  anche  a 
quale  stato  di  grandezza  era  salita  questa  nostra  illustre  famiglia.  I  cava- 
lieri novelli  Giovanni  e  Bandino  furono  ricevuti  al  loro  ritorno  a  Pistoia  a 
mo'  degli  antichi  trionfatori,  e  tennero  corte  Lbandita  nel  loro  palazzo  per 
un'intiera  settimana. 

ReSaEɩne  delle  solenni  feste  fatte  pubblicamente  in  Pi- 
stoia nel  mese  di  Ottobre  MDVIII  per  lo  sposalizio  di  Gual- 
tieri d'Antonio  Panciatichi  e  della  Francesca  di  Niccolò 
Guicciardini. 

Trovasi  anche  questa  tra  i  documenti  della  suddetta  opera  del  Passerini,  il 
quale  la  tolse  da  un  libro  di  ricordi  di  detto  Gualtieri,  ora  esistente  nell'Archi- 
vio del  March.  Ferdinando  Panciatichi  a  Firenze.  In  quest'occasione  si  tenne 
per  otto  giorni  corse  bandita  nel  suo  palazzo;  nella  città  furono  celebrate  in 
suo  onore  splendide  feste,  e  molte  castella  della  montagna  e  del  piano,  che 
si  riguardavano  come  sue  tributarie,  offrirono  solennemente  donativi  agli  sposi. 
Gualtieri  fu  uno  dei  più  illustri  personaggi  della  sua  casata. 

Relazione  delle  allegrezze  fatte  nella  città  di  Pistoia 
Tanno  1667  per  la  elezione  al  pontificato  del  Card.  Giulio 
Kospigliosi  col  nome  di  Clemente  IX.  Pistoia,  appresso  Pier 
Antonio  Fortunati,  1667,  in  4.° 

Relazione   del  principio,  progresso   e  stato  presente  del- 


—  297  — 
l'Accademia  Enciclopedica  eretta  nella  città  di  Pistoia.  Li- 
vorno, per  Marco  Coltellini,  1764,  in  4.° 

Ricciardi  Pietro. 

Commentaria  in  subtiles  et  admodum  perillustres  materias 
de  honorum  possessionibus ,  de  legatis ,  et  de  legatorum 
ademptione.  Carmagnolae,  apud  Marcum  Antonium  Bello- 
num,  1580,  in  fogl. 

Car.  255,  più  car.  26  in  principio  non  numer.  con  una  in  fine  bianca.  In  fine 
vi  è  ripetuta  la  data  1S85,  forse  per  sbaglio.  Quest'opera,  che  è  assai  sti- 
mata dai  giureconsulti,  è  dedicata  al  Card.  Antonio  Pozzi,  e  fu  riprodotta 
Augustae  Taurinorum,  1592,  pure  in  foglio. 

—  Commentarla  in  subtiles  ac  illustres  materias  de  obbli- 
gationibus.  Venetiis,  1593,  apud  Societatem  Minimam,  in 
foglio. 

Pag,  219,  più  e.  20  in  principio  senza  mira,  ed  una  in  fine  bianca.  È  dedi- 
cata anche  quest'opera  al  Card.  Antonio  Pozzi  :  e  fu  pubblicata  dopo  la  morte 
dell'autore  dal  fratello  di  lui  Bartolomeo  Ricciardi,  del  quale  è  la  lettera 
dedicatoria. 

—  Commentarla  in  subtiles  ac  illustres  materias  de  testa- 
mentis  ordinandis.  Venetiis,  1600,  apud  Societatem  Mini- 
mam, in  fogl. 

Pagg.  554,  più  car.  20  in  principio  non  num.  ed  una  in  fine  bianca.  Opera 
postuma  pubblicata  da  suo  figlio  Tommaso,  e  da  lui  offerta  a  Mons.  Antonio 
Pozzi  Arcivescovo  di  Pisa. 

—  Commentaria  in  subtiles  ac  illustres  materias  de  usu- 
capionibus  per  qoas  persouas  nobis  acquiritur.  Venetiis, 
apud  Societatem  Minimam,  1600,  in  foglio. 

Pagg.  546,  e  car.  16  in  principio  non  numerate.  Opera  postuma  anche  que- 
sta, dedicata  al  ridetto  Arcivescovo  di  Pisa  Antonio  Pozzi. 

—  Sonetti  in  morte  del  Serenissimo  Grand,  di  Toscana  ec. 
Firenze,  appresso  i  Giunti,  1574,  in  4.° 

Carte  20  non  numer.  compreso  il  frontespizio  e  l'ultima  colla  soscrizione. 
Sono  scritti  per  la  morte  di  Cosimo  I  Granduca  di  Toscana,  ma  vi  si  conten- 
gono pure  molte  poesie  d'altri  autori  non  pistoiesi. 

—  Canzone  sopra  la  città  di  Pistoia,  e  sue  divisioni  al 
Granduca  di  Toscana. 

Nella  Biblici,   pistor,    del    P.    Zaccaria,    pagg.    506-319.    È    composta    di    60 


—  298  — 
Stanze,  ed  è  indirizzata  al  Granduca  di  Toscana  Francesco   I  de' Mèdici  cori 
lettera  del  26  Settembre  4  567. 

i —  Sonetti. 

Nella  ridetta  Bibliot.  Pisloricns.  pag.  298-319.  I  sonetti  sono  quattordici. 

t—  Rime  inedite 

Due  codici  contenenti  un  gran  numero  di  rime,  in  gran  parte  inedite,  si  con- 
servano nella  Forteguerriana  :  un'altro  codice  è  nella  Palatina  di  Firenze, 
e  sembra  che  appartenesse  ai  Baldovinetti,  dei  quali  porta  Tarma  in  prin- 
cipio :  quest'ultimo,  del  sec.  XVI,  contiene  due  Canzoni,  tredici  sonetti,  una 
sestina  ed  una  elegia. 

9&8cciarcìft  (die)  &amf»a. 

Rime. 

Nella  Bibliot.  Fortcguerri,  nel  Codice  di  Rime  di  diversi,  segnato  175,  carte  7. 
Ricciardi  Francesco. 

Ricordi  storici. 

Manoscritto  cartaceo  in  4.  piccolo  nella  Forteg.  segnato  29.  Conta  carte  48, 
di  cui  tre  in  principio,  tre  in  fine  bianche,  e  la  decima  mancante.  Questo 
codicetto  è  di  buona  lettera  e  probabilmente  autografo:  è  rubricato  nei  ti- 
toli dei  capi  e  nelle  iniziali,  tranne  ©Icone  che  sono  in  turchino  e  oro.  Ha 
nei  margini  alle  carte  1,  15,  22,  57  quattro  armi  colorite,  di  famiglie  pi- 
stoiesi, ed  una  piccolissima  nel  testo  a  car.  50  recto.  Non  ha  frontespizio, 
ma  comincia  senz'altro  titolo  con  una  specie  di  proemio.  «Ricordo  come  io 
Franco  figliolo  di  Piero  Ricciardi  alias  Cieehodea  ec.»  Il  primo  rieordo  è  del 
1494,  l'ultimo  del  di  11  Agosto  1500.  Questo  codicetto  passò  dai  Ricciardi, 
non  so  per  qual  seguito  di  casi,  ai  Querci,  dai  quali  fu  venduto  alla  Biblio- 
teca Forteguerri  nel  1836.  Vedasi  la  illustrazione  di  questo  codice,  insieme 
alle  notizie  dell'autore,  pubblicate  da  Enrico  Bindi  nel  giornale  Ricordi  Fi- 
lologici, Pistoia,  Tip.  Cino,  1847,  fas.  4  e  5. 

S&osatl  IÈ.V   Atti.   Maria. 

De  Constitutionibus  Principum,  Dissertalo  historico-legalis. 
Pistoni,  Bracali,  1760,  in  4.° 

—  De  Sepulcris   et  Sepulcrorum  Iuribus.  Pistoni,  Bracali, 
1761,  in  8.o 

Pag.  VIII-136.  Dedicato  al  March.  Lorenzo  Gmori.  È  un  compendio  di  tutto 
ciò  che  si  pratica  presso  le  diverse  nazioni  relativamente  alla  sepoltura,  ed 
è  diviso  in  otto  capitoli.  Vedasi  di  questo  lavoro  un  articolo  negli  Annali 
Tipografici,  anno  1763.  p.  3Q6. 


—  299  — 
-r~  Memorie    per    servire    alla    Storia    dei   Vescovi    di  Pi- 
stoia. In  Pistoia,   1766,  per  Atto  Bracali,  in  4.° 

Sono  dedicati  a  Mons.  Federigo  Alamanni,  e  sono  fatte  con  critica  e  con 
esattezza,  dice  il  Moreni,  sebbene  manchino  di  documenti,  dei  quali  sull'e- 
sempio di  simili  scrittori  potevano  essere  arricchiti. 

—  Elogio  di  Messer  Cino  dei  Sinibuldi  :  —  Elogio  di  Mon- 
signor Andrea  Franchi-Boccagni. 

Stanno  negli  Elogi  degli  Uomini  illustri  toscani,  Lucca,  1771-1774,  voi.  l°e  3.° 

—  Institutiones  Iuris  Civilis.  Pistoni,  Bracali,  1781,  in  8.° 

—  Compendio  della  Storia  e  della  Morale  dell'  antico  Te- 
stamento trad.  dal  francese  di  Mezanguy,  e  dedicata  a 
Mons.  Scipione  de7  Ricci.  Pistoia,  Manfrediui,  1785,  voi.  24, 
in  12.° 

—  De  Roraanorum  Principum  Constitutionibus.  Pisis,  1787, 
in  4.° 

—  Storia  Ecclesiastica  di  Pistoia. 

Manoscritta,  ma  forse  dispersa.  Quest'opera  fu  promessa  fin  dal  1796  con 
un  avviso  dei  Bracali,  ma  poi  non  fu  pubblicata.  Essa  doveva  essere  divisa 
in  cinque  parti,  e  compresa  in  sette  tomi.  La  prima  doveva  abbracciare  le 
notizie  generali  sulla  storia  sacra  e  profana  pistoiese  :  la  seconda  le  memo- 
rie dei  Vescovi  :  la  terza  le  chiese,  i  luoghi  pii,  le  confraternite  ec  :  la 
quarta  gli  uomini  illustri  nella  pietà,  nelle  armi,  nelle  lettere  ec.  la  quinta 
i  documenti  rammentati  nell'opera  colle  opportune  osservazioni. 

—  Rime. 

In  moltissime  raccolte  ;  ma  sono  tutte  di  poco  pregio: 
Rosati  Can.  Rannido. 

Atti  del  Cristiano  da  farsi  la  mattina  e  la  sera  con  al- 
cune laudi  spirituali  ec.  Pistoia,  1798,  in  12.° 

—  Ricordi  per  conservare  il  frutto  dei  Santi  Esercizi  ec. 
Modena,  1820,  in  12.° 

—  Atti  del  Cristiano  da  farsi  la  mattina  e  la  sera  con  al- 
cuni ricordi  per  conservare  il  frutto  della  divina  parola  ec. 
Firenze,  1823,  in  12.° 

—  Laudi  Spirituali  che  fa  cantare  ne' Santi  Esercizi  il 
il  Can.  R.  Rosati.  Pistoia,  1826,  in  12° 


—  300  — 

—  Ricordi  per  conservare  il  frutto  dei  Santi  Esercizi  dati 
al  popolo  fiorentino  ec.  Firenze,  1836,  in  12.° 

Rinaldo  Rosati  figlio  del  Dott.  Anton  Maria,  fu  canonico  della  Cattedrale  di 
Pistoia,  dottore  in  ambe  le  leggi  ed  esimio  oratore,  celebrato  anche  fuori 
d'Italia;  ma  benché  egli  avesse  speranza  di  fama  più  duratura  pubblicando 
i  suoi  discorsi,  solamente  ad  appagare  pie  brame  si  lasciò  ire  a  stampare 
questi  scritti  ascetici.  Di  lui  scrisse  la  biografia  P.  Contrucci. 

Rospigliosi  Giuli©  (Cieimente  IX.) 

—  Chori  Militares  Elogiis  Ursinorum  subiecti  ac  decan- 
tati inter  philosopnicas,  Iulji  Rospigliosi,  Sem.  Rom.  Conv. 
Alex.  Ursino  Card,  dicati.  Senza  luogo  e  anno  (ma  Romae) 
in  4.° 

Carte  12,  con  bel  frontespizio  in  rame,  nel  quale  sono  riportate  in  tante  pic- 
cole medaglie  i  ritratti  di  uomini  illustri  di  casa  Orsini.  I  Cori  o  inni  sono 
cinque,  e  di  diverso  metro  ;  e  ciascuno  in  lode  di  uno  degli  Orsini,  e  sono 
preceduti  da  un  elogio  latino  in  prosa. 

Rime. 

Nella  raccolta  col  titolo  :  Poesie  di  eccellentissimi  autori  in  lode  della  famo- 
sissima Cappella  del  Sig.  Giulio  Nolfi  eretta  nel  Duomo  di  Fano,  Roma,  Fac- 
ciotti,  1625,  in  8.°  Sono  alcuni  sonetti  ed  epigrammi. 

- —  Rime. 

Sono  una  Canzone,  una  Cantata  ed  alcuni  sonetti,  e  trovansi  nella  raccolta 
intitolata  Componimenti  poetici  di  vari  autori  per  le  nozze  di  Taddeo  Barbe- 
rini e  di  Donna  Anna  Colonna,  Roma,  Stamp.  Camerale,  1629,  in  8.° 

—  Discorso  sopra  il  poema  1/  Elezione  di  Papa  Urbano  VII 
di  Francesco  Bracciolini. 

Sta  in  fine  al  detto  poema  di  Francesco  Bracciolini,  edizione  di  Roma,  1628, 
in  i°  pag.  484. 

—  Il  trionfo  della  pietà  dramma  in  versi.  In  Roma,  per  il 
Mascardi,  1656,  in  fogl. 

Fu  posto  in  musica  dal  Maestro  Marco  Marazzuoli  e  recitato  più  volte  nel 
palazzo  Barberini  alla  presenza  della  regina  di  Svezia.  Nel  testo  del  libro 
vi  è  anche  la  musica.  ( 

—  Lettere. 

Stanno  tra  le  Lettere  Memorabili  pubb.  dal  Giustiniani. 

* —  L'Adrasto,  dramma. 

Manoscritto   nella   Biblioteca   Fabroniana    di   Pistoia  seg.  268,    autografo.  Il 


—  301  — 
dramma  è  in  cinque  atti,  in  versi,  con  prologo,  ed  è  inedito.  «  Ad  scriben- 
dam  tragediam  cum  se  applicuisset,  Adrasti  casus  satis  eleganter,  et  cum 
sensu  tractavit.  Abundant  concinnis  acutisque  sententiis,  et  in  choris  maxime 
feliciter  audet  ».  Cosi  il  Fabroni,  nella  vita  dell'autore.  (Vitae  Italor.  tom.  VI, 
pag.  9.) 

—  L'Arme  e  gli  Amori,  dramma. 

È  anche  questo  un  dramma  musicale,  e  fu  recitato  a'  quei  tempi  nel  Palazzo 
Barberini  con  musica  del  maestro  Marazzuoli.  È  sempre  inedito,  e  si  con- 
serva nella  Trivulziana  di  Milano. 

—  Dal  male  il  bene,  dramma. 

Questo  Dramma  musicale  fu  posto  in  musica  dai  Maestri  Abbatini  e  Maraz- 
zuoli, e  fu  recitato  la  prima  volta  in  occasione  delle  nozze  del  Principe  di 
Palestrina  colla  nobil  donna  Olimpia  Giustiniani,-  e  di  nuovo  poi  alla  pre- 
senza della  regina  di  Svezia,  con  apparati  e  scene  ricchissime.  Molte  altre 
bellisime  opere  teatrali  compose  Giulio  Rospigliosi  rimaste  sempre  inedite  ; 
di  queste,  oltre  le  già  ricordate,  si  conservano  nella  Trivulziana  anche  le 
seguenti  :  Il  Palazzo  incantato  ;  —  La  Comica  del  Cielo  ;  —  La  vita  umana  ;  — 
S.  Bonifazio;  —  S.  Alessio;  —  Nella  Ottoboniana  di  Roma  si  conservano 
pure  due  drammi  uno  intitolato  ;  Chi  soffre  operi  ;  Paltro  S.  Teodora.  Di  que- 
ste varie  opere  teatrali  piacemi  riportare,  perche  esatto,  il  giudizio  che  ne 
dà  il  Crescimbeni  nella  sua  storia  della  Volgar  Poesia  (lib.  II,  pag.  90,) 
«  Fu  Giulio  Rospigliosi  poeta  lirico  de' più  dolci,  culti  e  leggiadri  del  tempo 
suo,  ed  ebbe  tale  avvertenza  in  maneggiare  il  fiorito  stile,  che  nel  fervore 
della  lussuria  degli  ingegni,  si  mantenne  maravigliosamente  intatto  da  ogni 
strania  e  sconveniente  intrapresa,  come  si  riconosce  da  molte  sue  rime , 
che  si  trovano  sparse  per  le  raccolte  di  questo  secolo.  Ma  né  più  né  meno 
drammaticamente  compose,  al  che  soprattutto  inchinava  il  suo  genio  ;  e  seppe 
si  bene  accomodare  al  moderno  uso  dei  teatri  ciò  che  per  simile  specie  di 
poesia  è  prescritto,  che  nò  prima  né  dopo  vi  è  stato  alcuno  più  guardingo 
e  giudizioso  di  lui,  e  di  maggior  gloria  degno  e  di  fama.  E  se  i  suoi  drammi 
che  in  più  volumi  originalmente  si  conservano  godess-er  la  pubblica  luce,  la 
moderna  drammatica  poesia  avrebbe  anch'essa  qualche  fregio,  pel  quale  do- 
vesse gloriarsi  e  gareggiare  coll'altra  specie.  »  L'Allacci  nell'opera  Apes  Ur- 
banae  ricorda  anche  del  nostro  autore  le  seguenti  opere  :  Orazioni  latine:  — 
Discorsi  accademici  :  —  Parallelo  tra  la  politica  e  la  medicina  :  —  forse  era- 
no lavori  giovanili. 

Rospigliosi  Card.  Iacopo. 

Oratio  do  subrogando  Summo  Pontifice  ad  Eminentiss.  ac 
Reverendiss.  S.  R.  E.  Cardinales  antequam  comitia  ingre- 
derentur  quibus  creatus  est  Alexander  VII  Pont.  Max. 
bab.  XV  Kal.  Febr.  1655.  Romae,  typis  Corbelletti,  1655, 
in  foglio. 


—  302  -, 

—  Rime. 

Si  conservarono  fin  qui  inedite  nella  Bibliot.  del  Collegio  Romano.  Il  Cre* 
scimbeni  ne  diede  un  saggio  ne' suoi  Commentari,  tom.  Ili,  lib.  IV,  pag.  225. 

Rospfgllosi-Sozzifanti  Gio.  Carlo. 

I  figli  alla  tomba  del  padre,  sonetti. 

Nella  raccolta  funebre  stampata  per  la  morie  di  Roberto  Sozzifanti  fratello 
dell'autore,  Pistoia,  Bracali,  1885,  in  8.°  I  sonetti  hanno  a  fronte  la  tradu- 
zione latina  di  Niccolò  Nervini. 

—  Epigramma  latino  di  Gius.  Arcangioli,  tradotto  in  ita- 
liano. 

Nel  Ricordo  di  Ebe  è  Ada  Benini,  Prato,  4855,  in  12°,  ristampato  poi  nel  1865. 
La  versione  è  in  versi  settenàri  italiani. 

—  Terzine  in  morte  di  Giuseppe  Arcangioli. 

Furono  lette  nella  solenne  adunanza  tenuta  dall'Ateneo  Italiano  di  Firenze 
l'anno  1856,  e  poi  stampate  nella  raccolta  intitolata  Adunanza  solenne  ec. 
Firenze,  Tofani,  1856,  in  8.o 

—  Il  Venerdì  Santo,  sonetto. 

Nella  raccolta  di  rime  fatta  per  la  processione  del  Venerdì  Santo  a  Casal- 
Guidi  (Pistoia,  Bracali,  1856,  in  8.°) 

■ —  La  famiglia  cristiana,  sonetto. 

Si  pubblicò,  insieme  ad  un'epigrafe  di  Pietro  Contrucci  per  la  predicazione 
fatta  nel  Duomo  di  Pistoia  dal  P.  Melchiorre  Sclaverani.  (Pistoia,  Tipografia 
Cino,  1857.) 

—  Gesù  in  grembo  a  Maria,  sonetto:  —  Alla  Croce,  ode. 

Nella  raccolta  per  la  processione  del  Venerdì  Santo  fatta  dall'Arcicònfrater- 
nita  della  Misericordia  l'anno  1857.  (Pistoia,  Bracali,  1857.) 

—  S.  Carlo  Borromeo,    sonetto.  Pistoia,  Bracali,    1857,  in 
foglio. 

—  La  Redenzione,  Sonetto. 

Nella  raccolta  per  la  processione  del  Venerdi  Santo  a  Casal-Guidi,  (Pistoia, 
Bracali,  1862). 

- —  Ottave  :  sonetto. 

Stanno  nel  Ricordo  di  Eleonora  Sozzifanti  nata  Contucci.  Pistoia,  Tipogra- 
fìa Cino,  1870,  in  8.° 

—  Ad  Annetta  Heller,  egregia  esecutrice  dell'Opera  la  Fa- 


—  303  — 
vorita  nel  teatro  di  Pistoia,  sonetto.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1870, 
in  fol.  voi. 

È  anonimo. 

—  Pel  primo  Congresso  degli  Agricoltori  italiani,  tenuto 
in  Pistoia  l'anno  1870,  ode  saffica.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1870, 
in  12.° 

Pagg.  A.  Se  ne  fece  poco  appresso  una  seconda  edizione,  nella  quale  si  ri- 
parò ad  alcune  omissioni  incorse  nella  prima. 

—  A  mio  fratello  Niccolò  Sozzifanti,  sonetto. 

Nella  raccolta  stampata  dai  Maestri  del  Seminario  di  Pistoia  per  l'assunzione 
al  Vescovado  di  questa  città  di  Mons.  Niccolò  Sozzifanti,  fratello  dell'autore. 

—  In  morte  di  Antonietta  Scali  nata  Frediani,  sonetto. 

Trovasi  nell'opuscolo  pubblicato  per  la  morte  della  medesima,  col  titolo  II  \Q 
J>ecembre   1872,  Pistoia.  Tip.  Cino,  1872,  in  8.° 

Rossi  Andrea. 

Carmina  in  funere  D.  Francisci  Medices. 

Stanno  nella  raccolta  Urbis  pistoriensis  Monodiae  funerale*,  Florentiae,  1614? 
in  &°,  pag.  26  e  seg.  e  p.  £3. 

Rossi  Matteo. 

Carmina  in  obitu  D.  Francisci  Medices. 

Trovansi  nella  suddetta  raccolta,  pag.  43. 
Rossi-Cassigoli  Bartolomeo. 

Memoria  sui  provvedimenti  utili  contro  gli  incendi. 

È  manoscritta  nell'Archivio  dell'Acc.  Pistoiese  di  Scienze  Lettere  e  Arti, 
Rossi-£assigoli  Filippo. 

Cenni  biografici  di  Eleonora  Sozzifanti  nata  Contucci. 

Stanno  nel  Ricordo  di  Eleonora  Sozzifanti,    Pistoia,  Tip.  Cino,  1870,  in   12. 
Rossi-Meloechi  Cosimo. 

—  Raccolta  delle  Doti  che  annualmente  si  stanziano  nella 
città  di  Pistoia.  Firenze,  Paperini,  1734,  in  4.° 


—  304  — 
Ilossi-llelocclii  Cosimo. 

Della  vera  spirale  o  voluta  del  capitello  Ionico,  Memoria, 
Livorno,  Masi,  1810,  in  4.° 

Ruttati   Giulio. 

Ottave  nella  malattia  del  Granduca  di  Toscana. 

Sono  manoscritte  nella  Bibliot.  Nazionale  di  Firenze,  (Palatina)  nel  cod. 
seg.  CCLL  contenente  rime  diverse  ;  la  prima  ottava  comincia  «  Signor  che 
su  l'aitar  del  sagro  legno  ». 

—  Discorsi  Morali. 

Si  conservano  manoscritti  dal  Sig.  Filippo  Rossi-Cassigoli  di  Pistoia,  appas- 
sionato raccoglitore  di  patrie  memorie:  sono  però  incompleti. 

Salvi  I»k  llichelaragioìo. 

Delle  Historie  di  Pistoia  e  Fazioni  d'Italia  dove  successi 
non  più  uditi  distintamente  si  narrano  ec.  Roma,  1656,  per 
Ignazio  De  Lazari,  tom.  I;  In  Pistoia,  1657,  per  Pier  An- 
tonio Fortunati,  tom.  II;  In  Venezia,  1662,  per  il  Valva- 
sense,  tom.  Ili,  in  4.° 

Notabili  diversità  si  riscontrano  nei  varii  esemplari  di  quest'  opera,  delle 
quali  crediamo  non  inutile  dare  un'esatta  recensione.  Avvertito  l'autore  dei 
gravi  errori  ne' quali  era  ricorso  forse  per  la  troppa  sollecitudine  di  dare 
alle  stampe  il  suo  lavoro,  e  desideroso  di  correggerli  (e  così  avesse  fatto 
in  molti  altri  luoghi  !),  fu  costretto  a  rigettare  i  due  primi  capitoli  del  li- 
bro I  che  finiscono  alla  pag.  25,  e  dar  principio  alla  storia  col  titolo  di  Ap- 
pendice di  varie  cose  antiche  e  moderne  spettanti  alla  città  di  Pistoia  ec;  ed 
innestarla  al  cap.  Ili  della  parte  II  del  lib.  I.  Quest'Appendice  consiste  in 
poche  parole  dette  dall'Autore  ai  Nobiliss.  Sigg.  Pistoiesi.  In  luogo  del  cap.  II, 
si  fa  una  piccola  aggiunta  al  cap.  I  del  lib.  II,  ed  al  V,  ed  al  X,  e  quindi 
si  passa  al  cap.  Ili  della  Parte  I,  del  lib.  I,  pag.  56,  e  si  presegue  la  Storia, 
come  fu  in  principio  ideata  e  formata.  La  Parte  I,  che  converrà  chiamarla 
Appendice  comprende  due  libri,  il  primo  de'  quali  contiene  capitoli  IX,  e 
l'altro  cap.  X.  La  parte  II  è  divisa  in  tom.  II,  e  contiene  cap.  XVII,  cioè  VI 
nel  tom.  I  e  XI  nel  tom.  IL  La  Parte  III  finalmente  prosegue  dal  lib.  XVIII 
fino  al  Lib.  XXIV.  Anche  nel  lib.  I  della  Parte  II  furono  fatte  delle  varia- 
zioni, cioè  fu  mutato  il  frontespizio,  e  quel  che  segue  fino  alla  pag.  16. 
Il  frontespizio  dice  così  :  Delle  Historie  di  Pistoia  di  ec.  Parte  Seconda.  In 
Pistoia  appresso  Pier  Antonio  Fortunati,  senz'anno,  e  vi  fu  apposto  quello 
con  la  dedica  al  Card.  Spada,  in  Pioma  per  Ignazio  de'Lazzari  1656,  con  quel 
che  segue  fino  alla  pag.  17,  e  questo  si  deve  considerare  il  t.  I  dell'opera. 


—  305  — 
Il  tom.  II  tiene  il  seguente  titolo  :  Delle  Bistorta  di  Pistoia,  e  Fazioni  d'I- 
talia t.  II,  ed  è  simile  al  primo  colla  variazione  soltanto  di  tomo  II,  in  tomo  III, 
dedicato  al  Card.  Forteguerra  colla  data  in  Pistoia  1657,  per  Pier  Antonio 
Fortunati,  e  il  tom.  III  quello  stampato  in  Venezia.  Dal  già  detto  si  rileva, 
che  considerar  si  deve  il  tomo  I  dell'opera  quello  dedicato  al  Card.  Spada  : 
il  tom.  II  quello  indirizzato  al  Card.  Forteguerra,  il  tom.  Ili  quello  stampato 
in  Venezia.  Queste  Historic  vanno  dall'anno  del  mondo  20b2  fino  all'anno  1657 
dell'era  volgare.  L'autore  aveva  compilato  anche  il  tomo  IV  che  si  con- 
servò un  tempo  manos.  nel  Convento  dei  PP.  Serviti  in  Pistoia  :  disperso  nel 
saccheggio  Ricciano,  e  poi  non  si  sa  come  recuperato,  si  acquistò  dalla  casa 
Tolomei  ;  venduto  poi  anche  da  questa  famiglia  al  libraio  Molini  di  Firenze, 
passò  in  ultimo  al  Museo  Britannico  di  Londra.  È  però  un  semplice  abbozzo, 
e  contiene  fatti  di  pochissimo  conto;  nonostante  per  amore  delle  cose  pae- 
sane, sarebbe  stato  desiderabile  che  si  conservasse  tra  noi,  anziché  ven- 
derlo, come  fu  fatto,  a  peso  di  carta.  Di  molti  errori  presi  dal  Salvi  si  oc- 
cuparono in  vari  tempi  gli  eruditi  pistoiesi  :  nella  Forteguerriana  esiste  un 
ms.  d'  anonimo,  ma  forse  del  Cav.  Lorenzo  Franchi,  col  titolo  Confutazione 
contro  il  Priorista  dell' Arfaruoli  e  il  P.  Michel.  Salvi  suo  plagiario  :  un'  al- 
tra censura  contro  le  stesse  storie  fatta  dal  Conte  Francesco  Cellesi  si  con- 
servò presso  diversi  nel  passato  secolo.  Il  Dott.  Vincenzo  Agostini  nella  sua 
memoria  intorno  alla  Lettera  di  G.  Viani  sulla  Zecca  di  Pistoia  fa  pure»  men- 
zione di  un  ms.  esistente  allora  in  casa  Amati  col  titolo:  Critica  sopra  i passi 
citati  nella  sua  storia  dal  P.  Salvi  per  provare  l'antichità  di  Pistoia  ec.  Non- 
dimeno l'opera  del  Salvi,  sebbene  non  scevra  di  errori,  sarà  sempre  la  mi- 
glior fonte  a  cui  attingere,  chi  voglfa  aver  piena  conoscenza  di  tutti  i  fatti 
della  storia  pistoiese. 

—  Trionfo    di    Primavera,  Componimento   comico.  Pistoia, 
Fortunati,  1642,  in  4° 

Rarissimo. 

—  Sacri  Hiadi,  ovvero  pianti  di  M.  Vergine  addolorata.  In 
Bologna,  1662,  in  8.° 

Anche  quest'operetta  ascetica  è  piuttosto  rara. 

—  In  Universam  Logicam  Aristotelis  Commentaria. 

Quest'opera,  ignota  anche  al  P.  Zaccaria,  si  conserva  manoscritta  nella  Bi- 
blioteca Forteguerri  ;  è  in  in  di  carte  483,  seg.  216. 

—  Facile  Istruzione  alla  Lingua  Santa. 

Neppur  questo  lavoro  del  Salvi  ricorda  il  citato  P.  Zaccaria.  Anche  questo 
trovasi  nella  Forteguerriana.  È  un  codice  cart.  in  i°  seg.  88,  e  porta  la  data 
di  Roma  1638,  nella  qual  città  pare  che  l'autore  lo  componesse. 

Salvi  Alessandro. 

Nuovo  e  facilissimo  corso  gramm.  lat.  Lucca,  1649,  in  16.° 

Fu  ristampalo  in  Perugia,  nel  1619,  con  correzioni  ed  aggiunte.  Anche  que- 
Capponi,  Bibliogr.  Pisi.  20 


—  306  — 
sto  Alessandro  appartenne  all'ordine  dei  Servi  di  Maria;   e  leggesi  nelle  ag- 
giunte del  Garbio  agli  Annali  dei  Serviti  del  P.  Giani  che  fu  celebre  oratore, 
e  che  lasciò  manoscritte  varie  opere  di  matematica. 

Sansoni  &io.  Batta. 

Poesie  diverse.  In  Pistoia,  nella  Stamperia  di  Gio.  Silve- 
stro Gatti,  1717,  in  8.° 

Scardigli  Can.    Filippo. 

Dante  e  la  filosofia  cattolica  nel  sec.  XIII,  i  dne  Cancel- 
lieri d'Inghilterra  Bacone  da  Verulamio  e  S.  Tommaso  da 
Cantorbery,  opere  di  A.  F.  Ozanam  trad.  in  italiano  dai 
P.  F.  Scardigli.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1844,  in  8.° 

—  Parole  dette  nel  Romitorio  del  Giardino  Puccini  prima  di 
amministrare  la  comunione  pasquale  agli  scolari  ec.  Pistoia, 
Tip.  Gino,  1847,  in  8.o 

• —  Parole  al  popolo  dette  nella  Processione  del  Venerdì 
Santo  fatta  dalla  Confraternita  di  S.  Ausano.  Pistoia,  Bra- 
cali, 1854,  in  8.o 

ScaE?ffaaatoraS  Can.  Gio.  laeop®. 

Dissertatio  an  cunti  regulares  non  habentes  speciale  in- 
dultum  sedis  apostolicae  post  editionem  Sacr.  Concil.  Tri- 
dentini possint  extra  tempora  a  iure  statuto  sacris  ordinibus 
initiari.  Lucae,  Venturini,  1716,  in  4.° 

Alla  opinione  negativa  dell'autore  rispose  con  gagliarde  ragioni  il  P.  Alberto 
Cecchi  professore  di  Teologia  in  Pisa,  col  suo  opuscolo  pubblicato  sutto  il 
pseudonimo  di  Lelio  Ercole  Paolini.  «  De  Ioannis  Iacop.  Scarfantoni  C.  Pi- 
storiens.  dissertatione  an  cunti  regulares  ec.  Lucae,  Marescandoli,  1717,  in  8.°» 
Lo  Scarfantoni  a  difesa  della  sua  prima  dissertazione  rispose  colla  seguente 
dotta  scrittura  : 

—  Apologia  dissertationis  impugnate  per  Laelium  Ercu- 
lem  Paulinura  super  dubio  an  cucti  regulares  ec.  Lucae, 
Marescandoli,  1718,  in  8.° 

In  questa  apologia,  giustificati  primieramente  alcuni  fatti  e  alcune  supposi- 
zioni, passa  T  autore  a  confermare  1'  opinione  sua  con  nuove  reflessioni  e 
dottrine,  ribattendo  gli  argomenti  del  detto  avversario,  e  allegando  tra  molte 


—  307  — 
altre  decisioni  e  decreti  un  rescritto  negativo  della  Saera  Congregazione  del 
Concilio. 

—  Animadversiones  ad  lucubrationes  canonicales  Francisci 
Ceccoperii.  Lucae,  17,23,  typis  Leonardi  Venturini,  t.  1:  — 
Lucae,  1722,  ex  eadem  typog.  t.  2  :  —  Lucae,  1707,  ty- 
pis Marescandoli,  t.  3,  in  foglio. 

Il  primo  volume  è  dedicato  al  Card.  Carlo  Agostino  Fabroni,  il  secondo  al 
Card.  Battista  Tolomei,  il  terzo  ai  Card.  Gio.  Antonio  Guadagni.  È  questo 
un  dotto  lavoro,  che  procacciò  al  suo  autore  fama  di  esimio  canonista. 

—  In  Pisciens.  quartae  canonicae  prò  Illustriss.  et  Reve- 
rend.  Donato  Archangeli  Epis.  Piscienti  cum  RR.  Moniali- 
bus  S.  Aunae  de  Monte  Carolo  ec.  Pistoni,  Bracali,  1768, 
in  4.° 

—  Dissertazione  sull'  origine  degli  Arcidiaconi. 

Op-sra  tuttora  inedita,  e  che  è  ricordata  da  Atto  Vannucci  nella  biografìa 
dello  Scarfantoni,  Questi  nacque  in  Pistoia  nel  1674,  e  fatti  i  primi  studi 
in  patria  fu  laureato  all'  università  di  Pisa  nell'  uno  e  nell'  altro  diritto. 
Ma  vago  di  sempre  più  approfondirsi  negli  studi  legali,  fu  a  Lucca,  e  quindi 
a  Firenze,  e  a  Roma  nel  1702,  e  in  quest'ultima  città  rimase  cinque  anni,  ed  ivi 
si  procacciò  la  stima  dei  più  grandi  nelle  scienze  canoniche,  che  ebbe  sem- 
pre in  gran  numero  quella  città.  Tornato  in  patria  vi  fu  eletto  canonico  della 
Cattedrale,  poi  proposto,  e  finalmente  vicario  generale  della  diogesi,  carica 
che  tenne  fino  alla  morte  avvenuta  nel  174£.  Fu  ricco  di  molte  virtù,  e  so- 
prattutto fu  tanto  modesto,  che  vuoisi  rifiutasse  il  vescovado  di  Pistoia  of- 
fertogli da  Cosimo  III.  Si  veda  la  biografia  scritta  da  Atto  Vannucci,  e  pub- 
blicata dal  Tipaldo,  tomo  VI. 

gcarfan tosai  ÌPoisspeo. 

Memorie  singolari  della  città  di  Pistoia. 

Si  conservarono  un  tempo  manoscritte  presso  il  Dottor  Bernardino  Vitoni, 
erudito  antiquario  pistoiese  ;  ora  le  credo  disperse.  L'  autore  riportava  in 
esse  un  estratto  di  tutti  i  libri  della  cancelleria  pubblica  del  Comune,  e  di 
quella  dell'  opera  di  S.  Iacopo. 

Scarpelli  Filinpo. 

Rime. 

Sono  cinque  sonetti,  ed  alcuni  versi  latini  e  stanno  nella  raccolta  che  fu 
fatta  dal  P.  Narducci  pistoiese  pei  funerali  celebrati  in  questa  città  a  Fran- 
cesco I  dei  Medici,  stampata  col  titolo  «Urbis  Pistoricnsis  monodiae  funerales» 
Florcnliae,  1614,  m  £.° 


—  308  -  • 

—  V  Agnese  di  Filippo  Scarpelli.  In  Roma,  appresso  Bar- 
tolomeo Zainetti,  1618,  in  8.° 

È  dedicato  alla  Santità  di  Papa  Paolo  V.  Alla  dedicatoria  segue  una  lettera 
al  Cardinale  Borghese,  V  avviso  ai  lettori,  l' invenzione  dell'  autore,  quindi 
altra  carta  con  un'  immagine  di  S.  Agnese  :  tutto  questo  è  contenuto  in  8 
carte  senza  namerazione.  Alla  cart.  9  segue  il  poema,  che  è  in  ottava  rima, 
e  diviso  in  cinque  canti,  e  va  fino  alla  pag.  145  :  nella  seguente  si  contiene 
V  errala. 

—  Ottave  sopra  le  Litanie  della  Madonna  di  Loreto  di  Fi- 
lippo Scarpelli  ec.  In  Pistoia,  per  Pier  Antonio  Fortuna- 
ti, 1623,  in  4.o 

Ha  carte  16.  Nelle  prime  quattro  oltre  il  frontespizio,  si  contiene  la  dedica 
alla  umilissima  e  gloriosissima  Imperatrice  del  Cielo  ;  V  avviso  al  lettore,  ec. 
Le  ottave  cominciano  alla  cart.  5. 

—  Theonenia,  cioè  versi  in  lode  del  Crocifisso  e  morto  Gesù 
Christo  ec.  In  Pistoia,  appresso  Pier  Antonio  Fortuna- 
ti, 1624,  in  4.o 

Cart.  18  senza  numerare,  con  dedicatoria  Alla  clarissima  et  illustrìssima  si- 
gnora Virginia  Bondini-Rinuccini  Commissaria  di  Pistoia. 

—  Settennario  di  virtù  simboliche.  In  Pistoia,  per  Pier  An- 
tonio Fortunati,  1633,  in  4.° 

Filippo  Scarpelli  fu  dottore  in  ambo  le  leggi,  professore  di  Teologia,  proto- 
notario  apostolico,  e  vicario  generale  di  Mons.  Arcivescovo  di  Ravenna. 

SéartabellS  Cesare. 

Alle  arti  canzone.  Firenze,  tip.   Galileiana,    1836,    in   8.° 

Questa  canzone  fu  scritta  in  occasione  del  quadro  «  La  Congiura  dei  Pazzi  » 
dipinto  da  Cesare  Mussini  :  vi  sono  uniti  alcuni  versi  di  Luigi  Tonti  pistoiese 
a  Lorenzo  Bartolini,  e  tanto  gli  uni  che  gli  altri  sono  ricordati  con  molta 
lode  nel  Dizionario  Estetico  di  Niccolò  Tommaseo. 

—  Delle  Lodi  di  Raffaello  Zei  eroe  di  Curtatone.  Discorso. 
Firenze,  Passigli,  1848,  in  8.° 

Fanno  seguito  al  discorso  alcune  poesie  di  Raffaello  Zei,  ed  altro  discorso 
di  anonimo  in  commemorazione  del  medesimo. 

—  Discorso  in  commemorazione  della  grandezza  morale  di 
Cristoforo  Colombo.  Firenze,  Le  Monnier,  1848,  in  8.° 

■ —  Discorso  in  commemorazione  di  S.  Caj'lo  Borromeo.  Fi- 
renze, Le  Monnier,  1848,  in  8.° 


—  309  — 

—  Discorso  in  commemorazione  di  Federigo  Gonfalonieri. 
Firenze,  Le  Mounier,  1848,  in  8.° 

—  Delle  lodi  di  Niccolò  Giorgetti.  Discorso.  Firenze,  Tip. 
italiana,  1850,  in  8.° 

—  Tre  discorsi  in  commemorazione  di  G.  Contarmi,  M.  A. 
Seneca,  e  P.  Pisani.  Firenze,  tip.  Ital.  1850,  in  16.° 

—  Elogio  di  Cosimo  Frediani.  Firenze,  Tip.  Naz.  1851, 
in  16.o 

—  Discorso  in  commemorazione  di  Dante  Alighieri.  Firen- 
ze, Tip.  Nazionale,  1851,  in  16.° 

—  Biografia  di  Lorenzo  Bartolini.  Firenze,  tip.  Naz.  Ita- 
liana, 1852,  in  16.o 

—  Discorso  in  commemorazione  di  S.  Bernardo  da  Men- 
tane. Firenze,  tip.  Naz.  Ital.  1852,  in  16° 

—  Discorso  in  commemorazione  dì  Vittorio  Alfieri,  Firenze, 
Barbèra,  1856,  in  16.° 

—  Discorso  in  commemorazione  di  Michelangelo  Buonar- 
roti. Firenze,  Bencini,  1856,  in  16. 

Scolorito  (accademico).     . 

Epitalamio  nelle  nozze  degli  Illustriss.  Signori  Co.  Fran- 
cesco Oddi  e  Maria  Vittoria  Banchieri  dello  Scolorito  tra 
gli  accademici  Risvegliati  di  Pistoia.  In  Bologna,  per  li 
Manolessi,  1678,  in  foglio, 

Segni  Giuliano. 

Questio  de  Gangrenae  et  sphaceli  curatione  ab  Excellentiss. 
Philosopbo  ac  medico  fior,  ex  colloquiis  et  controversiis  a 
Iuliano  Signi  Pistoriensi  chirurgo  familiariter  cura  pluri- 
mis  doctoribus  in  S.  Mariae  Novae  xenodocbio  habitis,  col- 
lecta  et  in  ordinem  prò  conciliandis  auctoribus  conscripta 
eiusdem  Juliani  limitationibus  et  ampliationibus  recognita, 
per  Io.  Castellinum  chirurgmn  in  lucem  edita.  Floren- 
tiae  1613,  ex  typog.  Marescotti,  in  8.° 

In  fine    del    libro  v'  è  del    medesimo    Scimi  una  Dissertazione  intitolata  De 


—  310  — 

ossiiim  capilis  ocoultis  noscendis  lesionibus  secundum  Hippocratis  tabulas.  l\ 
Targioni  poi  nella  sua  opera  Notizie  degli  ingrandimenti  delle  Scienze  fisiche 
in  Toscana  ricorda  dello  stesto  autore  come  esistente  nella  Magliabechiana 
una  Risposta  ad  una  perizia  di per  una  ferita  di  testa. 

Selfioiri  Marcellino. 

Sonetto. 

Sta  in  principio  alle  rime  di  Bonaccorso  da  Montemagno  pubblicate  da  Nic- 
colò Pilli,  Roma,  Biado,  4559,  in  8.0 

Sensi  P.  Vincenzo. 

Nel  giorno  lietissimo  che  Mons.  Enrico  Bindi  assumeva 
il  Ministero  Episcopale  della  Diogesi  di  Pistoia.  (Canzone) 
Pistoia.  Soc.  tipografica  pistoiese,  1867,  in  16.° 

bestini  Bartolomeo. 

Poesie  estemporanee  di  Solimano  Erbosetti,  ossia  Bartolomeo 
Sestini  raccolte  da  alcuni  suoi  amici.  Roma,  De  Roma- 
nis,  1815,  in  8.° 

—  L'Incendio  di  Mosca,  Canto  improvvisato.  Firenze,  Fab- 
brini,  1816,  in  4°   pica 

—  La  P,ia  leggenda  romantica.  Ravenna,  1825,  in  8.° 

Prima  edizione,  che  va  sotto  il  pseudonimo  di  Giorgio  Serighi. 

—  La  stessa.  Firenze,  presso  G.  Molini,  1825.  in  24mo 

Sta  nel  libro  intitolato  Novelle  Romantiche  ed  è  preceduta  dall'  lldegonda  e 
dalla  Fuggitiva,  novelle  di  Tommaso  Grossi.  Di  questa  edizione  vi  sono  e- 
semplari  in  carta  inglese,  e  in  carta  d'  Annonay  colorata. 

—  La  stessa.  Roma,  1825,  in  16.° 

—  La  stessa.  Firenze,  Formigli,  1825,  in  24° 

—  La  stessa.  Firenze,  Ciardetti,  1825,  in  32.° 

Di  questa  edizione  si  hanno  belli  esemplari  in  carta  color  di  rosa. 

— >  La  stessa.  Livorno,  Vignozzi,  1829,  in  12.° 

—  La  stessa.  Livorno,  per  lo  stesso,  1830,  in  4.° 

E  inserita  nell'  Antologia  Romantica,  raccolta  per  cura  di  F.  D.  Guerrazzi. 

—  La  stessa.  Bologna,  Tip.  di  S.  Tommaso  di  Aqui- 
no, 1837-38,  in   16.o 

È  inserita  nel  voi.  X  delle  Cento  settimane  dilettevoli  ossia  Raccolta  di  No- 
velle morali,  storiche,  romantiche,  ec.  tratta  dai  migliori  autori.    Ed.   con  fìg. 


—   311    — 

—  La  stessa.  Palermo,  Gio.  Pedone,  1843,  in  12.° 

In  questa  ediz.  l'autore  è  chiamato  per  errore  Benedetto,  anziché  Bartolomeo. 

—  La  stessa.  Palermo  Gio.  Pedone,  1843,  in  18.° 

In  questa  edizione  è  chiamata  novella  in  versi,  e  l'autore,  al  solito,  Benedetto. 

—  La  stessa.  Milano,  Borroni  e  Scotti  1844,  in  16.° 

Ed.  con  figure,  che  è  inserita  nel  Florilegio  di  scelte  Novelle  romantiche  italiane. 

—  La  stessa.  Palermo,  1844,  in  18.° 

È  nel  libretto  intitolato  Tre  novelle  in  versi  tra  cui  vi  è  la  Fuggitiva  di  Tom- 
maso Grossi,  e  il  Corsaro  di  Lord  Byron  tradotto  dall'  inglese. 

—  La  stessa,  preceduta  da  una  notizia  sulle  maremme  to- 
scane. Firenze,  nello  stabilimento  Chiari,  1846,  in  4.°  gr. 

Edizione  la  più  magnifica  e  la  più  bella  di  questa  poetica  leggenda.  Al  fron- 
tespizio figurato  e  litografato  a  penna,  succede  una  prefazione  ai  lettori  de- 
gli editori  Ferdinando  e  Gaetano  fratelli  Chiari,  a  cui  tengono  dietro  le  No- 
tizie sulle  maremme  toscane  dettate  con  molta  dottrina  da  un  anonimo,  ed 
arricchita  di  note  poste  a  pie  di  pagina,  alle  quali  è  anteposta  una  carta 
geografica  delle  stesse.  Segue  la  leggenda,  ornata  di  otto  litografie. 

—  La  stessa.  Milano,  Borroni  e  Scotti,  1848,  in  12.° 

Anche  in  questa  edizione  1'  autore  è  chiamato  Benedetto. 

—  La  stessa.  Firenze,  presso  Giacomo  Moro,  1857,  in  32.° 

Sta  insieme  alla  Fuggitiva,  e  Ulrico  e  Lida,  novelle  di  Tommaso  Grossi. 

—  La  stessa.  Livorno,  G.  Batta  Rossi,  1862,  in  12.° 

—  Poesie  edite  ed  inedite.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1840,  in  12.° 
voi.  2. 

Ed.  postuma,  curata  da  Atto  Vannucci,  il  quale  vi  premise  una  notizia  bio- 
grafica dell'  autore. 

ftlngilttildE  CosfaEfttfino. 

La  CometograMa,  Discorso  intorno  alla  cometa  dell'anno  1618. 
Firenze,  1618,  in  4.° 

Sinodi. 

Ermanno   Vescovo  di  Pistoia.    Constitutiones  Dioecaesanae 
pistoriens. 

Furono  la  prima  volta  pubblicate  nella  raccolta  dei  Concili  edita  dallo  Zat- 
ta,  Venezia,  1782,  toni.  XXV. 


—  312  — 

—  Lattauzi  Lattanzio.  Decreta  Diocaes.  Synodi  Pist.  hai. 
ann.  1586. 

—  Caccia  Alessandro.  Pistoriens.  Diocaes  Synodi  Lab.  an- 
no 1625.  Pistoni,  1627,  in  4.° 

—  Rinuccini  Francesco.  Synodus  Pistoriens.  bab.  anno  1662 
Pistoni,  1662,  in  4.<> 

■ —  Gberardi  Gherardo.  Synodus  Pistoriens.  hab.  anno  1680. 
Lucae,  1680,  in  4.° 

—  Lo  stesso,  hab.  a.  1682,  Pistoni,  1682,  in  4.° 

—  Lo  stesso,  hab.  a.  1685.  Pistoni,  1685,  in  4.° 

—  Cortigiani  Michele.  Synodus  Pistoriens.  hab.  an.  1707. 
Pistorii,  1707,  in  4.° 

—  Bassi  Colombino.  Synodus  pistoriens.  hab.  a.  1721.  Flo- 
rentiae,  1722,  in  4.° 

— -  Ricci  Scipione.  Atti  e  Decreti  del  Concilio  Diocesano 
di  Pistoia  dell'  anno  1786.  In  Pistoia,  per  Atto  Bracali, 
senz'  anno  (ma  1788),  in  4.° 

Con  ritratto  in  rame  di  Mons.  Ricci,  ed  un  altro  rame  rappresentante  l'interno 
della  Chiesa  di  S.  Leopoldo  cogli  intervenuti  al  Sinodo.  Fu  ristampato  in 
Firenze,  presso  Giuseppe  Pagani,  1788,  in  4,°  ma  non  vi  è  unito  il  rame 
rappresentante  il  Sinodo.  Sebbene  questi  Atti  sieno  sottoscritti  da  Carlor 
Mangoni,  si  crede  che  fossero  stesi  dall'Ai).  Pietro  Tamburini  promotore  del 
Sinodo  e  da  Vincenzo  Palmieri  prete  dell'  oratorio  :  ma  forse  vi  ebbe  mano 
anche  il  nostro  P.  Ferdinando  Panieri. 

Soflfredi  dei  Grazia. 

Volgarizzamento  dei  Trattati  Morali  d'Albertano. 

V.  Ciampi  Sebastiano. 
Soldati  Matteo. 

L'  arte  rettorica,  Pistoia,  Bracali,  1804,  in  8.° 

Opera  dedicata  a  Mons.  Francesco  Frosini  Vescovo  di  Pistoia. 

—  Alle  fauste  nozze  della  nobil  Chiara  Puccini  col  Cav. 
Onofrio  Conversini.  Pistoia,  Bracali,  1807,  in  8.° 

Sono  alquante  ottave.  Di  questa  edizione  si  trovano  esemplari  in  carta  tur- 
china. 


—  313  — 
— -  Lo  Sposalizio  di  Isacco  e  dì  Rebecca,  componimento  dram- 
matico   per  le  nozze  Rospigliosi  e  Puccini,  Pistoia,  Braca- 
li, 1807,  in  4.° 

—  Pio  Vif  Pont.  Max.  e  civitate  genuensi  Romam  Reduci. 
Pistorii,  Bracali,  1815,  in  4.° 

—  Lezioni    di    Sacra    Eloquenza .    Pistoia,    Bracali,    1817, 
in  8.o   voi.  3. 

Quest'  opera  è  divisa  in  quattro  parti  :  nella  prima  tratta  delle  doti  che  si 
richieggono  in  colui  che  intraprende  l'altissimo  ministero  della  parola  ;  nella 
seconda  addita  i  fonti  dove  debbansi  attingere  le  prove  a  convalidare  le 
dottrina  evangelica  j  nella  terza  dei  precetti  intorno  al  modo  col  quale  vo- 
glionsi  istruire  le  varie  classi  della  umana  società  ;  nella  quarta  tien  propo- 
sito della  disposizione  oratoria,  della  elocuzione,  della  memoria  e  della  pro- 
nunziazione.  Ma  forse  il  disegno  dell'  opera  è  più  bello  dell'  esecuzione. 

—  Ellogium  Iosephi  Puccini.  Pistorii,  Bracali,  1818,  in  4.° 

—  Rime. 

In  molte  raccolte,  ma  non  credo  debbasene  fare  gran  conto. 

—  Traduzione  delle  favole  del  Bertola. 

Manoscritta,  inedita,  ma  ignoro  dove  esista.  Questa  traduzione  è  scritta  con  as- 
sai venustà,  tanto  che  il  Bertola  stesso,  quando  l'ebbe  letta,  così  disse  al  Pa- 
gnini  che  gliel'  avea  presentata  «  La  traduzione  di  questo  vostro  Soldati, 
che  mi  duole  di  non  conoscere,  mi  sembra  l'originale,  ed  il  mio  originale 
una  debole  traduzione. 

—  Sonetti  di  Luigi  Clasio  tradotti  in  italiano. 

Manoscritto  inedito.  Di  questa  traduzione  fatta  con  eguale  grazia  e  facilità 
così  parla  il  chiariss.  G.  B.  Zannoni  nel  giudizio  che  ei  dette  a  stampa  sulle 
favole  e  sonetti  del  Clasio.  «  Fa  anche  l'elogio  di  questi  sonetti  l'averli  tutti 
voltati  in  latino  il  chiariss.  Sig.  Abate  Matteo  Soldati.  Noi  abbiamo  già  avuto 
l'agio  di  bene  esaminare  questo  lavoro,  e  l'abbiamo  trovato  elegante,  fedele, 
degno  in  una  parola  d'uno  che  sia  com'egli  era  a  confessione  di  tutti,  peri- 
tissimo dei  latini  scrittori. 

—  Osservazioni  sulla  traduzione  di  Catullo  fatta  dal  Ca- 
vaiier  Tommaso  Puccini. 

Manoscritta  nella  Biblioteca  Forteguerri,  nel  Cod.  miscellaneo  seg.  34.1.  Mat- 
teo Soldati  nacque  a  Piteglio,  nella  montagna  pistoiese  nel  47S0.  Fu  profes- 
sore di  retlorica  e  poi  di  sacra  eloquenza  nel  Seminario  Vescovile  di  Pistoia  : 
morì  nel  4822.  Ne  scrisse  la  Biografia  Giuseppe  Arcangeli,  che  puoi  trovare 
nelle  di  luì  Prose  e  Poesie,  tom.  2,  e  nella  Biografìa  edita  da  E.  Tipaldo, 
tomo  IV. 


—  314  — 
Sozomeno  Canonie». 

Chrcmica  ab  orbe  coudito  usque  ad  annum  1455. 

Ne  diede  già  un  saggio  il  Muratori  nella  sua  celebre  collezione  Rerum  Ita- 
licarum  Scripiores,  tom.  16,  pag.  1059.  Egli  si  limitò  a  pubblicarne  un  brano 
della  più  moderna,  dal  1362  cioè  al  U10,  con  l'idea  che  l'ordine  cronolo- 
gico con  cui  era  distesa,  contribuisse  a  farla  meglio  tenere  a  memoria.  Ma 
forse  non  credè  di  dover  far  gran  conto  di  questa  cronaca,  sia  perchè  non 
ne  conobbe  che  la  porzione  meno  interessante,  e  perchè  gli  furono  ignoti 
tutti  gli  altri  meriti  del  Sozomeno. 

Questo  lavoro  è  diviso  in  tre  grandi  serie  ;  la  prima  comincia  da  Adamo  sino 
a  Belo;  la  seconda  da  Belo  sino  alla  nascita  di  Gesù  Cristo;  con  una  sud- 
divisione riguardante  la  storia  romana  ;  la  terza  da  Cesare  sino  al  secolo  XV. 
Un  prospetto  di  Storia  universale  ridotto  a  sistema  cronologico,  come  questo 
del  Sozomeno*  non  aveva  fin  allora  altro  esempio,  quantunque  molti  prima  di 
lui  scritto  avessero  cronache  universali  o  particolari  ;  e  non  è  a  dubitarsi 
che  se  il  Muratori  avesse  conosciuto  il  tratto  più  moderno  fino  al  1455, 
trovato  dal  Ciampi,  quello  appunto  che  il  Sozomeno  scrisse  come  storico 
contemporaneo,  egli  non  avrebbe  concepito  miglior  idea  del  nostro  autore. 
Questa  cronaca  insieme  agli  altri  libri  del  Canon.  Sozomeno  si  conservò  un 
tempo  nell'Archivio  del  Comune,  e  spesso  fu  consultata  e  se  ne  giovarono 
pei  loro  studi  vari  storici  del  tempo.  Nel  1474  Leonardo  Dati,  stato  già  sco- 
lare del  Sozomeno,  chiese  al  Comune  ed  ottenne  di  poterla  copiare.  Nel  1484 
Bartolomeo  Scala  segretario  della  Repubblica  fiorentina  con  idea  di  servir- 
sene per  l'istoria  di  Firenze  che  stava  scrivendo,  domandò  di  poterne  estrarre 
la  terza  parte:  lo  che  gli  fu  concesso.  Nel  1487  un  tal  Gio.  Filippo  di  Mae- 
stro Simone  chiese  ed  ottenne  di  potere  estrarre  con  altri  libri  hisiorias  do- 
mini Zombini,  (iib.  di  provv.  e  Riforme  dal  1476  al  1512,  e  dal  1843  al  1492 
EeU'Àreh.  Com.  di  Pistoia).  Questa  condiscendenza  nel  prestare  questo  e  al- 
tri codici,  e  la  poca  cautela  nell'introdurre  chiunque  nella  libreria,  fu  causa 
che  si  perdettero  non  solo  questa  cronaca,  ma  anche  la  storia  di  Pistoia  di 
Ciannozzo  Manetti,  e  la  maggior  parte  de'libri,  che  componevano  la  Biblio- 
teca dei  Sozomeno.  (1)  Dopo  la  dispersione  della  Cronaca  dall'archivio  pi- 
stoiese, un  solo  esemplare  si  conosce  completo,  ed  è  iì 

Codice  Valicano, 
segnato  di  n.°  7272  tra  i  latini.  Questo  è  senza  dubbio  il  più  importante  di 
tutti  gli  altri  codici  che  si  conoscono,  non  solo  perchè  intiero,  ma  perchè  si 
estende  fino  all'anno  1455  dell'era  volgare  ;  sicché  abbiamo  qui  45  anni  di 
più  che  nel  codice  restiano  che  servì  al  Muratori.  Fu  scritto  in  Pistoia  nel 
1472,  come  si  legge  nell'ultima  parte,  essendo  diviso  in  tre  parti.  Nella  prima 
si  vede  nel  frontespizio  l'arme  della  Piovere,  ed  in  fine  della  parte  terza 
si  legge   «  Fini    secundi  voluminis  chronicae  Sozomeni  presbyteri  pistoriensis 

(1)  Il  P.  Zaccaria  nella  Bibliol.  Pistoriens.  pubblicò  il  catalogo  esatto  dei 
Codici  che  componevano  la  biblioteca  del  Sozomeno,  quali  furono  trovati  alla 
morte  di  lui.  I  pochi  salvati  alla  dispersione  si  conservano  ora  nella  For- 
teguerriana. 


—  315  — 
ab  originali  tra&criptae  Pìstorii  anno  D.  1472.  »  Quest'ultima  parie  è  inte- 
ressantissima non  tanto  per  le  notizie  politiche  e  militari  dell'età  in  cui  visse 
l'autore,  quanto  anche  per  la  storia  delle  lettere  e  delle  belle  arti,  dandovisi 
conto  dei  letterati  e  degli  artisti  di  nome  che  allora  fiorivano.  Il  Ciampi, 
nella  vita  del  Sozomeno,  pubblicò  il  sommario  dei  capitoli  del  tratto  che 
corre  dal  1410  al  1455,  non  avendo  avuto  comodo  di  trascrivere  tutta  la 
detta  continuazione  per  pubblicarla,  com'era  suo  desiderio.  Il 

Codice  della  Libreria  Chigìana 
in  Roma  arriva  dal  principio  del  mondo  fino  all'anno  di  Roma  224.  È  in 
pergamena,  scritto  elegantemente,  con  ricche  miniature  nel  principio,  e  (con 
le  armi  delia  casa  Piccolomini,  ed  in  fine  è  scritto  :  TE^qS  primi  volumi 
operi  Sozomeni  pistortensis  finii  feliciter.  Trascriptum  Pislorii  an.  D.  1475. 
K  septembris.  Questa  è  senza  dubbio  la  copia  che  il  celebre  Leonardo  Dati, 
stato  già  scolare  del  Sozomeno,  chiese  ed  ottenne  di  poter  fare  nel  1474. 
Leggesi  infatti  in  un  libro  di  provvisioni  dell'anno  1475  conservalo  nell'Archi- 
vio del  Comune  di  Pistoia:  «  Venia  data  est  Leonardo  Dalo  Secretano  apo- 
stolico trarscribendi  librum  hisloriarum  editino  et  compositum  per  bonae 
memariae  dominimi  Sozomenum  olim  canonicum  et  eivem  pistorieusem.  Il 

Codice  Ambrosiano. 
Questo  è  diviso  in  due.  volumi:  il  primo  comincia  dalla  creazione  del  mondo, 
ed  arriva  a  Giulio  Cesare  :  il  secondo  si  estende  dalla  nascita  di  Gesù  Cri- 
sto fino  alia  elezione  di  Papa  Bonifazio  VIII.  il 

Codice  Piestiano 
così  chiamato  dal  Muratori,  perchè  posseduto  dal  Sig.  Gio.   Resta  in  Roma. 
Questo    è  intitolato    Presbyhcri  Sozomeni  pistortensis  Hisloriarum   fragmenla 
usque  ad  annum.  1410.  Vi  sono  anche  i  titoli  dei  capitoli  fino  al  1455. 

Codice  Fabroniano 
comincia    dalla    creazione    del   mondo,  e    si   estende    fin    oltre    all'  anno    del 
mondo  4985.  È  scritto  da  mani  diverse,  ma  in  parte  è  autografo,  confron- 
tandosi il  carattere    con  alcune  postille,  soscrizioni  e  copie  di    codici,  con- 
servati nella  Forteguerriana,  fatte  certamente  di  mano  del  Sozomeno. 

Codice  Laurenziano. 
Questo  non  oltrepassa  l'anno  1292  dell'era  volgare.  Iu  fine  vi  si  legge  questa 
nota  :  «  Petrus  Medices  Cosnii  Filius  ut  palernarum  rerum  susceplor  locuple- 
tissimus,  ila  et  religionis  et  pielatis  eiusdem  Itaeres  felicissimus  nobis  canonie is 
Regularibua  insigne  hunc  hisloriarum  librum  dono  hodie  dedit  HI  idus  Ianua- 
rias  MCCCCLXVJ,  cui  coelesli  ac  sempiterni  praemi  mercedem  redde  Deus 
oplime  Maxime,  luque  dive  Bartholomaeus  qui  huic  tempio,  hisce  aedibus  prue- 
side».  »  Appartenne  alla  Badia  di  Fiesole.  Ha  in  bella  miniatura  l'arme  del 
Comune  di  Pistoia  ;  e  da  ciò  potrebbe  credersi  che  questo  fosse  l'esemplare 
regalato  ai  Medici  dallo  stesso  Sozomeno,  e  non  già  che  appartenesse  al  Co-^ 
mune  di  Pistoia,  come  opinò  il  Ciampi. 

—  Regulae  Grammaticae. 

Quest'operetta  è  registrata    dal  P.  Zaccaria  nel  catalogo  dei  libri  del  Sozo- 


—  316 
meno,  pubblicato  nelia  Biblici.  Pistoriens.  Forse  fu  scritto  dall'autore  meli 
tre  occupava  in    Firenze  la    cattedra  di  Grammatica    e  di  Rettorica  intorno 
al  1419. 

11  canonico  Sozomeno  celebre  letterato  e  grecista,  nacque  in  Pistoia  nel  1387, 
morì  nel  1^58,  ai  29  di  Giugno.  È  tuttora  incerto  qual  sia  il  vero  nome  di 
questo  celebre  letterato.  Vogliono  alcuni  che  egli  sia  della  casata  dei  Sozo- 
meni  (famiglia  che  non  è  mai  esistita  in  Pistoia)  :  altri  che  così  gli  fosse  po- 
sto nome  al  battesimo.  Il  Ciampi  crede  ch'egli  si  chiamasse  Girolamo,  nome 
ridotto  per  sincope  in  Giorno,  e  per  diminutivo  in  Giomino,  cambiati  poi 
per  corrompimento  popolare,  come  avviene,  in  Zomo,  Zomino,  Zombino,  Zam- 
bino,  Zomeno,  di  che  si  hanno  esempi  in  moltissime  memorie  del  tempo.  So- 
spetta poi  che  egli  cambiasse  il  volgare  suo  nome  di  Zomino  o  Zomeno  in 
quello  di  Sozomeno,  per  una  certa  conformità  al  greco  antico  storico  di  que- 
sto nome,  e  per  mantenere  una  nomenclatura  prossima  al  modo  eon  cui  era 
generalmente  chiamato;  sembrando  più  lontana  da  quella  il  nome  di  Giro- 
lamo, che  ebbe  fin  dalla  nascita.  Ma  forse  non  è  improbabile,  io  aggiungerò, 
che  si  facesse  chiamare  Sozomeno,  cioè  salvato  dalla  morte,  per  la  superata 
infermità  che  lo  afflisse  al  tempo  della  pestilenza  che  fece  tanta  strage  in 
Firenze  nel  1400,  mentre  egli  quindicenne,  era  alla  scuola  di  M.  Antonio  di 
Scr  Salvi,  come  si  legge  nella  sua  cronaca  :  «  Sozemenus  huius  cronicae  au- 
ctor  de  mense  Iulii  peste  gravatus,  vix  et  cum  maximis  doloribus  post  diutur- 
na,™ ìnfirmitatem  liberaiur.  >>  Per  le  notizie  biografiche  di  lui,  oltre  quel 
poco  che  ne  dicono  gli  storici  Arfaruoli,  Dondori,  Salvi,  Fioravanti  ce,  è  da 
consultarsi  la  prefazione  che  il  Muratori  pose  avanti  al  saggio  da  lui  pub- 
blicato della  Cronaca  Sozomeniana  ;  il  P.  Zaccaria  nella  Bibliot.  Pistoriens. 
e  soprattutto  le  Notizie  del  Canonico  Sozomeno  di  S.  Ciampi.  Pistoia,  1810, 
in  8.° 

SozzifoutS  Atto. 

Ludi  natalitii  in  adniversario  Natae  Deiparae.  Romae , 
Mascardi,  1630,  in  4.° 

Così  ricordata  dal  P.  Zaccaria. 

—  Augurio  di  felicissimo  viaggio  alle  galere  del  Serenis- 
simo Granduca  di  Toscana  Ferdinando  II,  Ode  del  Cav.  Atto 
Sozzifanti.  In  Pisa,  per  Francesco  Tanagli.  1635,  in  4.° 

La  pag.  dopo  il  frontespizio  è  bianca  :  vicn  quindi  la  dedica,  ed  alla  carta 
terza  comincia  senz'akun  titolo  l'ode,  che  occupa  cart.  otto,  e  così  in  tutto 
cart.  dieci.  Il  frontespizio  e  le  pagine  sono  circondate  da  un  doppio  fregio 
in  rame. 

Sozzifarati  P.  Frane.  Giuseppe. 

Breve  ristretto   della   Santa   vita   e  patrocinio  glorioso  di 


—  347  — 
S.    Liborio    vescovo  e  confessore    ec.   Pistoia,    all'  insegna 
della  fortuna,  1688,  in  12. 

Sotto  il  pseudonimo  di  Crescente  Romolo  Tebertelli.  Il  Cinelli  che  registrò 
questo  libro  nella  sua  ììibliot.   Volante  cadde  in  due  errori  e    collo  scrivere 
Terbctelli,  invece  di  Tebertelli,  e  col  porre  1'  anno  4668,  invece  dell'  anno 
1688.  Questo  Sozzifanti  appartenne  alla  compagnia  di  Gesù. 


Sozzifanti  Ippolito. 


Ca 


nzone. 


Sta  nella  raccolta  intitolata  Componimenti  recitati  nella  solenne  adunanza  del- 
l' Accademia  di  varia  Letteratura.  Pistoia,  Bracali,   1746,  in  l.° 

Spinelli  P.  Rocco. 

Disputa    di   Gesù   fanciullo"  nel  tempio  co1  dottori,  rappre- 
sentazione sacra. 

Manoscritta  nella  Forteguerriana,  cod.  cart.  del  Sec.  XVII  seg.  106. 

Statistica  della    Diogesi  del  compartimento  pistoiese  ne- 
gli anni  1838,  e  1848.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1850,  in  8.° 

È  corredata  di  una  carta  topog.  della  città  di  Pistoia. 
Statati. 

■ —  Statuta  Civitatis  Pistoni  an.  1107. 

Furono  pubblicati  da  Uberto  Benvoglienti  nel  tomo  IV  della  Raccolta  del 
Muratori  Anlicjuilates  Italiae  Medii  Aevi,  Mediolani,  1741.  Li  riprodusse  poi 
il  P.  Zaccaria  nella  collezione  Anecdolorum  Medii  Aevi,  Aug.  Taurinorum,  1735. 

—  Statuta  civitatis  Pistorii,  Florentiae,  apud  Iunctas.  1534 
in  fol. 

—  Leges  municipales  Pistoriensium.  Florentiae,  1613,  in  fol. 

—  Leges  municipales  Pistoriensium.  Florentiae,  1682,  in  fol. 

—  Riforma   dei    Magistrati  et  offitii    della  città  di  Pisto- 
ia, 1656.  Pistoia,  1656,  in  4.° 

—  Riforma    dei   Magistrati  ed  uffizi  publici  della  città  di 
Pistoia.  Pistoia,  1661,  in  4.° 

—  Riforma    dei    Magistrati  ed  uffizi  publici  della  città  di 
Pistoia.  Pistoia,  1676,  in  4.° 


—  318  — 

—  Riforma  dei  Magistrati  ed  uffizi  publici  della  città  di 
Pistoia  dati  in  luce  1'  aono  1681.  Pistoia,  1681,  in  4.° 

—  Riforma  dei  Magistrati  ed  uffizi  publici  della  citta  di 
Pistoia.  Pistoia,  1711,  in  4.° 

—  Riforma  dei  Magistrati  ed  uffizi  publici  della  città  di 
Pistoia!  Pistoia,  1721,  in  4.° 

—  Riforma  dei  Magistrati  ed  uffizi  publici  della  città  di 
Pistoia  con  tutte  le  addizioni  fino  al  1736.  Pistoia,  1736,  in  4.° 

—  Riforma  dei  Magistrati  ed  uffizi  publici  della  città  di 
Pistoia  per  V  anno  1736,  colie  aggiunte  fino  al  1756.  Pi- 
stoia, 1736-56,  in  4° 

— -  Capitolo  sopra  l'offitio  di  fiumi  e  strade.  Pistoia,  1626,  in  4.° 

—  Capitoli  dell'  uffizio  dei  fiumi  e  strade  di  Pistoia  com- 
pilati T  anno  1722.  Pistoia,  1728,  in  4.° 

—  Statuti  dell'  opera  di  S.  Jacopo  di  Pistoia.  Vedi  Ciam- 
pi Sebastiano. 

—  Capitoli  dell'  opera  di  S.  Jacopo  della  città  di  Pistoia. 
Pistoia,  1696,  in  4.° 

—  Capitoli  dell'uffìzio  della  Grascia  e  dell'opera  di  S.Jacopo 
di  Pistoia  compilati  e  corretti  per  l'anno  1742.  Pistoia,  1745, 
in  4.° 

— -  Capitoli  dell'uffizio  della  Grascia  e  dell'opera  di  S.  Jacopo 
di  Pistoia  compilati  e  corretti  per  l'anno  1747.  Pistoia,  1767, 
in  4.° 

—  Stratto  e  capitoli  della  dogana  di  Pistoia.  Pistoia, 1719,  in  4.° 

Stefani  Al».  Domenico. 

Principj  Grammaticali  di  lingua  latina.  Pistoia,  Bracali,  1830, 
in  12.0 

Questa  grammatica  ebbe  grandissima  lode  dai  più  riputati  giornali,  e  fra  gli 
altri  dalla  celebre  Antologia  di  Firenze.  Le  parti  del  discorso  vi  sono  con 
lucido  ordine  trattate,  le  desinenze  dei  nomi,  e  dei  verbi  esposte  in  tavole 
sinottiche,  tutto  poi  corredato  di  esempi  ben  messi,  e  di  temi  per  eserci- 
tare l'alunno  nell'uso  del  dizionario  e  nelle  analisi  grammaticali.  La  seconda 


—  319    - 

parte  doveva  trattare  della  Sintassi  ;  ma  sorpreso  dalla  morte,  l'autore  non 
potè  condurre  a  termine  un  tal  lavoro,  elio  fu  poi  compilato,  sulle  di  lui 
tracce,  dal  Prof.  Carlo  Gatti. 

—  Scelte    Poesie    italiane  ed  epigrafi    latine.  Pistoia,  Tip. 
Cino,  1838,  in  8.°  • 

pag.  b2.  Domenico  Stefani  pistoiese,  uno  dei  migliori  latinisti  della  Tosca- 
na, e  allievo  di  Matteo  Soldati  valente  maestro  esso  pure  in  latinità  na- 
cque nel  17C0.  Fece  i  primi  studi  nel  Seminario  di  Pistoia,  nel  quale  ricevè 
il  sacerdozio,  e  dove  fu  pure  maestro  di  umanità.  Vacato  quel  posto  nel 
Collegio  Forteguerri,  vi  fu  eletto  per  comune  consenso  dei  concittadini,  e 
poco  appresso  fu  elevato  alla  cattedra  di  Rettorica,  che  coprì  fino  alla  sua 
morte  avvenuta  nel  1857. 

storie  Pistoiesi,  ovvero  delle  cose  avvenute  in  Toscana 
dal  1300  al  1348,  Firenze,  Giunti,  1578,  in  4.° 

Raro.  Il  titolo  preciso  è  questo  :  Istoria  delle  cose  avventile  in  Toscana  dal- 
l' anno  1500  al  1348  et  dell'  origine  della  parie  bianca  et  nera  che  di  Pistoia 
si  sparse  per  tutta  Toscana  et  Lombardia  ;  et  de  molli  et  fieri  accidenti  che  ne 
seguirono,  scritta  per  autore,  che  ne' medesimi  tempi  vìsse.  Con  le  case  et  gen- 
til huomipi  della  città  di  Toscana,  Lombardia  e  Romagna  nominati  in  questa 
istoria  nuovamente  stampata.  In  Firenze,  nella  Stamperia  de'  Giunti,  1578. 
Le.  prime  dodici  carte  non  numer.  contengono  la  dedica  degli  stampatori  al 
Granduca  di  Toscana,  la  prefazione,  e  due  tavole.  Seguono  le  istorie  in  pa- 
gine 217  numer.,  e  a  tergo  dell'  ultima  comincia  1'  errata  di  pag.  2  :  sta 
noli'  ultima  pagina  il  registro,  l' impresa  e  la  data.  La  dedica  e  la  prefazio- 
ne si  vuole  che  sieno  di  Vincenzo  Borghini.  Quanto  alla  espressione  che  si 
legge  nel  frontespizio  nuovamente  stampata  è  certo  che  essa  suona  l'istesso 
che  stampata  la  prima  voltai  come  affermò  anche  il  Moreni  ;  e  però  prese 
abbaglio  solenne  il  Langlet  quando  nel  suo  metodo  per  studiare  la  storia, 
ne  citò  un'  edizione  anteriore,  che  dice  fatta  in  Firenze  nel  lrJ68.  Sono  ci- 
tate come  testo  di  lingua  nel  vocabolario  degli  Accademici  della  Crusca. 
Queste  istorie,  per  quanto  abbiano  la  predetta  intitolazione,  contengono  molti 
fatti  di  Firenze,  con  assai  particolarità.  Nel  fine  leggesi  :  «  Ego  Iacopus 
Franceschi  de  Ambrosiis  scripsi  a.  d.  1396,  die  22  mensis  Decembris,  cuius 
anima  post  mortem  requiescat  in  pace  amen.  »  :  e  così  appunto  sta  scritto 
nel  Cod.  magliab.  XXV,  S60  che  servì  per  la  stampa.  Ma  chi  ne  sia  l'autore 
né  il  Borghini,  né  il  Muratori,  uè  altri  seppero  ancor  definire.  È  certo  che 
quest'  Ambrogi  Francesco  ne  fu  solo  l'emanuense,  non  già  1'  autore.  L'  Ab. 
Ladvocat  nel  suo  Dizionario  storico  credette  che  ne  fosse  stato  autore  Ber- 
nardo J\erli.  Fra  i  pistoiesi  Pietro  Ricciardi  nel  comentò  di  una  sua  can- 
zone affermò  le  Storie  Pistoiesi  essere  del  celebre  Canonico  Sozomeno  :  il 
Dondori  nella  [Pietà  di  Pistoia  le  credette  di  quel  Zanobino  o  Zambino  o 
Zanobio  canonico  pistoiese  che  si  suppone  scrivesse  una  storia  civile  di  Pi- 
stoia, ora  dispersa,  ma  che  il  Ciampi  crede  non  mai  esistito  ;  e  conchiude 
lo  stesso  Dondori  :  asserisco  questo  mio  parere  con  maggior  sicurezza  da 
che  ho  letto  in  Urbino  le  storie  pistoiesi  di  Giannozzo  Manetti.  le  quali  ap- 


—  320  — 
poggia    alle    vedute  da  lui    manoscritte  in  Pistoia  conservate    dai  pubblico  ; 
tanto  più  che  esso  inserisce  in  due  suoi  libri  quanto  in  sostanza  nelle  stam- 
pate si  legge.  » 

—  Le  stesse  :  col  titolo  :  Istorie  Pistoiesi  ovvero  delle  cose 
avvenute  in  Toscana  dall'  anno  1300  al  1358  e  Diario  del 
Monaldi.  In  Firenze,  1733,  nella  stamperia  di  S.  A.  R.  per 
Gio.  Gaetano  Tartini  e  Santi  Franchi,  in  4.° 

Di  cart.  XXXXVII-360.  Questa  seconda  edizione  anch'  essa  citata  dalla  Cru- 
sca, fu  curata  da  Anton  Maria  Biscioni,  ed  arricchita  di  erudite  note  del  ce- 
lebre Rosso  Martini  gentiluomo  fiorentino,  tra  le  quali  ne  inserì  molte  di 
Iacopo  Corbinelli  che  nel  Sec.  XVI  fece  tanta  figura  in  Francia.  Oltre  poi 
alla  prefazione  del  Borghini,  e  alla  dedica  degli  stampatori,  come  nella  pri- 
ma edizione  ;  il  Martini  ne  aggiunse  una  nuova,  più  due  indici,  uno  degli 
autori  e  dei  testi  a  penna  citati,  ]'  altro  delle  cose  notabili,  nel  quale  in 
carattere  corsivo  dispose  le  voci  e  maniere  antiche  di  parlare  usate  dall'an- 
tico anonimo  autore,  per  la  loro  spiegazione. 

Il  Diario  del  Monaldi,  che  vide  la  luce  per  la  prima  volta  in  fine  di  que- 
sta storia,  è  una  cronichetta  compilata  presso  che  nei  medesimi  tempi  ;  e 
credesi  ne  sia  autore  quel  Monaldo,  di  cui  fa  menzione  il  P.  Negri  negli 
scrittori  fiorentini,  pag.  US. 

—  Le  stesse. 

Nella  Raccolta  Scriptores  Rerum  Iialicarum,  toni.  XI. 

—  Le  stesse.  Prato,  Guasti,  1835,  in  18.°   voi.  3. 
TaìoH  P.  Lorenzo. 

Croniche  istoriali  dell'  angusta  et  inclita  città  di  Pisa. 

Manoscritte  un  tempo  presso  il  Poggiali,  ora  nella  Palatina  di  Firenze.  Sono 
citate  anche  dal  Moreni,  il  quale  giudica  l'autore  di  poca  erudizione,  e  di 
niun  criterio  ;  pure  per  quello  che  riguarda  le  notizie  delle  cose  pisane 
dopo  il  secolo  XII  è  raccoglitore  diligente  di  molte  belle  memorie. 
Le  cronache  cominciano  dall'origine  della  città  di  Pisa,  e  vanno  fino  al  liOO, 
e  sono  divise  in  X  libri.  L'  autore  fu  frate  domenicano. 

Tebaldfl  Circo. 

Giureconsulto,  scrisse  dei  Consulti  per  quel  tempo  molto  eruditi,  ed  in  uno 
di  Stefano  di  Giovanni  de  Buonaccorsi  presso  il  Ziletti,  si  sottoscrive  Ego 
Cinus  Domini  Marchi  de  Tebaldis  de  Pistorio  civis  florentinus  decrelorum  do- 
ctor.  Il  Pancirolo  nella  sua  opera  De  claris  legum  interpretìbus  dice  ohe  il 
Tebaldi  nihil  post  se  seriptum  reliquit.  Ma  oltre  le  suddette  Consultazioni,  il 
Ciampi  crede  che  appartenga  pure  a  lui  quella  lettera  agli  operai  di  S.  Ia- 
copo attribuita  a    Cino  da  Pistoia,  e  str.mpnta  nella    raccolta  degli    opuscoli 


—  m  — 

scientiiici  del  P.  Calogcrà  «  persuadendomelo,  egli  dice,  le  materie  di  gius 
canonico  di  cui  vi  si  discorre,  e  sembrandomi  più  naturale  che  gli  operai 
di  S.  Iacopo  ai  quali  è  responsiva,  consultassero  piuttoito  un  professore  di 
diritto  canonico  che  uno  di  diritto  civile  in  materia  puramente  canonica.  La 
data  di  Firenze  che  segnando  il  giorno,  manca  però  dell'anno,  può  confer- 
mare la  mia  opinione,  sapendosi  che  il  Tebaldi  lesse  diritto  canonico  in  quella 
città.  Lo  stile  inoltre  non  ha  punto  il  sapore  che  aver  dovrebbero  le  prose 
di  Messer  Cino,  stando  al  giudizio  che  n'e  stato  fatto  da  Dante.  » 

Tcbertelli  Crescente  Romolo* 

Vedi  Sozzifanti  P.  Frane.  Giuseppe. 
Tedici  Girolamo* 

Istoria  di  Pistoia.  • 

Manoscritto  cart.  in  fol.  del  Secolo  XVI  nella  Fortegucrriana,  seg.  iSi.  Si 
compone  di  car.  174  num.  più  di  car.  14  in  principio  con  speciale  numera- 
zione per  pagine,  e  altre  carte  21  in  fine,  anche  queste  senza  numerazione. 
Nelle  prime  quattordici  carte  numerate  particolarmente  si  contiene  il  proe- 
mio alle  storie,  e  alcuni  ritratti  d'illustri  personaggi  in  esse  ricordate,  come 
Castruccio,  Uguccione  della  Faggiola,  Galeazzo  Visconti  ec.  :  segue  l'istoria 
contenuta  nelle  carte  174:  e  nelle  rimanenti  e.  21  che  sono  in  fine  non  nu- 
merate vi  sono  le  tavole  o  indici  dei  nomi,  delle  materie  ec*  Al  codice 
vanno  aggiunti  in  principio  due  repertori  di  mano  diversa,  e  più  recente,  il 
primo  delle  cose  contenute  nella  storia,  l'altro  delle  persone  e  famiglie  in 
essa  ricordate.  La  storia,  sebbene  in  principio  accenni  alcun  che  intorno 
alle  origini  della  città,  narra  più  particolarmente  le  vicende  della  guerra 
civile  fra  i  Cancellieri  e  i  Panciatichi  dal  1499  al  1512.  Fu  poi  continuata 
fino  al  1568  da  Paolo  di  Ulivieri  Panciatichi.  Questo  codice  è  una  copia, 
unica  a  quanto  io  sappia,  tratta  nel  1568  dall'autografo,  ora  disperso,  per 
opera" del  suddetto  Ulivieri,  ma  è  di  cattiva  lettera,  e  molto  danneggiato. 
Dai  Tedici  questo  codice  passò  in  proprietà  del  tenente  Alfonso  Brunozzi; 
da  questi  acquistollo  un  tal  Masi,  che  poi  lo  vendè  al  Fioravanti,  lo  storico, 
dal  quale  pervenne  poi  in  mano  del  Dottor  Bernardino  Vitoni.  Questi,  narra 
il  Morcni,  per  la  rarità  e  per  il  pregio  intrinseco,  e  per  tutti  i  caratteri  di 
verità  che  in  se  racchiude,  voleva  pubblicarlo,  il  che  poi  non  fece*  Final- 
mente morto  il  Vitoni,  e  dispersa  la  bella  collezione  di  scrittori  pistoiesi 
da  lui  posseduta,  questo  codice  fa  acquistato  da  Francesco  Canini,  e  da  lui 
donato  con  altri  manoscritti  di  cose  patrie  alla  Bibliot.  Forteguerri. 

TcHaccini  Mario» 

Erasto,  poema.  Pesaro,  per  Gio.  Girolamo  Concordia,  1566, 
in  4.° 

Raro.  Il  poema  è  in  quattro  Canti. 
Capponi,  Bibliogr.  Pisi.  21 


—  322  — 
— ■  Le  Pazzie  amorose  di  Rodomonte  secondo,  composte  per 
Mario    Telluccini    soprannominato  il  Bernia  ec.  In  Parma, 
appresso  Seth.  Viotti,  1568,  in  4.° 

Pagg.  218,  e  l'ultima  sema  numerare,  contenente  al  recto  l'impresa  del  li- 
braio. Questo  raro  poema,  dedicato  ad  Alessandro  Farnese  principe  di  Parma 
e  Piacenza,  è  diviso  in  venti  canti,  col  loro  argomento,  ed  è  in  ottava  rima. 

Tigri  P.  Giuseppe. 

Dei  Plastici  dell'Ospedale  di  Pistoia,  Discorso.  Pistoia,  tip. 
Bracali,  1833,  in  8.° 

—  La  Danza  della  prima  giornata  del  Decamerone  di  Gio. 
Boccaccio  dipinto  a  fresco  del  Pro/.  Bezznoli.  Pistoia,  tip. 
Bracali,  1838,  in  8.° 

—  Necrologia  di  Bartolomeo  Rossi -Cassigoli.  Pistoia,  tip. 
Cino,  1839,  in  8.° 

—  Le  Selve  della  Montagna  pistoiese,  canti  III.  Pistoia, 
tip.  Cino,  1844,  in  16." 

—  La  stessa,  seconda  edizione,  con  l'aggiunta  di  due  canti 
e  di  note  illustrative.  Firenze,  Felice  Paggi  (Pistoia,  tip. 
Cino)  1870,  in  16.<> 

—  Mosè  che  riceve  sul  Sinai  le  tavole  della  legge,  qua- 
dro a  buon  fresco  dipinto  nella  Cattedrale  di  Pistoia  da 
Luigi  Sabatelli,  illustrato  ec.  Pistoia,  tip.  Cino,  1846,  in  8.° 

—  Il  12  Settembre  1847,  Canto  elegiaco.  Pistoia,  Tip.  Bra- 
cali, 1847,  in  8.o 

—  Il  Pellegrino  a  Gerusalemme,  canto.  Pistoia^  tip.  Cino, 
1848,  in  8.o 

—  Intorno  al  Palazzo  Pretorio  o  del  Podestà  di  Pistoia, 
Memoria  Storica.  Pistoia,  tip.  di  Atto  Bracali,  1848,  in  4.° 

—  Cicerone,  scelta  di  lettere  familiari  con  note  ec.  Prato, 
tip.  Aldina,  1848,  in  16.° 

Vi  sta  innanzi  un  Discorso  sulle  lettere  familiari  e  sulla  vita  privata  di  Ci- 
cerone, che  fu  stampato  anche  a  parte.  A  questo  fa  seguito  una  notizia  della 
letteratura  epistolare  italiana,  in  ordine  cronologico;  la  cronologia  della  vita 


—  323  — 
di  Cicerone,  con  la  data  corrispondente  dell'  anno  di  Roma,  e  con  quella 
dell'età  volgare.  In  line  vi  sono  poi  due  indici,  uno  delle  person»  cui  le  let- 
tere sono  dirette,  l'altro  dei  nomi  geografici  ricordati.  Questo  lavoro  fu  più 
volte  riprodotto  a  Prato,  e  l'ultima  volta  nel  1867:  se  ne  fece  poi  tre  edi- 
zioni a  Napoli,  delle  quali  l'ultima  per  Gabbricllo  Seracino  nel  1860. 

—  Necrologia  del  Maestro  Giovanni  Bracciolini.  Pistoia, 
tip.  Cino,  1852,  in  8.° 

—  Pistoia  e  il  suo  territorio,  Pescia  e  i  suoi  dintorni,  guida 
del  forestiero  a  conoscere  i  luoghi  più  notevoli  per  l'istoria 
e  per  l'arte.  Pistoia,  tip.  Cino,  1853,  in  16.° 

Con  due  carte  topografiche,  una  della  città  di  Pistoia,    l'altra  del    suo  ter- 
ritorio. 

—  Biografia  di  Pietro  Gavazzi  Scultore  Pistoiese.  Firenze, 
1.855,  in  8.o 

È  tiratura  a  parte  dal  Giornale  Le  Ani  del  Disegno,  Firenze,  1855. 

—  Discorso  sulla  vita  e  sulle  opere  di  Giuseppe  Arcangeli. 

Sta  nell'opuscolo  «  Adunanza  Solenne  tenuta  in  Firenze  dall'Ateneo  Italiano  per 
onorare  la  memoria  di  Giuseppe  Arcangeli.  Firenze,  Tofani,  1856,  in  8.°  >i 

—  Necrologia  del  Gen.  Maggiore  Giuseppe  Sproni.  Firenze, 
Celimi,  e  Comp.  1857,  in  8.° 

— -  Canti  Popolari  toscani  raccolti  e  annotati  da  Giuseppe 
Tigri.  Firenze,  Barbèra,  1857,  in  16.° 

—  La  stessa,  Firenze,  Barbèra,  1880,  in  16.° 

Seconda  edizione,    nella  quale    non    vedesi,  come  nella  prima,    il  poemetto 

del  Pievano  Iacopo  Lori  intitolato    La  3iea,  che  fu  tolto  per  i  molti  errori, 

che  al  dottissimo    Sig.  Tigri,  non    riusci    di  correggere.    Vedi  in    proposilo 

una  lettera  di  P.  Fanfani  ad  Aurelio  Gotti.  Firenze,  1857,  in  8.° 

-—  La  stessa.  Firenze,  Barbèra,  1870,  in  16.° 

Terza  edizione  riveduta  dall'autore,  accresciuta  di  Un  repertorio  di  vocaboli 
e  modi  dell'uso. 

—  Versi  alla  nobil  donzella  Giulia  de  Conti  Cellesi  nelle 
sue  nozze  col  nobil  giovane  Antonio  Rampi-Geminiani.  Fi- 
renze, Barbèra,  1858,  in  8.° 

—  -  Al  Cav.  Amedeo  Digerini-Nuti  nelle  fauste  nozze  di 
sua  figlia  Manetta  col  nobil  giovane  Giovanni  Piccardi, 
(Epistola  in  versi).  Firenze,  Barbèra,  1858,  in  8.<> 


—  324  — 

—  Discorso  detto  sul  feretro  del  Prof.  Pietro  Contracci. 

Sta  nell'opuscolo  Nelle  funebri  onorante  rete  in  Pistoia  ec.  al  Cav.  prof.  Pie- 
tro  Contrucci.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1859,  in  8.° 

—  11  Montanino  toscano  volontario  alla  guerra  dell'indi- 
pendenza italiana,  racconto.  Torino,  Seb.  Franco  e  f.  1861, 
in  12.o 

Ed.  legata  alla  Bodoniana  con  elegante  copertina  a  colori  :  se  ne  tirarono  al- 
cune copie  in  carta  distinta. 

—  La  stessa.  Firenze,  Felice  Paggi,  1871,  in  12.8 

—  Intorno  alla  solenne  festa  nazionale  commemorativa  la 
promulgazione  dello  Statuto,  Discorso.f  Caltanisetta,  stamp. 
di  E.  Limone,  1864,  in  8.° 

—  Guida  della  Montagna  pistoiese.  Pistoia  tip.  Cino,  1868, 
in  12.o 

—  Intorno  alla  disconvenienza  di  continuare  a  porre  mo- 
numenti nel  Battistero  di  Pistoia,  e  di  farne  un  Panteon, 
Memoria.  Pistoia,  Niccolai  e  Quarteroni,  1868,  in  8.° 

—  Selvaggia  de'  Vergiolesi,  racconto  storico.  Firenze,  tip. 
della  Gazzetta  d'Italia,  1870,  in  12.° 

È  tiratura  a  parte  dalle  appendici  della  Gazzetta  d'Italia  dove  fu  pubblicato 
la  prima  volta. 

—  Cenno  necrologico  intorno  al  maestro  di  Musica  Luigi 
Gherardeschi.  Pistoia,  Tip.  Cino  degli  Eredi  Bracali,  1870, 
in  8.° 

—  Contro  i  pregiudizi  popolari,  le  superstizioni,  le  alluci- 
nazioni e  le  ubbie  degli  antichi  e  massime  dei  moderni, 
Letture.  Torino,  Firenze,  Milano,  presso  G.  B.  Paravia,  1870, 
in  16.° 

—  Necrologia  del  Cav.  Dott.  Francesco  Grassi  Bey.  Pi- 
stoia, Tip.  Cino,  1871,  in  8.° 

—  Notizie  biografiche  di  Porzia  de' Rossi  pubblicate  nel- 
l'aprile del  1871  per  le  benaugurate  nozze  del  nobil  gio- 
vine Giulio  De  Rossi  con  la  nobil  donzella  Maria  Alber- 
tina dei  Conti  Rucellai.  Pistoia,  tip.  Cino,  1871,  in  8.° 


—  325  — 

—  Da  volontario  a  soldato  nell'esercito  italiano,  racconto. 
Firenze,  1872,  in  12.° 

Ilari  Prof.  Atto. 

Nuova  disposizione  dell'  apparecchio  vascolare  sanguigno 
della  milza  umana,  memoria.  Bologna,  1847,  in  8.° 

Con  una  tavola. 

—  Sulle  glandule  intrinseche  e  sulle  frange  mucose  della 
lingua  umana,  Ricerche  e  riflessioni.  Milano,  1847,  in  16.° 

—  Intorno  agli  effetti  del  Pus  e  dell'  Icore  cangrenoso  sul 
sangue  circolante.  Bologna,  1849,  in  8.° 

—  Della  genesi  e  della  natura  dei  tubercoli  nel  polmone, 
memoria.  Milano,  1851,  in  8.° 

—  Sull'Ernia  grassosa  inguinale  {Lieo/ole  inguinalis)  Me- 
moria, Milano,  1852,  in  8.° 

—  Della  funzione  della  Milza,  argomenti  anatomico-fisiolo- 
gici. Firenze,  Cecchi,  1853,  in  8.° 

—  Schiarimenti  sulla  struttura  e  sulla  funzione  della  milza. 
Firenze,  Cecchi,  1853,  in  8.° 

—  Intorno  all'apparecchio  anatomico  del  meccanismo  com- 
pensatore del  circolo  sanguigno.  Firenze,  Cecchi,  1853, 
in  8.o 

—  Sul  torcicollo  e  sullo  strabismo  per  anomalia  muscolare, 
Relazione  anatomica.  Firenze,  Bencini,  1854.  in  8.° 

—  Sul  tipo  patologico  generale  del  Cholèra  Morbus,  nota. 
Milano,  1856,  in  8.° 

—  Intorno  al  parassitismo  della  miliare,  lettera.  Milano,  1856, 
in  8.° 

—  Sulla  Esomosi  putrida  intestinale,  come  cagione  di  morte 
nella  peritonite,  e  come  fatto  patologico  in  generale,  Osser- 
vazioni. Milano,  1856,  in  8.° 

—  ^ulla  cachessia  melatonica  (milza  nera)  in  relazione  della 


—  326  — 

malattia  descritta  dal  Dott.  Addisson,  nota.  Firenze,  1857, 
in  8.° 

—  Sulla  provenienza  e  sulla  significazione  dei  globuli  in- 
colori del  sangue,  nota.  Bologna,  1858,  in  8.° 

—  Frammenti  di  Patologia  Generale,  secondo  le  leggi  na- 
turali. Milano,  1859,  in  8.° 

-~ r  Sulla  composizione  istologica  primitiva  del  Mucco,  In- 
dagini. Bologna,  1859,  in  8.° 

— -  Sui  globuli  fisiologico-decidui  o  caduchi.  Bologna,  1859, 
in  8.o 

—  Sulle  granulazioni  grassose  come  elemento  morfologico 
normale    delle  cassule  soprarenali,  e  sull'origine  del  colo-^ 
ramento  roseo  di  questi  organi,  trattati  con  alcuni  reagenti, 
Nota.  Firenze,  1858,  in  8.° 

—  Sull'umore  della  gianduia  Timo,  e  sopra  una  reazione 
speciale  di  essa  applicabile  alla  patologia,  Nota.  Bologna  1859, 
in  8.o 

—  Del  cuore  umano  studiato  in  sito,  de'suoi  piani  e  degli 
assi  in  relazione  alle  aperture  d'ingresso  e  d'egresso  del 
sangue,  Memoria.  Firenze,  1861,  in  8.° 

Tofani  Luigi. 

Una  guida  allo  insegnamento  dei  Sordo-Muti  italiani,  opera 
illustrata  e  premiata  alla  Esposizione  Universale  di  Parigi. 
Siena,  Tip.  dei  Sordo-Muti,  1869,  in  8.<> 

—  Un  nuovo  metodo  d'imparare  e  d'insegnare  la  lingua 
italiana,  Pistoia,  Tip.  Rossetti,  1874,  in  16.° 

Toìouiei  Iacopo. 

De  spirita  S.  Adventu,  Oratio  in  Sacello  pontificio  Quiri- 
nali hab.  Senza  luogo  e  anno,  (ma  Borna,  1630),  in  4.° 

Pag.  12,  con    bellissimo  frontespizio    in    rome  inciso    da  Audran.  Il  Tolomei 
quando  recitò  questa  orazione  era  alunno  convittore  del  Seminario  Romano. 

—  Iacobi  Ptolomaei  Pistoriensis  Carmen  super  nata  Deipara. 
Romae,  Mascardi,  1631,  in  4.° 


—  327  — 

—  Epitalamio  nelle  nozze  di  Bernardino  Galli  e  di  Eleo- 
nora Ferretti.  Roma,  1663,  in  4.° 

Tolomei  Gio.  Batta.  Card. 

In  funere  Illus.  D.  Nicolai  Bona  Ioannis  fìlii,  Oratio.  An- 
conae,  1679,  in  fogl. 

—  Philosopbia  mentis  et  sensuum  saecundum  utramque  Ari- 
stotelis  methodum  pertracta  metapbisice  et  empirice.  Ro- 
mae,  1696,  in  fol. 

Pag.  759,  e  car.  10  in  principio  non  num.  ean  tavole  in  fine.  Compose  il 
Tolomei  questo  trattato  nel  suo  quarantesimo  anno,  essendo  lettore  di  filo- 
sofia nel  Collegio  romano,  e  fu  stampato  per  cura  ed  a  spese  de'suoi  disce- 
poli Principi  Rospigliosi,  del  Duca  di  Zagarolo,  del  Principe  di  Civitella    ec. 

—  La  stessa.  Romae,  sumptibus  Iosephi  Sangermani  Corbi, 
1702,  in  fol. 

Ed.  in  tutto  conforme  alla  precedente,  e  diversa  solo  nel  frontespizio  che 
fu  ristampato  con  questa  data.  Due  altre  impressioni  si  fecero  di  questo  trat- 
tato di  filosofia  ;  una  in  Augusta:  l'altra  che  viene  così  ad  essere  la  3  edi- 
zione, in  Dilinga,  ambedue  nel  1698,  in  fol.  a  spese  di  Gio.  Gaspero  Bencard, 
ed  entrambe  ricche  d'importanti  aggiunte  fattevi  dall'autore,  che  consistono  in 
una  Dissertazione  di  De  reliquis  attribulis  animae  rationalis,  che  viene  ad  es- 
sere la  nona;  e  di  un  trattato  completo  di  etica  compreso  in  sette  disser- 
tazioni, che  l'autore  aveva  letto  l'anno  precedente  nel  Collegio  Romano.  Di 
quest'opera  riportasi  un  lungo  estratto  nel  periodici  Ada  Erudii orum  Lipsiac, 
anno  1698. 

—  Addizioni  all'opera  del  Bellarmino  Controversiae  Fidci. 

A  questo  lavoro  si  era  accinto  il  Tolomei  fin  da  quando  terminato  il  corso  di 
filosofia  nel  Collegio  romano,  vi  riprese  la  lettura  delle  Controversie  della 
Fede,  già  incominciata  dal  Bellarmino  nel  1576,  e  coli' andar  del  tempo  di- 
messa. Ma  quantunque  il  Tolomei  ritenesse  per  dieci  anni  il  magistero  di 
quella  polemica,  non  lasciò  complete  che  alcuni  parti  di  sì  grande  lavoro,  e 
non  bastevoli  ad  una  nuova  edizione  di  quest'opera  del  Bellarmino,  come 
l'aveva  disegnata  il  Tolomei,  arricchita  della  sua  opera  addizionale.  Nella  Bi- 
blioteca del  Collegio  Romano  si  conservarono  fin  qui  ms.  due  copie  di  que- 
st'opera. 

Il  gesuita  P.  M.  Salvatori  nella  vita  del  Tolomei  rieorda  anche  un'orazione 
in  lode  di  Marino  Bona  rettore  dello  stato  della  Dalmazia;  un'altra  orazione 
funebre  nell'anniversario  di  Greg.  XIII  fondatore  del  Collegio  Romano,  reci- 
tata in  Roma,  e'un'altra  orazione  latina  recitata  per  l'apertura  del  primo  anno 
del  suo  corso  filosofico. 
Pai  ramo  pistoiese  dei  Tolomei  nacque  Gio.  Battista  presso  Firenze,  il  dì  3 


—  328  — 
Decembre  1653.  Entrò  nell'ordine  dei  Gesuiti  il  18  Febbraio  1675,  quando 
aveva  vent'anni;  fu  creato  card,  nel  1712  ;  morì  in  Roma  il  19  Gennaio  1726. 
Di  questo  dottissimo  porporato  può  vedersi  la  vita  scritta  dal  P.  Pietro  Ma- 
ria Salamoni,  pubblicata  nel  tom.  XXXVII  del  Giornale  dei  Lett.  d'Italia  ;  e 
l'orazione  funebre  latina  di  Contuccio  Contucci  gesuita.  Roma,  1726,  in  8.° 

'l'olona e S  Francesco. 

Degli  Uomini  illustri  di  Pistoia,  lezione  accademica. 

Negli  Atti  dell'Accademia  Pistoiese,  tomo  I,  dove  trovasi  anche  una  sua  pa- 
rafraii  di  un  ode  di  Hafez  persiano. 

— -  Delle  fabbriche  incominciate  alla  memoria  degli  uomini 
illustri  pistoiesi  nella  piazza  di  S.  Francesco  di  Pistoia, 
Lettera.  Pisa,  co'caratteri  de'fratelli  Amoretti,  1816,  in  fol. 

Pagg.  XXI,  con  due  tavole  litografiche. 

—  Memorie  dell'antica  miracolosa  immagine  di  Maria  SS. 
detta  delle  Porrine  che  si  venera  nella  Chiesa  Cattedrale 
di  Pistoia.  Pistoia,  Mandredini,  1817,  in  4.° 

Lo  scritto  del  Tolomei  occupa  pag.  21  ;  nelle  rimanenti  fino  alla  pag.  73,  che 
tante  ne  conta  l'operetta,  stanno  vari  documenti  tra  i  quali  una  lettera  di 
P.  Petrini  sull'analisi  dei  colori  di  un'antica  pittura  a  fresco:  una  descri- 
zione dei  vari  miracoli  operati  da  quest'immagine,  tratta  da  un  antico  cod. 
membr  :  i  Capitoli  della  Compagnia  che  per  onorare  quest'imagine  prima  del 
suo  trasferimento  in  cattedrale,  era  stata  istituita  fino  dal  1376:  certe  li- 
tanie che  costumavasi  cantare  anticamente  nella  nostra  cattedrale  ec. 

—  Guida  di  Pistoia  per  gli  amanti  delle  Belle  Arti,  con 
notizie  degli  Architetti,  Scultori  e  Pittori  pistoiesi.  Pistoia, 
Bracali,  1826,  in  8.0 

L'autore  modesto  quanto  dotto,  a  differenza  di  altri  compilatori  di  guide,  che 
profittarono  degli  altrui  lavori,  senza  neppur  farne  ricordo,  narra  nella  de- 
dicatoria di  essersi  valso  dei  materiali  raccolti  da  Baronto  suo  padre,  e  di 
altri  lavori  del  Can.  Fagnoni  e  di  Bernardino  Vitoni  entrambi  dotti  antiquari 
pistoiesi.  Il  Catalogo  degli  artisti  pistoiesi  (a  car.  1S1)  è  disposto  per  ordine 
alfabetico,  ed  all'articolo  Vitoni  Ventura  l'autore  riporta  le  osservazioni  di  P.  Pe- 
trini intorno  all'atrio  della  Chiesa  dell'Umiltà.  Di  questa  Guida  vedasi  un  ar- 
ticolo nell'Antologia,  tom.  3.  pag.  386. 

Tonfi  Luigi. 

La  Primavera  Canto.  Firenze,  Tip.  Galileana,  1835,  in  8.° 

Vi  e  unita  una  Canzone  di  G.  Montanelli  La  Rimembranza  materna  nella  prì- 


—  329  — 
—  Versi    a  Lorenzo   Bartolini    pel    suo  gruppo  in    marmo 
«  La  Carità  ». 

Stanno  insieme  ad  una  canzone  di  C.  Scartabelli  intitolata  Alle  Arti,  Fi- 
renze, Tip.  Galil.  1856.  Gli  ricorda  con  lode  il  chiariss.  Tommaseo  nel  suo 
Dizionario  Estetico. 

Torseglieri  Dino. 

Legista  vissuto  nel  Sec.  XIV.  Iac.  Filippo  Tommasini  nella  sua  Bibliotecha  Pa- 
tavina manuscripta,  Utini,  per  Schivatlum  .1659.,  in  4°  ricorda  di  questo 
nostro  concittadino  un'opera  col  titolo  :  Dinus  de  Pistorio  in  6  Decretai,  et 
de  Reg.  Iur.  come  esistente  nella  Biblioteca  del  Convento  di  S.  Antonio  di 
Padova.  Pietro  Ricciardi  poi  nel  Comento  alla  sua  canzone  in  lode  di  Pi- 
stoia, ricorda  pure  alcuni  Consigli,  come  esistenti  presso  di  se. 

Torricelli  Francesco. 

Prediche.  Ferrara,  1611,  in  8.° 

Opera  postuma,  pubblicata  da  Eugenio  Padani  di  Modena.  L'autore  appar- 
tenoe  ai  Canonici  Regolari  Lateranensi,  e  fu  abate  del  Convento  di  quell'or- 
dine in  S.  Bartolomeo  di  Pistoia;  alla  qual  carica  fu  elevato  per  eccesso  di 
meriti,  dice  il  Dondori,  sebbene  non  avesse  l'età  prescritta  dalle  regole. 
Morì  in  età  giovanissima  a  30  anni. 

Trinci  Sebastiano. 

Italici  atque  externi  belli  Epitome  ad  Philippum  Strozzam. 

Quest'opera  è  manoscritta  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze.  Il  Codice  è 
cartaceo  in  4°,  di  sul  principio  del  secolo  XVI,  e  appartenne  già  al  Sena- 
tore Carlo  di  Tommaso  Strozzi.  È  di  buona  lettera  ma  non  troppo  corretto, 
ed  è  indirizzato  a  Filippo  Strozzi  :  comincia  dalla  morte  di  Papa  Alessan- 
dro VI,  e  dalla  cacciata  del  Valentino  qui  a  galero  ad  galeam  defecerat,  slu- 
dioque  patris  omnia,  tamquam  calamitas  quaedam,  prosiernebat,  e  va  fino  al 
tempo  che  i  Medici  tornarono  in  Firenze.  Il  Cinelli  lo  ricorda  nella  Toscana 
letterata,  e  lo  chiama  Sebastiano  Terucci  da  Pistoia  ;  ma  doveva  leggere  Te- 
rincii,  che  lo  scrittore  appartenne  alla  famiglia  Trinci  di  Pistoia.  11  chia- 
rissimo Enrico  Bindi  ne  parla  e  ne  da  un  breve  saggio  nella  lettera  inserita 
nel  Calendario  pratese  anno  V,  col  titolo  /  Pistoiesi  alla  difesa  di  Prato  nel 
sacco  del  4  S12,  dacché  il  Trinci  assai  si  stende  nella  sua  storia  intorno  a  quel 
luttuoso  fatto. 

Trinci  €o§lmo. 

L'Agricoltore  sperimentato  ec.  Lucca,  Marescandoli,  1726, 
in  8.0 

Prima  edizione  di»questo  slimato  trattato.  Cosimo  Trinci  fu  direttore  di  agra- 


—  330  — 
rie  faccende,  e  particolarmente  nel  territorio  di  Lucca  ;  i  suoi  precetti  sono 
tutti  appoggiati  alla  pratica,  e  precisamente  toscana,  onde  la  massima  parte 
de'suoi  insegnamenti  sono  ottimi  :  tuttavia,  siccome  chi  ha  soltanto  cogni- 
zioni pratiche  disprezza  non  di  rado  ogni  teoria,  e  pretende  come  certe  an- 
che alcune  cose  delle  più  contrarie  alla  sana  fìsica,  così  da  questo  difetto 
non  andò  esente  il  Trinci.  Un  altro  difetto  di  questo  trattato  è  il  cattivo 
metodo  tenuto  nel  distribuire  le  materie,  e  la  poco  esatta  definizione  intorno 
alla  natura  dei  terreni.  Nondimeno  fu  molto  stimato  per  quei  tempi,-  Zeffi- 
rino  Re  lo  giudicò  l'unico  trattato  da  potersi  mettere  tra  le  mani  della  classe 
meno  colta  degli  agronomi.  Altre  edizioni  sono  quelle  di  Roveredo,  \1ZZ, 
jn  go  —  di  Lucca  Benedirli,  1789,  in  8.°  —  Napoli,  1764,  in  8.°  —  Lucca, 
Rocchi,  \111,  in  8.°  —  Venezia,  1778,  voi.  2.  in  16.°  Quest'ultima  sarebbe 
la  migliore,  perchè  contiene  molte  importanti  aggiunte  :  ma  non  si  volle  le- 
vare quanto  serve  a  mantenere  tuttavia  in  credito  gli  antichi  pregiudizi:  ha 
il  titolo  :  Nuovo  Trattato  di  Agricoltura  ec. 

- —  Trattato  della  stima  dei  Beni  stabili  per  istruzione  e 
uso  degli  Estimatori.  Firenze,  Aìbizzini,  1755,  in  8.° 

Prima  edizione    di  questo    trattato,  che   fu  poi  riprodotto  in  altre    dizioni 
dello  Agricoltore  sperimentato. 

Trinci  C!aii.  Frasiccico. 

Elogio  funebre  di  M.  Angelo  Maria  Gilardoni.  Pistoia,  Bra- 
cali, 1885,  in  8.o 

—  Parole  al  popolo  nella  solenne  processione  di  Gesù  Cro- 
cifisso fatta  dalla  Ven.  Confraternita  di  S.  Ansano.  Pistoia, 
Bracali,  1836,  in  8.° 

. —  Parole  al  Popolo  nella  solenne  processione  di  Gesù  Morto 
fatta  dalla  Ven.  Arciconfraternita  della  Misericordia  l'anno 
1839,  in  8.o 

Fan  seguito    al  Discorso    alcune  rime  di  vari  autori  raccolte  per  quella  oc- 
casione. 

~  Discorso  detto  sulla  salma  del  P,  P.  Contrucci. 

Sta  nell'opuscolo  intitolato  Nelle  funebri  onoranze  rese  in  Pistoia  al  Prof.  P. 
Contrucci  ce.  Pistoia,  18S9,  in  8.° 

T  riseci  Bartolomeo, 

Memoria  sopra  il  Diabete.  Pistoia,  Manfredini,  1814,  in  8.° 
Trinci  Bartolomeo. 

Trattato  di  Economìa  sociale.  Firenze,  Barbèra,  Bianchi  e 
Comp.  1868,  in  8.° 


—  331   — 
Vanffiicci  p,  Torello. 

Parole  in  lode  del  Prof.  Giuseppe  Arcangioli  dette  dal  P. 
T.  V.  nella  chiesa  di  S.  Ippolita  ec.  Pistoia,  Tip.  Gino,  1866, 
in  I6.0 

—  Nella  solenne  processione  di  Gesù  Crocifisso  fatta  in 
Pistoia  il  Venerdì  Santo  nell'anno  1860  ec.  Allocuzione. 
Pistoia,  Tip.  Cino,  1860,  in  8.° 

— ■  Una  visita  al  Convento  delle  Suore  Stimatine  al  Por- 
tico fuori  di  Firenze,  Racconto.  Pistoia,  Tip.  Cino,  1868, 
in  12.o 

Vauuìeb!  Vinceiszo. 

Rime. 

Sono  due  sonetti,  e  si  contengono  nel  codice  della  Forteguerriana  se- 
gnato 175,  col  titolo  Rime  di  diversi. 

Vannozzi  Bonifazio. 

Delle  lettere  miscellanee  del  Sig.  Bonifatio  Vannozzi  I.  C. 
pistoiese,  et  protonotario  apostolico  ec.  nelle  quali  sono  let- 
tere di  complimento,  di  congratulazione,  di  condoglianza  ec. 
insieme  con  le  lettere  di  attioni  importantissime  nella  le- 
gatione  di  Mons.  Illus.  Gaetano  legato  a  latere  di  N.  S.  in 
Polonia.  In  Venezia,  1606,  appresso  Gio.  Batta  Ciotti,  vo- 
lume 1.°  In  Roma,  appresso  Pietro  Manelfi,  1608,  voi.  2.° 
In  Bologna,  1617,  presso  Bartolomeo  Cochi,  voi.  3.°  in  4.° 

Nella  Fabroniana  ovvi  ms.  una  lettera  con  questo  titolo:  «  Lettera  di  F.  R. 
scritta  al  Sig.  Francesco  Torricelli  Can.  Reg.  Later.  sopra  il  primo  volume 
delle  Lettere  Miscellanee  di  Bonifazio  Vannozzi  ».  È  di  mano  dello  stesso 
Vannozzi,  ma  ignoro  se  esista  a  stampa. 

Di  altri  suoi  scritti,  non  mai  pubblicati  però,  ci  da  notizia  l'autore  in  que- 
ste sue  lettere,  e  precisamente  alle  pag.  178  e  603  del  voi.  2,  e  574  de! 
voi.  o. 

—  Della  Suppellettile  degli  Avvertimenti  politici,  morali  et 
christiani  del  Sig.  Bonifatio  Vannozzi  dottor  pistoiese  et 
protonotario  apostolico  ec.  In  Bologna,  appresso  gli  Heredi 
di  Giovanni  Rossi,  1609,  voi.  1.°  --  Ivi,  per  gli  stessi,  1610, 
voi.  2.°  Ivi,  por  gli  stessi,  1613,  voi.  3,°     in  4.° 


—  332  — 

—  Rime. 

Si  conservano  manoscritte  nella  Forleguerriana  nel  Cod.  Rime  di  diversi  se- 
gnato 175,  car.  179  e  seg.  Sono  quattordici  sonetti. 

Vaiimieci  Atto. 

Le  Metamorfosi  di  Ovidio  Nasone  espurgate  e  corredate  di 
note  italiane.  Prato,  Tip.  Alberghetti,  1840,  in  12°  voi.  2. 

Fanno  parte  della  Biblioteca  dei  Classici  Latini  con  commenti  italiani  per  uso 
delle  Scuole,  e  sono  precedute  da  un  discorso  sulla  vita  e  sulle  opere  di 
Ovidio,  che  fu  stampato  anche  a  parte. 

—  Le  Favole  di  Fedro,  con  note  italiane.  Prato.  Tip.  Al- 
dina, 1841,  in  16.o 

Sono  precedute  da  un  discorso  sulla  Favola  e  sui  Favolisti,  e  fanno  parte 
anche  queste  della  Biblioteca  dei  Classici  Latini.  Sono  state  ristampate  più 
volte  con  notabili  miglioramenti. 

—  Memoria  della    Vita  e  degli    scritti  di  Giuseppe    Mon- 
tani. Capolago,  1843,  in  8.° 

È  anonima. 

—  Tre  narrazioni  del  sacco  di  Prato  del   1512  pubblicate 
con  notizie  preliminari  e  note  illustrative  da  Atto  Vannucci, 

Nell'Archivio  Storico  Italiano,  tom.  I,  pag.  229,  e  253. 

—  Storia  dell'Italia  antica.  Firenze,  1851-1855,  voi.  4,  in  8.° 

• —  La  stessa,  seconda  edizione  con  correzioni  ed  aggiunte. 
Firenze,  Le  Monnier,  1863-64,  voi.  4,  in  16.° 

■ —  La  stessa.  Milano,  Tip.  Lombarda,  già  Salvi,  1873,  in  8.° 

Terza  ed.  interamente  rifatta,  e  perciò  da  preferirsi  alle  altre.  È  attual- 
mente in  corso  di  pubblicazione. 

—  Studi    storici  e  morali  sulla  letteratura  latina.   Torino, 
presso  la  Società  Editrice,  1854,  in  16.° 

Quest'opera  è  dedicata  al  Cav.  Francesco  Franchini  già  Ministro  della  Pub- 
blica istruzione  in  Toscana. 

—  La  stessa.  Firenze,  Le  Monnier,  1862,  in  16.° 

—  Discorso  intorno  alla  vita  e  alle  opere  di  Donato  Gian- 
notti. 

Sta  innanzi  alle  opere  politiche  del  Giannotti.  Firenze,  Le  Monnier,  1880, 
in  16.° 


-  333  — 

—  Cenni  biografici  di  vari. 

Nella  Biografìa  degli  illustri  italiani  edita  da  Emilio  De  Tipaldo,  tomi  i,  b,  6,  Ìt 

—  Ricordi  della  vita  e  delle  opere  di  G.  B.  Niccolini.  Fi- 
renze Le  Monniei,  1866*  voi.  2,  In  16.° 

—  I  Martiri  della  libertà  italiana,  Milano,  1872,  in  16.° 

Venturini  Valentino. 

Lettera  di  agricoltura  in  risposta  ad  N.  N.  nella  quale  si 
da  ragguaglio  dei  mezzi  praticati  per  rendere  più  frutti- 
fero in  tutti  i  suoi  prodotti  un  podere  del  territorio  di  Lam- 
porecchio. Pistoia,  nella  stamp.  di  Atto  Bracali,  in  8.°  gr. 

È  anonima.  L'autore  nato  in  Lamporecchio  fu  medico  di  molta  abilità,  e  mem- 
bro dell'accademia  dei  Georgofili. 

Vessillini  Filippo. 

Philippi  Vezillini  ad  Rev.  D.  Antonium  Puccium  Antisti- 
tem  Pistor.  de  Calamitatibus  suae  patriae  narratio  histo- 
rica. 

Ms.  nella  Bibliot.  Marucelliana  di  Firenze,  scaff.  C,  cod.  64.  Il  Codice  è  au*< 
tografo,  ed  appartiene  al  finire  del  secolo  XV.  La  dedica  principia  «  Cum 
sepenumero  Rev.  Antoni  antistis  celeberrime  »  e  finisce  «  Propter  bella  ci- 
vilia  in  excidium  precipitari  iniqua  fata  permiserunt.  »  La  narrazione  storica 
poi  comincia  :  «  Igitur  defuncto  D.  Io.  Andrea  D.  Gregorii  Hospitalarioec,  » 
e  finisce  :  «  sapientissimo  ilio  veteri  Laurentio  Medice  florentiuorum  impe- 
rium  Consilio  ec.  »  Evvi  poi  in  fine  nn' Oratio  deploratoria  habita  in  Repu- 
blica  ad  Senatores  pislorienses.  Narra  il  Zaccaria  che  il  Lami  voleva  pubbli- 
carla, ciò  che  poi  non  fece. 

Vezzi  Girolamo, 

Rime. 

Manoscritte  nelle  Biblioteca  Forteguerri..  Nel  codice  175  si  contengono  cin- 
que eanzoni,  una  in  morte  della  principessa  di  Massa;  altra  in  morte  della 
Duchessa  Eleonora  di  Firenze,  del  Card.  Giovanni,  e  di  Don  Garzia  de'Me- 
dici  ;  la  terza  in  lode  del  Grand,  di  Toscana;  le  due  ultime  in  occasione 
delle  discordie  di  Genova.  Lo  stesso  codice  contiene  inoltre  quattro  sonetti. 

Vezzi  Pier  Antonio. 

In  funere  D.  Francisci  Medicis,  carmina. 

Stanno  a  pag.  9  e  seguenti  della  raccolta  col  titolo  Urbis  pistoricnsis  Mono- 
dia* Funerale*,  Florcntiae,  16 U,  in  8.° 


—  334  — 

—  Canzone  nelle  esequie  di  Don  Francesco  Medici. 

Nella  medesima  raccolta  pag.  46. 

■ —  Sonetto  al  Molto  Rev.  Pietro  Narducci. 

Nella  medesima  raccolta,  pag.  4£.  Il  P.  Narducci,  Min.  Conventuale,  fu  il  rac 
coglitore  delle  rime. 

—  Rime  inedite. 

Si  conservano  manoscritte  nella  Biblioteca  Forteguerri  nei  codici  segnati  103, 
e  i7b. 

Vezzo  (Bel)  Filippo. 

Rime. 

Manoscritte  nella  Biblioteca  Forteguerri,  nel  cod.  intitolato  Scelta  di  Rime 
di  diversi,  segnato  175. 

Vezzo  (del)  Girolamo. 

Due   lettere   curiose    e  facete  del    Guarnaschello.  Livorno, 
co'tipi  di  Francesco  Vigo,  1872,  in  8.° 

Pag.  VIII-8  e  una  carta  bianca  in  fine.  Queste  due  curiose  lettere  si  pub^ 
blicarono  dal  Sig.  Giovanni  Papanti  di  Livorno,  appassionato  raccoglitore  di 
novelle,  in  occasione  delle  nozze  dell'avv.  Ippolito  Isola,  colla  Signora  Ro- 
setta Ruschi-Ivani.  In  esse  si  raccontano  alcune  facezie  o  burle,  e  novel- 
lette, e  sono  scritte  in  stile  molto  vivace  e  spigliato.  Furono  tratte  dal  car- 
teggio del  duca  Cosimo  dei  Medici  (filza  378)  che  si  conserva  nell'Archivio 
di  stato  di  Firenze,  per  cura  di  Gaetano  Milanesi,  che  le  accompagnò  al 
Papanti  con  una  erudita  prefazione,  nella  quale  dà  qualche  notizia  dell'au- 
tore, che  egli  congettura  per  sicuri  indizi  fosse  Girolamo  Del  Vezzo  pisto- 
iese, nascosto  sotto  il  pseudonimo  di  Giannantonio  Guarnaschello  da  Cer- 
reto, mentre  nel  1546  se  ne  stava  in  Bologna  agente  segreto  del  Duca  Co- 
simo De  Medici. 

Villani  Niccolò. 

Epitalamium   in    nuptiis    Antonii  Burghesii    et  Cammillae 
Ursinae  Priocipum  Sulmonae.  Viterbi,  16.21,  in  8.° 

—  De  laudibus    Gregorii  XV  Pontif.  per  maximi  Carmen, 
Viterbii,  ex  typog.  Petri  et  Aug.  de  Discipulis,  1621,  in  4.° 

Di  car.  8.  senza  numerare. 

—  Ad  Nieolaum    Ludovisum    Venusii    principem    Isabellae 
Gesualdae  Sponsae  Epistola. 

Sta  nel  libro  Epistolae    ad  Nieolaum  Ludovisum  ec.  Romae,  Zannetti,  1625, 
in  80  ed  è  sotto  il  pseudonimo  Victorii  Rustici. 


—  335  — 

—  Ad  bonam  frugem.  Venetiis,  Pinelli,  1629,  in  4.° 

Sono  poesie  latine. 

—  L'Uccellatura  di  Vincenzo  Forese  all'occhiale  del  Ca- 
valier  Tomaso  Stigliani  contro  l'Adone  del  Cav.  Giamba- 
tista  Marini  e  alla  difesa  di  Girolamo  Aleandro.  In  Vene- 
tia,  1630,  appresso  Antonio  Pinelli,  in  12.° 

Pag.  483.  Il  Villani  occultò  il  suo  nome,  forse  perchè  era  sempre  vivente 
lo  Stigliani.  Del  resto  ai  letterati  sono  abbastanza  note  le  dispute  suscitate 
dalla  troppo  spigliata  musa  del  Marino. 

—  Poesie  sopra  Venezia.  Venezia,  Pinelli,  1631,  in  4.° 

—  Considerazioni  di  Messer  Fagiano  sopra  la  seconda  parte 
dell'occhiale  del  Cavaliere  Stigliano  contro  allo  Adone  del 
Cavai ier  Marino,  e  sopra  la  seconda  difesa  di  Girolamo 
Aleandro.  In  Venetia,  1631,  per  Giampietro  Pinelli,  in  12.° 

Pag.  752,  compreso  il  frontespizio,  più  e.  due  in  fine  contenenti  l'errata 
non  numerate. 

—  Canzone  alla  Santità  di  N.  S.  Urbano  Vili.  In  Venezia, 
per  Gio.  Batta  Pinelli,  1632,  in  4.° 

■ —  Ragionamento  dell'Accademico  Aideano  sopra  la  poesia 
giocosa  de'Greci  e  dei  latini  e  de1  Toscani  con  alcune  poe- 
sie piacevoli  del  medesimo  autore.  In  Venetia,  per  Gian- 
piero Pinelli.  1634,  in  4.° 

Sotto  il  pseudonimo  dell'Accademico  Aideano  si  nasconde  il  nostro  Niccolò 
Villani.  Questi  tratta  in  questo  suo  lavoro  non  solo  delle  poesie  ridicole  e 
scurrili  dei  Greci  e  dei  Latini,  ma  scorre  per  tutti  i  dialetti  volgari  d'Ita- 
lia, con  annoverare  moltissimi  componimenti  in  ciascun  di  loro  dettati.  A  chi 
legge  quest'opera,  dice  il  Fontanini,  spiace  la  brevità  del  discorso,  eia  lun- 
ghezza dei  capitoli  annessi.  Il  Villani  prese  occasione  di  scrivere  questo 
suo  ragionamento  dall'  Eneide  travestita  di  Giamm.  Lalli.  Il  nome  di  Aideano, 
proprio  dell'  Accademia  degli  Umoristi  ,  nella  quale  il  Villani  recitò  que- 
sto discorso  vuol  dire  in  greco  cresciuto  pel  caldo  del  sole,  come  i  ve- 
getabili. 

—  Ottave  per  la  partenza  da  Roma  per  la  Sabina  del  Car- 
dinale Barberini.  Venezia,  Pinelli,  1635,  in  4.° 

—  Della  Fiorenza  difesa,  poema  eroico  ec.  Canti  diece.  In 
Roma,  appresso  Antonio  Landini,  1641,  in  4.° 

Raro.  Pag.  437  e  carte    8  in  principio  non    numerate,  compresa  l'antiporta 


-  336  — 
stampala  e  il  frontespizio  inciso  in  rame,  ed  una  carta  in  fine  contenente 
l'errata.  Questo  lavoro  rimasto  imperfetto  per  la  morte  dell'autore,  fu  pub- 
blicato da  Onofrio  Villani  suo  nipote,  che  lo  dedicò  al  Card.  Francesco  Bar- 
berini. Lo  stampatore  poi  ncll'  avviso  al  lettore  così  ne  parla.  «  Portò 
l'autore  la  fatica  del  poema  insino  al  decimo  canto  dove  gli  convenne  ter- 
minarlo col  termine  della  sua  vita,  senza  potere  ne  pur  a  questa  parte  che 
ce  ne  lasciò,  dare,  come  apparecchiava,  l'ultima  mano.  Si  pubblica  nientedi- 
meno, in  tale  stato,  come  opera  di  segnalato  ingegno,  e  sparsa  per  entro  di 
molta  dottrina  e  di  erudizione  non  volgare  ».  Ma  forse  era  meglio  lasciarla 
inedita,  che  avrebbesi  così,  a  giudizio  dei  dotti,  giovato  di  più  alla  fama 
dell'autore. 

—  Nos  canimus  surdis.  Senza  luogo  e  anno,  in  4° 

È  una  satira  violentissima  V.  Civelli,  Bib.  Voi.  tomo  IH.  pag.  456. 

—  Rime. 

Nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze ,  (Palat.)  in  un  codice  di  rime  se-= 
gnato  CCLX,  insieme  ad  altre  rime  di  Vincenzo  Bellini  ed  altri. 

Visconti  Sion*.  Giovanni. 

Eglogae  tres  et  epigrammata  ad  Illustriss.  et  Excell.  Prin- 
cipem  D.  Carolum  Medicem.  Florentiae,  1613,  apud  Iun- 
ctas,  in  4.° 

—  Cominentarius  in  prirnum  librum  Institution.  Iustiniani 
Imp.  Venetiis,  apud  Io.  B.  Corabi,  1619,  in  4.° 

Pag.  214,  più  car.  A  in  principio,  ed  una  in  fine,  bianca,  non  num.  È  dedi- 
cata al  Card.  Carlo  De  Medici,  ed  è  preceduta  da  una  breve  notizia  di  Giu- 
stiniano. Al  Commentario  fa  seguito  altra  operetta  dello  stesso  autore  col  ti- 
tolo :  Institutio  Legalium  quaestionum  disponendarum  qua  facile  termine  $upposita 
et  puncta  innotescunt  ec. 

~  Orazione  recitata  al  Capitolo  generale  della  religione 
dei  Cavalieri  di  S.  Stefano  P.  e  M.  in  Firenze  il  mese  di 
Febbraio  1620  ec.  In  Firenze,  1626,  per  Geronimo  Cec- 
concelli,  in  4.° 

—  Rime. 

Stanno  nel  libro  Raccolta  delle  Poesie  toscane  e  latine  di  nobilissimi  ingegni 
in  lode  di  S.  Stefano  ec.  Pisa,  i619. 

—  In  Ser.  Ferdinandi  Mag.  Etrur.  Ducis  feliciter  exactam 
infantiam,  Panegyris  Ioan.  Visconti  Acad.  Disuniti  Cogno- 
mento  Aggirati.  Pisis,  apud  Io.  Fontanam,  1623,  in  4.» 


—  337  — 

—  Isagoge,  sive  introductio  in  MI  libros  Institutionum  Iti- 
stin.  Imp.  Pistoni,  apud  Ant.  Fortunatuno,  1633,  in  12:° 

—  Regole  della  vita  ragionevole  e  tranquilla  per  intro- 
dursi alla  cristiana  perfezione  con  facilità  ec.  In  Pistoia, 
1646,  in  12.o 

—  Affetti  Unitivi  e  di  ringraziamento  per  la  SS.  Comu- 
nione. In  Firenze,  per  il  Massi  e  Landi,  1641,  in  12.° 

Ristampata  in  Firenze,  1651,  in  12°  :  —  in  Macerata,  1674,  in  12°:  —  ivi, 
1685,  in  52.o 

—  I  Progressi  dell'Amor  Divino  ec.  Pistoia,  Fortunati,  1652, 
in  4.° 

Ed.  postuma,  fatta  da  Benedetto  Fabbroni.  «  Son  questi  i  primi  sbozzi  usciti 
dalla  penna  dell'autore,  in  molti  luoghi  monchi  et  imperfetti.  »  Questo  av- 
vertimento del  Fabroni  che  leggesi  nell'avviso  al  lettore,  mi  pare  che  possa, 
oltreché  a  molti  altri  lavori  del  Visconti,  riferirsi  anco  a  questo. 

—  Lettere  Spirituali,  con  alcuni  avvisi  e  ordini  di  devo- 
zione per  istruzione  de'Monasteri  di  suo  governo.  In  Bolo- 
gna, per  gli  eredi  del  Dozza,  1653,  in  4.° 

Ed.  postuma  anche  questa,  curata  da  Benedetto  Fabroni,  che  vi  premise  una 
breve  notizia  dell'autore.  Si  ristamparono,  con  correzioni  ed  aggiunte  in  Bo- 
logna e  in  Firenze  (ma  Firenze),  pei  Guiducci  e  Franchi,  1716,  in  4°:  e  se  ne 
fece  anche  una  scelta  per  cura  di  Giovanni  Forti  e  stampata  in  Bologna,  e 
di  nuovo  in  Macerata,  1673,  in  16.° 

—  Nuova  pratica  della  presenza  ad  amor  di  Dio.  Bologna, 
1651,  in  16.o 

—  Meditazioni  per  tutto  l' anno  sopra  la  vita  e  passione 
di  Gesù  e  Maria.  In  Pistoia,  per  il  Fortunati,  1658,  in  8.° 

Questa  operetta  fu  pubblicata  dopo  la  morte  dell'autore  da  Suor  Maria  Vin- 
cenza Chiarenzi  monaca  di  S.  Benedetto  e  dalla  stessa  dedicata  alle  Monache 
del  Convento  di  S.  Maria  degli  Angioli. 

—  La  luce  del  Divino  Amore,  Consolazione  per  le  anime 
d'ogni  stato.  In  Roma,  per  gli  eredi  Manelfi  (senz'anno) 
in  12.o 

Di  altri  scritti  del  Visconti,  per  la  più  parte  incompleti,  fa  menzione  il  più 
volte  citato  P.  Zaccaria  nella  Bibliot.  Pistoriens. 

Viti  Niccolò. 

Paradoxa  in  Peripateticam  Pbisiologiam  proposita  a  Nico- 

Capponi,  Bìbliogr.  Pist.  22 


—  338  — 

lao  Vito,  ec.  et  cum  Patavii,  tum  Pistoni,  per  aliquot  dies 
disputentur.  Patavii,  apud  Laurentium  Pasqualium,  1583, 
in  4.° 

Vitoni  Bernardino. 

Istituzioni  anatomiche. 

Sono  manoscritte  nella  Bibliot.  Forteguerri,  in  due  copie  che  formano  i 
cod.  128,  e  134-.  Furono  dettate  dall'autore  nella  Scuola  Medico-Chirurgica 
dello  Spedale  del  Ceppo  negli  Anni  1740-1741. 

—  Memorie  per  la  Storia  degli  Spedali  di  Pistoia. 

Manoscritte  nella  med.  Bibliot.  eod.  137.  Sono  più  che  altro  bozze  di  me- 
morie, e  riguardano  specialmente  gli  antichi  spedali  o  ospizi,  ora  soppressi, 
e  dei  quali  tanto  abbondava  la  città  e  il  territorio  di  Pistoia.  L'autore  aveva 
preso  a  raccogliere  queste  memorie  dietro  richiesta  di  un  certo  D.  Castello, 
medico  ebreo,  che  si  era  proposto  di  pubblicare  una  storia  degli  Spedali  della 
Toscana. 

~  Il  Forestiere  istruito  in  Pistoia. 

Ms.  nella  medesima  Biblioteca.  È  autografo,  di  pag.  132  comprese  carte  otto 
in  fine  bianche.  Di  quest'opera  così  scriveva  il  Vitoni  al  Canon.  Moreni  il 
quale  lo  aveva  richiesto  di  notizie  sugli  storici  pistoiesi  quando  prese  a  com- 
pilare la  sua  Bibliografia  Storica  della  Toscana.  «  È  questo  un  lavoro  da  me 
composto  ne' miei  anni  giovanili,  e  che  voleva  aver  pubblicato,  se  la  rivo- 
luzione ricciana  non  mi  avesse  imbrogliato.  »  (V.  Vitoni,  Lettere  ms.  nella 
Forteg.) 

-—  Memoria  sulla  Zecca  di  Pistoia. 

Ms.  nella  Forteg.  insieme  ad  altri  studi  sullo  stesso  argomento.  Il  Viani  nella 
sua  operetta  sulla  Zecca  di  Pistoia  ricorda  una  Memoria  del  Vitoni  a  quella 
relativa  :  forse  è  questa  la  memoria  suddetta  ricordata  dal  Viani.  Altri  scritti 
di  minore  importanza  si  conservano  nella  Forteguerriana,  che  noi  andremo 
accennando  brevemente  :  Intorno  al  luogo  preciso  ove  accadde  la  battaglia  di 
Catilina  sulla  montagna  di  Pistoia:  —  Intorno  al  passaggio  di  Annibale  per 
la  montagna  pistoiese  :  —  Memorie  relative  alle  antiche  strade  della  mon- 
tagna pistoiese  :  —  Riflessioni  sopra  le  acque  delle  fonti  da  servire  alla  città 
di  Pistoia  :  —  Memorie  diverse  intorno  al  progetto  di  condurre  in  Pistoia 
l'acqua  potabile:  —  Memorie  riguardanti  la  vita  di  S.  Atto:  —  Ricordi  re- 
latiri  all'immagine  di  M.  SS.  dell'  Umiltà  :  —  Notizia  di  un  anello  segnatore 
«  Anulus  signatorius  »  :  —  Descrizione  di  una  moneta  di  Roberto  Re  di  Na- 
poli: —  Lettere. 

VivarellilBomenico. 

Breve  Compendio  delle  grazie  e  indulgenze  da  molti  Pon- 


—  339  — 
tefici  concesse  alla  compagnia  de'Centuriati.  Pistoia,  1634^ 
in  8.0 

Zenone  da  Pistoia. 

Pietosa  fonte,  poema  in  morte  di  Messer  Francesco  Pe- 
trarca, composto  nel  1374.  In  Firenze,  1743,  nella  stam- 
peria della  SS.  Annunziata,  in  8.° 

Ed.  di  pag.  XXXII-LXXXXII.  Questo  poema  fu  pubblicato  dal  celebre  Lami; 
che  l'illustrò  con  una  erudita  prefazione,  con  note,  varianti,  e  con  un  glos- 
sario di  voci  antiche.  Egli  condusse  questa  edizione  sopra  due  codici,  uno 
raeinbr.  del  secolo  XV  posseduto  da  Mons.  Giuseppe  Luigi  Esperti  di  Mol- 
fetta,  ed  un  altro  codice  cart.  della  Riccardiana  di  Firenze  ;  ma  non  conservò 
peraltro  l'antica  e  scorretta  ortografìa,  ma  la  ridusse  alla  maniera  bella  e  ca- 
stigata dell'età  nostra.  Il  poema,  che  non  è  in  latino,  come  per  errore  scrisse 
il  Salvi,  si  compone  di  XIII  capitoli,  in  terza  rima.  Il  poeta  finge  di  vedere 
gli  onori  fatti  al  Petrarca  dopo  morto  nel  concilio  degli  Dei,  e  con  questa 
occasione  tocca  anche  molti  punti  di  storia  sì  letteraria  che  civile  :  ma  ta- 
lora poeticamente  confonde  il  favoloso  col  vero,  e  il  sacro  col  profano,  e 
coll'croico,  come  bene  osservano  il  Quadrio  e  il  Tiraboschi;  e  si  mostra  ben 
lontano  dall'eleganza  di  colui  del  quale  piange  la  morte. 

—  La  stessa,  messa  novellamente  in  luce  con  giunte  e  cor- 
rezioni di  Francesco  Zambrini.  Bologna,  Romagnoli,  1874, 
in  16.° 

Edizione  condotta  su  quella  precedente  del  Lami,  meno  nella  interpunzione 
e  nella  ortografia,  che  sono  corrette  in  varii  luoghi.  Oltre  le  memorie  del 
Petrarca  scritte  da  lui  stesso,  il  chiariss.  editore  vi  ha  aggiunto  alcune  va- 
rianti al  poema,  le  quali  sono  registrate  in  fine  del  volume,  tolte  da  un  cod. 
della  Magliabechiana,  rimasto  sconosciuto  al  Lami  ;  ma  potevasi  però  far  molto 
di  più  onde  togliere  quella  rozzezza  e  quell'oscurità  che  deturpano  in  molti 
luoghi  quest'antico  poema;  difetti  che  forse  non  tutti  debbono  ascriversi  al- 
l'autore. 


BIBLIOGRAFIA  PISTOIESE 


PARTE   SECONDA 

Contenente  quelle  opere,  che  sebbene  non  appartenenti 
ad  autori  pistoiesi,  possono  consultarsi  per  la  storia 
civile,  ecclesiastica,  letteraria  e  scientifica  di  questa 
città. 


Adunanza  tenuta  dagli  Arcadi  per  la  coronazione  della 
celebre  pastorella  Corilla  Olimpica.  In  Roma,  1775,  dalla 
Stamp.  Salomoni,  in  4.° 

Assai  bella  edizione,  con  ritratto  in  principio,  ed  un'antiporta  in  rame  dopo 
la  pag.  52.  Sotto  il  nome  di  Corilia  Olìmpica  si  distingueva  in  Arcadia  Maria 
Maddalena  Morelli  Fcrnandez  pistoiese  celebre  improvvisatrice.  Oltre  il  rag- 
guaglio dell'esperimento  del  genio  drammatico  di  lei,  fatto  prima  dell'inco- 
ronazione, contiene  questa  raccolta  molte  rime  d'arcadi,  scritte  in  varie  lin- 
gue, in  lode  della  nostra  poetessa. 

AUogradi  Cosimo.  Orazione  detta  nella  Chiesa  di  S.  Do- 
menico ec.:  in  occasione  della  festa  quivi  solennizzata  dal 
Sig.  Fabio  Fioravanti,  in  rendimento  di  grazie  alla  V.  M. 
per  la  promozione  al  cardinalato  degli  Eminentiss.  Giulio 
Rospigliosi  e  Girolamo  Bonvisi.  In  Pistoia,  per  Pier  An- 
tonio Fortunati,  1657,  in  4.° 

Amadei  Carlo.  Clementi  IX  Pont.  Max.  Renuntiato  Mi- 
scellanea gratulatio.  S.  L.  e  a.  in  4.° 

Amadnzzi  «àio.  Cristofaro.  Lettera  sopra  la  solenne  co- 
ronazione capitolina  di  Corilla  Olimpica  pistoiese. 

Trovasi  nella  Nuova  Collezione  di  Opuscoli  Scientifici  del  P.  Calogerà,  t.  XXXI. 

Ammirati  Scipione.  Historia  della  Famiglia  Cancelliera 
di  Pistoia  descritta  dal  Sig.  Scipione  Ammirati  nel  suo  li- 
bro delle  nobil  famiglie  di  Toscana,  et  in  questa  forma 
ristampata  ad  istanza  del  Sig.  Teodoro  Cancellieri,  di  Pi- 
stoia. In  Firenze,  1622,  per  Pietro  Cecconcelli,  in  4.° 

Pagg.  52  comprese  le  tre  prime    carie  non  num.  con  albero  genealogico  in 


—  344  — 
gran  foglio.  Altre  edizioni  sono  quelle  di  Firenze  e  in  Pistoia,  (ma  Pi- 
stoia) per  Pier  Antonio  Fortunati,  1627,  in  4°,  —  e  in  Firenze,  appresso  i 
Bizzardi,  1622,  in  l.°  Oltre  la  storia  della  famiglia  Cancellieri,  l'Ammirato 
erasi  pur  proposto  di  scrivere  quella  della  Casa  Panciatichi,  ma  lo  trattenne 
dal  dar  l'ultima  mano  al  lavoro  la  difficoltà  di  mettere  insieme  l'albero  ge- 
nealogico. 

—  L'  Albero  et  istoria  della  famiglia  de'  Conti  Guidi  con 
le  giunte  di  Scipione  Ammirato  il  giovane.  Firenze,  Mas- 
si, 1650,  in  fol.  grande. 

Questa  è  la  seconda  edizione  ;  la  prima  era  stata  fatta  dal  medesimo  Massi 
nel  1640.  Cito  la  presente  perchè  contiene  le  aggiunte  di  Scipione  Ammi- 
rato il  giovane,  ossia  di  Cristoforo  Bianchi  da  Montaione,  al  quale  Scipione 
Ammirato  il  vecchio  lasciò  morendo,  oltre  le  sostanze,  anche  il  proprio  co- 
gnome. 

Atti  della  solenne  coronazione  fatta  in  Campidoglio  del- 
l'insigne poetessa  D.  Maria  Maddalena  Morelli  Fernandez 
pist.  tra  gli  arcadi  Corilla  Olimpica.  In  Parma,  nella  stamp. 
Bodoniana,  1772,  in  8.0 

Baldassarri  P.  Antonio.  Vita  di  Alessandro  Marchetti 
filosofo  e  matematico  dell'Univ.  di  Pisa. 

È  ricordata,  come  ms.  da  Francesco  Marchetti  nella  sua  Risposta  apologetica 
contro  dio.  Battista  Nelli.  L'autore  è  di  Recanati. 

Beccadeìli  Moas.  Lodovico.  Vita  di  Cosimo  Gheri  Ve- 
scovo di  Fano. 

Sta  a  pag.  175  dell'opera  Monumenti  di  Varia  Letteratura  tratti  dai  ms.  di 
Mons.  L.  Beccadelli.  Bologna,  1797,  in  i.° 

Berti  P.  Gio.  Pietro.  Delle  lodi  della  città  di  Pistoia, 
orazione  recitata  nel  Duomo  di  detta  città  ec.  In  Perugia, 
1725,  per  il  Costantini,  in  4.° 

Raro.  Il  Berti  non  è  pistoiese,  ma  di  Seravezza;  visse  però  molto  tempo 
nella  nostra  città. 

Bianchini  Giuseppe  Maria.  Orazione  in  applauso  a  Mon- 
signor Colombino  Bassi  Vesc.  di  Pistoia. 

È  citatata  come  ms.  e  senz'altro  dal  Morcni  :  né  maggiori  indicazioni  si  hanno 
nella  Bibliografia  Pratese  dell'egregio  Sig.  Cesare  Guasti. 

Biauciardl  Stanislao.  Cesare  Scartabelli,  o  il  Maestro 
autorevole,  discorso  ec.  Firenze,  Le  Monnier,  1857,  in  8.° 


—  348  — 
Biondi  laiigi.  Intorno  ad  una  Satira  di  Cino  da  Pistoia. 

Nel  Giornale  Arcadico,  a.  1822. 

Biscioni  Cane.  Ant.  Ilaria.  Storia  Genealogica  della  fa- 
miglia Fanciatichi  nobile  pistoiese. 

Ms.  in  Firenze  in  casa  Panciatichi-Ximenes  d'Aragona.  Fu  scritta  nel  1738, 
ed  è  divisa  in  8.  libri. 

Bresciani.  Applausi  delle  muse  consecrati  alla  S.  di  N.  S. 
Clemente  IX,  per  la  sua  esaltazione  al  pontificato.  In  Roma, 
De  Falco,  1667,  in  4.° 

Bnsatti  Fr.  Tommaso.  Panegirici  di  S.  Zenone  e  di 
S.  Atto,  uno  protettore,  l'altro  Vescovo  di  Pistoia  ec.  Lucca, 
Ciuffetti,  1720,  in  4° 

Capali!  Gio.  b.  Plausus  Festivi  in  electione  Io.  Marchetti 
Patricii  Pistor.  ad  Episcopatum  Arretinum,  Carmen.  Arretii, 
tipis.L.  Loreti,  MDCXCXII  (sic),  ma  1692,  in  4.° 

Consolo  Se»;  Sui  corpuscoli  nervosi  di  Pacini.  Memoria. 

NeWlngrassia  di  Palermo,  a.  1846. 

Oontucci  contacelo.  Oratio  in  funere  Io.  B.  Card.  To- 
lomaei.  Romae,  (1726),  ex  typog.  Hieronymi  Mainardi,in  8.° 

Fu  riprodotta  pure  dal  Zaccaria  nella  Bibliot.  Pistoriens. 

Costa  Lodovico.  Lettera  a  Giorgio  Viani  intorno  alla 
Zecca  e  alle  Monete  di  Pistoia.  Torino,  1814,  in  8.° 

Ed.  di  40  esemplari,  e  perciò  divenuta  assai  rara.  Alle  censure  fatte  dal  Costa 
all'opera  del  Viani  rispose  ampiamente  il  Ciampi  nel  suo  scritto  Notizie  della 
vita    letteraria  e  degli  scritti   di  Giorgio   Viani  ec.    Firenze,  Ciardetti,  1817. 

Corbelli  Giuliano.  Delle  azioni  del  Card.  Niccolò  For- 
teguerri,  Lettera. 

Nella  Bibliot.  Pistoriens.  del  P.  Zaccaria. 

Benonvilliers.  Note  sur  les  corpuscles  gangliformes  con- 
nus  sous  le  nom  de  corpuscles  de  Pacini. 

Sta  negli  Archives  d' Anotomie  generale  par  Mandi,  Paris,  1863.  In  questa 
memoria  si  sostiene  come  la  priorità  dell'  invenzione  di  tali  corpuscoli 
debbasi  attribuire  a  Camus,  Annral  e  Lacroix  . 

Diedo  Antonio.  Necrologia  di  Teodoro  Matteini  pistoiese. 

Trovasi  nei  Discorsi  per  VAcc. Veneta  delle  Bell.  Ar.  per  l'a.  1831.  Ven.  1831,  in  8.° 


—  343  — 
Durazzo  Gian  Frane.  Raccolta  delle  virtù  del  P.  Gian 
Pietro  Pinamonti.  Roma,  De  Rossi,  1709,  in  8.° 

Fu  ristampata  in  Bologna,  per  Costantino  Pisarri,  4719,  in  12.°  In  questa 
edizione  l'opera  fu  notabilmente  accresciuta.  Venne  poi  riprodotta  innanzi 
alle  varie  edizioni  di  tutte  le  opere  del  Pinamonti,  da  noi  ricordate  nella 
parte  prima. 

Elogi  d'illustri  italiani.  Pisa,  1786-1789,  voi.  2,  in  8.° 

Il  voi.  primo  contiene  l'Elogio  di  Mons.  Michelangiolo  Giacomelli. 

Fabroni  Angiolo.  Vitae  italorum.  Pisis,  Ginessius.  1778- 
1789,  voi.  14,  in  8.° 

Nel  voi.  II  si  contengono  le  vite  di  Clem.  IX,  e  di  Alessandro  Marchetti  ;  nel 
voi  IX  quella  di  Mons.  Niccolò  Forteguerri,  l'autore  del  Ricciardetto. 

Fontanini  Giusto.  Vita  di  Scipione  Carteromaco. 

Nel  tom.  XX,  pag.  278  e  seg.  del  Giornale  dei  Letterati  d'Italia,  e  quindi, 
con  aggiunte  nel  tom.  XXVI  dello  stesso  giornale.  Fu  poi  riprodotta  dal  Zac- 
caria nella  sua  Bibliot.  Pistor.  pag.  248. 

Frediana  p.  Francesco.  Ricordi   per   servire   alla   vita 
del  P.  Evangelista  Marcellino. 

Stanno  nell'opera  Prose  e  Rime  del  P.  Francesco  Frediani,  Prato,  Guasti,  1855, 

pag.  83-158. 

Camtarrinà  Eugenio.  Storia  Genealogica  delle  famiglie 
nobili  toscane.  Firenze,  1668  e  1671,  voi.  2,  in  fogl. 

Vi  è  la  storia  genealogica  delle  famiglie  Baldinotti  e  Dondori,  e  vi  si  ricor- 
dano anche  varie  altre  famiglie  della  nostra  città. 

Guarini  m.  Sui  nuovi  Organi  scoperti  nel  corpo  umano 
da  Filippo  Pacini.  Relazione. 

Sta  rteg'i  Annali  Universali  di  Medicina  di  Milano,  a.  1841,  voi.  97.  Questo 
dutto  scienziato  fu  il  primo  in  Italia  a  confermare  la  scoperta  del  nastro 
coneittadino. 

Guasti  Cesare.  Della  vita  e  degli  scritti  del  Prof.  Pietro 
Petrini,  memorie,  ec. 

Stanno  nel  libretto  che  ha  per  titolo  «  Due  relazioni  del  Prof.  Pietro  Pe- 
trini intorno  a  un  sistema  di  serre  su  i  fiumi  del  territorio  pistoiese  ec.  Pi- 
sloia,  1844,  in  8.°  Rivedute  e  ampliate  nella  parte  bibliografica,  furono  poi 
ristampate  innanzi  ai  Discorsi  del  Petrini  sulla  pittura  degli  antichi  pubbli- 
cati di  nuovo  in  Firenze  dai  Successori  Le  Monnier  nel  1875. 

Henle  e  A.  Koelliker.  Ueber  die  Pacinischen  Koerper- 


—  344  — 

chen  an  den  Nerven  des   Menschen   und  der  Saugethiere. 
Zurich.  1844,  in  4.° 

Con  molte  figuro.  Questi  due  illustri  anatomici  seguono  I'  opinione  del  Pa- 
cini  che  credè  questi  nuovi  corpuscoli  sieno  organi  destinati  ai  fenomeni  del 
magnetismo  animale.  Degli  stessi  autori  si  ha  un  articolo  in  proposito  anche 
nel  Muller' s  Archiv*  a.  1845. 

iiitta  Conte  Pompeo.  Genealogia  della  Famiglia  Sini- 
buldi  di  Pistoia. 

Trovasi  nella  grande  opera  del  Litta  Famiglie  Celebri  d'Italia,  ed  è  illustrata 
con  due  tavole  contenenti  il  ritratto  di  M.  Gino,  e  il  Monumento  erettogli 
nella  cattedrale  di  Pistoia. 

liuccfresini  Cesare  Lorenzo.  Principe  iride  coronatus 
sive  in  iridem  quae  prope  Vaticanum  efftilsit  faustissima  die 
qua  S.  D.  N.  Clemens  IX  pont.  max.  coronatus  est,  Car- 
men. Komae,  Tinassi,  1667,  in  4.° 

Luci  Gregorio.  Relazione  della  visita  delle  montagne 
della  Iurisdizione  di  Pistoia  fatta  di  Luglio  e  Agosto  1711 
d'ordine  di  S.  A.  S.  ec.  In  Firenze,  1711,  per  Pietro  Ma- 
tini  in  fogl. 

Macello  P.  Ctfo.  Frane.  Panegiricus  S.  D.  N.  Clementis 
Papae  IX.  Patavii  1669,  in  8.° 

Hanetti  Giannozzo.  Chronicon  pistoriens.  a  condita  urbe 
usque  ad  annum  1446,  nunc  primum  prod.  e  ms.  cod.  fior. 
a  Lud.  Ant.  Muratorio. 

Questa  storia  si  conservò  già  nell'archivio  del  nostro  Comune,  ma  poi  andò 
dispersa.  Il  Dondori  dice  che  a' suoi  tempi  era  nella  Biblioteca  del  Duca  d'Ur- 
bino, e  credo  sia  questo  il  Codice  che  ora  si  conserva  nella  Magliabechiana 
di  Firenze.  Il  Chiar.  Muratori  ce  ne  diede  un  saggio  nel  tomo  XIX  della 
sua  opera  Rerum  Italie.  Scriptores  con  una  breve  prefazione  latina.  Il  Ma- 
netti  fu  podestà  di  Pistoia  nel  1446,  e  non  già  Capitano  come  affermò  il  Salvi: 
egli  stesso  ce  lo  fa  sapere  verso  la  fine  del  terzo  libro  «  Tandem  septennio 
postea,  hoc  est  quadrigesimo  sexto  supra  millesimum  quadringentcsimurn  Chri- 
stianae  Salutis  anno  factum  est  ut  ego  ad  gubernationem  et  custodiam  pi- 
storiensium  forte  delectus  illius  provinciae  Praeseos  proficiscerer  ».  Sap- 
piamo poi  che  in  tale  ufficio  si  diportò  con  tanta  soddisfazione  dei  pistoiesi, 
che  procurarono,  benché  inutilmente,  gli  fosse  per  altri  sei  mesi  confer- 
mato. 

Marchese  ff».  Vincenzo.  Memorie  degli  Artisti  Domeni- 


cani.  Genova,  Tip.  della  Gioventù.  1869.  in  8.°  voi.  2.  Se- 
conda edizione. 

Vi  si  trovano  ampie  notizie  di  Fra  Paolino  da  Pistoia  Domenicano,  celebre 
scolaro  di  Fra  Bartolomeo  della  Porta.  Di  Fra  Paolino  da  Pistoia  vedasi  an- 
che l'opera  «  Hinrich  F.  0.  Die  bcrùhmtesten  Maler  de?  italienischen  schule. 
Berlin,  1854,  in  8.° 

Alayer  e.  Die  Pacinischen  Korperchen  :  eìne  pliysiolo- 
giche  AbLaodlung.  Bonn.  1844,  in  8.° 

iiieiuis  Ali.  Lorenzo.  Vita  Benedicti  Colucci  Pistoriensis. 

Sta  innanzi  all'opera  dello  stesso  Colucci  De  Discordiis  Florentinorum,  Fior 
1747,  in  8.o 

micheli  Pier  Antonio.  Relazione  di  un  Viaggio  fatto 
nell'estate  dell'Anno  1734  per  le  Montagne  di  Pistoia, 

Neil'  opera  del  Sig.  Targioni  Tozzetti  Relazioni  di  alcuni  viaggi  in  diverse  parti 
della  Toscana.  Tom.  10,  pag.  159,  della  2.»  ed.  Firenze,  1777. 

moretti  Cammino.  Assertio  pistoriensis  catnedralis  Ec- 
clesiae  contra  Collegiatam  S.  Stephani  de  Prato,  in  4.° 

La  registrò  così  il  Moreni  senz'  altra  indicazione  :  io  non  ho  potuto  averne 
più  particolare  notizia  ;  del  resto  le  quistioni  tra  il  Vescovo  di  Pistoia  e  il 
Capitolo  di  Prato  fino  alla  metà  del  secolo  XVII  furono  perpetue. 

mortara  (»e)  Alessandro.  Elogio  di  Carlo  Agostino  Fa- 
broni.  Pistoia,  Manfredini,  1818,  in  8.° 

narrazione  della  Festa  de'Fuochi  celebrata  in  Mantova 
nell'anno  1667  per  V  esaltazione  al  Pontificato  della  S.  di 
N.  S.  Papa  Clemente  Nono.  In  Mantova,  presso  gli  Osanna, 
s.  a  (ma  1667)  in  foglio. 

Nella  narrazione  sono  riportate  pure  varie  iscrizioni  latine  e  poesie,  fra  cui 
un  coro,  fatto  in  quella  occasione. 

tferli  sions.  Francesco.  Relazione  delle  festive  dimo- 
strazioni fatte  in  Bologna  nella  creazione  e  coronazione  della 
Santità  di  N.  S.  P.  Clemente  IX  ec.  dedicate  all'Eminentiss. 
Card.  Carlo  Carafa  Legato  di  Bologna  da  Mons.  Francesco 
Nerli  Vice-legato.  In  Bologna,  Eredi  Barbieri,  1667,  in  f.° 

Con  lettera  dedicatoria  al  predetto  Cardinale  Carafa.  Alla  e.  7  con  nuova 
antiporta  seguono  diverse  Composizioni  italiane  e  latine  fatte  in  quella  oc- 
casione, e  raccolte  dal  Nerli  suddetto. 

Mei  «nai  Niccolò.  Carmem  in  laudem  Rev.  P.  Fr.  Iacobi 


—  346  — 
de  Pistorio  Ord.  Minor.  Reg.  Observ.  Magni  Hetr.  Duci  Con- 
fessarli.  Florentiae,    1617,  apud    Barthol.  Semartellium  et 
fratres,  in  4.° 

È  in  lode  del  P.  Iacopo  Peri. 

Niccoli»!  gì©.  Battila.  Elogio  del  Cav.  Tommaso  Puc- 
cini. 

Nei  Monumenti  del  Giardino  Puccini.  Pistoia  Tip.  Cino,  1845.  Il  Niccolini  lesse 
quest'elogio  all'Accademia  nel  1811,  e  ai  19  di  Febbraio  del  1844  così 
scrisse  di  esso  a  Niccolò  Puccini  :  «  Non  vi  è  da  lodarsi  che  l'ardire  di  averlo 
recitato  in  un'adunanza  dov'eran  tutti  i  professori,  e  fra  questi  poteva  essere 
qualche  spia  che  mi  accusasse  ai  Francesi,  in  quel  tempo  nostri  dominatori.  » 
Nei  Monumenti  suddetti  z\V  Elogio  fa  seguito  una  nota  degli  editori,  nella 
quale  si  danno  più  particolari  notizie  i.itorno  alla  vita  di  Tommaso  Puccini. 

Okciij  Emanuel®.  Elogio  di  Fra  Niccolò  da  Pistoia, 
Missionario  del  Secolo  XIII. 

Ms.  nella  Accademia  di  Scienze  Lettere  ed  Arti  di  Pistoia. 

Oldoino  p.  Agostino,  Athenaeum  Pistoriense. 

Quest'  opera,  rimasta  imperfetta  poiché  non  vi  si  parla  che  di  27  scrittori 
pistoieri,  era  una  volta  nella  Biblioteca  del  Convento  dei  PP.  Gesuiti  di 
Pistoia.  Ora  la  credo  dispersa  ;  nondimeno  V  opera  non  è  perduta,  che  fu 
riprodotta  per  intero  dal  P.  Zaccaria  nella  Bibliot.  Pistor. 

Onori  dedicati  alla  memoria  di  Corilla  Olimpica  Pistoiese 
Firenze,  nella  Stamp.  del  Governo  Democratico  (G.  Cam- 
biagi)  1800,  in  4° 

Oltre  a  vari  componimenti  poetici  fatti  in  quella  funebre  congiuntura,  con- 
densi in  questa  raccolta  un  Discorso  di  Giulio  Perino  fiorentino  in  cui  si 
discorre  dei  meriti  della  defunta. 

Ottavio  Angiolo.  Francisci  Frosini  Archiep.  Vita, 

Sta  nel  tomo  2°,  pag.  243  dell'  opera  del  P.  Mattei  —  Ecclesiae  Pisanae  Hi- 
storia.  L'  autore  lasciato  avendolo  imperfetto,  fu  terminato  dal  P.  Mattei 
stesso. 

Pappenheim  de  Breslaw.  Nouvelles  recherches  concer- 
nant  le  mode  de  terminaison  des  nerfs  dans  les  corpuscu- 
les  de  Pacini  ec. 

Sta  nei  Comptes  rendus  de  V  Academie  des  Sciences  de  Paris,  a.  1846. 

Partitila  Bartolomeo.  Il  Nono  Clemente,  Oda,  dedicata 
al  Sagro  ed  augustissimo  Coìiegio  apostolico  degli  Eminen- 


—    OH     — 

tissimi  Sigg.    Cardinali    in  Conclave.  In    Roma,  1670,  per 
il  Bernabò,  in  4.° 

Passerini  Luigi.  Genealogia  e  Storia  della  Famiglia  Pan- 
ciatichi.  Firenze,  M.  Cellini  e  C.  1858,  in  8.° 

Pellegrini  Aw.  Lorenzo.  Intorno  all' illustrazione  del 
Monumento  Robbiano,  Ragionam.  Analitico  dell' Avv.  Lorenzo 
Pellegrini,  Prato  1836,  in  8.° 

Pelli  Giuseppe.  Elogio  del  Card.  Niccolò  Forteguerri. 

Sta  negli  Elogi  degli  uomini  illustri  toscani,  Lucca,  1772-74  tom.  2  pag.  XXXIX 
Avvertesì  in  nota  come  abbiano  servito  di  fondamento  alle  cose  accennale 
in  quest'  elogio  la  vita  che  di  questo  Cardinale  scrisse  Gio.  B.  Forteguerri 
il  giovane,  e  le  due  lettere  al  medesimo  del  Corbelli,  il  tutto  pubblicato 
dal  P.  Zaccaria  nella  sua  Bibliot.  Pistor. 

Potter  (Be).  Vie  de  Scipion  De  Ricci  èvèque  de  Pistoie 
et  Prato  et  reformateur  du  chatolicisme  en  Toscane  sous  le 
regne  de  Leopold,  composée  sur  le  manuscript  autograpbe 
de  ce  Prelate  ec.  Bruxelles,  H.  Tarlier,,  1825,  in  8°  voi.  3. 

■ —  La  stessa.  Ivi,  per  lo  stesso,  1826,  voi.  3,  in  12.° 

Rapin  Renato.  Ode  ad  Clementem  IX  Sum.  Pontificem. 
Romae,  1667,  in  4.° 

RaTasini  P.  Gafenriello.  Oratio  post  General ia  Comitia 
suae  Congregationis  babita  Pistoni,  in  qua  de  Laudibus  eiu- 
sdem  Civitatis.  Florehtiae,  1596,  Typ.  Sermantelli,  in  4.° 

Ricci  jicons.  Scipione  Memorie  di  Scipione  De  Ricci  Ve- 
scovo di  Pistoia  e  Prato,  scritte  da  lui  medesimo  e  pub- 
blicate per  cura  di  A.  Gelli.  Firenze,  Le  Monnier  1865, 
voi.  2,  in  16.° 

Ricci  Mauro.  Ioannis  Antonelli  e  Scholis  Piis  a  Mauro 
Ricci  narratus.  Florentiae,  ex  off.  libraria  S.  I.  Calasantii, 
1872,  in  8.o 

Rinnccini  Camillo.  Orazione  in  lode  del  Sig.  Donato 
Dell'Antella  Senat.  fiorentino  Prior  di  Pistoia  ec.  ec.  In  Fi- 
renze, 1618,  per  Francesco  Pignoni,  in  4.° 

Salyadori  Frane.  Maria.    In  mort^m  Francisci    Frosini 


—  348  — 
Patritii  Pistoriensis  ac  Pisarutn  Archiepiscopi,  Elegia.  Pi- 
sis,  1734,  apud  Fr.  Dominìcum  de  Carottis,  in  4.° 

Setoasta  Fr.  N ieeforo  Agostiniano.  Epigrammata  in  Qbi- 
tumD.  Hieronymi  Rospigliosi  Patr.Pistoriens.  EquitisS.  Ste- 
phani  ec.  Matriti,  typis  Dominici  Gartiae  et  Morra  s,  1648, 
in  4°  picc» 

Carte  6  num.  Gli  Epigrammi  sono  6,  seguiti  da  una  iscrizione  latina  ad  tu- 
mulum. 

Sigismondo  Regolo  da  Sam  solverlo.  Cordis  laerymae 
sive  sepulcrales  inscriptiones  in  funere  Sanctis.  D.  N.  Cle- 
mentis  Papae  IX  ec.  Florentiae,  ex  typog\  Sub  signo  Stel- 
lae,  1670,  in  fog. 

Le  iscrizioni  di  questa  raccolta  sone  ii,  di  cui  l'ultima  lunghissima,  occupa 
cinque  pagine.  Infine  evvi  nn'  elogio  dello  stesso  autore,  ed  un'ode  latina 
di  Agostino  Cortellini. 

Silvestri  Can.  Giuseppe.  In  Funere  adornato  A.  M.  Gi- 
lardoni  fior,  pontif.  Pistor.  et  Pratensium  habito  Prati  in 
tempio  maximo  Kal.  iunii  anno  1835,  in  fol. 

Recitò  1'  Elogio  il  Can  Ferdinando  Baldanzi. 

Silvestri  Can.  Giuseppe.  Elogium  Ioannis  Iac.  Barto- 
lini  Sacerd.  Sine  loco  (ma  Pistoni,  Bracali,  1858),  in  4.° 

Simonetti  Urbano.  De  Panciaticae  Familiae  viris,  ge- 
stis,  ac.  decoribus,  brevis  compilatio. 

Neil*  archivio  di  casa  Panciaticbi  Ximenes  d'  Aragona  in  Firenze.  È  scrittura 
del  secolo  XVII,  breve,  ma  succosa  ed  è  dedicata  al  Card.  Bandaio  Pancia- 
ticbi. 

Statistica  del  Regno  d1  Italia,  —  Biblioteche.  Firenze, 
Successori  Le  Monnier,  1865,  in  8.°   grande. 

Vi  si  trovano  alcune  notizie  storico -statistiche  sulle  biblioteche  Pistoiesi 
Fabroniana  e  Forteguerriapa,  ma,  al  solito,  assai  inesatte,  e  con  molti  errori. 
Così  non  è  vero  per  citarne  uno  che  esista  nella  Forteguerriana  una  storia 
di  Pistoia  di  un  Forteguerri.  Anche  le  altre  notizie  storiche  non  sono  le 
più  precise  :  quanto  poi  all'ordinamento  di  questa  biblioteca  dacché  non  e 
mancato,  nò  manca  chi  si  fa  bello  delle  altri  fatiche,  è  bene  che  si  sappia 
che  esso  fu  eseguito  nel  modo  che  attualmente  si  vede,  cioè  per  materie  da 
Vittorio  Capponi  autore  di  questa  Bibliografia,  secondo  un  progetto  da  lui 
ideato,  e  già  dato  a  stampa. 


—  349  — 
Stecchi  Gio.  Lorenzo.    Vita  di  Alessandro   Marchetti. 

Sta  nel  tomo  5°  pag.  125  delle  Vite  degli  Arcadi.  L'istesso  Stecchi  fece  an- 
che un  ritratto  del  medesimo  Marchettii  che  si  legge  nel  tomo  5°  delle  Notizie 
Storiche  degli  Arcadi  morti.  Roma,  1721. 

Stiattesi  Andrea.  Intorno  alla  Vita  e  ai  lavori  del  P. 
Gio.  Antonelli  D.  S.  P.  Cenni  di  ec.  Roma,  Tip.  delle  Scienze 
Matemat.  e  fisiche,  1873,  in  4° 

Snarez  Mons.  Giuseppe.  Elegia  Clementis  IX.  Romae, 
1666,  in  4.o 

Talenti  I».  Bl.  Crisostomo.  Oratio  in  laudem  B.  Attho- 
nis  olim  Vallimbrosani  (sic.)  praesidis  ac  Pistoriensis  Epi- 
scopi habita  in  Coenobio  Passinianensi  dum  sacellum  ibi- 
dem eius  nomine  dicatum  consecraretur.  Florentiae,  apud 
Ianctas,  1608,  in  4.» 

Car.    36  di  cui    12  in  principio   e  2  in  fine  non  num.  Ha  lettera  dedicatoria 
a  Filippo  III  Re  di  Spagna,  dopo  la  quale    segue  un  Ode    latina   al   B.  Atto 
scriita  da  F.  Pancrazio  fiorentino  dell'  ordine  de'Vallombrosani. 
Anche  il  Talenti  appartenne  all'  ord.  Vallombrosano,  ed  è  originario  di  San- 
ta Sofia. 

Targioni  Tozzctti  "Giovanni.  Relazioni  di  alcuni  Viaggi 
fatti  in  diverse  parti  della  Toscana. 

I  tom.  V  e  VII  (dell'  ed.  di  Firenze  del  1768-79)  contengono  il  Viaggio  nelle 
diverse  parti  del  Pistoiese,  e  vi  si  riscontrano  importanti  notizie  sulle  pro- 
duzioni naturali  del  territorio,  come  sugli  antichi  monumenti  della  città. 

Tasso  Faustino.  Vita  dell'  Eccellentissimo  e  antichissi- 
mo poeta  Cino  Sigibuldi  da  Pistoia. 

Sta  innanzi  alle  Rime  di  Cino  pubblicate  dal  medesimo  Tasso.  Vcnetia,  1589, 
per  Gio.  Domenico  Imberti,  in  8.° 

Tipaldo  (9c)  EmfiìSo.  Biografìa  degli  Italiani  illustri 
nelle  Scienze,  Lettere  e  Arti  del  Secolo  XVIII  e  dei  con- 
temporanei. Venezia,  Tip.  di  Alvisopoli,  1834-1841,  in  8.° 
Voi.  8. 

In  questa  pregevole  raccolta  si  contengono  le  biografìe  dei  seguenti  pisto- 
iesi :  Francesco  Bartolozzi,  Giuseppe  Cipriani,  Bartolomeo  Intieri,  Teodoro  Mat- 
teini,  Bartolomeo  Colti,  Agostino  Piermei,  Gaetano  Cenni,  Domenico  Cini,  Mi- 
chelangiolo  Giacomelli,  Antonio  Matani,  Pagnozzi  Giuseppe,  Scarfantoni  Gio. 
Iacopo,  Buti  Nicolò  Felice,  Corrieri  Leandro,  Fini  Giovanni,  Morelli  Maddalena, 
Stefani  ab.  Domenico,  Fortegucrri   Niccolò. 


—  350  — 
Todd  R.  B.  The  Physiological  Anatomy  and  Phisiology 
of   Man.  London,  1845,  in  8.° 

Il  Cap.  XII  col  titolo  Of  the  pacinian  corpuscles  of  the  nerves  è  dedica'*  per 
intero  ai  nuovi  organi  del  Pacini. 

Tommaseo  Niccolò.  Gita  nel  Pistoiese. 

Sta  neli'  Antologia  di  Firenze,  tomo  £8. 

—  Gio.   Antonelli   Commemorazione  di  N.  Tommaseo.  Fi- 
renze, 1872,  in  8.° 

Torcili©  Giovanili  di  Montevarchi.     Cronaca     di    Casa 
Panciatichi. 

Manoscritta  in  casa  del  March.  Panciatichi-Ximenes  di  Firenze.  Lo  scrisse 
egli  nel  1534,  quando  si  trovava  agli  stipendi  dei  Panciatichi,  onde  è  fa- 
cile immaginarsi  con  quanta  imparzialità  ei  scrivesse,  sebbene  di  molte  cose 
ei  fosse  testimone  oculare,  e  di  molte  altre  fosse  assai  recente  lo  ricordanza. 
Egli  scrisse  anche  la  Genealogia  di  quella  casa,  prendenda  le  mosse  soltanto 
da  chi  trovava  con  bastevoli  documenti  giustificato. 

Tedaidì  Gio.  battista.  Relazione 'della  Città  di  Pistoia, 
al  Granduca  Cosimo. 

Ms.  in  Pistoia  nella  Forteguerriana  seg.  152,  e  nella  Naniana  di  Venezia, 
cod.  89,  con  molte  varianti.  Fu  da  esso  fatta  nel  1569  mentre  era  in  quella 
città  Commissario  pel  Granduca  Cosimo.  È  un  curioso  documento,  scritto  con 
molta  franchezza,  e  che  interessa  assai  la  storia  della  nostra  città  per  ciò 
che  riguarda  specialmente  i  costumi  di  quei  tempi.  Chi  lo  pubblicasse  non 
farebbe  opera  assai  inutile. 

Il  Moreni  ricorda  pure  un  ms.  di  casa  Dondori  arricchito  di  annotazioni  e  di 
aggiunte  dal  Sen.  Giulio  del  Sen  Cosimo  Del  Caccia  Commissario  pur  esso 
di  detta  Città  nel  1659  e  negli  altri  due  consecutivi,  e  del  Catal.  di  coloro 
che  governarono  la  città  cogli  stemmi  respettivi.  Ignoro  ove  al  presente  si 
conservi. 

viani  Giorgio.  Della    Zecca  e  delle    Monete    di  Pistoia. 
Lettera. 

Trovasi  in  appendice  all'opera  di  Seb.  Ciampi  Notizie  inedite  della  Sacrestia 
Pistoiese  de'  Belli  Arredi  ec.  Firenze,  Molini  Landi  e  Comp.  1810,  in  8.° 

—  La  stessa,  seconda  edizione.  Pisa,  co'caratteri  di  Didot, 
1813,  in  8.o 

Elegante  edizione  con  tav.  in  rame,  nella  quale  vedesi  aggiunta  una  Lettera 
di  Vincenzo  Agostini  sullo  stesso  argomento.  Contro  le  opinioni  del  Viani 
scrisse  un'  opuscolo  Lodovico  Costa  di  Torino,  alle  censure  del  quale  rispo^ 
se  ampiamente  Seb.  Ciampi  nella  sua  operetta  Notizie  della  Vita  numi$ma- 
lica  e  degli  scritti  di  Giorgio  Viani.  Firenze,  Ciardetti,  1817. 


—  351   — 
vini  Andrea.  Versi  alla    incomparabile   iinprovvisatrice 
Corilla  Olimpica.  In  fol.  senza  alcuna  nota  Tipografica. 

v Uman  Fulgenzio.  Saggio  dell'Istoria  erbaria  delle  alpi 
di  Pistoia,  Modena  e  Lucca  con  nuove  esservazioni  botani- 
che e  mediche  esposto  in  una  lettera  diretta  al  Sig.  Dot- 
tore Antonio  Matani.  Bologna,  Della  Volpe,  1773,  in  8.° 

L'  autore,  dice  il  Moreni,  dette  speranza  di  fare  altri  viaggi  e  pubblicare 
una  più  ampia  descrizione  delle  Montagne  di  Pistoia  relativamente  alle  piante 
che  in  quelle  si  osservano,  conforme  l'avea  fatto  sperare  ancora  nella  pre- 
fazione dell'  opera  De  medicatis  herbarum  facultatibus. 

Vongesco  Sebastiano.  Cronache  del  Convento  dei  PP, 
Serviti  di  Pistoia. 

Si  conservano  ms.  nell'  Archivio  dell'  Ospedale  del  Ceppo.  Il  Vongesco  ap- 
partenne all'ordine  dei  Servi  di  Maria.  Non^è  pistoiese,  ma  fu  per  molto 
tempo  priore  del  Convento  di  quel!'  ordine  della  nostra  città. 

Zaccaria  P.  Francesco  Antonio.  Bibliotheca  Pistorien- 
sis  a  Frane.  Ant.  Zacharia  S.  I.  descripta,  inque  duos  libros 
distributa  quorum  prior  manuscriptos  trium  praecipuarum- 
que  pistoriensium  Bibliothecarum  Codices  ;  posterior  pi- 
storienses  scriptores  complectitur,  cum  duplici  appendice 
una  veteium,  altera  recentium  utraque  ineditorum  hacte- 
nus  praestantiumque  monumentorum.  Aug.  Taurinorum, 
1752,  ex  Typog.  Regia,  in  fol. 

Carte  i  in  principio  non  numerate,  pag.  578  ed  una  carta  bianca  in  fine  ; 
segue  un  appendice  contenente  aggiunte  e  correzioni  con  numerazione  con- 
tinuata fino  a  pag.  435  nella  quale  è  compresa  pure  la  carta  bianca.  Le  co- 
pie contenenti  quest'  appendice,  senza  essere  rare,  sono  pero  poco  comuni. 
La  illustrazione  dei  codici  .delle  nostre  biblioteche  in  forma  di  lettera  era 
già  stata  pubblicata  nel  tomo  XXX  pag.  437  della  Collezione  di  opuscoli  del 
P.  Calogerà  ;  ed  altre  notizie  si  trovano  pure  nelle  Dissertazioni  di  Storia 
Ecclesiaiica  dello  stesso  Zaccaria.  Le  notizie  degli  scrittori  pistoiesi  poi  sono 
riprodotte  per  la  maggior  parie  dell'  Athenaeum  Pi$torier,s?  del  P.  Oldoino 
gesuita,  rimasto  sempre  inedito.  Notisi  infine  1'  errore  del  Moreni  il  quale, 
scrive  che  le  molte  aggiunte  e  correzioni  che  1'  autore  fece  a  quest'  opera 
le  inserì  poi  in  fine  dell'  altra  opera  Anecdotorum  Medii  Aevi. 

—  Anecdotorun  Medii  Aevi  maximam  partem  ex  Archivis 
Pistorionsibus  collectio  a  Frane.  Ant.  Zacharia  Soc  Iesu  a- 


—  352  — 
domata.  Accedutiti  1.  Breve  Chronicon  rerum  ad  Historiam 
Sacram  profanamque  spectantium,  quae  in  Anecdotis  con- 
tinentur.  2.  Series  Episcoporum  Pistoriensium  a  Ferdinando 
Ughellio  primum  contexta,  a  Nicolao  Coletio  denique  ali- 
quantulum  aucta,  nunc  ab  eodem  horum  Anecdotorum  edi- 
tore ex  his  ispis  tnonumentis  restituta.  Augustae  Taurino- 
rum,  1755.  ex  Typog.  Regia,  in  fol. 

I  documenti  contenuti  in  questa  raccolta  nella  massima  parte  sono  tolti  da- 
gli Archivi  di  Pistoia  ed  alla  Storia  Sacra,  e  Profana  Pistoiese  appartengono, 

—  Excursus  luterani  per  Italiani.  Ven.  1754,  in  4°  ,  v.l° 
(il  solo  pubblicato.) 

II  Cap.  I  di  quest'opera  riguarda  tutto  la  città  di  Pistoia  di  cui  illustra 
vari  monumenti,  ed  ha  questo  titolo  Pistorium  -  Ascessus  Pistorium,  in  eaque 
urbe  commoratio  diuturna,  Archivia,  Bibliotecae,  tempia,  inscriptiones:  occupa 
le  pag.  da  la  a  8,  ed  è  corredata  di  due  tavole. 

—  Lettera  a  Mons.  Federigo  Alamanni  Vesc.  di  Pistoia 
sopra  una  Iscrizione  latina  trovata  nella  Montagna  Pi- 
stoiese. 

Sta  nel  tomo  XLXII  degli  Opuscoli  del  P.  Calogerà.  Questa  iscrizione  fu  tro- 
vata nel  Castello  della  Serra  Montagna  di  Pistoia,  e  fu  anche  illustrata  dal 
Cap.  Domenico  Cini  (V.  Cini).  Fu  però  da  tutti  dichiarata  falsa,  perlìn  dallo 
stesso  Zaccaria,  onde  non  si  sa  vedere,  dice  il  Lami  nelle  Novelle  Letler.  Fior. 
anno  1752,  perche  in  questa  lettera  si  metta  a  impugnare  le  ragioni  che  han- 
mosso  altri  a  dichiararla  falsa. 

—  De  Ms.  Codicibus,  qui  in  Bibliotbeca  Pistoriensi,  ut 
aiunt  Sapentiae,  adsevantur,  Epistola  ad  Hyeronymum  La- 
gomarsinum. 

Sta  nel  tomo  XXX  pag.  A37  della  Collezione  di  opuscoli  del  P.  Calogerà. 
Fu  riprodotta  con  aggiunte  dal  medesimo  autore  nella  sua  Bib.  Pist.  pag.  28. 

saianoffii  Ciò.  Battista.  Ellogium  Thomae  Puccini  cum 
corpore  eius  conditum.  Florentiae,  1811,  in  4.° 


GIUNTE   E   CORREZIONI 


PARTE      PRIMA 


Auibrogi  Francesciiiiio.    Storie  Pistoiesi  ec. 

Queste  non  sono  altro  che  le  così  dette  Storie  Pistoiesi  citale  anche  dalla 
Crusca,  e  delle  quali  s'ignora  l'autore. '11  nome  di  Franceschino  Ambrogi 
che  Jeggesi  in  fine  del  Codice  magliabechiano,  indica  senza  dubbio  che 
questi  fu  V  amanuense. 

Metti  Eurico.  Teorica  delle  forze  che  agiscono  secondo 
la  legge  d1  Newton.  Pisa,  1855,  in  8.° 

Biadi  Enrico.  Commemorazione  di  Suor  Elena  Carolina 
Talini.  Pistoia,  1857,  in  8> 

Brano2zi  Possente.  Lo  spirito  di  Rodomonte,  poema. 

Ricordato  dal  P.  Zaccaria,  come  ms.  L'  autore  dedicollo  al  Grand.  Cosimo  I. 

Forteguerri  Antonio.   Sonetti. 
Sono   in  numero    di  quattro,  e  furono  pubblicati  dal  P.  Lodovico  Lotti,  in- 
sieme ad  altre  rime  di  Gio.  B.  e  Mons.  Niccolò  Forteguerri    per    le    nozze 
di  Niccolò  Forteguerri  colla  Sig.  Laura  de'  Conti  Guicciardini.  (Pistoia,  Tip. 
Bracali,  1874,  in  8.°) 

Forteguerri  Gio.  Battista.  Le  Favolose  Dee,  stanze.  Pi- 
stoia, Tip.  Cino,  1871,  in  8.0 
—  Sonetti. 

Nella  raccolta  sopra  citata.  I  sonetti  sono  quattro. 

Forte  gnerri  XEons.  Niccolò.  Capitoli. 
Nella  raccolta    sopra    ricordata.    Sono    quattro  capitoli,  di  cui  due  diretti  a 
Niccolò  Felice  Buti  pistoiese,  il  terzo  al  P.  Liborio  Venerosi  filippino,  l'ul- 
timo al  Marh.  Andrea  Maidalchini. 

Gher*  Filippo.  Scritti  vari. 

Sono  ricordali  dal  Dondori  come  esistenti  a  suoi  tempi  nel  Convento  dei 
Cappuccini.  Il  Gheri  fu  vescovo  d'Ischia  e  poi  d'Assisi,  e  intervenne  anche 
al  Concilio  di  Trento.  Mori  in  Genova  nel  l'OT,  nella  qual  città  si  era  re- 
cato col  Card.  Moronc  legato  del  Pont.  Gregorio.  XIII. 

tteneinS  isartoiomco.  L'  Armi  e  gli  Amori,  Epitalamio 
nelle  nozze  del  Cav.  Cap.  Baldassarre  Sozzifanti  colla  Si- 
gnora Caterina  Rospigliosi.  Pistoia,  Fortunati,  1664,  in  4.° 


—  354  — 
$*atut3.  Statuta  civitatis  Pistoni.  Florentiae,  apud  Iun- 
ctas,  1534,  in  fol. 

Correggasi  :  Firenze,  per  Bernardo  e  Benedetto  Giunti,  1546. 

—  Leges  Municipales    Pistoriensium    quae   vulgo   statuta 
nuncupantur  ec.  Florentiae,  Marescotti,  1546,  in  fol. 

PARTE    SECONDA. 

Canossa  Glo.  Battista,  tlias  in  nuce,  acclamatio  pane- 
gyrica  dieta  in  laudes  sen.  Io.  Tornaquinci  deponentis  Prac- 
fecturam  Pistoni  Sen.  Francisco  Alamannio  eamdem  prae- 
fecturam  capessenti  in  Sacello  S.  lacobi.  Pistoni,  1653,  in  8.° 

—  Astrea  et  Charitas,  Chorus  Senat.  Francisci  Alamanni 
Praefecti  Pistorio  rapraesentatus  a  Io  B.  ec.  eius  dictam 
praefecturam  successori.  Pistoni,  1654,  in  4.° 

—  Alius  et  idem,  seu  Marchio  Raphael  Medices  cum  March, 
et  Sen.  olim  Laurentio  eius  patre  comparatus,  cum  ad  fì- 
nem  perdussisset  praefecturam  ab  eo  incoatam  Pistoni,  Pa- 
negyricus. Pistoni,  1654,  in  4.° 

—  Sceptrum  oculatum,  sen  praefecturam  Pistorii  exercita 
a  sen.  Vincentio  Sacchetto.  Pistorii,  1657,  in  4.° 

—  Conflictus  cum  Marchio  et  sen.  Scipio  Capponius  prae- 
fecturam Pistorii  functus  etc.  Panegyricus.  Pistorii,  1658, 
in  4.° 

—  Nodus  Gordianus,  seu  merita  Sen.  Horatii  Minerbetti  in 
Pistorienses,  Panegyricus.  Pistorii,  1665,  in  4.° 

Balcani  Napione.  Francesco.  Intorno  alla  nuova  edi- 
zione degli  amori  pastorali  di  Dafni  e  Cloe  trad.  da  A.  Caro 
col  supplimento  di  S.Ciampi  ec.  Firenze,  Molini,  1811,  in  8.° 

Lucchesi»!  Cesare.  Lettera  intorno  alle  versioni  del 
frammento  di  Longo  fatte  da  S.  Ciampi  a  da  Aless.  Verri. 

Nel  Giornale  Enciclopedico  di  Firenze,  a.  1815. 

Mansueti  Fr.  Papirio.  Vita  e  Miracoli  del  Ven.  Padre 
Pietro  Berti  da  Pistoia. 

Ms.  nella  Bib.  Com.  di  Siena,  Cod.  car.  in  80  del  sec.  XVII. 


Edizione  di  300  esemplari,  dei  quali  imo  in  carta 
colorata  impresso  appositamente  per  l'Illustrissimo  Sig.  Fi- 
lippo Eossi-Cassigoli. 


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